mercoledì 30 settembre 2009

Il diritto d'asilo è ormai una finzione che piace solo all'Onu

L'Articolo della Settimana (12-18/09/09) è stato scritto dalla famosa antropologa Ida Magli ed è stato  pubblicato da Il Giornale del 15/09/09. Affronta  in modo chiaro e preciso un problema fondamentale per la lotta all'immigrazione clandestina, troppo spesso strumentalizzato dai politici di sinistra,  fiancheggiatori occulti dei nuovi mercanti di schiavi   


La Signora Navi Pillay, alto commissario ONU per i diritti umani, ha denunciato in un discorso che pronuncerà domani, ma di cui è già stato diffuso il testo, le attuali politiche nei confronti dei migranti, in particolare nelle zone del Mediterraneo, del golfo di Aden, dei Caraibi, dell’Oceano Indiano, in quanto, a suo dire, violerebbero le norme del diritto internazionale. Naturalmente tale discorso ha fatto riaccendere la polemica in Italia nei riguardi dei respingimenti, sebbene il Ministro Maroni abbia più volte ribadito che la legge italiana è conforme alle norme internazionali, cosa che dovrebbe bastare a mettere in pace la coscienza dei numerosissimi San Francesco che vivono nel Bel Paese. E’ tuttavia evidente, ormai, che, come succede a tutte le leggi, anche il diritto internazionale non è più corrispondente alla realtà e che è proprio questo diritto che deve essere ripensato. Il “diritto d’asilo” per esempio, è nato nei lontanissimi tempi nei quali la pena più grave che veniva inferta ad un cittadino era l’esilio; una condanna che discendeva dalla sacralità della terra patria, che sarebbe stata profanata dall’impurità del reo, colpevole di tradimento o di omicidio. Per questo una terra “altra” aveva l’obbligo di accoglierlo: non era rivestita della stessa sacralità, non essendone la patria, e di conseguenza non ne sarebbe stata per nulla contaminata. Dunque, come è evidente, si tratta di casi singoli; il diritto d’asilo di masse di persone non è pensabile. Infatti, oggi si finge che si tratti di casi singoli, sebbene la condanna all’esilio non esista più, ma la finzione non è mai una buona via d’uscita, ed invece è indispensabile ripensare tutta la questione.
Il problema attuale dell’immigrazione è la sua numerosità, e i politici così come i legislatori hanno l’obbligo di affrontarlo nei termini reali, quello della numerosità, appunto, eliminando una volta per tutte dai loro discorsi la retorica dei “diritti umani” piantati in cielo. Anche i diritti umani devono essere gestiti da uomini, non da divinità, o da politici che si ritengono divinità.
Proviamo, allora, a guardarla in faccia, questa realtà. Mischiare tutti i popoli, sollecitando al massimo l’emigrazione di massa, fa parte del progetto di “uguaglianza” e di “globalizzazione” messo a punto da alcuni politici e da alcune associazioni mondialiste in cui prevalgono uomini di sinistra ed esponenti delle varie Chiese, inclusa quella Cattolica. E’ un progetto che va contro i sentimenti, gli interessi, i valori dei popoli e che condanna le sinistre a perdere voti e a diventare minoritarie fino a sparire, come in Italia ad alcuni gruppi è già successo. E’ indispensabile, invece, approntare un piano di persuasione e di aiuto concreto, nei loro paesi, ai popoli che ormai scelgono l’emigrazione, anche quando non sarebbe necessario, come strada più comoda per migliorare la propria vita, investendo in questo piano le stesse ricchezze che spendiamo per mantenerli da noi. Abbiamo mezzi di informazione in abbondanza; abbiamo strutture operative di tutti i generi da mandare sul posto per organizzare, insegnare, realizzare. Smettiamola di trattarli come se non potessero fare le stesse cose che facciamo noi: basta insegnarglielo e cominciare a mettere in opera. Non esistono paesi poveri: esistono paesi nei quali non si sfruttano le ricchezze esistenti. Perfino le lotte tribali finirebbero, o almeno sarebbero limitate, se ci fosse un lavoro ordinato, delle produzioni e delle ricchezze da proteggere: è questa la meta che desideriamo per loro e per noi.

Ida Magli



Roma - 14 Settembre 2009

Polemiche strumentali da sinistra sullo scudo fiscale

A fronte delle solite polemiche artatamente  costruite dalla sinistra sull'operazione rientro dei capitali dai c. d. paradisi fiscali, il Premier Silvio Berlusconi ha precisato che con  gli introiti dello scudo fiscale si aiuteranno anche i bisognosi
"Possiamo approfittare di una norma come questa per recuperare alcuni miliardi all’economia, anche per aiutare chi ne ha bisogno". - ha sottolineato il  Presidente Berlusconi, intervenendo a SkyTg24, dove ha illustrato i benefici del provvedimento sullo scudo fiscale che il Parlamento si avvia a varare con il voto di fiducia.
"Noi abbiamo ereditato dai governi precedenti il debito pubblico, ora bisogna essere realisti. Ci sono soldi sfuggiti al controllo dello Stato, portandoli in Italia abbiamo il vantaggio di avere qualche capitale e con il 5% si calcola che ci saranno alcuni miliardi da spendere per rilanciare l’economia. A chi ha regolarmente pagato le tasse e si puo’ sentire discriminato dal trattamento fiscale previsto per chi utilizzera’ lo scudo, non bisogna dire niente. A chi fa il proprio dovere, come il presidente del Consiglio che e’ il primo contribuente d’Italia, bisogna dire che c’e’ da essere sereni. Chi e’ riuscito a farla franca normalmente cade nelle maglie del fisco"
Per Maurizio Lupi, vice presidente della Camera, lo scudo fiscale non é un indulto mascherato
"Noi crediamo di aver lavorato con serieta’ al decreto anti-crisi. Siamo convinti che rispetti la Costituzione e le leggi dello Stato. Quindi siamo certi che il Presidente della Repubblica esaminera’ con responsabilita’ le nostre leggi e si comportera’ di conseguenza".
 "La probabile fiducia sul provvedimento relativo al rientro dei capitali, - ha sottolineato il parlamentare del PdL -  verra’ messa sul decreto anticrisi che contiene le misure per rilanciare l’economia ed aiutare famiglie e imprese. Non si tratta di un indulto mascherato. Per noi parlano i fatti e non le chiacchiere. La lotta all’evasione fiscale e’ una priorita’ di questo governo. In solo otto mesi abbiamo recuperato oltre 2 miliardi e mezzo di evasione fiscale. Ora diamo la possibilita’ a chi vuole rimettersi in regola di farlo con chiarezza e in tempi certi e producendo nuove risorse per lo stato e la comunita’ da destinare alle imprese, alle famiglie, all’universita’ ed  a chi e’ in difficolta"’.
Le reazioni della sinistra allo scudo fiscale deciso dal governo, e che dovrà essere votato definitivamente entro il 3 ottobre, meritano l’oscar dell’ipocrisia. Per una serie di motivi tutti assai concreti. La Guardia di Finanza stima in 300-500 miliardi i capitali italiani fuggiti oltre confine. Una cifra che non ha paragoni con altri Paesi, e dunque altrettanto eccezionali devono essere le misure per farli rientrare.
Quando la sinistra obietta che Germania o Gran Bretagna impongono un’aliquota più alta per i loro scudi fiscali, dimentica l’entità del fenomeno che dobbiamo affrontare.
Dimentica, soprattutto, il motivo che ha determinato un così imponente esodo di denaro nei paradisi offshore. E cioè che sotto i governi di sinistra l’aumento di tasse per cittadini e imprese, ed un comportamento vessatorio del fisco, ha di fatto incoraggiato chi se lo poteva permettere a portare i soldi all’estero.
La riprova? Con i primi due scudi decisi dal centrodestra nel 2002-2003 rientrarono e vennero dichiarati al fisco 80 miliardi di euro. Sono bastati neppure due anni di governo Prodi per farne uscire di nuovo alcune centinaia, commentano gli esponenti del Popolo della Libertà.
Che cosa ha fatto la sinistra, quando era al potere, per riportare in patria questi capitali? Per stringere i freni intorno alle imprese che domiciliavano nei paradisi le loro sedi legali e lì pagavano (anzi: non pagavano) le tasse? Per andare a scovare barche, ville, aerei e beni di lusso e confrontarli con i redditi dichiarati in Italia? Nulla. Nulla di nulla.
Anzi: ha trattato gli evasori come fossero eroi. Molti ricorderanno la trattativa per far pagare le tasse al compianto Luciano Pavarotti: il governo di sinistra gli applicò un generoso sconto, e lo ossequiò con mille complimenti. È un esempio tra molti.
Lo scudo contiene una sorta di condono limitato ai reati tributari e contabili; eppure la sinistra si ostina a divulgare la falsa verità che questa immunità sarà estesa anche a reati penali, addirittura di malavita organizzata e di terrorismo. Nulla di più falso, non sta scritto da nessuna parte. Altro bluff: la sinistra parla di “scempio edilizio” e di “premio ai furbi”. Sul primo punto, basta ricordare che nessuno scempio è ipotizzabile in Italia, visto che i beni tassabili sono all’estero. Quanto ai furbi, ci chiediamo qual è il maggiore premio: lasciare questi evasori in pace, come ha fatto la sinistra, oppure andare a stanarli come sta facendo il governo?
Ma poi:-  sottolineano dal Popolo della Libertà  - da quali pulpiti vengono certe prediche se l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, è stato condannato nel 2001(con sentenza definitiva della Cassazione) addirittura all’arresto per abusivismo della sua villa di Pantelleria, e poté beneficiare del condono non solo fiscale, ma anche edilizio? Chi sono i furbi?
Sul piano economico generale, il condono potrà fruttare, se rientreranno almeno 100 miliardi, cinque miliardi da destinare al sostegno alle aziende ed ai lavoratori che si trovano ad affrontare la coda più dura della crisi economica. La sinistra che chiede continuamente benefici fiscali, ha qualche idea su come trovare la copertura per questi interventi?
Non solo. L’operazione contro i capitali all’estero non comprende solo lo scudo edilizio, ma anche: 1) l’inversione dell’onere della prova per chi tiene soldi in qualche banca oltreconfine, non importa se in un paradiso tributario o meno; chi li ha dovrà cioè dimostrare a che cosa gli servono. 2) Un censimento di barche, ville e beni di lusso e l’incrocio di questi dati con l’anagrafe tributaria. 3) Per le aziende, la fine della possibilità di pagare le tasse in qualche paradiso lussemburghese o olandese per il semplice motivo che lì è stata domiciliata la holding di controllo: si dovrà dimostrare dove vengono distribuiti i dividendi agli azionisti (e cioè in Italia), e lì – dunque da noi – pagare le tasse.
La sinistra ha mai fatto un’operazione simile? Si è mai impegnata come questo governo, assieme agli altri governi europei e agli Stati Uniti, per costrngere la Svizzera, Monte Carlo ed altri paesi un tempo nel “libro nero” a rendere noti i depositi dei cittadini stranieri, per ciò che ci interessa  come italiani?
Quando la sinistra riuscirà a dare una risposta concreta a tutte queste domande, potrà anche criticare lo scudo fiscale. Diversamente sarà la solita operazione di ipocrisia e di propaganda.
 Chi paga il 5% per lo scudo fiscale ha spegato il ministro Tremonti ,  é costretto a pagare per sempre
"Chi deciderà di aderire allo scudo fiscale pagando soltanto una aliquota del 5% in futuro sarà costretto a pagare per sempre. Tra non pagare niente per sempre e pagare il 5% continuando a pagare, c’è un calcolo di convenienza".
Il  ministro dell’Economia, replicando alle accuse di chi ritiene bassa l’aliquota del 5% per il rimpatrio dei capitali evasi all’estero. ha sottolineato  "Prima non paghi niente, ma adesso se paghi il 5% inizierai a pagare; se stai fuori non paghi mai, ma se stai dentro inizi a pagare, bisogna prendere in considerazione solo queste ipotesi: o niente o il 5% ma paghi per sempre".
Daniele Capezzone ha detto che le stime della Finanza confermano che lo scudo fiscale sarà un successo
"Le stime della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate fanno pensare che lo scudo fiscale potra’ rappresentare un autentico successo". ha concluso  il portavoce del Pdl, che ha osservato: "Per il resto, invece, la sinistra italiana mostra un’ipocrisia da primato.
E’ proprio grazie allo scudo che molti, finalmente, pagheranno qualcosa invece di nulla: il nulla prodotto dalle chiacchiere di questi anni di gran parte del ceto politico italiano, specie di sinistra, molto bravo a far comizi contro l’evasione, ma incapace di mettere in campo misure concrete. Il governo Berlusconi, invece ha opportunamente scelto un’altra strada, con due obiettivi: da una parte, offrendo un’ultima chance di regolarizzazione a chi vorra’ avvalersene, e dall’altra mettendo in campo un contrasto (vero e non retorico, stavolta) all’evasione che, come tutti sanno, sta funzionando, colpendo anche ’santuari’ e ’famiglie’ finora mai sfiorate da indagini penetranti. Altrimenti, cosa propone, subito, la sinistra per fare cassa?Forse propone di aumentare le tasse, come fecero sciaguratamente Prodi e Visco? O di tagliare gli stanziamenti per gli ammortizzatori sociali? Sanno bene che queste strade non sono percorribili".


























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venerdì 25 settembre 2009

La Libertà di stampa di Anno Zero

Ironia della sorte: chi poteva fare spot migliore contro la manifestazione del 3 ottobre sulla libertà di stampa? Semplice, uno dei firmatari e dei più accaniti e feroci sostenitori della tesi secondo cui in Italia ci sarebbe un regime, Silvio Berlusconi sarebbe un dittatore e i giornalisti sarebbero tutti costretti da un bavaglio che impedisce loro di scrivere o dire ciò che vogliono, fossero verità o menzogne, petali di rosa o letame.

Giovedì sera ad AnnoZero è andata in onda per tre ore filate la plastica dimostrazione che se esiste un problema in Italia questo è rappresentato dalla possibilità per determinati, potentissimi giornalisti, di fare ciò che vogliono senza pagare dazio. E se qualcuno cerca di difendersi, rivolgendosi a quella magistratura tanto amata da Santoro e Travaglio, questi viene bollato come eversivo. Con i soldi degli italiani il giornalista nato con mamma Rai, approdato a Mediaset dove, per sua stessa ammissione, poteva contare su una maggiore libertà, diventato deputato europeo grazie al suo antiberlusconismo, ritornato in Rai solo perché i soliti magistrati hanno obbligato la tv di Stato con una sentenza a reintegrare lui e il suo programma, ha messo in scena una puntata di AnnoZero che in realtà è stata un delirio di diffamazioni, insulti, offese, accuse, veleni, gogne politico-giornalistico-pseudogiudiziarie nei confronti di tutti coloro che in un modo o nell’altro non hanno attaccato Berlusconi come avrebbero desiderato questi giacobini del terzo millennio.
In sostanza, con la scusa di una mancata libertà di stampa che esiste solo nella mente della Fnsi, a Santoro e Travaglio viene permesso di sostenere qualsiasi tesi senza la benché minima possibilità di sanzionarli. Siamo al paradosso della censura al contrario, secondo il quale la vittima delle diffamazioni, anche le più pesanti, diventa aguzzino solo perché vuole difendere dalle menzogne la sua onorabilità e il buon nome della famiglia. A questo punto viene da chiedersi su cosa manifesteranno i giornalisti il prossimo 3 di ottobre, appurato che in Italia di libertà di stampa ce n’è pure troppa (vista l’impunità che favorisce chiunque attacchi senza regole Berlusconi). Abbiamo un piccolo ma fondato sospetto: quel giorno, con la scusa di voler troncare l’inesistente guinzaglio che terrebbe legata l’informazione, arriverà un’altra violenta, pesante, infamante sequela di insulti al Presidente del Consiglio. E meno male che i giornalisti non sono liberi. Pensa se lo fossero...
P.d.L.

Berlusconi: Riformare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU

.Il discorso del nostro presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, all’Assemblea Generale dell’Onu di mercoledì 23 settembre 2009


Signor Presidente, Signor Segretario Generale, Signore e Signori,

intervengo per riferirvi i risultati del G8 dell’Aquila, che ho avuto l’onore di presiedere, e che ha visto riuniti 28 Paesi in rappresentanza di oltre l’80% dell’economia mondiale.

Abbiamo innanzitutto continuato il lavoro sulla regolamentazione delle transazioni finanziarie ed economiche sulla quale dovrà ulteriormente impegnarsi il Vertice di Pittsburgh. Abbiamo ritenuto cruciale ricondurre l’attività economica a principi di correttezza e di trasparenza per assicurare una crescita solida e duratura.

Il nuovo modello di sviluppo dovrà anche basarsi sul rifiuto del protezionismo e sull’apertura dei mercati, perché i Paesi più poveri possano beneficiare appieno delle opportunità di crescita offerte dal commercio internazionale.
Conseguentemente all’Aquila abbiamo deciso di rilanciare i negoziati di Doha auspicando di poterli concludere entro il 2010. I nostri Ministri del commercio si sono già riuniti in India per dare un seguito pratico a questa decisione. Pittsburgh sarà un passaggio importante per ribadire l’impegno politico preso all’Aquila.

Anche sul “clima” abbiamo compiuto diversi passi avanti. È stato raggiunto l’accordo di stabilire un limite di 2 gradi centigradi di aumento della temperatura globale rispetto all’era pre-industriale. Questo fronte comune sui cambiamenti climatici ha trovato conferma nell’ampia partecipazione alla riunione che si è tenuta qui, ieri, su iniziativa del Segretario Generale. Lo ringrazio per la leadership dimostrata anche in questa occasione, essenziale per un successo al vertice di Copenhagen.
All’Aquila si è affermato come evidente e fondamentale il concetto che vorrei qui ribadire: il cambiamento climatico è una sfida che si potrà vincere soltanto con l’impegno concorde di tutti i protagonisti dell’economia mondiale, nessuno escluso.

Sicurezza alimentare. Abbiamo deciso la costituzione di un fondo di 20 miliardi di dollari per lo sviluppo agricolo e la lotta alla fame nel mondo. Un filo conduttore lega il Vertice del G8 al G20 di Pittsburgh e al Summit sulla Sicurezza alimentare che la Fao ospiterà a Roma il prossimo mese di novembre: quello cioè di riportare l’agricoltura al centro dell’agenda internazionale. Troppe volte, in passato, gli aiuti finanziari erogati ai Paesi in via di sviluppo non hanno raggiunto le popolazioni a cui erano destinati. Per questo abbiamo stabilito che questi finanziamenti debbano essere investiti nella concreta realizzazione di opere e destinati soprattutto ad infrastrutture agricole.
Occorre tuttavia che i Paesi beneficiari facciano la loro parte. Per essere efficaci, gli aiuti dovranno essere indirizzati verso quei Paesi che promuovano la democrazia, che si impegnino al buon governo, che rispettino i diritti umani e tutelino le donne e i bambini.

Abbiamo, infine discusso della necessità di contrastare in modo deciso la speculazione finanziaria e la manipolazione dei mercati dell’energia, delle materie prime e delle risorse alimentari. La speculazione sui prodotti alimentari (grano, riso e soia) ha determinato gravi crisi, specialmente nel continente africano. Le drammatiche fluttuazioni del prezzo del petrolio hanno contribuito a loro volta all’instabilità finanziaria ed economica. Il prezzo del greggio è aumentato da 70 a 150 dollari il barile, per scendere poi a 32 dollari e tornare ora a 70 dollari, nonostante una diminuzione del consumo mondiale di quasi il 2% nell’ultimo anno. Sappiamo bene che queste oscillazioni del prezzo sono determinate dalle speculazioni per cui un barile di petrolio viene venduto da 4 a 6 volte prima di raggiungere il consumatore finale e che è quindi interesse degli speculatori sospingere il più possibile in alto il prezzo del barile.
E’ quindi assolutamente prioritario regolamentare in modo stringente il mercato dei futures. Ci è parso che dovremmo anche considerare un sistema globale di riserve strategiche di materie prime per neutralizzare sul nascere le tensioni speculative. Occorrerebbe anche affidare un severo ruolo di controllo ad agenzie specializzate neutrali tra le quali quelle dell’Onu.

Infine, la lotta alla speculazione passa anche attraverso l’abolizione dei paradisi fiscali. Molto è stato fatto contro quelli esistenti, ma va altresì contrastato il tentativo di crearne dei nuovi rafforzando la funzione di monitoraggio dell’Ocse.

Signor Presidente, Signor Segretario Generale, Signore e Signori,

questi sono in estrema sintesi i principali risultati dei lavori del Vertice dell’Aquila.

La crisi dalla quale stiamo uscendo pone a tutti noi un problema di governance efficace.

Il G8 mantiene la sua importanza, con un ruolo rilevante sui dossier geopolitici, della non-proliferazione e dello sviluppo, come confermato all’Aquila.
Con il G20, che ora gli si va affiancando, occorre trovare il migliore coordinamento per affrontare la governance mondiale dell’economia, aprendola a tutti i principali Paesi determinati a contribuirvi, nel rispetto naturalmente del ruolo centrale delle Nazioni Unite, a partire dal suo organo più rappresentativo e cioè da questa Assemblea.

Dobbiamo anche riformare il Consiglio di Sicurezza, per renderlo più efficace e rappresentativo. Ma attenzione: aggiungere nuovi membri permanenti nazionali non farebbe che aumentare il senso di esclusione di tutti quei Paesi che contribuiscono attivamente alla pace ed alla sicurezza internazionale e dei nuovi Paesi che in futuro potrebbero assumersi crescenti responsabilità.
Per concludere:

nel secolo scorso la comunità internazionale ha fronteggiato crisi anche più tragiche di quella attuale.

La storia dimostra che nessuna crisi è insuperabile. Ma bisogna essere positivi, determinati e, soprattutto, uniti, come ha ricordato il presidente Obama.

Dobbiamo rimboccarci le maniche tutti insieme.

Questo è il messaggio fondamentale che viene dall’Aquila.
Soltanto attraverso un impegno e un’azione comuni potremo restaurare la fiducia dei cittadini che è indispensabile per una ripresa dei consumi e degli investimenti e riusciremo così a superare una crisi che ha nel fattore psicologico, nella paura, un fattore determinante.

Se vorremo e sapremo farlo “insieme”, i nostri sforzi avranno successo e riusciremo a limitare la profondità e l’estensione temporale della crisi stessa. Sono sicuro che ce la faremo.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro a tutti.

LA FINANZIARIA-LIGHT

Il governo ha varato per il secondo anno di seguito la cosiddetta Finanziaria-light, un provvedimento leggero in soli tre articoli (furono quattro l’anno scorso), che in realtà è solo un aggiustamento al bilancio triennale approvato nel giugno 2008. La Finanziaria, infatti, è sparita. E non per un ghiribizzo, o meglio un atto "di regime" di Berlusconi o Tremonti, ma perché ha così stabilito una riforma quadro "di contabilità e finanza pubblica" già approvata all’unanimità al Senato e ora in attesa del sì definitivo della Camera.
Il principio, finora condiviso in modo bipartisan, è di grande trasparenza e saggezza.
Le grandezze esterne del bilancio italiano sono quelle derivanti dagli impegni europei, che tutti dicono di dover condividere.
Sul piano interno, occorre raccordare queste grandezze con il patto di stabilità sottoscritto da regioni, comuni, Asl e quant’altro.

Se sono necessari altri interventi su singoli terreni, come è stato in questi mesi per fronteggiare la crisi economica o per riformare la scuola o per finanziare sicurezza e ordine pubblico, lo si fa con leggi e riforme ad hoc, con relativa copertura finanziaria.
In questo modo tutti - sindacati, imprenditori, parti politiche e ciò che più conta i cittadini - hanno un quadro esatto delle varie poste in gioco, compresi costi e benefici. Facciamo tre esempi:
Quella per la scuola era stata presentata dalla sinistra come una politica di tagli selvaggi. Si è visto che è invece una riforma organica nella quale si eliminano gli sprechi e le assurdità (specie all’università) e si dà alle famiglie ciò che viene risparmiato.

I bonus per le auto hanno comportato un costo per il governo ma alla fine hanno rimesso in moto un settore trainante per il Paese e sono tornati sotto forma di maggiore Iva nelle casse pubbliche. I fondi giacenti e non utilizzati dalle regioni sono stati impiegati per finanziare gli ammortizzatori sociali che hanno salvato dalla crisi i lavoratori ed il Paese.
Tutto questo non sarebbe stato possibile con la vecchia Finanziaria. Chi la rimpiange? Chi ricorda le "riunioni monstre" a palazzo Chigi con centinaia di sindacalisti, esponenti imprenditoriali, sindaci e pezzi grossi e piccoli di potentati locali? Chi vorrebbe ritornare ai bivacchi alla Camera per votare migliaia di emendamenti di cui nessuno conosceva il contenuto, con le lancette ferme alla mezzanotte del 31 dicembre per non superare i termini, con i patteggiamenti sottobanco? Soprattutto con gli impegni presi (e poi non mantenuti) per dare un contentino a tutti?
La Finanziaria era nata negli anni Settanta come risultato del consociativismo tra Dc, Psi e Pci. Era un totem, l’occasione unica per ottenere soldi e privilegi; le lobby ed i partiti si spartivano di fatto i denari dei contribuenti. Ebbe come risultato di far lievitare il debito pubblico al livello record che ci portiamo come zavorra. A parole la sinistra e certi settori della Dc chiedevano rigore. Di fatto praticavano l’esatto contrario. La Finanziaria avrebbe dovuto sparire con i vincoli europei e con il patto di stabilità imposto - non dimentichiamolo - dal precedente governo di centrodestra.

Ma anche negli ultimi anni ogni volta che è stata al governo la sinistra è tornata alla Finanziaria vecchio stile. Quella spendi e tassa.
Nel ’93 Giuliano Amato fece la Finanziaria da 90 mila miliardi di lire mettendo in ginocchio il Paese.
Il primo governo dell’Ulivo vi infilò una riforma fiscale che toglieva soldi ai ceti produttivi per redistribuirli alle proprie categorie di riferimento; ottenendo come risultato collaterale il famoso modello 740 lunare.

Più di recente Prodi ha prodotto la Finanziaria fatta di 1.361 commi in un solo articolo.
L’anno dopo ha infilato nella legge di bilancio due bazzecole come l’azzeramento della riforma delle pensioni e della legge Biagi volute dal centrodestra.

Ed oggi si ha il coraggio di criticare il governo perché presenta un assestamento di bilancio di tre soli articoli, chiari e comprensibili a tutti, secondo il principio del dire dove si prendono i soldi ed a chi si danno?
Bersani, che pure ha qualche pratica di ministro economico, non trova di meglio che ironizzare sulla manovra "zero tagli e zero tasse". Forse avrebbe preferito tagli e tasse, secondo le tradizioni del suo partito. Anche Casini ha qualcosa da dire: vorrebbe una Finanziaria "vera". Gli esponenti delle Regioni manovrati dalla sinistra disertano il tavolo di Palazzo Chigi.
Diciamo la verità: c’è un gran disappunto perché il governo sta portando il Paese fuori dalla crisi senza avere imposto un solo euro di tasse, senza aver toccato, ma anzi difendendoli i risparmi, gli investimenti, la casa, le infrastrutture. E c’è una gran nostalgia a sinistra (e nell’opposizione in generale) per quegli assalti alla diligenza degli anni d’oro. Tanto i soldi non sono mica loro, sono nostri.

Ammontano a circa 1,8 miliardi in tre anni le risorse per i contratti degli statali, di cui la maggior parte andrà a coprire l’indennità di vacanza contrattuale. Per i rinnovi 2010-2012 bisognerà invece attendere la ridefinizione dell’assetto contrattuale della Pubblica amministrazione dopo la riforma del sistema. È questa la parte più corposa della Finanziaria 2010 approvata in versione ’light’ (3 articoli più le tabelle) dal Consiglio dei ministri in anticipo di qualche giorno rispetto al consueto via libera del 30 settembre. Complessivamente nel triennio 2010-2012 per il pubblico impiego (settore statale e non statale) vengono stanziati 3,4 miliardi, di cui 1,6 miliardi per il settore non statale.
Queste le principali misure contenute nei 3 articoli.
Contratti statali: 3,4 miliardi nel 2010-2012 per i contratti del pubblico impiego (1,8 miliardi circa per gli statali e 1,6 miliardi per i non statali), ma la maggior parte è destinata a coprire l’indennità di vacanza contrattuale. Per i dipendenti dello Stato, quindi, "ai fini dei rinnovi contrattuali del triennio 2010-2012 gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale sono quantificati complessivamente in 215 milioni per il 2010, 370 milioni per il 2011 e 585 milioni a decorrere dal 2012".
Aumenti salari: arriva una norma ’gancio’ che stabilisce che all’individuazione delle ulteriori risorse per i rinnovi 2010-2012 dei contratti dei dipendenti pubblici si provvederà al termine della fase di ridefinizione dell’assetto contrattuale delle amministrazione pubbliche dopo la riforma del sistema contrattuale. Polizia e forze armate: nella dote complessiva destinata ai dipendenti pubblici ci sono anche le risorse destinate ai "miglioramenti economici del rimanente personale statale in regime di diritto pubblico", che ammontano a 135 milioni per il 2010, 201 milioni per il 2011 e 307 milioni a decorrere dal 2012. C’è però una "specifica destinazione" rispettivamente di 79, 135 e 214 milioni per il personale delle forze armate e dei corpi di polizia.
Autonomie locali: per i dipendenti di enti e amministrazioni diversi dall’amministrazione statale (come quelli di Regioni ed enti locali), invece, "gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il triennio 2010-2012 sono posti a carico dei rispettivi bilanci".

Risparmi P.A.: oltre alle risorse indicate nella manovra, le amministrazioni potranno usare i risparmi ottenuti dalla razionalizzazione delle spese di personale. Questi fondi aggiuntivi "confluiscono in un apposito fondo istituito nello stato di previsione del ministero dell’Economia", per essere destinate, su proposta del ministro della Funzione pubblica, a migliorare il trattamento economico dei dipendenti pubblici.
Ristrutturazioni edilizie: viene estesa al 2012 la copertura per gli sgravi del 36% per le ristrutturazioni edilizie. Le agevolazioni fiscali erano già previste dalla Finanziaria 2008 fino al 2011, e la manovra di quest’anno le finanzia per un’altra annualità. Prorogata al 2012 anche l’agevolazione tributaria in materia di recupero del patrimonio edilizio. Maggiori risorse a calo tasse: le maggiori disponibilità della finanza pubblica che si realizzeranno l’anno prossimo rispetto alle previsioni del Dpef saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale per famiglie con figli, percettori di reddito medio-basso con priorità per i lavoratori dipendenti e pensionati.
P.d.L.


Bertolini: Controllare le pensioni indebite agli immigrati

L'esigenza di un controllo capillare sulle pensioni sociali elargite ad immigrati che non ne hanno diritto è stata ribadita dall'on. Isabella Bertolini
"E’ necessario controllare l`enorme flusso di denaro che viene speso ogni anno dallo Stato per pagare le pensioni sociali ai circa 14.000 immigrati trasferiti dall`Italia all`estero, che continuano a percepirla pur non avendone diritto".
Lo ha affermato la parlamentare del Pdl, che ha commentato la notizia riportata dal quotidiano Libero relativa al sussidio di povertà che verrebbe preso dagli immigrati, senza averne alcun diritto: "La preoccupante moltiplicazione delle pensioni sociali agli stranieri rischia di fare danni enormi alla nostra società e alle casse dello Stato. Mentre tanti italiani faticano ad arrivare a fine mese, è inaccettabile che decine di migliaia di immigrati continuino a percepire all`estero un assegno proveniente dall`Italia senza averne diritto.
Presenterò un`interrogazione parlamentare per verificare, regione per regione, attraverso il coinvolgimento indispensabile dei Comuni, chi ha diritto alla pensione e chi no. L`Italia non può continuare ad essere il Paese di ’bengodi’ per gli extracomunitari che la sinistra aveva prospettato e teorizzato. Questa enorme truffa ai danni dello Stato e dell`Inps deve assolutamente finire".

giovedì 24 settembre 2009

Marinetti : L'ORGOGLIO ITALIANO - Manifesto futurista

L'orgoglio italiano - Manifesto futurista (gennaio 1916)


Archivio Gira

Redatto in persona prima da Marinetti, e frutto delle esperienze belliche sul monte Altissimo, il manifesto intende ribadire le motivazioni della lotta interventista e antipassatista, facendo tutt'uno della "potenza" dell'l'impareggiabile" esercito e del "genio creativo" italiani.

Il 13 ottobre, nella prima perlustrazione fatta da me agli ordini del capitano Monticelli e del sergente Vasconi in terreno nemico, a 6 Km dalle nostre trincee, fra le alte roccie a picco, nelle boscaglie e nelle pietraie dell'Altissimo dopo esserci incontrati con una pattuglia austriaca che ci voltò le spalle e fuggì, constatammo con gioia la superiorità enorme della nostra artiglieria, i cui tiri meravigliosi, passando su di noi e sul lago, sostenevano la nostra avanzata in Val di Ledro. Il 14 ottobre, nella seconda perlustrazione fatta da me, dai miei amici futuristi Boccioni e Sant'Elia e dal pittore Bucci, esplorando e occupando la trincea delle Tre Piante, constatammo con quale gioconda disinvoltura dei giovani pittori e poeti italiani possano trasformarsi in audaci, rudi, instancabili alpini. Durante l'avanzata, l'assalto e la presa di Dosso Casina, compiuta dai Volontari ciclisti lombardi e da un battaglione di alpini, vedemmo le truppe austriache sgominate dalla baldanza di pochi italiani diciassettenni e cinquantenni, non allenati alla guerra in montagna. Dopo aver marciato per 7 giorni in un foltissimo nebbione, con vestiti quasi estivi malgrado la temperatura di 15 gradi sotto zero, i Volontari ciclisti pernacchiavano allegramente alle migliaia di shrapnels prodigati a loro da 5 forti austriaci. I nuovi raccoglitori di bossoli e di schegge micidiali facevano finalmente dimenticare gli stupidissimi e sentimentali raccoglitori di edelweiss. Constatammo che degl'italiani, già operai, impiegati o borghesi sedentari, sapevano vincere in astuzia qualsiasi pattuglia di Kaiserjagers. Constatammo che un corpo di 300 volontari ciclisti improvvisati alpini sapeva strategicamente manovrare su per montagne ignote, con tale abilità che il nemico si credette accerchiato da migliaia di uomini. Constatammo che uno studente italiano, trasformato in ufficiale, può comandare tutta l'artiglieria d'una zona e sfondare coi suoi tiri 6 o 7 forti austriaci, scientificamente preparati alla difesa in 20 o 30 anni. Constatammo come il popolo italiano, sotto la direzione geniale di Cadorna, abbia saputo improvvisare in pochi mesi la prima artiglieria del mondo e vincere di continuo nella più spaventosa e difficile guerra che sia mai stata combattuta. Singhiozzammo di gioia all'udire dalla viva voce di 20 o 30 giornalisti esteri, quali Jean Carrère e Serge Basset, che l'esercito capace di vincere e di avanzare sul Carso è sicuramente il primo esercito del mondo. Dopo aver visto il popolo italiano, "il più mobile di tutti i popoli", liberarsi futuristicamente, con una scrollata di spalle, dalla lurida vecchia camicia di forza giolittiana, vediamo ora nelle vie milanesi fervide di lavoro, come il popolo italiano, che sembrava avvelenato di pacifismo, sa guardare con fierezza questa nobile, utile e igienica profusione di sangue italiano. Tutto questo ci conferma una volta di più che nessun popolo può uguagliare:



1. - il genio creatore del popolo italiano;

2. - l'elasticità improvvisatrice di cui sempre danno prova gl'italiani;

3. - la forza, l'agilità e la resistenza fisica degl'italiani;

4. - l'impeto, la violenza e l'accanimento con cui gl'italiani sanno combattere;

5. - la pazienza, il metodo e il calcolo degl'italiani nel fare una guerra;

6. - il lirismo e la nobiltà morale della nazione italiana nel nutrirla di sangue e denaro.

ITALIANI! Voi dovete costruire L'ORGOGLIO ITALIANO sulla indiscutibile superiorità del popolo italiano in tutto. Questo orgoglio fu uno dei principii essenziali dei nostri manifesti futuristi dall'origine del nostro Movimento, cioè da 6 anni fa, quando primi e soli (mentre l'irredentismo agonizzava e il partito Nazionalista non era ancora nato) invocammo violentemente, nei teatri e sulle piazze, la guerra come unica igiene, unica morale educatrice, unico veloce motore di progresso. Eravamo allora sicuri di vincere l'Austria e di centuplicare il nostro valore e il nostro prestigio vincendola. Eravamo soli convinti della prossima conflagrazione generale che tutti giudicavano impossibile, in nome di due pseudofatalità: lo sciopero delle Banche e lo sciopero dei proletariati. Eravamo convinti che coll'Inghilterra, la Francia, la Russia, noi dovevamo utilizzare le nostre inesauribili forze di razza e il nostro genio improvvisatore, collaborando allo strangolamento del teutonismo, fatto di balordaggine medioevale, di preparazione meticolosa e d'ogni pedanteria professionale. Apparve allora il mio Monoplan du Pape, visione profetica della nostra vittoriosa guerra contro l'Austria. Infatti noi soli fummo profetici ed ispirati, perché, più giovani di tutti, più poeti, più imprudenti, più lontani dalla politica opportunistica e quietista, traemmo la visione del futuro dal nostro temperamento formidabile, e pur constatando intorno a noi la vecchia mediocrità italiana, credemmo fermamente nell'avvenire grande dell'Italia, semplicemente perche noi futuristi eravamo italiani. ITALIANI! Voi dovete manifestare dovunque questo orgoglio italiano e imporlo in Italia e all'estero colla parola, e colla violenza, come facemmo noi in Francia, nel Belgio, in Russia, nelle nostre numerose conferenze battagliere. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che non si manifesta spavaldamente orgoglioso d'essere italiano e convinto che l'Italia è destinata a dominare il mondo col genio creatore della sua arte e la potenza del suo esercito impareggiabile. Merita schiaffi, pugni e fucilate nella schiena l'italiano che manifesta in sé la piu piccola traccia del vecchio pessimismo imbecille, denigratore e straccione che ha caratterizzata la vecchia Italia ormai sepolta, la vecchia Italia di mediocristi antimilitari (tipo Giolitti), di professori pacifisti (tipo Benedetto Croce, Claudio Treves, Enrico Ferri, Filippo Turati), di archeologhi, di eruditi, di poeti nostalgici, di conservatori di musei, di albergatori, di topi di biblioteche e di città morte, tutti neutralisti e vigliacchi, che noi, primi e soli in Italia, abbiamo denunciati, vilipesi come nemici della patria, e vanamente frustati con abbondanti e continue docce di sputi. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che si nasconde sotto il suo ingegno come fa lo struzzo sotto le sue penne di lusso e non sa identificare il proprio orgoglio coll'orgoglio militare della sua razza. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che vernicia di scuse la sua viltà, dimenticando che creazione artistica è sinonimo di eroismo morale e fisico. Merita schiaffi, calci e fucilate nella schiena l'artista o il pensatore italiano che, fisicamente valido, dimostrando la piu assoluta assenza di valore umano, si chiude nell'arte come in un sanatorio o in un lazzaretto di colerosi e non offre la sua vita per ingigantire l'Orgoglio italiano. Mentre altri futuristi fanno il loro dovere nell'esercito regolare, noi futuristi volontari del Battaglione lombardo dopo essere stati semplici soldati in 6 mesi di guerra, ed aver preso cogli alpini la posizione austriaca di Dosso Casina, aspettiamo ansiosamente il piacere di ritornare al fuoco in altri corpi, poiché siamo piu che mai convinti che alle brevi parole devono subito seguire i pronti, fulminei e decisi fatti.

Marinetti-Boccioni -Russolo-Sant'Elia-Sironi-Piatti










mercoledì 23 settembre 2009

CAMPAGNA DI DESTABILIZZAZIONE CONTRO IL PREMIER

Secondo il ministro Matteoli è in atto una campagna di destabilizzazione contro il premier
"I continui attacchi al premier sottolineano che qualcuno si sta impegnando moltissimo per creare scompiglio e sarebbe riduttivo pensare che dietro questa campagna ci sia solamente qualche quotidiano.
Nessuno ha la forza di attaccare Berlusconi, a meno che la regia dell’eventuale complotto non sia in mano ai poteri forti". Lo ha affermato nel corso di in una intervista a ’Il Tempo’, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. "Colpo di Stato? Non credo che Brunetta intendesse un vero e proprio golp. Sicuramente, pero’, analizzando i continui attacchi perpetrati contro il presidente del Consiglio, si capisce come sia in atto una
campagna di destabilizzazione contro Silvio Berlusconi e tutto il suo governo".
Per Sandro Bondi  il ministro  Brunetta dà voce all'Italia silenziosa ma forte
"Renato Brunetta ha il merito di aver dato voce ad una maggioranza finora silenziosa, ma ora consapevole della propria forza, delle proprie ragioni e delle proprie responsabilita"’. Lo ha affermato il ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl Sandro Bondi, nel commentare le parole pronunciate nei igiorni scorsi  dal ministro della Pubblica amministrazione contro certa sinistra italiana.
"Renato Brunetta ha compiuto un’opera culturale, nel senso che ha squarciato il velo di ipocrisia che divide la maggioranza dei cittadini italiani da una minoranza che disprezza il voto popolare, e che pretenderebbe di sostituirsi ad esso sulla base di un’aristocratica concezione della democrazia; una minoranza che spadroneggia nel campo dell’organizzazione della cultura grazie ai denari pubblici, senza volersi assoggettare al giudizio del pubblico anzi disprezzandolo; una minoranza che ha l’ardire di sbandierare ancora una pretesa diversita’ morale con il risultato di straziare ingiustamente gli avversari politici e di sfigurare il volto dell’Italia nel mondo; una minoranza che non hai mai dismesso l’obiettivo di ribaltare i risultati elettorali, non tramite una sana e regolare competizione, bensi’ utilizzando l’arma del discredito, del linciaggio mediatico, della delegittimazione morale e dell’uso politico della giustizia".
Per Mariastella Gelmini le parole di Brunetta sui poteri forti rispecchiano la realtà
"Quanto affermato a Cortina dal ministro Renato Brunetta rispecchia perfettamente quello che sta accadendo in Italia. C’e’ un tentativo, neanche troppo celato, di sovvertire un governo eletto dal popolo attraverso operazioni di palazzo che nulla hanno a che fare con l’opinione degli italiani.
Il consenso per questo governo e’ stabile al 60%, ed e’ rimasto costante in tutti questi mesi nei quali lobby giornalistiche e finanziarie hanno tentato di oscurare l’immagine del Presidente del Consiglio. Gli italiani apprezzano un governo che e’ poco radical chic e molto vicino ai problemi della gente, lontano dai salotti, concentrato sulle cose concrete che servono al Paese. Per questo il governo Berlusconi non si fara’ intimidire e continuera’ la sua azione riformatrice". Ha concluso il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.

I MEDIA CENSURANO I SUCCESSI DEL GOVERNO

C’è un’Italia della quale il circuito stampa-Palazzo non parla, preferendo nuovamente occuparsi di veleni e di intrighi. Non pago, evidentemente, del fiasco della stessa campagna condotta a ridosso dell’estate. Finite le vacanze, si riaprono i faldoni dei gossip. Eppure questa Italia ignorata dal potere giornalistico-giudiziario-politico è quella che più interessa alla gente; anzi, è la sola che interessa. Ed è l’Italia che preferiamo anche noi, frutto di oltre un anno di lavoro del governo.

Entro la fine dell’autunno 30 mila sfollati dell’Abruzzo avranno tutti una casa nuova, sicura, confortevole e antisismica. Silvio Berlusconi  il 15 settembre ha consegnato, con la consueta cornice polemica della stampa radical schic,  le prime  villette. Consegnare le case entro cinque mesi dal sisma era stato fin da aprile un preciso impegno del governo; pareva un azzardo, ma la promessa è stata mantenuta. Un miracolo, tanto più se confrontato agli scandali ed ai container dei terremoti dell’Umbria, delle Marche, del Belice, dell’Irpinia. Nel frattempo partirà la ricostruzione dei vecchi edifici e dei luoghi storici; il tutto senza tasse e gabelle aggiuntive.
L’anno scolastico inizia con gli insegnanti al loro posto, con una riforma già avviata, e con la soluzione del problema dei precari (12 mila) creato dalla sinistra. A tutti questi docenti in attesa di sistemazione saranno garantiti uno stipendio o una supplenza. Ricordate le proteste di un anno fa? Oggi l’opposizione tace, i fatti hanno fornito la smentita più clamorosa.
La crisi economica si avvia a soluzione. Ci sarà tempo per la ripresa vera e propria, ma nel frattempo tutti gli organismi internazionali e nazionali (Fondo monetario, Ocse, Banca mondiale, Confindustria, Bce) indicano nell’Italia uno dei paesi che uscirà prima e meglio dal tunnel. La caduta del Pil del 2009 sarà inferiore alle pur severe previsioni del governo; nel 2010 avremo un inizio di ripresa più robusta di quella attesa.

Ma ciò che più è importante è l’assieme di dati sulla disoccupazione. La media dei disoccupati in Italia è di un punto inferiore a quella dei paesi dell’Euro e dei principali partner europei, a cominciare dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dalla Spagna. Dei 10 miliardi di euro messi a disposizione dal governo per le misure di sostegno all’occupazione, finora le aziende ne hanno utilizzati solo due. L’impegno solenne era: “Non lasceremo indietro nessuno”; impegno mantenuto.
Altrettanto importante la fiducia di aziende e famiglie. Entrambe, come ha rilevato tra fine agosto ed inizio settembre l’Isae, in netta ripresa. La frase  nei giorni scorsi  da Berlusconi “sono un missionario dell’ottimismo” non è uno slogan, non è propaganda, ma la realtà dei fatti. Il Paese ha creduto nel governo, ed è stato ripagato.
Gli sbarchi dei clandestini sono diminuiti del 90 per cento grazie ad una politica più rigorosa e agli accordi con la Libia. Al tempo stesso si stanno riducendo i reati nelle città dovuti all’immigrazione irregolare. Nel complesso il calo è dell’8,1 per cento; ma per alcune tipologie si va ben oltre: borseggi meno 23 per cento, scippi meno 19, furti d’auto meno 17, rapine meno 11, furti in abitazioni meno 10 per cento. Aumenta il rigore delle forze dell’ordine: il numero degli arrestati cresce del 10%, quello dei condannati del 5.
Tutto ciò è frutto sia della percezione di un governo che fa sul serio, sia della pratica attuazione prima delle direttive ai sindaci, poi del pacchetto sicurezza diventato legge. Per questo risultano ancora meno comprensibili, e rubricabili a pura polemica politica, le critiche ricorrenti sulla “mano dura” contro i clandestini: mano dura sì, ma giusta e nell’interesse dei cittadini.
Tra le critiche sull’immigrazione ci sono, come è noto, quelle di Gianfranco Fini. Polemiche che sembrano riguardare più la politica che la cronaca; ma in ogni caso polemiche libere e legittime, come ha confermato ri Berlusconi.
Polemiche libere e legittime, al di là del loro contenuto, proprio perché il Popolo della Libertà non è una caserma, come molti si ostinano a ripetere. La dialettica di Fini lo dimostra e lo conferma.
Un lungo elenco di cose alle quali l’opinione pubblica presta grande attenzione: rappresentano la loro vita quotidiana. Lavoro, scuola, sicurezza. Meno attenzione, ne siamo certi, la gente riserva in questo momento alla marea di verbali, polemiche inutili, finte rivelazioni, scoop fasulli, appelli di intellettuali. Qui siamo in pieno Palazzo; là nel Paese reale.
P.d.L.

lunedì 21 settembre 2009

Berlusconi : I nostri ragazzi sono l'Italia migliore

"Sono addolorato ma fiero del coraggio e della abnegazione dei nostri ’ragazzi’ e anche ammirato dalla dignità e dalla forza dei loro cuori.
Questa è l’Italia migliore da cui dobbiamo prendere esempio". Lo ha scritto il premier Silvio Berlusconi nel libro d’onore posto davanti al sacrario dell’Esercito a Roma dove venerdì mattina si è recato accompagnato da Gianni Letta per portare la solidarietà dopo l’uccisione dei sei paracadutisti in Afghanistan.
"Il momento di ritorno dei nostri soldati dall’Afghanistan e di fine dell’operazione internazionale ci sara’ quando il governo afgano sara’ in grado di controllare da solo il territorio". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervistato dal Tg2, sottolineando che "il paese ha bisogno di forze di polizia e di un esercito addestrato e noi stiamo provando a farlo".
Lo sforzo militare in Afghanistan, ha proseguito il ministro, "e’ notevole" e per continuare a sostenerlo occorre che "li’ dove la missione e’ compiuta o quasi, come in Kosovo, si cominci a rientrare: penso che presto dal Kosovo potranno rientrare 1.000 soldati italiani e anche in Libano si puo’ cominciare a ridurre sensibilmente il nostro contingente". La Russa ha quindi ribadito che "noi siamo in Afghanistan non solo per ricostruire e dare la democrazia, ma anche per combattere lontano dai confini della patria il terrorismo. Noi sappiamo che i nostri soldati sono li’ per usare la forza giusta contro il terrorismo ed anche per impedire che il terrorismo arrivi nelle nostre case".

Feltri contro Fini

Pubblichiamo l'Articolo della Settimana
da "Il Giornale"di V.Feltri scelto in 
base al giudizio del nostro Direttore.



CASO BOFFO E TUTTO IL RESTO
DOVE VUOLE ARRIVARE IL PRESIDENTE DELLA CAMERA
Il "compagno" Fini tanto amato a sinistra
di Vittorio Feltri
Gli attacchi al "Giornale" e le retromarce su immigrazione, biotestamento e gay rientrano nella stessa strategia: accreditarsi in vista della corsa al Quirinale. Ma l'opposizione lo usa per indebolire Berlusconi e la maggioranza
     Caro Presidente Fini,
sono abituato agli attacchi personali di giornalisti e politici e non mi sono offeso dei tuoi nella circostanza dell’affaire Boffo. Hai definito i nostri servizi in proposito esercizi di killeraggio, qualcosa di vergognoso, un esempio di giornalismo da bandire; le stesse accuse rivolteci dalle voci e dalle penne di sinistra non più intinte nell'inchiostro rosso, bensì nell’acqua santa; voci e penne che fino ad alcuni mesi orsono erano impegnate a criticare la Chiesa, il Papa, i vescovi, i parroci e anche i sacristi colpevoli di ingerire negli affari interni dello Stato italiano.Poiché anche tu, come me, sei avvezzo agli attacchi (per lustri ti hanno dato del fascista,ateo e perfino aTatarella, giudicato indegno di sedere al governo perché missino),accetterai quanto sto per dirti con spirito sportivo.Specialmente adesso,che sei amato più dall’opposizione che dalla maggioranza, reputerai civile un dibattito alla luce del sole, addirittura pubblico e con i crismi della democraticità.
Sulla vicenda Boffo ti sei comportato, tu, e non il Giornale, in modo vergognoso. Hai espressoun’opinione dura verso di me senza conoscere, nella migliore delle ipotesi, i fatti.
Se li avessi conosciuti saresti stato prudente.Invece hai sparato per il piacere di sparare o per convenienza,che è anche peggio.
Ti sei accodato agli intelligentoni del Pd e ai cronisti mondani di La Repubblica nella speranza di fornire un’altra prova che hai le carte in regola per entrare nel club dei progressisti.
Non c’è altra spiegazione logica al tuo atteggiamento ostile verso un quotidiano che non ha ficcato il naso sotto le lenzuola ma nelle carte del Tribunale,divulgando un decreto di condanna e non le confessioni di una puttana come ha fatto la Repubblica con il tuo tacito consenso, visto che non risulta tu l’abbia biasimata per la campagna trimestrale, contro il leader del tuo partito,condotta esclusivamente sulla scorta di chiacchiere da postribolo.
Prima di unirti al coro invocante la mia crocefissione in piazza, dato che non sei ancora il segretario del Pd, bensì il presidente dellaCamera,avresti dovuto informarti.
 Bastava una telefonata a me, e non sarebbe stata la prima; se non altro, ascoltando l’altra campana, ti saresti chiarito le idee e le tue dichiarazioni sarebbero state più caute.Non ti è neanche passato per la mente che
un conto sono i pettegolezzi e un altro i reati.
Obietterai. Ma tu hai dato dell’omosessuale al direttore dell’Avvenire. Ti rispondo,caro Fini: l’omosessualità non è un reato; e neppure un peccato, per me non cattolico.
Piuttosto tu, amico mio, un paio di (...) Dove vuole arrivare il «compagno» Fini Il presidente della Camera rinnega il passato e fa retromarcia su quasi ogni cosa: immigrazione, biotestamento e persino sui gay
Il suo obbiettivo: correre per la presidenza della Repubblica. Ma in realtà rischia di essere solo un taxi utile all’opposizione 
Anni or sono ti lasciasti sfuggire una frase infelice e memorabile: «Un maestro elementare non può essere gay». Con ciò dando per assodato che un gay sia anche pedofilo
Converrai, di questo dovresti vergognarti.Poiché l’omosessualità non è in contrasto con la legge, non mi sarei mai sognato di rimproverarla a Boffo. E in effetti gli ho solo «ricordato» le molestie a sfondo sessuale a causa delle quali è stato condannato dalla giustizia ordinaria, e non da me. Il Giornale si è limitato a riferire un episodio, ciò rientra nel diritto di cronaca (ho scritto cronaca, non gossip).
Prendo atto che in un biennio hai cambiato posizione sui gay e non li consideri più era ora -immeritevoli di stare in cattedra. Però un’altra volta avvisaci prima delle tue virate,altrimenti ci cogli impreparati.
A proposito di virate. Sei ancora di destra o da quella parte ti sei fatto superare da Berlusconi?Non è una domanda provocatoria. Nasce piuttosto da una costatazione. Sulla questione degli immigrati,parli come un vescovo. Sul testamento biologico parli invece come Marino, quello della  cresta sulle note spese del-
l’Università da cui è stato licenziato.
Intendiamoci, su questo secondo punto, molti sono d’accordo con te perfino nel Pdl, me compreso. Ma sul primo,scusa,è difficile seguirti
Tempo fa con Bossi firmasti una legge, che porta i vostri nomi, per regolamentare gli ingressi degli extracomunitari. La quale legge,nella pratica, si  è rivelata insufficiente per una serie di  lacune organizzative  e burocratiche su cui sorvolo per brevità.
Era ovvio che il governo di centrodestra, non appena insediato, correggesse e integrasse quelle norme introducendo il reato di clandestinità e, grazie alla collaborazione della vituperata Libia, i  respingimenti, che non riguardano gli aventi diritto all’asilo politico,ma chi viene qui convinto che l’Italia sia un gruviera in cui ogni topo, delinquenti inclusi, ottiene ospitalità e impunità.
A te la nuova disciplina,benché indispensabile, non va a genio. E vai in giro a dire che è una schifezza, e immagino, tu punti a farla cancellare.
 Affermi che occorre essere più umani.Edificante. Ma come si fa?Ci teniamo tutti gli immigrati incentivando altri arrivi in massa?E doveli mettiamo?
Case,ospedali, scuole, servizi e posti di lavoro: provvedi tu a crearli? Con quali soldi? Buono chiunque a essere umano scaricando sulla collettività in bolletta -ogni onere.
 Perché viceversa non ti dai da fare per persuadere l’Europa, che fa le pulci, a condividere con noi il problema e a pagare le spese della soluzione?
Per esempio con la spartizione, fra i vari Paesi membri della Ue,degli immigrati che approdano alle nostre coste? A te non premono soluzioni  alternative, sennò faresti proposte anziché lanciare critiche alla tua stessa maggioranza.
Ti sta a cuore la simpatia della sinistra, che non sai più come garantirti. Il motivo si può intuire; se sbaglio correggimi.Miri al Quirinale perché hai verificato che la successione ha  una cornice di coerenza politica e ideale, elaborata dai brillanti intellettuali del think-tank finiano di Farefuturo. L’apologia di un co-leader che studia da leader, insomma.E il susseguirsi con ritmi da escalation avrebbero applaudito comunque.
Poi, nei giorni caldi del caso Boffo e delle querele del premier a Repubblica e Unità, è arrivato dalla Festa tricolore di Mirabello l’altolà al «killeraggio», l’«ora basta», l’appello accorato: sinistra e Fnsi. Partecipazione che difficilmente passerebbe inosservata.
Il 2 settembre, al convegno delle Acli, Fini ha difeso dagli attacchi leghisti le sue proposte sull’integrazione
degli immigrati: voto amministrane a Berlusconi avverrà con una gara cui è iscritta una folla.
Fare il ministro non ti va;hai già dato. Fare l’uomo di partito, figurarsi; anche qui hai già dato. Continuare ad occupare la presidenza della Camera? Chebarba
E allora rimane il Colle, lì a due passi da Montecitorio.
Per arrivarci servono molti voti, ma non ne hai abbastanza nel Pdl. È necessario raccattarne a sinistra,
alla quale,dunque,fai l’occhiolino nell’illusione di sedurla. Oddio. L’hai sì conquistata; lo si è potuto
vedere alla Festa dell’ex Unità dove sei stato salutato quale novello Berlinguer. Ma la sinistra ti usa perché le fai comodo;sei il suo tassì. Al momento di eleggere il presidente della Repubblica (la prossima legislatura)
ai progressisti sarà passata la cotta. E da loro non beccherai un voto.Consiglio non richiesto:rientra nei ranghi. Torna a destra per recitare una parte in cui sei più credibile; non rischierai più di essere ridicolo come lo sei stato spesso negli  ultimi tempi.
                                                                                                   Vittorio Feltri

L'Articolo della Settimana  (7-13/9/09) è di Vittorio Feltri ed è stato pubblicato su "Il Giornale" del 07.09.09.
Feltri ancora una volta dà lezioni di Giornalismo, di Etica e di Libertà di Stampa e da par suo affronta il problema della coerenza politica, in modo magistrale, affondando  la penna con sagacia sugli aspetti più delicati   di una certa politica italiana












venerdì 18 settembre 2009

LA POLITICA DEI RESPINGIMENTI FUNZIONA

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, la sudafricana Navi Pillay, ha  ribadito in un discorso le accuse all’Italia per la politica dei respingimenti. Parole dure, quelle della Pillay, che non ha citato casi concreti, tranne il barcone di eritrei e somali che non l’Italia, in realtà, ma Malta aveva rifiutato di accogliere. La genericità delle sue accuse, davvero impropria per un responsabile dell’Onu su questioni così delicate, non Le ha impedito di paragonare il trattamento dei profughi (potenziali immigrati clandestini manovrati dalle organizzazioni criminali) a quello dei "rifiuti pericolosi", profughi "abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, e ciò in violazione del diritto internazionale".

L’Italia ha più volte chiarito la sua posizione, e cioè che in acque internazionali i profughi vanno respinti ai porti di partenza per non consentire una tratta di esseri umani che non sono persone in cerca di asilo politico, ma sventurati in fuga dalla povertà, facile preda dei nuovi schiavisti. Un problema al quale l’Onu non ha tentato di porre rimedio.

Ciò che colpisce è la politica dei due pesi e delle due misure, perché in effetti Paesi come gli Stati Uniti da molti anni impiegano lo stesso criterio verso i profughi cubani (anzi, di più, li respingono fin quando non toccano terra). Senza considerare che le leggi sull’immigrazione nei maggiori Paesi europei si caratterizzano da anni per un rigore superiore a quello italiano basti vedere il tempo senza limiti di permanenza nei centri di detenzione temporanea in Gran Bretagna, la precedenza nelle assunzioni per i tedeschi rispetto agli stranieri, i test di lingua in Paesi peraltro molto liberali come l’Olanda, e l’uso della forza (fuoco) per respingere i profughi alla frontiera tra Marocco e Spagna, a Ceuta e Melilla.

Un’altra considerazione è d’obbligo: l’Italia è il Paese che più di qualsiasi altro ha posto all’attenzione dell’Unione europea la drammaticità del problema degli immigrati illegali. E ha ottenuto che nelle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo fosse inserito un intero capitolo ad hoc. La realtà è che alle chiacchiere l’Italia cerca di rispondere con politiche di rigore e insieme di accoglienza. Rigore verso i criminali e quanti sono dai criminali manovrati e strumentalizzati, e accoglienza verso gli immigrati legali che meritano di avere assistenza e sostegno.
Fa comodo a qualcuno che l’Italia non eserciti le sue prerogative?

Che continui a essere il ventre molle dell’Europa rispetto alle infiltrazioni illegali?

Che paghi da sola il costo di un problema di dimensioni europee, anzi mondiali?

"L’Italia – ha reagito la Farnesina – è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all’Italia".
L’Onu sarà in grado finalmente di ascoltare? O continuerà a solleticare i sentimenti anti-italiani di un’opposizione capace soltanto di cavalcare le critiche (ingiuste) al nostro Paese?
 Basta alle aggressioni Onu contro l'Italia . Così si è espresso il portavoce del PdL Daniele Capezzone.

"Le ormai troppo frequenti esternazioni di rappresentanti dell’Alto Commissariato Onu per i diritti umani contro l’Italia sono politicamente irricevibili". Ha puntualizzato Daniele Capezzone, commentando la denuncia dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani contro i respingimenti.
"Non si capisce per quale ragione l’Italia debba essere criticata per aver realizzato esattamente la politica (accoglienza degli immigrati regolari e rigore contro l’immigrazione clandestina) che e’ propria di tutti i governi occidentali, qualunque sia il loro segno politico. Ne’ si capisce come l’Onu ignori il sempre maggiore coinvolgimento dell’Europa che il Governo italiano ha chiesto e che sta finalmente per ottenere, dopo gli impegni gia’ assunti da Carl Bildt e le positive assunzioni di responsabilita’ della Spagna, a cui competera’ la presidenza del prossimo semestre europeo". Infine, conclude il portavoce Pdl, "l’Onu farebbe bene a occuparsi del suo spesso discutibile funzionamento, dello spazio sempre maggiore riservato a dittature e paesi non democratici, degli elementi di opacita’ nella gestione e nell’amministrazione di risorse anche ingentissime".
















Fini querela Feltri

 «Un attacco intimi­datorio di inaudita violenza» è stato definito dal Presidente della Camera Gianfranco Fini l'articolo su Il Giornale di Vittorio Feltri  che lo  vedrebbe coinvolto  in uno scandalo  . Fini ha scelto di reagire «in maniera durissima» con una denuncia pena­le contro Feltri «perché io non ho mai avuto frequentazioni di questo tipo o incontri che possano imba­razzarmi e dunque non ho paura che questo fascicolo sia acquisito e reso pubblico». Fini ha dato ampio  mandato all'avv. Giulia Bongiorno, invitan­dola ad ogni  necessaria iniziativa nelle opportune sedi: «Scatenati perché io ho la coscienza pulita e questa storia voglio portarla fino in fondo-  le ha detto - . Non ci può essere il mio nome in quelle carte processuali. Se qualcu­no lo tirerà fuori, avrà veicolato una polpetta avvelenata».

Dibattito all'interno del PdL sui problemi sollevati da Fini

Sulla vicenda Fini/Feltri/Berlusconi riportiamo gli interventi più significativi degl,i esponenti del centro destra, partendo da Mario Valducci, responsabile degli Enti Locali del P.d:L:  che ha invitato  alla pacificazione, per arrivare a concludere: A cominciare da Fini tutti collaborino a costruire il partito
"Costituire un partito non e’ poi cosi’ difficile. Quello che e’ davvero complicato e’ strutturarlo e renderlo efficace.
Lo so bene. Il Popolo della Liberta’, una volta nato dall’intuizione e dalla pervicacia di Silvio Berlusconi, sta iniziando ad organizzarsi, cosa certamente piu’ difficile della costituzione. Si tratta di una fase che richiede tempo e attenzione, per non incorrere in errori che potrebbero compromettere il progetto del piu’ grande partito della storia italiana". Lo ha sottolineato  Valducci,  in un intervento sul quotidiano on line ’Il predellino’.
"E’ in questo contesto che si inseriscono le polemiche tra Fini e Berlusconi di questi giorni. Polemiche che, evidentemente, non fanno bene a nessuno e soprattutto non fanno bene al governo. L’acme lo stiamo raggiungendo proprio nel momento in cui il governo Berlusconi da’ prova di efficienza e concretezza nella ricostruzione dell’Aquila. Gli italiani ci hanno votato convintamente in forza di alcuni punti fermi e non possiamo tornare sulle nostre posizioni. Su altri, come l’organizzazione del partito, la soluzione richiede la collaborazione di tutti, a cominciare da Gianfranco Fini. Dobbiamo assolutamente evitare il gioco al massacro che avrebbe come prime vittime i cittadini italiani. A cominciare dai nostri elettori".
Per l'on.Sandro Bondi i contenuti della lettera firmata dagli ex parlamentari di An sono stati già discussi e approvati
“I contenuti della lettera firmata dai parlamentari provenienti dalla storia di Alleanza Nazionale - ha sottolineato il parlamentare -  sono assolutamente condivisibili, tanto che erano stati già discussi e approvati nel corso di un incontro avvenuto pochi giorni fa tra i coordinatori nazionali del PDL e i presidenti e vicari dei gruppi parlamentari, alla presenza del presidente Silvio Berlusconi.
Per il resto, non posso nascondere l’amarezza di chi, dal ‘gruppo di Todi’ fino ai lavori dell’assemblea costituente del partito unitario, si è sempre impegnato con la forza della politica e delle idee, per il raggiungimento di un traguardo che continuo a ritenere storico e indispensabile per il futuro dell’Italia”. Ha concluso il Coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi.
Per il Sindaco di Roma  Gianni Alemanno la lettera divide invece di unire
"Sono perfettamente d’accordo con il ministro La Russa. Lanciare oggi una lettera che, pur dicendo cose oggettivamente condivisibili, divide invece che unire il PdL, è una strada che ci allontanerebbe dalla soluzione dei problemi interni al partito". Ha affermato Gianni Alemanno, a proposito dell’iniziativa di Italo Bocchino.
"Il presidente Fini ha evidenziato giustamente la necessità di rilanciare il dibattito interno al Pdl e i coordinatori del partito hanno concordato con il presidente Berlusconi una strada per dare una risposta a questa inderogabile esigenza. Si tratta adesso di dare seguito a queste intenzioni con fatti concreti".
Per il ministro Altero MATTEOLI la lettera a Berlusconi allontana il chiarimento
"Ho avuto modo - ha precisato il parlamentare - di complimentarmi con il ministro Tremonti per l’ottima intervista rilasciata ad un importante quotidiano.
Allo stesso modo ho apprezzato le dichiarazioni distensive di alcuni colleghi parlamentari, in primis quelle di Cicchitto e Quagliarello. Ora condivido e apprezzo quanto dichiarato da La Russa. La firma sulla lettera a Berlusconi, condivisibile per i contenuti, di una parte dei deputati puo’ rappresentare un equivoco e allontanare l’indispensabile chiarimento". ha concluso il  ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Da parte sua l'on. La Russa ha sottolineato che la lettera inviata a Berlusconi e firmata solo da alcuni ex di An rischia di creare ulteriori problemi
Riguardo alla nota del coordinatore nazionale del Pdl, a commento della lettera firmata da una parte dei deputati di An e indirizzata al presidente Silvio Berlusconi, l'on. La Russa ha detto espressamente:
"Ho conosciuto il testo integrale della lettera che un gruppo di deputati ex di An potrebbe inviare al Presidente Berlusconi e ho letto anche le anticipazioni della stessa sulle agenzie. Trovo che tutto il contenuto della lettera non possa che essere pienamente condiviso non solo da una parte ma da tutti i parlamentari ex di AN.
Credo d’altronde che anche la stragrande maggioranza dei parlamentari del Pdl possa condividere a pieno lo spirito della lettera come dimostrano anche le recenti dichiarazioni sulla stampa e in aula dell’onorevole Cicchitto e del senatore Quagliariello .Voci certo non isolate. La stessa intervista di Tremonti, assolutamente condivisibile, va nella medesima direzione.
In conclusione anche a seguito delle convergenze di cui sopra ritengo che la lettera, firmata solo da una parte dei parlamentari ex An, anziche’ portare, come si vorrebbe, a una serena definizione di questa fase di tensione all’interno del Pdl che e’ inutile negare, finirebbe col favorire interpretazioni opposte e creare ulteriori problemi. D’altronde il percorso che e’ contenuto nella lettera era stato oggetto, in forma assai simile, di positiva convergenza nel recente incontro dei coordinatori e capogruppo del PDL col Presidente Berlusconi. Occorre pero’ che alle riunioni, alle dichiarazioni e alle eventuali lettere seguano effettivamente fatti concreti che confermino la volonta’ di tutti di proseguire nel positivo percorso di crescita del Pdl".
Per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, la discussone è positiva,  e dentro il Pdl vince chi convince
"Giusto. Un computer è corpus mecanicum , che resta inerte, senza il software. E su questo campo, in que­sto mese, si è sviluppata l’azione di Fi­ni. Ed è su questo, su immigrazione, interesse nazionale, tipo di patria, glo­balizzazione, catalogo dei valori e dei principi, che non solo tra Fondazioni ma dentro il Pdl si può e si deve aprire una discussione, dove vince chi con­vince.
Una discussione preparata ma­gari anche da un nuovo centro studi. Questo non vuol dire cambiare il pro­gramma elettorale, ma capire il pro­gramma elettorale". Ha concluso l'on. Tremonti in un’intervista al Corriere della Sera.
 Utili e condivisibili sono state considerate dall'on. Bondi  le parole di Tremonti su Fini e il Pdl
"Utili, costruttive e condivisibili". Cosi’ si è espresso il coordinatore nazionale del Popolo della Liberta’  il quale è intervenuto sulle opinioni espresse dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti .
"L’intervista di Giulio Tremonti contiene analisi, proposte e sollecitazioni, anche per quanto riguarda la vita democratica interna del nostro partito, utili, costruttive e condivisibili". "Come hanno dimostrato i lavori che si sono svolti a Gubbio - aggiunge il ministro dei Beni culturali - e’ necessario attivare sedi di confronto, a partire naturalmente da quelle previste dagli organi dirigenti del partito, allo scopo di approfondire e mettere al confronto le diverse posizioni esistenti sui problemi al centro del dibattito politico".




martedì 15 settembre 2009

Sicurezza : IL TRATTATO DI PRUM

Il Trattato di Prüm
Il Trattato di Prüm, sottoscritto il 27 maggio 2005 da sette Stati membri dell’Unione Europea (Germania, Spagna, Francia, Austria, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo), ha lo scopo di rafforzare la cooperazione di polizia in materia di lotta al terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e all’immigrazione clandestina.
Il Trattato è aperto all'adesione degli altri Stati membri e all'art. 1 esprime l'auspicio che, sulla base dei risultati conseguiti, possa essere trasferito nell'ambito del diritto dell'Unione Europea.
L’Accordo di Prüm enumera i settori di applicazione e, in particolare, prevede disposizioni concernenti lo scambio di dati relativi a DNA e impronte digitali, lo scambio di informazioni su persone inquisite, sugli autoveicoli e i proprietari degli stessi, sul possibile utilizzo di Sky Marshalls a bordo degli aerei da parte dei Paesi che intendano avvalersi di tale strumento, sulla falsificazione di documenti, sui rimpatri congiunti e i pattugliamenti congiunti di frontiera.
Per quanto attiene alla lotta all'immigrazione clandestina è previsto anche l'invio di Ufficiali di collegamento esperti in falsi documentali nei Paesi di origine dei flussi migratori irregolari.
L'Accordo prevede, altresì, la possibilità di costituire squadre miste per forme di intervento comune nel territorio di uno degli Stati contraenti e la mutua assistenza in occasione di manifestazioni di massa, catastrofi ed altre gravi calamità.
Il Trattato di Prum può essere visualizzato integralmente  sul sito del Ministero dell'Interno al seguente indirizzo

http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/16/0272_trattato_prumx1x.pdf

lunedì 14 settembre 2009

Gelmini: No all'ora di religione multiconfessionale

Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, intervenendo alla trasmissione radiofonica Radio Anch’io, ha ribadito che "l’insegnamento della religione cosi’ come e’ stato concepito va salvaguardato. Non e’ un’ora di catechismo, ma un’ora di approfondimento dei valori e dei contenuti della religione cattolica. Farla diventare un’ora in cui si insegnano altre religioni in maniera paritetica non e’ corretto.
Nel nostro paese la religione cattolica non puo’ essere paragonata alle altre religioni. Ha una valenza maggiore, e’ praticata dalla stragrande maggioranza della popolazione e ha un passato attualissimo. Non la si puo’ mettere sullo stesso piano delle altre religioni, che vanno comunque rispettate". Gelmini ha ricordato che niente del genere avviene nei paesi musulmani: "Non capisco perche’ noi dovremmo rinunciare a quello che non e’ solo religione, ma e’ qualcosa che ha condizionato fortemente la nostra cultura, la nostra tradizione e la nostra storia".
Il ministro è inoltre intervenuto sul reclutamento e sulla carriera degli insegnanti, affermando: "Non si puo’ perdere tempo. Il nostro paese e’ forse l’unico assieme alla Grecia a non avere una carriera per i docenti’ anche se da parte del governo non c’e’ alcuna volonta’ di privatizzare la scuola. Ma se riteniamo che dal ruolo dell’insegnante dipenda il futuro dei giovani e la qualita’ della scuola, dobbiamo trovare un’intesa col sindacato sulla carriera. L’avanzamento degli insegnanti non puo’ essere solo basato sull’anzianita’ ma soprattutto sul merito, sugli obbiettivi raggiunti, sulla qualita’ dell’apprendimento. Questo passaggio necessita di una legge: mi sto prodigando -ha detto- perche’ il parlamento vari una legge trasversale, appoggiata dall’opposizione, che introduca il meccanismo della carriera e che preveda per il reclutamento una maggior autonomia delle scuole. Auspico che questa sia la legislatura in cui si addiviene a una soluzione stabile, non modificata al cambiare del governo".

venerdì 11 settembre 2009

Vota Antonio: La politica secondo il principe dei comici

Vota Antonio , ovvero la politica secondo il principe dei comici .
Totò firma uno dei pezzi comici più esileranti della storia italiana repubblicana nel film di Sergio Corbucci "Gli onorevoli". Sfruttando in modo mirabile la sua mimica altamente espressiva, il grande comico fà un pò il verso al Duce, un pò prende in giro il conformismo democristiano, un pò deride il grigiore comunista, Totò mette alla berlina i partiti e gli onorevoli dalle vuote promesse, tipici personaggi della scena politica italiana , interessati solo ai voti degli elettori .
Da qui lo slogan ossessivo "Vota Antonio....Vota Antonio La Trippa...."
In altra scena cult del film Totò urla con tono premonitore “Dormite, borghesi pantofolai!”, riferendosi al disinteresse della classe dirigente per i gravi problemi del Paese.
In sostanza Totò non cercava trucchi e scorciatoie, ma con grande intelligenza rappresentava in modo mirabile la campagna elettorale del tempo, fino a raffigurarla  come un canovaccio da commedia dell'arte, ma soprattutto  mettendo in risalto in chiave ironica   i vizi, le ingiustizie e le miserie dei tromboni politici .
L'arguzia, la vis comica del Principe de Curtis, sono insuperabili e rendono vero e reale il quadro politico dell'epoca. La comicità sdrammatizza le miserie del popolo sovrano, uscito dalla guerra, chiamato in un tale contesto ad esercitare con grande dignità il diritto di voto, espressione massima della sua potestà d'imperio.
Oggi, anche a seguito del miracolo economico italiano, le cose sono cambiate. Si è modificato il quadro politico: non cè più,(almeno formalmente) il partico comunista italiano, non cè più la democrazia cristiana. Il compromesso non è più storico, ma è sempre in agguato dietro l'angolo, nei salotti radical chic, nelle redazioni dei giornali d'assalto .
Nel paese del trasformismo, si cambiano le casacche, si modificano gli ideali, gli obiettivi, ma la musica di fondo della politica è sempre la stessa.
Nelle piazze d'oggi, oltre ai politici che fanno campagna elettorale (quando la fanno),  scendono   i cantanti  dai concerti impegnati, icone della sapienza canora concentrata,(da cui restano  affascinati soprattutto i giovani), e che spesso sentenziano in modo criptico anche di  scienza politica  (è il caso ad esempio di Celentano) .
 Ma son presenti soprattutto i  nuovi comici, che hanno ricette già pronte e confezionate per ogni evenienza, anche la più imprevedibile e complessa quale la recente  crisi economica globale.
Loro non hanno bisogno di una laurea in economia, in scienze politiche: discettano liberamente su tutto , con estrema facilità, con ironia, come si conviene a loro, dando pesanti  giudizi sommari ai tecnici di governo per le misure adottate, se  tardano a dare risultati eclatanti ed  immediati. Ma soprattutto se la prendono con il Governo Ladro, anche se non piove, ovvero con il premier Berlusconi, sempre responsabile di tutte le nefandezze. Citiamo per tutti  Benigni e  Beppe Grillo.
Beppe Grillo, che secondo alcuni è in piena crisi artistica, in quanto non recita più e non  riesce  a far ridere con la sua comicità,  ha creato una vera e propria organizzazione politica con tanto di sito internet e mobilitazione di piazza da far invidia alla CGIL del 68. Punta sul malumore di un'opposizione in crisi  di programmi e sfrutta  l'irritazione  dei cattocomunisti frustrati dai loro  leader interessati solo al gossip politico.
"Grillo attacca i giornali perchè non scrivono quel che lui vuole e come vuole lui " scrive Francesco Merlo su La Repubblica, un giornale che dovrebbe essergli amico . Ed ancora  "Crede di essere una somma di Totò e del professor Sartori, uno che prende drammaticamente sul serio la propria scienza politica. E invece tutto può fare Grillo tranne che saltare la propria ombra, che rimane l'ombra di un comico( in crisi)".
Beppe Grillo dal 2005 anno in cui  ha inaugurato  l'antipolitica con il suo blog, con  i suoi comizi a pagamento, i circoli dei grillini ed i dissacranti Vaffa day, ha riscosso  nella sinistra in attesa del leader messianico, un chiaro successo medianico, ma soprattutto i suoi redditi sono aumentati in maniera esponenziale.
Per il 2007 il modello unico  del comico riportava un reddito imponibile di € 5.071.196, di cui 4.673.478 per attività artistiche. L'anno 2006 con il suo giro d'Italia di "Incantesimi" ha prodotto un utile dichiarato di  € 4.388.367, di cui 3.531.868 per arti e professioni.
Grillo sarà anche in crisi di comicità, ma il nuovo ruolo di contestatore istituzionale di sinistra gli rende bene.
Il comico genovese malgrado denigri in modo plateale le istituzioni, affermando impunemente  davanti ad una Commissione Parlamentare che in Parlamento vi sono solo "vecchi antistorici e qualche zoccola", aspira in concreto a ruoli politici.  Ma il reato di vilipendio delle istituzioni esiste ancora in Italia ? Perchè mai l'episodio
riportato con risalto da tutta la stampa nazionale non ha riscosso la dovuta attenzione di qualche Procura della Repubblica? D'altronde non è l'unico episodio con estremi di reati,   degno di attenzione per i P.M.
Il 12 luglio Beppe Grillo tenta la scalata istituzionale e si auto-candida alla segreteria del P.D. Ma la sua candidatura non viene accettata in quanto il comico non risulta iscritto al partito    
Dunque, tornando  al nostro beneamato Totò, è'  per rendere il dovuto omaggio all'insuperabile arte comica, politica ed oratoria del Principe de Curtis, che sigleremo tutte le note politiche relative alle dichiarazioni dei nostri onorevoli, con il famoso slogan elettorale "Vota Antonio".
E' un  augurio, un  buon auspicio a sorridere di tanto in tanto, a sdrammatizzare le accese polemiche, spesso inutili e pretestuose dell'agone politico e dello spettacolo, spesso comico,   che i nostri personaggi pubblici, sicurtamente apprezzeranno la nostra iniziativa 
Gli altri articoli saranno regolarmente firmati, ovvero porteranno la sigla dell'autore.
A.D.

mercoledì 9 settembre 2009

PRIMA FESTA NAZIONALE DELLA GIOVANE ITALIA

Mercoledì 9 settembre prende il via l’XI edizione di Atreju, dal 9 al 13 settembre al Parco del Celio. Evento clou della giornata inaugurale sarà l’incontro, alle ore 18, tra il presidente del Consiglio e leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e i ragazzi della Giovane Italia. Il dibattito, dal titolo ‘L’attimo fuggente – Idee, suggestioni e concretezza: la politica per lasciare il segno’, sarà moderato da Giorgia Meloni, alla guida dei giovani del Pdl.
L’incontro sarà preceduto, alle ore 17, dalla cerimonia di inaugurazione e dai saluti, che saranno portati dai presidenti locali del partito Gianfranco Sammarco, Pdl Roma, Francesco Lollobrigida, Pdl provincia di Roma, Vincenzo Piso, Pdl Lazio, e da Alfredo Pallone, portavoce della delegazione italiana al Parlamento Europeo. Alle 17.30, invece, interverranno il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, il portavoce del partito, Daniele Capezzone, e l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Roma, Laura Marsilio.
In serata, alle 20.30, verrà consegnato il primo ‘Premio Atreju ’09’ alla campionessa mondiale di nuoto Federica Pellegrini. Parteciperanno il ministro alla Gioventù, Giorgia Meloni, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Rocco Crimi.

martedì 8 settembre 2009

Berlusconi: VOTO A IMMIGRATI STRATAGEMMA COMUNISTA

"Il fatto che non ci sia liberta’ di stampa in Italia e’ una barzelletta di questa minoranza cattocomunista e dei suoi giornali che purtroppo sono il 90%. Liberta’ di stampa non e’ liberta’ di mitificare, di insultare e di calunniare e per questo mi sono rivolto alla magistratura".


Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi che è intervenuto a ’Mattino cinque’, la trasmissione di Canale 5, parlando delle polemiche suscitate dopo la presentazione delle querele alla Repubblica e all’Unita’ e della mobilitazione che la Federstampa si appresta a organizzare.


"Il diritto alla riservatezza è violato sistematicamente dalla sinistra. Nei miei confronti è in atto una campagna eversiva, perché è contro la volontà del popolo. L’ho detto e lo ripeto: povera Italia. Credo che si dovrebbe interrompere qualunque campagna che attacca chiunque su basi false e calunniose".

Sui rapporti col Vaticano, il premier ha osservato: "I rapporti del governo e miei personali con chi guida con prestigio e autorevolezza la Chiesa cattolica sono eccellenti da sempre e sono stati alimentati da un dialogo continuo e tali continueranno a essere".


Quanto alla possibilità di dare il voto agli immigrati, il nostro presidente ha commentato: "E’ un subdolo stratagemma che i comunisti immaginano per garantirsi una futura preminenza elettorale. Gli italiani hanno chiaro che Berlusconi difende la sicurezza di tutti gli italiani, evitando che i signori della sinistra aprano le frontiere a chiunque. Il risultato sarebbe un’Italia alle prese con un numero crescente di clandestini, cui la sinistra vorrebbe concedere nel giro di breve tempo la cittadinanza e quindi il diritto di voto. Con questo subdolo stratagemma i comunisti immaginano di garantirsi una futura preminenza elettorale".


"In questi 14 mesi di governo abbiamo fatto così tante cose che vado orgoglioso di tutto quello che abbiamo fatto il bilancio lo hanno fatto gli italiani con i loro ultimi voti: ricordo che dopo le politiche abbiamo vinto le regionali in Abruzzo e Sardegna, abbiamo consolidato il nostro primato alle europee e conquistato un numero di amministrazioni locali senza precedenti. Questo è il giudizio degli italiani che viene confermato anche dai sondaggi secondo i quali io veleggio verso il 70% dei consensi. E un primato ineguagliato in tutte le democrazie occidentali dopo un anno di governo. Abbiamo fino ad ora rispettato tutti gli impegni che avevamo assunto in campagna elettorale, dai rifiuti a Napoli all’Alitalia e stiamo riducendo la spesa pubblica e gli sprechi".


Berlusconi è ritornato a parlare dei rapporti con la Libia "C’è qualcuno a cui dispiace che ci arrivino il petrolio e il gas libico o dell’Algeria per meglio ripartire le forniture di energia di cui abbiamo assoluto bisogno?. C’è qualcuno che pensa ancora che le conquiste coloniali siano state una cosa giusta? C’è qualcuno che pensa che sia sbagliato investire sullo sviluppo dell’Africa? C’è qualcuno cui fa dispiacere che le nostre imprese si aggiudichino i più importanti lavori per le infrastrutture dei paesi della costa mediterranea?. C’è qualcuno che ha una proposta credibile per coinvolgere la Libia nella strategia di contrasto all’immigrazione clandestina? Ecco io ai comunisti e ai cattocomunisti ho continuato a porre queste domande precise e nessuno di loro ha saputo rispondermi".



Il Presidente ha sottolineato inoltre che la crisi economica è ormai alle spalle: "Che la crisi economica stia finendo non lo dico soltanto io. Intanto dico che c’è bisogno di fiducia e ottimismo perché con il pessimismo e il catastrofismo della sinistra e dei suoi giornali, la crisi peggiora. Che il peggio sia passato l’ha detto nei giorni scorsi il Fondo monetario internazionale, lo ha detto la Commissione Europea, quindi non lo ha detto soltanto il presidente del Consiglio italiano".


E infine il punto sull’azione del governo nel post terremoto in Abruzzo. "Alla fine di questo mese cioè solo dopo cinque mesi, nessuno starà più nelle tendopoli. Il 15 settembre consegnerò personalmente le prime villette e i primi appartamenti e termineremo come annunciato, entro l’anno. Nessuno pensava che questo fosse possibile, soprattutto i nostri avversari, e invece il miracolo è avvenuto".