lunedì 20 dicembre 2010

Nessuno vuole ledere il diritto di manifestare

CICCHITTO: Nessuno vuole ledere il diritto di manifestare



"Nessuno vuole ledere il diritto di manifestare liberamente. C’è una bella differenza però, credo che sia in grado di capirlo anche Bonelli, fra chi manifesta e chi mette a ferro e fuoco il centro di Roma". Lo ha affermato in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.



"Rispetto agli avvenimenti del 14 dicembre prima c’è stato lo scatenamento della guerriglia urbana e solo dopo come risposta assai misurata l’intervento delle forze dell`ordine che si sono comportate in modo assai serio. A questo proposito, a essere irresponsabile, da molti punti di vista, è stato chi ha parlato di infiltrati puntando evidentemente alla delegittimazione delle forze dell’ordine. Fortunatamente l’operazione è fallita. Adesso si tratta di vedere se è possibile evitare che mercoledì le cose si ripetano, magari in peggio. Evidentemente senza ledere la libertà di manifestazione ma neanche senza lasciare il via libera ai violenti organizzati. Ricordiamo che a Firenze qualche anno fa, era ministro degli interni Pisanu, nei fatti l`azione preventiva fu portata avanti d’intesa fra le forze dell’ordine il Comune e i sindacati e passò sotto il nome di monitoraggio preventivo".


GASPARRI: Non chiedo leggi ad hoc ma l'applicazione delle norme

"Nel nostro paese esiste a sinistra, un’area formata da alcuni cosiddetti centri sociali che promuovono e attuano iniziative violente. Devono rimanere impuniti a vita? Chi ha messo Roma a ferro e fuoco può pensare di tornare a farlo indisturbato? Chi programma violenze, chi ha distrutto beni pubblici e privati, chi ha incendiato piazze, chi ha aggredito poliziotti, carabinieri e finanzieri, chi, manifestante, ha quasi ucciso a colpi di casco un altro manifestante, deve essere arrestato o lodato? Si risponda a questi quesiti, che prevedono la responsabilità individuale per fatti di rilevanza penale. Basta con la lotta ai violenti fatta solo di parole. Serve anche l’applicazione della legge."



Lo ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, precisando di non proporre "niente contro i principi del diritto" ma di pretendere da parte dello Stato che non vi sia "nessuna resa a chi vuole praticare violenza e rimanere libero per devastare ancora.

E bisogna agire prima di altri gravi disastri. Per evitare violenze e tragedie. Si tollera troppo, di tutto, da sempre. E i pochi fermi con immediate scarcerazioni decise dalla magistratura hanno esaltato i violenti e umiliato gli onesti e soprattutto le forze dell’ordine.Non serve nessuna nuova legge. Basta applicare quella che c’è. Chi pensa il contrario sbaglia. E incoraggia chi usa la forza. Chi vuole protestare lo faccia senza caschi, incendi, bastoni. Pacificamente e senza cedimenti a chi sparge terrore. Si può protestare senza violenza, senza bombe carta e incendi".


MELONI: Chi giustifica fomenta la piazza


"Ciascuno si deve prendere le proprie responsabilita’, e tra questi anche coloro che giustificando sempre, fomentano la piazza". Lo ha affermato il ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, intervenendo sulla richiesta di "arresti preventivi" da parte del capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.



"Denuncio l’impunita’ che sembra esserci attorno a chi pensa che sia legittimo manifestare devastando intere citta’ non ha aiutato. Io leggo dichiarazioni deliranti di realta’ che dovrebbero essere invece moderate. I comunicati dell’Unione degli studenti, la sigla di riferimento della Cgil, dicevano cose del tipo ’noi non trattiamo con nessuno’, ’facciamo come ci pare’, ’sara’ un’assedio’. E’ abbastanza patetico che qualcuno giochi a fare il rivoluzionario pretendendo di essere coperto dal potere politico e blandito dalla peggiore ’intelligentia’ borghese in Italia".

MALAN: Esecrabile che a sinistra diano del fascista a chi vuole fermare la violenza politica

"E’ esecrabile che esponenti della sinistra diano del fascista a chi vuole mano ferma contro la violenza a fini politici".


Lo ha affermato il senatore del Pdl Lucio Malan, segretario di presidenza del Senato, che ha osservato:

"Piuttosto andrebbe ricordato che proprio l’uso della violenza di piazza con valenza politica e’ tipica del fascismo e dei totalitarismi rossi. E chi dà valenza politica ai violenti, anche se per facciata ne condanna i mezzi, fa ancora un’operazione fascista. Chi aggredisce gli uomini delle forze dell’ordine e distrugge beni pubblici e privati è un delinquente e basta, poco importano i suoi pretesti. Le idee si promuovono e si contestano pacificamente, accettandone vittorie e sconfitte nei meccanismi democratici. Chi nobilita la violenza spiegando che esprime il ’disagio giovanile’ compie un’azione gravissima, simile a tante pagine dei totalitarismi rossi e neri".


BERGAMINI: La Finocchiaro si scusi con le forze dell'ordine


"Dopo le devastazioni di martedi’, dopo le conferme della questura sul giovane estremista di sinistra fermato e riconosciuto, la senatrice Finocchiaro farebbe meglio a scusarsi con i romani e con le forze dell’ordine, anziche’ nascondersi dietro banali sofismi. Le violenze hanno una chiara matrice antidemocratica, e il dolce stil novo della Finocchiaro rischia solo di giustificarle e coccolarle".



Lo ha affermato Deborah Bergamini, deputato del Pdl, rivolgendosi al presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, che poco prima aveva denunciato la distorsione delle sue frasi sugli infiltrati nelle violenze scoppiate nel centro di Roma martedi’ scorso. "Se un’esponente del suo rango, presidente dei senatori del principale partito di opposizione e fra i piu’ noti rappresentanti di un certo percorso storico, arriva a disconoscere ’filologicamente’ il significato tutto politico del termine ’infiltrati’, dobbiamo prendere atto, ancora una volta, dell’irresponsabile furore ideologico che attanaglia la sinistra ex Pci".

BERLUSCONI: e ora completiamo le riforme

BERLUSCONI: e ora completiamo le riforme, consolidiamo la sezione italiana del PPE, facciamo le riforme istituzionali


MESSAGGIO DI SILVIO BERLUSCONI AI SUOI AMICI DI FORZASILVIO.IT, 17 dicembre 2010



"Con il voto sulla fiducia al Senato e alla Camera, ancora una volta il senso di responsabilità ha avuto la meglio.



Riprendiamo da oggi il cammino del buongoverno, proseguendo su tre linee fondamentali. Innanzi tutto il completamento dei cinque punti strategici sui quali avevamo avuto una fiducia ampia dal Parlamento il 29 settembre. Voglio sperare che su questi cinque provvedimenti tutti i parlamentari che li hanno votati poche settimane fa siano coerenti con l’impegno assunto allora. Il Senato ha approvato definitivamente il decreto sicurezza e ora deve completare la riforma dell’università.



Come ho detto nei miei interventi al Senato e alla Camera, intendo proseguire il cammino per riunificare i veri moderati in un unico grande movimento politico, ovviamente senza quei pasdaran che si schierano con Di Pietro e usano i toni, le calunnie e le false argomentazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica. Considero il consolidamento di una unica grande forza politica che sia la sezione italiana del Partito dei Popoli europei uno dei compiti fondamentali che devo assolvere nel mio impegno in politica.



A questo compito se ne accompagna un altro, altrettanto decisivo per il futuro del nostro Paese. Dare finalmente all’Italia istituzioni in grado di funzionare in modo adeguato ai tempi, superando il bicameralismo perfetto, riducendo il numero dei parlamentari, rinforzando i poteri del premier per garantire stabilità al governo e impedire ribaltoni e colpi di palazzo, una legge elettorale che garantisca bipolarismo e governabilità. Su questo punto faccio appello a tutte le forze responsabili presenti in Parlamento, con cui abbiamo proficuamente lavorato su questo tema nella prima metà della legislatura ed anche a quelle con cui è cominciato il nostro cammino politico nel 1994: riprendiamo il lavoro dai punti che abbiamo condiviso. E’ un dovere che abbiamo nei confronti di tutti i cittadini.



Possiamo e dobbiamo realizzare questi tre grandi obiettivi nei due anni che mancano alla fine della legislatura. Io, come al solito, mi impegnerò con dedizione e passione. Oggi, come sedici anni fa, sento su di me il dovere di non deludere le attese e le speranze degli italiani, che qui in forzasilvio.it, nei gazebo e nelle numerose manifestazioni di queste ultime settimane mi hanno confermato il loro sostegno. Per loro e per tutti gli italiani lavorerò per completare queste grandi riforme, per consolidare e rafforzare la casa di tutti i moderati e per realizzare un nuovo assetto istituzionale. Questa è la risposta che daremo a chi, inutilmente, ha cercato di sconfiggerci con una congiura di palazzo.".



17 dicembre 2010

Confermata la linea Berlusconi

SONDAGGI: Confermata la linea Berlusconi


In vista del voto di fiducia del 14 dicembre e immediatamente dopo il suo esito, si sono infittiti i sondaggi che hanno riguardato diversi aspetti della questione: intenzioni di voto per i partiti, prospettive per il governo e per il "terzo polo", immagine dell’opposizione di sinistra. Ne analizziamo i più significativi dai quali si ricava, come elemento dominante, una crescente valutazione positiva per la linea politica scelta dal premier, cioè di andare alla verifica senza compromessi nella certezza del doppio voto positivo al Senato e alla Camera.



Un sondaggio del 10 dicembre, realizzato dall’Ispo per "Porta a porta", dimostra che per il 62% degli intervistati Berlusconi avrebbe ottenuto la fiducia del Parlamento; quindici giorni prima, invece, tale percentuale era più bassa, al 58%. Ciò significa che la campagna di Berlusconi ha convinto gli italiani, incrementando di 4 punti la fiducia nei suoi confronti.

Parallelamente è aumentato di 5 punti l’auspicio che l’attuale Governo continui a svolgere il suo compito. Lo stesso sondaggio ha registrato un calo di 19 punti per i favorevoli alle elezioni anticipate.

Il sondaggio reso noto il 14 dicembre, durante la trasmissione Ballarò, realizzato dopo che è stato conosciuto il risultato del voto di fiducia, ha messo in evidenza alcuni aspetti interessanti.



Per il 56% degli intervistati, Berlusconi ha vinto a causa della mancanza di una vera alternativa politica: e questa tesi costituiva una delle argomentazioni del presidente del Consiglio.

Per il 65% degli intervistati, il Governo potrà andare avanti, pur con qualche difficoltà; solo per il 31% la sua esperienza deve considerarsi conclusa. E questo è stato un altro argomento del Premier: il Governo può andare avanti.

Per il 44% contro il 34%, il "Terzo polo" non ha prospettive. Per il 46% degli intervistati, è normale che un deputato possa esprimere liberamente la propria opinione, indipendentemente dalle indicazioni del partito. Pesante il giudizio su Di Pietro: per il 41% ha mostrato scarsa attenzione nella scelta dei suoi parlamentari.



Sono egualmente distribuiti, al 47%, coloro che ritengono che Fini dovrebbe dimettersi rispetto a coloro che pensano che dovrebbe continuare a svolgere la funzione di presidente della Camera. Pesantissimo, al 61%, il giudizio negativo sul Partito democratico, considerato responsabile di non avere avuto una linea chiara e di essersi affidato alle fortune o alle sfortune di Fini. In ogni caso, il 40% ritiene che il Pd deve allearsi con Di Pietro e Vendola contro il 23 % che lo vorrebbe alleato di Fini e Casini; rilevante, al 37%, la quota degli indecisi.

L’esito del voto parlamentare ha mosso le acque delle intenzioni di voto. Un dato è certo: secondo l’istituto Swg, il Fli di Fini ha perso di colpo il 2% mentre il Popolo della libertà è tornato nettamente al di sopra del 30%. Anche per Euromedia Research di Alessandra Gishleri, il Fli ha perso subito almeno un punto mentre il Pdl è tornato nettamente al di sopra del 30%. Attribuisce anche all’Idv un calo netto dell’1,5%.

L’Istituto Piepoli afferma che la tendenza alla ripresa del Pdl conferma un trend registrabile da alcune settimane.

Infine, mentre la fiducia nei confronti di Fini è nettamente in calo, quella nei confronti di Berlusconi si conferma alta, oltre il 55%. Perfino il sondaggio on-line di Repubblica ha confermato che l’esito del voto parlamentare è stato una vittoria per il Premier.

mercoledì 15 dicembre 2010

MOLES: I sinistrati della Storia non perdono occasione per visibilità

MOLES: I sinistrati della Storia non perdono occasione per visibilità

"Odio e guerriglia, auto incendiate, bombe carta, uomini delle forze dell’ordine feriti, cittadini che si uniscono ai vigili del fuoco per spegnere gli incendi, sassaiole dei black blok contro le forze dell’ordine ed i passanti; questi cosiddetti ’manifestanti’, armati di martelli, spaccano vetrine, divelgono sanpietrini, vasi, cartelloni pubblicitari, cartelli stradali, per poi usarli tirandoli contro le forze dell’ordine".

Lo ha affermato in una nota il deputato del Pdl Giuseppe Moles, segretario della commissione Difesa della Camera.

"E il Signor Paolo Ferrero, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, si permette di dichiarare che ’quella messa in atto dalla polizia a Roma è una vergognosa macelleria messicana’. Vergogna, vergogna!! Questi Sinistrati dalla Storia, cancellati dalla vita politica e parlamentare dal voto libero e democratico dei cittadini italiani, colgono a volo le poche occasioni che restano loro per tentare di avere un minimo di visibilità con vergognose dichiarazioni che cavalcano l’estremismo e la violenza, senza un minimo di dignità o di responsabilità. In questi momenti di altissima tensione per i violenti scontri voglio esprimere la riconoscenza e la solidarietà alle nostre forze dell’ordine, impegnate a gestire un momento di grande difficoltà, che vede feroci estremisti e violenti teppisti mischiati con i pacifici contestatori. Ancora una volta grazie per la grande generosità delle forze dell’ordine".

BERLUSCONI: Escludo ogni trattativa con il partito di Fini

BERLUSCONI: Escludo ogni trattativa con il partito di Fini

"E’ tutta una menzogna il Pdl non ha mai espulso nessuno, tantomeno Fini. Hanno costruito tutta sulla menzogna la loro campagna. Abbiamo avuto sempre un grande rispetto per Fini presidente della Camera. E nessuno dei suoi tre uomini nell’ufficio di presidenza del Pdl ha mai manifestato un dissenso nei nostri confronti". Lo ha affermato Silvio Berlusconi che durante la presentazione del libro di Bruno Vespa ’Il cuore e la spada’ ha definito " esclusa ogni possibile forma di trattativa con il partito di Fini, anche per il comportamento di alcuni suoi uomini culminato con il discorso in Aula di Italo Bocchino".
Il premier ha poi parlato del colloquio avuto al Quirinale con Napolitano: "Il Capo dello Stato vuole che il governo vada avanti ma che sia piu’ solido possibile. Un tentativo di allargamento della maggioranza credo che sia possibile sia nei confronti dell’Udc, ma anche verso altri gruppi in parlamento come i democristiani di sinistra che sono nel Pd".

Quanto al presidente della Camera, Berlusconi ha commentato:

"Gianfranco Fini vede in Berlusconi un ostacolo insormontabile al raggiungimento dei propri scopi, un ostacolo alla sua carriera"

CAPEZZONE: Come fa Fini a non dimettersi?

"Ormai perfino la grande stampa che gli e’ stata amica, e che per mesi gli ha perdonato tutto, sollecita un suo passo indietro. Come fa Fini a non dimettersi, a questo punto?".

Lo ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Come puo’ fingere di non vedere quello che ormai e’ chiaro a tutti e cioe’ la piena incompatibilita’ tra il ruolo super partes che si addice alla terza carica dello Stato e la scatenata campagna partigiana e faziosa (peraltro, perdente) che ha condotto anche avvalendosi del suo incarico? Siamo dinanzi a una ferita istituzionale profonda e sempre piu’ grave. Mi auguro che Fini rifletta: sarebbe anche suo interesse non aggiungere alla durissima sconfitta politica che ha gia’ subito anche una poco dignitosa manfrina per rimanere incollato alla poltrona".



BERTOLINI: La stagione di Fli e' gia' finita



"Il voto di oggi sancisce la fine della stagione Fli. La compagine finiana si scioglie come neve al sole. Una severa sconfitta per Gianfranco Fini che a questo punto dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni da Presidente della Camera".

Lo ha affermato la parlamentare Isabella Bertolini, della direzione nazionale del Popolo della Liberta’ e Coordinatore provinciale del Partito a Modena, osservando che quella di oggi e’ stata "una vittoria per Silvio Berlusconi contro chi ogni giorno ci ripete ossessivamente che la stagione politica del centrodestra volge al termine. Con il respingimento della mozione di sfiducia ha vinto la responsabilita’ sull’irresponsabilita’ di chi ha tradito il voto popolare e di chi ha voluto giocare al massacro. Camera e Senato della Repubblica hanno sventato il tentativo della sinistra e del loro alleato Fini di portare il Paese nel caos di una crisi al buio. Il Governo italiano puo’ contare sulla forte leadership del Presidente Silvio Berlusconi, l’unico in grado di guidare il Paese e di garantire stabilita’ in questa difficile fase economica e politica. Sarebbe il caso che d’ora in poi la sinistra ribaltonista abbandonasse le suggestioni dei giochi di palazzo per diventare finalmente un soggetto responsabile capace di fare proposte alternative a quelle del governo di centrodestra. Fino ad oggi non e’ stato cosi’. Speriamo che questa ennesima sconfitta, dopo quelle delle urne, portino ad un salutare cambio di rotta da un esausto e sterile antiberlusconismo".

martedì 14 dicembre 2010

BERTOLINI: I dati Ismus confermano che il governo ha fatto bene sull'immigrazione

BERTOLINI: I dati Ismus confermano che il governo ha fatto bene sull'immigrazione




"La revisione dei flussi di lavoratori immigrati voluta dal governo gia’ nel 2008 sulla scia della crisi economica, si e’ rivelata giusta e lungimirante. Questo provvedimento, insieme ad altri tesi a contrastare l’irregolarita’ e l’illegalita’, ha contribuito certamente al calo del 40 per cento dei flussi di immigrati nel nostro Paese dal 2007 al 2010 rilevato dall’indagine Ismu.



L’indagine conferma inequivocabilmente l’equazione che lega l’aumento dell’immigrazione clandestina ed irregolare all’aumento dei reati. La possibilita’ che chi si trova irregolarmente sul nostro territorio commetta reati e’ maggiore rispetto agli immigrati irregolari. Per questo il contrasto all’immigrazione clandestina, posto come priorita’ nell’azione del governo, deve continuare senza soluzione di continuita’. Per la prima volta l’Italia ha un esecutivo che governa l’immigrazione. Non possiamo permetterci di riconosegnare l’Italia in mano ai fautori delle frontiere aperte a tutti gli immigrati, che l’immigrazione l’hanno sempre e solo subita". Lo ha dichiarato il deputato del Pdl Isabella Bertolini

CAPEZZONE: Se Fini fosse conseguente dovrebbe dimettersi

CAPEZZONE: Se Fini fosse conseguente dovrebbe dimettersi

"Dopo tutto quello che e’ accaduto, se Gianfranco Fini fosse conseguente, dovrebbe dimettersi da Presidente della Camera e scusarsi con il Paese per questi sei mesi di instabilità provocata da lui e dai suoi pasdaran, di cui l’Italia non aveva e non ha bisogno".



Lo ha affermato in una nota il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, sottolineando pero’ che "quel che è più grave è che il Presidente della Camera è per mesi venuto meno al suo ruolo super partes, comportandosi da capofazione, usando un incarico istituzionale in modo intollerabilmente fazioso e partigiano. E’ un precedente gravissimo, di cui Fini porta tutta intera la responsabilita"’.


BERTOLINI: La stagione di Fli e' gia' finita

"Il voto di oggi sancisce la fine della stagione Fli. La compagine finiana si scioglie come neve al sole. Una severa sconfitta per Gianfranco Fini che a questo punto dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni da Presidente della Camera".


Lo ha affermato la parlamentare Isabella Bertolini, della direzione nazionale del Popolo della Liberta’ e Coordinatore provinciale del Partito a Modena, osservando che quella di oggi e’ stata "una vittoria per Silvio Berlusconi contro chi ogni giorno ci ripete ossessivamente che la stagione politica del centrodestra volge al termine. Con il respingimento della mozione di sfiducia ha vinto la responsabilita’ sull’irresponsabilita’ di chi ha tradito il voto popolare e di chi ha voluto giocare al massacro. Camera e Senato della Repubblica hanno sventato il tentativo della sinistra e del loro alleato Fini di portare il Paese nel caos di una crisi al buio. Il Governo italiano puo’ contare sulla forte leadership del Presidente Silvio Berlusconi, l’unico in grado di guidare il Paese e di garantire stabilita’ in questa difficile fase economica e politica. Sarebbe il caso che d’ora in poi la sinistra ribaltonista abbandonasse le suggestioni dei giochi di palazzo per diventare finalmente un soggetto responsabile capace di fare proposte alternative a quelle del governo di centrodestra. Fino ad oggi non e’ stato cosi’. Speriamo che questa ennesima sconfitta, dopo quelle delle urne, portino ad un salutare cambio di rotta da un esausto e sterile antiberlusconismo".


GELMINI: Successo personale del presidente Berlusconi



"Il risultato di oggi e’ un successo personale del presidente Berlusconi".

Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, dell’universita’ e della ricerca, Mariastella Gelmini che ha osservato: "E’ la sconfitta di ogni ipotesi di governo tecnico e di ritorno alle manovre della Prima Repubblica. Esce invece rafforzata la figura del presidente del Consiglio. Finalmente i numeri, con la loro oggettivita’, fanno chiarezza. Nella maggioranza trovera’ spazio chi non si riconosce nella sinistra e chi non condivide piu’ l’attacco frontale ad un governo che ha bene operato. Per questo, in Parlamento, e’ importante allargare a tutti coloro che, con grande senso di responsabilita’, hanno a cuore l’Italia e che non vogliono che il Paese, proprio nel mezzo di una crisi internazionale, precipiti in una situazione di ingovernabilita’. Gia’ oggi alcuni parlamentari, che per vari motivi non dovevano votare la fiducia al governo, hanno dimostrato di essere disponibili a condividere un percorso comune per riformare il Paese e garantire la stabilita’".


LA RUSSA: E' fallito l'assalto di Fli

"Non siamo noi ad avercela fatta, sono loro che hanno fallito con il loro assalto".

Cosi’ si e’ espresso Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, che ha commentato l’esito del voto di fiducia alla Camera. "Non siamo stati noi a chiedere questa prova di forza, questo braccio di ferro a mettere Roma a ferro e fuoco, a bloccare il Governo per un mese. E’ qualcun altro che ha deciso di dare vita a questa pagliacciata, che era questo tentativo di far cadere il Governo sottraendo voti legittimi del Pdl. Sono loro che hanno vissuto una incredibile sconfitta". Ad una domanda sulle eventuali dimissioni del presidente della Camera Fini, La Russa ha replicato: "E’ un problema suo. Io credo che una cosa voleva Fini, giocando anche dal suo scranno, e’ cioe’ che si dimettesse il Governo. Ma sono stati sconfitti. Io non ho soddisfazione per la vittoria bensi’ per il fatto che si e’ dimostrato che hanno anche strategie sbagliate. Ora accadra’ che chi voleva che il Governo cadesse se lo ritrovera’ piu’ unito e piu’ in carica di prima".



QUAGLIARIELLO: C'è chi vorrebbe il "reato di fiducia" a Berlusconi


"Chi presenta una mozione di sfiducia provenendo dalla maggioranza deve sapere dove va a parare. Non puo’, a meta’ del guardo, chiedere aiuto a colui che ingiustamente si vorrebbe far fuori. Ne’ e’ serio, di fronte alla prospettiva della sconfitta, accodarsi a chi copre il proprio vuoto politico bussando a qualche Procura".


Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vice capogruppo vicario del Pdl al Senato, intervenendo in aula nel dibattito suilla fiducia al governo, con un appello ai colleghi di Fli con i quali sono stati condivisi due anni e mezzo di legisalatura. "E’ il momento di mettere un freno all’ipocrisia. Quando si innescano processi come quello scatenato dalla mozione di sfiducia e’ normale che il mandato politico entri in conflitto con le scelte di coscienza. Noi abbiamo rispettato la scelta sofferta di quanti, anche in quest’aula, hanno lasciato il Pdl. Pretendiamo pero’ lo stesso rispetto per quanti, se ve ne saranno, oggi o domani decideranno di votare per questo governo partendo da posizioni differenti. Se il rispetto reciproco non fosse scontato; se passassero come normali taluni incontri in sedi istituzionali che dovrebbero restare sopra le parti, e si condannassero invece i fisiologici contatti che la vita politica propone ogni giorno, introdurremmo nel nostro codice un nuovo reato: il reato di votare la fiducia al governo Berlusconi".

CICCHITTO: Da Fini un uso politico delle cariche istituzionali

CICCHITTO: Da Fini un uso politico delle cariche istituzionali

Riportiamo l'intervento del capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Fabrizio Cicchitto, nel corso del dibattito sulla fiducia al Governo

Signor Presidente, questo dibattito va al di là della pura e semplice esistenza di un Governo. Secondo alcuni si sarebbe chiuso un ciclo politico, quello che deriva dalla leadership di Silvio Berlusconi e con questo ciclo, evidentemente, dovrebbe finire anche il suo Governo. Noi abbiamo un parere del tutto opposto. Berlusconi è sceso in campo nel 1994 per due ragioni assai serie.



In primo luogo, per il fatto che Mani Pulite aveva spazzato via tutti i partiti moderati e riformisti, e solo il PCI-PDS era sopravvissuto a quella vicenda politico-giudiziaria, malgrado che anch’esso avesse fatto parte del sistema del finanziamento irregolare dei partiti detto «Tangentopoli» (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); in secondo luogo, dal 1994 in poi, vi è stato l’avvento di una dialettica bipolare e di sistemi elettorali maggioritari, che hanno richiesto un nuovo modo di far politica.



Vede, onorevole Bocchino, Berlusconi scese in campo per costruire una nuova forza politica per tutta l’area di centro, anzi di centrodestra che ne era rimasta priva; e lo fece a proprio rischio e pericolo, perché i settori politicizzati della magistratura, che non si erano mai occupati di lui, da allora lo hanno colpito in modo sistematico, creando un problema che non è suo privato, ma che è politico e pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), perché il nodo dell’uso politico della giustizia costituisce Pag. 39la negazione dello Stato di diritto e attribuisce ai partiti di sinistra la possibilità di usare un’arma impropria.

Scendendo in politica, Berlusconi ha anche interpretato lo spirito del tempo, che ha richiesto un nuovo modo di far politica, fondato sulla leadership, sul carisma, sul rapporto diretto con gli elettori. Questo approccio alla politica è stato demonizzato con l’appellativo di «populismo», mistificando il fatto che esso è ormai un tratto caratteristico della vita politica moderna: se è populista Berlusconi, sono populisti anche Obama, Sarkozy, Zapatero ed altri leader.



Ma questa polemica sul carisma, sul populismo e specialmente sul bipolarismo, onorevole Casini e onorevole Fini, si intreccia con qualcosa di assai più profondo. Dal 1944 al 1989-1990 la più rilevante anomalia della vita politica italiana è stata costituita dalla presenza del più grande partito comunista dell’occidente. Si poteva pensare che la fine del comunismo sciogliesse e liberalizzasse il nostro sistema politico; ciò non è avvenuto, perché dal PCI non è derivato un partito riformista e socialdemocratico, ma invece un soggetto politico il cui asse fondamentale è costituito da un giustizialismo che punta sempre alla demonizzazione dell’avversario e da un massimalismo sociale del tutto inadeguato a gestire la situazione economica attuale. Per di più, questo partito dagli anni Novanta in poi cerca di riequilibrare la perdita di peso elettorale, culturale e sociale rispetto al PCI con l’alleanza, spinta fino alla subalternità, con il settore politicizzato della magistratura e con alcuni dei poteri finanziari ed editoriali, come dimostra il protagonismo di un imprenditore e speculatore italo-svizzero e il felpato lavorio di qualche banchiere che ha un potere non solo finanziario, ma anche editoriale.



Tutto ciò radicalizza il nostro bipolarismo, onorevole Casini, ma gli dà un fondamento che non può essere aggirato e rimosso facendo finta che questo convitato di pietra non esista. Pag. 40Di fronte a tutto ciò, diciamo ad alta voce: fortuna che esiste Berlusconi! E anzi, se Berlusconi non esistesse, dovremmo inventarlo ! Quindi, per ragioni intrinseche al centrodestra, perché è il leader che lo unisce e che ha un sostegno popolare che va al di là dei confini dei partiti, e per queste caratteristiche illiberali della sinistra, il ciclo di Berlusconi - mi dispiace onorevole, Bersani - non è affatto finito.



Di conseguenza, onorevole Fini, oggi chi rompe il centrodestra commette un gravissimo errore politico, non solo perché entra in contraddizione con il voto popolare che lo ha eletto, ma anche perché rischia di rimettere in gioco questa sinistra, che è la peggiore sinistra esistente in Europa. L’attuale centrodestra mette in campo un vasto blocco politico, culturale e sociale pluralista e interclassista. Ci auguriamo che, prima o poi, onorevole Casini, tutti i moderati e i riformisti possano raccogliersi in una formazione politica ancora più vasta del PdL, che si riconosca nel Partito Popolare Europeo.



Rispetto a questa ineliminabile logica bipolare, onorevole Casini e onorevole Fini, il vostro terzaforzismo e il vostro terzopolismo sono deboli e velleitari, ma adesso anche profondamente contraddittori, perché voi oggi non voterete una terza posizione autonoma, ma sommerete i vostri voti a quelli della sinistra nella mozione di sfiducia al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).

Onorevole Casini, lei si è domandato sul perché di questa esibizione muscolare. Ma non siamo stati noi a presentare mozioni di sfiducia ! Siete stati voi! E che cosa dovevamo fare? Dovevamo dimetterci e arrenderci alla vostra arroganza?



Io voglio rivolgermi anche con amicizia ai colleghi di Futuro e Libertà (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Con il vostro voto voi rischiate di fare oggi un autentico salto di corsia e un mutamento di collocazione e di campo, altro che nuovo centrodestra! Voi corrette il rischio di diventare una sorta di appendice subalterna del centrosinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Credo che sia ragione di meditazione per voi il fatto che vi siete meritati le lodi dell’onorevole Di Pietro.



Quindi, accolgo questa occasione anche per ringraziare l’onorevole Bocchino per il suo intervento, perché con il suo intervento vi ha spiegato le ragioni di questa divisione, che vanno molto al di là del cosiddetto autoritarismo di Berlusconi, perché quando voi usate il linguaggio, gli appellativi e gli epiteti mutuati da la Repubblica e da il Fatto Quotidiano è evidente che si crea una divisione profondissima (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).



Però, io vi pongo un interrogativo: qual è il vero Futuro e Libertà? È quello che si è espresso oggi, adesso, in questo dibattito, con le parole dell’onorevole Bocchino o quello che qualche ora fa si è espresso al Senato con le parole molto più meditate e significative dell’onorevole Viespoli ?



Allora, a quella parte e a quei settori di Futuro e Libertà, che vogliono e che vorrebbero rimanere nel centrodestra, noi facciamo una proposta: non votata la sfiducia; poi, sulla base di quello che ha detto Berlusconi nel suo discorso di ieri, questo Governo è aperto ad accogliere alcune proposte riguardanti la politica economica, le riforme istituzionali, anche la modifica della legge elettorale e della stessa struttura di Governo.



Ricordiamo all’onorevole Di Pietro - che è una vivente testimonianza della crisi dell’università italiana, perché egli è una straordinaria figura di laureato semianalfabeta - che dall’inizio di questa legislatura il suo gruppo ha perso circa nove deputati. Ciò è avvenuto per ragioni politiche, come per ragioni politiche noi ne abbiamo persi 59 e come per ragioni politiche ne ha persi venti il Partito Democratico. Di conseguenza, è semplicemente grottesco che Di Pietro si rivolga alla procura di Roma perché gli risolva il problema, facendoli tornare indietro o, come ha auspicato il quotidiano il Fatto Quotidiano, arrestandoli . Signor Presidente, concludendo, non posso fare a meno di rilevare l’esistenza di quella che oramai è diventata una profonda anomalia istituzionale. Questa anomalia è costituita da un Presidente della Camera, che sta esprimendo il massimo di ruolo politico militante, usando il prestigio e il peso politico che deriva da questa carica per modificare il quadro politico.



Credo che non le sfugga che ciò sta producendo uno squilibrio molto forte nel cuore del nostro sistema istituzionale e costituisce un precedente assai pericoloso. Oltre che l’uso politico della giustizia adesso si sta verificando anche l’uso politico di cariche istituzionali il cui elemento essenziale è la terzietà. Le dice queste cose chi non ha mai fatto attacchi personali e chi non ha condiviso quelli che le sono stati fatti . Ci auguriamo che questo Governo ottenga anche in questa Camera la fiducia. Nel caso opposto, l’unica via - ferme le prerogative del Capo dello Stato - a nostro avviso, è quella di andare al voto.

Visto il dissenso del PdL e della Lega, che sono uniti da una forte alleanza che non può essere scavalcata e aggirata, il Governo tecnico semplicemente non esiste e non esiste nemmeno un altro Governo di centrodestra non presieduto Berlusconi. Del resto, il collega Reguzzoni ha ricordato poco fa i risultati del Senato che sono evidenti e chiari per tutti.



Per tutte queste ragioni, e in primo luogo per quella di assicurare la continuità a questa legislatura, diciamo «no» alla mozione di sfiducia e invitiamo tutti i colleghi della Camera, al di là degli schieramenti tradizionali, a fare altrettanto

GASPARRI: No alle dimissioni del premier

GASPARRI: No alle dimissioni del premier

Riportiamo l’intervento di Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, nel corso del dibattito sullla fiducia al Governo

I cittadini italiani sostengono un sistema politico bipolare fondato su grandi partiti e in tutte le recenti tornate elettorali hanno espresso la loro preferenza per il polo di centrodestra: è pertanto un grave errore politico dividere il fronte dei moderati e offrire alla sinistra l’opportunità di sfruttare tale frammentazione per tornare al Governo. Per questo motivo Silvio Berlusconi nel suo discorso si è mostrato aperto ad un patto di legislatura con tutto il fronte moderato, che possa prevedere anche una diversa articolazione della maggioranza e che sostenga l’economia, affronti le riforme costituzionali e modifichi la legge elettorale difendendo il bipolarismo.


Qualsiasi schieramento diverso, frutto di manovre parlamentari ambigue e invise agli italiani, sarebbe in contrasto con la sovranità popolare e non saprebbe proporre la spinta riformista che il Governo ha dimostrato in questi anni. Vanno al riguardo ricordate le riforme in materia di pubblica amministrazione, mercato del lavoro, scuola, università, sicurezza e immigrazione, gli storici successi ottenuti dal Governo nel campo dell’economia e della lotta alla criminalità organizzata e l’aumentata credibilità dell’Italia nel consesso internazionale, testimoniata anche dalle dichiarazioni del Segretario di Stato americano. Apprezza quindi l’astensione dei senatori di Futuro e libertà, cogliendo il significato politico di tale apertura: a tal proposito ritiene che la composizione e il programma di Governo possano essere ampliati e rafforzati, ma che il presidente del Consiglio non si debba dimettere, per non rischiare di vanificare il percorso riformatore intrapreso dal 1994 in poi, che ha consentito di valorizzare appieno il voto e la volontà popolare.

SENATO: Il governo Berlusconi ottiene la fiducia

SENATO: Il governo Berlusconi ottiene la fiducia





Il Governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia del Senato. I voti favorevoli sono stati 162, i contrari 135, gli astenuti 11. Pdl e Lega hanno votato a favore. Pd, Idv, Udc, Api e due senatori Mpa hanno votato contro. Fli si e’ astenuta. Svp e senatori a vita non hanno partecipato al voto


BERLUSCONI: Non si puo' tradire il mandato ricevuto dagli elettori

Riportiamo il testo del  discorso del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi pronunciato al Senato il 13 dicembre 2010

Signor Presidente, onorevoli senatori,


vi ringrazio per questo affettuoso benvenuto e per il vostro sostegno. Spero di poter interpretare, come voi desiderate, i vostri sentimenti. In questo particolare momento di difficoltà del nostro Paese credo che tutti insieme dobbiamo trovare il modo per essere uniti e fare, appunto, soltanto l’interesse del Paese.



Signor Presidente, onorevoli senatori, per la seconda volta nel volgere di poche settimane, il Parlamento è chiamato a decidere sulla fiducia al Governo. Il mio rispetto per le Camere, che sono espressione libera della sovranità popolare e ad essa rispondono di regola ogni cinque anni, mi impone di aprire queste brevi considerazioni con una franca e leale promessa nell’interesse superiore della democrazia.



Abbiamo bisogno di continuità operativa, di un Governo in perfetta efficienza, di una cooperazione istituzionale e politica ampia. Abbiamo bisogno di capacità di decisione. Abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio, senza che vi siano alternative valide al quadro politico stabilito degli italiani con il loro voto.



Se vi è un dato certo del nostro sistema politico è che oggi, nel popolo italiano, è profondamente radicata la volontà di poter scegliere direttamente da chi essere governati, ad ogni livello, dal sindaco della propria città al Capo del proprio Governo. La gran parte dei cittadini non vuole che le decisioni prese nel momento delle elezioni possano venire modificate da logiche o interessi politici che sono a loro completamente estranei.



Se un Governo non ha ben operato e deve lasciare, deve essere il popolo a deciderlo. Il popolo al quale il primo articolo della nostra Costituzione attribuisce la sovranità. Se questo principio viene violato, si tradisce la lettera e lo spirito della Costituzione. I liberi Parlamenti sono chiamati a interpretare e a rappresentare la volontà popolare, non a sostituirvisi per ragioni di interesse di parte. Ecco perché la questione che abbiamo di fronte si pone in termini semplici e chiari; in termini comprensibili da tutti i cittadini e da tutti i parlamentari: fiducia o sfiducia, crisi al buio sì, crisi al buio no. Su questi due punti maggioranza e opposizioni discuteranno oggi al Senato e alla Camera. La nostra posizione è assolutamente chiara, come è chiaro il mandato a governare conferitoci dal popolo italiano due anni fa. Prima e al di là delle scelte dei Gruppi e dei singoli, e prima di ogni divisione, tutti abbiamo il dovere e la responsabilità di essere sempre costruttivi quando governiamo e legiferiamo in nome del popolo. Sono costruttive le maggioranze quando sostengono e incalzano i Governi a governare, sono costruttive le opposizioni quando, con le loro contestazioni e le loro proposte, offrono, o almeno prepararono, delle alternative.





Ma non solo la fiducia, anche la sfiducia deve essere costruttiva. Vi sono moderne democrazie parlamentari - penso a quella tedesca - che, proprio per fugare i rischi di instabilità, prevedono addirittura la sfiducia costruttiva come istituto costituzionale. Si può cambiare un Premier e scomporre una maggioranza votati dagli elettori, ma bisogna provare che un altro Premier e un’altra maggioranza sono possibili. Bisogna dichiarare chi e quale, e poi provare che sono possibili. Mi si obietterà, magari dalle stesse tribune che, un giorno sì e un altro pure, invocano il modello tedesco anche per l’Italia, che la democrazia parlamentare italiana è un’altra cosa. Ebbene, per quanto la democrazia parlamentare italiana possa essere diversa dai modelli più acclamati, nessuno è autorizzato a pensare e ad agire come se la nostra democrazia possa essere ridotta a teatro di inconcludenti velleità.



Nessuno può dimenticare che il grande mutamento del sistema politico, cui in molti, a destra e sinistra, abbiamo collaborato, si fonda anche sulla decisione di assicurare la stabilità della funzione di Governo, indicando sulla scheda il nome del candidato Premier e imponendo a tutti chiare scelte di programma e di alleanza davanti agli elettori. Ora, ripeto, comprenderei chi volesse sfiduciare il Governo ed aprire una crisi invocando elezioni anticipate o, almeno, potendo indicare un Premier diverso ed essendo sicuro di poter formare una maggioranza diversa. Non riesco, viceversa, a comprendere quale spirito animi chi vuole a tutti i costi aprire una crisi a buio.



A chi serve una crisi al buio? A cosa serve una crisi al buio? A cosa mira chi la pretende? Forse spera che dalla confusione e dalla paralisi nasca il doppio risultato di ribaltare questo Governo e di evitare elezioni anticipate? Vana speranza quella di chi vuole azzerare i risultati delle elezioni politiche, anche di quelle europee e di quelle regionali, e di chi vuole mandare all’opposizione chi ha vinto e portare al Governo chi ha perso. Ecco perché oggi l’Italia ha bisogno di tutto tranne che di personalismi, tranne che di spirito di fazione, tranne che di logiche di piccolo gruppo e di una stagione in cui, di nuovo, come negli anni tristi di decadenza della Prima Repubblica, si manifesti quella logica di autolesionismo che conduce ineluttabilmente le istituzioni a perdere la fiducia del Paese reale.



Dal voto delle Camere dipendono la prospettiva di stabilità e la speranza di crescita di un sistema economico e finanziario impegnato in una competizione durissima e in una sfida, finora vincente, contro una costellazione di forze che vorrebbero trascinare il Paese in una spirale di declassamento e di dequalificazione che gli Italiani certo non meritano.



L’Italia è percorsa, come del resto tutti i Paesi occidentali, da serie tensioni che riguardano il cuore del sistema economico, ovvero la credibilità finanziaria dello Stato. Affrontiamo queste tensioni forti di un lavoro straordinario e di una disciplina rigorosa e intelligente dei conti pubblici. Abbiamo condotto in porto e tenuta ben salda la riforma delle riforme: il passaggio da una legge finanziaria che tutti giudicavano inadatta alla governabilità di una grande e ordinata democrazia moderna (con quello che veniva definito il famoso assalto alla diligenza) ad una legge di stabilità, che protegge con maggiore efficacia i conti pubblici e il bilancio dello Stato e, quindi, il nostro lavoro e, quindi, le nostre imprese, i redditi e i risparmi delle famiglie, le pensioni, i servizi sociali, l’istruzione e la ricerca.



Gravati come siamo dal terzo debito pubblico del mondo, pur non avendo la terza economia del mondo, in una fase di tensione dei debiti sovrani di piccoli e medi Paesi europei, ci siamo battuti e ci battiamo sui mercati internazionali ed all’interno dell’Unione europea, per affermare la nostra vitalità, la robustezza reale della nostra economia, il nostro buon diritto nell’ideare e negoziare un futuro di crescita dell’Unione e dell’area dell’euro.



Facciamo tutto questo, non soltanto con la riduzione degli sprechi e degli eccessi in spese pubbliche ed improduttive, ma anche ribadendo la centralità e il carattere virtuoso dell’alto tasso di risparmio privato; un dato che ci protegge da avverse pressioni finanziarie esterne e da rischi istituzionali e politici.



È difficile non rilevare come siano pretestuose, generiche e qualunquistiche le critiche con le quali si attacca l’operato del Governo per legittimare la contestazione nei suoi confronti; così si lavora contro l’interesse nazionale. Forse non si vuole vedere quanto è successo e quanto sta succedendo intorno a noi; forse si è dimenticato che l’Italia è entrata nella crisi in condizioni assai più difficili di altri Paesi perché ha dovuto affrontare la crisi finanziaria, la crisi economia globale, con un debito pubblico imponente e più alto tra i Paesi in Europa. Un debito - non dimentichiamocelo mai - ereditato dai Governi del compromesso storico. Questo debito sovrano dell’Italia la esponeva più di altri ad attacchi speculativi.



All’inizio, nell’acronimo PIGS, con cui da tempo si indicano i Paesi a rischio di sostenibilità finanziaria, la «I» stava per Italia.; oggi questa «I» non si riferisce più a noi e il nostro debito sovrano non è sotto attacco. Le aste dei titoli del debito italiano procedono regolarmente e non incontrano ostacoli. Solo chi è in malafede può ritenere che ciò non sia dovuto alle politiche responsabili messe in campo da questo Governo e alla tenuta complessiva di un sistema Paese che è formato da imprenditori e operai, da lavoratori autonomi e da lavoratori dipendenti, da un sistema creditizio solido, da famiglie che risparmiano, da un sistema sostanzialmente sano e positivo.



Abbiamo capito tempestivamente la portata della crisi e, soprattutto, abbiamo capito i pericoli che correva l’Italia per la fragilità delle sue finanze pubbliche, ereditata dal passato. Non abbiamo seguito le sirene, sia domestiche che internazionali, che ci invitavano a contrastare la crisi con stimoli fiscali, cioè con maggiore spesa pubblica. Così, mentre molti Paesi raddoppiavano nel corso della crisi il proprio debito in rapporto al PIL, l’Italia non ha voluto andare in quella direzione. Sarebbe stato da irresponsabili allargare la spesa pubblica per sostenere la crescita nel corso di una crisi in cui l’aumento del rapporto debito-PIL era già dettato dalla recessione, cioè dalla diminuzione del denominatore del rapporto; diminuendo il denominatore, il prodotto interno lordo, è chiaro che automaticamente si aumenta il numeratore.



Per questa via, l’Italia si è assunta le proprie responsabilità nel contribuire al mantenimento della stabilità finanziaria e monetaria in Europa e ha sempre trovato sui mercati finanziari convinti sottoscrittori dei propri titoli pubblici. Questo lo si deve alla politica seguita dal nostro Governo, che ha fatto sì che il deficit pubblico italiano sia oggi fra i più bassi dei Paesi avanzati, ma lo si deve soprattutto al fatto che questo Governo, assumendosi le proprie responsabilità, ha acquisito reputazione e credibilità sui mercati.



Posso dire con assoluta sicurezza che l’Italia non è più parte dei problemi dell’economia dell’Europa: è diventata parte della soluzione di questi problemi. Grazie a tale credibilità, l’Italia ha potuto svolgere anche un ruolo propulsivo nella politica europea. Mi riferisco a uno dei più importanti temi oggi in discussione, un tema fondamentale per il futuro dell’Europa e del nostro Paese: la necessità di un controllo centrale ed unitario dei debiti sovrani e di uno strumento europeo di stabilizzazione finanziaria.



Ora, con la franchezza di sempre, chiedo a voi, onorevoli senatori, di riflettere in piena libertà di coscienza su quello speciale genere di follia politica che sarebbe oggi l’apertura di una crisi senza prevedibili e visibili soluzioni. Di fronte alle campagne antiparlamentari in corso, vogliamo dare ancora una volta prova di quella piena responsabilità che il Paese pretende dalle Camere.



Ma ora, con la stessa certezza morale e - se permettete - con il coraggio politico che considero tutt’uno con il mio ruolo, voglio rivolgermi direttamente a tutti i parlamentari che nel 2008 sono stati eletti nelle liste del Popolo della Libertà, a coloro che hanno votato la fiducia a questo Governo più volte e in special modo il 29 settembre di quest’anno, e a coloro che hanno fatto parte di questo Governo e ben conoscono quanto di buono tutti insieme si è fatto.



Mi rivolgo in particolare a coloro che hanno aderito ad altri Gruppi parlamentari che, insieme all’intera opposizione, hanno presentato alla Camera una mozione di sfiducia al Governo eletto dai loro stessi elettori. Sono certo che in questo momento nessuno di voi può avere dimenticato la lunga strada che abbiamo percorso insieme dal 1994 ad oggi, le battaglia che abbiamo condotto insieme, le mete che abbiamo raggiunto, quei traguardi che fino a pochi anni fa sembravano addirittura irraggiungibili. Sono altrettanto certo che nessuno di voi intende gettare via così frettolosamente tutto ciò che in questi anni abbiamo costruito insieme, dal bipolarismo alla nascita del partito unitario dei moderati, dall’alternativa alla sinistra italiana alla guida di un Governo riformatore.



Sono certo che ciascuno di voi, nel proprio intimo e nella propria coscienza, sa che l’attuale Governo non ha affatto demeritato, non ha affatto tradito il mandato del popolo sovrano. Ognuno di voi sa che ciò che abbiamo fatto in questi due anni è stato tanto, soprattutto se pensiamo alle condizioni difficili ed impreviste che abbiamo dovuto affrontare. Non è certo casuale che il sostegno del popolo italiano nei confronti di questo Governo sia di gran lungo il più alto di ogni Governo europeo; non è certo un fatto casuale che siamo l’unico Governo ad avere vinto le elezioni di medio termine. E questi sono fatti, non sono opinioni di parte.



Sono assolutamente convinto, infine, che ciascuno di voi sa che qualunque dissenso è legittimo, che qualunque critica è possibile, ma la rottura no, la sfiducia al Governo no, la divisione del campo dei moderati no! (Prolungati applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo). Tutto si può dire e tutto si può fare, ma non progettare un’alleanza con la sinistra in questa legislatura, camuffata da un Governo di transizione, e neppure unire i propri voti a quelli dell’opposizione, sommando grottescamente i voti sottratti al Popolo della Libertà a quelli del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori.



Tutto si può fare, ma non si può tradire il mandato ricevuto dagli elettori. Chi persegue questi obiettivi lo può fare ad una sola condizione, che si torni dagli elettori e che si spieghi loro perché si è cambiato opinione, presentando al popolo italiano le proprie idee, le proprie critiche, i propri programmi e le alleanze politiche attraverso cui si ritiene di poterli realizzare.



Se, invece, è sincera e reale la preoccupazione per la situazione difficile in cui si trova l’Italia, al pari di tutti gli altri Paesi europei, allora l’unica strada possibile è quella di rinnovare la fiducia all’attuale Governo. Di rinnovarla perché il Governo ha ben agito. Di rinnovarla per senso di responsabilità nazionale. Ciò vale ancor più in questo difficile momento per il Paese per chi non era con noi nel 2008. Un voto di fiducia così motivato sarà testimonianza di realismo e di saggezza politica. Un voto di fiducia così motivato consentirà di evitare una crisi al buio, di cui l’Italia non ha alcun bisogno, e aprirà una fase politica nuova. Un voto di fiducia così motivato consentirà di completare, entro la fine della legislatura, le cinque azioni strategiche sancite dal Parlamento il 29 settembre con la più ampia fiducia mai ottenuta dal nostro Governo e già realizzate in grandissima parte da questo Esecutivo.



Abbiamo già approvato... (Il presidente Berlusconi appoggia una mano sulla spalla del ministro Bossi) ... il federalismo fiscale, che serve anche a contrastare in maniera nuova ed efficace l’evasione fiscale.

Abbiamo approvato il piano per la sicurezza dei cittadini, per contenere anche l’immigrazione clandestina.



Abbiamo approvato il Piano per il Sud, che pone fine agli interventi a pioggia usati dalla vecchia politica e mette a disposizione 100 miliardi di euro, cioè 200.000 miliardi di vecchie lire, per alcuni grandi progetti strategici che produrranno lavoro e benessere per tutti, a cominciare dai giovani.



Abbiamo avviato e stiamo già lavorando alla riforma del fisco con quattro tavoli tecnici in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori degli imprenditori.



Stiamo per varare definitivamente la riforma dell’università, già approvata alla Camera... (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo) ..., che rappresenta una svolta di grande importanza per l’avvenire dei nostri giovani, come ha riconosciuto la gran parte degli osservatori, anche i più lontani e i più critici verso questo Governo, contro la demagogia di chi sale sui tetti per intestare la protesta alla propria parte politica.



È per questo che la sinistra, incurante dei veri interessi degli studenti, cerca di combattere questa riforma alimentando tutte le proteste che mirano di fatto a conservare una situazione che non premia gli insegnanti migliori, che non promuove il merito degli studenti migliori, anche se appartenenti alle classi sociali più deboli, e non contribuisce allo sviluppo del Paese. Ma noi andremo avanti, perché vogliamo aprire ai giovani la strada del merito, dello studio e della ricerca, affinché possano competere in Europa sul piano di parità con i Paesi migliori, come hanno riconosciuto molti osservatori.



È pronta anche la riforma della giustizia, che presenteremo al Parlamento dopo un ulteriore confronto. Senza contare tutti gli altri provvedimenti in corso di gestazione, che vanno dalle professioni all’agricoltura. Non solo, dopo aver seguito la linea del rigore, che ha messo l’Italia al riparo dai contraccolpi derivanti dalle crisi finanziarie internazionali che si sono succedute dal 2000 ad oggi, e tenendo conto di questo quadro, riprenderemo il dialogo con le parti sociali - come, d’altronde, abbiamo sempre fatto in passato -, anche sulla base delle proposte recentemente avanzare insieme da Confindustria e sindacati, cercando di coniugare il necessario rigore con gli interventi per la crescita.



Su questo punto terremo anche conto dei suggerimenti e delle proposte di tutti, comprese quelle del Partito Liberale in ordine alle privatizzazioni. Il nostro è da sempre il Governo dell’ascolto e dell’apertura a quanto di meglio propone la società civile, perché vogliamo perseguire il bene comune di tutta l’Italia e di tutti i suoi cittadini, senza alcuna distinzione sociale e geografica. Riprenderemo con vigore anche l’azione per portare avanti le riforme istituzionali. Vi è già un’intesa sui princìpi fondamentali riguardanti tre questioni: l’aumento dei poteri del Presidente del Consiglio, la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo.



In rapporto con questa azione riformatrice si pone il problema di una modifica della legge elettorale che per noi ha un solo limite invalicabile, la difesa del bipolarismo..... perché vogliamo che il cittadino sappia in anticipo chi sarà il leader, quale sarà l’alleanza di Governo, quale il programma di modernizzazione del Paese.



Onorevoli senatori, come avete potuto ascoltare, come potete vedere, la nostra posizione è chiara, e a questo punto chi ha più responsabilità la deve dimostrare.



Per parte mia, considero mia responsabilità non trascurare ogni possibilità di dialogo con l’opposizione. È mia responsabilità ricomporre e rinnovare l’alleanza di tutte le forze moderate che sono state all’origine del nostro impegno politico e che oggi ritroviamo, oltre che nel Popolo della Libertà, nella Lega, nel FLI e nell’UDC, l’unità dei moderati italiani.



Questo patrimonio storico e politico è il frutto più prezioso di questa fase e - consentitemi di sottolinearlo - del mio personale e ultradecennale impegno politico. L’unità dei moderati italiani è un patrimonio inestimabile e nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente o involontariamente. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dai banchi del Governo). Non dobbiamo mai dimenticare che il popolo dei moderati è davvero un popolo unito che condivide gli stessi valori e la stessa visione del futuro, che condivide la stessa visione della libertà, della persona umana, della patria, della famiglia, del lavoro e dell’impresa.



Quando parliamo del futuro dei moderati, dobbiamo sempre ricordarci che prima viene il popolo dei moderati, prima vengono le nostre donne e i nostri uomini e solo dopo vengono i partiti e i loro leader: in una democrazia è il popolo che sceglie i leader e non sono i leader che scelgono il popolo!



Sono convinto che le difficoltà e le divisioni interne, che sono insorte non siano affatto insormontabili. Devono tornare a prevalere il buon senso ed il senso della misura. Questo è quanto il popolo dei moderati ci chiede. Non ci chiede di dividerci: ci chiede di unirci per il bene dell’Italia. A tutti i moderati di questo Parlamento propongo quindi un patto di legislatura per garantire coerenza e continuità con il programma elettorale e con le scelte condivise, rinnovando quello che c’è da rinnovare nel programma e nella compagine di Governo. Decidiamo insieme quale sia la strada e quale sia lo strumento più indicato.



Onorevoli senatori, oggi non è in gioco la persona del Presidente del Consiglio; oggi è in gioco la scelta tra il proseguimento di un progetto di cambiamento e la restaurazione ovvero il ritorno all’indietro, il ritorno a quei vizi tradizionali della politica che sono all’origine dei problemi di cui ora soffre l’Italia. Il nostro Paese ha bisogno di stabilità e di governabilità, condizioni indispensabili per realizzare quelle riforme di cui vi è urgente necessità. Garantire oggi la stabilità è la prima condizione per mettere al sicuro gli interessi del Paese e cercare di comporre l’area moderata.



Se il Governo otterrà la fiducia da domani lavoreremo per questa finalità, per ricomporre l’area moderata, per allargare quanto possibile l’attuale maggioranza a tutti coloro che condividono i valori e i programmi dei moderati, a partire da chi si richiama alla forza politica più forte in Europa, alla grande famiglia della democrazia e della libertà che è il Partito del Popolo Europeo. Lavoreremo anche per rafforzare la squadra di Governo e sono fermamente convinto che alla fine la ragionevolezza e la responsabilità vincono sempre sull’irragionevolezza e sull’irresponsabilità. Sono convinto che il bene comune prevale sempre sugli egoismi interessati e che per questo - penso - andremo avanti e continueremo a lavorare nell’interesse di tutti.



Se questo non dovesse avvenire sono certo che, quando verrà il momento, il popolo italiano, dal quale questo Governo e questa maggioranza hanno avuto un chiarissimo mandato ed una piena legittimazione a guidare il Paese, saprà valutare con buon senso e giustizia i meriti e le responsabilità.

CAMERA: Il Governo ottiene la fiducia con 314 voti contro 311

CAMERA: Il Governo ottiene la fiducia con 314 voti contro 311




Il Governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia con 314 voti contro 311, due astenuti. I deputati presenti erano 627, i votanti 625 e 2 le astensioni. La maggioranza richiesta era di 313 voti.

DISCORSO DI BERLUSCONI ALLA CAMERA:
 Tra le riforme la riduzione del numero dei parlamentari


Riportiamo il discorso del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi pronunciato alla Camera dei deputati il 13 dicembre 2010

Signor Presidente, vorrei ricordare ai deputati del Popolo della Libertà che avendo un’età “catacombale” questi applausi potrebbero farmi male.

Signor Presidente, onorevoli deputati, ho seguito con attenzione i numerosi interventi e ringrazio tutti quei deputati, sia della maggioranza che dell’opposizione, che hanno portato un contributo costruttivo di cui faremo tesoro. Non voglio rispondere, come invece ho fatto questa mattina al Senato, alle tante critiche ispirate tutte da un costante pregiudizio negativo su tutto. La voglia è tanta ma me la tengo.

Voglio rivolgermi invece, in particolare, ai parlamentari che nel 2008 sono stati eletti nelle liste del Popolo della Libertà, ai parlamentari che hanno più volte votato la fiducia a questo Governo, ai parlamentari che hanno fatto parte di questo Governo e sanno bene quali e quante cose buone abbiamo fatto insieme.


Mi rivolgo in particolare a tutti voi che avete aderito ad altri gruppi parlamentari, che ora insieme all’intera opposizione avete presentato la mozione di sfiducia al Governo, al Governo eletto dagli stessi elettori che hanno eletto voi.

Sono certo che in questo momento nessuno di voi può aver dimenticato la lunga strada che abbiamo percorso insieme dal 1994 ad oggi, non potete aver dimenticato le battaglie che abbiamo condotto insieme e anche i risultati positivi del nostro impegno comune.

Sono altrettanto certo che nessuno di voi intende gettare via così, frettolosamente, tutto ciò che in questi anni abbiamo costruito insieme, dal bipolarismo alla nascita del partito unitario dei moderati, dall’alternativa alla sinistra italiana alla guida di un Governo riformatore. Sono certo che ciascuno di voi nel proprio intimo, nella propria coscienza, sa che l’attuale Governo non ha affatto demeritato e che non ha affatto tradito il mandato del popolo sovrano. Ognuno di voi sa che ciò che abbiamo fatto in questi due anni è stato tanto, soprattutto se pensiamo alle condizioni difficili e impreviste che abbiamo dovuto affrontare.

Non è certo casuale che l’apprezzamento del popolo italiano nei confronti del Presidente del Consiglio sia di gran lunga il più alto di ogni altro Premier europeo. Lo so che vi fa male, ma ahimè per voi è così.

Siamo anche l’unico Governo ad aver vinto le elezioni di medio termine. E questi sono fatti, non sono opinioni. Sono assolutamente convinto, infine, che ciascuno di voi sa che qualunque dissenso è legittimo, che qualunque critica è possibile, ma non la rottura, ma non la sfiducia al Governo, ma non la divisione nel campo dei moderati. Tutto si può dire, tutto si può fare, ma non progettare un’alleanza con la sinistra in questa legislatura, camuffata magari con un Governo di transizione, e neppure unire i propri voti a quelli dell’opposizione, sommando grottescamente i voti sottratti al Popolo della Libertà a quelli del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori



Tutto si può fare, ma non si può tradire il mandato ricevuto da nostri elettori Chi persegue questi obiettivi lo può fare ad una sola condizione: che si torni dagli elettori e che si spieghi a loro perché si è cambiata opinione, presentando al popolo italiano le proprie idee, le proprie critiche, i propri programmi e le alleanze politiche attraverso cui si ritiene di poterli realizzare

Se, invece, è sincera e reale la preoccupazione per la situazione difficile in cui si trova l’Italia, al pari di tutti gli altri Paesi europei, allora l’unica strada possibile è quella di rinnovare la fiducia all’attuale Governo, di rinnovarla perché il Governo ha lavorato bene e di rinnovarla per senso di responsabilità nazionale. Un voto contro la sfiducia così motivato sarà testimonianza di realismo e di saggezza politica. Un voto contro la sfiducia così motivato consentirà di evitare una crisi al buio, di cui l’Italia non ha alcun bisogno, e potrà aprire una fase politica nuova. Un voto contro la sfiducia così motivato consentirà di completare, entro la fine della legislatura, le cinque azioni strategiche sancite dal Parlamento il 29 settembre con la più ampia fiducia mai ottenuta dal nostro Governo, azioni tra l’altro già realizzate in grandissima parte da questo Esecutivo


Da qui in avanti, dopo aver seguito la linea del rigore, che ha messo l’Italia al riparo dai contraccolpi derivanti dalle crisi finanziarie internazionali che si sono succedute dal 2008 ad oggi, e tenendo conto di questo quadro, riprenderemo il dialogo con le parti sociali - come, d’altronde, abbiamo sempre fatto in passato - e lo riprenderemo anche sulla base delle proposte recentemente avanzate insieme da Confindustria e sindacati, cercando di coniugare il necessario rigore con gli interventi per la crescita. Su questo punto terremo anche conto dei suggerimenti e delle proposte di tutti, comprese quelle degli amici liberali in ordine alle privatizzazioni Il nostro è da sempre il Governo dell’ascolto e dell’apertura a quanto di meglio propone la società civile, perché vogliamo perseguire il bene comune di tutta l’Italia e di tutti i suoi cittadini, senza alcuna distinzione sociale o geografica. Riprenderemo con vigore anche l’azione per portare avanti le riforme istituzionali. C’è già un’intesa sui principi fondamentali riguardanti tre questioni: l’aumento dei poteri del Presidente del Consiglio la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo.


In rapporto con questa azione riformatrice si pone anche il problema di una modifica della legge elettorale, che per noi ha un solo limite che consideriamo invalicabile: la difesa del bipolarismo perché vogliamo che il cittadino sappia in anticipo chi sarà il Presidente del Consiglio, quale sarà l’alleanza di Governo, quale il programma di modernizzazione del Paese. Questa è la nuova moralità che abbiamo portato in politica: un programma sottoscritto dai cittadini con il loro voto, che il Governo si impegna ad attuare.

Onorevoli colleghi, come vedete, la nostra è una posizione chiara e questo è il momento della responsabilità. Per parte mia, considero mia responsabilità non trascurare ogni possibilità di dialogo con l’opposizione. È mia responsabilità ricomporre e rinnovare l’alleanza di tutte le forze moderate che sono state all’origine del nostro impegno politico.



L’unità dei moderati italiani è un patrimonio storico e politico inestimabile e nessuno può essere così irresponsabile da distruggerlo volontariamente o involontariamente. Non dobbiamo mai dimenticare che il popolo dei moderati è davvero un popolo unito, che condivide gli stessi valori e la stessa visione del futuro, che condivide la stessa visione della libertà, della persona umana, della Patria, della famiglia, del lavoro, dell’impresa.



Sono convinto che le difficoltà e le divisioni interne che sono insorte non siano affatto insormontabili. Deve tornare a prevalere il buon senso e il senso di responsabilità. Questo è quanto il popolo dei moderati, il nostro popolo, ci chiede: non ci chiede di dividerci, ci chiede di unirci per il bene dell’Italia .A tutti i moderati di questo Parlamento propongo, quindi, un patto di legislatura per garantire coerenza e continuità con il programma elettorale e con le scelte che abbiamo condiviso rinnovando quel che c’è da rinnovare nel programma e anche nella compagine di Governo. Decidiamo insieme quale sia la strada e quale sia lo strumento più indicato.



Onorevoli colleghi, oggi non è in gioco la persona del Presidente del Consiglio. Non lo è! Oggi è in gioco la scelta tra il proseguimento di un progetto di cambiamento e la restaurazione, ovvero il ritorno all’indietro, il ritorno a quei vizi tradizionali della politica che sono all’origine dei problemi di cui oggi soffre l’Italia. Il nostro Paese ha bisogno di stabilità e di governabilità, che sono le condizioni indispensabili per realizzare le riforme di cui vi è urgente necessità.

Garantire oggi la stabilità è la prima condizione per mettere al sicuro gli interessi del Paese e per cercare di ricomporre l’area moderata. Se la mozione di sfiducia - come credo - sarà respinta, da domani lavoreremo per ricomporre l’area moderata, lavoreremo per allargare quanto più possibile l’attuale maggioranza a tutti coloro che condividono i valori ed i programmi dei moderati, a partire da chi si richiama alla forza politica più forte, alla grande famiglia della democrazia e della libertà, che è il partito dei popoli europei . Lavoreremo anche per rafforzare la squadra di Governo.

Ripeto ciò che ho affermato questa mattina in Senato.

Sono fermamente convinto che alla fine la ragionevolezza e la responsabilità vincono sempre sull’irragionevolezza e sulla irresponsabilità. Sono convinto che il bene comune prevale sempre sugli egoismi interessati e, per questo, sono convinto che noi andremo avanti e continueremo a lavorare nell’interesse di tutti.

Se questo non dovesse avvenire, sono certo che il popolo italiano, dal quale questo Governo e questa maggioranza hanno avuto un chiarissimo mandato ed una piena legittimazione a guidare il Paese, quando verrà il momento, saprà valutare con buon senso e con giustizia i meriti e le responsabilità.

Vi ringrazio

sabato 11 dicembre 2010

BERLUSCONI: Gli italiani sono con noi

BERLUSCONI: Gli italiani sono con noi

"Il governo e’ sicuro di avere dalla sua la stima della maggioranza degli italiani e vuole mettere a frutto questi due anni e mezzo che ancora restano alla fine legislatura, andando avanti e trasformando in realizzazioni concrete l’esperienza che mi deriva da molti anni di attivita’ di attivita’ governativa".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi inaugurando l’atrio Pietralata della nuova stazione di Roma Tiburtina. Il premier ha più volte parlato della necessita’ di "rimuovere le troppe disposizioni burocratiche" che fanno sembrare l’Italia un Paese del Medioevo se paragonato alle realizzazioni nelle Tigri asiatiche o nelle nuove Repubbliche ex russe, toccate nelle sue missioni internazionali. "L’Europa e il mondo guardano all’Italia, e posso testimoniarlo per la mia presenza ai grandi vertici internazionali, con apprezzamento e ammirazione. Occorre invece eliminare, quella mentalita’ che fa guardare chi lavora, chi rischia, chi intraprende, con diffidenza e forse anche con invidia."


MANTOVANO: Prima la fiducia e poi l'allargamento della maggioranza

"Solo il voto di fiducia al Senato e alla Camera puo’ costituire la base per un allargamento della maggioranza che faccia riferimento alle forze politiche che in Europa si riconoscono nel Partito Popolare Europeo. Rappresenterebbe il modo piu’ responsabile per collaborare insieme al completamento degli impegni assunti per la Legislatura".

Lo ha affermato il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che ha osservato: "Il PdL ribadira’ in questo fine settimana, in tutta Italia, le buone ragioni del sostegno al Governo Berlusconi. Lo faremo anche in Puglia, nelle due iniziative di Barletta e Francavilla Fontana, insieme con Raffaele Fitto, Gaetano Quagliariello, Antonio Azzollini, Antonio Leone, Luigi Vitali, Donato Bruno, Francesco Amoruso, Antonio Distaso, consiglieri regionali e amministratori locali".

CAPEZZONE: No all'invasione giudiziaria nella politica
"Ci sono momenti in cui la politica, tutta la politica, dovrebbe difendere la sua dignita’ e il suo primato a prescindere dalle convenienze di parte e di fazione".

Lo ha affermato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "E’ per questo che anche l’opposizione dovrebbe opporsi con fermezza a qualunque rischio di invasione giudiziaria nel campo della politica. Il comportamento dell’uno o dell’altro parlamentare puo’ piacere, puo’ convincere, puo’ fare comodo all’opposizione oppure no: ma se mai dovesse affermarsi il principio di una sorta di ’sindacato giudiziario’ sul voto dei parlamentari, si passerebbe ad una specie di Repubblica giudiziaria, o di protettorato giudiziario. Ciascuno comprende che da una prospettiva del genere possono solo venire conseguenze abnormi: per la politica, per la stessa giustizia, per la vita democratica del Paese".


CICCHITTO: Dalla Procura di Roma una gravissima intromissione

"E’ gravissimo l’intervento della procura di Roma che costituisce una intromissione nella libera dialettica parlamentare".

Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, a proposito della decisione della Procura della Repubblica di Roma di aprire un fascicolo, contro ignoti e per il momento senza ipotesi di reato, sulla presunta ’compravendita’ di parlamentari in vista del voto di fiducia. "La procura di Roma non e’ intervenuta quando un numero rilevante di parlamentari ha abbandonato il Pdl ed andato nel centrosinistra. Nella legislatura precedente, nel 1999, quando 30 parlamentari del centrodestra si spostarono sulle posizioni del centrosinistra non abbiamo avuto un intervento della procura di Roma, quindi siamo di fronte ad una estremizzazione dell’uso politico della giustizia che pone problemi istituzionali molto seri". Quanto all’esternazione di Gianfranco Fini sul calciomercato "dovrebbe sapere che il presidente della Camera non deve mai identificarsi con un ruolo politico di prima linea come e’ quello che egli sta svolgendo".


LA RUSSA: Slitta a domenica mattina la manifestazione di Milano

Slitta da sabato 11 a domenica mattina 12 dicembre, la manifestazione del Pdl prevista nel quadro della mobilitazione a sostegno di Silvio Berlusconi e del Governo.

Alla base di questa decisione, ha spiegato il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa, c’e’ la volonta’ di evitare tensioni con i militanti dei centri sociali che, proprio sabato pomeriggio, hanno promosso un corteo lungo le vie del centro di Milano per celebrare il 41* anniversario della strage di Piazza Fontana. "Vogliamo evitare di alimentare un clima che danneggi i milanesi sotto le feste, non voglamo disturbare ne’ essere disturbati". Per La Russa, e’ questo "un gesto di responsabilita"’ da parte del Pdl: "Non vogliamo offrire spazio a contrapposizioni ne’ creare occasioni di turbolenze extrapolitiche". La strada migliore e’ dunque apparsa quella di rinviare la kermesse di qualche ora, nonostante le rassicurazioni arrivate dalla Prefettura di Milano.

giovedì 9 dicembre 2010

L'11 e il 12 dicembre gazebo con eventi nelle piazze e nei teatri italiani

BRAMBILLA: L'11 e il 12 dicembre gazebo con eventi nelle piazze e nei teatri italiani



Riportiamo l'intervista a "Il Giornale" di Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo e responsabile dei Promotori della Libertà


Il governo "avrà la fiducia". Perché molti finiani, alla resa dei conti, non potranno tradire la fiducia dei cittadini che li hanno eletti nel Pdl e che "non vogliono lasciarsi defraudare da chi ha scelto di cambiare casacca". È ottimista Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo e anima del movimentismo del centrodestra e dei Promotori della Libertà che dallo scorso 4 dicembre, in tutta Italia, stanno raccogliendo le adesioni dei cittadini anti-ribaltone. "Quella che arriva dai gazebo – sottolinea – è una voce da tantissimi decibel, che non potrà non essere da monito ai parlamentari eletti nel centrodestra chiamati il 14 a votare la fiducia".

Ministro Brambilla, ci sono ancora margini di trattativa col Fli?

"Prima di tutto bisogna intendersi. Pensare che il Fli, un piccolo partito, possa dettare le condizioni a Pdl e Lega che, come dicono anche i sondaggi più recenti, hanno dalla loro parte la maggioranza degli elettori è a dir poco avventuroso. Il presidente Berlusconi e la Lega possono dettare le condizioni, non certo Fini".


E quali potrebbero essere le condizioni?

"L’unica condizione possibile, senza alternative, è che sia confermata la fiducia a questo governo. Fatto questo poi si potrà parlar anche d’altro, della necessità di rinforzare, con tutte le forze parlamentari che si dichiareranno disponibili, quel programma di riforme che eviti all’Italia una crisi come quella che sta colpendo tante realtà in Europa".


I finiani non vogliono le elezioni anticipate. Negli ultimi giorni hanno ammorbidito le loro posizioni.

"In queste ore l’unica vera novità è la crescita di imbarazzo dei finiani. Ed è logico. L’idea che il Fli si presenti affiancato a Pd e Idv nel tentativo di sfiduciare Berlusconi sta facendo venire i brividi a quei tanti parlamentari che non vogliono presentarsi agli elettori con una nuova casacca, che l’elettorato di centrodestra certo rifiuterebbe. Da qui i tentativi in extremis per uscire dal vicolo cieco in cui si sono cacciati".


E gli elettori del Pdl stanno facendo sentire la loro voce, nei gazebo dei Promotori della libertà. Come sta andando?

"Benissimo, dai cittadini è arrivato un grandissimo riscontro. È una voce sola: no a un governo alternativo a quello guidato da Berlusconi e no al tradimento del voto popolare al centrodestra nel 2008. C’è poi un numero incredibile di cittadini che si sono fermati nei gazebo a chiedere lumi. Molti, stupiti, ci dicono: “Ma state facendo così bene, perché una mozione di sfiducia?”. I cittadini non comprendono i giochi di palazzo, oltretutto in un momento in cui c’è bisogno di stabilità".


Il clou nei gazebo si raggiungerà sabato e domenica prossimi.

"Sì, sono previste iniziative nelle piazze e nei teatri di tante città italiane e, soprattutto, una massiccia presenza di gazebo in ogni angolo del Paese. Il presidente Berlusconi preparerà un messaggio audio diretto agli italiani, che sarà diffuso in ognuno di questi punti di incontro con la gente. Una cosa del genere non è mai stata fatta, e credo sia il modo più efficace di comunicare per il nostro carattere di partito democratico, basato sul rapporto diretto tra il leader e il cittadino".

Le iniziative di sabato si svolgeranno contemporaneamente alla manifestazione del Pd a Roma. L’opposizione si batte prima in piazza e poi martedì in Aula?

"Si tratterà di vedere quale tipo di protesta salirà dalla loro piazza. Forse quella contro la leadership di un Partito democratico che, oltre a non avere saputo proporre un programma che potesse contribuire alla soluzione dei problemi del Paese, ha anche causato lo sfilacciamento dei suoi consensi. La nostra manifestazione, invece, ha l’obiettivo di porre fine alla campagna di mistificazione messa in atto da mesi e di dare la possibilità ai cittadini di difendere il proprio voto. E non sarà in una sola piazza: noi saremo in tutta Italia. È indispensabile che a questo redde rationem partecipino in prima persona gli elettori".

Se la sente di fare un pronostico? Che quadro politico si ritroveranno gli italiani il 15 dicembre?

"Noi avremo la fiducia e andremo avanti. Non ho preoccupazioni per il destino del governo".

CICCHITTO: Ingroia partecipa alla manifestazione dell'Idv contro il premier: e' imparziale?

CICCHITTO: Ingroia partecipa alla manifestazione dell'Idv contro il premier: e' imparziale?

"Quale garanzia di obiettivita’ puo’ assicurare un magistrato cosi’ esplicitamente schierato sul piano politico?". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, commentando la presenza del magistrato Antonio Ingroia alla manifestazione bolognese dell’Idv ’Il dittatore del bunga bunga’.

"Come risulta dall’ultima pagina dell’Unita’ dell’8 dicembre l’Italia dei Valori fa una bella festa il prossimo 11 dicembre a Bologna dal titolo ’Il dittatore del bunga bunga’. L’intento satirico-politico e’ confermato da una vignetta che rappresenta ovviamente Berlusconi. Il cast degli oratori e’ assai robusto: in primo luogo Di Pietro, e poi Marco Travaglio, Sergio Rizzo, Bruno Tinti, il Gioacchino Genchi recentemente sospeso dalla polizia. La presenza straordinaria nel cast di questa manifestazione di partito contro Berlusconi e’ quella di Antonio Ingroia. A meno di omonimia si tratta dello stesso magistrato inquirente che a Palermo si sta occupando di delicatissime indagini riguardanti i rapporti mafia-politica,le stragi del 92-93, la gestione del cosiddetto pentito Ciancimino jr. Si tratta di una esplicita scelta politica. Quale garanzia di obiettivita’ puo’ assicurare un magistrato cosi’ esplicitamente schierato sul piano politico?".


QUAGLIARIELLO: Il comportamento di Ingroia e' la malattia non la cura

"Dunque, secondo Ingroia e Di Pietro il caso non esiste. Il procuratore aggiunto di Palermo, gia’ grande accusatore di Dell’Utri e tutt’ora titolare di inchieste sui primi anni Novanta, parlera’ alla manifestazione dell’Idv intitolata ’Il dittatore del bunga bunga’, e il fatto che non lo faccia di presenza ma attraverso un video registrato dovrebbe fugare ogni dubbio sull’indipendenza, la correttezza e la terzieta’ del suddetto magistrato".

Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Dice Di Pietro che Ingroia parlera’ dei mali della giustizia italiana, e che per questo dovremmo pure ringraziarlo. Sicuramente verra’ a dirci che la giustizia deve essere autonoma dalla politica (sic!), che i magistrati devono essere indipendenti, che su cio’ che accadde in Italia nei primi anni Novanta bisogna perseguire la verita’ senza condizionamenti e senza lenti deformanti. Siamo perfettamente d’accordo. Ma visto il contesto nel quale si esprimera’, se queste sono le patologie della giustizia, e’ evidente che il comportamento di Ingroia e’ la malattia e non la cura".

CAPEZZONE: La proposta di dimissioni di Berlusconi e' un trappolone

CAPEZZONE: La proposta di dimissioni di Berlusconi e' un trappolone

"Quelli che dicono a Silvio Berlusconi ’Dimettiti, e poi sarai reincaricato’, formulano una proposta che assomiglia a un vero e proprio trappolone contro il premier".

Cosi’ si e’ espresso Daniele Capezzone, portavoce Pdl, che ha osservato: "Intanto, non si capisce perche’ il vincitore delle elezioni dovrebbe fare un passo indietro. E poi, e’ fin troppo evidente che gli improvvidi presentatori della mozione di sfiducia oggi sono in grave difficolta’ (numerica e politica) e quindi vorrebbero che fosse lo stesso Berlusconi a togliere le castagne dal fuoco per loro. Troppo comodo. Ma, al di la’ di questo, e’ fin troppo facile immaginare che, a dimissioni eventualmente avvenute, dopo neanche mezza giornata, una serie di protagonisti che oggi dicono di non avere obiezioni o pregiudiziali contro un Berlusconi-bis, improvvisamente direbbero: ’E’ cambiato il contesto’, e di conseguenza porrebbero come condizione il fatto che il nuovo governo non fosse piu’ guidato da Silvio Berlusconi. Cio’ non e’ accettabile perche’ sarebbe un attacco violento alla sovranita’ popolare. Sono gli elettori ad avere scelto Berlusconi, e Berlusconi non puo essere accantonato con un gioco di palazzo".

BONAIUTI: L'unica certezza e' che Berlusconi non si dimette

"Non ci saranno dimissioni e questo e’ il punto fermo e stabile della vicenda. Poi su come si evolvono i mille rivoli delle trattativa che in queste ore sono in corso, non so dire come vadano. Io ho gia’ protestato contro tutti i maghi, stregoni, cartomanti e chiaroveggenti che cercano di dire che finira’ a sconquasso. Queste persone resteranno senza lavoro: noi avremo la fiducia sia al Senato sia alla Camera".

Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, nel corso di un faccia a faccia, avvenuto sulla web-tv del Corriere della Sera, tra lui e il senatore del Pd Nicola Latorre. Incalzato sulle presunte trattative tra Fli e Pdl, Bonaiuti ha replicato che a via dell’Umilta’ "per natura siamo apertissimi, da sempre, alle trattative, ma a volte vorremmo vedere una maggiore ragionevolezza anche tra i nostri nuovi oppositori, o ex compagni di partito di ieri. A volte a dichiarazioni di apertura della mano sono seguite cose terribili come quelle sulla dittatura sudamericana, che aperture non sono. Da moderato vorrei un linguaggio moderato".

LA RUSSA: Le dimissioni del premier sono ingiustificabili

"Lancio un appello visto che esponenti importanti di Fli, il partito di Fini, auspicano che il 14 vi sia da parte loro una possibilità di non richiedere queste incredibili e a mio avviso ingiustificate dimissioni di Berlusconi, per dare fiducia ad un governo che hanno contribuito ad eleggere essendo stati eletti nelle file del Pdl.

Ecco il mio appello, è che questo avvenga e questo sia l’atto di partenza di una generale riconciliazione a cui gli uomini che oggi sono nel Pdl, una volta di An, non si sottrarranno, ma saranno i primi ad operare perchè questo avvenga". Lo ha affermato il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa, che ha lanciato un appello agli esponenti di Fli: "Io non partecipo a nessuna caccia al voto, anzi io ho partecipato con successo alla caccia al contrario, cioè al mantenimento della coerenza".

martedì 7 dicembre 2010

ALFANO: Bisogna fare luce sulle revoche del 41 bis nel 1993

ALFANO: Bisogna fare luce sulle revoche del 41 bis nel 1993

"Tirero’ fuori tutte le carte che sono nei cassetti ministeriali e le daro’ a disposizione del Parlamento" per contribuire a far luce sui motivi che nel ’93 portarono alle mancate proroghe e alle revoche di centinaia di provvedimenti di 41 bis (il cosiddetto ’carcere duro’ inflitto ai boss di mafia), all’indomani delle stragi di Cosa Nostra. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia Angelino Alfano che - intervistato dal Tg1 - ha definito l’allora Guardasigilli Giovanni Conso un "insigne giurista" nonche’ "notoriamente un galantuomo. Certo mi sono più volte chiesto in questi giorni cosa sarebbe accaduto se le revoche del 41bis le avesse fatte il sottoscritto con presidente del Consiglio Silvio Berlusconi".

Alla domanda sul perche’, a suo avviso, i media non stiano mostrando interesse alle revoche di 41 bis durante il governo Ciampi del ’93, Alfano ha risposto: "Probabilmente fa glamour preoccuparsi di Berlusconi. Ho sempre detto, e cio’ mi ha anche attirato addosso delle polemiche, che i magistrati non perseguono un disegno politico ma perseguono un disegno di verita’ nella ricerca della verita’ e mi riferisco ai magistrati che indagano sulle stragi", ha sottolineato alfano fornendo la sua "assoluta disponibilita’ ad essere ascoltato sia alla Camera che al Senato" dalle Commissioni competenti che lo dovessero convocare sulla base delle carte ministeriali fornite. Quanto al recente rafforzamento del ’carcere duro’, il nostro ministro della giustizia ha fornito un bilancio positivo: "sta funzionando, siamo al record storico di detenuti al 41bis. Le comunicazioni con l’esterno sono crollate, le collaborazioni con la giustizia sono aumentate. Ritengo che questo sia il sistema più efficace per affermare da parte dello stato che lo Stato vince e la mafia perde".


GASPARRI: Vogliamo la verita' sulla cancellazione del 41 bis da parte dei governi Amato e Ciampi

"Le rivelazioni di Giovanni Conso alla commissione antimafia sono inquietanti e parziali perche’ e’ poco credibile che abbia da solo ritirato il carcere duro ai mafiosi senza che i presidenti del consiglio che in quell’epoca si sono succeduti, Amato e Ciampi, ne fossero informati".

Lo ha affermato Maurizio Gasparri in una conferenza insieme a Fabrizio Cicchitto sulle stragi del ’92-’93.

Gasparri ha sottolineato che l’ex ministro Guardasigilli ha parlato solo di 140 mancati rinnovi del carcere duro (art.41 bis), "mentre si e’ poi scoperto che ce ne sono stati molti di piu"’. Per Gasparri e’ assurdo che in questo contesto si parli di "rapporti con la mafia da parte di Silvio Berlusconi quando erano invece governi di centrosinistra a rinunciare al carcere duro per i malavitosi". Dopo aver fatto notare che e’ stato proprio Berlusconi a rendere permanente nel 2002 il 41 bis, mentre prima doveva essere rinnovato ogni due anni, Gasparri ha sostenuto che in alcuni casi "i governi di centrosinistra si sono perfino dimenticati di reiterari il carcere duro. In materia di lotta alle mafie noi siamo docenti e mai discenti: per questo chiediamo che venga fatta chiarezza sulla sospensione del carcere duro ai malviventi". Gasparri non ha escluso che il PdL chieda che Conso venga riascoltato dalla commissione antimafia.

BERLUSCONI: Lascero' solo ai politici giovani e preparati

BERLUSCONI: Lascero' solo ai politici giovani e preparati


"Sono assolutamente consapevole di avere una una certa eta’ e che a un certo punto dovro’ lasciare, ma lo faro’ solo dopo aver portato a termine il programma e di certo non passero’ il testimone ai maneggioni della vecchia politica che hanno a cuore solo le loro ambizioni personali, ma semmai alla nuova generazione di politici giovani, seri e preparati.

Volete consegnare le redini del governo ad una ammucchiata di reduci della vecchia politica che ormai sono dei signori attempati che hanno sempre formato le seconde file dei partiti e che non hanno mai dimostrato di saper fare qualcosa di importante per il nostro paese o ritenete che questo sia un rischio?".

Con queste parole Silvio Berlusconi, collegato telefonicamente con la manifestazione organizzata dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni all’Auditorium di via della Conciliazione di Roma, e’ intervenuto sull’attuale situazione politica: "Tutti in questo periodo debbono attivarsi per far giungere alla gente la posizione del Popolo della liberta’ al di la’ di quello che appare sulla stampa che e’ in grande maggioranza contro di noi.

Ritengo che dobbiamo parlare tanto agli italiani indirizzando a loro la domanda essenziale potrebbe essere questa: volete mettere di nuovo il distino dell’Italia in mano ai reduci maneggioni della vecchia politica, che sono coloro che hanno determinato il debito pubblico che ci ossessiona; quelli che vogliono determinare la crisi del governo, oppure ritenete che abbiamo imboccato la strada giusta, continuando ad operare come abbiamo fatto finora?.

Facendo quello che vorrebbero fare questi signori nuovi alleati con la sinistra si aprirebbe una situazione di instabilita’ e potremmo diventare bersaglio della speculazione internazionale come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e altri paesi. Sarebbe un rischio tragico.

Il nostro intento e’ quello di terminare la legislatura tenendo i conti in ordine ed evitando che il paese precipiti in una crisi e in una instabilita’ che anche le agenzie di rating dicono sia il rischio maggiore per il nostro paese. Perche’ le agenzie internazionali ci hanno confermato le tre A ma hanno detto che cio’ e’ sottoposto ad una condizione: il mantenimento della stabilita’ di governo ma facendo quello che vogliono fare potremmo diventare bersaglio della speculazione".


MELONI: Berlusconi apprezza molto i tanti giovani che si impegnano con passione

"L’intenzione manifestata ieri da Silvio Berlusconi di lasciare spazio ai giovani quando decidera’ di farsi da parte, va letta come un elogio per le tante ragazze e i tanti ragazzi che operano nel Pdl."

Così si e’ espresso il ministro della Gioventu’ e leader della Giovane Italia Giorgia Meloni.

"Al di la’ delle polemiche politiche contingenti nelle parole del presidente del Consiglio registro l’apprezzamento per il lavoro che viene svolto dalle giovani generazioni, nel governo e nel Pdl. Soprattutto va colta la valorizzazione dell’opera che tante ragazze e tanti ragazzi svolgono a livello di classe dirigente, impegnandosi con passione sul territorio senza nulla chiedere in cambio alla politica, ma mettendo a disposizione il loro tempo e le loro capacita’ per una causa in cui credono. Le affermazioni di Berlusconi percio’ contribuiscono a mettere in risalto una tradizione che contraddistingue il Pdl e che ha sempre caratterizzato la destra, fatta di passione, di impegno, di militanza. Ed e’ molto importante che ancora si possa contare su giovani che credono nella politica e accettano di impegnarsi, in un’epoca in cui le vicende e le polemiche a cui assistiamo potrebbero creare invece un atteggiamento di rigetto".

sabato 4 dicembre 2010

I Promotori della Liberta' aprono la mobilitazione

MILANO 4 DICEMBRE: I Promotori della Liberta' aprono la mobilitazione "Difendi il tuo voto, sostieni il presidente Berlusconi"






Il responsabile nazionale delle Iniziative Movimentiste del Pdl, on. Michela Vittoria Brambilla, aprira’ domani, alle ore 11, in uno dei gazebo allestiti a Milano, in piazza Santa Maria Beltrade, accanto a via Torino, la mobilitazione dei Promotori della Liberta’ intitolata "Difendi il tuo voto, sostieni il presidente Berlusconi".



A partire da domani, 4 dicembre, in tutta Italia, saranno quindi organizzati dai militanti del Pdl incontri pubblici, gazebo, manifestazioni e una raccolta di firme a sostegno del Presidente Silvio Berlusconi e del Governo. La mobilitazione che si aprira’ domani culminera’ con le iniziative di piazza del Pdl previste per l’11 e 12 dicembre in ogni regione.

BERLUSCONI: Il terzo polo e' un alleato della sinistra

BERLUSCONI: Il terzo polo e' un alleato della sinistra

"Il terzo polo e’ esile nei numeri ma certamente smisurato nelle ambizioni, ha un programma chiaro: cambiare la legge elettorale e introdurre un tetto al premio di maggioranza per non farlo scattare consentendo a questo terzo polo di essere arbitro della situazione scegliendo l’alleanza con la sinistra per il governo e facendo cosi’ tornare indietro la situazione politica a quella in cui i partiti non davano un programma, non indicavano le alleanze e chi avrebbe governato".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi, parlando da Soci a proposito della situazione italiana.


CICCHITTO: Il terzo polo gioca con le parole ma ha bisogno della sinistra

"Non e’ possibile giocare con le parole. Indipendentemente dalla guerra dei numeri, e’ evidente che qualora il cosiddetto terzo polo voglia procedere davvero fino in fondo contro il governo Berlusconi deve per forza sommare i suoi voti a quelli della sinistra, cioe’ ci troveremmo di fronte ad una sorta di centro-sinistra allargato che punterebbe a realizzare un autentico ribaltone e un totale rovesciamento delle alleanze da parte di chi e’ stato votato nelle liste del Pdl". Lo ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl.

"Questo dato di fondo non puo’ essere mistificato e nel caso, per noi assai improbabile, ci fosse un voto di sfiducia, esso legittimerebbe la richiesta da parte di Berlusconi e di Bossi, da parte del Pdl e della Lega del ricorso anticipato delle urne. Al punto in cui siamo nessuno puo’ fare mistificazioni cercando di mascherare le scelte politiche reali che sta facendo. Inoltre non si capisce con chi il presidente Fini vorrebbe condurre una politica di rigore eventualmente maggiore di quella finora condotta da Tremonti se oggi rompe proprio con Berlusconi e con Tremonti. Infatti non ci sembra, da tutto quello che e’ stato finora detto e fatto, che il Pd sia minimamente disponibile ad una politica di rigore. In ogni occasione e in ogni vicenda esso ha sostenuto aumenti di spesa pubblica, casomai accompagnati da una maggiore pressione fiscale. Nella realta’ per il cosiddetto governo tecnico non solo non ci sono i presupposti numerici, non solo non ci sono i presupposti politici (il terzo polo dovrebbe appunto fare un’alleanza di ferro con la sinistra) ma neanche presupposti programmatici perche’ il Pd e’ il partito della spesa ed e’ incapace di adottare una politica di rigore".


BONDI: Da Fini, Casini e Rutelli un'ammucchiata di reduci con sete di potere
 
"Se l’ammucchiata di reduci formata da Fini, Casini, Rutelli e Lombardo avessero un progetto da proporre agli italiani non temerebbero cosi’ tanto il giudizio degli elettori. Inorridiscono alla sola idea di consultare i cittadini perche’ sanno di non avere uno straccio di idea su cio’ che serve al nostro paese.

Vogliono la crisi e si propongono di formare governi con la sinistra solo per soddisfare la loro sete di potere, le loro ambizioni e le loro frustrazioni". Lo ha affermato in una nota il coordinatore del Pdl Sandro Bondi.