giovedì 24 dicembre 2009

Berlusconi porge gli auguri al Papa

Questo il testo della lettera di auguri al Papa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi inviata al Cardinale Tarcisio Bertone.



“In occasione del Santo Natale prego Vostra Eminenza di rivolgere a Sua Santità Benedetto XVI gli auguri più devoti del Governo italiano e miei personali. Ringrazio, inoltre, il Santo Padre per la vicinanza manifestatami, a seguito dell’aggressione subita. Le Sue parole mi sono state di grande conforto.



Il Natale è un momento importante di riflessione per tutti gli uomini di buona volontà. Il messaggio di pace e di fraternità di Cristo, che dovrebbe regnare tra gli uomini, purtroppo viene dimenticato quando alla forza delle idee si risponde con la violenza verbale o financo fisica.



La speciale attenzione che il Santo Padre rivolge all’Italia è testimoniata dalla sollecitudine dimostrata in occasione del tragico terremoto de L’Aquila, quando Egli, nel corso della visita, dopo aver affermato la Sua vicinanza alle popolazioni colpite ha detto: ‘vorrei abbracciarvi ad uno ad uno’.



Posso confermare che i valori cristiani testimoniati dal Pontefice sono sempre presenti nell’azione del Governo da me presieduto, che adotterà tutte le misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale.



Nel rinnovare a Lei e a Sua Santità gli auguri più devoti, Le invio i più fervidi saluti”.

venerdì 18 dicembre 2009

Varato dal CdM il Federalismo Demaniale

“E’ stato approvato nella seduta odierna del Consiglio dei Ministri il primo decreto attuativo del federalismo fiscale, riguardante l’introduzione del cosiddetto federalismo demaniale.
Si tratta della prova provata che il federalismo fiscale lo stiamo facendo sul serio.
Con il federalismo demaniale si rivoluziona la logica per cui, oggi, esistono beni di cui non si interessa nessuno: così finisce la 'mano morta' ovvero il patrimonio abbandonato e improduttivo.
Con il federalismo demaniale, infatti, la proprietà di questi beni passa ai territori che hanno la competenza e la capacità di valorizzarli nell’interesse dei cittadini.
Per fare un esempio concreto una caserma dimessa, attraverso una variante urbanistica, potrà quintuplicare, o persino decuplicare, il suo valore, diventando un albergo, una scuola o un impianto polifunzionale.
In questo modo si produce ricchezza per i cittadini, sfruttando beni che, altrimenti, resterebbero improduttivi.
In conseguenza di questa riforma una massa di beni, del valore di qualche miliardo di euro, oggi di proprietà dello Stato, passerà a Comuni, Province e Regioni.
Gli enti locali che ricevono tali beni dovranno, però, indicare sui propri siti internet i processi di valorizzazione cui intendono sottoporli, garantendo così un procedimento assolutamente trasparente e sotto gli occhi di tutti.
Un’amministrazione dello Stato che, viceversa, non vorrà trasferire un proprio bene al territorio dovrà pubblicamente indicare e motivare le ragioni per cui lo trattiene in proprietà.
Grazie al federalismo demaniale finisce quindi l’era del patrimonio inutilizzato o sottoutilizzato.
Le nuove entrate per comuni, province e regioni, pertanto, non saranno più generate soltanto da nuove tasse ma dalla capacità da parte degli stessi enti locali di gestire con modernità ed efficacia questi beni.
I beni culturali, infine, verranno salvaguardati.
La logica del federalismo demaniale è quella di attribuire la proprietà dei beni a chi dimostra di saperli meglio valorizzare, dunque non si tratterà di un trasferimento alla cieca.
I beni demaniali che verranno trasferiti agli enti locali non sono soltanto immobili, ma tante altre cose oggi sottoutilizzate o sottovalorizzate, che passeranno agli enti territoriali in grado di valorizzarli adeguatamente a vantaggio della gente”.
Lo afferma in un comunicato stampa il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord

lunedì 14 dicembre 2009

Processi politici: Fitto verso l'assoluzione

BONDI: Mai avuto dubbi sull'assoluta innocenza di Fitto

"Il processo politico e mediatico nei confronti di Raffaele Fitto muore oggi con la pesante sconfitta di un manipolo di pubblici ministeri animato da chiaro intento persecutorio. Non abbiamo mai avuto dubbi sulla sua assoluta innocenza e onesta’ e siamo certi che riuscira’ a dimostrare la sua estraneita’ anche dai reati minori per cui e’ stato rinviato a giudizio".
Lo ha affermato Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. "Dopo otto anni di indagini 150mila intercettazioni telefoniche e addirittura una richiesta di arresto, costoro sono stati sconfitti dalla verita’ perche’ Fitto e’ riuscito a dimostrare al Gup la propria totale estraneita’ da accuse tanto gravi quanto inesistenti, come l’associazione a delinquere e la concussione"

VERDINI: Contro Fitto un massacro politico e umano

“Se il massacro politico e umano a cui è stato sottoposto Raffaele Fitto attraverso un’inchiesta giudiziaria strumentale e politica, sfociata addirittura in una paradossale e incredibile richiesta di arresto respinta dalla Camera, non fosse una cosa drammaticamente seria verrebbe da citare il titolo dell’opera di Shakespeare, ‘Tanto rumore per nulla’. Ma, come è detto, stiamo parlando di questioni molto ma molto serie con una parte della magistratura, cioè i pm, che prima fa i fuochi d’artificio a colpi di avvisi di garanzia, centinaia di migliaia di intercettazioni telefoniche, addirittura una richiesta d’arresto.

Poi, come nel più classico dei copioni di questa Italia, tutto si affloscia come un soufflè riuscito male: il teorema accusatorio, che tanta eco mediatica ha avuto, era talmente debole da non passare neanche il vaglio non diciamo di un processo ma addirittura dell’udienza preliminare, nel corso della quale il giudice ha demolito il teorema costruito dai pm facendo cadere i reati più gravi contestati a Fitto, dall’associazione a delinquere alla concussione. Siamo certi che l’amico Raffaele riuscirà facilmente a dimostrare la sua limpida innocenza anche per quei reati minori per i quali il Gup ha preferito sottoporlo comunque al vaglio di un tribunale”. Lo ha dichiarato il Coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini

L'attentato a Berlusconi frutto della barbarie politica !

BOLLETTINO MEDICO: Il Presidente in osservazione, in atto una terapia analgesica e antibiotica

Silvio Berlusconi e’ tenuto sotto osservazione al San Raffaele e "ora sono in atto terapie antibiotiche, antiinfiammatorie e analgesiche". Lo ha affermato Alberto Zangrillo, medico personale del premier e primario del reparto rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, illustrando ai cronisti il bollettino medico aggiornato alle ore 12.
Le terapie avviate nei confronti di Berlsconi, ha spiegato il medico , "si sono rese necessarie per contrastare la sintomatologia dolorosa che purtroppo e’ persistente". Un intervento chirurgico, ha concluso Zangrillo, "e’ stato scongiurato".

BONAIUTI: Il Presidente è un po' affaticato e sofferente, serve riposo
In queste ore Silvio Berlusconi "è un po’ affaticato e sofferente, sente le conseguenze del colpo di ieri, ha avuto un forte mal di testa".
Lo ha riferito il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, collegato in diretta con Radiocity su Radiouno. Bonaiuti, che si trova al San Raffaele dove è ricoverato il premier, riferisce della visita del Presidente della Camera Fini, "è appena andato via" e delle "tante persone che chiamano, anche tutti i leader stranieri. Berlusconi - aggiunge - vorrebbe rituffarsi nella consueta attività di sempre, che è frenetica, ma anche i medici dicono che ci vuole un momento di circospezione e cautela".

QUAGLIARIELLO: E' lo sbocco della campagna d'odio

"Questo e’ lo sbocco di una campagna d’odio che si e’ protratta per mesi e mesi".
Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl commentando l’aggressione subito dal premier. "Se ci sono giornali-partito che mandano in stampa numeri monografici infarciti di menzogne; se ci sono trasmissioni televisive che mettono in scena processi mediatici in prima serata; se c’e’ addirittura chi come Di Pietro in un momento del genere giunge ad additare Berlusconi come l’istigatore, c’e’ poco da stupirsi e anzi c’e’ da ringraziare che non sia accaduto di peggio. Per mesi abbiamo segnalato inascoltati a quale deriva si stesse andando incontro: nessuno ha voluto prendere le distanze da tutto questo, e addirittura si sono immaginate ’union sacre’ in nome dell’antiberlusconismo. Le responsabilita’ sono chiare, e non basteranno ipocrite parole di solidarieta’ a posteriori a farle venire meno. Il corpo elettorale, al momento opportuno sapra’ giudicare"

MAURO: I responsabili politici sono noti

"I responsabili politici dell’aggressione a Berlusconi, cosi’ vile e cosi’ odiosa, sono noti a tutti". Lo ha affermato il presidente dei deputati del Pdl al Parlamento europeo, Mario Mauro.
"Hanno invocato la piazza e la violenza e la violenza e’ arrivata. Ma la piu’ grande violenza e’ la menzogna di coloro che vogliono farci credere che l’anomalia italiana e’ Berlusconi e non invece i nemici della democrazia che pretendono di incarnare in questo Paese il bene e la giustizia. E oggi come ieri altro non sono che fanatici o terroristi". "Dovere del popolo in questa circostanza e’ stringersi intorno a chi rappresenta la nostra istanza di verita’, di pace e di progresso".

LA RUSSA: Il "No B day" è la vergogna delle vergogne

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha affermato che l’aggressione subita ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, pone la necessità di trovare una soluzione politica al clima violento che si è venuto a creare. "La soluzione è politica. Occorre comprendere che bisogna distinguere gli attacchi politici dalla caccia all’uomo: il no B day è la vergogna delle vergogne dell’Italia. La maggioranza ha tutto l’interesse affinché ci sia un clima sereno anche se è difficile mantenere la calma".
Il grave episodio avvenuto in piazza Duomo a Milano, tuttavia, ha posto sotto gli occhi dei vertici del Pdl anche un problema di ordine pubblico. Ciò nonostante La Russa ha voluto esprimere "totale e piena solidarietà agli agenti che ieri hanno agito in condizioni non certamente facili. Il mio apprezzamento è privo di ogni riflesso negativo". A chi tuttavia gli chiedeva se quanto accaduto ieri ponesse in discussione la figura del questore di Milano il ministro ha risposto: "Non dipende da noi, non lo abbiamo chiesto, esula dalle nostre competenze".

FITTO: Risultato del clima di scontro alimentato nel nostro Paese
"La vile aggressione subita dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi è purtroppo frutto del clima di scontro alimentato nel nostro Paese da chi, incapace di contrastare l’avversario politico con metodi democratici, lo combatte sul piano personale come un nemico, fomentando odio".
Lo ha affermato il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto. " C’è da augurarsi che tutte le forze politiche prendano nettamente le distanze da questo atto gravissimo. Al presidente del consiglio, naturalmente, esprimiamo con affetto piena solidarietà e auguri di pronta guarigione".

CICCHITTO: Puntualmente accolto l'invito di Di Pietro alla violenza

"Facciamo i nostri piu’ fervidi auguri al Presidente Berlusconi colpito dalla violenza politica e ci auguriamo che l’aggressione non abbia serie conseguenze".
Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "Questo pero’ e’ anche il momento di parlare chiaramente. Purtoppo questo fatto drammatico mette ancor piu’ in evidenza da che parte venga l’acutizzazione dello scontro politico nel nostro Paese. La campagna di odio contro Berlusconi ha certamente ottenuto un primo risultato. In questi giorni Di Pietro ha fatto un invito alla violenza che, come e’ chiaro, e’ stato raccolto. Cose irresponsabili con accuse a Berlusconi dai giornali e dalla televisione sono state scritte e dette da Eugenio Scalfari e da Michele Santoro", aggiunge Cicchitto. "C’e’ anche chi e’ arrivato a evocare il Cnl, ma se si fa il Cnl significa che c’e’ il fascismo alle porte e contro il fascismo e’ evidente che diventa legittimo qualsiasi tipo di intervento. Adesso sentiremo tante parole ipocrite che partiranno dagli stessi irresponsabili che hanno messo in moto questa spirale di odio unito ad un obiettivo preciso: Silvio Berlusconi, ma di queste parole ipocrite non sappiamo assolutamente che fare".


SACCONI: Ora occorre una reazione forte
"Le solidarietà di rito non sono sufficienti perché questo atto di violenza che inquieta tutta la società italiana e potrebbe preludere ad altro ancora è il risultato non casuale di una campagna di odio orchestrata dai individuati settori politici e istituzionali".
Lo scrive in una nota dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi. "Nell`Italia del quarantennale terrorismo ideologizzato, Paese nel quale la politica è stata segnata dall`uso ricorrente della violenza, occorre ora una reazione forte che definisca un blocco democratico determinato ad isolare tutti i portatori di odio. E` l`ora delle grandi responsabilità nel Parlamento come nel Paese".



BERGAMINI: E' troppo facile derubricare ad isolato atto di follia la gravissima aggressione subita dal premier
"E’ troppo facile derubricare ad isolato atto di follia la gravissima aggressione subita ieri a Milano dal presidente Berlusconi. E troppo facile imbastire in fretta e furia patetiche note di solidarieta’ da quattro soldi. Ci sono precise e chiare responsabilita’ politiche, giornalistiche e giudiziarie dietro la campagna d’odio in atto ormai da mesi".
Lo ha affermato Deborah Bergamini, deputata del Pdl. "Ora i paladini del senso delle istituzioni e dello Stato, da Fini a Rutelli, passando per Casini e Bersani hanno oggi il dovere di isolare questo grumo d’odio che a livello politico e mediatico violenta la legittimita’ democratica e costituzionale del governo italiano. Le riforme volute da Berlusconi e sancite dal voto popolare non possono essere poste sotto minaccia, ne’ fisica, ne’ politica; altrimenti qualcuno rischia di generare e sostenere un perverso clima di legittima eversione non degno di un paese civile".

CAPEZZONE: Contro Berlusconi una jihad mediatica e giudiziaria
"Contro Silvio Berlusconi siamo ormai alla jihad mediatica e giudiziaria. Una ’guerra santa’ che affascia l’ala piu’ scatenata della magistratura, un gruppo editoriale, e i settori piu’ fanatici della politica italiana. Credo che un numero sempre maggiore di cittadini sia nauseato per tanta violenza e tante falsita’".
Lo ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, che ha osservato: "E’ bene che i registi e gli interpreti di questa azione coordinata sappiano che non ci faremo intimidire, e che gli italiani sono sono disposti a vedere tradito e scippato il loro voto"
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BONIVER: Di Pietro al limite dell'eversione
"Le affermazioni di Di Pietro sono al limite dell’eversione: invoca la piazza solo perche’ il presidente del Consiglio, in una sede politica, ha descritto con particolari anche coloriti, la vera grande anomalia italiana che nessuno nel Palazzo puo’ ignorare".
Lo ha affermato Margherita Boniver, deputato del Pdl, che ha osservato:
"Il presidente Berlusconi non vuole fare la fine del Caf. Mi auguro che le farneticazioni di Di Pietro suscitino, anche solo in minima parte, la reazione sdegnata di tanti esponenti politici in servizio permanente effettivo anti Berlusconi".

CICCHITTO: Il Pd prenda le distanze da Di Pietro
Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, a proposito di un’azione violenta evocata da Di Pietro, ha dichiarato:
"Adesso vediamo se a livello politico da parte del gruppo dirigente del Partito democratico e a livello istituzionale verranno prese le distanze da cio’ che ha detto in modo irresponsabile, a proposito dell’azione violenta, l’on. Di Pietro".

CROSETTO: Lunedì mattina denuncio Di Pietro
"Oltre ad esprimere piena solidarieta’ al presidente del Consiglio, domani con alcuni colleghi parlamentari presentero’ un esposto-denuncia contro l’on. Di Pietro per istigazione a delinquere".
Lo ha annunciato Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa e deputato del Pdl. "Le sue parole e i suoi atteggiamenti dell’altro giorno hanno dato legittimazione a tutti coloro che vedono nella violenza il modo migliore per esprimere le proprie opinioni. Penso che tutta la politica debba fare in modo che questa persona non trovi piu’ alcun dialogo da parte di chi pensa che il bene comune si amministri e si raggiunga solo con un sereno confronto democratico".

CARLUCCI: Eliminiamo l'anonimato su Internet
"Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di piu’, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno". Lo ha affermato Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl, Vicepresidente della Commissione Bicamerale per l’ Infanzia, il giorno dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi.
"I gruppi nati su Facebook per inneggiare alla vile aggressione , subita ieri a Milano

PODESTA': L'aggressione al premier è colpa anche della sinistra e di certi magistrati

"L’aggressione al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e’ figlia "di un clima sempre peggiore e di grande disagio, derivante dalla demonizzazione di Silvio Berlusconi non solo da parte di qualche facinoroso ma anche da parte di esponenti della sinistra e della magistratura.
E’ stato accusato di essere mafioso, responsabile di stragi; accuse non solo non vere ma anche non credibili". Lo ha affermato il coordinatore del PdL della Lombardia e presidente della Provincia di Milano, Guido Podesta’




           AUGURI PRESIDENTE
La Redazione di "Civiltà Giuridica Italiana" ed il Direttore Antonio Di Carlo deplorano il vile attentato al Presidente Berlusconi, che è l'indice del più bieco imbarbarimento della lotta politica,  e porgono all'illustre paziente, con  gli Auguri di una pronta guarigione,  i sensi della più  viva simpatia e della più completa solidarietà 

sabato 5 dicembre 2009

FINI BATTITORE LIBERO

QUAGLIARIELLO: Fini è un battitore libero che si mette ai margini

"Devo dire che non e’ bello che la politica sia attraversata da foto, immagini, o parole rubate. Nella vita politica, ormai, si gioca dal buco della serratura".
Lo ha dichiarato il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, in un’intervista a Gr Parlamento Rai.

"Non credo che Fini ordisca complotti. Da quello che ho sentito anche ieri in televisione, vedo piuttosto un Fini come battitore libero che si sta mettendo ai margini del comune sentire del Pdl. Una cosa e’ fare un’affermazione in astratto, un’altra e’ fare un’affermazione nel momento in cui si vorrebbe far passare la storia di un partito e di una persona come una storia malavitosa. Chi e’ nel centrodestra italiano sa che questo e’ in atto dal 1994 e reagisce con un’altra forza, un’altra determinazione e un altro sentimento di fronte a tentativi di questo genere".

CICCHITTO: E' indispensabile un chiarimento interno al PdL, ma piu' necessaria l'iniziativa del centro-destra sull' azione del governo
"E’ certamente indispensabile un chiarimento interno al PdL rigoroso, serio, senza sconti e furbizie, ma e’ ancor piu’ necessario un pieno sviluppo dell’iniziativa del centro-destra sul piano dell’azione del governo, del lavoro parlamentare per le riforme, del lavoro politico sul territorio e sul piano politico-culturale. Il peggior errore che il centro-destra puo’ commettere oggi e’ quello di ripiegare su se stesso".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, che ha sottolineato: "Berlusconi ha sempre parlato direttamente al popolo italiano, al Nord come al Sud d’Italia; questo fatto e l’alleanza politica con la Lega, sempre ben regolata ed equilibrata, hanno anche costituito dal 1994 ad oggi, aldila’ di polemiche banali, un contributo decisivo all’unita’ nazionale".

BERLUSCONI: Non sono in competizione con nessuno

"Non c’e’ nessuna competizione con nessuno. Sono spiaciuto del fatto che i giornali riportano tra virgolette parole, affermazioni che io non ho mai pensato di dire ne’ di pensare".

Lo ha affermato il presidente Berlusconi rispondendo a una domanda di un giornalista al termine del vertice italo-russo, dopo che in mattinata un comunicato dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi, in riferimento al fuorionda di Fini e alle minacce di sua espulsione e di sfiducia come presidente della Camera, aveva sottolineato che "le frasi attribuite stamattina al Presidente Berlusconi da alcuni quotidiani non sono mai state pronunciate, sono inventate di sana pianta. Sulle polemiche di questi giorni il Presidente Berlusconi non ha espresso alcun giudizio".

Il Governo Berlusconi ha messo in ginocchio la mafia

"Spatuzza dice di voler ’restituire verita’ alla storia’. E allora, se di storia dobbiamo parlare, comincino col dire, il signor Spatuzza e coloro che sorprendentemente gli danno credito, come spiegano che mentre i partiti anticomunisti della prima Repubblica crollavano sotto i colpi di Tangentopoli, mentre la ’gioiosa macchina da guerra’ dell’ex Pci si apprestava a prendere incontrastata il potere in Italia, mentre l’imprenditore Berlusconi chiedeva a Segni e Martinazzoli di guidare il fronte moderato per arginare la marea comunista, alla vigilia di una lunga stagione di scarcerazioni di migliaia di mafiosi grazie ai programmi di protezione dei pentiti, Cosa Nostra abbia ricevuto ’il Paese in mano’ da ’quello di Canale 5’".
Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vice presidente vicario dei senatori del Pdl.

"Lo stesso Spatuzza oggi ha ammesso in aula che ai tempi del presunto incontro di via Veneto nulla sapeva dei progetti politici di Berlusconi e Dell’Utri, e nessuna spiegazione chiese in proposito al boss Graviano suo interlocutore. Nulla sapeva perche’ nulla poteva saperne, dal momento che quei progetti politici all’epoca non esistevano, e men che meno era allora immaginabile un esito diverso dalla vittoria elettorale degli ex comunisti. A meno che la mafia non possedesse doti divinatorie: le stesse che, secondo le ricostruzioni di Massimo Ciancimino e dei giornali che l’hanno promosso oracolo, avrebbe dovuto avere Bernardo Provenzano per definire Dell’Utri ’senatore’ quando Dell’Utri a Palazzo Madama non era ancora stato eletto. Ma se e’ inverosimile che la mafia sappia prevedere il futuro, e’ indubbio che possa leggere il presente, e sentire attorno a se’ il cappio di un governo che in un anno e mezzo le ha tolto il respiro e l’ha messa in ginocchio".

I FATTI DEL BUONGOVERNO: Governo vincitore contro la mafia

Appena quindici giorni fa è finita la lunga latitanza di Domenico Raccuglia, spietato boss mafioso di Altofonte (Palermo), a tutti gli effetti il numero due di Cosa Nostra dopo l’altro super latitante, Matteo Messina Denaro. Il boss, arrestato dalla polizia a Calatafimi nel Trapanese, figurava nell’elenco dei latitanti più pericolosi. Era ricercato da 15 anni. Il suo arresto ha costituito uno dei colpi più duri inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni. Ieri mattina undici affiliati alla famiglia mafiosa di Bagheria sono stati arrestati perché ritenuti fiancheggiatori del boss mafioso Bernardo Provenzano.
L’operazione è stata denominata in codice Crash, dal nome di un’officina per la demolizione delle auto dalla quale scaturirono le indagini condotte tra il 2005 e il 2006 con l’obiettivo di individuare i fiancheggiatori che coprivano la latitanza del capo di Cosa Nostra. Nelle stesse ore veniva inferto un colpo durissimo alle cosche pugliesi, con il sequestro di una mole ingente di beni. Per la precisione, a Bari sono stati catturati i "colletti bianchi" che trafficavano con la sacra corona unita, con il risultato che sono già finiti in carcere 53 presunti complici, mentre i provvedimenti restrittivi riguardano un’ottantina di persone, e sono stati sequestrati 220 milioni di euro.
Infine, durante un nuovo blitz in Campania contro la camorra, sono stati sequestrati altri 20 milioni di euro. Un bollettino di guerra di cui bisognerebbe che il Paese intero andasse fiero, opposizione compresa.
Invece sui giornali continua a imperversare la controinformazione sui fantomatici rapporti tra il capo dell’esecutivo e i boss stragisti, anche se i fatti quotidiani configurano una realtà molto diversa: da quando è in carica, il governo Berlusconi ha infatti sottratto alla mafia circa 5,4 miliardi di euro, dirottando le somme confiscate in un fondo che ha ora una disponibilità di 676 milioni che serve a finanziare le forze dell’ordine.
Dall’aprile 2008, secondo quanto risulta dai dati del ministero dell’Interno, sono state 377 le operazioni (+53 per cento) per un totale di 3.630 arresti (+22 per cento). Tra questi, 282 i latitanti arrestati (+87 per cento), 15 tra i 30 più pericolosi (+67 per cento) e 37 tra i 100 più pericolosi (+131 per cento). Sequestrati beni per 5,6 miliardi di euro (+56 per cento rispetto al aprile 2008). Ogni giorno sono stati arrestati mediamente otto mafiosi. Non ci sono precedenti di un governo che nei primi 16 mesi di attività abbia adottato così tante misure contro la mafia, e così efficaci.
Inoltre, in questo primo scorcio di legislatura sono stati sciolti 12 consigli comunali per infiltrazione mafiosa rispetto agli otto sciolti nello stesso periodo del governo precedente. Sono risultati che non hanno precedenti, è una stagione straordinaria nella lotta alla mafia che ha un solo precedente negli anni del giudice Falcone.
Eppure Travaglio anche ieri ha scritto su Il Fatto quotidiano che il Paese è guidato da un premier "possibile amico della mafia". E su Repubblica D’Avanzo va avanti con i suoi teoremi infamanti cercando assurdi tasselli di congiunzione temporale tra la nascita di Forza Italia e le stragi di mafia dei primi anni Novanta.
Pur di negare la realtà, i nemici del premier obiettano che lo strenuo impegno del governo contro la mafia è funzionale a distogliere l’attenzione dalle "rivelazioni" del pentito Spatuzza per il quale la Procura di Firenze ha deciso di chiedere il programma definitivo di protezione. È una scelta con la quale gli inquirenti fiorentini ribadiscono il loro giudizio di rilevanza e attendibilità sul contributo fornito da Spatuzza. La guerra, insomma, continua. Solo che il governo fa la guerra alla mafia, mentre alcune procure mandano avanti solo una incredibile caccia alle streghe.

PdL

PdL: Riportare equilibrio tra i poteri dello Stato

L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, al termine della riunione nel corso della quale sono stati presi in esame tutti gli aspetti dell’attuale momento politico, ha approvato il seguente documento:
"Anche il corso dell’attuale legislatura è stato turbato dall’azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità. Si tratta di una questione che è giunta ormai ad intaccare la natura stessa della democrazia, che si fonda cioè su un corretto e giusto equilibrio fra i diversi poteri e ordini dello Stato. Questo equilibrio, che le diverse tradizioni politiche che contribuirono a scrivere la nostra Carta Costituzionale avevano cercato di garantire e di preservare, è completamente saltato, soprattutto dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il sistema politico della cosiddetta Prima Repubblica.
L’Italia è l’unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica e di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema non riguarda una sola persona o un solo partito ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dell’intero Paese.
Per questo il Popolo della Libertà si sente impegnato a sostenere con forza in Parlamento una riforma delle istituzioni che consenta una maggiore efficacia dell’azione dell’esecutivo, anche nell’ambito dell’elezione diretta del capo del governo e di un sistema di contrappesi fondati anche su un maggior potere di controllo e di indirizzo del Parlamento.
Nel contempo il Popolo della Libertà ritiene urgente una riforma della giustizia che ridisegni i rapporti fra i diversi poteri e ordini dello Stato, nel segno dell’equilibrio e della reciproca autonomia e indipendenza. Nell’ambito di questa riforma complessiva della giustizia si pone anche l’opportunità di una legge che ponga un limite alla durata indefinita dei processi, che rappresenta di fatto in Italia una pena aggiuntiva, giustamente condannata dalla Corte europea dei diritti. Infine si è stabilito di riproporre in veste costituzionale il contenuto del Lodo Alfano".
L’Ufficio di Presidenza ha dato mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte riguardanti i candidati alle prossime elezioni regionali.
L’Ufficio di Presidenza ha dato incarico alla Consulta "Riforme e problemi dello Stato" di avviare "l’esame delle proposte relative alla questione della cittadinanza verificandone anche la sintonia con il programma di governo sottoposto agli elettori. Mentre ha ribadito che ogni ipotesi di voto ai non cittadini italiani è estranea al programma e alla linea politica del Popolo della Libertà".
L’Ufficio di Presidenza ha infine approvato l’avvenuto avvio della campagna tesseramento 2009-2010 e le relative iniziative che il Popolo della Libertà organizzerà nel fine settimana 12-13 dicembre in tutte le principali città italiane.
Tutti i punti del documento sono stati votati all’unanimità dai componenti dell’Ufficio di Presidenza.

PdL

mercoledì 25 novembre 2009

Il Governo attento alla violenza sulle donne

SALTAMARTINI E LORENZIN: Grande attenzione del governo contro la violenza sulle donne

"La Giornata Mondiale contro la violenza alle donne e’ un momento di bilanci su cio’ che e’ stato fatto a tutela della donna in Italia e nel mondo e sugli obiettivi ancora da raggiungere".
Lo hanno affermato in una nota congiunta le parlamentari del Pdl Barbara Saltamartini e Beatrice Lorenzin, rispettivamente responsabile e vice del Settore Pari Opportunita’ del PdL. "Questo Governo e il Parlamento fin dal primo giorno hanno focalizzato la loro attenzione su questo problema, ponendo in essere concreti strumenti volti a debellare la violenza contro la donna, intesa non solo come violenza sessuale ma come ogni forma di vessazione, persecuzione, maltrattamento, e sopruso che di fatto limitano lo sviluppo della donna in ogni sua forma e luogo, riducendone la libera espressione. Ne sono un esempio l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di stalking e la riforma della legge sulla violenza sessuale, di cui ci auguriamo una approvazione rapida da parte dell’Aula del Senato.
Con la Conferenza sulla violenza alle donne organizzata dal Ministro per le Pari Opportunita’ Mara Carfagna, tenutasi a Roma in occasione del G8, l’Italia ha posto all’attenzione dell’agenda internazionale dei Grandi della Terra il tema scottante della violenza contro la donna. Accanto all’azione piu’ propriamente legislativa, non dobbiamo dimenticare che la vera battaglia si gioca tutta sul piano culturale, anche su nuove frontiere come quelle generate dall’immigrazione e dalla presenza nel nostro territorio di comunita’ che hanno una visione, spesso ridotta, dei diritti civili ed umani delle donne. Tanto e’ vero che il protocollo d’intesa firmato dai ministri Gelmini e Carfagna, cosi’ come la nuova legge sulla violenza sessuale, pongono l’accento sull’importanza dell’educazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze ad una cultura del rispetto della persona e della tutela dei diritti umani".

Mafia : Lotta efficace con la vendita dei beni sequestrati

Dal sito del PdL per FATTI & MISFATTI riportiamo :
Vendita garantita dei beni di mafia
Quanti temono che mettendo all’asta parte dei patrimoni sequestrati alla mafia possano presentarsi per acquistarli prestanome dei ’mammasantissima’, magari di quelli finiti in carcere, possono stare tranquilli. Non è certo questa, infatti, l’intenzione del governo e non c’è il pericolo che tali beni tornino nelle mani dei boss. Come ha ricordato il coordinatore del Pdl Bondi, i dati del ministero dell’Interno sono inequivocabili e dicono che tra il maggio del 2008 e questo novembre lo Stato ha arrestato in media otto mafiosi ogni giorno. Poliziotti e carabinieri hanno catturato 270 latitanti e tra questi 14 facevano parte della lista nera dei 30 ricercati più pericolosi.
Ma non basta: insieme agli arresti, negli ultimi tre anni sono aumentai anche i sequestri di beni, il provvedimento più odiato dai clan e dalle famiglie della criminalità organizzata. Il governo ha anche approvato una serie di durissime norme antimafia che il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha commentato così: "Questi provvedimenti un tempo erano gli auspici del giudice Giovanni Falcone, poi portati avanti da altre persone, da ultimo dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso".
Dunque, l’allarme scattato tra le centinaia di associazioni che fanno capo a "Libera", che già amministrano beni sequestrati alla mafia, è destituito di ogni fondamento. Da quando è in carica il governo Berlusconi, infatti, la consistenza dei patrimoni sequestrati è aumentata a dismisura: quest’anno siamo già oltre i cinque miliardi di euro in beni immobili, più di un miliardo in denaro liquido.

È chiaro che l’obiettivo deve essere quello di convertire almeno parte di queste risorse in mezzi da utilizzare per portare ancora più a fondo la lotta alle mafie, o per indennizzare le vittime, un obiettivo virtuoso che in un Paese normale dovrebbe suscitare solo consensi. Ma il nostro non è purtroppo un Paese normale, e quindi sui ’media’ sta passando un messaggio del tutto fasullo, alimentato dalle continue apparizioni dei vari don Ciotti e di una serie trasversale di parlamentari, quasi tutti professionisti della disinformazione, e altri che invece stanno utilizzando tutte le polemiche strumentali per portare marcare la propria diversità rispetto al partito di appartenenza.
La verità è un’altra: ci sono centinaia di fondi, immobili e rustici che nessuno vuole utilizzare, che non producono alcun reddito e stanno andando in malora. Si tratta – qui sta il punto - di tutti quei beni che non possono avere destinazione sociale, e quindi le norme contestate non intaccano per nulla lo status quo: Don Ciotti può stare tranquillo e così le altre 1500 associazioni che ottengono la gestione di patrimoni a volte di grande rilievo (semmai sarebbe bene verificare se tra queste associazioni non ce ne sia qualcuna senza i crismi di trasparenza necessari per un compito così delicato). Se nessuno finora si è fatto avanti per gestire queste centinaia di immobili, ci deve essere un motivo.
La vendita dei beni sequestrati ai mafiosi, inoltre, è legata a una serie di rigorose verifiche proprio del commissario straordinario, dei prefetti e dei comitati provinciali per l’ordine la sicurezza. Possibile che tutti questi organismi dello Stato, quotidianamente impegnati nel combattere le mafie sul territorio, siano incapaci di comprendere se un bene sarà acquistato dalla malavita?

MANTOVANO: Sulla vendita dei beni mafiosi critiche paradossali

"Ci vorrebbe la penna di Pirandello per descrivere il paradosso di questo dibattito. Abbiamo aumentato a dismisura i beni confiscati, dunque non accettiamo polemiche. Sono problemi inventati, polemiche strumentali, fatte da chi non ha nemmeno letto il testo dell’emendamento".
Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno, replicando alla trasmissione di Repubblica Tv, alle critiche da parte delle associazioni antimafia, ma anche di parlamentari di ogni orientamento politico, all’emendamento alla finanziaria approvato al Senato. Un provvedimento che consente la vendita pubblica dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata. "Mi viene in mente Leonardo Sciascia -insiste Mantovano, durante il dibattito tv a cui ha partecipato anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera - e la sua polemica sui professionisti dell’antimafia. C’e’ un’antimafia del fare e un’antimafia del dire. Insisto: va letto con attenzione il testo dell’emendamento. Nessuno impedisce la destinazione sociale dei beni mafiosi. Anzi, resta prioritaria la destinazione di pubblico interesse.
La vendita riguarderebbe solo quei beni che non riescono ad avere quella destinazione. Stiamo parlando di ruderi, di appezzamenti di terreno incolto che non interessano a nessuno. La vendita avverra’ comunque con il parere obbligatorio del commissario e del prefetto, sentito il comitato per l’ordine e la sicurezza. Ci sono tutti i controlli necessari per impedire che finiscano nelle mani sbagliate. "I dati parlano chiaro a favore dell’azione del governo: nell’ultimo anno e mezzo i beni sequestrati sono aumentati del 60% e le risorse per la loro destinazione sociale sono quadruplicate. Questi sono i risultati raggiunti".

BONDI: Questo governo combatte la mafia più di ogni altro

"Ho letto con stupore l’intervista rilasciata oggi al quotidiano ’La Stampa’ dall’onorevole Fabio Granata, dalla quale si potrebbe evincere che i valori della legalita’ e del contrasto alle mafie non siano costitutivi del codice politico-culturale del Pdl e caratterizzanti dell’azione del governo. Apprezzo l’impegno per la legalita’ dell’onorevole Granata e non e’ mia intenzione di alimentare alcuna polemica nei confronti di un collega parlamentare e amico di partito. Ritengo tuttavia che su temi essenziali e delicati come quelli da lui sollevati non possano esservi fraintendimenti o equivoci".
Lo ha affermato il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, che ha osservato:

"I dati del ministero dell’Interno -prosegue- dicono che tra il maggio del 2008 e questo novembre lo Stato ha arrestato in media otto mafiosi ogni giorno. Poliziotti e carabinieri hanno catturato 270 latitanti e tra questi 14 facevano parte della lista nera dei 30 ricercati piu’ pericolosi e 36 facevano parte dell’elenco dei 100 piu’ pericolosi. Assieme agli arresti, negli ultimi tre anni sono aumentai anche i sequestri di beni, il provvedimento piu’ odiato dai clan e dalle famiglie della criminalita’ organizzata. Il governo ha anche approvato una serie di norme antimafia che il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha commentato cosi’: ’Questi provvedimenti un tempo erano gli auspici del giudice Giovanni Falcone, poi portate avanti da altre persone, da ultimo dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.
Come e’ evidente, e come viene ammesso anche dagli esponenti piu’ onesti e obiettivi dell’opposizione il governo presieduto da Berlusconi, e grazie all’impegno del ministro Roberto Maroni e dal ministro Angelino Alfano, puo’ essere considerato a giusta ragione come il governo che piu’ di ogni altro sta assumendo la lotta alla criminalita’ organizzata come uno degli obiettivi piu’ importanti di un’azione volta a ristabilire il dominio della legalita’ e della democrazia. Tutti i membri del nostro partito, e non solo dovrebbero essere orgogliosi di questi risultati, ottenuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura".

Alfano risponde con le cifre all'ANM

ALFANO: Spataro e l'Anm non riescono a contraddirmi: orgoglioso di essere animato da logiche aziendali
"Io ho parlato dell’1% dei procedimenti. Sia Spataro che l’Anm continuano ad attaccare quel dato, senza fornire un’alternativa. Questo dimostra che non hanno numeri alternativi da offrire e che cioe’ non riescono a contraddirmi nel merito".
Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a proposito del numero dei procedimenti che verrebbero prescritti nel caso in cui il processo breve diventasse legge. "Alcuni giornali hanno parlato di 600mila procedimenti che andrebbero prescritti, altri di 100mila. Mi rendo conto che alcuni magistrati non prendano come fonte l’Unita’ e la Repubblica perche’ si rendono conto che sono fallaci".
Rispondendo alle accuse di Spataro sulle ’logiche aziendali’ Alfano ha replicato:

"Questa e’ l’unica cosa che condivido. Quando Spataro accusa il governo di essere animato e assistito anche da logiche aziendali - ha continuato - io lo rivendico con orgoglio. Il senso negativo, quasi di disprezzo, con cui e’ stata usata la parola ’aziendale’, rende ragione di come alcuni vivano l’efficienza del sistema della giustizia.

Evidentemente nessuno di quelli che ci attaccano con un’ostilita’ preconcetta si rende conto che se oggi al giustizia italiana fosse valutata secondo canoni aziendali, sarebbe sull’orlo del fallimento"

Il nostro ministro della Giustizia ha inoltre replicato alle parole espresse dall’ex presidente della Repubblica Ciampi, che dalle colonne de La Repubblica ha parlato di una norma ad personam sollecitando Giorgio Napolitano a non promulgarla.

"La proposta di legge Gasparri-Quagliarello-Ricolo mette al centro il cittadino. Iinvece - ha sottolineato Alfano - la norma sul processo breve consente di avere risposte certe alla domanda di giustizia, cioe’ di arrivare in tempo certo a una sentenza definitiva. Questo e’ l’obiettivo e credo che sia un obiettivo condivisibile".
Alfano ha poi citato un sondaggio che mette in luce l’alto tasso di sfiducia dei cittadini italiani nei confronti della giustizia "credo che questa sfiducia, sia dovuta anche al fatto che alcuni magitrati non seguono le indicazioni che tanti presidenti della Repubblica hanno dato nel tempo, e cioe’ che oltre ad essere imparziari bisogna apparirlo. E’ indispensabile essere imparziale ma anche apparire imparziale perche’ il cittadino deve avere la certezza di avere davati a se un magistrato che non abbia nessun pregiudizio ideologico, politico e culturale nei confronti di nessun cittadino italiano".

CASSINELLI: L'Anm è un partito estremista e mente agli italiani

Il deputato del Pdl, membro della Commissione giustizia della Camera, é intervenuto sui dati diffusi dall’Associazione nazionale magistrati secondo cui il 50% dei procedimenti verrebbe prescritto dall’entrata in vigore del ddl sul processo breve: “Sono dati palesemente inventati, sarebbe bene che l’Anm smettesse di attaccare pretestuosamente il Governo diffondendo informazioni fasulle che disorientano i cittadini. L’Associazione nazionale magistrati si comporta ormai come un partito politico estremista”.
Così si è espresso il deputato del Pdl Roberto Cassinelli, membro della Commissione giustizia di Montecitorio e della Consulta nazionale sulla giustizia del Pdl, commenta le esternazioni dell’Anm in merito al disegno di legge sul processo breve. “E’ chiara a tutti la strategia di questa magistratura: c’è una palese volontà di delegittimare il Governo agli occhi degli elettori che l’hanno votato. Si tratta di un disegno sovversivo, indegno soprattutto perché proviene da persone che fanno parte di un importante organo dello Stato. I numeri diffusi dall’Anm sono fasulli ed hanno l’obiettivo di ingannare gli italiani: la maggioranza non avrà problemi a sbugiardarli e a far capire ai cittadini da quale parte sta la verità. In ogni caso sarebbe bene che i magistrati tornassero a fare quello che afferma la Costituzione, cioè applicare le leggi. Chi ha velleità di altro tipo, pur legittime, è bene che abbandoni la toga e si dedichi ad altre attività”.

Riforma giustizia: Rivedere la bozza Violante

CICCHITTO: Avanti con la riforma della giustizia e innovare la bozza Violante

"Il confronto sulle riforme istituzionali e su quella della giustizia deve fondarsi su basi chiare. La cosiddetta bozza Violante riguarda alcune importanti riforme istituzionali.
Essa e’ interamente condivisibile per cio’ che riguarda la riduzione del numero dei parlamentari, richiede qualche approfondimento tecnico-politico per cio’ che riguarda il superamento del bicameralismo, vale come titolo ma va innovata per cio’ che riguarda i cosiddetti poteri del premier vista l’impostazione presidenzialista sostenuta dal PdL. Essa va anche accompagnata da una organica riforma dei regolamenti parlamentari".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo pdl alla Camera, che ha osservato:
"Per cio’ che riguarda la riforma della giustizia - prosegue - la legge per l’acquisizione di tempi ragionevoli del processo (non dimentichiamo che il provvedimento in discussione al Senato, considerando anche la fase istruttoria, porta il processo ad una durata intorno agli 8-9 anni) va accompagnata e seguita da riforme di fondo come lo separazione delle carriere, la modifica del modo di elezione del CSM, i rapporti fra PM e polizia giudiziaria, ecc.. Mettendo assieme tutti questi elementi si puo’ quindi lavorare efficacemente per due riforme organiche, la riforma istituzionale e la riforma della giustizia".

QUAGLIARIELLO: Non ci piegheremo davanti al tentativo di trasformare l'Italia nella Repubblica dei pentiti


"Non ci piegheremo al tentativo di trasformare l’Italia nella Repubblica dei pentiti. Ci siamo battuti perche’ non fosse l’iniziativa di qualche magistrato politicizzato a sovvertire la volonta’ del popolo sovrano; a maggior ragione impediremo che a stabilire chi abbia titolo e chi no a far parte del governo del nostro Paese siano le parole di un pentito, magari pure cocainomane o psichicamente infermo".
Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL, intervenendo in aula al Senato sulle mozioni su Cosentino. "Non ci nascondiamo dietro un dito: oggi stiamo vivendo le prove generali per l’entrata in scena di Gaspare Spatuzza, che l’intensificarsi del rullo dei tamburi e l’iper-attivismo dei corifei annidati in alcune Procure e in alcune redazioni di giornali preannunciano come imminente. Se consentiamo che sia Gaetano Vassallo a decidere che Nicola Cosentino non puo’ sedere fra i banchi del governo, cosa diremo al nostro popolo, al popolo italiano, quando altri pentiti, da altri Palazzi di giustizia, cercheranno di riscrivere la storia del nostro partito, la storia del nostro leader, la storia del nostro Paese? Respingiamo le mozioni dell’opposizione, convintamente, anche per non rinunciare alla speranza di lasciare ai nostri figli un Paese finalmente normale".

CICCHITTO: Il disegno di legge del processo breve riduce la durata del processo

"Il disegno di legge del processo breve e’ in realta’ una semplificazione che porta comunque a un processo di 6-9 anni".
Lo ha affermato, in un’intervista a Sky Tg24, il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Questo ddl si misura con il problema costituito da un indubbio attacco giudiziario che e’ in corso dal 1994 nei confronti di Silvio Berlusconi. Per non essere ipocriti, ma chiari sono due cose che si scaricano su questo ddl: un’esigenza generale di ridurre in dimensioni ragionevoli il processo e dare una risposta inattesa e ripresentare in una veste costituzionale il Lodo Alfano".
Intervenendo in merito alle dichiarazioni dell’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha definito il ddl sul processo breve una legge ad personam, il presidente dei deputati Pdl ha aggiunto: "Mi sembra un festival dell’ipocrisia. Considero Ciampi una personalita’ politica nettissimamente schierata da sempre nel centro sinistra vicino a Carlo De Benedetti. Nulla di male purche’ certe cose che dice non vengano presentate con l’apparenza di chi parla al di sopra delle parti. Non lo e’ mai stato".

CROCIFISSO GETTATO NEL CESTINO DA INSEGNANTE

CALDEROLI - CROCIFISSO: "GESTO ODIOSO E BLASFEMO DA PARTE DI UN PROFESSORE. INTERVENGA MINISTRO GELMINI"


In relazione all’episodio, riportato da un quotidiano locale, avvenuto alcuni giorni fa in una scuola superiore di Lecco, dove un professore avrebbe staccato dal muro e gettato nel cestino per i rifiuti il crocifisso, il ministro per la Semplificazione Normativa, sen. Roberto Calderoli, si è rivolto al ministro per l’Istruzione, on. Maria Stella Gelmini, per richiedere un suo intervento nei confronti del suddetto professore responsabile dell’accaduto.
“Il gesto commesso da questo professore – osserva a riguardo il ministro Calderoli - per quanto mi riguarda è assolutamente odioso e blasfemo, in quanto non si è limitato soltanto a rimuovere il crocifisso dal muro ma lo ha addirittura gettato nel cestino per i rifiuti.
Ma, al di là della posizione personale, e delle implicazioni religiose, esiste una legge ed i professori dovrebbero essere di esempio in positivo e certamente non in negativo nei confronti dei loro giovani studenti, ovvero di quei ragazzi che gli vengono affidati per curare la loro fomazione”.

sabato 21 novembre 2009

Annozero scopre il premier vincente

SONDAGGIO DI ANNOZERO: Il premier in ascesa

Per quanto ci riguarda lo sapevamo già. Ma da ieri anche gli affezionati fans di Di Pietro e Travaglio, nonché il folto,inclito e fazioso pubblico di AnnoZero, hanno dovuto prendere atto con funerea rassegnazione del fatto che la leadership di Silvio Berlusconi è più che salda tanto nel Paese e nel cuore degli italiani, quanto all’interno del Pdl.
Michele Santoro per tutta la serata ha centellinato i risultati di un sondaggio ("molto serio e attendibile, 2500 intervistati"), costruito come una sorta di eliminatoria da Champions League, il cui risultato, in chiusura di trasmissione, ha certificato la prepotente vittoria di Berlusconi in un ipotetico testa a testa elettorale con Bersani. Ecco i dati di questo "gioco" a sfide incrociate.

Sinistra: possibili sfidanti di Bersani:Bindi 40% Di Pietro 36%
Centrodestra: possibili sfidanti di Berlusconi: Fini 63%, Casini 11%
Pd per la leadership: Bersani 60% Bindi 19%

Pdl per leadership: Berlusconi 65% Fini 31%

Sfida finale. Berlusconi 48% Bersani 33%
Si potrebbe dissentire sui dati quantitativi, almeno in base a due considerazioni: che i nostri sondaggi danno un margine molto più ampio al premier; che Michele Santoro non ha reso noto né il nome della società alla quale ha affidato la ricerca né la metodologia seguita. Ma, considerata la fonte e la delusione con la quale il conduttore ("Vedete che non sono fazioso…") ha fornito i risultati, ci possiamo dire soddisfatti. Qualcosa si può annotare:
Allarme rosso per Bersani, che mostra di avere il fiato sul collo del leader del partito giustizialista, Antonio di Pietro, il quale va ben oltre i consensi elettorali. Ipotetiche primarie per la leadership dell’opposizione non lo vedrebbero tranquillo.
All’interno del centrodestra Berlusconi stravince e la sua leadership è salda e tutt’altro che appannata, come si é tentato da sinistra di accreditare.

Idem in un ipotetico testa a testa finale. Laddove Bersani va poco oltre il consenso elettorale attribuito al Pd, mentre il premier viene accreditato di un consenso che supera di circa 10 punti quello del solo Pdl.

Va bene così. La nota indipendenza di giudizio di AnnoZero ci tranquillizza almeno su un fatto: i nostri sondaggi vedono giusto e in numeri veri – al netto della faziosità – sono ben altri.

PdL

RECENSIONE CRITICA DI BONDI A FINI

BONDI LEGGE FINI: Recensione critica, ma in spirito di sincera amicizia, del libro scritto dal presidente della Camera

 Lettera di Sandro Bondi a "Il Foglio" di martedì 10 novembre 2009

Al direttore - Ho letto anch’io l’ultimo pamphlet di Gianfranco Fini, e condivido in parte l’analisi del Foglio. Anche questo bel libro del presidente della Camera rappresenta un ulteriore contributo all’apertura di uno spazio di confronto democratico all’interno del Pdl. Naturalmente quando si crea una dialettica politica ognuno ha il dovere di far valere le sue idee e di sostenere il proprio punto di vista, in uno spirito di solidarietà di partito e di amicizia personale
Per prima cosa, la lettura del nuovo libro di Fini lui ha confermato in una convinzione che nutro da tempo, e cioè che la parabola politica e culturale di Gianfranco Pini presenta una certa analogia con quella, altrettanto nobile sul piano della storia culturale, della tradizione comunista italiana. Che cosa c’entra si dirà la storia del Msi e poi di An con quella del Partito comunista? A prima vista niente. Tuttavia entrambe le esperienze a dispetto delle radicali diversità l’esclusione dall’arco costituzionale del primo, e la partecipazione fondante alla Carta repubblicana del secondo mi pare abbi no affrontato la fine delle ideologie e la scomparsa di schemi dottrinali forti per l’azione politica con la stessa ansia di approdare a un’accettazione della realtà così com’è.
Entrambi i partiti ideologici della Prima Repubblica, insomma, mi pare siano incorsi alla fine della loro parabola in una sorta di conformismo un po’ schiavo della realtà (sia sul piano politico-economico che su quello bioetico), senza la capacità di elaborare una autèntica riflessione sul proprio passato, che permettesse di superare quella storia senza tuttavia giungere ad abbracciare acriticamente gli esiti della modernità tout court. In ogni caso, ci che mi ha colpito dello sforzo culturale compiuto da Fini è la mancanza di una spiegazione dell’incontro e dell’intreccio della sua storia con quella di Silvio Berlusconi.
Se si considera il fatto che nel libro non compare mai il riferimento all’attuale presidente del Consiglio, potrebbe sembrare che la storia e l’evoluzione di Fini sia semplicemente giustapposta a quella di Berlusconi oppure si ponga, come molti episodi farebbero temere, in alternativa a essa. Non è curioso imbattersi in questa rimozione, che s’aggiunge a quella sul fascismo e su altre figure fondamentali nella storia del Novecento italiano? E’ come se il presidente della Camera si astenesse da una riflessione sulle vicende della vita politica italiana di questi ultimi sedici anni che hanno reso possibile di fatto la sua attuale evoluzione politica. Questo vuoto nella riflessione di Fini lascia un varco aperto a interpretazioni come quella affacciata da Carlo Galli, secondo il quale il cofondatore del Pdl sarebbe l’espressione di una destra moderna, legalista, egalitaria, consensuale e democratica, in alternativa alla destra caudillistica, populista e autoritaria incarnata da Berlusconi.
In qualche modo il libro avalla questa lettura, almeno per quanto riguarda il versante. di una destra che non si riconosce nelle posizioni che il Pdl, nella sua stragrande maggioranza, rispecchia. La mia preoccupazione è che questa scissione ove esistesse veramente metterebbe in discussione l’approdo del Pdl, da sempre considerato un soggetto politico unito sul piano dei valori fondamentali e delle prospettive politiche generali. Come ho osservato in un precedente intervento, si tratta di decidere se vogliamo costruire un partito simile alla Democrazia cristiana, di fatto una federazione di partiti con una classe politica eterogenea ma capace per ciò stesso di intercettare i voti di segmenti diversi dell’elettorato, o se vogliamo invece dare vita ad un partito che, pur nella cornice di un confronto democratico, giunga a definire una cultura politica condivisa.
Io sono a favore della seconda ipotesi, del secondo modello di partito, nel quale, come è avvenuto per Forza Italia, un aperto confronto democratico permetta di definire un’identità culturale comune, frutto delle diverse identità di partenza. Un altro punto sul quale dissento da Gianfranco Finì è la metafora a cui ha più volte fatto riferimento, circa il rischio di un partito che si trasformi in una caserma, a causa dell’assenza di un libero confronto democratico e della mancanza di rispetto per le tesi minoritarie presenti nel partito. Ritengo questo giudizio quantomeno ingeneroso, poiché tutto si pu dire del Pdl, che si è formato da pochi mesi, fuorché sia una caserma,
L’unificazione di partiti diversi è sempre stato il processo più difficile nella storia dei partiti politici. Si tratta di progetti che richiedono una leadership riconosciuta e tanto, tanto equilibrio, prudenza e soprattutto saggezza politica. A me pare francamente che, nonostante inevitabili difficoltà, il processo di costruzione del nuovo partito proceda in modo più positivo e incoraggiante di quanto io stesso non credessi. Certo, tutti hanno delle responsabilità affinché questo progetto adempia alle sue ambizioni storiche. In particolare, il ruolo di Fini è determinante per consentire al nuovo partito di istituzionalizzare, come scrivono i politologi, la leadership carismatica di Silvio Berluscoui, cioè di permettere al Pdl di divenire uno degli architravi del nuovo sistema politico dell’alternanza: oggi e nel futuro. Qui si misurerà anche la lungimiranza di Fini, che può essere uno degli artefici del rafforzamento del nuovo partito oppure la causa del suo possibile fallimeiito.
Conoscendo le doti politiche di Fini sono certo che egli saprà essere il protagonista di una ulteriore fase di crescita del partito, che tutti abbiamo fortemente voluto, Per queste stesse ragioni, ritengo che Finì sappia perfettamente che il fondamento della leadership di Berlusconi non risiede in una supposta volontà monarchica, bensì nella sua capacità di guida politica. Io stesso, che provengo da una esperienza intensamente politica e di partito, ho spesso constatato che la superiorità di Berlusconi rispetto a molti professionisti della politica è consistita nella sua capacità di operare scelte politiche più lungimiranti. E anche oggi, a dispetto dell’accusa di monarchia o di assolutismo, il fondatore del Pdl è capace di interpretare la cultura liberale di massa (vedi testamento biologico e cittadinanza) con un pragmatismo e un buon senso, che spesso difettano in altri esponenti politici.
Sono queste, in sintesi, le ragioni per le quali, al pari di Lei caro Direttore, considero le posizioni del presidente Fìni non solo legittime ma preziose in un partito che è potuto nascere anche per la sua forte volontà politica. La stessa ragione per cui mi permetto di discutere in parte criticamente le sue tesi in uno spirito di sincera amicizia.
Suo Sandro Bondi (ministro della Cultura e coordinatore del Pdl)

giovedì 19 novembre 2009

Approvato dal Consiglio dei Ministri il Codice delle Autonomie

CALDEROLI - RIFORME: “IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IN VIA DEFINITIVA IL CODICE DELLE AUTONOMIE. CON QUESTA RIFORMA 50 MILA POLTRONE IN MENO”

Il Ministro per la Semplificazione Normativa, sen. Roberto Calderoli, annuncia che il Consiglio dei Ministri, nell’odierna seduta, ha approvato in via definitiva il disegno di legge di riforma degli organi e delle funzioni degli enti locali, di semplificazione e razionalizzazione dell’ordinamento e la Carta delle autonomie locali, già approvato in via preliminare nella seduta dello scorso 15 luglio.
“Questa riforma – spiega il ministro Calderoli – era attesa da almeno tre legislature, ovvero dal varo della modifica del Titolo V. Con il cosiddetto Codice delle Autonomie, infatti, andiamo finalmente a definire le funzioni delle Autonomie locali, stabilendo chi fa che cosa, e ad eliminare migliaia di enti dannosi, con consistenti risparmi di spese per la macchina pubblica e un complessivo snellimento delle strutture amministrative”.
“Si tratta –prosegue il ministro Calderoli - di un altro importante risultato ottenuto in tempi brevissimi da questo Governo, che alle chiacchiere preferisce i fatti. Con l’approvazione di questo fondamentale provvedimento, che razionalizza il mondo degli enti territoriali, proseguiamo così nel percorso riformista avviato con il via libera, avvenuto lo scorso aprile, del federalismo fiscale”.
Il disegno di legge - in attuazione del titolo V della Costituzione e in linea con l’autonomia finanziaria e tributaria prevista dal federalismo fiscale - individua in maniera puntuale e disciplina le funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane.
Razionalizza e riordina, anche al fine del contenimento della spesa pubblica e della riduzione degli assetti organizzativi delle amministrazioni statali, gli uffici periferici dello Stato e il sistema dei controlli interni.
Prevede, inoltre, lo snellimento dell’apparato amministrativo locale mediante una complessiva rivisitazione dell’impianto degli enti territoriali ed una drastica riduzione che porterà al taglio di circa 34mila tra consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali e di circa 15 mila assessori comunali e provinciali.
"In tutto - conclude soddisfatto il ministro Calderoli - quasi 50mila poltrone in meno!"

mercoledì 18 novembre 2009

Il PdL non è una caserma e neanche un bordello

VERDINI: Il Pdl non deve essere una caserma ma neanche un bordello
"Il PDL non deve essere una caserma ma neanche un bordello, dove ogni giorno c’è chi apre bocca e gli dà fiato, usando in modo equivocabile il pluralis majestatis e formando un insopportabile cicaleccio che non tiene conto che esistono un partito, un coordinamento nazionale, i vari organismi, compresi i probiviri.

Ricordo in particolare all’on. Granata, che pontifica su tutto, che esiste una sola linea di partito, che deve essere democraticamente decisa negli organismi, dalla quale si può dissentire ma alla quale né lui né nessun altro si può certo sostituire". Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini

VERDINI: Non stanchiamo gli elettori con le schermaglie interne
"Elezioni anticipate? Non le vedo. Semmai c’e’ il rischio che le schermaglie interne stanchino gli elettori".
Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, in una intervista al quotidiano "Il Tempo". Per Verdini, le fibrillazioni della maggioranza non provengono tanto dal presidente della Camera: "Semmai le tensioni vengono da certe affermazioni di chi si definisce finiano e fa proposte che non rientrano nel programma di governo e suscita quindi imbarazzo nell’elettorato. La proposta dell’ora di insegnamento islamico nelle scuole ha provocato il dissenso nel Pdl.
E’ un tema non condiviso da coloro che votano Pdl e non rientra nel programma elettorale del partito. Un’altra questione che crea tensioni e’ il voto agli immigrati alle amministrative in tempi brevi. E’ quasi una provocazione. Sono fughe in avanti che creano sconcerto nel popolo del Pdl. Dentro il Pdl stanno emergendo posizioni diverse ma un fatto e’ indiscutibile: il simbolo del Pdl ha superato tutte le prove elettorali dal momento in cui e’ nato. L’elettorato ha premiato in maniera massiccia la semplificazione della politica e la costituzione di un grande partito. Quando il presidente della Camera afferma che le riforme vanno fatte in modo condiviso, dice una cosa logica. Non vedo uno spirito polemico, e’ una affermazione molto corretta. Il Paese ha bisogno di modernizzazione e l’opposizione deve partecipare al cambiamento".


PdL

Berlusconi: Mai pensato ad elezioni anticipate

BERLUSCONI: Mai pensato ad elezioni anticipate

"Vedo con stupore che si stanno moltiplicando e diffondendo notizie che continuano a fare apparire come imminente un ricorso alle elezioni anticipate. Non ho mai pensato niente di simile".
Lo ha affermato, in una nota, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Il mandato che abbiamo ricevuto dagli elettori e’ di governare per i cinque anni della legislatura, ed e’ questo l’impegno che stiamo gia’ portando avanti con determinazione e che intendiamo concludere nell’interesse del Paese. La maggioranza che sostiene il governo e’ solida anche al di la’ di una dialettica interna che comunque ne accentua le capacita’ ideative. Grazie a questo sostegno e alla fiducia che ci manifesta ogni giorno oltre il 60% degli italiani completeremo le riforme di cui l’Italia ha bisogno".

Successivamente il nostro premier, rispondendo alle domande dei giornalisti a Montecitorio, ha aggiunto:

"Io non ho mai pensato ad elezioni anticipate. Ho avuto un incarico del corpo elettorale ed abbiamo i numeri per governare fino alla fine della legislatura. Queste contorsioni della politica politicante non mi appartengono. Sono dispiaciuto che ci sono articoli di giornale che non rappresentano la realta’. Cosi’ si nasconde il gran lavoro che fa il Governo. Stiamo uscendo dalla crisi meglio degli altri Paesi europei. Stiamo facendo le infrastrutture. In Abruzzo e’ in corso un lavoro miracoloso. Poi un grandissimo lavoro di diplomazia commerciale, con grandissimi successi delle imprese italiane che ottengono lavori all’estero.

C’e’ un’apparenza di una politica che si contorce nelle discussioni e non invece un governo che continua a lavorare serenamente con grandi risultati concreti.Sono dispiaciuto che ci sono titoli e articoli di giornale che rappresentano una realtà che a me non risulta essere vera e mi spiace che venga fuori un’apparenza di una politica che si contorce nelle discussioni e non invece un governo che, ancora serenamente, continua a lavorare con grandi risultati concreti e anche di grande rilevanza per tutti quanti.
PdL

Sul voto agli immigrati i primi tradimenti nel PdL

CICCHITTO: E' inaccettabile che alcuni deputati del Pdl presentino il DDL sul voto ad immigrati con l'opposizione

"E’ inaccettabile che su un tema cosi’ delicato quale quello riguardante il tema della concessione del voto alle elezioni amministrative agli immigrati residenti in Italia da cinque anni alcuni colleghi appartenenti al gruppo del PDL abbiano preso l’iniziativa di presentare un disegno di legge firmato con esponenti di tutti i gruppi dell’opposizione, senza che la presidenza del gruppo sia stata minimante interpellata e tenendo conto che questa proposta non e’ contenuta nel programma di governo".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl che ha osservato:
"D’altra parte la materia non rientra in quelle riguardanti la bioetica, come il testamento biologico, sulle quali vige la liberta’ di coscienza. Ricordiamo che in una riunione dell’ufficio di Presidenza i coordinatori nazionali del partito avevano preannunziato che si sarebbe svolta una riunione dell’organismo dirigente del partito, vista l’esistenza di diversi pareri sull’argomento. Evidentemente va fatta una scelta politica ricorrendo all’unico strumento decisionale possibile, quello costituito dal metodo democratico. Di conseguenza invitiamo i coordinatori nazionali a convocare riunioni degli organismi statutari che discutano e decidano.
In assenza di riunioni dell’Ufficio di Presidenza, ed eventualmente della direzione, su tutte le questioni in discussione, si verifica una situazione nella quale si sovrappongono le posizioni piu’ diverse senza che si sappia qual’e’ la linea del partito, con conseguenze negative. Auspichiamo la continuita’ dell’opera di governo, l’unita’ del PdL e l’omogeneita’ della maggioranza. Per favorire questo risultato e’ indispensabile che ci sia una sede, quella degli organismi di partito, di discussione e di decisione. In caso diverso nel PdL non ci sara’ certo un ’regime da caserma’, ma quello che De Gaulle chiamava ’lo chanlit’, con i rischi conseguenti che sono stati evocati ieri dal Presidente Schifani, che noi francamente vorremmo evitare visto che pensiamo alla passione politica dei militanti e degli elettori del PdL che ci hanno votato nel 2008 sulla base di un preciso programma che nessuno ha il diritto di annullare, ne’ con iniziative unilaterali ne’ con azioni cosiddette bipartisan. Noi riteniamo che esistano tutte le condizioni per andare avanti. Esistono opinioni comuni su tutti i problemi principali da parte di una larghissima maggioranza sia dei gruppi parlamentari, sia del PdL, aldila’ della stessa origine da Forza Italia, da AN e dagli altri partiti che si sono ritrovati nella formazione del partito unitario fondato sulla leadership politica e di governo di Silvio Berlusconi".

BERGAMINI: Amareggia la sintonia tra alcuni ex deputati di An e il Pd

"Dopo la sintonia fra gli on. Granata (Pdl) e Sarubbi (Pd) sulla cittadinanza facile, oggi constatiamo come una parte minoritaria del Pdl, sui temi fondanti il rapporto di fiducia con il nostro elettorato, quali l’immigrazione, preferisca stringere alleanze organiche con l’intera opposizione, dall’ex leader del Pd, Walter Veltroni, sino al dipietrista Orlando".
Ad affermarlo la nostra Deborah Bergamini, parlamentare e presidente della Consulta-Esteri del Pdl, che ha osservato: "Si tratta di un fatto grave, che amareggia tutti coloro che lavorano con entusiasmo per la costruzione del Pdl e per un bipolarismo finalmente maturo. Siamo convinti anche noi che il Pdl non debba essere una caserma, ma neppure un mercato, nel quale ognuno si presenta col suo banchetto.
Certe iniziative legislative sono una provocazione politica. L’intellettualismo di retroguardia di una vecchia Nuova Destra anni ’80 che condiziona cosi’ fortemente una piccola parte della maggioranza non aiuta l’elaborazione di una comune cultura politica ma distoglie il Pdl dal rapporto con la realta’, rendendo difficile qualsiasi azione di governo. Il Pdl si e’ presentato davanti agli elettori proponendo loro un patto basato su un programma definito e sottoscritto. Se qualcuno ha cambiato idea si comporti di conseguenza, senza creare malsane confusioni"

STRACQUADANIO: L'emergenza è il premier non il voto agli immigarti

"Vedo che nel Popolo della Liberta’ c’e’ chi considera una priorita’ difendere il voto degli italiani dall’assolto politico-mediatico-giudiziario e chi invece pensa che venga prima il voto agli immigrati. Io sto tra i primi, mentre i secondi dimostrano di avere il senso della storia.
E’ come se Churchill, mentre il nazismo trionfava in Europa, si fosse occupato della pulizia delle strade a Londra. Complimenti e auguri". Lo ha affermato Giorgio Stracquadanio, deputato del PdL, commentando l’iniziativa di legge firmata dalla finiana Flavia Perina (insieme a esponenti di Pd, Idv e Udc) per il diritto di voto amministrativo agli immigrati.
BONDI: Valutiamo con attenzione la saldatura culturale fra Veltroni ed alcuni ex di An

"Tra la sinistra e gli ex Msi è avvenuta una saldatura che va valutata con attenzione".
Lo ha affermato il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, commentando la proposta di legge bipartisan sull’immigrazione presentata da Walter Veltroni insieme, tra gli altri, a Flavia Perina e Fabio Granata. "La conferenza stampa congiunta dell`On. Perina e dell`On. Veltroni nel corso della quale è stata illustrata una proposta di legge sulla cittadinanza non deve destare scandalo. E` una notizia, ed è una notizia degna di riflessione. E` avvenuta, infatti, una saldatura, innanzitutto sul piano culturale - come avevo recentemente avvertito - tra la sinistra e alcuni esponenti della destra italiana provenienti dalla storia del Msi e poi di Alleanza nazionale. E` un dato nuovo della situazione politica italiana da valutare con attenzione".
PdL

lunedì 16 novembre 2009

La questione giudiziaria condiziona il Governo

SCAJOLA: O si migliora il disegno di legge o si fa il Lodo costituzionale

"Mi pare strano che si possa dire che un processo che dura sei anni sia una porcheria. Perche’ forse preferiamo i processi che durano 20 anni e che poi non garantiscano giustizia ai nostri cittadini"?

Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, intervistato nel corso di SkyTg24 ’L’Intervista’, a proposito del ddl ’processi brevi’. "In realta’ siccome vogliono tenere alta la tensione su Berlusconi per evitare che si governi bene questo Paese, se non va bene il cosiddetto ’processo breve’, il processo che ha un limite massimo di durata di sei anni, con tutti i grandi reati esclusi da questo limite, si facciano emendamenti e proposte migliorative in Parlamento. Oppure si stabilisca un lodo che garantisca di poter governare". In Parlamento, comunque, ha assicurato Scajola "questa maggioranza e’ compatta e solidale e ogni volta lo ha dimostrato". Alla domanda di Maria Latella se Gianfranco Fini debba dimettersi da presidente della Camera nel caso che i deputati Pdl votassero in maggioranza un’eventuale richiesta scritta di sostegno da parte di Berlusconi, Scajola ha replicato: "Io per natura non drammatizzo. Ci sono posizioni e sfumature diverse" pero’ "noi abbiamo avuto un contratto con gli italiani che ci hanno fatto vincere le elezioni con largo suffragio. E in questo contratto c’e’ la riforma della giustizia, una giustizia che non funziona, che e’ incontrollata". Quindi se Fini deve starci o cambiare ruolo? "Questo lo dice lei, non lo dico io. Di Fini ho stima, lo considero un bravo presidente della Camera. Si dialoga -ha concluso il ministro- per trovare insieme le soluzioni migliori".
ALFANO: I 6 anni di durata del processo non saranno una chimera

"Nel corso di questa finanziaria puntiamo ad avere risorse aggiuntive per la giustizia, per far si’ che i 6 anni di durata del processo non siano un tempo ’chimera’, ma un tempo ordinario, che diventi una regola ordinaria del sistema processuale italiano".

Lo ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, parlando del ddl per il processo breve:

"Noi come governo valutiamo positivamente lo spirito del disegno di legge Gasparri-Quagliariello perche’ puntiamo ad accelerare i processi per tutti i cittadini. Se fate il conto mediamente di due anni della durata di un’indagine piu’ i 6 che questo ddl prevede per la celebrazione di un processo nelle sue varie fasi arriviamo ad 8 anni. Mi sembra un tempo congruo perche’ un cittadino possa sapere se e’ innocente o colpevole davanti ad un tribunale e ci sembra un tempo congruo perche’ tutta la societa’ possa sapere se un cittadino e’ innocente o colpevole".

giovedì 12 novembre 2009

PER IL PDL IL FUTURO E' GIA' OGGI

VALDUCCI: Per noi il futuro è oggi

Intervento di Mario Valducci, deputato Pdl e Presidente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.


Fare un partito non è così difficile, io lo so bene. Difficile è radicarlo, renderlo un movimento rappresentativo. Quando Silvio Berlusconi è salito sul predellino quel momento è stato la conclusione di un processo lungo, iniziato il 26 gennaio del 1994 col discorso della discesa in campo di Berlusconi.
Il Popolo della Libertà è figlio diretto di Forza Italia. Reca in sé la stessa carica rivoluzionaria che parte dal basso, dal popolo. Un popolo che chiedeva una rappresentanza comune e Silvio Berlusconi l’ha capito per primo. Gli ha dato forma concreta a partire dal 2 dicembre 2006 con la grande manifestazione di Piazza San Giovanni in Roma.
Don Sturzo diceva "le rivoluzioni sono figlie di idee e sentimenti prima che di interessi", e questo è quello che sta accadendo oggi. Idee e sentimenti di un popolo di cittadini si uniscono per dar luogo alla grande casa dei liberali e dei moderati. Questo poteva solo accadere da questa parte.


Sappiamo che servono nuove forme di partecipazione. Un movimento politico del terzo millennio non può nascere con le regole dei partiti del secolo delle ideologie. In 15 anni di gloriosa storia Forza Italia ha avuto al massimo 400.000 iscritti. Rispetto a una media di 10 milioni di elettori sono il 4 per cento. E se andiamo a vedere ancora meglio quei 400mila si sono iscritti perché a chiederglielo sono state 20-30mila persone, lo 0,2-0,3 per cento.
Un partito non può essere governato dallo 0,3 per cento del proprio elettorato. Serve un partito a due velocità. La prima è propria del partito tradizionale, contempla gli iscritti, ed è quella della politica vissuta in prima persona, indispensabile per far funzionare il partito stesso e le istituzioni, è il luogo per selezionare e formare la classe dirigente. La seconda velocità è propria di un partito che potremmo definire all’americana, dove chi si registra non è interessato a impegnarsi in prima persona nella vita politica, però vuole dire la sua ed è interessato a intervenire sulle grandi scelte: il candidato sindaco, il leader; e sui grandi temi politici: il testamento biologico, la scuola, la pianificazione del territorio. Per la consultazione si può usare sia internet, sia i gazebo: questo è un parlamento a cielo aperto! Un partito così organizzato sarebbe capace di consolidare il consenso e di contribuire in modo determinante ad aumentarlo, attraverso anche gli strumenti di comunicazione che la tecnologia ci mette a disposizione. E in questo contesto forse possiamo inserire le primarie, sperimentarle.

Un movimento politico deve avere la cosiddetta "vision", immaginare il futuro che vuole dare al Paese che vuole amministrare. Ciò può avvenire solo tenendo fede ai punti fermi del nostro programma: l’abbattimento del carico fiscale attraverso la guerra agli sprechi e l’uso delle nuove tecnologie; la realizzazione di tutte le infrastrutture che migliorino la mobilità di persone e merci; la riforma della Costituzione con il passaggio dalla Repubblica parlamentare a quella presidenziale con l’eliminazione del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari; la riforma della giustizia con la separazione delle carriere prevista con riforma costituzionale.
Il Popolo della Libertà ha il dovere di creare le condizioni per l’Italia della meritocrazia con scuole e università più efficienti, con una migliore integrazione tra il momento della formazione e quello dell’inserimento nel mondo del lavoro. Difendere le nostre tradizioni, la nostra storia come nel caso del crocefisso nei luoghi pubblici.
Insomma, un’Italia più moderna con spirito conservatore nelle tradizioni. Proprio come vuole essere il Popolo della Libertà.

PdL

I SONDAGGI CONFERMANO LA FIDUCIA NEL GOVERNO

SONDAGGIO: Confermate stabilità e fiducia nel governo

Benché la cronaca politico-mediatica offra quotidianamente spunti polemici, le opinioni politiche degli italiani restano stabili. Sono passati i tempi in cui i titoli a piena pagina suscitavano emozioni e inducevano a cambiare opinione politica. L’influenza dei giornali, insieme alle copie vendute, sembra in forte calo. L’ultima conferma si è avuta dal sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli reso noto l'altra sera durante la trasmissione televisiva Ballarò.

Queste le intenzioni di voto:
Popolo della libertà: 38,8%; Partito democratico: 30,2%; Lega Nord: 9,9%; Idv: 7,6%; Udc: 6,8%; Prc +Pdci: 2,6%; Sinistra e Libertà: 2,2%; La Destra: 1,0%; Altri: 0,9%.
Confrontando questi dati con quelli della rilevazione effettuata due settimane fa, si registrano infatti minime variazioni: Il Pdl guadagna lo 0,1%, il Pd guadagna lo 0,2%, la Lega perde lo 0,1%, l’Idv perde lo 0,2% e l’Udc guadagna lo 0,2%. Tutto gli altri partiti, insieme, perdono lo 0,2%. Queste minime variazioni confermano la forte stabilità delle opinioni, e questo è un dato rilevante che continua a legittimare il voto delle elezioni politiche dell’aprile 2008: gli italiani hanno fatto la loro scelta e vogliono che le forze incaricate di governare vadano fino in fondo, e che le altre facciano opposizione.
Dal sondaggio non si rileva alcun elemento che faccia supporre un desiderio di ribaltone o un ripensamento rispetto alle scelte fatte nelle urne. Questa stabilità di opinioni riguardo la scelta politica e l’intenzione di voto non è in contrasto con altri sondaggi su temi specifici. Quello di Euromedia Research, reso noto ieri, sulla giustizia, dimostra chiaramente che gli italiani sono fortemente insoddisfatti del suo funzionamento e chiedono una riforma.
In particolare:
- il tasso di fiducia nella Magistratura è ai minimi storici: 15,9%
- secondo il 55,3% degli intervistati, la giustizia funziona ad orologeria, scegliendo gli obiettivi da colpire;
- secondo il 51,1%, Silvio Berlusconi fa bene a cercare di tutelarsi da un punto di vista giudiziario; i contrari sono il 34,4%;
- per il 54,2%, i mali della giustizia sono sotto gli occhi di tutti ed è quindi necessario riformare il sistema; la pensa in modo opposto il 34,1%..

PdL

RIFLESSIONI SUL DISEGNO DI LEGGE SULLA GIUSTIZIA

CICCHITTO: L'accordo fra Berlusconi e Fini sulla giustizia per abbreviare i processi e' positivo, chiaro e netto

"L’accordo fra Berlusconi e Fini sulla giustizia per abbreviare i processi e’ positivo, chiaro e netto. Esso sara’ di iniziativa parlamentare. Nel contempo e’ in campo un’iniziativa del governo fondata su un organico progetto di riforma della giustizia, anche con leggi costituzionali, fra cui la separazione delle carriere, il CSM e altro. In sostanza, la maggioranza si misurera’ con il problema giustizia nella sua globalita"’.

Cosi’ si è espresso Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL. "In questo quadro e’ auspicabile un confronto con l’opposizione. A nostro avviso va anche aperta una riflessione sul tema dell’immunita’ parlamentare. Sbaglia chi afferma che esso e’ un tema del passato: coloro i quali parlano ad ogni pie’ sospinto della intangibilita’ della Costituzione fanno finta di dimenticare che l’immunita’ parlamentare era un tassello di un sistema che regolava in modo equilibrato i rapporti fra politica e magistratura. Aver fatto saltare quel tassello ha contribuito a mettere in crisi quell’equilibrio sul terreno legislativo-istituzionale, mentre a complicarle di fatto e’ stata l’azione apertamente politica svolta da alcune procure".

ALFANO: Condivido lo spirito e il senso del DDL che vanno nella direzione di una accelerazione dei processi
"Condivido lo spirito e il senso di questo Ddl che vanno nella direzione di una accelerazione dei processi". Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, commentando il disegno di legge presentato al Senato che scandisce il tempo dei processi penali.

" Noi stiamo lavorando per abbinare ad una scelta normativa, un’ulteriore modalita’ di efficienza che deriva dalla digitalizzazione, da maggiori risorse, da una piu’ efficace organizzazione degli uffici e da un piano organico che ci metta nella condizione di far si che questa non sia una norma chimera, ma effettiva. Fissare un tetto ai tempi dei processi, mettere la giustizia italiana nelle condizioni di realizzare il risultato di centrare i tempi previsti dal Ddl. Il nostro intendimento e’ offrire tutti i mezzi perche’ non siano miracolistici, ma ordinari".

QUAGLIARIELLO: La ragionevole durata dei processi è fissata dalla Costituzione

"Il disegno di legge sul processo breve dà applicazione a un principio di fondo del nostro ordinamento." Lo ha affermato il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, spiegando:

"La ragionevole durata dei processi è prevista dalla Costituzione." Tra le adesioni alla proposta frutto dell’intesa nella maggioranza, Quagliariello ha citato quella ’illustre’ dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. In ogni caso, precisa, al tema della giustizia sarà dedicata la riunione del gruppo del Pdl in programma oggi alle 14: "Troveremo il modo di iniziare, anzi di continuare una riflessione comune".

GASPARRI: Il disegno di legge sulla giustizia è parte del decalogo sulle riforme
"Il nostro disegno di legge rientra nel piano complessivo che riguarda ’il decalogo di interventi’ per una riforma della giustizia."
Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che con il vice presidente del gruppo Gaetano Quagliariello ha presentato il ddl sul processo breve. Gasparri ha sottolineato che il ddl "e’ analogo ad altri disegni di legge gia’ presentati nel passato che affrontano lo stesso tema. Ciò è la ragionevole durata dei processi’.
E questo è un tema sul quale l’Italia ha ricevuto contestazioni e multe in sede europea per la loro durata eccessiva.
Si è trattato di una escalation da parte della Corte europea. Solo nel primo semestre del 2009 il nostro Paese e’ stato multato per 14 milioni di euro. Noi proponiamo una ragionevole durata che e’ di 2 anni per i diversi gradi di giudizio. Mi pare che sei anni siano un tempo ragionevole. Nella legge ci sono poi una serie di esclusioni: tutti quei reati che superano i 10 anni di pena, i reati di particolare allarme sociale, la mafia e il terrorismo". Quanto al decalogo sulla giustizia, Quagliariello ha ricordato che la riforma del processo civile "gia’ e’ stata approvata", cosi’ come "le norme antimafia". La maggioranza e’ invece al lavoro, tra l’altro, sulla "riforma della professione forense, processo penale, piano carceri, intercettazioni, riforma costituzionale, pareri del Csm".

CICCHITTO: Ora riflettiamo sull'immunità parlamentare
"Nel quadro della riforma della Giustizia, che comprendera’ anche interventi costituzionali, a nostro avviso va anche aperta una riflessione sul tema dell’immunita’ parlamentare".

Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha sottolineato: "Ricordiamo che l’immunita’ parlamentare era un tassello di un sistema concepito per regolare in modo equilibrato i rapporti fra politica e magistratura. Aver fatto saltare nel 1993 dalla Costituzione quel tassello ha contribuito a mettere in crisi il delicato equilibrio fra politica e magistratura. Oggi quell’equilibrio va ricostruito, meglio se nell’ambito di una grande riforma costituzionale e di una globale riforma della giustizia".

BONDI: Anche la sinistra comincia a riflettere sulla riforma della giustizia
"Si fa strada, sia pure faticosamente e in maniera non sempre conseguente, una riflessione anche da parte di molti esponenti illustri della sinistra, da Luciano Violante a Nichi Vendola, sulla necessita’ di mettere al riparo la politica e la democrazia dalla mannaia giudiziaria, che ormai tiene sotto scacco sulla base di un sistema ad orologeria l’intera vita politica italiana".

Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi, che ha osservato: "O la politica, nel suo complesso, si riappropria della propria responsabilita’ di guidare il Paese verso traguardi di sviluppo economico e civile, rinnovandosi ed esprimendo il meglio delle energie della societa’ italiana, oppure il rischio che si profila e’ quello di una grave alterazione degli equilibri democratici e di una sostanziale ingovernabilita"’.

lunedì 9 novembre 2009

ANCORA REAZIONI SULLA SENTENZA DI STRASBURGO

CICCHITTO: Anche chi e' laico rifiuta la sentenza di Strasburgo sulla eliminazione del crocifisso nei luoghi pubblici

"Deve essere chiaro ed inequivocabile che anche chi e’ laico rifiuta la sentenza di Strasburgo sulla eliminazione del crocifisso nei luoghi pubblici".

Lo ha affermato il presidente dei deputati del PdL, Fabrizio Cicchitto. "In primo luogo, il crocifisso e’ l’espressione della sofferenza e della religiosita’ al loro livello piu’ alto e come tale e’ entrato nelle coscienze di tutti, cristiani e laici. In secondo luogo, a nostro avviso, le radici dell’Europa sono tre: giudaico-cristiana, greco-romana, illuminista-liberale; ognuna di esse va rispettata nel suo modo d’essere e nelle sue espressioni. Solo dei fanatici possono essere offesi dal simbolo della religione cristiana, dei fanatici islamici o anticlericali. Noi, pero’ non dobbiamo andare dietro ai fanatici ne’ a battute trasgressive alla Almodovar. C’e’ chi vorrebbe che l’Europa diventasse sul terreno della coscienza e della cultura una sorta di deserto dei tartari, ma, invece, l’identita’ europea, in tutte le sue componenti, che magari dialetticamente si confrontano tra loro, va tutelata e sviluppata

IL PDL E' DISPONIBILE AL CONFRONTO IN PARLAMENTO

VERDINI: Il Pdl è disponibile al confronto in Parlamento ma il problema si chiama Di Pietro

"Dobbiamo vedere che cosa vuol fare il Pd, i problemi ce li ha, e non da poco, il primo e’ Di Pietro, il secondo e’ che tipo di alleanza e di oppposizione vorra’ fare".

Cosi’ si è espresso Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, a margine di un’iniziativa in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino: "Il Paese ha bisogno di grandi riforme da decenni, lo sanno il centrodestra e il centrosinistra: ci abbiamo provato entrambi, anzi quella del centrosinistra ha avuto un risultato devastante per la modifica del Titolo V, la nostra fu bocciata, e l’esigenza parte da lontano. Quindi il confronto non puo’ essere che un confronto in parlamento, perche’ e’ li’ il luogo dove si vota, ed e’ li’ dove si raggiungono i due terzi sulle riforme per evitare di andare al referendum, quindi Bersani ha perfettamente ragione".

G20 : Segnali di ripresa per la crisi globale

TREMONTI: Nel mondo non aumentare le tasse è già un "gol"
A livello internazionale, con il manifestarsi dei primi segnali di ripresa dalla crisi economica globale, riuscire a non aumentare le tasse e’ gia’ "un goal", visto che "sarebbe piu’ facile aumentarle che ridurle".
Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, durante le discussioni del vertice del G20 in Scozia. Tremonti ha precisato di non riferirsi assolutamente all’Italia, ne’ ad altri specifici Paesi partecipanti al summit internazionale (i ministri dell’economia dei 20 Paesi piu’ industrializzati e di quelli a maggior tasso di crescita) ma di riportare semplicemente le opinioni espresse durante la riunione che si e’ appena conclusa a St. Andrews.

SACCONI: L' Italia è il Paese più performante sulla ripresa economica

"L’Ocse ci considera come un Paese piu’ performante, cioe’ con piu’ capacita’ di incremento del potenziale di crescita".

Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che sul sorpasso nei confronti della Gran Bretagna ha osservato: "Non abbiamo avuto la bolla speculativa ne’ immobiliare ne’ finanziaria. Siamo un’economia che poggia su basi manifatturiere forti". Sacconi ha poi ricordato che la crescita prevista nel 2010 potrebbe scontrarsi con un aumento della disoccupazione, dovuto alla ristrutturazione avviata da molte imprese. Il tasso, ha spiegato, potrebbe passare dal 7,4% previsto dall’Istat all’8-9% nel 2010.

BERLUSCONI: CON IL CROLLO DEL MURO LA VITTORIA DELLA LIBERTA'

BERLUSCONI: Libertà, bisogno insopprimibile dell'animo umano

La nota ufficiale del presidente Silvio Berlusconi in occasione del ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino.


"L’anniversario del Muro di Berlino segna non solo la fine del comunismo sovietico ma soprattutto la vittoria della libertà come bisogno insopprimibile dell’animo umano.
In ogni epoca storica e sotto qualunque regime politico l’uomo ha sempre desiderato di essere libero, come espressione della propria natura e della propria umana dignità. La storia in fondo è la storia della libertà, la ricerca continua dello spirito di prevalere sulla violenza, sulla forza, sui soprusi, sul potere fine a se stesso.
Anche nei momenti più bui della storia, quando la dignità dell’uomo viene calpestata e offesa oltre ogni limite, la fiamma della libertà è stata alimentata dalla testimonianza di quegli uomini e di quelle donne che per essa hanno saputo rinunciare anche alla propria vita.
Anche ora, in molti continenti in cui dominano regimi autoritari e sanguinari, l’anelito insopprimibile alla libertà si fa strada attraverso l’esempio di quei giovani che rinnovano agli occhi del mondo intero la forza della verità e della libertà.
Questi esempi ci ricordano che la libertà non è data una volta per tutte, e che solo quando ci manca, come quando ci manca l’aria, avvertiamo il valore che essa ha per la nostra vita e per l’intera società. Per questo, soprattutto dopo la crisi delle ideologie totalitarie del Novecento, e dopo la sconfitta del comunismo che è stata l’ideologia che più di ogni altra si è diffusa nel mondo e che ha dominato più a lungo nel corso della storia, dobbiamo avere cura dei traguardi di libertà e di civiltà che abbiamo conquistato.
In particolare dobbiamo avere coscienza che la libertà non è sinonimo di egoismo, di individualismo, non significa libertà di fare ciò che più ci aggrada e ciò che è possibile fare grazie ai progressi della scienza e della tecnica. La libertà è vera libertà quando è relazione con gli altri, quando rivendica non solo i legittimi diritti, ma si fa carico dei doveri nei confronti dell’intera società. La libertà esplica tutte le sue potenzialità quando diventa relazione, quando diventa responsabilità, quando diventa solidarietà verso chi soffre e verso chi ha bisogno di noi, non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche al di là dei nostri confini nei confronti degli altri popoli. Questo è il nostro sentimento della libertà".

GASPARRI: Dopo il crollo del muro di Berlino la sinistra italiana rimase comunista

"Rompendo un coro di conformismo, e’ bene che qualcuno, a vent’anni dal crollo del muro di Berlino, ricordi una verita’ incontestabile. In Italia il Partito comunista, del quale erano gia’ allora esponenti di primo piano i vari Veltroni, Bersani, Fassino, D’Alema ed altri, mantenne il nome di Partito comunista anche dopo il crollo del muro".

Lo ha affermato il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri, il quale ha ricordato come in altri paesi europei le forze comuniste avevano fatto i conti con la storia ben prima della caduta del Muro, invece "in Italia la sinistra si attardava in sterili discussioni, decidendo svolte e cambiamenti soltanto a muro crollato. La cosiddetta ’svolta della bolognina’, la nascita del Pds ed altri eventi, furono infatti successivi alla storica giornata del 9 novembre 1989. E’ bene ricordarlo ai vari personaggi che ancora oggi con supponenza ed ingiustificata aria di superiorita’ morale criticano il centrodestra italiano. Restarono comunisti anche a muro crollato. Sbagliarono allora, sbagliano oggi. E soprattutto non hanno alcun titolo per salire su alcuna cattedra. Al massimo possono andare dietro la lavagna e rimanerci per la vergogna".

BOCCIARDO: Ricordiamo la caduta del Muro con meno reticenza
’La caduta del muro di Berlino rappresenta non solo la sconfitta del comunismo ma, soprattutto, la fine del ‘900 inteso come secolo dei totalitarismi’’.
Lo ha affermato il deputato del Pdl Mariella Bocciardo, nella ricorrenza dei vent’anni dalla caduta del muro di Berlino. ’Più che a Gorbaciov un grazie particolare va tributato al leader di Solidarnosc, Lech Walesa e al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan che sfidando l’Unione Sovietica sul terreno degli investimenti bellici ne ha minato l’economia fino al crollo. D’ora in avanti mi aspetto meno reticenza e timidezza da parte degli organi di stampa nei confronti di una data così importante che ha visto sgretolare il potere comunista in Europa e nel mondo. Se, giustamente, ricordiamo il 25 aprile come giorno della liberazione d’Italia dal nazifascismo, corre l’obbligo di ricordare anche il 9 novembre, Oltre ogni Muro, come sancito dalle manifestazioni che il Popolo della Libertà, organizza oggi in tutto il Paese”.

GLI ITALIANI VOGLIONO LE RIFORME DI BERLUSCONI

CAPEZZONE: Gli italiani vogliono le riforme e non tollerano stravolgimenti del loro voto

"Fa bene il premier a rilanciare sulle riforme, sia istituzionali sia della giustizia. Gli italiani hanno votato Berlusconi, e tuttora gli attribuiscono consensi record, proprio perche’ condividono l’azione del governo e sperano nei cambiamenti di fondo proposti dal Pdl: presidenzialismo, riduzione del numero dei parlamentari, una sola Camera legislativa, e, per cio’ che riguarda la giustizia, separazione delle carriere, velocizzazione dei processi, imparzialita’ e non politicizzazione della magistratura".

Lo ha dichiarato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che ha osservato: "In questo quadro va ribadito che se qualcuno, nell’opposizione, in qualche gruppo editoriale o in qualche ’salotto’, spera di usare i processi come ’tempi supplementari’ delle elezioni, si sbaglia di grosso. Gli italiani hanno convintamente votato Berlusconi e non tollererebbero scippi o stravolgimenti del loro voto".

sabato 7 novembre 2009

BRUNETTA SPIEGA A REPUBBLICA LA SUA CLASS ACTION

La Repubblica, Affari&Finanza, 26 ottobre 2009

"Class action vi spiego la mia verità" - "La mia class action funzionerà è una rivoluzione a costo zero"

di Brunetta Renato, Ministro della Pubblica Istruzione

Caro Direttore, ho letto con interesse l'articolo di Massimo Giannini, positivamente colpito dal fatto che, dopo avere ignorato la riforma della Pubblica Amministrazione, si fosse alnienonotatoildebutto dell'azione collettiva. Devo osservare, però , che le critiche sono più rivolte al pregiudizio che non alla sostanza di questa legge. Come già altri, Giannini ha infatti trascurato di inserirla nel sistema vigente, smarrendo il senso dell'azionecollettiva nei confronti della pubblica amministrazione. Quest'ultiina, appovata in via preliminare dal Consiglio dei ministri,va considerata insieme alla class action ordinaria del codice del consumo, ai rimedi ordinari già riconosciuti al cittadino e alla più generale riforma del lavoro pubblico che si avvia a divenire legge: si compleffi, così, unsistema di tutela del cittadino-cliente volto a restituire efficienza della pubblica amministrazione (e nessuno aveva protestato..).

Si tratta di una novità assoluta per il nostro ordinamento perché, nell'introdurre la delega circa la class action ordinaria con la legge finanziaria per il 2008, il Governo Prodi aveva riconosciuto ai cittadini solo un'azione nei confronti dei privati, senza prevedere alcun rimedio per le inefficienze dell'amministrazione. Questo Governo, invece, ha disposto la proroga dell'entrata in vigore di quella azione proprio per consentire che le due azioni fossero introdotte insieme: ci avverrà nel 2010 e rapprcsenta il primo dei fondamentali elementi sfuggiti all'analisi di Giannini.

In ragione dell'azione introdotta, il cittadino - anche tramite un'associazione - potrà sottoporre alla verifica del giudice amministrativo le inefficienze della pubblica amministrazione, intese come violazione di standard, inosservanza di termini, omissione di atti genetali obbligatori, così ottenendo da subito evelocemente alcuni risultati importanti e assolutamente innovativi, quali: l'immediata pubblicità del ricorso e degli esiti successivi, il coinvolgimento immediato del dirigente re- sponsabile, una pronuncia del giudice che ordini alla PA o al concessiunario inefficienti di rimediare e, infine, l'individuazione dei dirigenti responsabili del dissenrizio con la segnalazione degli stessi ai titolari dell'azione disciplinare perle sanzioni del caso, Proprio il contrario diquanto affemmto daGianami circa il supposto pugno di ferro contro gli impiegati e il guanto di velluto contro i dirigenti .

In quanto al risarcimento del danno, questo è già riconosciuto al cittadino in via ordinaria, ne è garante la giurisprudenza che pacificamente riconosce la risarcibilità (lei diritti e anche degli interessi legittimi che il cittadino assuma violati dall'attività dei pubblici poteri. Con riferimento alle imprese private che gestiscono pubblici servizi, è utilizzabile a questo fine anche la class ad bn ordinaria che non a caso entra in vigore contemporaneamente a questa azione collettiva.

A prescindere dalla sanzione economica, peraltro di per sé mai esaustiva della pretesa al buon funzionamento del servizio pubblico, con la nostra azione collettiva al cittadino-cliente viene fornito uno strumento aggiuntivo e specifico idoneo ad ovviare alle inefficienze della PA.

Giannini non si spiega percbé la pronuncia del giudice dovrà mantenersi nei limiti delle risorse ordinariamente assegnate all'amministrazione convenuta. Nulla di cui stupirsi. In primo luogo perché migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione aumentando, ancora, la spesa pubblica non serve a tutelare l'interesse dei cittadini che già da molto tempo sostengono costi sproporzionati. In secondo luogo perché è contrario ai principi fondanti il nostro ordinamento attribuire al Giudice il potere di intervenire direttamente sulle risorse assegnate ad un'amininistrazione. In terzo luogo perché, per fare un esempio, le liste di attesa per gli esami diagnostici di una Asl vanno intanto abbreviate organizzando meglio il personale e facendo lavorare pi a lungo nella giornata le macchine già esistenti (come magari già avviene in altre Asl) piuttosto che aspettando le risorse necessarie all'acquisto di nuovi strumenti.

Ecco allora che questa azione, pur tra mille resistenze e difficoltà, pu divenire il necessario complemento giurisdizionale di quella rivoluzione dell'efficienza a costo zero cile sto perseguendo, fin da mio insediamento. Se non si cade preda di un pregiudizio negativo, come in questa occasione è accaduto, sipu riconoscere che oggi il cittadino-clienteècomplessivamente pi tutelato di quanto lo sia mai stato in passato.

Si può fare di più ? Certamente, ma non cominciando a gettare o oenigrare quel che di buono si è fatto.

[26 ottobre 2009]