venerdì 29 aprile 2011

La crisi finanziaria ? La colpa è solo dell'Euro .

da PANORAMA.IT  Economia del 29-04-2011 di Claudia Astarita

E se la crisi finanziaria del Vecchio Continente fosse stata causata dall’Euro? Secondo Wolfgang Munchau, Presidente di Eurointelligence, i problemi economici che stanno facendo traballare Gracia, Irlanda, Portogallo, e un po’ anche la Spagna hanno messo in evidenza “le bugie, le manipolazioni e gli errori politici, giuridici ed economici che hanno permesso l’approvazione della moneta unica”.

Munchau ha analizzato con attenzione pregi e difetti dell’Euro, partendo da quelle che, dal suo punto di vista, sono state le false promesse di chi ha cercato “con l’inganno” di vendere la moneta unica all’intera Europa. Ai tedeschi era stato garantito che l’Euro sarebbe stato stabile tanto quanto il marco, ai francesi che avrebbe aiutato le produzioni nazionali a recuperare competitività, a italiani e spagnoli che li avrebbe aiutati a mantenere la stabilità monetaria permettendo loro di abbassare i tassi di interesse.

Dopo la sentenza Ue sui clandestini Più di 1300 migranti a Lampedusa

Dopo la sentenza Ue sui clandestini Più di 1300 migranti a Lampedusa


di Redazione - Da Il Giornale del 29.4.2011

Dopo la bocciatura del reato di clandestinità nei confronti degli immigrati, dalla notte sono ripresi gli sbarchi sull'isola. Arrivate circa 700 persone e altre 800 si trovano a bordo di due barconi a largo di Lampedusa aiuto

FATTI & MISFATTI: Il reato di clandestinità nell'Unione

FATTI & MISFATTI: Il reato di clandestinità nell'Unione


Ecco come viene perseguito il reato di clandestinita’ nei principali Stati membri della Ue, quando uno straniero entra o soggiorna nel Paese senza i necessari documenti richiesti dalla legge, oppure vi resti oltre il termine previsto dal suo visto d’ingresso.

Francia. Reclusione di un anno e ammenda di 3.750 euro. Prevista anche la possibilita’ di vietare al condannato l’ingresso o il soggiorno nel Paese per una durata non superiore a tre anni.



Germania. Sanzione pecuniaria e, in alternativa, un anno di reclusione. Quest’ultima puo’ arrivare fino a tre anni nei casi piu’ gravi, come quello in cui ci sia recidivita’ del reato.

Regno Unito. L’Immigration Act prevede che nei confronti dei clandestini il giudice proceda con rito sommario. Le pene previste sono una multa fino a 5000 sterline e la detenzione fino a sei mesi. Pene maggiori sono riservate a chi facilita il transito degli irregolari e la tratta delle persone.



Spagna. Sono previste solo sanzioni amministrative, la cui entita’ viene stabilita’ in base alla gravita’ del reato.

Belgio. Reclusione fino a tre mesi.



Danimarca. Reclusione fino ad un anno oppure una multa.

Grecia. Almeno tre mesi di reclusione oppure una multa.

PESANTI I COSTI DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

Testo interpellanza parlamentare 
Atto a cui si riferisce:

C.2/01053 [Costi di gestione degli immigrati]



I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:

ad onta della interpretazione costantemente avanzata dalla sinistra, che l'immigrazione costituisca in ogni caso un «valore» o una «risorsa» e come tale arricchisca il Paese, dalla mera lettura della «Direttiva generale» del 2010 del Viminale e dei documenti del bilancio dello Stato, e senza tener conto delle risorse per la sicurezza e l'integrazione accantonate nei bilanci regionali, e comunali, risulta che il costo annuale di gestione di flussi migratori, ovvero controllo delle frontiere, identificazione dei clandestini, espulsione, eventuali politiche di integrazione per coloro che sono in regola, ammonta annualmente a 460 milioni di euro;

si registrano peraltro fenomeni di sottodotazione come accade ad esempio al fondo destinato all'accompagnamento tramite vettore aereo del clandestino nel proprio Paese, che si esaurisce rapidamente, impedendo di fatto il rimpatrio di gran parte di coloro per i quali la misura è stata predisposta; si registrano casi di spreco obbligato di risorse, in quanto, a causa della normativa comunitaria, il clandestino trattenuto nei CIE - centri di identificazione ed espulsione -, non può essere trattenuto per più di sei mesi, decorsi i quali, se non si è riusciti ad identificarlo, deve essere lasciato libero di circolare sul territorio nazionale;

ogni immigrato clandestino ospitato nei CIE, attualmente presenti sul territorio, costa allo Stato italiano circa 45 euro al giorno, comprensivi di vitto, alloggio, assistenza sanitaria; ogni clandestino rimane mediamente nei CIE per l'identificazione 150 giorni e costa all'Italia circa 7mila euro; la gestione completa di un immigrato irregolare, dal fermo fino all'espulsione effettiva è valutabile in 10mila euro, tenendo conto delle spese per il volo di rientro e la scorta degli agenti impiegati nei rimpatri. La sola pratica legale si aggira intorno ai 650 euro; ogni clandestino costa allo Stato italiano oltre il doppio della spesa per l'istruzione di un bambino della scuola elementare, che non supera di molto i 4mila euro annui;

per quanto riguarda la spesa sanitaria, che non è registrata a bilancio, da una stima ricavata dai dati delle singole Asl l'assistenza agli stranieri irregolari costerebbe al sistema sanitario nazionale circa 250 milioni di euro l'anno;

con il Trattato di amicizia partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008 e approvato con legge n. 7 del 18 febbraio 2009, praticamente all'unanimità da questo stesso Parlamento, si è stabilita la collaborazione



tra i due Paesi nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina, promuovendo la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche; nei due anni trascorsi dalla sua approvazione il Trattato ha registrato ottimi risultati, letteralmente azzerando i flussi immigratori clandestini attraverso il Mar Mediterraneo; La cooperazione e l'amicizia della Libia per il rimpatrio immediato dei barconi diretti in Italia è stata ottenuta in cambio di un' offerta di 177 milioni di euro l'anno, per un totale di 5 miliardi di dollari in 20 anni, per nuove infrastrutture. L'Italia si è impegnata inoltre a sostenere il 50 per cento dei costi di pattugliamento, con mezzi tecnici e uomini;

a febbraio, di fronte ai primi segnali dalla Tunisia che indicavano la fuga di migliaia di giovani verso Lampedusa, il Governo ha previsto una spesa straordinaria del Ministero dell'interno di circa 6 milioni di euro, più 15,1 milione per il lavoro della Croce Rossa e per l'invio in Sicilia di 200 militari, oltre a 1 milione di euro affidato alla gestione del commissario straordinario;

per l'emergenza profughi che si sta delineando in questi giorni dalla Libia, sono stati già ulteriormente stanziati oltre 20 milioni; il numero dei profughi è attualmente valutato in 50.000 (cifra presumibilmente per difetto), con un costo di 2,5 milioni di euro al giorno: un costo insostenibile per il governo italiano per un periodo troppo prolungato;

il Ministro dell'interno Roberto Maroni sta chiedendo con insistenza all'Europa di distribuire tra tutti i Paesi dell'Unione profughi che chiedono asilo appena sbarcati; i suoi lodevoli tentativi sono stati sinora senza costrutto; ad oggi i fondi offerti dall'Unione Europea all'Italia per l'intero anno al capitolo rimpatri e profughi, ammontano rispettivamente a 12 milioni e 3 milioni e 300mila euro, cioè meno di quanto l'Italia ha stanziato per la primissima emergenza -:

se non ritengano opportuno:

a) adottare con urgenza ogni utile iniziativa in sede di unione europea, al fine di imputare le spese sostenute per l'emergenza profughi ed immigrazione clandestina a decorrere dal gennaio 2011 come oneri spettanti all'Unione europea, prevedendo la possibilità di scomputare le somme necessarie, salvo la quota a carico dell'Italia, direttamente dalle risorse economiche che annualmente l'Italia trasferisce al bilancio comunitario;

b) adottare le iniziative di competenza per introdurre una specifica voce di classificazione nei bilanci degli enti territoriali e degli altri enti pubblici, a cominciare dalle ASL, che individui le spese sostenute a qualsiasi titolo per l'immigrazione (con suddivisione tra immigrazione legale e clandestina), al fine di individuare con precisione gli oneri sostenuti annualmente dal sistema Italia per il mantenimento di questa (presunta) risorsa;

c) in considerazione delle polemiche, sia interne che internazionali, sollevate contro l'attuale Governo in relazione al mancato sostegno alle etnie Rom e Sinti, ad adottare le iniziative di competenza per l'attuazione dell'ordine del giorno 9/1366/59 Marinello, accolto il 16 luglio 2008 che impegnava il Governo ad introdurre in sede di contabilità pubblica, nazionale, ma soprattutto locale, una apposita voce di classificazione tramite la quale individuare i costi complessivi connessi alla gestione degli interventi assistenziali e di sostegno a favore delle suddette etnie.

(2-01053)

«Carlucci, Vella, Aprea, Centemero, Tommaso Foti, Ghiglia, Marinello, Germanà, Iannarilli, Berardi, Luciano Rossi, Ceroni, Marsilio, Palmieri, Minardo, Barba, Murgia, Del Tenno, Milanese, Leo, Botta, Speciale, Mazzoni, Holzmann, Giulio Marini, Cicu, Paroli, Romele, Scalera, Garagnani».

Passera: «Una Borsa regolamentata per il rischio derivati»

Finanza e Mercati
I forum del Sole 24 Ore /
 Passera: «Una Borsa regolamentata per il rischio derivati»



a cura di Maximilian Cellino e Alessandro Graziani. articolo27 aprile 2011
de Il Sole 24 Ore

giovedì 28 aprile 2011

Immigrazione, sentenza Ue contrasta con patto europeo

Immigrazione, sentenza Ue contrasta con patto europeo


''La corte di giustizia dell' Ue rilevando l'incompatibilita' del reato di inosservanza dell' ordine di allontanamento del clandestino recidivo si pone in netto contrasto con il patto europeo sull' immigrazione votato nell' ottobre del 2008 da tutti i 27 stati membri dell' Unione Europea''. Lo rileva il capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia del Senato, Sandro Mazzatorta il quale ricorda come la direttiva del 2008 ''chiede di 'combattere', usando questo termine forte, la clandestinita'''. Con l'attuale pronuncia, invece, della Corte di Giustizia ''si chiede di combattere una guerra senza armi'' e questo ''francamente da noi non puo' essere in alcun modo accettato''. A questo punto, sottolinea il senatore della Lega Nord, ''ci adegueremo al patto europeo del 2008 che prevede il termine di trattenimento dei clandestini nei centri di espulsione a 18 mesi''.


Clandestini, la Ue ci crea difficoltà, ma noi continuiamo con le espulsioni




"L'eliminazione del reato di clandestinita' accoppiata alla direttiva europea sui rimpatri, rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni, trasformandole solo in intimazione ad abbandonare il territorio nazionale entro sette giorni. Questo rende assolutamente inefficaci le politiche di contrasto all'immigrazione clandestina". A dirlo il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi a Verona per un convegno. "Vorrei comprendere perche' l'Italia, sempre e solo l'Italia", ha sottolineato il ministro, che si detto 'insoddisfatto' della decisione della Corte di giustizia europea 'perche' primo ci sono altri Paesi europei che prevedono il reato di clandestinita' e non sono stati censurati e, in seconda battuta, l'eliminazione del reato accoppiata a una direttiva europea sui rimpatri rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni". "Noi - ha concluso il ministro - vogliamo continuare con le espulsioni - ha ribadito Maroni - con la Tunisia, in particolare, funzionano bene. Sono oltre 600 i tunisini rimpatriati dal 5 aprile".

Lega Nord Padania 28.4.11

Wikileaks conferma le paure dell'estremismo sul centro di viale Jenner

SBAI: Le rivelazioni di Wikileaks sul centro di viale Jenner confermano le paure sull'estremismo


"Ci voleva Wikileaks per confermare le nostre paure sull’estremismo in Italia. Insultati e mai presi sul serio da una certa sinistra buonista quando parlavamo di centri pericolosi, oggi le carte ci danno ragione in pieno. L’Islam moderato non è contro le Moschee e contro l’Islam come qualcuno vorrebbe far credere ma è fortemente preoccupato per il rischio che le seconde generazioni finiscano in queste moschee ’fai da te’, preda del estremismo terrorista; serve che la Consulta funzioni."


Lo ha dichiarato in una nota la nostra parlamentare Souad Sbai, che ha osservato: "Da anni ormai prosegue quest’attività sotto traccia ma pericolosissima dell’apertura di sedicenti moschee fai da te, molto spesso ricettacoli di odio e fanatismo. Il pericolo, come oggi testimoniano le rivelazioni di Wikileaks sul centro di Viale Jenner definito il più pericoloso d’Europa, è assoluto non solo per coloro che le frequentano ma anche e soprattutto per l’intera cittadinanza italiana. Al momento la responsabilità dell’apertura viene lasciata alle singole amministrazioni comunali, che non sanno gestire una tematica così complessa e ci troviamo dinnanzi a moschee che spuntano come funghi, soprattutto in periodo di campagna elettorale, cosa testimoniata dalle prossime aperture a Brescia, Firenze, Bologna, Torino e Padova. Occorre che la Consulta per l’Islam inizi la sua attività affinché si possano effettuare le regolari verifiche su carte e persone, al fine di aprire solo centri di culto che non abbiano poi a trasformarsi in breve tempo in fertile terreno per l’estremismo."

Sul reato di clandestinita' sbaglia l'Europa, non l'Italia

 
GASPARRI: Sul reato di clandestinita' sbaglia l'Europa, non l'Italia

"A volte si ragiona in modo astratto, mentre alla politica di accoglienza dei flussi programmati va necessariamente affiancata una politica di fermezza e rigore nei confronti dei clandestini.

L’Italia deve mantenere una linea chiara. Certe sentenze sono un incoraggiamento per i clandestini e l’Italia dovra’ far sentire chiara e forte la sua voce a tutti i livelli europei e internazionali. Sbaglia l’Europa, non l’Italia". Così si e’ espresso il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, commentando la bocciatura della Corte di giustizia europea della norma italiana che prevede il reato di clandestinita’ e punisce con la reclusione gli immigrati irregolari.


BONIVER: Nessuna bocciatura da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea


"Nessuna bocciatura da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea, ma solo la risposta a un ricorso con una sentenza, di fatto, ’double face’".

Cosi’ si e’ espressa Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del Comitato Schengen, commentando la sentenza dei giudici di Lussemburgo sulla norma italiana che introduce il reato di clandestinita’ prevedendo la reclusione per gli immigrati irregolari. "La Corte di giustizia ha emesso questa sentenza su richiesta di un ricorso di un tribunale italiano a favore di un cittadino straniero". Si tratta dell’algerino, Hassen El Dridi, condannato dal Tribunale di Trento ad un anno di reclusione nel 2010 per non aver rispettato l’ordine di espulsione. Dunque, la Corte "rispondendo a questo ricorso ha emesso una sentenza in cui non c’e’ nessuna bocciatura, ma, per l’appunto, solo la risposta a un ricorso. C’e’ un passaggio esilarante dove la Corte ricorda ’se e’ vero che la legislazione penale rientra in linea di principio nella competenza degli Stati membri e che la direttiva rimpatri lascia questi ultimi liberi di adottare misure anche penali nel caso in cui le misure coercitive non abbiano consentito l’allontanamento, gli Stati devono comunque fare in modo che la propria legislazione rispetti il diritto dell’Unione. Insomma, abbiamo ragione sia noi che loro, e’ una sentenza ’double face’, perche’, se da un lato riconosce il diritto di ogni stato dall’altro dice che diritto nazionale non puo’ confliggere con la direttiva europea. Questa sentenza puo’ esser letta in modi diversi e Maroni ha gia’ detto che dara’ disposizioni per adeguare le norme alla direttiva europea, che non e’ conflitto totale. Non c’e’ nessun conflitto, nessuno schiaffo, nessuna sentenza definitiva, non siamo stati condannati a morte dall’Europa. In questo quadro il coro dell’opposizione non sorprende".


BERTOLINI: La sentenza della Corte di Giustizia Ue e' un passo indietro sulla strada della sicurezza

"La sentenza della Corte di Giustizia Ue e’ un errore. Bocciare il reato di clandestinita’ e’ un passo indietro sulla strada della sicurezza e della legalita"’. Lo ha affermato la parlamentare del Pdl Isabella Bertolini, che ha osservato:


"Chi sta nel nostro Paese senza averne diritto compie un reato. Non c’e’ nulla che violi i diritti umani in tutto questo. Dopo i giudici italiani che negli scorsi mesi si sono distinti per avere vanificato, disapplicandole, le leggi in materia di immigrazione si aggiungono ora quelli europei con una sentenza che portera’ solo effetti negativi. E’ veramente inspiegabile il giubilo degli esponenti della sinistra che cosi’ sposano la scellerata via della circolazione indiscriminata di tutti gli stranieri clandestini sul territorio italiano. Non e’ certo quello che vuole la maggioranza degli italiani, che hanno sostenuto le politiche dell’immigrazione del Governo".

mercoledì 27 aprile 2011

TREMONTI: Contro di me nessuna congiura

TREMONTI: Contro di me nessuna congiura


"Nessuna congiura contro di me". Così si e’ espresso il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un colloquio con ’Repubblica’. Tremonti ha sottolineato: “Berlusconi e’ il Pdl, senza l’uno non c’e’ l’altro. Silvio e’ insostituibile e dunque il problema, quando si porra’, non e’ ’chi’ lo sostituira’ ma ’cosa’ lo sostituira"’.



Tremonti riferisce di aver trascorso una Pasqua "tranquilla" di lavoro in vista del decreto sullo sviluppo che sara’ varato nella prima meta’ di maggio e illustrato a Bruxelles all’Ecofin del 16-17 maggio. Nel provvedimento "cominceremo a ridurre l’oppressione fiscale. Sui conti pubblici non possiamo abbassare la guardia. Abbiamo un sentiero di rientro che ci deve portare al pareggio di bilancio nel 2014 e alla riduzione del debito pubblico. Non esiste la fase due senza la fase uno. Questo vuol dire che non sono possibili sviluppo economico ed equilibrio democratico senza stabilita’ e solidita’ della finanza pubblica. Non ci sono spazi di ambiguita’. La politica di rigore fiscale non e’ temporanea, non e’ imposta dalla congiuntura economica negativa, ne’ dall’Europa. E’ la politica necessaria e senza alternative per gli anni futuri".

IMMIGRAZIONE:VERSO LA MODIFICA DEL TRATTATO DI SCHENGEN

BONIVER: Grazie all'Italia sono state adattate le regole europee sull'immigrazione

"Esito positivo previsto all’incontro bilaterale italo-francese visto l’ottimo rapporto che da sempre unisce i due paesi".

Lo ha affermato Margherita Boniver, deputato del PdL e presidente del Comitato Schengen. "Le scaramucce sull’immigrazione di qualche giorno fa sono gia’ dimenticate e si lavora speditamente su una serie di misure adatte a meglio fronteggiare le emergenze migratorie incluso possibili modifiche del Trattato di Schengen. Una cosa e’ certa l’Italia che e’ stata lasciata sola di fronte agli imponenti flussi migratori di quest’inverno sapra’ cogliere questa circostanza per meglio adattare le regole europee che si sono rivelate, nell’emergenza, del tutto insufficienti".

BUONGOVERNO: Perché ora c'è più sicurezza

BUONGOVERNO: Perché ora c'è più sicurezza


Con l’arresto il 25 aprile del boss della camorra Vincenzo Schiavone, si allunga la lista di capiclan assicurati alla giustizia sotto questo governo, che può vantare straordinari successi. I numeri- quelli ufficiali al 31 gennaio - parlano da soli.

La lista dei latitanti di massima pericolosità è stata svuotata, al punto che il ministero dell’Interno ha dovuto integrarla con altri ricercati, ma di rango minore. Ne sono stati catturati 29 (+107% rispetto al periodo precedente) e della vecchia lista resta solo il boss Matteo Messina Denaro.


I mafiosi arrestati sono 7.683 (+40%) e i latitanti totali 424 (+37%).

Nessun altro esecutivo ha mai ottenuto successi così significativi contro mafia, camorra e ’ndrangheta.

Sono 32.688 le proprietà sequestrate alla malavita organizzata per un controvalore di oltre 15 miliardi di euro. I beni confiscati sono 6.835 (238 aziende) per tre miliardi e mezzo. Le somme recuperate e affluite nel Fondo unico di giustizia ammontano a 1 miliardo e 278 milioni.

Nel frattempo le procure politicizzate, a cominciare da Palermo, inseguivano teoremi pre-confezionati che vedevano al centro il "pentito" Massimo Ciancimino, figlio di don Vito. L’obiettivo: dimostrare che il "quarto livello" della mafia era pilotato da… Silvio Berlusconi.

Dopo intere puntate di AnnoZero dedicate al teorema, con il sostegno di Repubblica, si è scoperto come agiva questo personaggio: con il copia-incolla. E quale era il suo interesse: è stato arrestato mentre raggiungeva Saint Tropez.

Nel frattempo un ex ministro di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ha dichiarato che nel 1993 che fu il suo governo a togliere il regime di carcere duro ad alcune centinaia di mafiosi.

Qualcuno ha chiesto scusa a Berlusconi? Qualche giornale o talk show ha fatto delle contro-inchieste? Qualche Saviano di turno ha confezionato un monologo?

La verità fa male a sinistra: nessuno governo ha fatto per la sicurezza ciò che ha fatto questo governo.

martedì 26 aprile 2011

CICCHITTO: La Resistenza fu un crogiolo di contraddizioni

CICCHITTO: La Resistenza fu un crogiolo di contraddizioni


"Il presidente Napolitano ha espresso in modo equilibrato il senso della celebrazione del 25 aprile e ha anche recepito l’esigenza di profonde riforme costituzionali che, dopo tanti anni, si misurino con di nuovo problema della societa’ italiana. Ricordando il 25 aprile non si puo’fare a meno di fare i conti con alcuni nodi storici ineludibili.

Il 25 aprile segno’ la sconfitta definitiva del nazismo e di quella Repubblica di Salo’ che, al netto del sacrificio di molti giovani in buona fede, fu segnata in modo del tutto negativo dalla sua subalternita’ alla Germania nazista con conseguente razzismo antisemita. In questo quadro non si puo’ neanche dimenticare che la Resistenza, nella sua fondamentale positivita’, fu a sua volta il crogiolo di molti elementi contraddittori perche’ essa fu percorsa anche dalla dialettica fra chi puntava sulla costruzione di un nuovo Stato democratico e chi invece perseguiva una ben diversa opzione di tipo rivoluzionario che fortunatamente fu superata dallo stesso quadro internazionale e poi dalla dialettica politica italiana. In questo quadro oggi la contestazione fatta al ministro La Russa - conclude l’esponente del Pdl - e’ il segno di un settarismo duro a morire cosi come del tutto inaccettabili sono le iniziative a firma di Forza Nuova avvenute a Milano". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, commentando il discorso del presidente della Repubblica.



MORATTI: Il 25 aprile apra una nuova stagione di riconciliazione


In Italia c’e’ bisogno di aprire una nuova stagione di "memoria e riconciliazione".

E’ l’appello del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha parlato in occasione delle cerimonie di deposizione delle corone per onorare i caduti della Resistenza. "Abbiamo bisogno di aprire una stagione nuova, fatta di memoria e di riconciliazione - ha detto ai giornalisti - per ricordare le tappe importanti della nostra storia e tra queste quella importantissima del 25 aprile, data della liberazione del nostro paese". "Memoria e riconciliazione sono ancora piu’ importanti in questi 150 anni dell’unita’ d’Italia, perche’ ci aiutano a guardare avanti con il senso del nostro passato, ma anche con la consapevolezza che la storia futura si costruisce con rispetto e attenzione all’altro". "La memoria vera non deve negare la storia e gli errori ma deve superare le fratture e le divisioni". Il sindaco ha deposto corone davanti alla lapide a Palazzo Marino e nella Loggia dei Mercanti, e al Sacrario dei caduti in Piazza Sant’Ambrogio; in seguito si rechera’ ad Angera, sulla tomba di Antonio Greppi, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione. Nel pomeriggio sara’ alla manifestazione del 25 aprile, non in corteo ma sul palco, dove come gli altri politici non prendera’ la parola.

GASPARRI: Napolitano redarguisca gli stolti che hanno fischiato il Governo

"Sono certo che il Presidente Napolitano vorra’ redarguire i pochissimi stolti in verita’ che hanno espresso dissenso per le presenza dei Ministri del Governo Berlusconi il 25 aprile". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.


"Se non si partecipa ad alcune cerimonie scattano le critiche. Se si partecipa, qualcuno non e’ d’accordo. C’e’ una sinistra faziosa che si ispira piu’ alle violente minacce degli Asor Rosa che all’equilibrio di Napolitano. Sarebbe invece opportuno vivere queste ricorrenze con spirito di pacificazione nazionale guardando tutti insieme alle tragedie del passato, ricordando tutti i caduti della guerra civile e considerando un grande patrimonio comune la riconquista della democrazia. Non sara’ qualche nostalgico di Togliatti o della ’volante rossa’ a prevalere, ma l’amore per la liberta’ di tutti gli italiani. Ma i faziosi di sempre vanno condannati con chiarezza".

BERTOLINI: Dal vertice con la Francia una piattaforma di respiro europeo

BERTOLINI: Dal vertice con la Francia una piattaforma di respiro europeo

"Lotta all’immigrazione illegale di concerto con la Ue ed i suoi Stati membri. Gestione delle frontiere con il ruolo di Frontex per aiutare a contrastare le partenze illegali. Sostegno europeo per contribuire alla lotta alle organizzazioni criminali. Riammissione dei migranti clandestini. Tutela del diritto di asilo senza che diventi il cavallo di Troia per un’immigrazione irregolare mascherata".

Lo ha affermato il vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini, commentando l’esito del vertice italo-francese. "La lettera, inviata da Silvio Berlusconi e da Nicolas Sarkozy al presidente della commissione Europea Barroso e al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy, e’ qualcosa piu’ che una serie di intenti usciti da un vertice bilaterale tra due importanti Paesi. E’ una piattaforma di lavoro che puo’ diventare la stella polare della politica europea in tema di immigrazione. Ora tocca all’Europa ed ai suoi membri cogliere l’occasione messa oggi sul tavolo".

BERLUSCONI-SARKOZY: Dall'immigrazione rischio di grave crisi

BERLUSCONI-SARKOZY: Dall'immigrazione rischio di grave crisi

La lettera congiunta Berlusconi - Sarkozy a Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo e a Jose’ Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, in merito al Trattato di Schengen e ai femomeni migratori.




Signor Presidente,

da qualche mese le pressioni alle frontiere esterne comuni stanno provocando conseguenze per l’insieme degli Stati membri dell’Unione Europea. La situazione migratoria nel Mediterraneo potrebbe rapidamente trasformarsi in una vera e propria crisi in grado di minare la fiducia che i nostri concittadini ripongono nella libera circolazione all’interno dello spazio Schengen. Il principio della libera circolazione è una delle maggiori conquiste della costruzione europea, che i nostri due Paesi intendono assolutamente preservare.

I lavori già intrapresi dovranno concretizzarsi e intensificarsi rapidamente. Allo stesso modo, appare indispensabile adottare nuove misure. Il Consiglio Europeo di giugno dovrà fornire l’impulso politico che consentirà di superare gli ostacoli e di adottare decisioni concrete in risposta alle attuali difficoltà. L’Unione Europea deve infatti da un lato ridefinire le sue relazioni con i Paesi terzi, in particolare quelli della sponda sud del Mediterraneo, dall’altro rivedere in profondità la propria normativa interna in questo settore


1. Un nuovo partenariato con i Paesi Terzi

Siamo convinti che la priorità principale per l’Unione Europea sia quella di conseguire con grande rapidità un accordo globale con i suoi vicini della sponda sud del Mediterraneo. L’Unione deve assicurare un sostegno forte e, se necessario, straordinario a questi Paesi, mettendo al primo posto quelli che avranno scelto la via della democrazia.





In cambio, abbiamo il diritto di attenderci dai nostri Paesi partner l’impegno a una cooperazione rapida ed efficace con l’Unione Europea e i suoi Stati membri nella lotta contro l’immigrazione illegale. Questa cooperazione dovrà imperniarsi sulla gestione delle frontiere prevedendo da un lato un possibile ruolo di Frontex per aiutare questi Paesi a contrastare le partenze illegali, dall’altro il sostegno europeo per contribuire al loro sforzo nella lotta alle organizzazioni criminali. Nell’ambito di questa cooperazione, dovrà altresì essere ricompresa la riammissione dei migranti clandestini.

Proponiamo ai nostri partner della sponda sud del Mediterraneo un partenariato globale e ambizioso, ma consideriamo una precondizione e un dato implicito di questo partenariato il loro impegno concreto a concorrere ai nostri sforzi contro l’immigrazione illegale.

Allo stesso tempo, è opportuno che gli Stati membri, con l’aiuto crescente dell’Unione Europea, continuino a sostenere lo sviluppo dei programmi di protezione già avviati in loco grazie al considerevole contributo dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Internazionale per la Migrazione, sia per i destinatari di protezione internazionale che per le persone che beneficiano di aiuto al ritorno. È anche opportuno che l’Unione Europea rifletta su certe forme di facilitazione per la mobilità delle persone nell’area del Mediterraneo, evitando tuttavia di prendere in considerazione qualsiasi meccanismo di carattere automatico.





2. Una nuova solidarietà tra gli Stati membri

L’afflusso massiccio di migranti, che colpisce in maniera particolare alcuni Stati membri, costituisce una sfida per tutti gli altri partner. Questa sfida deve essere affrontata con la doppia preoccupazione di non inviare segnali sbagliati che potrebbero incoraggiare il fenomeno e, al tempo stesso, di offrire la massima solidarietà concreta a favore degli Stati membri più coinvolti.

In questo spirito, i meccanismi di solidarietà finanziaria nei confronti di questi Stati dovranno essere rafforzati, sia per facilitare il loro utilizzo che per incrementarne l’ammontare. Se un afflusso massiccio di profughi dalla Libia dovesse verificarsi, l’Unione Europea dovrà essere in grado di adottare, sulla base di un piano operativo definito in anticipo, dei meccanismi di solidarietà specifici per la concessione della protezione temporanea a queste persone, tenendo conto delle capacità di accoglienza di ciascuno dei partner così come degli sforzi già sostenuti.





È altresì fondamentale che l’Unione Europea realizzi un regime di asilo europeo comune. Gli strumenti che permetteranno di completare questo regime, ivi compreso l’accesso dei servizi di sicurezza alla banca dati Eurodac per la lotta alla criminalità organizzata, dovranno essere adottati da qui alla fine del 2012 in condizioni sostenibili per i sistemi nazionali d’asilo, già sottoposti a una forte pressione in molti Stati membri, anche alla luce del fatto che alcuni sono ancora lontani dall’aver attuato il primo pacchetto di strumenti legislativi approvato qualche anno fa. Le proposte presentate dovranno per questo trovare un nuovo equilibrio, maggiormente compatibile con i limiti di gestione di questi sistemi.





Nella prospettiva di giungere a un regime europeo di asilo comune, si dovrà cercare di raggiungere il prima possibile la massima convergenza delle legislazioni e delle pratiche, in modo tale da scoraggiare i movimenti secondari. Allo stesso tempo si dovrà lavorare per la prevenzione degli abusi e degli aggiramenti, in maniera tale che le persone aventi diritto alla protezione internazionale, a prescindere dallo Stato membro interessato, possano vedere le loro richieste istruite in condizioni favorevoli e secondo le norme previste. La politica d’asilo, che è un dovere e un valore dell’Unione Europea, non deve poter diventare il veicolo di un’immigrazione irregolare mascherata. Gli Stati che si confrontano con le maggiori difficoltà nel campo dell’asilo devono beneficiare di un sostegno prioritario dell’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo, allo scopo di poter assicurare la ricezione e il trattamento delle domande in condizioni appropriate.





3. Una sicurezza rafforzata all’interno dello spazio Schengen

Rafforzare l’Agenzia Frontex costituisce un imperativo prioritario. In questa prospettiva, bisogna rendere immediatamente operative le misure previste nelle conclusioni del Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Affari Interni, che si è tenuto a Lussemburgo l’11 aprile 2011, laddove Frontex è invitato ad accelerare i negoziati con i Paesi della regione – in particolare la Tunisia – in vista della conclusione di accordi di lavoro operativi e dell’organizzazione di operazioni di pattugliamento congiunto, in cooperazione con le autorità tunisine e in applicazione di tutte le pertinenti convenzioni internazionali, in particolare quella delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (“convenzione di Montego Bay”). Conformemente alle Conclusioni del Consiglio Europeo, un accordo deve essere trovato da qui a giugno 2011 sulla revisione del regolamento dell’Agenzia, andando il più lontano possibile nell’ampliamento delle sue capacità operative.



L’Agenzia potrebbe allo stesso tempo aprire un ufficio specializzato nel Mediterraneo e sviluppare le sue operazioni di sorveglianza e d’intercettazione: il suo bilancio dovrebbe essere adeguato di conseguenza, in particolare per salvaguardare i programmi tipo Erasmus per le guardie di frontiera. Inoltre, Frontex ha la vocazione a essere il cuore di un sistema europeo di controllo delle frontiere. Alla luce dell’invito contenuto nel Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo dell’ottobre 2008, è giunto il momento di gettare le basi di tale sistema europeo, cominciando per esempio con un miglior utilizzo dei mezzi disponibili sui Fondi frontiere esterni per stabilire un sistema comune di sorveglianza dei controlli di frontiera.

Una governance rafforzata dello spazio Schengen è evidentemente necessaria: essa deve essere fondata su requisiti più rigorosi e su strumenti più efficaci per ottenere una maggiore disciplina collettiva e un maggior livello di coesione sugli standard di protezione delle frontiere esterne comuni, anche in vista dell’allargamento dello spazio Schengen.





È necessaria una modifica legislativa dei meccanismi di valutazione. Ciononostante, le linee contenute nella proposta legislativa attuale non sono sufficienti. Quest’anno dovrebbe essere presentato un pacchetto legislativo più ambizioso basato sui seguenti principi:

-la procedura di valutazione deve continuare a coinvolgere rigorosamente gli Stati membri, in modo tale da non privarsi della loro expertise e da creare le condizioni affinché si rafforzi sempre di più la loro fiducia reciproca;

-l’agenzia Frontex, in stretto collegamento con le altre agenzie competenti nel settore giustizia affari interni, dovrà essere il fulcro del coordinamento di questo dispositivo di valutazione e di sorveglianza attraverso la creazione di un insieme di esperti e di gruppi di valutazione - ivi compresa la prospettiva della creazione della figura degli ispettori europei -, lo svolgimento di missioni così come la redazione di rapporti;

-esaminare la possibilità di ristabilire temporaneamente controlli alle frontiere interne in caso di difficoltà eccezionali nella gestione delle frontiere esterne comuni, sulla base di condizioni che dovranno essere in futuro definite.

Infine, il rafforzamento della governance dello spazio Schengen dovrà essere oggetto di un seguito politico più strutturato, per esempio attribuendo maggiore visibilità alle discussioni in seno al consiglio GAI su questo argomento e organizzando un dibattito annuale in seno al Consiglio Europeo.

Siamo convinti che l’Unione Europea nel suo insieme sia in possesso degli strumenti per rafforzare il suo spazio comune di libertà e sicurezza, così come è stata in grado di trovare delle risposte per rafforzare la sua governance economica. Questo è vitale per la fiducia dei cittadini nella costruzione europea. Il prossimo Consiglio Europeo dovrà consentire l’adozione delle decisioni necessarie per raggiungere questo scopo.



La preghiamo di gradire, Signor Presidente, i sensi della più alta considerazione.



Silvio Berlusconi

Nicolas Sarkozy

martedì 19 aprile 2011

I GIOVANI LASCIANO IL LAVORO AGLI IMMIGRATI

BUONGOVERNO: Lavoro, prospettive incoraggianti

L’Italia è un paese che offre posti di lavoro e lo dimostra il fatto che tutti i 4 milioni di immigrati che sono arrivati da noi negli ultimi anni sono occupati. Di fronte al problema della disoccupazione giovanile, che in Italia sfiora il 30%, è quindi forse il caso di chiedersi se i giovani siano effettivamente disposti a cogliere le occasioni di lavoro che vengono loro offerte. È questa l’analisi fatta dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a Washington dove ha partecipato ai lavori del Fondo Monetario Internazionale. "In Italia ci sono 4 milioni di immigrati, tra cui moltissimi giovani che lavorano da mattina a sera e anche di notte" ha osservato Tremonti sottolineando che "questo formula un’idea sulle cause e i perché" della disoccupazione giovanile. Il nostro, ha aggiunto, è "un paese che offre lavoro a certe condizioni a certe persone, evidentemente non c’è domanda per questi tipi di lavoro da parte di altri". "Bisogna piuttosto chiedersi "che lavoro fanno gli immigrati", ha aggiunto.


Il ministro fiero anche del fatto che l’Italia non è stata inclusa nel gruppo dei 7 considerati dal G7 come paesi con potenziali rischi sistemici e quindi al centro di futuri controlli particolarmente accurati - ha invitato quindi a domandarsi se il nostro sia "un paese in disoccupazione o in piena occupazione?". "Non mi risulta che tra i giovani immigrati ci sia disoccupazione, è tutta gente che lavora tantissimo" è la sua risposta. Cosa fare quindi per risolvere il problema dei giovani senza lavoro che a febbraio scorso l’Istat valutava al 28,1%? A chi gli chiede se sia il caso di chiudere all’immigrazione o se i giovani italiani debbano adeguarsi, Tremonti replica secco: "escludo la prima ipotesi". Il tema dell’immigrazione comunque non è stato trattato durante i lavori del G20 e del Fondo Monetario Internazionale.


MAURO: Da Tremonti l'invito all'Europa a rinnovarsi



"Le riflessioni che il ministro Tremonti ha voluto condividere oggi con noi a Bruxelles fanno un’analisi molto lucida di quello che sara’ il futuro del nostro continente".

Lo ha dichiarato Mario Mauro, presidente dei deputati Pdl al Parlamento europeo, a margine dell’audizione del titolare del dicastero dell’economia oggi in commissione affari costituzionali. "L’Europa deve ripartire da una riflessione sul proprio futuro se non vuole ritrovarsi travolta dagli eventi e dai suoi competitori; ha ragione il ministro quando sottolinea che l’Ue deve dotarsi presto di ’valvole di sfogo’ che possano gestire grandi crisi come quelle che stiamo vivendo e che potranno riprodursi in futuro". L’Europa ha un’urgente necessita’ di rinnovare se stessa e i propri meccanismi di funzionamento, ossia i trattati sui quali si basa, in un rinnovato spirito di solidarieta’ e unione perche’ siamo di fronte a mutamenti epocali rispetto ai quali nessun paese ha risorse sufficienti per farvi fronte".

Dopo gli scontri sulla giustizia Berlusconi supera il 50% (+4)

SONDAGGIO PIEPOLI: Dopo gli scontri sulla giustizia Berlusconi supera il 50% (+4)


Dopo le recenti polemiche legate al tema della giustizia, la fiducia nei confronti di Silvio Berlusconi e’ salita di ben quattro punti nelle ultime tre settimane ed e’ nettamente superiore al 50 per cento.


Il governo nel suo complesso, invece, e’ rimasto stabile. Sono i risultati dell’ultimo sondaggio realizzato da Nicola Piepoli e diffuso in esclusiva dal quotidiano online Affaritaliani.it.



"Si tratta di una personificazione della politica. Le ultime polemiche hanno certamente giovato al premier, anche perche’ il consenso di cui gode la magistratura e’ stabile rispetto a dieci anni fa e non e’ assolutamente salito: e’ al 64 per cento, dopo essere stato al 67 nel 2009 e al 57-58 per cento l’anno scorso", ha spiegato Piepoli.


Netta vittoria dell’attuale maggioranza in caso di elezioni politiche anticipate. Il Popolo della Liberta’ cresce e si porta al 32 per cento. Avanzata che danneggia la Lega Nord, in leggero ribasso al 9,5 per cento. Partito Democratico in lieve rialzo al 26,5 per cento, ma scendono l’Italia dei Valori (4,5 per cento) e Sinistra Ecologia Liberta’ (6,5 per cento). Stabile all’11 per cento il Terzo Polo, con l’Udc in flessione al 6 per cento e Futuro e Liberta’ in moderata crescita al 4 per cento.

lunedì 18 aprile 2011

Il rinvio a giudizio di Brigandì ha una tempistica inquietante

QUAGLIARIELLO: Il rinvio a giudizio di Brigandì ha una tempistica inquietante



"La mattina dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento e’ stato notificato al presidente Berlusconi l’invito a comparire per il caso Ruby. La mattina dopo la decadenza dell’onorevole Brigandi’ dal Csm, decretata in tempi record dalla maggioranza togata, puntuale anche per lui e’ arrivato il rinvio a giudizio con rito immediato con l’accusa di aver divulgato un procedimento disciplinare di trent’anni fa a carico di Ilda Boccassini".



Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "A fronte di prolungate, ripetute, sistematiche e impunite violazioni del segreto istruttorio su atti ben piu’ riservati e vicende ben piu’ attuali e’ sbalorditiva la solerzia con cui la magistratura ha imbastito contro Brigandi’ un ’processo brevissimo’ sul caso Boccassini, e inquietante la tempistica rispetto al fatto istituzionalmente grave che si e’ consumato ieri al Csm. E’ fin troppo facile constatare, ancora una volta, che evidentemente nel nostro Paese chi tocca i fili muore".

Deputati a 18 anni e senatori a 25 per adeguarci al resto dei paesi Ue

MELONI: Deputati a 18 anni e senatori a 25 per adeguarci al resto dei paesi Ue

Deputati e senatori piu’ giovani per "adeguarci a tutte le grandi nazioni europee" e "responsabilizzare i giovani". Sono questi gli obiettivi delineati dal ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, che ha illustrato il disegno di legge costituzionale sulla partecipazione dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione ed equiparazione tra elettorato attivo e passivo che ha ottenuto oggi il via libera del Consiglio dei ministri ed e’ stato presentato in collaborazine con il ministro delle Riforme.



In particolare, il disegno di legge e’ composto da tre articoli e affronta due questioni, "la prima quella di inserire nella nostra Costituzione una specifica previsione per valorizzare la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica con una valorizzazione del merito. Ad oggi la Costituzione parla di gioventu’ all’articolo 31. Noi vogliamo aggiungere l’articolo 31 bis". Ovvero: "la Repubblica valorizza il merito e la partecipazione atttiva dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione" per "promuovere azioni positive che possano ridare centralita’ giovani".





Gli altri due articoli, ha detto ancora il nostro ministro, "riguardano la questione del rapporto tra elettorato passivo e attivo della Camera e del Senato". Quindi, abbassare a 18 anni l’eta’ minima per essere eletti a Montecitorio (oggi di 25 anni) e a 25 quella per diventare senatori (oggi di 40). Un modo "per abbassare anche l’eta’ media di responsabilita’ dei giovani. D’altronde, anche guardando indietro alla storia nazionale, Mameli e’ morto a 22 anni e non sarebbe stato abbastanza responsabile da far parte del parlamento?".





Infine, Meloni ha ricordato che "l’Italia e’ l’unica nazione insieme a Cipro che richiede un’eta’ cosi’ alta per l’ingresso alla Camera Bassa e, con la Repubblica Ceca, l’unica che richiede un’eta’ cosi’ alta per l’ingresso alla Camera Alta. Quello che vogliamo fare e’ adeguarci a tutte le grandi nazioni europee e dare un segnale di attenzione verso i giovani: ’non sei mai troppo giovane per fare delle cose importanti’. Altrimenti rischia di diventare un alibi per non coinvolgere i giovani nelle scelte che contano". map/sam/alf 151143 APR 11 NNNN

Le elezioni amministrative sono un test nazionale

BERLUSCONI: Le elezioni amministrative sono un test nazionale






"Dobbiamo vincere alla grande al primo turno a Milano per rafforzare il governo nazionale. Sono elezioni amministrative ma anche politiche".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi, intervenendo alla convention elettorale per Letizia Moratti al Teatro Nuovo di Milano.

"E dobbiamo fare attenzione alla sinistra perche’ questa "tentera’ di dare una spallata al governo eletto. Ci provera’ sempre". Ma il premier non ha dubbi che la partita di Milano sara’ vinta e con numeri superiori alle ultime amministrative: "Supereremo i voti dell’ultima volta; mi hanno chiesto di fare da capolista, come potevo rifiutare? Come puo’ rifiutare un milanese purosangue che quando viene a Milano si commuove sempre?"


Silvio Berlusconi, in un passaggio sulle intercettazioni telefoniche, ha osservato: "Non e’ uno Stato veramente libero e civile quello che consente il controllo di tutte le telefonate. Oggi non siamo veramente liberi, le nostre conversazioni non sono inviolabili. E’ una cosa immonda".

La Francia non puo' bloccare i tunisini

FRATTINI: La Francia non puo' bloccare i tunisini

"La Francia non puo’ bloccare l’ingresso dei tunisini". Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha osservato:


"La Francia ha compreso bene che tutti debbono rispettare le regola europee, le regole di Schengen, e che i tunisini con permesso temporaneo di soggiorno accompagnato da documenti di identificazione non possono essere bloccati alla frontiera. Questo e’ stato ben compreso da Parigi e quindi il flusso e’ ricominciato. Sono convinto che nel vertice del 26 aprile uscira’ un messaggio di rilancio della collaborazione e non di divisioni tra Italia e Francia".


BERTOLINI: Se la Francia non rispetta i patti la Ue alzi la voce

"La Francia sta violando le direttive europee sulla circolazione degli immigrati muniti di permesso di soggiorno temporaneo.

E’ opportuno che l’Europa intervenga ed alzi la voce. I patti devono valere per tutti e non possono essere interpretati a seconda delle convenienze del momento, aprendo le frontiere un giorno si’ e l’altro no. L’atteggiamento altalenante ed ondivago della Francia e’ inconcepibile. La Ue intervenga per ristabilire l’ordine. L’Italia sta facendo la propria parte. E’ tempo che la Francia faccia la propria". Lo ha affermato, in una nota, Isabella Bertolini, vicepresidente del gruppo del Popolo della Liberta’ alla Camera.

venerdì 15 aprile 2011

Rappresentante de La Destra nel governo del Paese

LA PAROLA E I FATTI

Un uomo di parola e un uomo d’azione. Il primo e’ Silvio Berlusconi, che aveva promesso l’ingresso di un rappresentante de La Destra nel governo del Paese, ed ha mantenuto l’impegno assunto; il secondo e’ Nello Musumeci, che da oggi ci rappresenta nell’esecutivo dell’Italia come sottosegretario di Stato al Lavoro.

Mi emoziona questa notizia, che ho appreso da Ignazio La Russa proprio nel momento in cui il Consiglio dei Ministri deliberava la nomina di Nello. Ignazio e Denis Verdini sono state le persone che piu’ si sono impegnate per evitare ostacoli al cammino promesso da Berlusconi per l’ingresso di Musumeci nella compagine e meritano un ringraziamento da tutti noi de La Destra. A La Russa ho detto anche che per noi non c’erano problemi ad allargare il perimetro della coalizione alle amministrative di Milano, se per il Pdl era cosi’ importante.

Ora, in bocca al lupo a Musumeci. Il suo incarico riguardera’ le politiche del Lavoro, in tandem col ministro Sacconi. Quest’ultimo trovera’ la collaborazione leale e competente di una personalita’ della destra italiana tra le piu’ pulite che ci sono in circolazione. Musumeci e’ stato per dieci anni apprezzatissimo presidente della Provincia di Catania e per tre legislature ha rappresentato – con tantissimi voti – l’Italia al Parlamento europeo.

E’ uomo di grande cultura, che amiamo sentire parlare. Ora si cimentera’ nelle azioni di governo. E tutti noi – che lo seguiamo nel partito dalla fondazione – ne siamo orgogliosi. Anche da qui riparte la nostra marcia.

Buon lavoro, Eccellenza!

Da La Destra del 15 aprile 2011

Sui libri di testo il problema dell'imparzialita' esiste

GELMINI: Sui libri di testo il problema dell'imparzialita' esiste

"Quello dei libri di testo e’ un tema che ricorre spesso, io penso che, in generale, nei libri di testo non debba entrare la politica ma una visione oggettiva dei fatti e soprattutto degli eventi storici". Cosi’ si e’ espresso il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, commentando a Montecitorio la proposta di legge di Gabriella Carlucci a favore di una commissione d’inchiesta sui libri di testo troppo sbilanciati contro il premier:


"Credo che si dovrebbero evitare letture interessate di parte e cercare di consentire ai ragazzi di esercitare la propria formazione su libri di testo che siano indipendenti e rispettosi della veridicita’ storica degli accadimenti. Qualche volta c’e’ un problema di oggettivita’. Non posso disconoscere il fatto che, per esempio, alcune questioni come quella delle Foibe, molti libri di testo non la trattino o venga relegata a poche righe. Addirittura in alcuni libri anche tutto il Risorgimento e’ trattato per sommi capi. Credo che ci debba essere anche una proporzionalita’ e un’adeguata trattazione anche sulla base dell’importanza del fatto storico". Sulla proposta Carlucci, il ministro ha spiegato: "La valuteremo, poi il parlamento e’ sovrano. La commissione Cultura e Istruzione trattera’ questo tema".

Giusta l'ipotesi di tagliare alcune missioni all'estero

BERTOLINI: Giusta l'ipotesi del premier di tagliare alcune missioni all'estero


"L’ipotesi avanzata dal Premier Berlusconi di alleggerire l’impegno dell’Italia in alcune missioni militari all’estero per meglio fronteggiare la nuova emergenza immigrazione, e’ giusta e da valutare attentamente".


Lo ha affermato Isabella Bertolini, vicepresidente del Gruppo del Popolo della Liberta’ alla Camera dei Deputati. "Le missioni militari internazionali di pace sono sempre state, sono e continueranno ad essere sostenute con determinazione e convinzione dal Governo Berlusconi. In un momento in cui lo sforzo della politica estera e della difesa italiana si sta concentrando su nuovi scenari, come quello aperto dalla crisi in Nord-Africa, e’ pero’ giusto ed altrettanto opportuno ragionare sulla possibilita’ di dirottare risorse, ed eventualmente forze militari, per fronteggiare le nuove emergenze di cui l’Italia e’ stata chiamata a farsi carico".

giovedì 14 aprile 2011

E' indifferibile una radicale riforma della giustizia

GIRLANDA: E' indifferibile una radicale riforma della giustizia




“La necessità primaria è una indifferibile e radicale riforma della giustizia, che a mio avviso dovrebbe auspicabilmente contenere un chiaro e netto riequilibrio tra poteri e ruoli dell’accusa e della difesa, sia nelle fasi di indagine che di dibattimento (come accade in tutti i Paesi democratici), il riconoscimento della responsabilità civile dei magistrati per gli errori compiuti (come richiestoci da una sentenza della Corte di Giustizia Europea sin dal 2006), una rigorosa disciplina della custodia cautelare limitata scrupolosamente ai casi di elevata pericolosità sociale e non intesa, come troppo spesso tristemente oggi accade, come anticipazione di una pena verso cittadini neppure imputati”.





Lo ha affermato il deputato del Pdl Rocco Girlanda, membro della Commissione Giustizia della Camera e presidente della Fondazione Italia USA, in un editoriale sul quotidiano online Affari Italiani. “Negli anni Sessanta la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronunciò su un caso che ha fatto scuola. Un imputato del Texas aveva chiesto che durante il suo processo non venissero ammesse le telecamere e i fotografi. Il giudice decise diversamente e il processo si concluse con una condanna. L’imputato si appellò alla Corte Suprema perché a suo avviso le tv avevano compromesso l’imparzialità dei giurati e dello stesso processo, e i giudici federali gli diedero ragione. Da allora, come è noto, i processi nei tribunali americani si possono raffigurare solo con dei disegni. Ma un altro punto importante era contenuto in quella sentenza. Il principio legale che fino al verdetto finale l’imputato è considerato un ‘sospetto’ e nessuna rappresentazione, neppure televisiva, deve mai portare a considerarlo colpevole.



Spesso si cita la lettera che Martin Luther King scrisse dal carcere di Birmingham, Alabama, nel suo passo in cui ricordava: ‘l’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque’. Ma c’è un altro passaggio in quella lettera a mio avviso ancora più profondo, che raramente viene ricordato: ‘La giustizia ottenuta troppo tardi è giustizia negata’. E le persone la cui immagine, la cui reputazione, il cui futuro è stato distrutto da campagne giudiziarie proseguite per anni sulla stampa, senza tregua, senza potersi difendere, senza rispetto per le violazioni della loro vita privata e della loro intimità, ecco, forse queste persone la loro giustizia, anche dopo una assoluzione, non la troveranno mai.”




STRACQUADANIO: Vogliono un nuovo caso Tortora con il premier




"Le cosiddette testimonianze contro Silvio Berlusconi pubblicate oggi da la Repubblica fanno capire che la procura della Repubblica di Milano sta costruendo il ’caso Berlusconi’ allo stesso modo in cui fu costruito dai magistrati napoletani il ’caso Tortora’".



Lo ha affermato il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio, il quale ha osservato che "anche allora si inizio’ con una accusa infamante con lo scopo di distruggere l’identita’ e l’immagine del giornalista, e ogni qual volta le accuse iniziavano a sgretolarsi, arrivavano con geometrica potenza di fuoco nuove ’testimonianze’ con cui stordire l’opinione pubblica. Si produsse allora nei confronti di Tortora il piu’ grande caso di macelleria giudiziaria della storia d’Italia. Un caso che di fronte al ’caso Berlusconi’ ormai impallidisce. Silvio Berlusconi viene sottoposto a un assalto violento per sovvertire la democrazia e consumare la vendetta nei confronti dell’uomo che da quasi vent’anni sbarra la strada al colpo di Stato politico-giudiziario di una minoranza violenta. Come con Tortora allora la politica e la mobilitazione popolare difenderanno l’Italia e la liberta’, l’onore e la vita stessa di Silvio Berlusconi".





VITALI: I processi ai pregiudicati non cadranno in prescrizione



"Per la Ferranti ogni salmo finisce in gloria. Se le continue dichiarazioni hanno la finalita’ di creare allarmismo nell’opinione pubblica, possiamo capirne il senso, ma se invece vogliono essere critiche nel merito del provvedimento all’esame della Camera, ci allarmiamo non poco".



Lo ha affermato Luigi Vitali, componente della consulta Giustizia del Pdl, replicando alle dichiarazioni di Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, contro il processo breve. "Ribadiamo, allora, che l’incidenza della prescrizione sui processi e’ inversamente proporzionale alla personalita’ degli imputati . I processi per i reati dei recidivi e comunque dei pregiudicati, tenderanno a non prescriversi piu’, a differenza di quelli che riguarderanno gli incensurati. A condizione, pero’, che siano reati non particolarmente gravi, per i quali i termini prescrizionali siano comunque sufficienti ad arrivare a sentenza anche quando si proceda nei confronti degli incensurati. Il resto e’ solo bailamme strumentale".

Le risposte di Alfano alle obiezioni sul ''processo breve''

PROCESSO BREVE: Le risposte di Angelino Alfano alle obiezioni sollevate nel dibattito sul cosiddetto ''processo breve''
Ecco la sintesi della risposta del ministro Alfano ad alcune obiezioni formulate nel corso del dibattito alla Camera sul cosiddetto “processo breve”:


1. I dati

In Italia si prescrivono, in media, ogni anno circa 170.000 procedimenti penali, 466 al giorno.

Attualmente, in Italia i processi penali durano, in media, 317 giorni in primo grado, 738 giorni in Corte d’appello e 204 giorni in Cassazione: dunque, un processo attraversa i tre gradi di giudizio in 1.259 giorni, ossia in tre anni e cinque mesi.

A questi tempi processuali vanno sommati i tempi delle indagini che durano, sempre in media, circa 400 giorni. In primo grado, con il rito monocratico, il 46% dei processi viene celebrato in meno di sei mesi, il 19% tra sei mesi e un anno, il 18% tra un anno e due anni e, infine, il 17% in oltre due anni.

Con il rito collegiale, dove si trattano i processi più gravi, le classi di durata si rallentano leggermente con il 36% dei processi celebrati entro sei mesi ed il 23% in oltre due anni.



2. L’impatto della norma



Ai fini della corretta valutazione di impatto della norma in discussione, che modifica i termini della prescrizione, occorre tenere conto di due circostanze:

- essa riguarda solo i processi di primo grado. Le prescrizioni in primo grado sono state circa 125.000 nel 2009;

- il beneficio riguarda solo gli imputati incensurati, che in base ai dati del casellario giudiziario sono in media il 55% sul totale dei condannati.

Se si applicano queste considerazioni alla stima di impatto quantitativa che è circolata in questi giorni, allora è corretto dire che i processi penali a rischio diventano circa lo 0,2%, mentre ogni anno si prescrivono in media il 5% dei procedimenti totali aperti, che sono attualmente 3.290.000 in tutti i gradi di giudizio.

Sempre sul dato delle prescrizioni si osservi come circa 100.000 prescrizioni annuali avvengano già in fase di indagini preliminari con richiesta al GIP. La maggior parte delle prescrizioni si consuma già in fase di indagini, ancor prima del dibattimento, per una selezione di gravità dei reati operata dai pubblici ministeri. Sulla base di questa prassi sono i processi meno importanti che vengono lasciati indietro.



3. La vera questione



La domanda concreta dovrebbe essere un’altra: quanti, tra questi processi a rischio prescrizione, la quotidiana esperienza giudiziaria insegna che pochi di questi processi giungerebbero all’ultimo grado di giudizio. In realtà anche quei pochi che fossero riusciti a superare la barriera del primo grado, sarebbero andati incontro alla prescrizione nei successivi gradi di giudizio e questo anche in considerazione della durata media del processo di appello, che è più del doppio rispetto a quella di primo grado.



In questi giorni sono state diffuse informazioni terroristiche relative all’impatto di questa norma. Mi riferisco specificamente alla strage di Viareggio e de L’Aquila. Il disastro di Viareggio avvenne nel giugno 2009. L’autorità giudiziaria sta procedendo per reati gravissimi, come l’omicidio colposo plurimo e il disastro ferroviario, puniti con pene molto severe e che si prescriveranno in un tempo lontanissimo. Ebbene, se la norma all’esame del Parlamento fosse approvata, la prescrizione del disastro ferroviario di Viareggio maturerebbe in 23 anni e quattro mesi, quindi nel 2032, e la prescrizione dell’omicidio colposo plurimo addirittura dopo, fino a un massimo di 35 anni dai fatti, quindi nel 2044.





Analoghe considerazioni possono farsi sul disastro de L’Aquila, se è vero che il termine di prescrizione ordinaria è di 10 anni, aumentabile ad 11, anzi specificamente 11 anni ed otto mesi. A soli due anni dalla tragedia del sisma abruzzese credo vi sia tutto il tempo per definire il giudizio. Peraltro il termine di prescrizione si ridurrebbe di soli dieci mesi.





Poichè la norma tocca solo la posizione degli incensurati e non anche quella dei recidivi, non riguarda i termini di prescrizione dei reati, che restano invariati, ma riguarda il surplus di durata del processo determinato dai cosiddetti atti interruttivi della prescrizione, che si riduce mediamente di qualche mese.

Ad esempio per le truffe, per l’aggiotaggio e per il market abuse, si passerebbe dall’attuale tetto massimo di 7 anni e sei mesi a 7 anni; per reati più gravi, come la bancarotta fraudolenta, il furto pluriaggravato, la rapina semplice, l’usura e la violenza sessuale, si passerebbe dagli attuali 12 anni e sei mesi a poco più di 11 anni e sei mesi; per la bancarotta fraudolenta ed aggravata (il caso Parmalat) si passerebbe dai 18 anni e nove mesi a 17 anni e sei mesi; per le lesioni volontarie (il caso Clinica Santa Rita) si passerebbe da 8 anni e nove mesi a 8 anni e due mesi.





Anche per i reati contro la pubblica amministrazione il surplus di durata del processo nei confronti degli incensurati viene ridotto di pochi mesi: di sei mesi per il reato di corruzione (da 7 anni e sei mesi a 7 anni) e di otto mesi per la corruzione in atti giudiziari (da 10 anni a 9 anni e quattro mesi). Per reati di particolare allarme sociale, come l’omicidio colposo commesso in violazione di norme sulla circolazione stradale e sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, si passerebbe da 17 anni e sei mesi a 16 anni e quattro mesi, che diventano addirittura 23 anni e quattro mesi, se il fatto è commesso da chi guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.





In definitiva, il regime della prescrizione resta quello introdotto nel 2005. La nuova norma, dunque, si limita a completare la riforma del 2005 per differenziare la posizione dell’imputato incensurato da quella del recidivo.

Se poi il reato, invece di prescriversi in dieci anni - mi riferisco a quello cui ha più volte ha alluso l’opposizione - si prescriverà in nove anni e quattro mesi, occorrerebbe piuttosto domandarsi come mai in un tempo così lungo non si sia ancora arrivati nemmeno a una sentenza di primo grado.

BERLUSCONI: La Ue ci aiuti o e' meglio dividerci

 
 

BERLUSCONI: La Ue ci aiuti o e' meglio dividerci
 
L’effetto dissuazione psicologica dei migranti per motivi economici e il coinvolgimento dell’Unione Europea sono le due misure su cui conta l’Italia per arginare una nuova emergenza dall’Africa. Il presidente del Consiglio ha spiegato le due direttrici di intervento su cui si sta lavorando e si lavorera’ in futuro. Per i rimpatri l’Italia ha firmato l’accordo con la Tunisia stabilendo, cosi’, che tutti i migranti che non hanno lo status di profughi devono essere riportati sull’altra sponda dell’Adriatico. Tunisi ha garantito collaborazione, almeno a livello di intenti, ma ha anche chiesto aiuto per aumentare i controlli. L’Italia ha garantito l’invio di 150 auto della polizia, di 4 motovedette e imbarcazioni militari che si terranno nelle acque internazionali.
"Noi pensiamo che quando si vedranno tornare indietro i migranti spinti da motivi economici, io credo che molti ci penseranno prima di pagare 1.500 euro ed affrontare un viaggio pericoloso in mare". Per quanto riguarda i rifugiati politici, invece, Berlusconi ha rinnovato l’invito all’Unione Europea, per condividere il problema. "Queste persone noi possiamo trattenerle nei centri Cara per sei mesi. Poi, possono circolare liberamente. Non e’ un mistero che molti puntano a ricongiungersi con le famiglie del nord Europa". Alla presa di posizione della cancelliera Merkel, Berlusconi risponde: "mi rendo conto che tutti i Governi soffrono di popolarita’. Capisco che ci sia un atteggiamento verso il proprio elettorato, ma poi bisogna fare io conti con la realta’.O l’Europa e’ qualcosa di reale e concreto, altrimenti ci si divide e si seguono le proprie politiche e i propri egoismi. Silvio Berlusconi ha richiamato l’accordo siglato da tutti i capi di Stato sul soccorso da dare ai Paesi mediterranei.


 

mercoledì 13 aprile 2011

L'assenza della Ue e' la pietra tombale della retorica europeista

BERTOLINI: L'assenza della Ue e' la pietra tombale della retorica europeista




"La colpevole latitanza dei Paesi europei sulla questione immigrati e’ la pietra tombale dell’insopportabile retorica europeista, che e’ stata profusa a piene mani nel nostro Paese".



Lo ha affermato Isabella Bertolini, vicepresidente Gruppo PdL alla Camera:

"La Ue e’ stata spesso solo un contenitore di interessi nazionali ma ora, alla prova dei fatti, e’ caduto il velo dell’euro-ipocrisia. L’aver scaricato sull’Italia il peso dell’emergenza immigrati e’ una decisione miope da parte dei partner europei. Non affrontare questo tema in un ottica complessiva, riguardante tutti i Paesi, si rivelera’ un boomerang. Che serva di lezione per il futuro. L’interesse nazionale deve essere la stella polare delle nostre decisioni. Ora che sappiamo come stanno le cose, dovremo risolvere da soli la questione immigrazione. Sara’ piu’ duro farlo, ma non ci tireremo indietro".



BONDI: Il governo e' umanitario e ben lontano dallo spirito di propaganda





"Come cattolico sono orgoglioso del lavoro compiuto e della posizione assunta dal governo italiano per merito del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di fronte all’emergenza profughi".



Lo ha affermato il nostro coordinatore nazionale Sandro Bondi, che ha sottolineato:

"Il governo, infatti, grazie anche all’importante lavoro svolto dal ministro Maroni e dal ministro Frattini, ha affrontato una situazione molto difficile sulla base di un atteggiamento realistico e umanitario, lontano da ogni spirito di propaganda e di calcoli elettoralistici". "Se in Italia la vita politica fosse piu’ seria e ispirata al bene comune tutto questo sarebbe riconosciuto da tutti".


BRUNETTA: L'Italia e' piu' europeista di chi non offre l'accoglienza




"Devo dire che 23-25mila immigrati li possiamo gestire anche noi, dotarli di documenti, passaporto e rimetterli in contatto con le famiglie che in gran parte sono in Francia e fare in modo che abbiano le risorse necessarie per andare in Francia. Sarei per un’ottica uno a uno". Lo ha affermato il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, intervenendo alla trasmissione ’La telefonata’, la rubrica di Maurizio Belpietro in onda all’interno di Mattino Cinque, su Canale 5.



"Ognuna di queste persone ha una storia che va rispettata e se vogliono andare in Francia, si costruiscano percorsi perche’ vadano in Francia. Naturalmente legandoci un po’ al dito la questione, perche’ gli amici francesi, che danno sempre lezioni su tutto, questa volta dovrebbero sentire il fiato della solidarieta’ italiana, del senso del futuro europeo dell’Italia. L’Italia e’ piu’ europeista di quanto sembra perche’ ha una grande capacita’ di umanita’ e accoglienza, cosa che altri Paesi non hanno".

"L’EUROPA SE NE FREGA? BENE, FAREMO DA SOLI

CALDEROLI – IMMIGRAZIONE: "L’EUROPA SE NE FREGA? BENE, FAREMO DA SOLI, A BUON RENDERE"

“Dopo l’egoistica e anticomunitaria posizione assunta oggi dall’Europa nei confronti di uno Stato membro diventa obbligatorio e urgente predisporre un blocco navale assoluto a difesa delle nostre acque e dei nostri confini, come peraltro previsto nell’accordo siglato dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, con il Governo tunisino.

A tale scopo, proprio ieri, avevo lanciato la proposta di ritirare le nostre truppe attualmente impegnate in Libano, proposta che oggi, alla luce della posizione assunta dall’Europa, diventa un atto obbligatorio.

Ho accolto con soddisfazione la disponibilità del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ad una prossima riduzione dei nostri contingenti militari impegnati nelle missioni di pace in Kosovo e in Libano.

Mi fa piacere, ma adesso dalle parole occorre passare ai fatti, visto che le spese per le missioni internazionali militari non hanno fatto altro che salire.

Appare insostenibile, in una fase di crisi economica internazionale e di fronte ad un’emergenza umanitaria che rischia, per noi, di trasformarsi in un’invasione, spendere qualcosa come un miliardo e mezzo di euro l’anno per 30 missioni militari, dicasi 30 missioni, in ben 22 paesi del mondo per un totale di circa 8000 uomini complessivamente impegnati!



Pensiamo a casa nostra prima che diventi quella di altri…”























Lo afferma il Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, sen. Roberto Calderoli .

martedì 12 aprile 2011

La Ue e' ancora credibie come istituzione ?

LEONE: La Ue e' ancora credibie come istituzione ?


"Se occorrevano ulteriori conferme circa un’Europa che e’ soltanto un’unione monetaria, la riunione in Lussemburgo dei ministri dell’interno della Ue ne ha offerte, purtroppo, di definitive".

Lo ha affermato il deputato del Pdl Antonio Leone,vicepresidente della Camera, che ha osservato:

"L’annuncio della Francia di schierare guardia repubblicana e polizia alla frontiera con l’Italia per evitare l’ingresso dei tunisini, e’ la negazione di ogni principio di solidarieta’. In pratica, lasciando solo il nostro Paese si sta introducendo il carattere di flessibilita’ nell’interpretazione del trattato di Schengen sulla libera circolazione e della famosa direttiva 55 sulla condivisione della gestione della Comunita’ nella sua interezza dei grandi flussi migratori. Messi in discussione questi principi, come Francia e Germania stanno facendo con grande spregiudicatezza e disinvoltura, resta da chiedersi se l’Europa, cosi’ come concepita dai padri fondatori e anche da chi ne ha sostenuto fino a ieri la inderogabile necessita’, sia un soggetto in cui credere e del quale incoraggiare la crescita".

GASPARRI: Siamo contrari ai ricatti ma il problema e' di tutta la Ue


"Abbiamo chiesto che l’Europa si faccia carico insieme all’Italia di gestire l’emergenza profughi ormai diventata insostenibile. Ed abbiamo chiesto che l’Unione sia di fatto tale ogni qual volta ci sia da affrontare situazioni gravi di carattere internazionale come quelle derivanti dalla crisi africana".

Lo ha dichiarato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che ha osservato: "Siamo contrari a qualsivoglia forme di ricatto, ma non e’ pensabile che da soli troviamo soluzioni politiche e pratiche a problemi che sono di tutti. Barroso, a nome di tutta l’Europa, chieda impegni precisi ai nuovi vertici della Tunisia per fermare le partenze ed agevolare i rimpatri dei clandestini. Vogliamo coerenza e fermezza. Non mettiamo in discussione l’Unione Europea. E’ vero che l’Europa deve dimostrare solidarieta’ alla Tunisia e agli immigrati, come sostiene la commissaria Malmstrom, ma non puo’ farlo solo a spese dell’Italia".

lunedì 11 aprile 2011

Berlusconi ha impresso la svolta sull'emergenza

MANTOVANO: Berlusconi ha impresso la svolta sull'emergenza degli sbarchi clandestini



L’intervista a "Il Giornale" del deputato Pdl e Sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano


Onorevole Alfredo Mantovano, cosa l’ha indotta a ritirare le dimissioni da sottosegretario all’Interno?

"Le dimissioni erano legate a una serie di problemi concreti sia di merito sia di ordine territoriale relativamente al carico dell’emergenza immigrati. In questi giorni ho ricevuto più volte dal presidente del Consiglio e dal ministro Maroni inviti privati e molto affettuosi a ritirare le dimissioni che hanno provato la possibilità di essere accolti quando ci sono stati fatti concreti e significativi che davano senso al tornare indietro".

In particolare?

"Oggi (ieri; ndr) il dpcm con il riconoscimento del permesso umanitario che permette di governare meglio il fenomeno e di avere meno ansie e meno angoscia nella trattazione di un numero così elevato di arrivi. Ci sono inoltre segnali positivi nella dislocazione territoriale che certamente vede la presenza maggioritaria del Sud ma con cifre più contenute per ciascun sito. Tra Civitavecchia, Toscana e prossimamente Umbria si dà una dimensione al fenomeno che va oltre il Regno delle Due Sicilie".



Il comunicato del premier è stato decisivo.

"Berlusconi ha sbloccato una situazione che era stata già sbloccata nei fatti dando una sanzione formale a un superamento che era già avvenuto".

Oltre al rallegramento del presidente del Senato Schifani, sono giunte felicitazioni da quasi tutto il Pdl, soprattutto da coloro che avevano lavorato per una ricucitura.

"Quel documento pubblicato qualche giorno fa e indirizzato al presidente Berlusconi ha raccolto 62 firme nonostante le Camere non fossero operative. Le adesioni sono giunte da tutte le aree geografiche e da tutte le aree ideali del Pdl. Il che ha dato respiro nazionale alla vicenda e ha evitato di considerare le questioni da me poste come localistiche sottolineando ancora di più il carattere del Pdl come forza politica che guarda con eguale preoccupazione a ciò che accade al Sud come al Nord"



Assieme a lei ha ritirato le dimissioni anche il sindaco di Manduria Tommasino.

"Col sindaco di Manduria è stato mantenuto filo diretto in questi giorni e gli ha parlato pure Berlusconi quando lo siamo andati a trovare con Alemanno. Quando sono state superate le questioni da me poste sono venute meno pure le sue dimissioni e abbiamo ripreso il discorso dove l’avevamo lasciato una settimana fa".

A proposito di Nord e Sud, la dislocazione degli immigrati avverrà in tutto il territorio settentrionale oltre che in Piemonte?

"Mi auguro che novità ci possano essere anche per altre Regioni. Il riconoscimento del permesso umanitario e la contestuale operatività in queste ore dell’accordo con la Tunisia permette di pensare a un carico non così pesante come nei giorni passati".

L’opposizione ha reagito con il solito sarcasmo.

"Sono contenti quando la maggioranza incontra difficoltà, ma ma non era questa la mia intenzione. Se li deludo, allora tutto sommato ho assolto al mio mandato elettivo".

Com’è andata la riunione dell’unità di crisi del Viminale di ieri?

"Bisogna riprendere a parlare un linguaggio comune con l’Ue e con la Francia. Poco più di un mese fa quando il ministro dell’Interno francese era Hortefeux, aveva sottoscritto coi Paesi mediterranei un documento comune per aiutare l’Italia nell’emergenza. Il successore Guéant non ha dato segnali di apertura all’Italia e il suo primo gesto è stato di andare a Ventimiglia per marcare il territorio pur in assenza di un confine".



Quali saranno le prossime mosse?

"Domani (oggi; ndr) c’è l’incontro tra Maroni e Guéant e lunedì il Consiglio dei ministri Ue dell’Interno a Bruxelles. Confido nel fatto che, guardandosi negli occhi, i problemi si affrontino in un’ottica di condivisione conforme allo spirito europeo".

Si aspetta passi avanti?

"Spero proprio di sì. Alcuni Paesi europei hanno necessità di giovani abili al lavoro e con un titolo di studio, che è il profilo dei tunisini arrivati in Italia, e penso a Svezia e Finlandia. Tante famiglie tunisine in Francia aspettano i loro parenti. Se si passa dalle enunciazioni formali alla ricognizione della realtà, qualche passo avanti si può fare".

Come è ripartito il suo rapporto con Maroni?

"È stata la prima persona che ho chiamato dopo la nota di Berlusconi ma devo dire che ci siamo sentiti con cadenza quotidiana nei giorni passati. L’intento non era quello dello scontro: i tre anni che abbiamo alle spalle sono stati anni di splendido lavoro comune".

Guardando al passato, c’è qualche autocritica che il governo dovrebbe effettuare?

"L’esame del passato è già stato fatto. Guardiamo al futuro. Si è criticato tanto il governo sulla crisi libica scambiando la cautela per un atteggiamento ondivago. Ma quando perdono la vita 250 persone alle porte di casa nostra e si considera che la presenza più sensibile della coalizione dei volenterosi si traduce nel bombardamento di alcune postazioni, qualcosa non funziona. L’Italia la sua parte l’ha fatta e la sta facendo, altri Stati dovrebbero fare una riflessione d’insieme".

BERLUSCONI: La Ue ci aiuti o e' meglio dividerci

BERLUSCONI: La Ue ci aiuti o e' meglio dividerci


L’effetto dissuazione psicologica dei migranti per motivi economici e il coinvolgimento dell’Unione Europea sono le due misure su cui conta l’Italia per arginare una nuova emergenza dall’Africa. Il presidente del Consiglio ha spiegato le due direttrici di intervento su cui si sta lavorando e si lavorera’ in futuro. Per i rimpatri l’Italia ha firmato l’accordo con la Tunisia stabilendo, cosi’, che tutti i migranti che non hanno lo status di profughi devono essere riportati sull’altra sponda dell’Adriatico. Tunisi ha garantito collaborazione, almeno a livello di intenti, ma ha anche chiesto aiuto per aumentare i controlli. L’Italia ha garantito l’invio di 150 auto della polizia, di 4 motovedette e imbarcazioni militari che si terranno nelle acque internazionali.


"Noi pensiamo che quando si vedranno tornare indietro i migranti spinti da motivi economici, io credo che molti ci penseranno prima di pagare 1.500 euro ed affrontare un viaggio pericoloso in mare". Per quanto riguarda i rifugiati politici, invece, Berlusconi ha rinnovato l’invito all’Unione Europea, per condividere il problema. "Queste persone noi possiamo trattenerle nei centri Cara per sei mesi. Poi, possono circolare liberamente. Non e’ un mistero che molti puntano a ricongiungersi con le famiglie del nord Europa". Alla presa di posizione della cancelliera Merkel, Berlusconi risponde: "mi rendo conto che tutti i Governi soffrono di popolarita’. Capisco che ci sia un atteggiamento verso il proprio elettorato, ma poi bisogna fare io conti con la realta’.O l’Europa e’ qualcosa di reale e concreto, altrimenti ci si divide e si seguono le proprie politiche e i propri egoismi. Silvio Berlusconi ha richiamato l’accordo siglato da tutti i capi di Stato sul soccorso da dare ai Paesi mediterranei.


FRATTINI: Contro gli sbarchi degli immigrati occorre l'azione politica dell'Europa

"Noi giochiamo una carta di un’Italia non isolata in Europa che ha cercato di raccogliere consensi su una solidarieta’ europea che tutti i paesi dell’area mediterranea condividono".


Cosi’ si e’ espresso il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato da Sky Tg24, riferendosi all’emergenza immigrati. "Siamo anche convinti che ogni Paese, in particolare l’Italia, interpreta ed applica le sue leggi conformemente all’Europa ma nessuno puo’ interpretare le nostre leggi in nome o sulla base di principi diversi. Abbiamo stabilito, ad esempio, quali sono i requisiti sulla cui base riconosciamo lo status di permesso temporaneo. Sono requisiti stabiliti dalla legge italiana e a questi requisiti ci atteniamo. Inoltre diciamo all’Europa che non bastano contributi economici. Occorre un’azione politica".

PAGANO: La Francia rispetti i doveri di membro della Ue


"La Francia deve mettere da parte ogni egoismo, accettando la proposta dell’Italia di lasciare che gli immigrati tunisini giunti nel nostro Paese in queste settimane varchino i confini francesi per ricongiungersi con le loro famiglie. Diversamente, la Francia dovrà assumersi la responsabilità di essere venuta meno ai doveri che la vincolano ai trattati istitutivi l’Ue".

Lo ha affermato in una nota Alessandro Pagano, componente della Commissione finanze della Camera e capogruppo per il Pdl della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza. "Negando la propria collaborazione all’Italia, la Francia sarà la principale artefice di futuri scenari politici negativi, che coinvolgeranno non solo i rapporti tra Italia e Francia, ma anche quelli tra quest’ultima e l’Ue. Quello dell’immigrazione e’ un problema che tocca l’intera comunità europea e non solamente gli stati costieri vicini al Nord Africa. Per tale ragione e’ necessaria una gestione dell’emergenza clandestini quanto più possibile coesa e condivisa a livello europeo".


BONIVER: L'atteggiamento della Francia sui rimpatri dei clandestini e' odioso

"Odioso l’atteggiamento francese per qualche tunisinino in arrivo dall’Italia.

Ci si aspetterebbe piu’ solidarieta’ da parte da parte di una grande nazione come la Francia in un momento di grave emergenza umanitaria destinata per di piu’ ad aumentare. Sono gia’ ovvie le difficolta’ per via del provvisorio sui rimpatri firmato con la Tunisia ma dall’UE e Francia vorremmo maggiore comprensione e sostegno". Lo ha affermato Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del Comitato Schengen.

giovedì 7 aprile 2011

Clandestini, a casa nostra non li vogliamo

Clandestini, a casa nostra non li vogliamo


"Noi non abbiamo alcuna intenzione di farci invadere dai clandestini come invece vorrebbe il centrosinistra. Per questo stiamo lavorando da soli, l'Europa non ci aiuta, per bloccare i flussi degli immigrati in arrivo sulle nostre coste. A casa nostra non li vogliamo. Questo è l'obiettivo che intendiamo raggiungere e gli insulti e le critiche che ci vengono rivolte dalle opposizioni non ci toccano". Lo dichiara Federico Bricolo, presidente della Lega Nord a Palazzo Madama. "L'accordo fatto dal ministro Maroni con la Tunisia - prosegue Bricolo - deve essere rispettato alla lettera attraverso un pattugliamento delle coste tunisine che impedisca la partenza delle imbarcazioni verso le nostre coste e il rimpatrio di chi arriva. Prendiamo anche atto che gli immigrati in arrivo dal Nord Africa in Europa non li vuole nessuno, nemmeno Paesi come la Francia che per prima ha iniziato a bombardare la Libia. Questo però non vuol dire che ce li dobbiamo tenere noi. Ogni Paese dovrà assumersi le proprie responsabilità" .


Immigrazione, boicottiamo le vacanze in Francia


“Da Parigi è giunta la dichiarazione che saranno respinti tutti i tunisini che volontariamente vorrebbero raggiungere il territorio francese. L’atteggiamento immediatamente ostile e poco costruttivo da parte della Francia nei confronti dell’emergenza immigrazione dalla Tunisia, – commenta il sen. Paolo Franco - si è trasformato nel rifiuto palese ad assumere le proprie responsabilità in termini di solidarietà e di accoglienza, così come previsto dagli accordi europei e più volte richiamato dallo stesso commissario europeo Malmstroem” . “Pur essendo uno dei Paesi aderenti agli accordi di Schengen, -continua il senatore della Lega Nord- in questo momento la Francia si sottrae ai propri doveri. E mentre l’Italia, nonostante sia stata lasciata da sola, ha affrontato con coraggio e determinazione un’emergenza che non ha precedenti nella storia del nostro Paese, quelli europei, e in particolare la Francia, rifiutano di assumersi la propria parte di responsabilità. Le difficoltà superate dal Ministro Maroni per trovare un accordo per il rimpatrio dei tunisini dimostra la gravità della situazione. Per questo -conclude il sen.Franco- invito tutti i cittadini italiani a non recarsi in Francia per le vacanze, e a scegliere altri Paesi: è troppo comodo sentirsi parte dell’Europa solo quando questo torna utile, rifuggendo i propri doveri quando non c’è un immediato tornaconto”.

da Lega Nord   (07/04/2011)

FARINA: “MORATTI, LIBERA MILANO DAL RICATTO ISLAMICO” Segnala

FARINA: “MORATTI, LIBERA MILANO DAL RICATTO ISLAMICO” Segnala


“Milano va liberata dal ricatto degli islamici”. Questa la richiesta che Eliana Farina, responsabile regionale de La Destra in Lombardia, formula alle istituzioni politiche locali a proposito del rinnovato dibattito sul luogo di culto da destinare alla comunità islamica presente in città, dopo le polemiche sollevate dal Centro culturale islamico milanese per la paventata chiusura del Palasharp, sede attuale utilizzata per la preghiera. “No alla moschea a Milano.

Ma soprattutto basta coi ricatti degli islamici, pronti, come dicono di essere, a tornare a pregare in viale Jenner lungo il marciapiede perché è stato ricordato loro la temporaneità del Palasharp. Non è tollerabile che alla richiesta di rispetto della legge chi è ospitato nella nostra città risponda con la minaccia di invadere le nostre strade. Se non si danno segnali forti finiranno per tornare a pregare davanti il Duomo e chi sa dove. Ecco perché la campagna elettorale per la Moratti deve diventare occasione per ribadire senza se e senza ma come gli islamici devono comportarsi a casa nostra”.

 Eliana Farina resp.reg.le La Destra-Lombardia

BERLUSCONI: Presto un summit con la Francia sull'immigrazione

BERLUSCONI: Presto un summit con la Francia sull'immigrazione
"Ci sono problemi con il resto dei Paesi d’Europa dove molti migranti vogliono alla fine recarsi. Abbiamo la possibilita’ di esaminare e risolvere questo in modo positivo nel summit italo-francese, che servira’ a cercare soluzioni in questa direzione visto che molti migranti hanno manifestato il desiderio di passare in un paese di lingua francese per ricongiungersi a parenti e amici. E’ un problema che deriva da questo tsunami umano che si e’ verificato e si verifichera’ ancora".



Lo ha affermato il presidente Berlusconi in conferenza stampa con il premier tunisino Essebsi: "Ci sono problemi con il resto dei Paesi d’Europa dove molti migranti vogliono alla fine recarsi. Abbiamo la possibilita’ di esaminare e risolvere questo in modo positivo nel summit italo-francese, che servira’ a cercare soluzioni in questa direzione visto che molti migranti hanno manifestato il desiderio di passare in un paese di lingua francese per ricongiungersi a parenti e amici. E’ un problema che deriva da questo tsunami umano che si e’ verificato e si verifichera’ ancora".


Silvio Berlusconi ha confermato la sua ferma volonta’ di coinvolgere l’Europa. "Un’altro problema e’ la questione europea e ci sara’ presto un summit italo-francese con il presidente Sarkozy e i ministri degli Interni, Esteri e Economia dei due paesi".



Uno degli aspetti dei quali dovra’ occuparsi la commissione di tecnici del Viminale che restera’ al lavoro con il Ministero degli Interni tunisino fino a domani per riferire poi al ministro Maroni, e’ il pattugliamento delle coste. "Gia’ sin d’ora - ha sottolineato Berlusconi - c’e’ la grande assoluta volonta’ di trovare una soluzione nella direzione del controllo delle coste. Daremo aiuto in termini di mezzi di terra e di mare perche’ il controllo sia capillare ed efficiente"

SONDAGGI: Il centrodestra non retrocede, anzi cresce

SONDAGGI: Il centrodestra non retrocede, anzi cresce

Nei sondaggi sulle intenzioni di voto, il centrodestra tiene, anzi avanza secondo una tendenza già manifestatasi una settimana fa. Il dato emerge dal sondaggio reso noto ieri sera dal Tg de La7, secondo il quale il Popolo della libertà ha rafforzato la sua posizione con un incremento, in una settimana, dello 0,3% che lo porta al 29,4%. Anche la Lega incrementa i consensi all’11,5% e La Destra sale all’1,6%. Ciò significa che l’alleanza di centrodestra è al 42,5% con un aumento dello 0,5% rispetto a una settimana fa.

In calo il centrosinistra. Il Partito democratico è al 25,6%, perde ancora l’Idv al 4,5% (avvicinandosi pericolosamente alla linea di sbarramento), ma si riduce anche il partito di Vendola poiché il Sel è ormai al 7,7%, ben lontano da quel 9% che puntava al 10%. Sommando questi dati, si ottiene un 37,8% che significa che il centrodestra ha un vantaggio di 4,7 punti. Se tuttavia al centrosinistra si aggiungono lo 0,9% del Psi e l’1,1% dei Verdi, si arriva 39,8%.


L’estrema sinistra registra un consenso pari allo 0,9% e il movimento di Beppe Grillo, con riserve espresse dai sondaggisti, sarebbe all’1,85%. Il cosiddetto Centro mette insieme il 12,8%, e quindi è sostanzialmente stabile. Fli torna al 4%, ma probabilmente a spese dell’Udc che non è riuscita a tenere la quota del 7%, essendo scesa al 6,9%. L’Api di Rutelli è all’1,1% e l’MpA allo 0,8%.

PAGANO: Da Maroni segnali incoraggianti contro l'emergenza clandestini

PAGANO: Da Maroni segnali incoraggianti contro l'emergenza clandestini

"Il discorso tenuto quest’oggi in aula dal ministro dell’Interno e’ la presa di posizione, decisa e risoluta, nei confronti dell’Ue che tanto attendevamo".

Lo ha affermato in una nota Alessandro Pagano, componente della Commissione finanze della Camera e capogruppo per il Pdl della Commissione bicamerale per l’infanzia, che ha osservato:

"Anche sul fronte interno, come suggerivamo da settimane, finalmente il ministro Maroni ha deciso di puntare su un piu’ pieno coinvolgimento della Protezione civile sia nazionale che regionale. Il contrasto all’emergenza immigrazione puo’ essere condotto efficacemente solo attraverso una suddivisione, equa e solidale, degli oneri derivanti dai continui flussi migratori tra gli Stati membri dell’Ue. Tuttavia il ministro Maroni non deve dimenticare che se da un lato l’Italia esige il coinvolgimento dell’Ue e della Francia in particolare, dall’altro il Paese esige il pieno coinvolgimento delle regioni del Nord nella distribuzione dei clandestini. Riteniamo che anche la decisione di concedere permessi di soggiorno temporanei per ragioni umanitarie ai migranti che non abbiano precedenti penali, sia un segnale incoraggiante e in linea con le proposte che, sin dall’inizio dell’emergenza, abbiamo avanzato".



BERTOLINI: Piano del governo efficace con rimpatri immediati dei clandestini

"Il ministro dell’Interno ha confermato come il Governo stia affrontando l’invasione di migliaia di immigrati nel nostro Paese con un piano di grande responsabilita’ articolato, completo ed equilibrato. Bene i rimpatri immediati dei clandestini e le misure per bloccare nuove partenze contenuti nell’accordo con la Tunisia.

C’e’ anche l’accoglienza di profughi e minori attraverso l’accordo con le Regioni e il coinvolgimento dell’Europa nella gestione del problema perche’ non e’ accettabile l’atteggiamento che ha avuto fino ad oggi la UE. Positiva anche la possibilita’ per coloro che dimostreranno di poter avere il diritto al permesso di soggiorno temporaneo che potranno cosi’ raggiungere altri stati come la Francia e Germania. Non e’ infatti accettabile che l’Italia sia l’unica meta per gli immigrati. Con questa scelta finalmente il problema immigrati diventera’ una questione europea". Lo ha affermato Isabella Bertolini, vicepresidente del gruppo del Popolo della liberta’ alla Camera.

FONTANA: Relazione puntuale di Maroni. L'Italia lasciata sola anche in soccorso dei naufraghi

“La precisa relazione del Ministro Maroni ha tra l’altro evidenziato l’efficienza del pronto intervento delle nostre Forze Armate, ed in particolare del Corpo della Capitaneria di Porto, impegnata, tra mille difficoltà, a garantire non solo la sicurezza dei nostri confini ma anche il soccorso in mare.

Il tragico naufragio di ieri, avvenuto in acque di competenza della Repubblica di Malta, evidenzia ancora una volta, quanto l’Italia sia abbandonata dall’Europa e dagli altri paesi alleati e vicini, a fronteggiare non solo l’emergenza dell’immigrazione ma persino quella del soccorso e della salvaguardia della vita umana in mare.” Lo ha affermato Gregorio Fontana, componente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati


SACCONI: La politica non strumentalizzi la tragedia del barcone rovesciatosi al largo di Lampedusa

"L’intensa dimensione umana di persone morte e disperse in mare impone alla politica di non farne strumento di campagna elettorale". Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha commentato il rovesciamento di un barcone di clandestini al largo di Lampedusa:

"E’ davvero assurdo che per qualche comune e provincia, prossime al voto, invece di operare solidalmente, si apra nella politica una facile polemica per le difficolta’ che una sfida di questo tipo comporta all’Italia. Un paese lasciato ancora solo dall’Unione nell’affrontare questa emergenza. Vorrei tanto che questi morti costituissero un richiamo alla responsabilita’, evitando ogni spregiudicatezza politica".

Immigrazione, muro contro muro Tra Italia e Francia ora è crisi aperta

Immigrazione, muro contro muro Tra Italia e Francia ora è crisi aperta


di Domenico Ferrara - da IL GIORNALE DEL 07.04.2011

Berlusconi firma il decreto sui permessi di soggiorno temporanei ai tunisini. Ma a Parigi il ministro dell'Interno dirama una circolare ai prefetti con disposizioni rigide: respingere l'ondata. Maroni: "Atteggiamento ostile dei francesi"

lunedì 4 aprile 2011

Presto un summit con la Francia sull'immigrazione

BERLUSCONI: Presto un summit con la Francia sull'immigrazione


"Ci sono problemi con il resto dei Paesi d’Europa dove molti migranti vogliono alla fine recarsi. Abbiamo la possibilita’ di esaminare e risolvere questo in modo positivo nel summit italo-francese, che servira’ a cercare soluzioni in questa direzione visto che molti migranti hanno manifestato il desiderio di passare in un paese di lingua francese per ricongiungersi a parenti e amici. E’ un problema che deriva da questo tsunami umano che si e’ verificato e si verifichera’ ancora".

Lo ha affermato il presidente Berlusconi in conferenza stampa con il premier tunisino Essebsi: "Ci sono problemi con il resto dei Paesi d’Europa dove molti migranti vogliono alla fine recarsi. Abbiamo la possibilita’ di esaminare e risolvere questo in modo positivo nel summit italo-francese, che servira’ a cercare soluzioni in questa direzione visto che molti migranti hanno manifestato il desiderio di passare in un paese di lingua francese per ricongiungersi a parenti e amici. E’ un problema che deriva da questo tsunami umano che si e’ verificato e si verifichera’ ancora".

Silvio Berlusconi ha confermato la sua ferma volonta’ di coinvolgere l’Europa. "Un’altro problema e’ la questione europea e ci sara’ presto un summit italo-francese con il presidente Sarkozy e i ministri degli Interni, Esteri e Economia dei due paesi".

Uno degli aspetti dei quali dovra’ occuparsi la commissione di tecnici del Viminale che restera’ al lavoro con il Ministero degli Interni tunisino fino a domani per riferire poi al ministro Maroni, e’ il pattugliamento delle coste. "Gia’ sin d’ora - ha sottolineato Berlusconi - c’e’ la grande assoluta volonta’ di trovare una soluzione nella direzione del controllo delle coste. Daremo aiuto in termini di mezzi di terra e di mare perche’ il controllo sia capillare ed efficiente"



BERTOLINI: O rimpatriamo gli immigrati o li mandiamo in Europa


"O li rimpatriamo o li mandiamo in Europa. L’Italia oggi e’ tra l’incudine dell’invasione e il martello dell’indifferenza europea. Una cosa e’ certa non puo’ essere solo il nostro Paese a subire gli effetti degli sconvolgimenti in atto nel nord Africa".

Lo ha affermato la vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini. "Quindi bisogna operare con soluzioni semplici e di buon senso. La prima e’ quella del rimpatrio, che si poggia sul concetto stesso di clandestinita’ e che ha un forte potere deterrente. La seconda e’ quella di inviarli ai nostri partner europei, che fino ad oggi hanno alzato le spalle, facendo finta che quello che succede e’ solo un problema italiano. Appena i clandestini bivaccheranno sotto gli uffici della Commissione europea diventeranno un problema europeo".


CICCHITTO: Distinguere i rifugiati dai clandestini


"Sul problema dell’immigrazione il governo si sta muovendo con grande senso di responsabilita’ e di equita’. In una situazione molto difficile che certamente non e’ stata creata da esso.

Per un verso si sta svuotando Lampedusa,per altro verso e’indispensabile una distribuzione equilibrata degli immigrati fra Nord Centro e Sud. E’ anche indispensabile pero’trovare il modo di mantenere ferma la distinzione fra rifugiati e immigrati clandestini. Una possibile via d’uscita da questo punto di vista puo’ essere quella di utilizzare la definizione di Rifugiato temporaneo innestadola sul trattato di Schenghen. Ad oggi infatti dall’Europa non abbiamo avuto alcun sostegno consistente,mentre e’evidente che finora larga parte dell’opposizione segue la linea del tanto peggio,tanto meglio. In questo quadro costituisce un ulteriore sforzo per affrontare la situazione il viaggio del presidente Berlusconi domani in Tunisia". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.


PDL PUGLIA: Fidarsi del governo per l'emergenza clandestini

"Il ministro dell’Interno Maroni, nella conferenza stampa tenuta questa mattina insieme con il Presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro Fitto, ha confermato tutti gli impegni assunti ieri con la nostra delegazione in merito alla gestione del campo di Manduria e al Patto per la Sicurezza da sottoscrivere nei prossimi giorni con i Comuni limitrofi del Tarantino e del Brindisino".


Lo hanno affermato in una nota il coordinatore e il vice coordinatore del Pdl della Puglia, Francesco Amoruso e Antonio Distaso, insieme con i parlamentari salentini: "Pur comprendendo le difficolta’ di un momento in cui la Puglia, come Lampedusa, ha dovuto farsi carico della quasi totalita’ dell’emergenza immigrazione, e’ chiaro che ormai e’ solo questione di poco. Il ministro Maroni ha ribadito questa mattina che, pur avendo il campo di Manduria una capacita’ potenziale di 4mila posti, non ci saranno mai piu’ di 2900 persone e solo per il tempo strettamente necessario allo smistamento in altre Regioni e che stanno arrivando a Manduria altri 150 uomini delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza non solo nella tendopoli ma anche nei Comuni e nei campi limitrofi. Il ministro ha anche confermato che nei prossimi giorni verra’ a Taranto a firmare con le Province di Taranto e Brindisi il Patto per la Sicurezza in cui il Governo si impegna a dotare di sistemi di videosorveglianza i Comuni di Manduria, Oria, Avetrana, Sava, Maruggio, Torricella, Francavilla Fontana; e’ stato poi ribadito in conferenza stampa che sono gia’ in allestimento anche i campi in Toscana e a Torino oltre che nelle altre Regioni e che il Presidente del Consiglio sara’ lunedi’ in Tunisia per chiedere il rispetto degli accordi sui rimpatri. Martedi’ tornera’ a riunirsi la cabina di regia tra Governo, Regioni, Province e Comuni. Chiediamo quindi ai cittadini di Manduria, a quelli dei territori limitrofi e agli esponenti delle Istituzioni locali ad ogni livello di avere ancora un po’ di pazienza, di fidarsi del Presidente del Consiglio e del nostro Governo che stanno lavorando giorno e notte e di continuare ad affrontare questa enorme emergenza umanitaria con il consueto senso di accoglienza e con il gran cuore di cui tutti noi andiamo fieri e che la Puglia ha gia’ mostrato in passato in situazioni analoghe".


SACCONI: Sui profughi non ci sono voci diverse nel governo

"Sul problema dei profughi dalla Libia non ci sono voci diverse, all’interno del Governo, tra Pdl e Lega Nord."

Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a margine di un convegno della Uil a Marghera. "Il Governo ha una posizione sola che e’ espressa dai ministri competenti che sono ministri del PDL e della LEGA. Io collaboro con loro per la responsabilita’ dell’integrazione degli immigrati e collaboro bene con il ministro Maroni che ha la responsabilita’ di applicare le leggi e governare quindi i flussi migratori secondo queste stesse leggi. Io penso che poi ci sono nel territorio coloro che per cercare il consenso a buon mercato sottolineano la comprensibile ansieta’ che ci puo’ essere nelle nostre popolazioni. E’ una preoccupazione a cui si devono dare risposte concrete ma non eccitandola e ampliandola".