lunedì 28 febbraio 2011

Nella crisi libica l'Italia paga la debolezza dell'Europa






CICCHITTO: Nella crisi libica l'Italia paga la debolezza dell'Europa



"L’Italia paga la debolezza dell’Europa, che se non trova unita’ mette in evidenza una disarticolazione".

Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ospite di Omnibus su La7. "Sugli sbocchi futuri di questa situazione bisogna essere cauti sulle cifre che riguardano l’immigrazione: nessuno puo’ dire che verranno mille o diecimila persone. La situazione e’ drammatica e aperta: e’ certo che bisogna prepararsi. Credo che sara’ difficile rimpiangere Gheddafi. Ma i problemi con Gheddafi non vanno messi in conto a questo Governo. Se l’Europa non e’ in grado di dare una risposta marca un punto di debolezza che ha gia’ dato in passato su atri temi".




FATTI & MISFATTI: Europa: no agli aiuti, sì all'allarmismo
E' un piacere far parte dell’Europa. Siamo tra amici. Che si vedono nel momento del bisogno. Infatti, di fronte alla prospettiva di un forte esodo di profughi dal Nord Africa, diretti principalmente, non per libera scelta ma perché la geografia è questa, verso le coste italiane, la commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, ha detto che le norme europee non prevedono alcun "meccanismo di redistribuzione" degli immigrati che chiedono asilo perché - ha spiegato bontà sua - "la solidarietà tra gli Stati è solo su base volontaria".

Tacciono gli europeisti doc del nostro Paese; gli stessi che, a ogni pie’ sospinto, chiedono "più Europa".

Ma i burocrati di Bruxelles non sono inoperosi. Il Frontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, i calcoli li sa fare: ha fatto sapere che gli immigrati in fuga dalle rivolte nel Nord Africa "saranno tra 500 mila e 1,5 milioni e si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia". Almeno la geografia la sanno. Solo che la Grecia è nei guai da tempo e Malta è un’isola di modeste dimensioni. Il messaggio è chiaro: l’Italia faccia da sé.

Quando Silvio Berlusconi dice "pensare al dopo" non lo fa, come sostiene la sinistra, per evitare di prendere posizione contro Gheddafi. Non spetta a lui. Spetta al popolo libico. Ma il "dopo" verrà e sarà la parte più importante, che non significa solo fare fronte ai profughi, ma creare le condizioni perché un Paese ricco di risorse faccia le scelte giuste per valorizzarle a beneficio di tutta la sua popolazione, il che vuol dire in senso democratico. Adesso quello che conta è il futuro, e il futuro dei libici è in Libia. Questo è il "dopo" che conta in una visione lungimirante. E non le foto di Gheddafi con Berlusconi, Prodi, D’Alema, Blair o Bush.

MAURO: L'Italia insite sull'azione della Ue in campo emigratorio
 
"Non e’ per "paura" ma "nell’intesse della Ue" che l’Italia insiste perche’ nella "emergenza in campo migratorio, energetico e politico, l’azione sia concertata a livello Ue e la risposta sia europea e non lasciata ai singoli Paesi, geograficamente piu’ esposti".
Lo ha affermato il capogruppo ed il portavoce del Pdl all’Europarlamento, Mario Mauro e Alfredo Pallone, annunciando di aver presentato a Consiglio e Commissione europei una interrogazione - da discutere nella prossima plenaria di Strasburgo (7-10 marzo) - per conoscere "quale sara’ la strategia che l’Unione Europea, nel suo insieme, intende porre in essere per affrontare non tanto la sola emergenza umanitaria ma, soprattutto, per risolvere il vero problema di base che e’ quello della democrazia e della liberta’ nei Paesi del Mediterraneo ed in particolare in Libia, Egitto e Tunisia". Il Pdl, facendo riferimento al Consiglio Affari interni di ieri, osserva che "la decisione di mettere a disposizione dei fondi va nella giusta direzione, ma non puo’ essere un atto fine a stesso". L’insistenza italiana, affermano i due eurodeputati, "e’ il contributo di una visione realmente europeista che sola puo’ portare ad una soluzione di un problema epocale che rischia di gravare sul destino dell’intera umanita"’.

SBAI: Gli arresti dei maghrebini confermano il pericolo del terrorismo nascosto   "Sarà il clima infuocato in Nordafrica, in cui l’estremismo sta trovando terreno di coltura, sarà che l’allarme sul pericolo dell’estremismo nascosto in Italia lo avevamo lanciato da tempo, ma oggi l’arresto dei sei maghrebini che farneticavano di voler punire il Papa mi fa scorrere un brivido freddo".
Lo ha dichiarato, in una nota, il deputato del Pdl Souad Sbai. "Non parlavamo di aria fritta quando dicevamo che in Italia il pericolo di focolai di terrorismo e di fondamentalismo era ben presente. Qualcuno ha avuto anche il coraggio, come una certa sinistra, di tacciarci di allarmismo quando parlavamo di cellule pronte ad agire e a far danni più grandi di quanto si pensi. Niente di più pericoloso. Dopo l’episodio di Selia Marina e innumerevoli altri, oggi addirittura nel bresciano vengono arrestati sei maghrebini che farneticavano su un ipotetico attentato al Papa. Penso davvero che sia arrivato il momento di effettuare i dovuti controlli sulle moschee ’fai da te’, che abbiamo chiesto di chiudere un mese fa, e che rischiano di diventare, senza adeguato censimento, centri dove viene instillato il seme dell’odio. Sono esterrefatta quando sento parlare di necessità di accoglienza indiscriminata per chi approda in Italia, senza nemmeno controllare di chi si parla. Ho già più volte detto, non senza una certa paura nel cuore, che abbiamo già i nostri terroristi sul territorio e l’episodio di oggi lo conferma, con la necessità di alzare ancor di più la guardia contro il terrorismo nascosto".

BERTOLINI: Con l'esodo dei clandestini dal Nord Africa arrivano gli estremisti
 
"L’arresto di sei marocchini a Brescia, facenti parte di un’organizzazione che incitava alla discriminazione e alla jihad nei confronti dei cristiani e degli ebrei, non puo’ lasciarci tranquilli. Ci sono persone che vengono nel nostro Paese e non vogliono affatto integrarsi ma, vogliono imporre i loro dettami radicali. Regole che sono incompatibili con i valori della nostra Costituzione".
Lo ha affermato la parlamentare del Pdl Isabella Bertolini, vicepresidente del gruppo della Camera. "In un momento come questo poi dove l’Italia e’, suo malgrado, meta di un esodo da parte di immigrati provenienti dai paesi in rivolta, c’e’ da chiedersi quanti di questi nuovi arrivati non andranno ad ingrossare le fila degli estremisti islamici. E’ un pericolo reale che deve essere tenuto seriamente in considerazione".

GASPARRI: L' Europa deve farsi sentire con i fatti per affrontare l'emergenza Libia



"La gravissima crisi libica e quanto sta accadendo nel Nord Africa non puo’ lasciarci indifferenti. La solidarieta’ dell’Italia si fara’ sentire anche questa volta, senza risparmiare mezzi e risorse. Siamo pronti ad affrontare l’emergenza, ma i numeri dei profughi che potrebbero toccare le nostre terre sembrano assumere di giorno in giorno dimensioni sempre piu’ vaste.

Ci troveremo a breve di fronte ad una invasione che da soli non possiamo fronteggiare. Chiediamo un impegno piu’ determinate ed incisivo dell’Europa e un sostegno fattivo degli altri paesi per fronteggiare l’emergenza e trovare adeguato sostegno e collocazione ai profughi. Serve una strategia comune e condivisa. Questa volta l’Europa deve dimostrare di essere una comunita’ politica e sociale, non solo economica". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

martedì 15 febbraio 2011

BERLUSCONI: La Ue ha accolto positivamente le richieste che abbiamo avanzato

BERLUSCONI: La Ue ha accolto positivamente le richieste che abbiamo avanzato






"Dopo la mia telefonata di ieri con il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, il governo italiano ha inviato alla Commissione europea una serie di richieste di intervento per fronteggiare la nuova, grave ondata migratoria dalla Tunisia".



Lo ha affermato in una nota, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha osservato:

"Apprezziamo l’impegno personale del presidente Van Rompuy e quello della commissaria Mallstroem che ha accolto le nostre richieste, in particolare la richiesta di una missione dell’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex, per una risposta tempestiva all’emergenza. A breve avro’ una conversazione telefonica anche con il presidente della Commissione Europea, Barroso".


Nella conversazione telefonica con il Presidente della Commissione Europea, Jos‚ Manuel Dur’o Barroso, Il Presidente ha ringraziato il capo della Commissione europea per aver esaminato favorevolmente le richieste italiane e in particolare per l’annuncio dato oggi dal Commissario Mallstroem di avviare una missione dell’Agenzia Frontex nell’area e di adottare un pacchetto di misure per fronteggiare l’emergenza. Il Presidente Barroso ha confermato il suo impegno personale e quello della Commissione Europea per assistere l’Italia in queste circostanze eccezionali.



FRATTINI: Vogliamo ripristinare il pattugliamento della costa nordafricana


"Finora il meccanismo dei pattugliamenti delle coste nord africane ha funzionato e vogliamo ripristinare quel meccanismo che fino a un mese fa aveva portato a zero l’immigrazione clandestina".


Cosi’ si e’ espresso il ministro degli Esteri Franco Frattini, da Damasco poche ore prima del suo arrivo a Tunisi per un incontro con il premier Mohamed Ghannouchi, riguardo al problema della straordinaria ondata migratoria che in questi giorni si sta riversando a Lampedusa. L’Italia ha pronti "strumenti" navali e terrestri per aiutare la Tunisia nel pattugliamento, si legge sul sito web del Mae.

"L’Italia puo’ offrire molto alla Tunisia", a partire da "un aiuto logistico in termini di equipaggiamento delle forze di polizia, ivi compresa la messa a disposizione di strumenti importanti, sia navali sia terrestri, per il pattugliamento della costa tunisina". C’e’ "un traffico di esseri umani senza precedenti - ha sottolineato Frattini - un orribile business alle spalle di disperati, di gente che paga 1.000 dollari a testa per mettersi su un barcone verso Lampedusa. Credo che Tunisia e Italia abbiano interesse comune a frenare questo traffico". Il ministro ha avuto anche un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Hillary Clinton che ha rappresentato al capo della diplomazia italiana la preoccupazione degli Stati Uniti per l’esplosione del fenomeno migratorio nel Mediterraneo. Un nuovo patto per il Mediterraneo e le prospettive del processo di pace in Medioriente sono stati al centro dei colloqui di Frattini a Damasco.



Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri siriano Moallem, dopo i colloqui con il presidente Assad, Frattini ha auspicato che Israele fermi gli insediamenti nei Territori e "restituisca" alla Siria le alture del Golan; ha invocato per tutta la regione una "pace equilibrata, giusta e onnicomprensiva" e ha definito "necessaria ed urgente" una nuova "dinamica di negoziati per tutta la regione". Frattini e’ tornato sul ruolo che la Ue puo’ giocare nell’area, favorendo "una pace equilibrata, giusta ed onnicomprensiva: una pace stabile per tutta la regione che deve quindi includere anche il binario filo-israeliano con la restituzione delle alture del Golan". Per quanto riguarda il "patto per il Mediterraneo", Frattini ha spiegato che dovrebbe basarsi "sulla fiducia e l’eguaglianza tra i partner delle due sponde". Frattini si e’ detto convinto che "l’Unione Europea abbia strumenti finora poco utilizzati per aiutare le societa’ dell’area e soprattutto la circolazione di giovani e studenti attraverso una politica dei visti piu’ aperta". Anche per quanto riguarda l’Egitto, ha specificato il ministro, "siamo convinti che occorre aiutare, senza interferenze indebite, il processo di transizione democratica in corso al Cairo".



BERTOLINI: Emergenza clandestina europea, opposizione provinciale



"Mentre tutto il mondo arabo e’ in fiamme e manda in fumo equilibri decennali, che stanno portando una marea umana sulle coste italiane, l’opposizione sa solo dire che tutto questo sarebbe colpa del Governo italiano. Un provincialismo di questo livello non si era mai visto".

Lo ha dichiarato Isabella Bertolini, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera dei Deputati. "Siamo di fronte ad una emergenza di dimensioni enormi che riguarda l’intera Europa. E’ evidente che, dopo le prime cure di carattere umanitario, il nostro Paese non sara’ in grado di dare una risposta lavorativa a decine di migliaia di persone. Bisogna quindi evitare che questi nuovi arrivi vadano ad ingrossare le fila dei disoccupati, che possono diventare facile preda della malavita oppure gravare sul nostro sistema assistenziale".

SBAI: Niente pietismo contro i clandestini ma fermezza assoluta


"E’ un’ondata che sbatte contro le coste di Lampedusa e rischia di diventare una marea umana. Dinanzi ad un’emergenza cosi’ drammatica occorre essere fermi e duri, lasciando da parte il falso pietismo che l’ha resa possibile". Lo ha dichiarato, in una nota, il deputato del PdL Souad Sbai.


"E’ arrivato il momento di smetterla con le ipocrisie di questa Europa mediocre, grigia e incapace, la cui Presidente di Commissione si diletta nella critica piuttosto che nella pratica politica lasciando finalmente spazio a misure concrete e senza attenuanti, altrimenti rischiamo che da qui a qualche giorno dietro le frontiere ci siano oltre cinquantamila persone pronte ad imbarcarsi per l’Italia. E allora sara’ troppo tardi. Coloro che sbarcano a Lampedusa vanno identificati e poi messi su charter e riportati subito indietro, rendendo la cosa pubblica tramite i media, facendo capire a chi volesse intraprendere lo stesso percorso che si torna subito indietro. Senza se e senza ma. Non siamo alle prese con questioni religiose o etniche, come nel caso del Kosovo, come ha detto qualcuno, o del Darfur, bensi’ con un quadrante in subbuglio, che ha spianato le frontiere e disatteso gli accordi. Il ministro degli Esteri tunisino si e’ dimesso, l’esercito in Egitto ha decretato la liberta’ di varcare la frontiera: siamo al rischio collasso. Sono, poi, tutti uomini, che difficilmente troveranno lavoro in Italia, quindi li attende un futuro di illegalita’, finendo nelle mani della criminalita’ organizzata. Occorre quindi agire con forza e intelligenza, per evitare un disastro umanitario e sociale".



GASPARRI: L'Europa elabori strategia operativa contro l'immigrazione clandestina

"Se, come pare stia accadendo in Tunisia, degli Stati rischiano di dissolversi, il problema degli esodi che ne possono seguire non puo’ essere competenza di un solo Paese. In questo caso l’Italia, per ragioni geografiche.



Quindi l’Europa deve elaborare con immediatezza una strategia operativa, anche perche’ i fermenti in Algeria e la difficile transizione in corso in Egitto potrebbero rendere ancora piu’ vaste le dimensioni della crisi. La comunita’ internazionale e l’Europa in prima fila devono farsi carico delle conseguenze di quanto sta avvenendo senza perdere un minuto di piu’." Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.



MAURO: Vertice Ue straordinario per affrontare lo sbarco dei clandestini dal Maghreb


Il Presidente dei deputati del Popolo della Liberta’ al Parlamento europeo, Mario Mauro, ha chiesto un vertice straordinario della Ue sul tema dell’immigrazione in una lettera al Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, al Presidente della Commissione europea Barroso e al Presidente del Parlamento europeo Buzek.


"E’ assolutamente indispensabile convocare nel giro di pochi giorni un consiglio straordinario dei capi di stato e di governo Ue per fare fronte ad un’emergenza epocale paragonabile per intensita’ e dimensioni del fenomeno al 1989, alla caduta del blocco sovietico. Cio’ che sta avvenendo nei paesi del Maghreb deve far rimettere in discussione completamente la pochezza della strategia euro mediterranea dell’Unione europea.Non basteranno ne’ le iniziative di solidarieta’ della commissione europea, ne’ i dibattiti parlamentari, e neanche un pronto utilizzo degli strumenti di Frontex. Dobbiamo renderci conto che la storia ci pone di fronte ad una sfida che deve essere affrontata con la stessa determinazione e pari risorse utilizzate in questi anni per stabilizzare i paesi dell’est europeo. L’Italia ha la possibilita’ di essere protagonista in questa vicenda tanto drammatica quanto densa di speranze per il nostro futuro".

SONDAGGI: La persecuzione giudiziaria non funziona

SONDAGGI: La persecuzione giudiziaria non funziona





Il Governo Berlusconi tiene. A differenza di quanto sostengono buona parte della stampa e dell’opposizione, la persecuzione giudiziaria che sta investendo il Presidente del Consiglio non mina la credibilità del Premier e del Pdl.



Gli italiani confermano la volontà già espressa nelle urne a maggio del 2008: alla guida del loro Paese vogliono il Premier e il suo Esecutivo. A dirlo è il sondaggio diffuso ieri da La7 e realizzato da Emg: il Pdl resta stabile, anzi in leggero rialzo con un incremento dello 0,1% passando dal 30,2% al 30,3%. E la maggioranza incrementa i consensi con la Lega Nord che guadagna lo 0,3%, passando dall’11,1 all’11,4%. Un piccolo incremento dello 0,1% anche per la Destra di Storace, che raggiunge quota 1,1%.



Débacle totale per il Terzo Polo: Gianfranco Fini e il suo Futuro e libertà perdono lo 0,7%, rispetto alle precedenti rilevazioni del 3-6 febbraio 2011, scivolando dal 4,4% al 3,7%. Anche l’Unione di Centro di Casini perde facendo segnare un - 0,3%, e passando quindi dal 6,5% al 6,2%. Fermo allo 0,7 % il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, mentre l’Api di Rutelli scende dallo 0,8% allo 0,7%.



Il Partito democratico resta pressoché stabile passando dal 24,7% al 25,3%, come Sinistra, ecologia e libertà di Nichi Vendola che è al 9,3%, aumentando solo dello 0,1%. In perdita dello 0,2% dei consensi l’Italia dei Valori che si è fermata a quota 5,1%.



Il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo in lieve risalita dall’1,2% all’1,6%.

lunedì 14 febbraio 2011

BIANCONI: In piazza le fiancheggiatrici delle procure rosse

BIANCONI: In piazza le fiancheggiatrici delle procure rosse






"Non e’ scendendo in piazza per sostenere in maniera strumentale il tentato colpo di mano di una Procura rossa che si difendono i diritti delle donne. Ancora una volta la sinistra sventola diritti e liberta’ con un solo intento, che e’ quello di abbattere il premier, senza considerare che sono proprio gli elettori, a milioni, che hanno scelto il presidente Berlusconi ed il Pdl per essere governati".

Lo ha affermato il senatore del Pdl, Laura Bianconi, vicepresidente del gruppo. "La difesa della dignita’ e dei diritti delle donne si fa con serieta’ e silenzio, come ha fatto questo governo negli oltre due anni di legislatura. Basterebbe pensare soltanto alla normativa che prevede il reato di stalking, che il Parlamento ha approvato poco piu’ di un anno fa, per comprendere quanto e come il governo ed il Pdl sono al fianco delle donne. Per quanto ci riguarda noi andremo avanti insieme al presidente Berlusconi, consapevoli che non saranno queste fiancheggiatrici delle Procure rosse ad interrompere il nostro cammino di governo".




NAPOLI: Le donne usate come scudo umano dalle opposizioni



"La dignità delle donne e’ scesa in piazza, per una piccola parte, per la stragrande maggioranza e’ rimasta in famiglia a godere una bella domenica di riposo o di svago.

Lo spettacolo mandato in scena in diverse città italiane è qualcosa di offensivo: le opposizioni hanno soffiato sul fuoco di una dignità femminile offesa non si sa bene da chi, hanno strumentalizzato le inchieste giudiziarie condotte non esattamente nel rispetto delle norme costituzionali e il risultato è stata la trasformazione delle donne in scudi umani contro il presidente del Consiglio". Lo ha scritto in una nota il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli. "Esattamente come avviene nei Paesi arabi, dove la dignità della donna Š una conquista di là da venire, esattamente come hanno fatto iraniani e palestinesi che hanno usato donne e bambini come scudi contro le forze della Nato o l’esercito israeliano, così le opposizioni si sono nascoste dietro la dignità delle donne per farne strumento di lotta politica. Un’autentica barbarie, civile prima ancora che politica".


LORENZIN: Dalla piazza delle donne di sinistra solo odio contro il premier


"Purtroppo e’ accaduto cio’ che i portatori del buon senso temevano nei giorni scorsi, la piazza di oggi ci ha divise tutte, aprendo una lacerazione che temo saro’ veramente difficile riuscire a ricucire. Lo dico con profondo rispetto nei confronti di tute le donne che hanno partecipato a questa manifestazione che pur non riesco a condividere. Da questa piazza e’ emerso solo un odio profondo e militante nei confronti di Berlusconi.

Non ho ascoltato neanche un momento di autocritica o seria disamina delle ragioni che hanno portato al ribaltamento dei principi che sono stati cardine delle battaglie per le donne di questi anni. Ma le organizzatrici di questa giornata avevano bisogno di un mostro da sbattere nella pubblica piazza e da appendere, un mostro al quale attribuire i propri fallimenti personali e politici. Non hanno avuto remore a usare un tema cosi delicato e sensibile come quello dei diritti delle donne, pur di tentare di dare l’ultima spallata a Berlusconi. Ecco quindi che dopo oggi siamo divise, spaccate tra donne di destra e di sinistra, berlusconiane e antiberlusconiane, degne e indegne, ferite con l’unico risultato di essere di essere tutte, ma tutte piu" deboli". Lo ha affermato Beatrice Lorenzin, vice responsabile Pari opportunita’ del Pdl.


BIANCOFIORE: Nessuno più di questo governo ha fatto tanto per le donne






"Le affermazioni del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, assomigliano tanto ad un vecchio refrain da femminismo sessantottino. Peccato che siamo nel 2011 e che proprio il ’68 ha causato il degrado dei valori nella nostra societa’.


La Camusso dovrebbe avere il buongusto di rileggersi tutte le iniziative che il governo Berlusconi ha posto in essere a favore delle donne, passando dalla legge sullo stalking al libero patrocinio per le donne che hanno subito violenza. Berlusconi e’ peraltro il presidente del Consiglio che ha maggiormente contribuito alla presenza femminile in Parlamento e al Governo. Sarebbe meglio, quindi, che la Camusso, nel suo ruolo di sindacalista, si concentrasse su ben altre battaglie a favore delle donne". Lo ha dichiarato, in una nota, il deputato del Pdl Michaela Biancofiore.

BERLUSCONI A BERSANI: Un piano bipartisan per la crescita economica

BERLUSCONI A BERSANI: Un piano bipartisan per la crescita economica





Riportiamo la lettera di Silvio Berlusconi al Corriere della Sera di lunedì 31 gennaio 2011



Gentile direttore,

il suo giornale ha meritoriamente rilanciato la discussione sul debito pubblico mostruoso che ci ritroviamo sulle spalle da molti anni, sul suo costo oneroso in termini di interessi annuali a carico dello Stato e sull’ostacolo che questo gravame pone sulla via della crescita economica del Paese. Sono d’accordo con le conclusioni di Dario Di Vico, esposte domenica in un testo analitico molto apprezzabile che parte dalle due proposte di imposta patrimoniale, diversamente articolate, firmate il 22 dicembre e il 26 gennaio da Giuliano Amato e da Pellegrino Capaldo. Vorrei brevemente spiegare perché il no del governo e mio va al di là di una semplice preferenza negativa, «preferirei di no», ed esprime invece una irriducibile avversione strategica a quello strumento fiscale, in senso tecnico-finanziario e in senso politico.

Prima di tutto, se l’alternativa fosse tra un prelievo doloroso e una tantum sulla ricchezza privata e una poco credibile azione antidebito da «formichine», un gradualismo pigro e minimalista nei tagli alla spesa pubblica improduttiva e altri pannicelli caldi, staremmo veramente messi male. Ma non è così. L’alternativa è tra una «botta secca», ingiusta e inefficace sul lungo termine, e perciò deprimente per ogni prospettiva di investimento e di intrapresa privata, e la più grande «frustata» al cavallo dell’economia che la storia italiana ricordi. Il debito è una percentuale sul prodotto interno lordo, sulla nostra capacità di produrre ricchezza. Se questa capacità è asfittica o comunque insufficiente, quella percentuale di debito diventa ingombrante a dismisura. Ma se riusciamo a portare la crescita oltre il tre-quattro per cento in cinque anni, e i mercati capiscono che quella è la strada imboccata dall’Italia, Paese ancora assai forte, Paese esportatore, Paese che ha una grande riserva di energia, di capitali, di intelligenza e di lavoro a partire dal suo Mezzogiorno e non solo nel suo Nord europeo e altamente competitivo, l’aggressione vincente al debito e al suo costo annuale diventa, da subito, l’innesco di un lungo ciclo virtuoso.

Per fare questo occorre un’economia decisamente più libera, poiché questa è la frustata di cui parlo, in un Paese più stabile, meno rissoso, fiducioso e perfino innamorato di sé e del proprio futuro. La «botta secca» è, nonostante i ragionamenti interessanti e le buone intenzioni del professor Amato e del professor Capaldo, una rinuncia statalista, culturalmente reazionaria, ad andare avanti sulla strada liberale. La Germania lo ha fatto questo balzo liberalizzatore e riformatore, lo ha innescato paradossalmente con le riforme del socialdemocratico Gerhard Schröder, poi con il governo di unità nazionale, infine con la guida sicura e illuminata di Angela Merkel. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la locomotiva è ripartita. Noi, specialmente dopo il varo dello storico accordo sulle relazioni sociali di Pomigliano e Mirafiori, possiamo fare altrettanto.

Non mi nascondo il problema della particolare aggressività che, per ragioni come sempre esterne alla dialettica sociale e parlamentare, affligge il sistema politico. Ne sono preoccupato come e più del presidente Napolitano. E per questo, dal momento che il segretario del Pd è stato in passato sensibile al tema delle liberalizzazioni e, nonostante qualche sua inappropriata associazione al coro strillato dei moralisti un tanto al chilo, ha la cultura pragmatica di un emiliano, propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana; un piano del governo il cui fulcro è la riforma costituzionale dell’articolo 41, annunciata da mesi dal ministro Tremonti, e misure drastiche di allocazione sul mercato del patrimonio pubblico e di vasta defiscalizzazione a vantaggio delle imprese e dei giovani.

Lo scopo indiretto ma importantissimo di un piano per la crescita fondato su una frustata al cavallo di un’economia finalmente libera è di portare all’emersione della ricchezza privata nascosta, che è parte di un patrimonio di risparmio e di operosità alla luce del quale, anche secondo le stime di Bruxelles, la nostra situazione debitoria è malignamente rappresentata da quella vistosa percentuale del 118 per cento sul Pil. Prima di mettere sui ceti medi un’imposta patrimoniale che impaurisce e paralizza, un’imposta che peraltro sotto il mio governo non si farà mai, pensiamo a uno scambio virtuoso, maggiore libertà e incentivo fiscale all’investimento contro aumento della base impositiva oggi nascosta. Se a questo aggiungiamo gli effetti positivi, di autonomia e libertà, della grande riforma federalista, si può dire che gli atteggiamenti faziosi, ma anche quelli soltanto malmostosi e scettici, possono essere sconfitti, e l’Italia può dare una scossa ai fattori negativi che gravano sul suo presente, costruendosi un pezzo di futuro.

BERLUSCONI: E' un golpe morale che non passera'

BERLUSCONI: E' un golpe morale che non passera'


Riportiamo l’intervista a Silvio Berlusconi pubblicata da "Il Foglio" di venerdì 11 febbario 2011


Il presidente del Consiglio è sotto assedio giudiziario e il suo partito, che ha vinto le elezioni, dichiara che i pubblici ministeri agiscono in base a un piano politico eversivo, sono mobilitati contro di lui come una ’avanguardia rivoluzionaria’


L’accusa è pesante, ma è anche dimostrabile?

’Questo e’ il contenuto del documento votato all’unanimità dall’Ufficio di presidenza del Popolo della libertà. Per quanto mi riguarda devo osservare che dalle cronache di questi giorni si capisce che i pubblici ministeri e i giornali o i talk show della lobby antiberlusconiana, che trascina con sé un’opposizione senza identità propria, si muovono di concerto: si passano le carte, non si comprende in base a quale norma, come nell’inchiesta inaccettabile di Napoli; oppure, come e’ avvenuto a Milano, scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle ’vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista. Per il reato di cena privata a casa del premier hanno stilato un mandato a comparire, solitamente di due paginette burocratiche, allegando 400 pagine di origliamenti e altri documenti presunti d’accusa con uno scopo preciso, uno scopo comune a magistrati che dovrebbero agire in nome della legge e oppositori politici del governo e miei personali’.


Quale scopo?

’Lo hanno scritto su tutti i giornali il professor Zagrebelsky, la signora Spinelli, il professor Asor Rosa e tanti altri: bisogna liberarsi di Berlusconi evitando il voto degli italiani, tutti rincretiniti secondo queste élites boriose e antidemocratiche, e ci vuole dunque una iniziativa, cito letteralmente, ’extraparlamentare’ che punti sull’emergenza morale per distruggere la sovranità politica che il popolo italiano non è degno di esercitare. Così distrussero, con il suo male ed il suo bene, la Prima Repubblica, così provano da molti anni a far fuori la nuova politica, quella delle libertà civili, del garantismo per tutti e dell’alternanza democratica di governo garantita dal sistema maggioritario di cui sono il padre politico effettivo’.


E’ la solita tiritera del ribaltone?’No, c’è qualcosa di più e di diverso. Il primo ribaltone del 1994-1995 si fondò sul rigetto delle elezioni manovrato dal presidente della Repubblica di allora, lo Scalfaro del famigerato ’non ci sto’ che ora conciona allegramente sulla ’legge-uguale-per tutti’. Diedero una parvenza di istituzionalitàa una manovra di Palazzo fondata sulla perdita della maggioranza in Parlamento. Stavolta c’è una coscienza pubblica diffusa dell’intollerabilità costituzionale e civile di un siffatto modo di procedere, il famoso golpe bianco, anche perché abbiamo un presidente che è un galantuomo, e allora ricorrono a quello che lei, caro direttore, ha chiamato ’golpe morale’. Vogliono procedere con le scarpe chiodate di una giustizia che travolge i diritti della persona, e con essi mira a travolgere il funzionamento regolare delle istituzioni. E’ per questo che nel documento del Popolo della libertà si parla di eversione politica. E’ un giudizio tecnico, non uno sfogo irresponsabile. L’obiettivo conclamato, proclamato e declamato ad alta voce e’ di far saltare governo e maggioranza attraverso l’assedio giudiziario, paralizzando l’esecutivo, mettendo l’Italia sotto la luce più fosca al cospetto del mondo, e alla fine contando su una condanna penale che sperano possibile e che costruiscono con il preciso intento di togliermi i diritti civili. Non ce la faranno, però, intanto perché c’è un giudice a Berlino, e io ho fiducia di trovarlo, e poi perché in una democrazia il giudice di ultima istanza, quando si tratta di decidere chi governa, è il popolo elettore e con esso il Parlamento, che sono i soli titolari della sovranità politica’.



Ma questo vuol dire che lei personalmente è in un certo senso al di sopra della legge?’Certo che no. I padri costituenti avevano stabilito saggiamente che prima di procedere contro un parlamentare si dovesse essere certi, attraverso un voto della sua Camera di appartenenza, che si era liberi dal sospetto di accanimento o persecuzione politica. Era un filtro tra i poteri autonomi dell’ordine giudiziario e la sovranità e autonomia della politica. Io ho già affrontato vittoriosamente decine di processi e affronterei serenamente qualsiasi altro processo. Da cittadino privato me la caverei senza problemi, con accuse così ridicole, sostanziate solo da pregiudizio e da tecniche inquisitorie indegne di un paese civile, come la negazione dei testi a difesa del caso Mills o addirittura la violazione di un voto del Parlamento, come nel caso di questi giorni. Ma io resisto perché, come sempre nella mia storia, l’attacco al mio privato è in realtà un attacco al ruolo pubblico che svolgo, alla mia testimonianza democratica. Vede, hanno perso per strada, come sempre quando ci si ostina in modo fazioso contro un avversario trasformato in ’nemico assoluto’, la distinzione tra il conflitto politico e il funzionamento e la dignità delle istituzioni sovrane.


Chi, come voi dite, predica una Repubblica della virtù, con toni puritani e giacobini, ha in mente una democrazia autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata. Io, qualche volta, sono come tutti anche un peccatore, ma la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me è fatta per ’andare oltre’ me, come ha detto il professor Zagrebelsky al Palasharp. E’ fatta per mandare al potere attraverso un uso antigiuridico del diritto e della legalità, l’idea di cultura, di civiltà e di vita, di una élite che si crede senza peccato, il che è semplicemente scandaloso, è illiberalità allo stato puro. Luciano Violante e’ tornato a distinguere tra peccato e reato e ad ammonire contro quella insana passione per una soluzione extrapolitica, extraparlamentare ed extrademocratica del conflitto civile. Gli anticorpi contro il fanatismo ci sono. Gente capace di capire che si sta facendo un danno anche economico e d’immagine al paese, cercando di impantanarlo in una situazione radicalmente negativa, che potrebbe condurre al declino e imbrigliare la sua capacità di sviluppo, ce n’è. I sondaggi e l’aria del tempo ci dicono che la maggioranza dei cittadini e’ stufa della pornografia politica e giudiziaria e vuole che si torni a ragionare, e soprattutto ad operare, intorno alle cose che contano davvero per la loro vita. Ed è quello che io e il mio governo ci sforziamo di fare tutti i giorni’