venerdì 30 aprile 2010

Il dissenso va argomentato in sedi giuste

BONDI A FINI: Il dissenso va argomentato in sedi giuste e in modo saggio

"L’editoriale de Il foglio diretto da Giuliano Ferrara coglie con la consueta lucidità il passaggio difficile e delicato che stiamo attraversando, ricordando allo stesso Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, “che l’indipendenza della propria carica è un bene da salvaguardare con un contenuto impersonale e costruttivo. Sicché proprio non giova la sua recente inclinazione a improvvisarsi commesso viaggiatore televisivo in attrito permanente con il centralismo carismatico berlusconiano”.

Siamo ancora in tempo per riprendere la strada della costruzione di un grande partito democratico, in cui il dissenso motivato e argomentato nelle sedi giuste e nei modi più politicamente appropriati e saggi può diventare arricchimento e lievito di una crescita comune.

Siamo ancora in tempo per sostenere e migliorare ulteriormente l’azione del governo, con un confronto di merito costruttivo che parta dalla soddisfazione per gli ottimi risultati fin qui raggiunti. Siamo ancora in tempo per far diventare questa legislatura la legislatura delle riforme, anche grazie all’apporto positivo delle forze politiche dell’opposizione. Siamo ancora in tempo per onorare la fiducia, il consenso e la responsabilità che i nostri elettori ci hanno affidato per il futuro dell’Italia." Lo ha dichiarato il Coordinatore nazionale del PdL, Sandro Bondi

CICCHITTO: Bocchino non e' stato dimissionato da nessuno

"Non posso fare a meno di precisare che l’On. Bocchino non e’ stato affatto ’dimissionato’, ma che egli, nei giorni scorsi, ha pubblicamente presentato le sue dimissioni, poi le ha ritirate e, infine, dopo l’indispensabile convocazione del Gruppo Parlamentare del PdL per chiarire la situazione, le ha definitivamente ripresentate. Nel contempo ho ricevuto l’invito, che ho raccolto, di annullare la convocazione del Gruppo.

Quindi, siccome le parole hanno un senso preciso, l’On. Bocchino, per ben due volte ha deciso di dimettersi, non e’ stato ’dimissionato’ da nessuno, non e’ stata compiuta nessuna operazione liberticida, vista anche la totale liberta’ di dibattito che caratterizza la vita del PdL, segnata anche da numerosissime dichiarazioni polemiche fatte quotidianamente". Così si e’ espresso Fabrizio Cicchitto, Presidente dei Deputati del PdL

RONCHI: Bocchino epurato? No, ma parli solo Fini

Italo Bocchino e’ stato epurato? "No - ha risposto il finiano Andrea Ronchi ai giornalisti al termine del Cdm - ma penso che in questa fase della vicenda del Pdl meno se ne parla e meglio e’. Parli la politica, parlino le idee e soprattutto parli solo Gianfranco Fini".

VALDUCCI: Su Bocchino ha scelto maggioranza del Gruppo PdL

"Le continue esternazioni di distinguo, opache e talvolta provocatorie, hanno portato alle dovute dimissioni di Bocchino da vice presidente vicario del gruppo del Popolo della Liberta"’.

Lo ha dichiarato in una nota Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti della Camera e Responsabile vicario Enti locali del Pdl, che replicando alle dichiarazioni di Bocchino ha osservato: "Non siamo di fronte a nessuna epurazione, ma alla volonta’ di una larghissima parte del gruppo dei deputati Pdl pronto ad accettare le dimissioni che lui stesso aveva annunciato con troppi se e troppi ma. Le stesse dimissioni sono state pronunciate la prima volta da lui stesso, dando cosi’ forma alle nette divergenze tra il vice capogruppo vicario e la quasi totalità del gruppo Pdl".

giovedì 29 aprile 2010

Sui respingimenti e' giusta la rotta del governo

BERTOLINI: Sui respingimenti e' giusta la rotta del governo

"La politica dei respingimenti attuata dal governo, si e’ svolta nel pieno rispetto delle norme costituzionali e internazionali. Gli accordi con la Libia hanno praticamente azzerato il numero degli sbarchi di clandestini. Grazie a questa linea e’ stata salvata la vita a tanti immigrati altrimenti condannati a morte certa da scafisti senza scrupoli".
Lo ha affermato il deputato del Pdl, Isabella Bertolini. "Nel pieno rispetto delle regole e’ stato garantito l’asilo e chi ne ha diritto. Questi sono risultati oggettivi. Il resto e’ propaganda ideologica e pregiudiziale. Oggi tocca ad un altro Comitato del Consiglio d’Europa fare da cassa da risonanza alla strategia anti-italiana sui temi dell’immigrazione. A questa martellante campagna di denigrazione il governo ha gia’ risposto con i fatti. I dubbi gia’ sollevati dall’Europa sono stati ampiamente smentiti e fugati. Bisogna proseguire sulla strada del rigore".

Fini marca sempre di piu' un ruolo politico anomalo,

BONDI: Fini marca sempre di piu' un ruolo politico anomalo, scelga cosa fare
Riportiamo la dichiarazione del Senatore e Coordinatore del Pdl, Sandro Bondi

"Nella storia del nostro Paese, dal dopoguerra ad oggi, tutti i presidenti delle Camere hanno sempre avuto uno spiccato profilo politico e hanno continuato, anche dopo la loro elezione ai vertici delle istituzioni democratiche, ad esprimere la propria opinione sulle grandi questioni politiche, generalmente contribuendo ad elevare il confronto e incoraggiando tutte le forze politiche, soprattutto in periodi di scontro molto aspro, a ricercare le ragioni dell’unità piuttosto che quelle della divisione.

Attualmente invece, si assiste ad una vera e propria confusione tra il proprio ruolo politico e quello istituzionale, si assiste all’abbandono di uno stile improntato all’equidistanza e all’astensione dell’esercizio di un ruolo politico diretto da parte del Presidente della Camera.

L’on. Gianfranco Fini, purtroppo, ha finito per marcare sempre di più un ruolo politico anomalo: da una parte, infatti, sottolineando perfino esageratamente il proprio ruolo istituzionale rispetto alla maggioranza che lo ha indicato al ruolo di Presidente della Camera, e, dall’altro, lato non impedendosi di ingigantire pubblicamente ogni ragione di dissenso politico nei confronti del proprio partito, dell’azione del governo e nei confronti dello stesso Presidente del Consiglio e leader della coalizione.

Se questo paradosso dovesse ancora proseguire, secondo le modalità laceranti e polemiche in cui si è dispiegato finora, e ne derivassero conseguenze negative sul piano politico e dell’azione di governo, allora si porrebbe il problema da parte di Fini di scegliere di esercitare o un ruolo istituzionale o un ruolo politico. In caso contrario, perderebbe di prestigio l’istituzione parlamentare ed anche il partito di cui è parte"

Anche D'Alema fa autogol su Fini

CAPEZZONE: D'Alema fa autogol su Fini, la sinistra e' allo sbando
"Le dichiarazioni di Massimo D’Alema al Corriere della Sera su Gianfranco Fini confermano che piu’ la sinistra perde le elezioni, e meno impara dai propri errori".
Lo ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Anzichè‚ dedicarsi, come farebbe un’opposizione ragionevole in qualunque altra parte del mondo, a ridefinire degli obiettivi, a costruire un programma credibile, a cercare leadership convincenti, D’Alema non trova di meglio che tentare maldestramente di annettersi chiunque, per una ragione o per l’altra, sia o appaia su posizioni di rottura, di contrasto o di polemica verso Silvio Berlusconi. E’ la logica dell’antiberlusconismo a tutti i costi che ha procurato alla sinistra innumerevoli sconfitte: ma anche i presunti strateghi piu’ raffinati perseverano nell’errore, e non sembrano trovare di meglio se non la costruzione di improbabili armate Brancaleone destinate solo a far sorridere l’elettorato".

DELLA VEDOVA: Le dimissioni di Bocchino sono un gesto di responsabilità e generosita'

"Se qualcuno pensava che il problema fosse lui..." Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl vicino a Gianfranco Fini, ha commenta cosi’ le "dimissioni fortemente volute" di Italo Bocchino da vicepresidente dei deputati del partito.

"Da questa vicenda non ci guadagna nessuno. Dicono che non e’ una epurazione ma in ogni caso si tratta di un dimissionamento fortemente voluto. Quello di Italo Bocchino e’ un gesto di responsabilita’ e generosita’. Ha deciso di presentare le dimissioni ma non era tenuto a farlo. Adesso vediamo come si cerca di definire l’assetto del gruppo o se tutto resta cosi’.

Della Vedova invita a fare in modo che la discussione sia aperta all’interno del Pdl. A meno non si voglia trasformare una discussione leale dentro il partito in un problema per il governo" perche’ "le due cose non vanno messe in relazione. Mi permetto di allargare la prospettiva della discussione al palcoscenico europeo. In Francia ci si ’scazza’ anche nel partito di Sarkozy ma si continua a sostenerlo...".

LUPI: Il Gruppo PdL alla Camera torni alla linea di sostegno al governo e al premier

"Non si tratta di rasserenare un clima o di peggiorarlo. Si tratta di tornare ad occuparsi seriamente dei problemi di questo paese, come sta facendo il governo Berlusconi e come deve fare un gruppo parlamentare. Torniamo a confrontarci all’interno del gruppo esprimendo le proprie opinioni e le proprie idee ma poi individuando, come sempre abbiamo fatto, una linea di sostegno al governo e un confronto concreto sui problemi che abbiamo davanti". Lo ha affermato il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, che in relazione al nuovo capogruppo vicario che sostituita’ Bocchino, ha replicato:

"Abbiamo detto che ne discuteremo insieme nel gruppo. Ne discuteremo con tutti, ne discuteremo col presidente Fini e con tutti coloro che vorranno far si’ che il gruppo parlamentare sia quello che deve essere, cioe’ un sostegno leale all’azione del governo e del presidente Berlusconi. E poi una speranza, da una settimana continuiamo a discutere di problemi interni, di democrazia interna: la cosa rischia di diventare un tormentone anche se sono aspetti importanti. Discutiamo, confrontiamoci su quello che sta facendo il ministro Tremoni, il presidente Berlusconi riguardo al grave problema che abbiamo davanti che e’ oggi quello della crisi economica, della Grecia, del Portogallo e purtroppo anche della Spagna."

CICCHITTO: Bocchino parla di inesistenti tentativi di epurazione da parte di Berlusconi

"Consideravo chiuse la vicenda e le polemiche con le dimissioni dell’onorevole Italo Bocchino e con le dichiarazioni di alcuni colleghi che hanno affermato trattarsi di un atto di distensione. Per favorire la distensione da parte mia non solo ho scelto di revocare l’assemblea del gruppo ma mi ero anche astenuto da ogni comunicato". Lo ha dichiarato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, che ha osservato:

"Purtroppo, non mi sembrano affatto distensive le dichiarazioni dell’onorevole Bocchino su inesistenti tentativi di epurazione da parte del presidente Berlusconi. In effetti Bocchino fra dimissioni, ritiro di dimissioni, riproposizione delle medesime e, adesso, con queste nuove affermazioni, contribuisce a creare un clima di polemica permanente. Perdipiu’ vengono anche dette cose totalmente inesatte: da mesi siamo inondati da dichiarazioni, interviste, battute polemiche all’interno del Pdl. Poi chi polemizza ogni giorno ha pure l’improntitudine di evocare l’esistenza in un clima di caserma. Ne’ si puo’ denunciare un clima non democratico: a livello di partito l’Ufficio di presidenza e’ stato convocato ripetutamente e a livello del gruppo parlamentare era stata appunto convocata una regolare assemblea proprio per discutere e votare. Per il passato tutto cio’ che riguarda il gruppo e’ stato cogestito d’intesa proprio con l’onorevole Bocchino. Comunque le possibilita’ sono due: o ci troviamo di fronte un caso di incontinenza mediatica o all’obiettivo di destabilizzare sistematicamente la situazione interna al Pdl".


GIRO: Bocchino descrive un Berlusconi che non c'e'
"Le dichiarazioni del collega Bocchino sono francamente di cattivo gusto e dipingono un profilo di Silvio Berlusconi che non c’e’, non esiste, non e’ mai esistito. Tutto si puo’ dire di Berlusconi ma che impedisca a noi deputati e senatori di esprimere la propria opinione e’ semplicemente ridicolo". Lo ha affermato Francesco Giro, sottosegretario ai Beni Culturali.

"Se avevano ed hanno un difetto Forza Italia ieri e il PDL oggi e’ di contenere al loro interno elemento anarcoidi. Talvolta e’ proprio l’eccessiva liberta’ di dire e di disdire il nostro problema, dal livello locale a quello nazionale. Non si contano le fondazioni, le associazioni, i circoli, i blog, i siti personali o i social network su internet dove ciascuno di noi dice quello che vuole. Io stesso ne sono un esempio quando a Roma ho dato talvolta filo da torcere ai miei amici di partito sulla stampa, sempre in buona fede ma me ne sono anche pentito. Quindi attaccare cosi’ brutalmente Berlusconi non e’ soltanto dimostrazione di
ingratitudine ma soprattutto un’azione disonesta e fondata su una realta’ priva di fondamento e di verita"’.

LA RUSSA: Le dimissioni di Bocchino concordate, eliminano ogni tensione
"Si tratta di una soluzione concordata che elimina un momento di tensione".
Cosi’ si è espresso Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl, commentando le dimissioni del vicecapogruppo vicario alla Camera, Italo Bocchino. "Io mi sono astenuto dal parlare direttamente con Italo e di fare il pontiere, pero’, nell’ambito del Pdl, ho appoggiato questa soluzione per eliminare un momento di tensione e far si’ che il partito cresca serenamente".

mercoledì 28 aprile 2010

MINOLI ALLA GUIDA DELLE CELEBRAZIONI PER L'UNITA' D'ITALIA

GIRO: Giovanni Minoli alla guida delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia premia la qualita'
"La nomina di Giovanni Minoli alla guida della nuova struttura dedicata alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia e’ una bella notizia e premia la qualita’ di un lavoro che da molti anni e’ mirato a comprendere la storia del nostro paese".
Lo ha affermato Francesco Giro, sottosegretario ai Beni Culturali. "Con questa nuova struttura da un lato si dara’ un forte impulso alla circolazione delle molte iniziative previste per questa importante ricorrenza soprattutto nell’ambito culturale, dall’altro si accrescera’ il sentimento nazionale soprattutto fra i giovani. Quanto ai nuovi incarichi affidati al dottor Ruffini credo che siano state riconosciute le capacita’ di un ottimo professionista che fara’ molto bene. Coloro che oggi da sinistra gridano alla discriminazione politica sono proprio quelli che in passato l’hanno abbondantemente praticata".

Berlusconi esprime solidarietà a Fini

BERLUSCONI: Esprimo la mia solidarieta' a Fini per gli attacchi personali da "Il Giornale"

"Esprimo la piu’ convinta solidarieta’ a Gianfranco Fini per gli attacchi personali che quest’oggi il Giornale gli ha mosso". Lo ha dichiarato il presidente Silvio Berlusconi, commentando l’articolo del quotidiano diretto da Vittorio Feltri.
"La critica politica, anche piu’ severa non puo’ trascendere in aggressioni ai familiari e su vicende che nulla hanno a che fare con la politica. Tali metodi, che assai spesso ho dovuto subire personalmente, non vorrei mai vederli applicati, specie su giornali schierati con la nostra parte politica".

FINI: Servono le riforme istituzionali ma anche quelle socioeconomiche


"La fiducia tra il vertice e la base della societa’ si fonda sulla capacita’ di realizzare cambiamenti strutturali del nostro sistema. Tale consapevolezza dovrebbe indurre tutti a intraprendere le riforme non solo istituzionali ma anche di tipo sociali ed economiche". Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini all’auditorium del Parco della Musica in occasione della presentazione del Rapporto della Luiss ’Generare classe dirigente’.

Dopo aver osservato che il dibattito sulle riforme istituzionali segue il percorso intermittente di un "fiume carsico", Fini ha esortato la politica a smetterla di affrontare i problemi "guardando nello specchietto retrovisore", ma di guardare ai problemi attuali con il respiro rivolto agli obiettivi strategici per la loro soluzione: "Governare significa indicare le priorita’. Cio’ sarebbe un "doveroso atto di responsabilita’ verso il Paese". Spesso, ha proseguito la terza carica dello Stato la classe politica anziche’ "individuare un’onda lunga capace di affrontare una visione di medio-lungo periodo si concentra solo sull’immediato, perche’ sa che gli interventi di medio-lungo termine non necessariamente portano subito consenso". Ma cosi’, ha avvertito "se si privilegia solo la tattica si finisce nell’immobilismo".

martedì 27 aprile 2010

PdL : Le manovre della minoranza

PDL CAMERA: Cicchitto non è legato alle dimissioni di Bocchino

"Nella lettera dell’on. Italo Bocchino, di cui e’ stata data pubblicita’, e’ contenuta una imprecisione perche’ l’art.8 del regolamento del Gruppo non lega affatto il destino del Presidente e del Vicepresidente Vicario, a meno che ovviamente non sia il primo a dare le dimissioni dalla sua carica".

Lo rende noto l’ufficio stampa del gruppo parlamentare Pdl alla Camera, a proposito delle dimissioni del deputato finiano dalla carica di vicepresidente vicario. "La situazione e’ totalmente diversa perche’, invece, ci si trova davanti alle dimissioni del vicepresidente vicario on. Italo Bocchino che, come e’ stato gia’ rilevato, andranno esaminate con la dovuta attenzione anche a livello del gruppo dirigente del partito".

BRIGUGLIO: Il ''codice Fini'' e' lealtà in movimento
Nel corso di un intervento sul sito di Generazione Italia, Carmelo Briguglio, vice presidente dei deputati del Pdl, afferma che "se c’e’ una categoria morale e culturale che contraddistingue la destra ’eterna’ oltre che moderna di Fini e che unifica quanti si riconoscono nella minoranza (oggi) politica e culturale che egli ha voluto fondare nel Popolo della Liberta’, e’ la lealta’. Se non si capisce questo dato, direi ’genetico’, si comprende poco o si finisce per equivocare o peggio banalizzare quanto accade nell’arena del confronto tra Berlusconi e Fini e dentro il partito che i due hanno fondato".

A chi si chiede "come si comporteranno i ’finiani’ o meglio "la minoranza del Pdl come e’ piu’ corretto ormai dire", Briguglio osserva che la domanda e’ "legittima ma viziata", se non e’ preceduta da un’altra, relativa a come si sono comportati i parlamentari piu’ vicini al presidente della Camera "nei due anni, in ben due anni, che ci separano dall’inizio della legislatura". Ebbene, replica, "con lealta’. Sempre. Questa e’ la risposta che nessuno puo’ ne’ mettere in discussione, ne’ smentire. In tutte le occasioni, in tutte le leggi, in tutte le conversioni di decreti legge (troppi?), in tutte le votazioni di fiducia (tante). Con lealta’. E alcune volte, ’finiani’ e non, con non pochi mal di pancia. Inutile spiegare perche’. Lo sappiamo tutti".

"Se in questi due anni di lavoro in Parlamento abbiamo peccato abbiamo peccato in generosita’ e amor di patria. E allora? Come si pensa che la minoranza del Pdl si comportera’ nelle aule parlamentari al momento del voto, di qualunque voto? Esattamente come si e’ comportata nei due anni trascorsi. Con lealta’, con la massima lealta’". "Ma anche con una nuova responsabilita’, quella di minoranza portatrice di un messaggio politico e culturale nel Pdl, nel centrodestra e nel Paese. Una responsabilita’ che ci impone una lealta’ la quale richiede dentro il partito e nei gruppi parlamentari democrazia interna, discussione preventiva, luoghi e spazi di confronto, fine della evocazione di epurazioni, suicide per la credibilita’ di un grande partito che si riconosce nel programma e nella carta dei valori del Ppe". "Non lo chiediamo come contropartita, perche’ la lealta’ e’ il riflesso di un codice cavalleresco che, ieri e oggi, non richiede contropartite. Ma abbiamo bisogno di una lealta’ non statica, ma che muova il Pdl e metta tutto e tutti in movimento. La lealta’ chiama lealta’. E rafforza i legami, dentro e fuori, di un partito ancora fragile. Noi lo vogliamo forte".

lunedì 26 aprile 2010

25 Aprile: Aggressioni squadriste in camicia rossa

CICCHITTO: Nel giorno del 25 Aprile aggressioni squadriste in camicia rossa

"Ormai e’ evidente, per cio’ che e’ successo ieri a Roma e a Milano, cosi’ come era gia’ accaduto negli anni passati, che c’e’ una strumentalizzazione delle manifestazioni per la celebrazione della Resistenza ad opera non di ’pochi imbecilli’ ma di precise correnti politico-culturali, per le quali si tratta dell’occasione per esercitare la ’damnatio’ di chi e’ di centrodestra". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, che ha osservato:

"Allora, probabilmente, e’ venuto il momento, anche per ragione di ordine pubblico, che il 25 Aprile, nel futuro, sia celebrato nel modo piu’ pluralista possibile in modo tale che esponenti di governo, presidenti di regione, sindaci del centro-destra, che non hanno colpa alcuna da farsi perdonare, non vengano ritualmente sottoposti a questa prassi incivile, ripetuta ogni anno, di essere aggrediti e insultati da squadristi in camicia rossa. Purtroppo, evidentemente, non solo non c’e’ una storia condivisa, e cio’ fa parte del normale dibattito culturale, ma nemmeno una civilta’ della convivenza tra posizioni diverse che dovrebbero paradossalmente trovarsi insieme per celebrare una ricorrenza della conclusione di una guerra che ha, fortunatamente, restituito all’Italia la liberta’ e la democrazia".

BOCCIARDO: Isolare i centri sociali
"Desidero esprimere la mia solidarietà, umana e politica, al sindaco di Milano Letizia Moratti, e al presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà, per la becera contestazione subita ieri durante le celebrazioni per il 25 aprile a Milano dal solito manipolo organizzato dei centri sociali".

Lo ha affermato il deputato del PdL Mariella Bocciardo, componente del direttivo e vice coordinatore regionale lombardo del PdL.

"Rattrista constatare, come il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, teso a superare ogni tipo di contrapposizione ideologica, sia totalmente caduto nel vuoto. Il 25 aprile, nel suo significato profondo, è stato per l’ennesima volta infangato e mi auguro, questa volta, che gli organizzatori sappiano rivolgere parole di biasimo verso chi conosce unicamente la prevaricazione e la violenza come unico strumento di confronto.

Ciò che è successo per noi non rappresenta una novità. La sinistra è da sempre silente nei confronti dell’operato violento dei centri sociali che non hanno risparmiato, nella loro manifestazione d’odio, neppure i reduci dei campi di sterminio. È arrivato il momento di assumersi le responsabilità politiche di quanto accaduto e isolare definitivamente questi facinorosi capaci di umiliare, con le loro bravate, non solo la storia della nostra città ma, anche, dell’intero Paese".

FINI: Il bipolarismo e' una grande conquista

FINI: Il bipolarismo e' una grande conquista
"Il bipolarismo e’ una grande conquista che ha cambiato il rapporto tra cittadini. In Italia per cinquant’anni abbiamo avuto una democrazia bloccata". Lo ha affermato il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso di un dibattito a Firenze.

"La democrazia deve essere rappresentativa e governante. Viviamo tempi in cui una democrazia deve avere due caratteristiche e deve incarnare questi due valori senza squilibri. Una democrazia oggi deve essere come la medaglia, che ha due facce. Aspetti che devono essere tenuti insieme. Il primo e’ quello di essere rappresentativa. Quando si da corso, attraverso riforme squilibrate, a democrazie non rappresentative, si amputa e si toglie alla societa’ una parte che non essendo rappresentata non ha piu’ il diritto dovere di partecipare. Passa attraverso il riconoscimento del ruolo centrale del Parlamento, indubitabilmente luogo istituzionale dove si garantisce il massimo possibile di partecipazione e rappresentazione della societa’. Accanto alla rappresentativita’ la democrazia deve essere governante. Oggi e’ necessario rispondere in tempi celeri, ai quali e’ legata la bonta’ della decisione".

BOCCHINO: Vogliamo un grande PdL, libero e plurale

"Ieri il Pdl e’ divenuto finalmente un partito in carne ed ossa. Serviva uno scossone, per far nascere veramente il Partito del popolo della liberta’. E ieri Fini ha dato quello scossone. Tutto qui. Una novita’ per alcuni. La normalita’ per tutti i grandi partiti politici europei". Lo scrive Italo Bocchino sul sito di Generazione Italia, l’associazione interna al Pdl.

"Gianfranco Fini ha posto delle questioni politiche. Nel merito:dall’unita’ nazionale al federalismo, dalle tasse alle pensioni, dalle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali all’abolizione delle Province. E nel metodo: Fini ha affermato il diritto di stare nel Pdl da persone leali ma con la liberta’ di pensarla in maniera diversa.L’unanimismo a tutti i costi e’ stato superato da un confronto franco,libero, sincero. Siamo in minoranza, e’ vero. Non abbiamo il diritto di sabotare. Lo diciamo noi. Ma vogliamo il diritto di discutere sull’attuazione del"nostro" programma elettorale. E vogliamo farlo nelle sedi di partito,a partire dalla Direzione nazionale e dai gruppi parlamentari. Negare alla minoranza il diritto di esistere non e’ possibile."

Entro fine legislatura la prima centrale nucleare

BERLUSCONI: Entro la fine della legislatura partirà la costruzione della prima centrale nucleare


"Nessuno puo’ rinunciare al nucleare. Noi eravamo all’avanguardia e nel 1967 avevamo gia’ tre centrali. Poi c’e’ stato il referendum. Ora il dossier nucleare e’ nelle mani del ministro Scajola e lui vuole far partire a tutti i costi la costruzione degli impianti entro tre anni".

Cosi’ si è espresso il presidente Berlusconi, nel corso della conferenza stampa seguita all’incontro bilaterale con Vladimir Putin a Villa Gernetto. "Siamo partiti con un accordo con la Francia e lo abbiamo esteso in tutte le direzioni per raccogliere ogni contributo utile. Prima di individuare dove verra’ costruita la prima centrale, deve cambiare l’opinione pubblica. Infatti se il 54 per cento si dichiara favorevole al ritorno al nucleare, nessuno e’ pronto ad accettare un impianto in casa sua. Dobbiamo guardare alla situazione francese dove le comunita’ locali si contendono l’installazione di centrali che’ portano tanto lavoro. Credo che il cambio di opinione pubblica, anche attraverso questo progetto di raccogliere le esperienze dei cittadini francesi e portarlo in Italia, durera’ piu’ di un anno".


Sempre in tema di nucleare, nel discorso introduttivo dei temi del vertice con Putin, Berlusoni ha dato conto dell’accordo sottoscritto sul progetto di fusione Ignitor "un progetto molto importante per il nucleare che riguarda la fusione e non la fissione. Si possono realizzare, attraverso macchine molto complesse che saranno al centro degli studi di Coppi un professore che insegna in universita’ americane e che spero’ possa cambiare gli scenari per la produzione di energia per il futuro".


Tra gli accordi piu’ importanti siglati quello tra Enel e Inter Rao Ues firmato dai due numeri uno delle societa’ Fulvio Conti e Boris Kvalchuk per la cooperazione nei settori nucleare, costruzione nuovi impianti ed innovazione tecnica, efficienza energetica e distribuzione sia in Russia che nei paesi dell’Est Europa e per la costruzione di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad con due reattori da 1.170 Mw ciascuno e tecnologia Vver 1200 di terza generazione. "Si tratta di un accordo che riguarda lo sviluppo della produzione di energia sia tradizionale sia attraverso nucleare con la costruzione di una importante centrale a Kalingrad e la distribuzione dell’energia in Russia e negli altri Paesi dell’est che da’ la possibilita’ alla nostra principale azienda di aumentare la sua presenza in Russia e in Oriente", ha sottolineato Berlusconi, ricordando i progetti sul South Stream e la partecipazione di Saipem per quanto riguarda il Nord Stream. Putin ha peraltro ricordato che solo quest’ultima partita vale circa 2 miliardi di euro


Il South Stream e’ un gasdotto altrettanto importante per avere il gas dalla Russia", ha spiegato Berlusconi sottolieando come l’Ucraina non ha ancora la stabilizzazione "che ci puo’ far stare tranquilli. Continueremo nella collaborazione con la Russia anche in Paesi extraeuropei per esempio in Africa per non lasciare questa potenzialita’ alla Cina", ha osservato il nostro premier facendo poi una ricognizione dell’interscambio con la Russia che, complice la crisi, ha registrato un calo di circa il 30 per cento.

CAPEZZONE: Feltri aveva proprio ragione

CAPEZZONE: Feltri aveva proprio ragione

"Eravamo in pochi, nel Palazzo, a difendere Vittorio Feltri, che invece, e giustamente, riscuoteva totale consenso da parte degli elettori del Pdl. Ora tutti devono dare atto al direttore del Giornale di avere visto prima e bene sulla sostanza dei fatti".

Lo ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Da questo punto di vista e’ per lo meno curioso che i pochi seguaci di Fini se la siano presa con Il Giornale. Feltri non ha alimentato, ma ha registrato e compreso i sentimenti e le ragioni del popolo del Pdl. Prendersela con lui e’ come accusare il termometro perche’ la febbre sta salendo. Semmai oggi e’ il momento di constatare che il termometro di Feltri funzionava e funziona benissimo".


BONAIUTI: Nessuno ha parlato di epurazioni nel PdL
"Le questioni sollevate ieri, a mio parere e non solo mio, appartengono al mondo della politica politicante". Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, intervenendo al ’Caffe’ di Corradino Mineo su Rainews24. "Se questi temi avessero avuto all’interno del Pdl una risonanza tale da essere dirompenti non avrebbero riscosso, al termine di una discussione aperta e libera, solo 11 voti su 171. Sono convinto che cio’ che ha detto Fini ieri, cioe’ che non vuole mettere in discussione ne’ la leadership del Pdl ne’ il governo sia vero. La gente, con il suo buon senso, non vuole che per una serie di alchimie politiche si faccia mai cadere il governo".

Alla Direzione nazionale di ieri c’e’ stato un dibattito libero e democratico, al termine del quale si e’ votato.

Risultato? Soltanto il 6 per cento dei nostri e’ convinto che bisognerebbe scegliere un’altra linea"; "la nostra gente quando si parla di correnti pensa alle correnti d’aria, non certo a quelle politiche. Nessuno poi ha parlato di epurazioni. Diciamo soltanto che i vecchi riti del partitismo e che la rinascita delle correnti non sono nella natura del Popolo della liberta’".

Il Documento Finale della Direzione Nazionale del PdL

DIREZIONE NAZIONALE: Il documento finale

La Direzione Nazionale del Popolo della Libertà sottolinea la vittoria del Centrodestra nelle recenti elezioni regionali e amministrative, con un risultato storico: oggi 40 milioni di italiani sono governati a livello regionale dal Centrodestra, contro i 18 milioni amministrati dal centrosinistra.

Il Centrodestra si è confermato maggioranza nel Paese in modo inequivocabile e il Popolo della Libertà si è riaffermato come la prima grande forza politica nazionale: questo è vero al Nord dove il Popolo della Libertà ha agito in alleanza ma anche in competizione positiva con la Lega; ed è vero nel Centro-sud, dove ha dimostrato di possedere un forte radicamento territoriale.

Tutto ciò rende paradossali alcuni aspetti della polemica interna sviluppatasi in questi giorni: tensioni all’interno delle grandi forze politiche possono manifestarsi, ma è incomprensibile che vengano provocate all’indomani di una grande vittoria, dopo due anni di successi in tutte le consultazioni elettorali e dopo due anni di grandi risultati dell’azione di governo certificati dal costante consenso dei cittadini, unico caso in Europa, durante un periodo di grave crisi economica in contro tendenza rispetto alla sfiducia che ha colpito tutti gli altri governi.

Anche il confronto che si è svolto durante i lavori della Direzione ha rivelato come certe polemiche pubbliche fossero pretestuose e comunque non commisurate ad un dibattito responsabile e costruttivo.

Nei prossimi tre anni il governo, la maggioranza e il Popolo della Libertà completeranno la realizzazione del programma che ci impegna principalmente

1. a ridurre e a razionalizzare la spesa pubblica,

2. a realizzare una riforma del sistema fiscale con l’obiettivo di ridurre le tasse, compatibilmente con i vincoli di bilancio,

3. a sostenere le famiglie, il lavoro, le imprese,

4. a proseguire nella riforma e nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione,

5. a realizzare un Piano per il Sud,

6. ad ammodernare e potenziare il sistema delle grandi infrastrutture,

7. a realizzare una riforma organica del sistema giudiziario,

8. a realizzare le riforme istituzionali, ivi compresa la modifica dei regolamenti parlamentari,

9. a proseguire nella lotta alla criminalità organizzata che ha già prodotto risultati mai raggiunti nella storia della Repubblica.

Siamo convinti che una forte ed autorevole leadership, quale quella assicurata dal Presidente Berlusconi, garantirà il raggiungimento di tutti questi obiettivi. La leadership forte è ormai un tratto caratteristico dei moderni sistemi politici e gli italiani certo non rimpiangono le leadership deboli e i governi instabili del passato. Del resto i risultati elettorali ne sono una conferma e la stabilità rafforza altresì il prestigio internazionale dell’Italia.

Una leadership forte non significa affatto rinunciare al dibattito libero e democratico che è anzi previsto dallo Statuto ed è testimoniato sia dalle innumerevoli iniziative politiche e culturali, dal grado di libertà che connota il dibattito interno nelle sedi delegate e nelle riunioni dei gruppi parlamentari, sia dall’esistenza di fondazioni, riviste, centri di riflessione e di elaborazione. Tutte le scelte politiche, anche quelle che hanno riguardato le candidature per le elezioni regionali e l’alleanza con altre formazioni politiche, sono state compiute dall’Ufficio di Presidenza attraverso un dibattito dei suoi trentasette componenti aperto e libero.
In un grande partito democratico si deve poter discutere di tutto, ma a due condizioni: che non si contraddica il programma elettorale votato dagli elettori e che, una volta assunta una decisione negli organi deputati, tutti si adeguino al risultato del voto.

Il Popolo della Libertà non può contravvenire ai principi di quella democrazia degli elettori che ha fortemente voluto e che impone che il patto stipulato con i cittadini al momento del voto sul programma sia vincolante. Rispetto a quel patto non sono possibili deroghe: come è stato ribadito anche a piazza San Giovanni lo scorso 20 marzo dal Popolo della Libertà.

Così come non sono possibili deroghe rispetto alla nostra Carta dei Valori che è la stessa della grande famiglia del Partito Popolare Europeo e che enuncia i nostri valori fondamentali che sono: la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l’eguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà.

I temi che non rientrano nel programma elettorale e di governo possono essere invece oggetto di dibattito e di discussione nell’ambito degli organismi statutari. Non vi è nulla di negativo se in quella sede emergono opinioni diverse. Purché sia chiaro a tutti che il principio della democraticità del dibattito non esonera dalla responsabilità di assumere decisioni finali. E che una volta che tali decisioni siano state assunte, all’unanimità o a maggioranza, esse acquistano carattere vincolante per chiunque faccia parte del PdL, sia che le abbia condivise, sia che si sia espresso in dissenso.

In tal senso questa Direzione Nazionale dà mandato al Presidente e ai Coordinatori di assumere ogni iniziativa utile ad assicurare la realizzazione del programma e delle decisioni assunte dagli organi statutari, stabilendo il rispetto delle decisioni votate democraticamente.

Quando gli italiani che amano la libertà, che vogliono restare liberi, che non si riconoscono nella sinistra, si riunirono sotto un solo simbolo e una sola bandiera, scelsero che su quel simbolo e su quella bandiera ci fosse scritto “Popolo della Libertà” e non “Partito della libertà”.

Il riferimento al “popolo” deve quindi essere un principio costante dell’azione politica del Popolo della Libertà che deve sempre più radicarsi sul territorio e incardinarsi nella storia d’Italia. Non siamo un vecchio partito. Non vogliamo dividere ma unire. Siamo al servizio del popolo italiano e del suo bene comune. Le ambizioni dei singoli non possono prevalere sull’obiettivo di servire il popolo italiano.

Del pari le “correnti” o “componenti” negano la natura stessa del Popolo della Libertà ponendosi in contraddizione con il suo programma stipulato con gli elettori e con chi è stato dagli stessi elettori designato a realizzarlo attraverso il governo della Repubblica.

La Direzione Nazionale del Popolo della Libertà approva quindi le conclusioni politiche del Presidente Silvio Berlusconi e gli conferma il proprio pieno sostegno e la propria profonda gratitudine.

giovedì 22 aprile 2010

BERLUSCONI: Sentendo Fini mi sembrava di sognare

BERLUSCONI: Il Pdl è un movimento politico totalmente democratico
"La democrazia e’ fondamentale nel Popolo della Libertà, ci ha consentito di lavorare bene e di vincere tutte le elezioni. E’ un fatto mai capitato nella storia della Repubblica. Io ritengo che difficilmente si possa dire che in questo tempo il Pdl non sia stato democratico. Tutti gli organi dello Statuto che garantiscono la democrazia all’interno del Popolo della Liberà, sono pienamente funzionanti. I tre coordinatori nazionali si riuniscono ogni giorno, l’Ufficio di presidenza una volta ogni due settimane ed oggi la Direzione nazionale, con un incontro già previsto prima delle elezioni nazionali.

Abbiamo tanto da fare, ma non c’e’ mai nessun intervento del presidente del partito ne’ del presidente del Consiglio. Io mi sono sempre messo a disposizione e non ho mai imposto la mia volonta agli organi del partito. L’invito che rivolgo è quello di moltiplicare i luoghi di incontro del PdL e convocare l’Ufficio di presidenza due volte al mese, la Direzione nazionale ogni due mesi e il Congresso nazionale una volta l’anno, con l’intenzione di farne uno entro la fine del 2010. Noi siamo il Popolo della Libertà e il nostro dovere è interloquire con la nostra gente." Lo ha affermato il presidente Berlusconi alla Direzione nazionale del PdL, nel corso del suo intervento di apertura.

BERLUSCONI: Ho un apprezzamento del 63,33%, un consenso bulgaro
"Il governo è al 48% nella fiducia degli italiani, un risultato straordinario in un momento di crisi se paragonato a quelli degli altri governi occidentali. Se si andasse a votare domani il Pdl andrebbe al 38,8%, il premier al 63,33 per cento: un consenso bulgaro"

Così si è espresso Silvio Berlusconi, citando i dati dell’ultimo sondaggio di Euromedia Research.

BERLUSCONI: Abbiamo tre anni davanti per completare il programma
" Il grande successo elettorale ottenuto dal PdL alle elezioni regionali, ci dà la maggioranza all’interno dell’Upi (Unione province italiane) e all’interno della conferenza Stato - Regioni. E’ la prima volta che un governo si trova in una situazione così favorevole.

La vittoria elettorale è il riconoscimento dell’attività di governo e ci consegna tre anni di lavoro per completare il programma e per fare la riforma della giustizia, del fisco, e quella istituzionale con il consenso degli imprenditori, dei sindacati e dell’opposizione."

Lo ha affermato il presidente Berlusconi alla Direzione nazionale del PdL, nel corso del suo intervento di apertura.


BERLUSCONI: Sentendo Fini mi sembrava di sognare

"Mi sembrava di sognare. Da Gianfranco Fini sono arrivate oggi una serie di domande, di sollecitazioni. Magari fosse stato cosi’ nei mesi appena passati. Io non ho mai ricevuto una sola richiesta sui temi sollevati ne’ da uomini di An ne’ dal coordinatore La Russa, uomo di collegamento con AN". Lo ha affermato Silvio Berlusconi, rispondendo a Gianfranco Fini alla Direzione Nazionale del Pdl.

Dopo aver valutato positivamente la proposta di Fini di formare un gruppo di lavoro sui decreti attuativi del federalismo fiscale, coinvolgendo i governatori del Pdl, circa i rapporti con la Lega, Berlusconi ha risposto:

"La Lega e’ un partito radicato sul territorio: tutti gli uomini della Lega devono rendere conto al partito su cio’ che fanno sul territorio. Anche noi non dobbiamo piu’ pensare al sabato e alla domenica come giorni di vacanza e per la famiglia: dobbiamo impegnarci a lavorare sul territorio il sabato e la domenica".

Quanto alla spaccatura del PdL in Sicilia, Berlusconi ha precisato:

"Abbiamo deciso, in presenza di una campagna elettorale, di sospendere ed affrontare il problema della Sicilia dopo le elezioni regionali. Tu hai autorizzato i tuoi uomini a partecipare (all’organizzazione del PdL Sicilia, n.d.r) ci sono otto uomini tuoi".

In relazione all’organizzazione del PdL, Berlusconi ha replicato a Fini:

"Allora, diciamoci tutto... Mi hai detto davanti a Letta che ti eri pentito di aver dato vita al Popolo della Liberta’ e che avevi intenzione di fondare un gruppo autonomo".

A proposito delle accuse lanciate da Fini a ’Il Giornale", di proprietà del fratello del presidente Berlusconi,
la risposta del premier è stata: " Non parlo con il direttore del ’Giornale’ e non ho alcun modo di influire e ho convinto mio fratello a metterlo in vendita. Mi sono distinto pubblicamente dalle posizioni del Giornale.

Se c’e’ qualche imprenditore vicino a te puo’ entrare nella compagine azionaria. E comunque mi sembra che le critiche piu’ forti nei tuoi confronti vengano da ’Libero’ il cui editore, Angelucci, proviene da An e mi risulta essere un tuo amico".
Silvio Berlusconi ha tenuto il punto anche sulle critiche sollevate da Fini in relazione alla presunta fredezza del governo sulle celebrazioni dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia:

"Abbiamo gia’ predisposto un piano di celebrazioni che partira’ nel prossimo maggio dallo scoglio di Quarto, con la partecipazione anche del presidente della Repubblica. Inoltre abbiamo fatto accordi con la Rai per promuovere con il governo un ciclo di trasmissioni il cui obiettivo e’ quello di divulgare l’anniversario dell’Unità d’Italia. Se c’e’ un tema sul quale non accettiamo che ci siano critiche, e’ quello sui 150 anni dell’Unita’ d’Italia".

Replicando alla critica mossa da Fini circa la mancata cancellazione delle Province, Berlusconi ha replicato: "Nel programma c’e’ scritto che aboliremo le Province inutili, cioe’ quelle che ricadono sulle citta’ metropolitane, come ad esempio nel caso di Roma o Milano, ma abbiamo fatto un calcolo e abolendo le Province si risparmiano solo 200 milioni, perche’ tutto passa poi alle Regioni a livello di personale o competenze. E’ troppo poco per iniziare una manovra che scontenterebbe i cittadini e ne e’ una prova il fatto che ci chiedono nuove Province". Ma, ha assicurato il premier, "non concederemo piu’ nessuna nuova provincia".

Silvio Berlusconi ha infine invitato Gianfranco Fini a lasciare la carica di residente della Camera se vuole fare politica. "Dichiarazioni di contenuto politico non si convengono a chi presiede una istituzione super partes. Un presidente della Camera non deve fare dichiarazioni politiche. Se le vuoi fare devi lasciare la carica, ti accoglieremo a braccia aperte nel PdL".

VERDINI: Il PdL non ha perso voti e la Lega non li ha aumentati

"Il Pdl non ha perso voti alle scorse elezioni regionali. Anzi, facendo la somma aritmetica dei voti ottenuti dalle liste civiche e liste dei presidenti, accanto ad un discorso che si basa su una valutazione politica, il Pdl ha ottenuto 38,4% dei consensi."

Lo ha affermato il coordinatore nazionale del PdL, Denis Verdini, durante la Direzione nazionale. Nel corso del suo intervento Verdini ha osservato che la Lega non ha aumentato i suoi voti nelle scorse elezioni regionali, fatta eccezioni per alcuni casi locali. "Facendo la somma aritmetica dei voti ottenuti dalle liste civiche, dalle liste dei presidenti e li’ dove non c’era la lista Pdl e attraverso una valutazione politica, il Pdl va al 38,4%".

BONDI: No al cupio dissolvi, il nostro popolo è sconcertato
"Siamo forti perche’ siamo uniti e siamo uniti perche’ sulle scelte fondamentali non abbiamo mai registrato un dissenso che fosse incolmabile, questa e’ la nostra forza".
Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, parlando dal palco della Direzione nazionale.

"In questo momento i nostri elettori sono increduli, sconcertati, delusi rispetto a cio’ che sta accadendo, perche’ si parla di divergenze, divisioni addirittura di scissioni dopo una vittoria cosi’ netta quando invece tutto dovrebbe indurci ad affrontare con fiducia, anche con calma, il percorso che ci sta davanti". Tutto questo, per Bondi, accade almeno per tre motivi: una "cupio dissolvi" che c’e’ "tra alcuni di noi" ma che e’ dettata piu’ "dalle alchimie" politiche che dalla "politica del fare".

Inoltre, esiste un’altra "sindrome", per cui "non si comprende la realta"’ ma per reazione non si cerca di cambiare ma "si cerca di cambiare la realta"’, ma questo e’ un meccanismo che non paga, che "ha portato la sinistra allo sbando".

Infine, va bene il confronto "e’ importante", ma non portando avanti la "logica dei distinguo", come hanno fatto "certi intellettuali" di area finiana "mai smentiti", come Alessandro Campi o Filippo Rossi. Tra l’altro, ha attaccato Bondi applauditissimo e che ha ricevuto anche una standing ovation alla fine, sulla questione degli ’yes man’: "non ci sono fra di noi uomini e spiriti liberi e servi".

LA RUSSA: Nessuno divida storie politiche che si sono incontrate

Il coordinatore nazionale del PdL Ignazio La Russa, nel suo intervento alla Direzione nazionale del Pdl, ha rivolto un forte appello all’unita’ del PdL e contro ogni ipotesi di scissione o irrimediabile divaricazione.

"Nella polemica interna cerchiamo di non essere reciprocamente ingenerosi", ha osservato il ministro della Difesa, che ha rivendicato con orgoglio di sentire "pienamente inserita nel Pdl" tutta la sua storia di esponente politico proveniente dalla destra italiana e da Alleanza nazionale che ha contribuito alla fondazione del nuovo soggetto. "Nessuno divida due storie che si sono incontrate."

AUGURI ROMA

Roma ha celebrato ieri il 2763 esimo Natale dalla sua  esistenza,  essendo stata fondata, come vuole la leggenda, il 21 aprile del 753 a.c.. "Da quasi tre millenni Roma esiste e porta in sè un insieme di valori e di simboli che rappresentano punti di riferimento universale - ha detto il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, aprendo in Campidoglio la cerimonia celebrativa del Natale di Roma - Non a caso,- ha concluso il primo cittadino - i testimoni dei conflitti mondiali hanno scelto di incontrarsi oggi all’Ara Pacis per dare un messaggio di pace, perdono e riconciliazione".

mercoledì 21 aprile 2010

Bondi: Un cambiamento nel PdL ? Come e da chi

BONDI: Un cambiamento nel Popolo della Libertà? Come e da chi

Riportiamo  il commento di Sandro Bondi sulla situazione interna al Popolo della Libertà

Se la rimozione ed il cambiamento dei coordinatori fosse l’ostacolo all’intesa con Fini, sarei io il primo a chiedere al Presidente Berlusconi di consentirmi di lasciare immediatamente l’incarico. Dal 2002 in poi sono stato uno dei protagonisti insieme a molti amici dell’ex Alleanza Nazionale e dell’Udc ad impegnarmi per la nascita del PdL. In politica il nostro ruolo non dipende dagli incarichi ma dalle idee, se si hanno delle idee naturalmente, e dall’onestà e dallo spirito con cui si sostengono.
L’amico Ignazio La Russa è stato indicato come coordinatore del PdL dal Presidente Gianfranco Fini. Sulla base della mia esperienza personale ho potuto constatare che non è mai venuto meno al suo dovere di lealtà nei confronti di Fini e della storia del suo partito, pur svolgendo nello stesso tempo liberamente un ruolo positivo per la costruzione del nuovo partito. Italo Bocchino ha svolto e svolge il ruolo di vice presidente del gruppo parlamentare del PdL, credo con un atteggiamento simile a quello di Ignazio. Non vedo quale sia il problema. Tutti hanno dei ruoli importanti, tutti hanno potuto adempiere alle proprie responsabilità senza alcun limite, tutti sono stati liberi di esprimere le proprie idee e le proprie proposte pubblicamente e democraticamente nelle sedi del partito. Tutti potrebbero considerarsi soddisfatti del proprio ruolo e dei risultati che insieme abbiamo ottenuto. Solo un cupio dissolvi oppure un pensiero che ha divorziato dalla realtà può spiegare quello che sta avvenendo. Voglio dire in sostanza che non ci sono preclusioni verso nessuno e che tutti hanno la possibilità di occupare i ruoli di massima responsabilità nel partito.

Credo che, come me, Ignazio ritenga che se fossimo noi il problema sulla strada della riappacificazione con Fini oppure i responsabili delle carenze del PdL, saremmo noi i primi a farci da parte. Non voglio essere provocatorio, anzi vorrei contribuire alla ricerca di una soluzione. Tuttavia, non vedo quali segnali di cambiamento si dovrebbero dare. Se venissero specificati, si potrebbero esaminare e si potrebbe rispondere, ma ho l’impressione che non ci siano delle vere ragioni politicamente comprensibili che giustifichino i toni e le decisioni preannunziate, come quella di costituire dei gruppi parlamentari autonomi. Credo, anzi, che Fini per primo dovrebbe offrire qualche segnale di cambiamento, rinunciando ad esempio a segnalare continuamente posizioni differenti su ogni questione rispetto all’azione del governo, al partito e al ruolo del Presidente Berlusconi. Ieri, ad esempio, il direttore di Farefuturo ha espresso delle posizioni che sono semplicemente offensive rispetto alla persona di Berlusconi e a tutta la nostra storia.

Non tutto quello che dice Fini è sbagliato o infondato. Anzi molte questioni che solleva sono assolutamente meritevoli di discussione e di approfondimento. Quello che non si comprende è il nesso logico che passa dalla richiesta di un confronto, che è utile e necessario che si svolga nel partito, alla decisione di costituire gruppi autonomi e cioè dal delineare un’ipotesi di scissione del partito. C’è un salto logico e politico indecifrabile.

Il voto per le regionali e per le amministrative ha premiato l’azione del governo, incoraggiato l’apertura di una stagione di riforme e confermato la validità della nascita del PdL. Questo è il significato indubitabile delle recenti elezioni. Il PdL ha vinto nel Nord grazie anche al solido rapporto di alleanza con la Lega, ma ha vinto anche al centro e al Sud, dove la Lega non c’è. Ciò vuol dire che il PdL è un partito nazionale forte, che è stato riconfermato come forza politica di maggioranza relativa nel nostro Paese. Significa che non vi è alcun problema da affrontare? Certamente no, ma significa che, a partire dal recente successo elettorale, tanto più importante in quanto in tutta Europa chi governa è stato penalizzato, possiamo affrontare i problemi con uno spirito diverso.

Voglio essere franco fino in fondo: la mia opinione è che Fini, nonostante tutti i suoi meriti e la positiva evoluzione politica che ha impresso alla storia della destra italiana erede del fascismo, incarna un’idea della politica che è destinata a non comprendere e perfino a non accettare le novità e i risultati introdotti da Berlusconi nella vita politica italiana. Vi è in questa ripulsa, una invincibile presunzione di superiorità della politica tradizionale, quella proveniente dalla cosiddetta Prima Repubblica, rispetto al modello di Berlusconi, al punto da spingere un esponente moderato come Casini a proporre qualche tempo fa un comitato anti berlusconiano comprendente anche Di Pietro.

Le riforme istituzionali sono necessarie proprio per evitare di gettare l’Italia in uno stato di ingovernabilità, proprio quando gli elettori nella loro maturità hanno lanciato un segnale di stabilità e reso possibile un lungo periodo di lavoro per le riforme.
Se nei prossimi giorni non si raggiunge un accordo e le elezioni divenissero necessarie, non ci sarebbe spazio in questa legislatura per soluzioni pasticciate che sarebbero un affronto alla democrazia e al Paese.

Per 75 ex di AN il PdL è la scelta giusta

75 EX PARLAMENTARI DI AN: Il PdL è una scelta giusta e irreversibile
"Il progetto del Pdl e’ una scelta irreversibile, decisiva per costruire la democrazia bipolare nella quale le istanze e i valori del centrodestra hanno raccolto la maggioranza dei consensi degli italiani."
E’ quanto si legge in un documento, articolato in otto punti, firmato da 75 ex parlamentari di An ora nel PdL, tra i quali il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente dei senatori Maurizio Gasparri, il coordinatore del PdL Ignazio La Russa, i ministri Altero Matteoli e Giorgia Meloni oltre ai parlamentari Filippo Berselli, Viviana Beccalossi, Egidio Digilio, Domenico Benedetti Valentini, Tommaso Foti, Achille Totaro, Giuseppe Valentino, Marco Zacchera, Domenico Gramazio, Mario Landolfi, Manlio Contento. Alfredo Mantica, Alfredo Mantovano, Cristiano de Eccher, Filippo Ascierto, Riccardo De Corato, Barbara e Filippo Saltamartini, Riccardo Migliori, Andrea Fluttero, Vincenzo Piso, Vincenzo Nespoli, Domenico Nania, Fabio Rampelli, Maurizio Leo, Antonio Paravia, Luigi Ramponi, Stefano Saglia.
Il documento sottolinea le "nette affermazioni elettorali" del PdL alle politiche del 2008 e nelle successive tornate elettorali, con risultati che rappresentano "un chiaro giudizio positivo sul governo guidato da Silvio Berlusconi. Pertanto, in ogni caso - siamo fermamente convinti che il PdL rappresenti una scelta giusta ed irreversibile. Vogliamo contribuire ulteriormente a rafforzare il PdL restando all’interno del partito".
Questi riconoscimenti non impediscono ai firmatari del documento di riconoscere l’esistenza di problemi politici e organizzativi che il PdL deve affrontare "e le stesse osservazioni avanzate dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che devono ovviamente essere oggetto di corretta valutazione". Rafforzare il PdL significa, dunque, dare luogo "a un costante, libero, proficuo confronto di idee, che si basi sul regolare e sempre piu’ frequente incontro degli organi statutari del partito e dei gruppi parlamentari. Li’ le idee e i progetti si devono confrontare per attuare, integrare e aggiornare il programma elettorale e le decisioni politiche scaturite dal congresso di fondazione". Garantire percio’ "il massimo della democrazia interna e il rispetto di tutte le posizioni" affidando le decisioni finali agli organi di volta in volta competenti. Il documento chiede poi la valorizzazione delle rappresentanze elettive a tutti i livelli, centrale e periferico, con la piena funzionalita’ degli organi di partito nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, anche attraverso i congressi previsti dallo Statuto "affinche’ una scelta democratica prenda il posto delle prime designazioni avvenute tenendo conto delle ’quote di provenienza’. Quote da superare defin itivamente attraverso un nuovo congresso nazionale".
I firmatari si schierano per il sistema bipolare e le riforme istituzionali "per il rafforzamento della democrazia diretta che consente ai cittadini di scegliere i massimi vertici del governo e delle istituzioni". Il documento chiede poi al PdL "un’azione forte e ricca di contenuti" su tutto il territorio nazionale, in particolare sulle questioni dell’economia e del lavoro, dello sviluppo del Sud . "Centrale" viene inoltre considerata la vocazione del PdL a tutela dell’unita’ nazionale "nel rispetto delle specificita’ locali e delle diversita’ territoriali". Per questa ragione i firmatari vedono con favore il matrimonio fra federalismo fiscale e presidenzialismo, oltre a "un forte snellimento del sistema burocratico per ridare slancio all’economia dei territori, in particolare quelli del Nord, da sempre locomotiva dello sviluppo". Netto il giudizio dei "75" contro l’immigrazione clandestina. "Non deve essere trascurato, o peggio ancora accresciuto con messaggi equivoci, il disagio dei cittadini a fronte dei guasti provocati dall’immigrazione clandestina".
"Non e’ un documento anti-finiano. E’ un documento di un’ampia maggioranza di rappresentanti provenienti dalla ex An che credono nel progetto Pdl e che al suo interno, nel rispetto di ogni posizione, vogliono far vivere contenuti e valori tipici della destra. E’ un contributo positivo all’unita’, irreversibilita’, identita’ del Popolo della liberta’".

DIBATTITO NEL PDL SULLA LINEA FINI

CICCHITTO: E' inaccettabile contestare la leadership tutti i giorni
"Francamente non sono convincenti le dure polemiche di questi giorni e, adesso, il documento di differenziazione del presidente Fini e dei cinquanta parlamentari dopo una netta vittoria elettorale del centrodestra, della maggioranza, del governo. I temi indicati, rapporti con la Lega, politica economica, Sud, potevano benissimo essere oggetto di una riflessione unitaria nel Pdl". Lo ha affermato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che ha osservato:
"In secondo luogo, il Pdl e’ nato ed e’ stato costruito sulla base di due elementi di fondo: la leadership carismatica di Berlusconi, che si e’ fatta positivamente sentire anche nel corso di questa campagna elettorale, e un partito democratico, radicato nel territorio. Ora, dopo il confronto di domani bisognera’ definire regole di convivenza e di comportamento, perche’ non sarebbe accettabile che uno degli aspetti del nuovo partito, codificato anche nel suo statuto, e cioe’ la leadership, sia offuscata o annullata da contestazioni e differenziazioni quotidiane, ad ogni livello, con il ritorno ad un modello di partito del tutto rinchiuso in se stesso, con il rischio di un distacco dagli elettori . In questi tre anni il Pdl deve fare una serie di cose riguardanti la politica economica e sociale e le riforme di vario tipo (istituzionali, federaliste) che vanno realizzate".

LUPI: Il dibattito interno va bene se e' funzionale al governo
"A noi interessa una sola cosa: far crescere il popolo delle liberta’, ma ancora di piu’ governare, come i cittadini ci hanno chiesto di fare. Tutto cio’ che contribuisce a far crescere il Pdl e ci aiuta nell’azione di governo e’ positivo".

Lo ha affermato il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, commentando l’esito della riunione di Gianfranco Fini con una cinquantina di parlamentari sulla sua linea. A Lupi e’ stata chiesta anche una valutazione sul fatto che anche i 75 parlamentari gia’ di An, che invece hanno firmato un documento alternativo, chiedano anch’essi piu’ dibattito negli organi del partito. Lupi ha risposto che "Il Pdl e’ nato un anno fa, e’ un grande partito che vuole la democrazia al suo interno. I congressi sono stati gia’ convocati e lo saranno la direzione nazionale e tutti gli organi. La liberta’ non da’ fastidio a nessuno", ha aggiunto, "a condizione che questa liberta’ di espressione e di giudizio nel partito sia finalizzata alla sua crescita. In particolare, visto che governiamo e i cittadini ci danno il loro consenso, che sia finalizzata a far si’ che il governo attui il programma".

LA RUSSA: Fini poteva evitare rischi di fratture politiche
"Ci sono stati due documenti. Meno di cinquanta hanno espresso amicizia e solidarieta’ a Fini, che esprimo anch’io e che esprimono tutti, ma 74 hanno detto che in ogni caso non avrebbero lasciato il Pdl e io sono tra questi, pur mantenendo un rapporto amichevole e leale con Fini". Lo ha affermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha sollevato alcuni rilievi al presidente della Camera.
"Credo che se dall’inizio fosse stato chiaro il percorso, escludendo ogni scissione, si sarebbero evitate inutili fratture che stanno rompendo il percorso fino ad oggi comune di Alleanza Nazionale. Questo mi angustia molto. Mi sono fatto l’idea che questa vicenda, che porta alla frantumazione del Pdl e che torna utile alla sinistra ridotta ai minimi termini, fa anche in qualche modo sorridere gli alleati della Lega e poteva essere facilmente evitata"

GASPARRI: Elezioni anticipate se si frammenta il Pdl

"Io sto dalla parte di Gasparri, che ha lavorato perche’ si desse vita al Popolo della liberta’ e che nel Pdl, oltre che a svolgere la funzione di presidente dei senatori con grande armonia, nel dibattito interno sull’immigrazione, la sicurezza, le politiche per la vita e la famiglia mantiene le posizioni che la destra politica italiana ha sempre sostenuto. Quindi mi sento un rappresentante di quell’area di destra che ha creduto nel Pdl e che non cambia idea".

Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, intervenendo a La Telefonata su Canale 5. Gasparri ha spiegato che "gli italiani vogliono soluzioni per i problemi dell’immigrazione, da contenere, del lavoro, da creare, dell’economia, da gestire bene. Io non credo che la gente sarebbe contenta se ci fossero le elezioni. Certo, se si rompesse il patto con gli elettori con frammentazioni, nascita di gruppi o impedimenti al presidente Berlusconi di governare, cosi’ come gli italiani hanno voluto, e’ chiaro che la parola dovrebbe tornare alle urne. Non me lo auguro e lavoreremo perche’ non accada. Quello che serve e’ l’unita’ della maggioranza che ha la responsabilita’ del Paese, unita’ nel confronto aperto nel Pdl, governo dei problemi e soprattutto di quelli che l’economia e le questioni del lavoro e dell’impresa ci impongono"

LUPI: Da Bocchino e Urso tensione incomprensibile
"Un conto e’ una discussione su proposte di contenuto politico, che e’ positiva, un altro e’ una posizione che porta a una rottura". Cosi’ si è espresso il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, commentando la tensione che si e’ creata all’interno del Pdl, che a suo parere "i cittadini non capiscono, rimane incomprensibile e che e’ anche la causa di un certo nervosismo".
E’ proprio a questo nervosismo che Lupi, in visita al Salone del mobile, ha ricondotto la lite televisiva di due sere fa con Italo Bocchino nel corso del programma ’L’ultima parola’ su Raidue. "L’esasperazione dei toni di Bocchino e di Urso (il sottosegrEtario Adolfo Urso, anche lui intervenuto in studio, ndr) ha stupito tutti e anche me. La cosa brutta e’ la pessima immagine della politica e ovviamente del nostro partito che diventa litigioso. Credo che il punto sia verificare seriamente come sensibilita’ diverse possono portare a una ricchezza. Berlusconi, io e altri non abbiamo nessun problema di esasperazione degli animi, ma di perplessita’ e di incomprensione di una posizione che porta a una rottura".
Creare piu’ democrazia interna e’ quello che Berlusconi vuole. La cosa che non vogliamo e’ che ci sia uno stillicidio continuo per cui c’e’ sempre il controcanto rispetto a cio’ che Berlusconi dice".


SCAJOLA: Il governo e' solido e va avanti con il programma

"Il Governo c’e’, e’ solido e il presidente Berlusconi va avanti per realizzare il programma che abbiamo definito e contrattato con gli italiani quando abbiamo vinto le elezioni".

Lo ha affermato Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, ad Hannover in occasione di un incontro con Reiner Bruederle, ministro dell’Economia della Germania prima della cerimonia di inaugurazione della Fiera Internazionale di Hannover, di cui l’Italia e’ ospite d’onore.
Il ministro dello Sviluppo Economico ha osservato che "il Governo e’ solido, ha una maggioranza solida, sta governando bene, ha vinto le elezioni regionali con un successo straordinario. Per questo e’ incomprensibile per gli stranieri che ho incontrato in questi giorni, leggere su giornali della stampa europea e mondiale notizie quasi come se in Italia il Governo fosse in crisi". Da qui la preoccupazione di Scajola: "il rischio e’ che all’estero ci possa essere una valutazione di quello che succede in Italia spropositata rispetto a quello che effettivamente e’ la realta’".

MATTEOLI: Nel PdL votare e poi attenersi a quanto deciso


Gianfranco Fini poteva scegliere qualunque ruolo. La sua scelta fu per la presidenza della Camera e non mi pare abbia molto senso fare un dibattito a posteriori su quello che poteva essere. Ne’ e’ giusto imputare la situazione ai ruoli ricoperti".
Lo ha affermato all’ADNKRONOS il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli, a proposito della riflessione del collega Ignazio La Russa, secondo il quale e’ stato un errore non convincere a suo tempo Fini a dedicarsi al Pdl. "Quelli che Fini pone sono problemi politici e finche’ sono tali, il partito ha il dovere di rispondere. E mi pare che si vada in quella direzione. Si discutera’, com’e’ giusto che sia, perche’ in democrazia il dissenso e’ sempre accetto e senza dibattito un partito muore. Secondo le regole che si e’ dato, naturalmente, e con delle nuove regole qualora lo si ritenesse necessario. Ma di una cosa sono convinto: non ci possono essere ’due’ partiti: si discute, si vota, e poi tutti si attengono a quanto deciso".

CAPEZZONE: L'azione dei finiani favorisce la Lega
"Uno degli effetti dell’azione dei finiani e’ proprio quello di favorire la Lega. Piu’ loro arretrano, piu’ la Lega avanza e acquisisce anche il connotato di partito affidabile dal punto di vista di chi vota il governo Berlusconi".
Lo ha affermato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, intervenendo a ’Il Fatto del giorno’ su Raidue. "Mi auguro veramente che gli amici vicini al presidente della Camera non siano in cerca di posti, cascherebbero francamente le braccia, anche se, purtroppo, vedo delle interviste che vanno in tal senso. E’ normale che nei grandi partiti dell’Occidente avanzato convivano laici e cattolici, il tema non e’ questo. Quello che fa impazzire di rabbia la nostra gente e’ inventarsi ogni giorno un argomento per distinguersi".

BERLUSCONI: Dal Pdl invito a Fini a desistere

Ricordiamo  che il 16 c.m. al termine dell’ufficio di presidenza del Pdl, il presidente Silvio Berlusconi ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale ha letto un documento che parte con l’analisi del voto amministrativo.
"Il voto delle elezioni amministrative ha premiato l’azione di governo, incoraggiato una fase di riforme necessarie al Paese e rafforzato la validita’ della nascita del Pdl. In questo quadro e contesto rivolgo l’invito al presidente Fini a desistere da iniziative trapelate da notizie di quotidiani e agenzie e a continuare invece insieme la grande avventura politica e storica del Pdl. C’e’ la grande volonta’ di uscire dalle incomprensioni e continuare senza posizioni che possano far venire fuori l’immagine di non coesione di un partito che e’ invece coeso".

Viene ribadita, dall’ufficio di presidenza Pdl l’intenzione di dare una piu’ serrata periodicita’ alle sue convocazioni ed anche quella di convocare il congresso da qui ad un anno. "L’invito e’ che si possano risolvere le incomprensioni ed io sono fiducioso che si possano superare queste incomprensioni", ha osservato Berlusconi che ha inquadrato il testo appena letto come "una risposta non richiesta alle osservazioni del presidente Fini, anche se non dovevamo dare risposte".













































.

venerdì 16 aprile 2010

PdL :incomprensibile l'atteggiamento di Fini

I TRE COORDINATORI: incomprensibile l'atteggiamento di Fini

"Le recenti elezioni regionali e amministrative hanno riconfermato la validita’ politica della decisione di dar vita al PdL, un traguardo storico irreversibile", si legge nella nota firmata da Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, dopo l’incontro con il presidente Berlusconi. "Gli italiani, dimostrando anche in questa occasione maturita’ ed intelligenza hanno premiato l’azione del Governo e creato le migliori condizioni per proseguire sulla strada delle riforme che abbiamo intrapreso e dell’ulteriore rafforzamento del nostro partito.

Da queste inoppugnabili considerazioni nasce la nostra profonda amarezza per l’atteggiamento dell’On. Gianfranco Fini che appare sempre piu’ incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni, un progetto di importanza storica che gode di un consenso maggioritario nel popolo italiano. Come dimostrano il successo alle Politiche del 2008, le elezioni amministrative, nelle quali il centro-destra e’ passato ad amministrare la maggioranza delle province italiane, e le Regionali che ci hanno visto passare in questi anni dal governo di 4 a quello di 11 Regioni".

GASPARRI: Gli italiani non capirebbero la frammentazione
Le frammentazioni sono l’opposto di cio’ che gli italiani chiedono. Credo che l’Italia voglia il bipolarismo, meno partiti, meno gruppi. Abbiamo lavorato per questo. La frammentazione e la divisione non sono in linea con cio’ che gli italiani si augurano".
Lo ha affermato, in un’intervista al Tg3, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri a proposito dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.

giovedì 15 aprile 2010

La Consulta riconosce solo i matrimoni tradizionali !

ROCCELLA: La Consulta dà ragione al Family Day
"La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi sui matrimoni omosessuali dichiarando infondato il richiamo agli articoli 3 e 29: la famiglia non puo’ che essere, secondo i giudici, una ’societa’ naturale’ composta da un uomo e una donna e fondata sul matrimonio".
Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, che ha commentato la decisione della Consulta sfavorevole ai matrimoni gay: "L’ambito su cui si puo’ eventualmente esercitare la discrezionalita’ del legislatore e’ soltanto quello dei diritti della persona, cosi’ come hanno sostenuto i promotori della grande manifestazione del Family Day del 12 maggio 2007 a Roma. Nessuna discriminazione dunque, ma l’affermazione dei principi fondamentali della Carta Costituzionale in cui tutti gli italiani si riconoscono".

BERTOLINI: Ha fatto bene la Consulta a rigettare i matrimoni gay
"Per evitare fraintendimenti si e’ sempre costretti a ribadirlo: nel nostro Paese ognuno puo’ vivere come meglio ritiene basta che stia all’interno delle leggi. Non si possono pero’ trasformare i desideri in diritti illegittimi. Bene quindi ha fatto la Consulta a rigettare le istanze che volevano far introdurre di fatto nel nostro Paese il matrimonio gay".
Lo ha affermato Isabella Bertolini, componente della Direzione nazionale del Pdl "Mi auguro che dopo questo giusto pronunciamento della Corte Costituzionale non di debba assistere allo sgradevole show da parte di qualcuno che ci verra’ a raccontare che nel nostro Paese c’e’ la dittatura. Sarebbe veramente stucchevole oltre che profondamente falso".

lunedì 12 aprile 2010

L'affaire Emergency preoccupa il Governo


GASPARRI: Emergency è un danno per l'Italia

All’indomani dell’arresto di tre fra medici e infermieri italiani di Emergency in Afghanistan, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, ha criticato l’associazione di Gino Strada:
"Sul caso Emergency-Afghanistan il governo italiano deve intervenire, ma per le ragioni opposte a quelle citate da certi personaggi. Già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no".

FRATTINI: Una vergogna se fosse coinvolta Emergency nel complotto in Afghanistan


"Prego veramente da italiano che non ci sia nessun italiano che abbia direttamente o indirettamente compiuto atti di questo genere. Lo prego davvero di tutto cuore, perche’ sarebbe una vergogna per Italia". Cosi’ si è espresso il ministro degli Esteri Franco Frattini ai microfoni9 di Sky Tg24, commentando la possibilita’ di un coinvolgimento dei tre operatori di Emergency arrestati in Afghanistan con l’accusa di complotto.

CICCHITTO: Gino Strada da' ad Emergency una linea politica ambigua

14/4/10"Ci affidiamo interamente alle valutazioni complessive sulla situazione e alla gestione della vicenda da parte del ministro Frattini, la cui cautela e la cui prudenza possono essere anche lo strumento migliore per aiutare i nostri tre connazionali. Infatti, troppe polemiche in liberta’ sono state sviluppate da parte di Strada in tutte le direzioni, sia contro il governo afgano sia contro quello italiano".
Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha osservato:

"Strada parte da una posizione politica del tutto sbagliata: per lui non esiste il terrorismo talebano e di al Qaeda e i soldati italiani, insieme a quelli degli altri quaranta paesi che compongono la missione dell’Isaf, stanno li’ solo a fare la guerra. Questa linea politica colloca obiettivamente Emergency in una posizione ambigua, esposta a molte insidie e anche ad autentiche provocazioni. La polemica contro il governo italiano, pero’, non ha ragion d’essere per due ragioni di fondo: in primo luogo, la decisione della presenza in Afganistan e’ comune sia al centrodestra sia al centrosinistra; in secondo luogo, non si puo’ dimenticare il passato: piu’ volte in Iraq il governo italiano ha dovuto fare difficili interventi di salvataggio nei confronti di giornalisti e di operatori di associazioni che erano stati rapiti per autentica imprudenza e per gravi errori di valutazione delle forze con cui erano in contatto; cio’ si e’ verificato nel caso di Giuliana Sgrena, di Daniele Mastrogiacomo e anche nel caso delle ’due Simone’. Rispetto a tutte queste vicende il governo italiano si e’ dovuto impegnare in difficili e pericoloso operazioni, in una delle quali ha perso la vita uno dei migliori uomini dei nostri servizi, il dott. Calipari. Allora, le polemiche di Strada e altri non hanno nessun fondamento e nuociono anche ai nostri tre connazionali che possono essere tutelati e salvati solo grazie all’azione prudente e seria del governo italiano, cosi’ come e’ stata finora impostata dal ministro Frattini, e dalle sue interlocuzioni con il governo afgano".

FRATTINI: I tre cooperanti di Emergency accusati di avere un piano per l'attentato
14/4 -"Mi auguro fortemente, e credo che sia interesse nazionale dell’Italia, che emerga l’estraneita’ dei nostri connazionali agli atti e alle attivita’ che sono loro contestate". Lo ha ribadito il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Esteri congiunte sulla vicenda dei tre cooperanti di Emergency arrestati in Afghanistan. "Sarebbe nell’interesse chiaro dell’Italia e ovviamente della stessa organizzazione che opera in quel contesto".
Frattini ha inoltre spiegato che i tre operatori di Emergency sono stati accusa di "detenzioni di armi" e di un piano "in due fasi" che prevedeva "l’invito nell’ospedale del Governatore della provincia di Helmand, dove un attentatore avrebbe dovuto farsi esplodere".














 

Il PM di Milano torna all'attacco di Berlusconi

CICCHITTO: Per i Pm di Milano tutto e' incostituzionale
"E’ evidente che nei Pm di Milano c’e’ una intenzionalita’ politica per cui per loro e’ tutto incostituzionale. C’e’ una contrapposizione nei confronti del presidente del Consiglio e sottotraccia anche nei confronti delle massime cariche istituzionali del Paese".
Lo ha dichiarato il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, intervenendo nel merito della norma sul legittimo impedimento che è stata ritenuta incostituzionale dal pm di Milano De Pasquale, davanti ai giudici della prima sezione penale di Milano dove e’ in corso il processo Mediaset a carico di Berlusconi e di altri 12 imputati.

BONDI: I magistrati di Milano violano l'indipendenza politica
"L’atteggiamento di certi magistrati in questi giorni, particolarmente della Procura di Milano, dimostra chiaramente quali siano gli ambienti e gli artefici che violano sistematicamente le prerogative e l’indipendenza del potere politico e democratico".
Lo ha dichiarato in una nota Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, in merito alla norma sul legittimo impedimento ritenuta incostituzionale dal pm di Milano De Pasquale nel corso del processo Mediaset a carico di Berlusconi e di altri 12 imputati.

Bondi ironizza sul controcanto di Fini

BONDI: Fini la smetta di fare il controcanto


"Fini non puo’ continuare a fare il controcanto". Lo ha affermato Sandro Bondi in una intervista al ’Corriere della Sera’ nella quale parla dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il nostro coordinatore nazionale del Popolo della liberta’ ha colto l’occasione per lanciare una federazione del partito con la Lega.

"Il risultato elettorale e’ molto chiaro e consente di affrontare i problemi con serenita’ e di tracciare una prospettiva comune. Credo che d’ora in avanti convenga anche a Fini affrontare le questioni con questo spirito positivo, invece di offrire l’impressione di un quotidiano controcanto alle posizioni del Pdl e del governo. Fra i due partiti diversi, seppur alleati c’e’ sempre un certo grado di competizione. Come accadeva, fino a pochi anni fa, tra An e Forza Italia, ma poi l’unita’ era cosi’ forte che abbiamo dato vita a un partito unitario. Anche con la Lega c’e’ una grande affinita’ e niente vieta di pensare che nel futuro si possa prevedere una forma piu’ alta di unita’ rispetto a quella attuale. Magari la forma di una federazione che salvi la differenza ma postuli un rapporto ancora piu’ stretto di collaborazione". Quanto alle riforme, il ministro concorda con Bossi sul fatto che "federalismo e presidenzialismo, anche nella forma francese, possano costituire due processi paralleli e complementari. Certamente l’avvio del federalismo richiede un forte Stato centrale, altrimenti potrebbe trasformarsi in anarchia e disgregazione dell’unita’ nazionale".

Berlusconi al lavoro per le grandi riforme

"Da parte del presidente del Consiglio e della sua splendida squadra c’e’ grande serenita’ per il lavoro fatto negli ultimi anni e una grande voglia di ammodernare il nostro Paese nei prossimi tre anni. Oltre al semipresidenzialismo, siamo al lavoro su una grande riforma della giustizia e quella del sistema fiscale che va ammodernato perche’ con alcune leggi mette in difficolta’ gli stessi fiscalisti. Queste sono le tre grandi riforme a cui stiamo lavorando per i prossimi tre anni".

Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di Parigi al fianco del premier Nicolas Sarkozy.

Il nostro premier ha definito "assolutamente doverosa" la decisione italiana di tornare al nucleare.

"Adesso c’e’ la necessita’ di convincere i cittadini delle zone in cui si costruiranno le centrali che sono assolutamente sicure. Noi eravamo un paese all’avanguardia: e’ stato Fermi, uno scienziato italiano, che ha scoperto l’energia nucleare. Nel 1974 avevamo la prima centrale. Poi c’e’ stata un’impennata dei contrasti da parte dei Verdi e degli ecologisti e in seguito a un referendum si e’ deciso per il no al nucleare. Il risultato e’ che i cittadini pagano l’energia il 30% in piu’ degli altri cittadini europei".

Quanto al tema delle riforme istituzionali, Berlusconi ha dichiarato di volersi ispirare a modello francese senza prendere l’intero sistema: "Per esempio noi non siamo per il turno unico e per l’elezione nello stesso giorno del presidente e del Parlamento. Stiamo cominciando a lavorare, non abbiamo dato nessuna notizia ufficiale", sottolineando che per il momento quella che e’ stata presentata al capo dello Stato Giorgio Napolitano e’ una bozza.

QUAGLIARIELLO: La riforma fondamentale l'hanno fatta i cittadini
"Per evitare una girandola inutile di opinioni e di velleita’ che allontanino anziche’ avvicinare i cittadini al tema delle riforme istituzionali, ci vorrebbe quantomeno un po’ di precisione e di rispetto per le posizioni degli interlocutori".

Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.

"Per quel che mi riguarda credo che la riforma fondamentale delle nostre istituzioni sia stata fatta dai cittadini, in quanto dal ’94 a oggi siamo passati da una democrazia fondata sulla centralita’ dei partiti a una democrazia che vede al centro gli elettori. Questa conquista di modernita’ puo’ ora essere formalizzata rafforzando gli strumenti in capo all’esecutivo per rispettare gli impegni assunti con gli elettori, garantendo maggiori poteri di controllo al Parlamento e delineando un bicameralismo piu’ snello e piu’ efficace. In questo contesto, le formule - presidenzialismo, semipresidenzialismo, premierato - sono come le intendenze: seguono gli obiettivi e non li precedono. Esattamente come le leggi elettorali. Solo in Italia, infatti si ritiene di poter riformare lo Stato cambiando la legge elettorale, che invece rappresenta una scelta empirica e approssimativa che si codifica a seconda delle circostanze storiche.

Per questo motivo, ad esempio, la Quinta Repubblica francese ha potuto convivere con sistemi elettorali differenti, senza che fosse mai stata ritenuta obbligatoria l’adozione del secondo turno. Parlare di modifiche e perfezionamenti di una legge elettorale a fine legislatura non e’ certamente una bestemmia. Ma caricare tutto sul sistema di voto utilizzando formule ad effetto come fa il senatore Zanda e’ a dir poco strumentale. Consigliamo ai tanti denigratori dell’attuale legge elettorale di ricordare cosa si diceva quando era in vigore il Mattarellum, e di guardare in direzione della rossa Toscana, dove un sistema di elezione regionale analogo a quello vigente per le Camere non ha nemmeno il pregio di sposarsi con l’alternanza delle forze politiche al governo".

martedì 6 aprile 2010

BUONGOVERNO: Due anni di successi e soddisfazioni

Dal sito del PdL riportiamo, senza la necessità di alcuna aggiunta o commento
Il successo elettorale di Silvio Berlusconi ha impressionato tutti. Tuttavia le elezioni regionali non sono un lampo nel buio ma la conferma di una leadership che negli ultimi due anni ha raccolto solo successi, trionfi, soddisfazioni e conferme. A livello elettorale, politico, diplomatico, di consenso. Per quanti stropicciano gli occhi davanti all’ennesima affermazione del presidente del Consiglio riportiamo un breve riassunto delle puntate precedenti.

Politiche 2008 – Berlusconi guida il Popolo della Libertà ad una grande vittoria contro la sinistra e i centristi che pretendono di essere decisivi senza avere i voti. La maggioranza parlamentare, contrariamente alle solite previsioni sballate dei soliti analisti, è schiacciante e Berlusconi entra a Palazzo Chigi con un fortissimo mandato popolare.

Regionali Sicilia 2008 – Nell’aprile del 2008 il PdL fa il pieno di voti in Sicilia ed è determinante nella schiacciante vittoria del neogovernatore Raffaele Lombardo contro Anna Finocchiaro che viene doppiata nei voti.

Campidoglio – Sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria alle elezioni politiche, la coalizione guidata da Berlusconi – nell’aprile 2008 - conquista la Capitale eleggendo Gianni Alemanno. E’ una vittoria epocale per il centrodestra.

Regionali Friuli Venezia Giulia – Siamo sempre nella meravigliosa primavera del 2008 e il consenso di Berlusconi fa un’altra vittima eccellente: quel Riccardo Illy che aveva costruito il suo feudo in terra friulana. Anche in questo caso, Renzo Tondo, l’uomo scelto direttamente dal leader centra un successo di grande significato. Una vittoria come al solito "inaspettata" per i luminari della politica che invece Berlusconi ha studiato, preparato e raggiunto con la solita determinazione.
Regionali Sardegna – Nel 2009 Berlusconi ridicolizza Renato Soru, che pure si presentava come il campione dell’antiberlusconismo. Le cose stanno diversamente. Berlusconi va in Sardegna più volte e con il suo appoggio fa eleggere Ugo Cappellacci, un uomo di sua assoluta fiducia che da allora sta ben governando. Tutti gli analisti ed esperti che avevano pronosticato una sconfitta dell’uomo scelto dal premier vengono come al solito sconfessati. Per la sinistra è una botta durissima. Veltroni si dimette e lascia spazio a Franceschini, un’altra preziosa risorsa per il centrodestra…

Regionali Abruzzo – Il 2008 si chiude con un’altra storica vittoria. Il nuovo governatore dell’Abruzzo è infatti Gianni Chiodi, il candidato del Pdl, l’uomo scelto per voltare pagina in Abruzzo dopo gli scandali e il fallimento della giunta Del Turco.

Elezioni europee e amministrative 2009 - il PDL si conferma il primo partito a livello nazionale e il più votato in tutte le singole regioni, comprese le regioni rosse. Il Pd è staccato di 10 punti percentuali. Il centrodestra conquista inoltre decine di province e di comuni tradizionalmente in mano alla sinistra.

Elezioni Regionali 2010 – Rimarranno alla storia come un grande successo personale di Berlusconi. Il PdL governa ormai la maggioranza assoluta degli italiani e le regioni più importanti. Il Pd è ridotto a partito territoriale arroccato nelle regioni rosse.

Il Lazio - La vittoria nella regione Lazio ha un sapore particolare è un simbolo della forza del PdL e della debolezza anche morale del Pd. Pur di vincere hanno estromesso dalle schede il simbolo del primo partito di Roma e del Paese. Ma, come si dice, hanno fatto i conti senza l’oste. Senza Silvio Berlusconi, l’unico grande leader del Paese, l’uomo che sa mobilitare il suo popolo negli appuntamenti che contano, quando è in gioco la libertà e la democrazia, quando c’è una scelta di campo da fare. Berlusconi si è schierato in prima persona al fianco dei candidati governatori e in particolare di Renata Polverini ingiustamente privata dell’appoggio della lista del Pdl. Berlusconi l’ha condotta alla vittoria. La sinistra ha perso e lo ha fatto nel peggiore dei modi, dovendo per giunta subire l’autocandidatura della radicale Bonino perché incapace di esprimere un proprio nome dopo lo scandalo Marrazzo.

Provinciali L’Aquila – Un’altra competizione "speciale" si consuma per la provincia dell’Aquila. Il governo del fare ha operato con tempismo e capacità per sostenere le popolazioni colpite dal sisma. Gli aquilani lo sanno e se ne ricordano al momento giusto. Alle elezioni per la provincia, il candidato del popolo della Libertà, Antonio Del Corvo, l’uomo scelto dal premier, stravince contro chi aveva gettato fango sull’impegno del governo. Berlusconi ha ottenuto un’altra volta un’affermazione indiscutibile e significativa, dall’alto valore simbolico. Il voto del popolo dimostra che le promesse fatte a Coppito sono state mantenute.

Comune di Montenero di Bisaccia – In questa tornata elettorale, una vittoria simbolica arriva anche da Montenero di Bisaccia, un piccolo paesino del Molise che ha dato i natali ad Antonio Di Pietro. Ebbene i suoi compaesani, che evidentemente lo conoscono bene, hanno deciso di punire l’ex pm e il candidato da lui imposto come sindaco. A prevalere, infatti, è stato Nicola Travaglini, di una formazione civica di centrodestra.

ELEZIONI REGIONALI - I numeri di un primato: 42 a 18 per il PdL

Le elezioni regionali 2010 hanno un solo vero vincitore che si chiama Silvio Berlusconi, ma hanno fatto registrare anche un altro dato fondamentale: la tenuta del PdL a livelli di eccellenza. E’ un elemento, questo, che nelle prime ore dopo il voto è stato sottaciuto o addirittura negato, dando così l’erronea sensazione di una vittoria dimezzata. Ma i numeri elettorali vanno saputi leggere, e spesso i commenti sommari e le letture superficiali che appaiono sui giornali finiscono per sviare l’opinione pubblica e mettere in memoria un falso risultato. La verità è che, ancora una volta, Berlusconi è riuscito a compiere un piccolo miracolo, e che il PdL ha tenuto benissimo il campo in una competizione in cui è stato pesantemente penalizzato dalla mancata presentazione della lista nella Capitale. Un colpo negativo d’immagine che avrebbe potuto compromettere l’esito di una tornata elettorale importantissima, e che invece Berlusconi e il suo partito hanno cancellato in appena due settimane. Un miracolo, appunto. Ma facciamo parlare i numeri, che non sono mai opinioni ma fatti incontrovertibili.


Dunque: dopo queste elezioni il centrodestra, avendo conquistato tutte le regioni più importanti, amministra 42 milioni di italiani contro i 18 del centrosinistra. Considerando poi che le cinque regioni in cui non si votava erano tutte di colore azzurro, la mappa del potere è stata completamente ribaltata: da 11-7 per il centrosinistra a 11- 9 per il centrodestra. Questo significa che abbiamo riconquistato la maggioranza nella Conferenza Stato-Regioni, e questo consentirà a Berlusconi di avere un rapporto migliore, e politicamente più omogeneo, con un organismo importantissimo sotto il profilo politico. Dovrebbero, prima di tutto, essere limitati i danni fatti dalla legislazione concorrente, causa diretta della riforma del Titolo quinto, che ha paralizzato tante grandi opere a causa dei continui ricorsi delle regioni contro lo Stato. Ci sarà una migliore collaborazione istituzionale e politica, e questo sarà un vantaggio enorme per il governo centrale.

L’altro dato fondamentale è che il PdL è il primo partito in otto regioni sulle 13 che sono andate al voto, comprese due tradizionalmente rosse come Marche e Liguria. Inoltre, non bisogna mai dimenticare la situazione assolutamente anomala in cui si è votato nel Lazio. E qui l’analisi deve essere necessariamente approfondita. Solo la discesa in campo del premier ha potuto convincere tantissimi elettori del PdL di Roma e provincia a mettere la croce sulla lista Polverini. E’ stato un altro, autentico miracolo elettorale che nessun analista o politologo avrebbe potuto prevedere. Anche qui, facciamo parlare i dati: mentre in tutto il Lazio, la Polverini ha ottenuto 646.010 voti (26,33%), a Roma e provincia ne ha presi 592.792 (34,50%). Un’enormità che le ha con sentito di portare in Consiglio regionale ben quindici consiglieri. E’ chiaro che praticamente tutti i voti finiti alla lista Polverina sono di estrazione berlusconiana, e quindi attribuibili in gran parte al PdL.


Fatta questa considerazione, il dato nazionale del PdL (28%) deve essere rivisto aggiungendoci realisticamente un 2,5% della provincia di Roma. Si arriva così al 30,5. A questa percentuale, già importante, vanno poi sommate quelle sparse delle cosiddette "liste dei presidenti" e delle altre liste d’appoggio, tutte riconducibili al Pdl, che portano il totale al di sopra del 33%. Non è vero, dunque, che in queste Regionali il PdL si è attestato sotto il 30%, come hanno erroneamente scritto praticamente tutti i quotidiani.

Va poi sfatata un’altra leggenda metropolitana di queste ore: la grande avanzata della Lega Nord. In termini percentuali è vero, ma in realtà la Lega ha riportato a casa in termini assoluti gli stessi voti delle Europee 2009. In pratica: la Lega è riuscita a mobilitare per interno il suo elettorato, mentre l’astensione ha colpito quasi esclusivamente i due partiti maggiori: PdL e Pd.

Nonostante questo, il PdL ha aumentato considerevolmente il numero dei consiglieri regionali (dai 30 ai 40 in più).

Nelle condizioni in cui si è votato, dopo due mesi di bombardamento contrario di magistratura e "media", il risultato raggiunto è stato straordinario. Questa volta i nemici del PdL avevano messo a punto una strategia ancora più sofisticata rispetto alle precedenti vigilie elettorali. Essendosi resi conto che tutto sommato Berlusconi è impermeabile ai fiumi di fango che gli vengono riversati addosso, hanno messo nel mirino anche i suoi più stretti collaboratori, a cominciare dal Bertolaso: il tentativo di demolire l’uomo simbolo del governo del fare, che insieme al premier è riuscito a costruire in tempi record le case ai terremotati d’Abruzzo, è stato un siluro che si poteva rivelare micidiale. Ma Berlusconi e il PdL hanno retto anche questo urto tremendo, confermandosi come l’unico, vero baricentro della governabilità del Paese.

Nuovi parametri per gli Studi di Settore

STUDI DI SETTORE: i nuovi parametri

La correttezza del governo in campagna elettorale è dimostrata dalla circostanza che solo martedì 31 marzo, (a urne chiuse) sono state rese note le nuove linee guida sugli studi di settore. Vale a dire, di quel meccanismo semi-automatico che individua il reddito sul quale determinate categorie di contribuenti autonomi devono pagare le tasse.
Le nuove linee guida, infatti, sono ispirate al principio di alleggerire il prelievo fiscale sulle imprese (più di 3,5 milioni) che soffrono la crisi.

Ne consegue che, per esempio, viene introdotto uno speciale bonus per le aziende che non hanno ridotto il numero di occupati. Oppure, pagheranno meno tasse i lavoratori autonomi che registrano ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Si tratta di una miriade di micro interventi destinati a far pesare meno la mano del Fisco sulle imprese, soprattutto in un momento (ed in settore, come il lavoro autonomo) delicato qual è l’attuale.

Questi interventi, alleggerendo il peso fiscale, alimentano – di riflesso – la possibilità delle imprese di stare sul mercato. Considerato che gli stimoli alla crescita stanno venendo in questo momento dalla domanda estera, e le imprese autonome soffrono il freno dei consumi interni, l’iniziativa del governo è orientata proprio a dare fiato a quelle imprese che non hanno la possibilità di andare all’estero; e che, quindi, non possono captare gli stimoli internazionali alla crescita.
Ancora una volta, quindi, il governo interviene con scelte mirate sui settori che soffrono la crisi e non con interventi a pioggia, dispersivi per natura. In più, aggancia simili misure da clausole come quella del bonus fiscale per chi non riduce l’occupazione.

E questo in attesa che venga introdotta la riforma fiscale complessiva, legata a doppio filo al federalismo fiscale.

L'Italia tiene malgrado la crisi

USCENDO DALLA CRISI: L'Italia tiene bene e migliora

I conti pubblici italiani sono sotto controllo, tanto in ordine che l’agenzia di rating Moody’s non esclude, a determinate condizioni, un rialzo del rating, che attualmente è classificato Aa2 con prospettive stabili. E’ un giudizio importante, perché dal rating sulle obbligazioni governative dipendono gli interessi sul debito che da decenni sono il nervo scoperto dei conti italiani e una eventuale promozione comporterebbe un drastico ridimensionamento di quelle uscite. Nello studio sulle finanze pubbliche europee compilato da Moody’s l’Italia , a differenza di molti partner Ue, riceve questa importante apertura di credito. Il nostro Paese, si legge, preoccupa meno di altri perché più attrezzato per rispondere alle sfide della crisi, avendo dimostrato una lunga esperienza nella gestione del debito, e non bisognoso di misure brutali per stabilizzare le sue finanze. Inoltre sulle tasche degli italiani non gravano onerosi salvataggi bancari.

La sfida più grande sarà quella di imboccare un percorso virtuoso e duraturo di calo del debito pubblico e degli interessi, tornando all’avanzo primario. Alcune misure del governo, precisa ancora Moody’s, come il monitoraggio della spesa e il recupero di parte dell’evasione fiscale indicano che ci sono spazi di manovra per invertire il trend del debito.

Occupazione. Il tasso di disoccupazione dell’area euro segna a febbraio il livello record (mai così alta da agosto 1998) del 10%, in crescita su gennaio. Non così in Italia, dove rimane all’8,5%, senza discostarsi dal dato percentuale del mese precedente. La Cisl annota che questo dato, stabile a fronte di un peggioramento in Europa, “dimostra che nel complesso il nostro sistema di ammortizzatori sociali tiene, in particolare grazie alla cassa integrazione in deroga e ai contratti di solidarietà”. In sintesi: il governo ha fatto e sta facendo la sua parte.

Inflazione. Cresce dell’1,4% in Italia, in linea con l’Europa a 16 (1,5%) e con i maggiori Paesi, dalla Spagna alla Germania. Le preoccupazioni espresse da alcune associazioni di consumatori sono assolutamente allarmistiche, in quanto il dato dipende sostanzialmente dalle tensioni sui prezzi dei carburanti. Confesercenti dice che non esiste un allarme inflazione e che piuttosto si intravede un timido segnale di ripresa. Sulla stessa linea di esprime Confcommercio, che sottolinea come la crescita dei prezzi delle materie prime è connaturata ad una ripresa mondiale più sostenuta e diffusa rispetto a quella attuale. La Uil infine ricorda che un aumento dell’inflazione è spesso accompagnato da un recupero dell’occupazione e si augura che questa regola sia rispettata.

Mutui. L’Avviso comune sulla sospensione dei debiti alle piccole e medie imprese sta funzionando: secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia, sono state già accolte fino a febbraio 114mila domande per circa 9 miliardi di mutui e leasing sospesi, per un controvalore di finanziamenti pari a 48 miliardi. Risorse che restano nella pancia di aziende momentaneamente in difficoltà e che sono destinate a crescere, poiché la data ultima per presentare domanda scade a fine giugno. Per l’Abi queste cifre dimostrano che “è tangibile l’efficacia di questo strumento e comincia ad essere meno intenso il ricorso delle aziende alla procedura per sospendere i debiti”. Un altro piccolo segnale che le cose vanno meglio.

Produzione. Confindustria rileva in marzo un aumento dell’1,3% della produzione industriale e per il primo trimestre 2010 si stima un rimbalzo del 2,7% rispetto all’ultimo trimestre 2009. In termini annui il rimbalzo di marzo sfiora il 10%. Netto il miglioramento degli ordinativi delle aziende che lavorano su commessa (+3,2%), con un recupero del 9,1% rispetto ai minimi toccati un anno fa.