giovedì 28 gennaio 2010

Tremonti per una riforma fiscale europea

TREMONTI: E' arrivato il momento in Italia e in Europa per una riforma fiscale che ci allinei al nuovo secolo

"E’ arrivato il momento in Italia e in Europa per una riforma fiscale che ci allinei al nuovo secolo.

Non credo che la via giusta sia quella dei piccoli rattoppi inutili per rimettere a posto una specie di ectoplasma che accumula elementi di ingiustizia con elementi di inefficacia. Il fisco, cosi’ com’e’, e’ ingiusto e inefficace, prende troppi soldi da una parte, fa perdere troppo tempo alle imprese, i cittadini pagano tanto e non hanno l’idea a chi pagano e soprattutto che cosa ricevono".

Lo ha affermato il responsabile dell’Economia Giulio Tremonti a Telefisco, iniziativa de ’Il Sole 24 Ore’. "Un sistema con aliquote cosi’ elevate e’ un alibi per non pagare le tasse. Se tu paghi la meta’, io continuo a chiederti il doppio, cosi’ tu paghi almeno la meta’.

Solo una minoranza dichiara redditi sopra i 100.000 euro, mentre la vendita di auto di classe elevata e’ quattro volte tanto. Credo nella riduzione delle aliquote e nel coinvolgimento in modo serio dei Comuni nel contrasto all’evasione."

IL CROCIFISSO BUSSA AL PARLAMENTO UE

PETIZIONE POPOLARE AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: Il crocifisso va rispettato


Signor Presidente,

la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani turba, inquieta e disturba la nostra coscienza di cittadini europei. Se la Corte europea, con una sua sentenza, elimina il crocifisso dalle scuole, cioè l’immagine dell’uomo-Dio in cui credono milioni di cittadini, , il nostro essere europei riceve un colpo mortale. Non potremmo più riconoscerci in un’Europa che cancella per via giudiziaria i valori ed i simboli che hanno contribuito a fare dei nostri Paesi ciò che essi hanno rappresentato per la civiltà universale.
Non siamo contro i valori rappresentati da altre visioni del mondo, ma desideriamo che la nostra cultura e le nostre tradizioni vengano rispettate e tutelate. Non possiamo accettare, come cittadini europei, che l’Unione mortifichi ed annulli le differenze. La nostra “differenza” va convintamene salvaguardata e l’iconografia che tradizionalmente esprime i nostri valori va assolutamente rispettata. Il Parlamento europeo, che è l’espressione della volontà popolare, deve garantire il rispetto della nostra tradizione, altrimenti l’Europa sarebbe percepita soltanto come una organizzazione mercantile, senza anima e vuota di senso. Non erano queste le ragioni e le finalità che hanno spinto i Padri fondatori a dar vita alle Comunità europee. Essendo un diritto umano anche quello che pretende il rispetto di sé, della propria storia, della propria cultura e della propria tradizione, facciamo appello alla sua autorità perché questo nostro diritto non venga così volgarmente calpestato.

SCARICA IL MODULO DELLA PETIZIONE  dal sito PdL

Primo firmatario: On. Cristiana Muscardini, via P. Sottocorno, 5 – 20129 - Milano

Secondo firmatario: Andrea Mascaretti, Assessore del Comune di Milano, Viale Zara 124

20125- Milano

Nesuna sanatoria per i clandestini in nero

GASPARRI: Non ci sara' nessuna affrettata sanatoria per i extracomunitari o lavoratori in nero

""Non ci sara’ nessuna affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero. Al Senato abbiamo stralciato l’articolo 48 della legge comunitaria affinche’ su questi aspetti si continui ad agire nel solco della legge Fini-Bossi, ingresso di quote limitate e regole specifiche per il lavoro stagionale e delle norme ulteriori introdotte a contrasto della clandestinita’ e per l’integrazione".
Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Del resto, il governo nella riunione di Reggio Calabria attraverso il ministro Sacconi ha annunciato un ampio piano contro il lavoro nero e lo sfruttamento illegale sia nei confronti degli stranieri che degli italiani. Tutti coloro che lavorano in Italia devono farlo in condizioni di legalita’, chi viene dall’estero deve trovare impiego nel rispetto dei suoi diritti, mentre la clandestinita’ continua ad essere contrastata con decisione dal centrodestra senza cedimenti, sanatorie o scelte demagogiche. Il Senato si e’ espresso con chiarezza questa mattina dissolvendo dubbi e interpretazioni affrettate che abbiamo letto su troppi organi di informazione".

MARONI: Risultati straordinari nella lotta all'immigrazione clandestina


"Gli arrivi degli immigrati clandestini in Italia sono diminuiti in maniera straordinaria da quando c'è questo governo". Lo ha ricordato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa svolta al termine del Consiglio dei Ministri a Reggio Calabria. Maroni ha spiegato che nel corso della riunione di governo è estata riassunta l'attività dell'Esecutivo, oltre che nella lotta alla mafia anche nel contrasto all'immigrazione clandestina. Nel 2009 - ha citato i dati il titolare del Viminale - gli sbarchi sono diminuiti, rispetto al 2008, di circa il 74% (36.951 clandestini arrivati nel 2008 contro 9.573 arrivati nel 2009)".
Questo, ha detto l'esponente della Lega Nord, "rappresenta il dato piu' importante tra tutti i paesi dell'Unione Europea". Ma se il calcolo viene fatto da maggio 2009, data in cui viene firmato l'accordo con la Libia per il rimpatrio dei clandestini, a fine 2009, si registra una diminuzione di oltre il 90% rispetto allo stesso periodo del 2008 (31.281 sbarchi maggio-dicembre 2008 contro 3.185 sbarchi maggio-dicembre 2009)". Maroni ha parla anche dei rimpatri effettivi che nel periodo 2008-2009 sono stati 42.955. "Tutto fatto da noi a nostre spese', ricorda Maroni ribadendo che 'continueremo a chiedere che L'Unione Europea si faccia carico di queste operazioni. Operazioni che noi facciamo nell'interesse di tutti".

I PUNTI SALIENTI SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

LEGITTIMO IMPEDIMENTO: I punti salienti del disegno di legge


Lunedì prossimo arriverà nell’aula di Montecitorio il disegno di legge sul legittimo impedimento che modifica l’articolo 420-ter del codice di procedura penale (Impedimento a comparire dell’imputato o del difensore) e specifica quali attività esercitate da soggetti che rivestono determinate cariche pubbliche costituiscono impedimento a comparire nelle udienze.
Il testo che verrà discusso in prima lettura contiene una disposizione espressamente finalizzata a garantire al Presidente del Consiglio il sereno svolgimento delle sue funzioni, destinata ad operare in via transitoria e applicabile ai processi in corso. Viene così introdotto nel nostro ordinamento il concetto di impedimento continuativo in relazione alle funzioni svolte, prevedendo un’attestazione da parte degli uffici di appartenenza e l’obbligo per il giudice di rinviare l’udienza per il periodo indicato. Il corso della prescrizione rimane sospeso per l’intera durata dell’impedimento.
Il legittimo impedimento ha una funzione-ponte verso riforme costituzionali che regolino i rapporti tra magistratura e politica, nella convinzione che la valutazione del merito e dei tempi dell’attività del governo non può competere al potere giudiziario, e per questo l’articolo due specifica espressamente le cause di legittimo impedimento a comparire. Verrà fatta, insomma, un’elencazione completa delle leggi che individuano cosa é "impegno istituzionale". Per come è formulato ora il testo, non rientrerebbero tra gli impegni istituzionali per far sospendere le udienze, quelli internazionali. Il che sarebbe un autentico paradosso.
Ma ecco le ultime novità prima dell’arrivo in Aula del disegno di legge.

Esclusa l’estensione dell’impedimento a comparire in udienza anche a deputati e senatori (per ora il testo unificato si riferisce solo a premiere e ministri).

L’opposizione ha già depositato una serie di emendamenti già bocciati in commissione Giustizia, mentre dal Pd arriverà anche una pregiudiziale di costituzionalità. La sinistra vuol evitare l’automatismo della sospensione dando al giudice la facoltà di valutare se l’impedimento é fondato.
Oltre 70 gli emendamenti targati Idv, quasi tutti soppressivi per mettere in evidenza l’incostituzionalità del testo. Altri mirano a stabilire che il premier indichi date certe in cui presentarsi in caso di legittimo impedimento.

Cinque le modifiche targate Udc, quattro delle quali ripongono il contenuto del testo presentato da Vietti, che tra le altre cose stabiliva il tempo transitorio di validità della legge in 12 mesi (e non 18 come nel testo base). Il quinto emendamento Udc esclude i ministri dai destinatari del legittimo impedimento ritornando alla formulazione originaria che lo stabiliva solo per il premier.
Il provvedimento che si voterà in aula da martedì è costituito da 2 articoli: il primo specifica il contenuto della modifica di legge, il secondo riguarda l’entrata in vigore del provvedimento. Lo scopo, recita il primo comma dell’articolo 1, è consentire "al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite dalla Costituzione e dalla legge". Costituisce legittimo impedimento a comparire alle udienze dei procedimenti penali, quale imputato o parte offesa, il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste dalla legge sulla "Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il comma 3 riguarda i ministri per i quali, sottolinea il testo, "l’esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni costituisce legittimo impedimento".
In pratica, quando ricorrono queste ipotesi il giudice rinvia il processo ad altra udienza. Ciascun rinvio non può essere superiore a sei mesi. Quanto al corso della prescrizione, il testo stabilisce che rimanga sospeso per l’intera durata del rinvio. Il settimo e ultimo comma dell’articolo 1 stabilisce che la legge si applichi anche "ai processi penali in corso in ogni fase, stato o grado, alla data dell’entrata in vigore della legge".


CONSULTA GIUSTIZIA PDL: Il comportamento dell'ANM è contraddittorio

“La Consulta Giustizia del Pdl, unitamente al responsabile Giustizia della Lega, On. Matteo Brigandì, trova contraddittorio il comportamento dell’Anm, che da un lato chiede il confronto e il dialogo con il governo sulle questioni della giustizia e dall’altro adotta atteggiamenti irrispettosi nei confronti delle istituzioni che alimentano le tensioni e lo scontro”.
Lo ha affermato una nota della Consulta Giustizia del Popolo della Libertà.

mercoledì 27 gennaio 2010

I FATTI DEL BUONGOVERNO: L'Italia sorpassa la Spagna

L’Italia quest’anno tornerà davanti alla Spagna nella classifica del reddito pro-capite dell’Unione europea. L’ex-locomotiva iberica, che nelle graduatorie redatte da Eurostat aveva superato il nostro Paese nel 2006-2007 (economia in crescita, governo Prodi), si accoderà nuovamente all’Italia nel 2010 (economia in recessione, governo Berlusconi). Ricordiamo che già alla fine dello scorso anno il Pil italiano aveva sorpassato la Gran Bretagna, guadagnandosi il sesto posto.

Nell’uno (Spagna) e nell’altro caso (Gran Bretagna) queste classifiche sono il risultato di due fattori: da una parte la straordinaria frenata di quelle economie per l’esplosione delle bolle immobiliari e finanziarie; dall’altra la capacità di maggiore tenuta e di sostanziale solidità del tessuto economico dell’Italia (non finanza, ma industria), che le previsioni Ocse indicano come uno dei Paesi più attrezzati per cavalcare la per ora lenta ripresa. Tutti segnali che confermano la bontà e la serietà delle politiche anticrisi messe in campo dal governo.

E’ stato il quotidiano spagnolo Abc ad anticipare lo "schiaffo" di Eurostat a Zapatero: dal 102,6% del reddito medio europeo del 2008, Madrid è destinata a slittare a 97,4% nel 2010 e 96,3% nel 2011. L’Italia si attesta al 98,4%. Si ricorda che Zapatero aveva indicato la possibilità che la Spagna superasse anche Francia e Germania, una previsione che gli viene rinfacciata nel momento in cui il leader spagnolo è a poche settimane dal semestre di presidenza dell’Ue: "L’Italia tornerà a superarci perché la sua economia non segue la linea di collasso di quella spagnola". Parole che rappresentano un riconoscimento della bontà e della prudenza della politica economica del nostro governo. La classifica del Pil pro-capite è considerato un indicatore attendibile del tenore di vita di un Paese, anche se non tiene conto delle differenze del costo della vita. Ma il controsorpasso dell’Italia nei confronti della Spagna sta anche in altre cifre: ad esempio nel 19% di tasso di disoccupazione (a fronte dell’8,4% italiano) oppure ancora nella crisi dei consumi, che sono diminuiti tre volte di più che in Italia, o ancora nell’indebitamento delle famiglie in percentuale sul Pil (il doppio dell’Italia), nel deficit commerciale dieci volte più grande del nostro e in un deficit pubblico che è il doppio. Tutto questo a buona memoria della sinistra e dei tanti fans della Spagna di Zapatero, costretta ora a rivedere alla radice un modello di sviluppo che, fondato sull’immobiliare, si è rivelato con i piedi d’argilla. Mentre l’Italia di Berlusconi, con prudenza e saggezza, si prende le sue soddisfazioni nei confronti della tante, celebrate, piccole e grandi tigri europee : Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Islanda.

PdL

martedì 26 gennaio 2010

Positiva la proposta francese sul Burqa

CALDEROLI - BURQA: "POSITIVA PROPOSTA COMMISSIONE FRANCESE. LEGA NORD HA GIA’ AVANZATO PROPOSTA A RIGUARDO"

"La proposta della commissione parlamentare francese sul divieto di utilizzare il burqa in luoghi pubblici rappresenta un’iniziativa positiva in quanto la libertà individuale, compresa quella religiosa, deve essere sempre bilanciata con le esigenze di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Ricordo che a casa nostra esiste già una normativa a riguardo, che deve essere però completata come suggerito dalla proposta della Lega Nord, presentata lo scorso ottobre dal capogruppo Roberto Cota alla Camera dei Deputati, proposta che impedisce la possibilità di aggiramento della suddetta norma.
Questa necessità di impedire l’utilizzo del burqa in luoghi pubblici è confermata anche dal fatto che altri Paesi europei, come la Danimarca e l’Olanda, hanno allo studio misure analoghe a quelle francesi".
Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord.

Povero Bersani, le mani in tasca gliele ha messe Vendola

 Da FATTI & MISFATTI  del Pdl riportiamo:

 Povero Bersani, le mani in tasca gliele ha messe Vendola


Dopo lo schiaffone ricevuto da Vendola in Puglia, dopo lo sgambetto subito dal sindaco di Bologna Delbono, tutti i sondaggi indicano il Partito Democratico in calo tra il 28,5 e il 28,7 per cento, molto al di sotto di quella soglia del 30 per cento che era considerata l’ultima diga in vista delle elezioni regionali. Eppure Bersani, il nuovo segretario, trova il tempo per dire che questo Governo gli ha messo le mani in tasca! Incredibile, ma vero, Bersani ritira in ballo un articolo pubblicato dal Corriere Economia e smontato, riga per riga, dal Dipartimento delle Finanze.

Spiegano i tecnici di Via XX Settembre, come il calcolo del tax freedom day, il giorno dell’anno in cui il contribuente arriva al guadagno personale dopo avere pagato le imposte, sia stato effettuato su un impiegato che rappresenta soltanto il 3 per cento della sua categoria di reddito, che guadagna in media molto meno dei 44.000 euro l’anno attribuiti dal Corriere a un impiegato qualsiasi. Viene spiegato, inoltre, come il calcolo su quanti giorni dell’anno siano necessari per guadagnare le somme dovute al Fisco, sia da considerare più un esercizio di folklore che non un dato concreto. Tale esercizio, comunque, non potrà mai essere la base per stabilire se sia effettivamente salita oppure no la pressione fiscale nel nostro Paese. A Bersani inoltre, si può ribattere che seguendo i suoi vecchi canoni di protesta marxisti-leninisti, non ha ancora capito quanto sia importante il rapporto tra le imposte pagate e il valore dei beni e dei servizi forniti dall’amministrazione pubblica.

Incurante di tutto ciò, il nuovo leader della sinistra, si fa per dire, riformista, insiste nell’attaccare sempre e soltanto il presidente Berlusconi e il Governo su temi che non hanno un fondamento reale. Lo si può anche capire, l’attacco di Bersani, perché certo, in questo momento, il neo-leader non può tirare in ballo i programmi per le regionali o la bontà dei suoi candidati quando, fino all’altro ieri, ha sostenuto un Boccia con tutte le forze, per essere poi schiaffeggiato nelle primarie con la vittoria popolare di un Vendola. E lo si capisce ancora di più, se si riflette sul fatto che il nuovo gruppo dirigente contava proprio sulla Puglia come la Regione-laboratorio, dove sperimentare una nuova grande alleanza tra tutte le forze che potrebbero opporsi a Berlusconi, compreso l’UdC di Casini. Povero Bersani, qualcuno dovrebbe fargli leggere i sondaggi di Euromedia Research che spiegano come il 46 per cento degli elettori del Partito Democratico e il 42 per cento degli elettori dell’UdC, rispettivamente, ritengono per niente o pochissimo credibile la prospettiva di una reciproca alleanza.

Cala consenso leader mondiali, solo Berlusconi si rafforza

 Da FATTI &  MISFATTI  riportiamo: Cala consenso leader mondiali, solo premier italiano si rafforza
I leader della sinistra in Occidente escono sconfitti dalla prova elettorale e continuano a calare nei sondaggi, a vantaggio degli avversari conservatori o liberali. Anche i leader moderati subiscono un calo di consenso, perfino Angela Merkel. Unica eccezione, Silvio Berlusconi, che nelle rilevazioni pubblicate dalla stessa Repubblica conserva il record di consensi fatto registrare all’indomani dell’aggressione a Milano.
La domanda è duplice: perché la sinistra non affascina più l’elettorato? E perché Berlusconi è l’unico capo di governo che continua a piacere ai suoi concittadini?
La risposta è una sola, e si ricava da una semplice analisi delle ragioni della popolarità e impopolarità. Gli elettori hanno oggi un rapporto diretto con i leader, molto più personale - e non mediato dai partiti politici - rispetto al passato. Di conseguenza, è anche immediato il giudizio sull’operato del leader. Se "fa", viene promosso. Se "non fa", viene castigato. In americano c’è un termine perfetto per rendere l’idea. Il leader popolare è quello che "delivers", ossia che mantiene le promesse, che raggiunge il risultato, che ottiene quello che vuole. I suoi concittadini ed elettori capiscono benissimo il linguaggio dei fatti.
Per dirla con James Lindsay, ex assistente di Clinton e oggi importante analista americano, anche per un leader carismatico come Obama "viene il momento di trasformare le parole in atti". E allora, partiamo proprio dal Presidente approdato alla Casa Bianca sull’onda di un entusiasmo pari soltanto a quello che condusse a Washington John Kennedy. Ma Obama soffre oggi di un calo di popolarità inversamente proporzionale quella avuta in campagna elettorale, e la sola ragione è la delusione per le promesse non mantenute o, peggio, per gli obiettivi annunciati e mancati. Certo, nel 2009 hanno pesato la battaglia sulla riforma sanitaria, la crisi nucleare con l’Iran e la Corea del Nord, le guerre difficoltose in Iraq e Afghanistan… Drammatica per Obama è stata, più recentemente, la sconfitta della candidata democratica nel seggio senatoriale del Massachusetts lasciato vacante alla morte di Ted Kennedy: non solo da 46 anni era appannaggio dei democratici, ma con la vittoria repubblicana toglie al Presidente la possibilità di far passare così com’è, senza compromessi, la principale delle sue riforme annunciate, quella sanitaria. La sconfitta è contemporanea alle polemiche che infuriano sul coordinamento americano degli aiuti a Haiti e segue di poco l’onta dell’impreparazione del sistema della sicurezza nazionale sul fronte del terrorismo interno.

In Gran Bretagna, secondo un sondaggio di pochi giorni fa pubblicato dal Sun, il premier laburista Gordon Brown ha addirittura toccato il livello minimo del 30 per cento delle intenzioni di voto, indietro di 12 punti rispetto ai conservatori, ma altri sondaggi ancora lo quotano al 23 per cento. È fortissima la probabilità che i laburisti si piazzino nelle prossime elezioni alle spalle degli stessi liberali. In questo caso, due sono le ragioni che giocano a sfavore di Brown: la mancanza di carisma personale e i dubbi dell’elettorato sull’efficienza della risposta alla crisi economica.

In Spagna, il leader-icona della sinistra europea, Zapatero, ha anche lui toccato il record negativo del 33 per cento dei consensi secondo un sondaggio di appena quattro giorni fa. Così basso era soltanto il favore popolare per il presidente argentino Cristina Kirchner, che infatti ha perso le elezioni cedendo la guida del governo al leader conservatore Pinera. Anche Sarkozy e la Merkel fanno registrare un calo di consensi, ma mai così marcato come i loro "colleghi" della sinistra, e mai tale da mettere in serio pericolo la stabilità politica del Paese. Fra l’altro, la Merkel è stata confermata nel secondo mandato, ottenendo anche il risultato di estromettere dal governo i socialdemocratici con i quali era giocoforza coalizzata nella scorsa legislatura. Berlusconi, a ben vedere, è l’unico leader che vede accrescere la sua popolarità, in virtù del carisma personale e del suo "fare" come primo ministro.

PdL

lunedì 25 gennaio 2010

ALFANO: Faremo una grande riforma della giustizia

" Abbiamo intenzione di proporre al Parlamento un piano straordinario di smaltimento dell’arretrato civile; di dare soluzione definitiva al problema dei vuoti di organico nelle sedi disagiate; inoltre, la riforma della magistratura onoraria; la riforma dell’avvocatura; la legge sulle intercettazioni; la riforma del processo penale; il disegno di legge sulla ragionevole durata del processo penale, il quale, benché di iniziativa parlamentare, è sostenuto dal Governo; l’attuazione delle deleghe del processo civile, tra le quali la semplificazione dei riti e la previsione dell’atto pubblico entro precisi termini previsti dalla legge delega; l’istituzione del tribunale della famiglia; l’introduzione nel codice civile del contratto di fiducia e del contratto informatico; l’attuazione del principio di sussidiarietà mediante un’organica riforma degli enti giuridici; un nuovo piano antimafia e le riforme costituzionali."

Lo ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che nel corso della sua relazione sulla giustizia davanti alla Camera dei deputati, ha inoltre osservato:

"Bisognerà, inoltre, prevedere le giuste procedure che consentano - fuori da ogni logica punitiva ma nello stesso tempo lontani da difese corporative - di affermare il binomio potere - responsabilità anche nell’esercizio della giurisdizione.

In quest’ambito dovranno anche essere adeguate e ripensate la struttura, la composizione e la funzione del Consiglio superiore della magistratura, ben oltre l’esigenza di innovarne il sistema elettorale che, com’è noto, può essere modificato con legge ordinaria. Occorre, infatti, restituire, in concreto, al Consiglio superiore la sua funzione di organo di garanzia, superando ogni equivoco su una malintesa sua funzione rappresentativa, che non pare coerente neppure con il disegno originario dei nostri Padri costituenti e che, invece, si è insinuata spesso nella prassi consiliare. Occorre, infine, garantire assoluta autonomia, separatezza ed esclusiva natura giurisdizionale - anche riguardo alla sua composizione - alla giustizia disciplinare, in modo da evitare le negative conseguenze di una giurisdizione domestica."


QUAGLIARIELLO: L'opposizione mente sulla retroattività del processo certo

"Abbiamo sempre riconosciuto con lealta’ che le proposte presentate dal Pd sulla giusta durata dei processi non fossero uguali a quella del Pdl. E siamo anche convinti dell’essenziale miglioramento che la nostra proposta ha introdotto rispetto alle altre diversificando i tempi processuali in base alla gravita’ del reato". Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl, commentando l’approvazione del ddl sul processo breve oggi a Palazzo Madama. "Ferma restando la legittimita’ di ogni divergenza, invitiamo pero’ l’opposizione a mantenere la polemica entro i confini della verita’.
Sostenere, come fa ancora oggi il senatore Maritati, che le proposte del Pd non erano ’retroattive’, semplicemente non corrisponde al vero. Sia il ddl 2699 del 2004, sottoscritto dal senatore Maritati, sia il ddl 878 del 2006, che porta fra le altre le firme dei senatori Finocchiaro e Casson, recitano: ’nei procedimenti in corso all’entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti, se piu’ favorevoli all’imputato’.
E nelle rispettive relazioni si legge: ’nei procedimenti in corso il termine di prescrizione sara’ quello risultante in concreto piu’ vantaggioso per l’imputato, a seconda che si applichi la disciplina vigente o quella di nuova introduzione, ferma restando l’impossibilita’ di contaminare i due istituti nella ricerca di una terza soluzione ancora piu’ benevola dell’una o dell’altra’. L’unica differenza e’ che la norma transitoria prevista dal Pd avrebbe investito tutti i processi, mentre da parte nostra si e’ preferito limitare l’impatto sull’ordinamento. E’ legittimo cambiare idea rispetto a quanto si e’ scritto in passato, ma non si puo’ affermare che non lo si sia mai scritto".



PdL

mercoledì 20 gennaio 2010

Processo breve a presidio della civiltà giuridica

BERLUSCONI: Non credo che il processo breve presenti profili di incostituzionalità

"Non credo che il cosiddetto processo breve presenti profili di incostituzionalita’.
C’e’ l’Europa che ci chiede tempi certi per i processi e poi c’e’ la Costituzione che ci dice che devono avere dei tempi ragionevoli". Lo ha affermato il presidente Berlusconi, commentando il provvedimento sul processo breve approvato dal Senato

.GIRO: Il processo breve è un voto per la civiltà giuridica

"Un voto per la civilta’ giuridica. Un voto che personalmente dedicherei alla figura di Piero Calamandrei". Lo ha affermato Francesco Giro, deputato del PdL e sottosegretario ai Beni culturali, commentando la notizia dell’approvazione da parte del Senato del ddl sul processo breve.

CAPEZZONE: Stop al malvezzo dei comizi dei magistrati

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha criticato le dichiarazioni dei magistrati sul processo breve.
"La nota del cosiddetto Comitato intermagistrature (definizione che pare tratta da ’1984’ o da ’La fattoria degli animali’ di Orwell) contro una norma approvata dal Senato della Repubblica e che ora va all’esame della Camera dei Deputati e’ di una gravita’ inaudita, perche’ travolge il principio fondamentale della separazione dei poteri, che impone ai magistrati di applicare le leggi. Se i signori magistrati vogliono fare politica e scrivere le leggi, facciano il piacere di lasciare la toga, di candidarsi alle elezioni e ottenere il voto degli italiani, ma occorre porre fine al malvezzo per cui mentre si indossa una toga si continuano a fare comizi politici".

QUAGLIARIELLO: In Puglia un'ennesima incursione giudiziaria sulle elezioni regionali

"In nome di una diversa concezione del servizio sanitario in Puglia il centrodestra si candido’ contro Nichi Vendola. Ha condotto cinque anni di serrata opposizione sul piano politico, e continuera’ a incalzare la sinistra da qui alle regionali. Ma non puo’ non turbare l’ennesima ’tempestiva’ incursione e pubblicizzazione di una iniziativa giudiziaria alla vigilia della scelta di un candidato presidente". Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vice presidente vicario dei senatori del Pdl.

"E’ un film gia’ visto in Campania con lo stillicidio mediatico-giudiziario nei confronti di Nicola Cosentino e l’uso dei pentiti a orologeria. Anche altrove, come in Lombardia non sono mancati tentativi di condizionamento di un momento cosi’ importante per la vita democratica come quello che precede la scelta di un candidato e l’avvio di una campagna elettorale. Non taceremo oggi che la notizia di un’iscrizione sul registro degli indagati, a quanto pare risalente a due mesi fa e ’tempestivamente’ fatta trapelare a pochi giorni dalle primarie, entra a gamba tesa in campo avversario. Vendola merita lo stesso garantismo che a differenza di lui abbiamo richiesto in passato per i suoi avversari cosi’ come per i suoi alleati. Oggi quelle garanzie le pretendiamo anche per lui. E, pur confermando il giudizio negativo sulla gestione della sanita’ in Puglia e preannunciando una dura battaglia politica in campagna elettorale, non possiamo esimerci dall’interrogarci ancora una volta su alcuni casi di utilizzo della custodia cautelare sui quali la lettura della stampa di questi giorni fa sorgere piu’ di una perplessita’, a prescindere dalla parte politica che ha fin qui governato la Regione e che ne viene investita".

PDL : Nel Lazio tutti con la Polverini

CICCHITTO: Nel Lazio il quadro politico è gia' tracciato intorno alla Polverini

"Alla Regione Lazio il quadro politico per le prossime elezioni e’ gia’ tracciato intorno a Renata Polverini, compresa l’alleanza fra centrodestra e Udc". Così si è espresso in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto

LORENZIN: La doppia candidatura della Bonino indica confusione politica

"Emma Bonino, dopo che si e’ attribuita uno stile anglosassone e poteri taumaturgici capaci di cancellare il fallimento del disastroso centrosinistra laziale, si paragona addirittura alla leadership di Silvio Berlusconi. La sua doppia candidatura, come capolista in Lombardia e come presidente nel Lazio, indica una confusione profonda tra ruolo politico nazionale e quello di governatore di una regione che si traduce in conoscenza del territorio e volonta’ effettiva di risolverne i problemi".

Lo ha affermato Beatrice Lorenzin, deputato del Pdl e portavoce del comitato elettorale di Renata Polverini. "A parte il fatto di non capire come si possa conciliare la campagna elettorale della Lombardia con quella del Lazio mi sembra evidente dalle dichiarazioni di stamane di Emma Bonino che interpreti questo suo mandato come un viatico mediatico per una nuova stagione dei radicali. D’altra parte chi interpreta la politica, anche a sinistra, in modo piu’ coerente coi bisogni del territorio, ha fin dalle prime battute criticato la scelta della Bonino come inopportuna"

martedì 19 gennaio 2010

Le rivelazioni su Di Pietro tra giustizia e politica

BONDI: Le rivelazioni su Di Pietro chiariranno il suo ruolo nella vita politica italiana

17 gennaio 2010 ore 21:23 "Le rivelazioni de Il Giornale sull`ex pubblico ministero di Milano contribuiscono a delineare i contorni di una persona che ha svolto e sta svolgendo un ruolo importante nella vita politica italiana. Pian piano, ne sono sicuro, emergerà con chiarezza la funzione svolta da Antonio Di Pietro nell`epoca di Tangentopoli, che nulla aveva a che fare con le ragioni della giustizia e con la richiesta di rinnovamento che saliva dal Paese".
Lo ha dichiarato Sandro Bondi, ministro per i Beni culturali e coordinatore del Pdl, commentando quanto scritto dal Giornale sui biglietti mandati da Saverio Borrelli e Di Pietro, allora pm di Mani pulite, a Bruno Contrada in carcere o sulle indagini dello stesso Di Pietro su Francesco Pazienza, dirigente del Sismi, che l’ex pm avrebbe seguito in vacanza alle Seychelles. "Pian piano, basterà attendere tutti gli italiani capiranno quali meschine, torbide e inquietanti motivazioni si nascondessero e si nascondano dietro una figura come quella di Di Pietro. Motivazioni che forniranno una plausibile spiegazione anche sulle sorprendenti alleanze stipulate dall`ex magistrato in questi anni e nello stesso tempo contribuiranno ad illuminare pagine tuttora oscure della nostra storia."

STRACQUADANIO: Leoluca Orlando si esprime a sproposito sul dossier-Di Pietro

17 gennaio 2010 ore 21:18 "Leoluca Orlando Cascio, se non parla di cose di mafia su cui ha informazioni dall’interno, si esprime letteralmente a sproposito. Chiamare in causa a proposito del dossier che riguarda Antonio Di Pietro, il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto e’ l’opposto della verita"’. Lo ha affermato Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl, che ha osservato:
"Infatti, del dossier che indica in Antonio Di Pietro un agente dei servizi statunitensi siamo venuti tutti a conoscenza grazie alla rivelazione dello stesso Antonio Di Pietro, che ha cercato in questo modo di anticipare il colpo. Fabrizio Cicchitto, che e’ un garantista con tutti, compresi Di Pietro e Orlando, si e’ limitato ad osservare, gia’ da venerdi’ scorso in una trasmissione televisiva, che ’un servizio che si rispetti non brucia mai un proprio agente, soprattutto se e’ in una posizione decisiva. Su Di Pietro, quindi, non si torvera’ mai alcuna prova’. Orlando non tenti dunque di rovesciare la realta’ e si ricordi che egli dovrebbe essere il primo a dubitare di Di Pietro, visto che e’ stato Orlando a sostenere che ’il sospetto e’ l’anticamera della verita" e le fotografie di Di Pietro, che di per se’ non provano nulla, qualche sospetto lo fa fanno sorgere, in particolare quella che ritrae Di Pietro con Pazienza alle Seychelles".

lunedì 18 gennaio 2010

I pentiti Usa più credibili con i riscontri

FATTI & MISFATTI: Usa, i pentiti per essere credibili devono fornire riscontri documentati

"I collaboratori di giustizia che dicono il falso fanno un grave danno alle indagini e alla lotta alla mafia." Lo ha detto il portavoce per l’ufficio dell’Fbi di New York James Margolin nel corso della trasmissione KlausCondicio, trasmessa su internet.
"Se non si controllano minuziosamente le informazioni - ha aggiunto - allora si corre il rischio che il testimone venga messo sotto accusa e quello che proprio non vogliamo è che, colui che viene definito pentito di mafia o testimone collaboratore, venga smentito dal collegio di difesa. Il modo per impedirlo è sapere tutto quello che si deve conoscere della persona e verificare le informazioni che fornisce. Quindi non basta avere l’impressione che una persona sia onesta, anzi sappiamo che le persone con le informazioni migliori su progetti criminosi sono criminali. La tipica linea di attacco del collegio di difesa per cercare di mettere sotto accusa un testimone solitamente è: ’perché dovremmo credere alle parole di un gangster riconosciuto?’. Ma la realtà è che sono molto pochi i cittadini rispettosi della legge che hanno informazioni dirette su progetti criminali".

"Negli Stati Uniti -ha spiegato- un collaboratore di giustizia non è solo uno che si fa avanti e dice ’so che i miei colleghi o gli associati della tal famiglia hanno fatto questo, questo e questo, o che tizio ha commesso un omicidio’. Il tutto deve essere avvalorato da altre fonti, tramite sorveglianza fisica o elettronica o in base ad altri metodi". Dunque "non possiamo permetterci - ha aggiunto - che un collaboratore dia notizie false o non riscontrabili. In caso di informazioni che saranno usate direttamente o indirettamente in tribunale, e’ necessario che o qualcuno vada a testimoniare o che l’informazione venga usata per supportare una dichiarazione giurata, la quale permetta di ottenere intercettazioni, un ordine del tribunale o -ha concluso- qualche altro tipo di procedimento".

PdL

I successi della giustizia dimostrano che lo Stato c'è

ALFANO: Gli ultimi successi dimostrano che lo Stato c'è

"Con le due operazioni portate a termine ieri e oggi nel territorio della provincia di Reggio Calabria e che hanno assicurato alla giustizia numerosi esponenti di spicco delle cosche locali, lo Stato ha segnato un nuovo e importante punto nella battaglia per il definitivo sradicamento, dalla nostra penisola, di ogni forma di criminalità organizzata".
Lo ha affermato, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commentando i 27 arresti di uomini della ’ndrangheta avvenuti oggi e i 17 eseguiti ieri a Rosarno ai danni di altrettanti affiliati della cosca Bellocco. "Continua il grande impegno messo in campo da magistrati e forze dell’ordine, supportati dalle incisive norme di contrasto fortemente volute da questo Governo e approvate dal Parlamento nell’ultimo anno. Un’antimafia dei fatti che si realizza in un punto di coniugazione ottimale fra acume investigativo e normativo, mirato a conseguire lo straordinario risultato di liberare il nostro Paese da ogni infiltrazione criminale. Il mio plauso e la mia riconoscenza agli uomini delle forze dell’ordine e della magistratura che compongono la squadra Stato".

GASPARRI: In materia di immigrazione il finto buonismo causa discriminazioni

"In materia di immigrazione bisogna continuare nella politica di respingimento dei clandestini e di accoglimento limitato a quote di stranieri che possano essere inseriti nel mercato del lavoro. Aprire le porte a tutti vorrebbe dire consentire forme di illegalita’, di sfruttamento e di razzismo. Bisogna dire no con chiarezza ad un finto buonismo che e’ la premessa di fenomeni di discriminazione che noi dobbiamo combattere".
Lo ha affermato Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato. "In presenza di una forte crisi economica sarebbe demagogico subire ulteriori massicci ingressi in un Paese come l’Italia, che ha gia’ messo in regola milioni e milioni di stranieri. In questo contesto e’ evidente che le norme sulla cittadinanza, fermo restando il termine di dieci anni,devono essere rese ancora piu’ severe".

venerdì 15 gennaio 2010

IL CENTRO DESTRA SI RAFFORZA NEI SONDAGGI

SONDAGGI: Da gennaio cresce il centrodestra


Passate le festività di fine anno, ripresa l’attività politica, indicate le priorità dei partiti e del governo, in via di definizione le candidature per le elezioni regionali di marzo, sono ripresi i sondaggi sulle intenzioni di voto e il consenso per i leader e i partiti.
Il consenso nei confronti del Premier è dato da tutti i sondaggisti in crescita, fino al 67%. Perdono invece qualche punti altri personaggi politici di primo piano. Anche il Governo vede crescere la fiducia nei suoi confronti: dal 52% nell’ottobre 2009, adesso raggiunge il 55per cento. Sulle intenzioni di voto, l’Istituto Crespi registra un forte aumento per il Popolo della Libertà, che dal 38% di dicembre 2009 è salito al 39,5% alla rilevazione dell’11 gennaio. Stabile la Lega al 9,5%. Con l’MpA all’1,5% e La Destra all’1,8%, la maggioranza di centrodestra è al 52,3%.

Il Partito Democratico si stabilizza intorno al 29%, recuperando soprattutto nei confronti dell’Idv calata al 6%. In crescita la Lista Pannella-Bonino al 2,5%. In leggera flessione l’Udc al 6,5%. Le due formazioni dell’estrema sinistra mettono insieme appena il 2,4% mentre uno 0,5% viene attribuito al Movimento di Beppe Grillo.Secondo la sondaggista Alessandra Ghisleri, di Euromedia, riferisce oggi il Corriere della Sera, il Pdl sfiora il 40% delle intenzioni di voto; la Lega oscilla tra il 9% e l’11%; si conferma infine il travaso di voti dall’Idv al Pd, ma il partito di Bersani registrerebbe qualche perdita a favore dall’Udc.

BERLUSCONI E FINI CONTRO IIL DOPPIO FORNO UDC

LA RUSSA: Berlusconi e Fini sono contrari alla politica del doppio forno dell'Udc

"Sia Berlusconi che Fini si sono trovati d’accordo nel contestare la politica del doppio forno dell’Udc, inaccettabile per entrambi".
Lo ha affermato il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, che è intervenuto al termine del colloquio tra Berlusconi e Fini a Montecitorio. "Non si e’ approfondito quali conseguenze questo debba avere: se deve conseguirne una totale distanza, o se si possa dare una valutazione non drastica rispetto alle alleanze, cosa che pensa Fini. Berlusconi non si e’ invece espresso".

LA SINISTRA A STRASBURGO CONTRO IL CROCIFISSO IN CLASSE

MAURO: La sinistra blocca il voto di Strasburgo sul crocifisso


"Abbiamo appreso con sconcerto che i gruppi della sinistra al Parlamento Europeo sono riusciti, nonostante il voto contrario del gruppo Ppe, a cancellare dall’ordine del giorno della prossima tornata (dell’assemblea plenaria del Parlamento Europeo) a Strasburgo, il voto sul principio di sussidiarieta’ e sull’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche". Lo ha affermato il presidente degli eurodeputati del Pdl all’Europarlamento, Mario Mauro, che ha osservato:

"Avremmo voluto e dovuto concludere - prosegue l’europarlamentare - il dibattito tenutosi in dicembre con il voto del Parlamento Europeo su un tema cosi’ delicato che riguarda non solo milioni di persone ma anche le nostre tradizioni e la nostra cultura". A questo punto, conclude Mauro, "non possiamo che stigmatizzare il comportamento della sinistra europea che nel nome di un esasperato e spesso ridicolo laicismo, vuole impedire che il Parlamento eletto da tutti i cittadini europei possa esprimersi sull’assurda sentenza della Corte dei Diritti Umani".

Nominato l'Ufficio di Presidenza del Pdl

Nominato l’Ufficio di Presidenza della Consulta delle Attivita’ produttive del Pdl. A farne parte sono l’economista Francesco Forte, il rappresentante dei commercialisti Michele Testa, il rappresentante delle piccole imprese Carlo Balabio, il rappresentante del mondo dell’associazionismo economico Gianni Cicero, e i parlamentari del Pdl, Francesco Casoli e Lella Golfo.
La Consulta sara’ integrata "successivamente dalla presenza di esperti di altri settori, quali turismo, artigianato e commercio".

martedì 12 gennaio 2010

Alla Camera la drammatica situazione delle carceri

CICCHITTO: Siamo al lavoro sulla drammatica situazione delle carceri


"Alla Camera si svolge sul tema delle carceri un dibattito serio e non fazioso. Come maggioranza abbiamo lavorato ad una mozione che sviluppa una riflessione critica sulla drammatica situazione carceraria". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha osservato:
"Un contributo costruttivo e’ offerto anche dalla mozione che ha per prima firma quella dell’onorevole Bernardini. In essa si fa un’analisi obiettiva da un lato della profonda crisi in cui versa il sistema giudiziario italiano, che, aggiungiamo noi, giustifica l’adozione di un provvedimento immediato quale il processo a durata certa, e dall’altro lato del sistema carcerario che, per una catena di distorsioni, rischia di diventare una sorta di drammatica discarica sociale senza piu’ alcun rapporto con il dettato costituzionale circa la funzione della pena e del carcere. In effetti, il sistema carcerario non da oggi, ma da molti anni a questa parte ha retto perche’, al di la’ delle giustificazioni teoriche, veniva alleggerito da periodiche amnistie e indulti. Nel momento in cui non si fanno amnistie e indulti ecco che il sistema rischia di esplodere.
La mozione Bernardini fa anche riflessioni che personalmente condividiamo, ma che sappiamo non essere condivise dal Governo e dalla stessa maggioranza sul 41bis. In ogni caso siccome il ministro Alfano ha intenzioni innovative che riguardano sia la giustizia nella sua globalita’ che la gestione del sistema carcerario, ci auguriamo un confronto parlamentare positivo fra Governo, maggioranza e opposizione con la votazione comune di almeno una parte significativa degli impegni contenuti nelle mozioni in modo da dare al Governo delle indicazioni positive volte a superare con l’indispensabile gradualita’ sia la situazione complessiva attraversata dalla giustizia del nostro paese sia dalle condizioni in cui versano le carceri del nostro paese".

I Magistrati non applicano la legge Bossi-Fini

GELMINI: I magistrati non applicano la legge Bossi-Fini

"Non basta che un governo faccia le leggi se una parte dei magistrati, come nel caso del contrasto all’immigrazione illegale, non le applica e si occupa di piu’ di Berlusconi".

Così si è espresso il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, a Mezzo’ora su Rai3, rispondendo a Lucia Annunziata che le chiedeva se quanto accaduto a Rosarno non sia il fallimento della linea dura del governo. "Se non c’e’ unita’ e consapevolezza - ha sottolineato il nostro ministro - non basta fare la legge. C’e’ chi ipotizza la incostituzionalita’ del reato di clandestinita’, chi come parte della magistratura non applica la legge. Si crede invece che l’ immigrazione si possa aiutare con il buonismo".

Berlusconi al lavoro per le riforme

BERLUSCONI: Torno al lavoro per realizzare le riforme che interessano il Paese

"Sogno una vera riforma tributaria. Come quella che avevamo immaginato nel ’94. Con due sole aliquote. E adesso stiamo studiando tutte le possibilita’ per realizzarla". Lo ha affermato il presidente Berlusconi in un colloquio con ’Repubblica’ durante il quale ha annunciato che dal 12 gennaio sara’ a Palazzo Chigi per "riannodare tutti i fili" politici.
"Credo che si debba in primo luogo riprendere il lavoro ordinario del governo. Da lunedi’ saro’ a Palazzo Chigi e riannodero’ tutti i fili. Ho intenzione in primo luogo di incontrare il presidente della Repubblica. Parlero’ con tutti i ministri e mi confrontero’ con i gruppi parlamentari e gli organismi dirigenti della maggioranza."
"Ci sono delle emergenze. Come la riforma tributaria, la riforma della giustizia e la riforma istituzionale. Con Tremonti stiamo studiando una riforma tributaria. Un progetto che avevamo indicato gia’ nel 1994. Noi vogliamo un sistema che dia ordine, che sia meno confuso. Che non obblighi i contribuenti a rivolgersi al commercialista per pagare le tasse. Serve una semplificazione complessiva. Stiamo studiando tutte le possibilita’ per arrivare alla fine a questo sistema. Sarebbe piu’ razionale. Di certo, non abbiamo alcuna intenzione di aumentare le tasse. Ecco, questa e’ l’unica cosa impossibile".
"Al Paese interessano le riforme. Noi stiamo uscendo da una crisi economica che ci e’ venuta addosso. Una crisi davvero straordinaria che non ha colpito solo noi. Un crollo da cui ci stiamo risollevando, anche prima degli altri. E dobbiamo fare in modo che tutti escano da questa situazione. Il 2010 e’ l’anno in cui possiamo uscire definitivamente dalla crisi.

Dobbiamo procedere con attenzione. Sappiamo che ripartiamo ogni anno con 8 miliardi di interessi passivi. Una cifra impressionante. Noi, pero’, sappiamo che a questo punto non torneremo indietro. Ma forse le ho detto pure troppo".

L'Egitto non può accusarci di razzismo

FRATTINI: L'Egitto non puo' accusarci di razzismo


"Nessuno puo’ accusarci di razzismo, anzitutto gli egiziani che sono quelli che godono di quote di immigrazione regolare e che non danno nessun problema all’Italia".

Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in visita in Mauritania, rispondendo alle dure critiche mosse dalle autorita’ egiziane nei confronti dell’Italia riguardo alle violenze esplose a Rosarno. Frattini ha sottolineato che "il problema, certamente, non e’ con l’Egitto" e che proprio al Cairo, sabato prossimo, e’ pronto a discutere della vicenda con il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit. Frattini ha escluso che le accuse del Cairo siano legate alla condanna contro la strage dei cristiani copti avvenuta una settimana fa nel sud dell’Egitto. "Questo non c’entra assolutamente niente.

L’Italia, e io personalmente, abbiamo il dovere di evocare il diritto dei cristiani ad essere non solo non perseguitati ma anche di professare la loro religione", ha aggiunto il ministro precisando di essersi persino "congratulato con l’Egitto per avere prontamente arrestato i responsabili. Semmai ho lodato la prontezza della reazione egiziana". Per il ministro degli Esteri, la strada per uscire dalle problematiche legate all’immigrazione e’ quella dell’applicazione "delle regole europee che io stesso da commissario ho fortemente voluto e che il governo italiano sta applicando. Si’ all’integrazione di coloro che entrano regolarmente, espulsione che non rispettano le leggi. Lo dice l’Europa e l’Italia deve rispettare queste regole europee".

sabato 9 gennaio 2010

Riforma della Giustizia dalla separazione delle carriere

QUAGLIARIELLO: Per riformare la giustizia partiamo dalla separazione delle carriere

"La bozza Boato sulla giustizia che prevede la separazione delle funzioni tra giudici e pm e’ un buon punto di partenza".
Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato, intervistato dal Sole 24 Ore. "La riforma della giustizia non deve essere un capitolo a parte rispetto a quella istituzionale, quindi non e’ immaginabile uno stralcio della giustizia: e’ parte integrante del dialogo ed e’ necessario per disinnescare le fibrillazioni tra i partiti".
Quagliariello ha precisato che la bozza Boato "non va presa alla lettera ma come punto di riferimento" e "sta alla riforma della giustizia, piu’ di quanto la bozza Violante stia alle altre riforme istituzionali". Il vicecapogruppo del Pdl ha sottolineato come sia necessario "avere norme che raffreddino il contenzioso tra politica e giustizia con provvedimenti che, senza creare impunita’, proteggano le piu’ alte cariche dello Stato da un conflitto con la magistratura". Sul legittimo impedimento, in discussione nei prossimi giorni, Quagliariello ha osservato:
"Nella proposta Udc alla Camera durerebbe 18 mesi, un tempo che va occupato per trovare una soluzione definitiva al conflitto tra politica e giustizia, magari con una norma di rango costituzionale perche’ al Paese serve il disarmo e non solo una tregua".

La violenza dei clandestini frutto delle frontiere aperte

IL FATTO: LA RIVOLTA DEI CLANDESTINI DI ROSARNO

          Il fatto visto dal centro sinistra
         "Rosarno, immigrati in rivolta, centinaia di auto danneggiate.
A scatenare la rabbia degli extracomunitari il ferimento di alcuni di loro oggetto di colpi di fucile ad aria compressa " (da Repubblica del 07.01.2010)
      * Dopo gli africani, ora tocca ai romeni.L'ordine dei clan: «Via chi non ci serve»
(da L'Unità del 10.1.2010)


      Il fatto visto dal centro destra
       Rosarno, fucilate contro gli immigrati Il cardinale Bertone: troppi gli sfruttati
Ancora forti tensioni in Calabria nonostante lo spostamento degli immigrati in vari centri di accoglienza. A Gioia Tauro un extracomunitario è stato ferito a colpi di fucile. Sit in di protesta a Roma, ferito un agente. (da Il Giornale del 9.01. 2010)
     * Rosarno, è stata demolita l'ex fabbrica lager .Maroni avvisa: "I clandestini saranno espulsi"

Il ministro Maroni: "Ci sono responsabilità diffuse che non tollereremo. In due anni 40mila espulsioni"
.(da Il Giornale del 10.1.2010)

           * Rosarno in piazza: 'Non siamo razzisti' Da Nord a Sud, ecco le aree critiche
Ruspe negli edifici degli immigrati. In 1.128 hanno lasciato la zona di Rosarno. I cittadini scendono in piazza: "Non siamo xenofobi". L'Angelus del Pontefice: "No a sfruttamento, hanno gli stessi diritti di tutti. La violenza non è la via". Maroni: "Frutto di tolleranza sbagliata". ( da La Padania dell'11/1/2010)

          I COMMENTI DEI POLITICI
BERTOLINI: Nessuna lezione da chi aperto le frontiere a tutti
"La sinistra sta utilizzando i gravi fatti di Rosarno per la propria propaganda politica contro il governo sui temi dell’immigrazione. Nessuna motivazione puo’ legittimare atti violenti ed organizzati contro la popolazione civile e le Forze dell’Ordine. Ancora una volta la sinistra anziche’ stare dalla parte di chi difende la legge e tutela la sicurezza preferisce chi la offende e non la rispetta".
Lo ha affermato in una nota Isabella Bertolini, della Direzione Nazionale del Pdl. "Il governo ha messo in campo misure straordinarie ed efficaci per ridurre i lavoratori clandestini, con un giro di vite sui decreti dei flussi annuali e con misure per l’emersione delle attivita’ in nero. Non possono certo dare lezione su questi punti il Pd e la sinistra che avevano teorizzato ed applicato la politica delle frontiere aperte a tutti gli immigrati".

BOCCIARDO: Rosarno dimostra che l'immigrazione è problema europeo
‘’I fatti di Rosarno ci indicano con spietata durezza come il problema legato ai migranti è per l’Europa intera, e non solo per l’Italia, il nodo da sciogliere nel prossimo futuro”. Lo ha affermato Mariella Bocciardo, deputato del Popolo della Libertà.
‘’E’ giusto esprimere condanna per il gesto sconsiderato di chi ha innescato la rivolta sparando colpi d’arma da fuoco contro un gruppo di extracomunitari, ma altresì è da condannare, con fermezza assoluta, la devastazione di un paese messo a ferro e fuoco da numerosi lavoratori stranieri, molti dei quali clandestini. Sono pienamente d’accordo con l’articolo di Angelo Panebianco apparso sul Corriere di oggi che ci suggerisce, con lucidità, di affrontare il problema e di non negarlo come molti irresponsabilmente fanno, creando di fatto lo spazio per accrescere futuri scontri di civiltà”



GASPARRI: Serve più rigore nell'applicare le nostre leggi
"L’eccesso di immigrazione clandestina causa degrado, sfruttamento degli stessi immigrati e disordini. Respingiamo con fermezza le risibili accuse dell’opposizione.
Le leggi contro l’immigrazione clandestina e per la sicurezza fatte dal governo sono giuste. Occorre semmai essere piu’ rigorosi nell’applicazione di queste leggi che devono integrare chi lavora onestamente e portare all’espulsione immediata di chi entra illegalmente. Esattamente la politica che fa il centrodestra in Italia". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

CAPEZZONE: Sull'immigrazione il Pd chieda a Zapatero
"Il Governo Berlusconi, con il pieno consenso di un’amplissima maggioranza di elettori, fa sull’immigrazione esattamente quello che fanno tutti i Paesi dell’Occidente avanzato, inclusi quelli governati dalla sinistra, inclusa la Spagna di Zapatero: accoglienza per gli immigrati regolari, contrasto netto del fenomeno dell’immigrazione clandestina".
Lo ha affermato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che ha osservato:" Le polemiche della sinistra sono surreali e ipocrite: facciano una telefonata a Zapatero, e scopriranno che a Madrid si segue la stessa linea del Governo italiano".

LA RUSSA: Nessuna tolleranza verso gli immigrati che usano la violenza
"Abbiamo il dovere di far rispettare le leggi e le regola: non ci deve essere tolleranza verso chi usa la violenza in maniera così evidente soltanto perché immigrato".
Lo ha affermato il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, osservando di essere d’accordo con quanto affermato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni a proposito delle proteste dei lavoratori immigrati a Rosarno: anche secondo La Russa certi fatti "derivano proprio dalla troppa tolleranza
che c’è stata finora".

CICCHITTO: Contro l'immigrazione clandestina avanti con la linea del governo
"Non c’e’ niente di peggio della sommatoria di piu’ situazioni irregolari: immigrazione clandestina, relegata in condizioni di vita di totale degrado, utilizzata per il lavoro nero e spesso anche dalla criminalita’ organizzata".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha osservato: "E’ proprio in un contesto di alta concentrazione di immigrati clandestini che la xenofobia trova il suo humus naturale e si determina una situazione come quella esplosa a Rosarno. Cio’ deve far riflettere sulla necessita’ di andare avanti sulle linee tracciate dal governo: sviluppare con rigore il contrastato all’imrazione clandestina, con la piena applicazione delle leggi vigenti, e con altrettanto rigore favorire l’integrazione degli immigrati regolari".



lunedì 4 gennaio 2010

Cota : No alle norme estensive sulla cittadinanza

No alle nuove norme "estensive" in materia di cittadinanza perche' sono frutto di "un'ideologia scollegata dalla realta. Sono posizioni che hanno sempre caratterizzato la sinistra, che in questo senso ha mostrato coerenza". Roberto Cota, capogruppo della Lega nord alla Camera, boccia categoricamente la nuove norme in materia di cittadinanza: "Dire che intendiamo modificare in senso estensivo quelle norme- sottolinea- vuol dire mettere una potente calamita per nuovi immigrati che non possiamo accogliere e sceglierebbero il nostro Paese come il 'bengodi'". L'esponente del Carroccio ricorda che "abbiamo vinto le elezioni dicendo chiaramente una cosa: l'immigrazione non regolamentata e' un'emergenza", quindi oggi va ribadito "un messaggio chiaro: non possiamo accogliere tutti. Basta con la vendita di sogni che non si possono realizzare". Insomma, per Cota, queste proposte di legge sono "incompatibili" con il programma elettorale della maggioranza. "Su questo- assicura- abbiamo il consenso della gente". Piuttosto, chiede l'esponente del Carroccio, il Parlamento dovrebbe dare la "priorita' alle riforme necessarie: federalismo, occupazione, anziani. La cittadinanza facile o il diritto di voto agli immigrati non e' una priorita'". Infine, Cota conclude: "Sosteniamo il testo presentato da Isabella Bertolini".
Lega Nord