martedì 26 luglio 2011

Immigrati, la Consulta: pure gli stranieri irregolari hanno diritto di sposarsi

da IL GIORNALE
del 26.07.2011

Immigrati, la Consulta: pure gli stranieri irregolari hanno diritto di sposarsi



di Redazione

La Corte costituzionale ha dichiarato parzialmente illegale l'articolo 116 del codice civile. I giudici: "La condizione giuridica dello straniero non deve essere considerata come causa ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi" 

 - I clandestini possono sposarsi. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale specificando che la condizione di immigrato irregolare non può essere di per sé un ostacolo alla celebrazione delle nozze con un cittadino o una cittadina italiana. La Consulta ha dichiarato la parziale illegittimità dell’articolo 116, primo comma, del codice civile. La norma, nel nuovo testo che è frutto di una modifica legislativa del 2009 finalizzata ad evitare i cosiddetti "matrimoni di comodo", pone tra i requisiti necessari per contrarre matrimonio il possesso, da parte dell’aspirante coniuge extracomunitario, di un documento che certificava la regolarità del permesso di soggiorno in Italia.

L'Europa segua l'Italia e diserti Durban 3

NIRENSTEIN: L'Europa segua l'Italia e diserti Durban 3





La vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, Fiamma Nirenstein, ha invitato l’Europa a seguire l’esempio dell’Italia e a disertare le celebrazioni del decennale dalla conferenza sul razzismo di Durban, che si terranno a New York il 22 settembre.


"La decisione dell’Italia mi riempie di soddisfazione; il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha chiarito che la piattaforma di Durban si e’ trasformata da foro di dibattito e coordinamento dell’azione internazionale contro il razzismo, in una tribuna di accusa contro Israele. Paradossalmente, Durban promuove il razzismo, in particolare contro Israele, invece che combatterlo, l’Italia con questa scelta dimostra nuovamente l’impegno del nostro Paese nel cercare soluzioni realistiche e non propagandistiche per la lotta al razzismo e la promozione dei diritti umani. Auspico che la posizione italiana - in linea con quella del Canada, degli Usa, dell’Olanda, della Repubblica Ceca e di Israele, sia assunta dai Paesi europei tutti".

Nasce il Gruppo delle regole del Pdl

ALFANO: Nasce il Gruppo delle regole del Pdl





Il segretario politico nazionale del Popolo delle Liberta’, Angelino Alfano, sentito il presidente Silvio Berlusconi, ha nominato il "Gruppo delle regole", incaricandolo di scrivere le regole per l’elezione degli organismi di partito e di selezione dei candidati del Pdl in vista delle prossime elezioni amministrative. Del gruppo fanno parte: i tre coordinatori: Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Denis Verdini;



I capigruppo parlamentari: Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Fabrizio Cicchitto, Massimo Corsaro, Mario Mauro; Il presidente di Regione: Roberto Formigoni; Il Presidente di Provincia: Giuseppe Castiglione; Il Sindaco: Gianni Alemanno; Il responsabile organizzativo Pdl: Maurizio Lupi; I responsabili organizzativi dei due principali partiti fondatori: Altero Matteoli e Claudio Scajola; Il rappresentante dei partiti cofondatori: Mauro Cutrufo; Il vicepresidente del Ppe: Antonio Tajani; Il Presidente dell’Associazione dei popoli europei: Franco Frattini; Il responsabile del progetto merito e responsabilita’ del Pdl: Maria Stella Gelmini; Il responsabile del Piano per il Sud del Pdl: Raffaele Fitto; L’amministratore del Pdl: Rocco Crimi; Il responsabile delle adesioni: Gregorio Fontana.





Alfano ha convocato la prima riunione del Gruppo delle regole giovedi’ 28 Luglio, alle ore 12, presso la sede del Popolo delle Liberta’ in via dell’Umilta. Il G.R. concludera’ i lavori entro la fine di settembre. Sono in via di formazione altri gruppi di lavoro finalizzati alla ristrutturazione del partito le cui funzioni e i cui componenti saranno a breve ufficializzati. A questo proposito saranno consultati tutti i parlamentari e i componenti del governo per acquisire specifiche disponibilita’a impegnarsi nel partito.

Al via la Costituente popolare





ALFANO: Al via la Costituente popolare

Il segretario politico del Pdl Angelino Alfano ha annunciato la nascita della Costituente popolare. Un percorso che partira’ di fatto a settembre, ma che ha avuto il suo avvio, con Alfano che ha lanciato il coordinamento delle sei fondazioni politiche attualmente riconosciute dal Partito Popolare europeo (Fare Futuro, Sturzo, Popoli europei, Magna Charta, ResPublica e Liberal) e con l’obiettivo di elaborare un unico manifesto di idee e valori dei moderati italiani, da illustrare al XX congresso del Ppe previsto per la fine dell’anno a Marsiglia.


Il progetto chiama in causa anche l’Udc di Pier Ferdinando Casini e l’Fli di Gianfranco Fini che, ha osservato Alfano, hanno una storia tutta dentro il Partito popolare europeo. Per altro, ricorda, in Europa l’unificazione dei moderati e’ in fase avviata e Udc e Fli sono nello stesso gruppo del Pdl.


Insieme ad Alfano, nella conferenza stampa di illustrazione del progetto, erano presenti i recenti fuoriusciti da Fli, Adolfo Urso e Andrea Ronchi. Il primo avra’ il compito di creare il coordinamento delle fondazioni e di curare il manifesto che verra’ portato a Marsiglia. Ronchi sara’ invece il responsabile Organizzazione della Costituente e avra’ l’incarico di rappresentare l’Italia nella direzione politica del Ppe. Il segretario del Pdl ha ribadito, a scanso di equivoci, che Silvio Berlusconi e’ e rimane il leader del centrodestra ed e’ lui che avra’ il compito, avendo vinto le elezioni, di costruire la casa comune dei moderati italiani.


BIANCOFIORE: Ok alla Costituente a cui Berlusconi pensa dal '94





"Soddisfazione per la presentazione oggi a Roma della costituente per la Casa Popolare, voluta dal neo segretario del Pdl Angelino Alfano e dagli ex esponenti di spicco di An, Urso e Ronchi. La costituente e’ l’embrione di quell’idea che Silvio Berlusconi ha nella testa sin dal 1994 finalizzata a conseguire il 51% del consenso degli elettori moderati italiani emulando il grande partito del popolo europeo del quale hanno sempre fatto parte a pieno titolo anche l’Udc e la componente finiana".



Lo ha affermato la parlamentare del Pdl Michaela Biancofiore, che ha commentato:

"Solo con prospettiva di un grande fronte moderato popolare gli elettori di centrodestra potranno tornare a credere nella politica del fare, seria e soprattutto nella possibilita’ di riformare il Paese. Forza Nazionale, la mia associazione che si sta radicando su tutto il territorio nazionale, aderisce pienamente alle idee emerse nella presentazione odierna e ai valori della fondazione di ’Italia per i popoli e le liberta’ ’ dei ministri Alfano, Meloni e Frattini, che enuncera’ domani il suo programma".







MAURO: La Costituente popolare e' un passo importante per realizzare il PPE italiano



“La Costituente popolare presentata da Angelino Alfano è la dimostrazione che si è iniziato a lavorare per la realizzazione del Partito Popolare Europeo in Italia facendo appello a tutte le forze moderate del nostro paese che si riconoscono nei valori della Famiglia Politica del popolarismo europeo affinché si uniscano in un progetto comune di buon governo dell’Italia”.





Lo ha affermato Mario Mauro, Presidente dei deputati del Popolo della libertà al Parlamento europeo, al lancio della Costituente popolare che punta a presentarsi con un documento unitario delle sue diverse fondazioni al congresso del Ppe a Marsiglia, a fine anno.



“Si tratta di un progetto assolutamente realizzabile anche perchè già in corso d’opera con grande successo presso il parlamento europeo: la delegazione italiana del Ppe, composta appunto da PDL e da tutti gli altri partiti di centrodestra anche non attualmente nella compagine di maggioranza in Italia, è sempre compatta al 100% nel votare in osservanza delle indicazioni del gruppo, con una fedeltà addirittura maggiore di quella riscontrata nella Cdu tedesca. Un vero popolarismo e un vero europeismo sono quello che serve a radicare nel nostro paese una visione più corrispondente ai nostri ideali dando spazio non all’Italia della rabbia e dei conflitti, ma a quella delle mille voci di una società plurale e propositiva.”.





























Il Pd non puo' invocare alcuna doppia morale

FATTI & MISFATTI: Il Pd non puo' invocare alcuna doppia morale




Arresti, indagati e accuse di corruzione il Pd non può invocare alcuna ‘diversità’

Per anni, anzi per decenni, quello che oggi si chiama Partito democratico ha considerato "casi isolati" e "mele marce" gli episodi che vedevano coinvolti alcuni dei suoi esponenti nelle indagini giudiziarie e ha rivendicato per sé una "diversità" che gli consentiva di rivendicare il copyright sulla "questione morale".



Le recenti indagini sugli appalti Enav, che hanno coinvolto Franco Pronzato, coordinatore nazionale delle politiche di trasporti del Pd, la sanitopoli pugliese che ha tirato dentro proprio il senatore Alberto Tedesco, che un Senato "garantista" ha salvato dall’arresto; o casi meno recenti del sindaco di Bologna Flavio Delbono, di Luca Bianchini, responsabile di una sezione romana del Pd e stupratore seriale, di Catello Romano, killer di un collega consigliere comunale, di Salvatore Petrotto, sindaco di Racalmuto coinvolto in un giro di cocaina. È di questi giorni l’indagine su Filippo Penati, grande elettore di Pierluigi Bersani, per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti.



Dalle Alpi alla Sicilia, negli ultimi due anni sono stati 35 gli esponenti e dirigenti nazionali o locali del Pd arrestati, e più di 400 quelli indagati, e per reati classici legati all’attività politica: abuso di ufficio, truffa, corruzione e c concussione, ma anche per associazione a delinquere, associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, violenza sessuale e omicidio.



Ammettiamo pure che il Pd applichi strettamente ai suoi membri il sacro principio della giustizia penale per cui la responsabilità è "personale" e non coinvolge il partito. Ma in questo caso il principio vale per tutti - anche il PdL! - e cade quindi la presunzione di superiorità morale del partito di Gramsci e Togliatti. Se ne stanno rendendo conto anche i "media", in passato assai parchi nell’informare sulle indagini riguardanti membri di questo partito, ma attualmente un po’ più attenti.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma delle istituzioni

BERLUSCONI: Il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma delle istituzioni


Il Consiglio dei Ministri, riunito oggi a Palazzo Chigi, ha approvato un disegno di legge costituzionale, su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro per le riforme per il federalismo, Bossi, che contiene una serie articolata di modifiche dirette a modernizzare la nostra architettura costituzionale.



I punti principali della riforma sono i seguenti.



- Riduzione del numero dei parlamentari.

La riforma costituzionale prevede il dimezzamento del numero dei deputati e dei senatori, che comporta istituzioni piu’ snelle e riduzione dei costi della politica. Inoltre e’ previsto che l’indennita’ parlamentare sia commisurata almeno per una parte significativa all’effettiva partecipazione ai lavori.



- Riforma del bicameralismo e trasformazione in senso federale del Senato.

Si riforma il nostro sistema bicamerale paritario e simmetrico trasformando in senso federale il Senato, avviando una forte semplificazione dei procedimenti legislativi e garantendo la piena governabilita’ del sistema. L’eta’ per potere essere eletti alla Camera e al Senato viene abbassata per ambedue le Camere (a 18 e 25 anni).



- Migliore ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni.

La riforma punta a fare chiarezza nella ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in materie molto delicate come l’energia e le infrastrutture strategiche.



- Procedimento legislativo piu’ veloce, piu’ garanzie per Governo e opposizioni.



Durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, il Presidente Berlusconi ha illustrato alcune misure del disegno di legge: " Con la riforma costituzionale verranno attribuiti maggiori poteri al Primo ministro, che potra’ anche sciogliere le Camere. Come ho tante volte affermato, si tratta di un ammodernamento costituzionale che rende il nostro sistema in grado di competere con altri paesi europei, dato che ci sara’ una sola Camera che approvera’ le leggi e il governo potra’ operare con maggiore tempestivita’ ed efficacia".



Il disegno di legge è stato approvato oggi dal Cdm con la formula ’salvo intese’. “Il 4 settembre ci sara’ il via libera definitivo. Approfitteremo della pausa estiva per fare gli approfondimenti. Verra’ costituito un Comitato a cui parteciperanno tutti i ministeri, i capigruppo di Camera e Senato, giuristi esterni. Il nostro schema di riforma – ha affermato Berlusconi - sara’ ampiamente discusso e approfondito in Parlamento”.

lunedì 18 luglio 2011

Le violazioni dei pm di Milano sono piu' gravi del caso Murdoch

QUAGLIARIELLO: Le violazioni dei pm di Milano sono piu' gravi del caso Murdoch




"In Gran Bretagna un giro di intercettazioni illecite messo in piedi da un organo di stampa privato sta scuotendo i vertici dello Stato.Da noi con il caso Ruby accadde qualcosa di piu’ grave".



Cosi’ si e’ espresso Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo Pdl al Senato. "Nel caso Ruby e’ stata la stessa autorita’ giudiziaria di Milano a compiere un monitoraggio sistematico dell’abitazione e delle conversazioni del presidente del Consiglio attraverso intercettazioni indirette e una massiccia acquisizione di tabulati telefonici. Il gruppo del PdL al Senato aveva presentato in proposito una dettagliata interrogazione parlamentare. Oggi i giudici del processo Ruby hanno respinto tutte le eccezioni della difesa, senza fornire alcuna spiegazione circa l’illecita attivita’ di controllo posta in essere nei confronti del presidente Berlusconi. A questo punto, e’ necessario che una risposta arrivi rapidamente in Parlamento, dove chiederemo che venga calendarizzata al piu’ presto la nostra interrogazione".

Il mio senso di responsabilità mi impedisce di dichiarare quello che penso

BERLUSCONI: Il mio senso di responsabilità mi impedisce di dichiarare quello che penso





"La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l’Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell’unità dell’Europa.



Le autorità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia.



Per noi, per l’Italia, è un momento certo non facile. La crisi ci coglie nel mezzo del forte processo di correzione dei conti pubblici che abbiamo da tempo intrapreso e rafforzato pochi giorni fa. La nostra capacità di mantenere i conti sotto controllo dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2009 è stata superiore a quella di altri paesi.



Gli interventi in discussione in Parlamento accelerano la riduzione del debito. Già quest’anno porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge a accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia.



Abbiamo l’Europa al nostro fianco e possiamo contare su innegabili punti di forza.



Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata.



Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione.



La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsabilità delle parti sociali.



La fiducia nello sviluppo non è mai venuta meno, neanche in momenti più difficili di questo e poggia sull’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini.



Dobbiamo essere uniti, coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale". Lo ha affermato il presidente Berlusconi dopo l’approvazione della manovra finanziaria che, dopo quella del Senato, ha ricevuto la fiducia della Camera con 314 sì e 280 no.

venerdì 15 luglio 2011

Dobbiamo essere uniti nell'interesse comune

BERLUSCONI: Dobbiamo essere uniti nell'interesse comune


La dichiarazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi



"La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l’Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell’unità dell’Europa.


Le autorità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia.


Per noi, per l’Italia, è un momento certo non facile. La crisi ci coglie nel mezzo del forte processo di correzione dei conti pubblici che abbiamo da tempo intrapreso e rafforzato pochi giorni fa. La nostra capacità di mantenere i conti sotto controllo dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2009 è stata superiore a quella di altri paesi.

Gli interventi in discussione in Parlamento accelerano la riduzione del debito. Già quest’anno porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge a accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia.

Abbiamo l’Europa al nostro fianco e possiamo contare su innegabili punti di forza.

Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata.

Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione.

La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsabilità delle parti sociali.

La fiducia nello sviluppo non è mai venuta meno, neanche in momenti più difficili di questo e poggia sull’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini.

Dobbiamo essere uniti, coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale".

Non e' in crisi l'Italia, ma l'architettura europea

TREMONTI: Non e' in crisi l'Italia, ma l'architettura europea



"Non e’ in crisi l’Italia, ma l’architettura europea". Cosi’ si e’ espresso il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti nel suo intervento all’assemblea dell’Abi, nel quale ha ripercorso quanto accaduto in questi giorni sul mercato del debito pubblico europeo, ricordando che le tensioni hanno riguardato il 40% degli stati membri.

"O l’Europa trova la forza per avanzare o l’arretramento e’ irreparabile". A riguardo il ministro ha riportato una citazione di uno statista sulla necessita’ di "cogliere l’attimo fuggente, secondo cui gli Stati esistenti sono da soli solo polvere senza sostanza".

Sulle pensioni il governo ha agito in modo equilibrato

CAZZOLA: Sulle pensioni il governo ha agito in modo equilibrato

"Per come e’ posto nel maxi-emendamento l’intervento in materia di pensioni e’ sicuramente equilibrato ed equo". Lo ha affermato Giuliano Cazzola deputato del Pdl e vice presidente della Commissione Lavoro.

"Per quanto riguarda la perequazione automatica, per le pensioni di importo fino a cinque volte il minimo Inps non cambia nulla rispetto alla normativa previgente (e quindi fino a tre volte opera la rivalutazione del 100 per cento, fra tre e cinque volte quella del 90 per cento), ai trattamenti al di sopra delle cinque volte (2.380 euro lorde mensili) non sara’ concessa rivalutazione nei prossimi due anni, tranne che per la fascia compresa fino a tre volte il minimo (circa 1450 euro mensili lordi) dove operera’ una rivalutazione del 70 per cento. In sostanza, anche i trattamenti piu’ elevati percepiranno comunque una rivalutazione piena fino all’importo di tre volte il minimo. Sono poi previsti tagli importanti sulle pensioni molto elevate. Si e’ poi rafforzata - a mio avviso si sarebbe potuto fare di piu’ - la parte piu’ debole della manovra in materia di pensioni, quella riguardante l’innalzamento della eta’ pensionabile. Positivo e’ certamente l’allungamento di quattro mesi a regime della "finestra" prevista per il pensionamento di anzianita’ con 40 anni di contribuzione e a prescindere dalla eta’ anagrafica, dal momento che questa via di uscita consente a chi e’ entrato presto nel mercato del lavoro di andare in pensione prima dei 60 anni. E’ passata sotto silenzio la norma sulla reversibilita’ cosiddetta antibadanti (che colpisce anche i cittadini italiani). Vuol dire che ci pensera’ la Consulta".

Le norme sul rimpatrio degli extracomunitari

LAFFRANCO: Le norme sulla circolazione dei cittadini comunitari e sul rimpatrio degli extracomunitari irregolari aderenti alle direttive europee



"Con le modifiche approvate abbiamo reso le norme sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e sul rimpatrio degli extracomunitari irregolari aderenti allo spirito delle direttive europee senza indebolire la tutela della sicurezza degli italiani".

Lo ha dichiarato il vicepresidente dei deputati del Pdl, Pietro Laffranco, relatore del provvedimento in commissione Affari costituzionali. "Questo governo ha fronteggiato nel migliore dei modi il massiccio flusso migratorio esponenzialmente aumentato in coincidenza degli eventi rivoluzionari in atto in tutto il nord Africa. Credo che il provvedimento contemperi le esigenze di soccorso umanitario e la necessaria sicurezza all’interno del nostro territorio. Rivendichiamo da parte dell’Europa un sostegno che non puo’ essere limitato al campo finanziario, ma un’azione di collaborazione e mutuo sostegno. Accogliere i bisognosi e’ un segno di grande umanita’ e il popolo italiano non fara’ mai venire meno lo spirito necessario. Ma farsi carico di un numero di migranti che non possiamo sostenere non sarebbe un bene per l’Italia ne’ per gli immigrati".


BERTOLINI: Il governo ribadisce la linea del rigore in tema di immigrazione

"Con il decreto, approvato oggi alla Camera, il Governo di centrodestra ribadisce la linea vincente del rigore e della vera integrazione in tema di immigrazione. Dal lato del rigore e della sicurezza vengono rafforzate le norme per l’espulsione dei clandestini e codificate quelle dei cittadini comunitari in linea con le direttive europee. Dal lato dell’integrazione per i minori stranieri non accompagnati, ma che al 18mo anno di eta’ risultano essere stati inseriti in programmi di studio o formazione, ci saranno procedure burocratiche semplificate per il rilascio del permesso di soggiorno. L’Italia sta davvero facendo scuola in tema di immigrazione".

Lo ha affermato il vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini, relatore del decreto legge per il recepimento della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari approvata oggi alla Camera. "Con queste normative ripristiniamo la possibilita’ di espellere chi non ha diritto di stare sul nostro territorio, dando nuovo impulso e mezzi nella lotta alla clandestinita’. Allo stesso tempo, smentendo i luoghi comuni piu’ demagogici, mettiamo in campo una soluzione concreta per chi, come i minori non accompagnati, hanno fatto un percorso di integrazione nel nostro Paese. Con questo provvedimento l’Italia fa un ulteriore passo in avanti nella gestione di un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione. La ricetta italiana del doppio binario, fatto di rigore e integrazione, fa si’ che in Europa esista un modello italiano di governo dell’immigrazione".

mercoledì 13 luglio 2011

Milano ai minimi dal 2009: i bancari bruciano i guadagni di due anni

da IL SOLE 24 ORE 11.7.2011

Wall Street in rosso. Milano ai minimi dal 2009: i bancari bruciano i guadagni di due anni



Dopo il venerdì nero che ha portato alla stretta decisa ieri dalla Consob sulle vendite allo scoperto, oggi i mercati hanno vissuto un altro giorno di passione e un record negativo. Borsa italiana è tornata indietro ai livelli di marzo 2009 chiudendo in calo del 3,96%, dopo aver raggiunto una perdita massima giornaliera del 4,9%. Mai così male dai giorni più bui per il mercato italiano cioè quel primo trimestre di due anni in cui si è toccato il picco più basso della crisi finanziaria scoppiata in America a settembre 2008 con il crollo di Lehman Brothers.

lunedì 11 luglio 2011

Consob: stretta sulle vendite allo scoperto

Vendite allo scoperto più trasparenti»: Consob contro gli speculatori. Assosim: ottimo compromesso


a cura di S. Natoli. Editoriale di A. Plateroti.

Consob: riunione in serata, stretta sulle vendite allo scoperto


la Consob ha approvato un nuovo regime di trasparenza in materia di vendite allo scoperto. «A partire da domani gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione». È quanto annuncia la Commissione con una nota diffusa al termine della riunione tenutasi fino a tarda sera. Il provvedimento ha efficacia da domani e resterà in vigore fino al 9 settembre 2011.

da Il Sole 24 Ore del 10.07.2011

giovedì 7 luglio 2011

LODO MONDADORI: La vicenda in sintesi

LODO MONDADORI: La vicenda in sintesi


Sabato mattina, 9 luglio, il Tribunale civile di appello di Milano, presieduto dal giudice De Ruggiero, depositerà in cancelleria la sentenza, maturata dopo sette mesi di camera di Consiglio, in relazione alla richiesta di risarcimento fatta dalla Cir di De Benedetti alla Fininvest per la questione nota come Lodo Mondadori. Un caso giudiziario lungo e complesso che si trascina addirittura dagli anni 90.

Ecco in sintesi la storia del Lodo Mondadori e le posizioni delle parti così come evidenziate in questi anni.


Negli anni ’80 la Mondadori è il principale gruppo editoriale italiano e controlla la cosiddetta Mondadori classica (libri e riviste) e il gruppo Espresso (riviste e quotidiani: Repubblica e Finegil). Nel 1988, gli azionisti Cir e Formenton sottoscrivono un accordo (segreto agli altri soci, tra cui Fininvest) per uno scambio di azioni.

Formenton, lamentando inadempienze di Cir, chiede l’intervento di un collegio arbitrale. Il Lodo Pratis (dal nome del presidente, un ex magistrato) il 20 giugno 1990, a maggioranza, dà ragione a Cir. Formenton impugna il Lodo davanti alla Corte di Appello di Roma. Intervengono anche Fininvest (alleata dei Formenton) e altri soci.

Il 24 gennaio 1991 la Corte annulla il Lodo.

Il 29 aprile 1991 si giunge alla spartizione: la Mondadori classica a Fininvest, il gruppo Espresso con Repubblica e i quotidiani Finegil a Cir. Mediatore è Giuseppe Ciarrapico, incaricato da Andreotti e voluto da Carlo Caracciolo (socio di De Benedetti).

Nel 1995, a seguito di dichiarazioni di Stefania Ariosto, la Procura di Milano inizia indagini a carico, fra gli altri, di Berlusconi e Cesare Previti, cui viene contestata la corruzione del giudice Metta, relatore nella causa d’Appello sul Lodo Pratis.

Il procedimento penale ha uno svolgimento tormentato: nel giugno 2000 tutti gli imputati vengono prosciolti "perché il fatto non sussiste", nel marzo 2001 Berlusconi viene assolto per prescrizione (applicazione delle attenuanti generiche) e la Cassazione confermerà. Previti, il giudice Metta e altri nel marzo 2003 vengono condannati dal Tribunale di Milano (Presidente Carfì) ma nel maggio 2005 la Corte di Appello li assolve tutti. Un anno dopo la Cassazione annulla la sentenza e rinvia alla Corte di Appello, che condanna e rinvia al giudice civile per la liquidazione del danno. La Cassazione confermerà.





Ad aprile 2004 Cir cita Fininvest chiedendo circa 500 milioni di Euro per danno extra contrattuale oltre interessi e rivalutazione. Sostiene, in primo luogo, che la sentenza della Corte di Appello di Roma, essendo frutto di corruzione, è una sentenza ingiusta che ha indebolito la stessa Cir nelle trattative per la spartizione dell’aprile 1991. Come domanda subordinata, si afferma che la corruzione di uno dei componenti della Corte di Appello di Roma ha privato Cir della chance di ottenere una sentenza favorevole.

Per quantificare il danno, Cir si basa sulla differenza fra le condizioni della transazione effettivamente raggiunta nel 1991 e quelle di un’altra ipotesi di spartizione del giugno 1990 (quindi prima della sentenza che annullava il Lodo), ipotesi attribuita erroneamente a Fininvest ma che di Fininvest non è (nel corso di tutto il giudizio civile Cir non riuscirà a dimostrare che questa proposta è di provenienza Fininvest).

Il 3 ottobre 2009 il Tribunale di Milano, giudice unico Raimondo Mesiano, condanna Fininvest a pagare a Cir la somma di circa 750 milioni di Euro, oltre accessori. Fininvest presenta una fideiussione bancaria per 806 milioni e Cir rinuncia all’esecuzione della sentenza fino alla decisione della Corte di Appello.





La tesi di fondo di Mesiano è sorprendente: riconosce che anche con un giudice non corrotto la Corte d’appello di Roma nel 91 avrebbe potuto giungere alle stesse conclusioni: la Cir ha torto, Lodo annullato. Ma secondo Mesiano senza la corruzione di Metta Cir avrebbe avuto ottime probabilità di ottenere invece una sentenza a lei favorevole. Stima anche, a spanne, queste probabilità o chance di Cir : 80 su 100, e in questa misura liquida il danno richiesto da Cir.

Nel marzo 2010, la Corte d’Appello di Milano dispone una consulenza tecnica d’ufficio (CTU). La consulenza, peraltro duramente contestata da Fininvest che a sua volta deposita una sua consulenza, riconosce comunque che Mesiano commette tra l’altro una serie di errori grossolani: nella valutazione delle azioni Espresso calcola un maggiore danno a favore di Cir per ben 104 miliardi di Lire, e calcola sempre a favore di Cir una cosiddetta "integrazione equitativa" di ben 92 miliardi di lire che i consulenti d’ufficio abbassano a 5,4 miliardi. Complessivamente, la consulenza d’ufficio dimezza circa la cifra stabilita da Mesiano a favore di Cir come risarcimento del danno. La Fininvest, che peraltro non è mai stata chiamata in causa in tutta la vicenda penale, sostiene di non avere alcuna responsabilità e che neppure un euro è dovuto alla Cir.

Alcune considerazioni, non solo giuridiche.

Nel 1991, la Fininvest controllava tutta la Mondadori, e la spartizione le fu imposta dalla politica, contraria a un’eccessiva concentrazione mediatica





Contrariamente alla Fininvest, De Benedetti si dichiarò soddisfattissimo. Del resto, dall’accordo ottenne una parte molto rilevante, sia dal punto di vista economico (con redditività e previsioni di crescita futura più alte) che del prestigio/peso politico: oltre all’Espresso, ebbe la Repubblica e i quotidiani locali della Finegil

La sentenza della Corte d’Appello di Roma, attorno a cui ruota tutto l’affaire, era una sentenza giusta, in linea con l’orientamento prevalente della dottrina e della giurisprudenza. In ogni caso, quindi, i giudici non avrebbero potuto che decidere come hanno deciso e la Cir non ha perso alcuna chance di vincere semplicemente perché non ne aveva.

Al di là del giudice Metta, relatore, il collegio era composto da altri due magistrati, il presidente Valente e il giudice a latere Paolini. Secondo Mesiano chi ha deciso tutto è stato Metta, il "corrotto"; gli altri due hanno fatto i "figuranti". Ma Valente e Paolini, sentiti proprio da Mesiano, hanno confermato di aver studiato bene la causa e di aver trattato approfonditamente la questione in camera di consiglio.

La perizia chiesta da Fininvest è stata disposta dalla Corte d’Appello di Milano secondo modalità che vanno nella direzione opposta rispetto a quella sottolineata da Fininvest stessa. La società, infatti, chiedeva di valutare se la spartizione fosse avvenuta, come effettivamente avvenne, a valori corretti, in linea con quelli di mercato dell’epoca. La Corte, invece, ha chiesto ai consulenti tutt’altra cosa: valutare se e quanto i valori delle società interessate dall’accordo fossero variati tra giugno 1990, data di un’ipotesi di intesa che si è voluta attribuire a Fininvest ma che non è di Fininvest, e l’aprile successivo, al momento della spartizione.

La Mondadori vale oggi in borsa poco più di 600 milioni di euro. La Fininvest ne controlla il 51%. E a fronte di questo valore Fininvest dovrebbe pagare (secondo Mesiano) un risarcimento di 750 milioni!!!!





Qui non stiamo parlando delle tasche di Silvio Berlusconi o della sua famiglia, ma di una delle principali realtà imprenditoriali del Paese, un gruppo che dà lavoro a quasi 20 mila persone, che ogni giorno versa allo Stato tra imposte e contributi più di 4 miliardi delle vecchie lire. Un gruppo che ha importanti presenze internazionali: Mediaset, ad esempio, è il primo operatore tv della Spagna, Mondadori è uno dei maggiori editori di Francia e attraverso il suo network sta esportando in tutto il mondo gli stili di vita italiani, dalla moda al design alla cucina. E’ tutto questo che si colpisce. Solo negli ultimi dieci anni il gruppo ha investito oltre 16 miliardi. La Fininvest farà di tutto per sostenere al massimo le aziende, che sono solide e ben gestite, e la loro crescita, ma è evidente che l’esproprio di risorse finanziarie così rilevanti creerebbe serissimi problemi a chiunque.

TREMONTI: Sui costi della politica un intervento radicale

TREMONTI: Sui costi della politica un intervento radicale



"Sui costi della politica l’intervento del governo ha disegnato un radicale e rivoluzionario cambiamento". Cosi’ si e’ espresso il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, spiegando il capitolo ’costi della politica’ affrontato dalla manovra economica.



"Un provvedimento che qualifica la manovra su cui si sono accumulate voci e letture. Se volete fare una riforma per legge bisogna fare una legge che rispetta la legge. Naturalmente c’e’ sempre la possibilita’ di fare atti alla Masaniello o di cambiare tutto perche’ tutto non cambi. Ma un governo deve fare le leggi: se vuoi fare una riforma devi fare la riforma per legge. Due miliardi nel 2011, sei nel 2012, 20 nel 2013 e altri 20 nel 2014, l’intervento globale della manovra economica si attestera’ sui 48 miliardi. Questi sono i numeri che manderemo in Europa.



I tagli dei costi alla politica contenuto in manovra non è demagogia, ma è stato impostato in base ad un criterio per cui nessuno potrà bloccarlo: verrà applicato mano a mano che scadono gli incarichi. Nessun Paese - ha spiegato Tremonti riferendosi all’adeguamento di tutti i titoli di compenso alla media europea - ha questo criterio. Noi crediamo sia razionale l’applicazione dei criteri europei mano a mano ci sono le scadenze. Qualcuno per demagogia potrebbe dire fatelo subito, ma in base a quanto è stato fatto con la manovra nessuno potrà bloccare niente se viene applicato il criterio del taglio via via che scadono gli incarichi"

martedì 5 luglio 2011

PdL: Il discorso di Angelino Alfano



CONSIGLIO NAZIONALE: Il discorso di Angelino Alfano





L’intervento del segretario politico del Pdl Angelino Alfano al Consiglio nazionale del 1°luglio 2011.






Cari Consiglieri Nazionali, Cari Amici,

Io non credo che sia un atto di debolezza confessare in pubblico un’emozione, e per questo vi dico che sono molto molto molto emozionato.

Presidente, questa mattina mio papà mi ha portato il fac-simile, il santino della mia prima campagna elettorale, quella al consiglio provinciale di Agrigento del 1994. Era la primavera bellissima del 1994 ed io ero un ragazzo di 23 anni che aveva appena finito gli studi a Milano, che si era ritrasferito, per amore di quella terra, in Sicilia. Vidi in televisione un imprenditore che aveva passione per la libertà, che aveva il sole in tasca, che aveva tanta voglia di cambiare il Paese. Sentii una musica straordinaria, un jingle straordinario, che emozionò milioni di italiani e, vedendo quell’uomo, sentendo quella musica, sentendo quel programma, decisi unilateralmente, perché non lo concordai con il Presidente Berlusconi perché Lui era alla televisione ed io lo guardavo dall’altra parte della televisione, decisi di aderire a Forza Italia.


A 23 anni, Presidente, credevo, vedendo Lei, vedendo quello splendido annuncio di quella sera di gennaio del 1994, credevo nel bipolarismo, credevo nella democrazia della trasparenza, credevo nel fatto che, a differenza di quanto era accaduto in passato, dovesse dirsi in anticipo chi governa e con quale alleanza. Credevo che fosse necessaria una grande riforma dello Stato, credevo che il principio fondante delle nuove libertà del nostro tempo fosse la libertà dall’oppressione fiscale. Credevo che l’Italia avesse bisogno di un vero Stato e di più società e che la forza del nostro Paese fosse nel grande cuore degli Italiani, in quei milioni di volontari che ogni giorno senza una retribuzione per puro amore si dedicano agli altri, alle finalità altruistiche. Credevo, in quel 1994 Presidente, credevo nel suo progetto, nel progetto di un idea di società nella quale chi ha talento, chi ha merito deve farsi avanti. E credevo anche che, però, una società complessa come l’Italia, avesse il dovere di difendere, di proteggere, di aiutare chi non c’è l’aveva fatta a farsi avanti ed era rimasto indietro. Credevo, nel 1994 Presidente, che il sud potesse avere un destino, che non fosse il destino ne del piagnisteo ne del venire a Roma col cappello in mano, ma fosse il destino di una generazione che doveva riscattarsi da sola, dicendo da sola e dal sud no alla mafia, no alla camorra, no alla ndrangheta, e credevo che il Nord e il Sud dovessero stare insieme sapendo che l’Italia non sarebbe grande come è se non ci fosse il nord produttivo che cresce quanto la Baviera e che porta avanti il nostro destino, e che queste due grandi aree del nostro Paese potessero stare insieme attraverso un grande partito nazionale.


Credevo, Presidente, che vi fosse un solo occidente non due occidenti, credevo che l’unico occidente che non distingue l’occidente Americano dall’occidente Europeo fosse quell’unico grande occidente in cui le libertà e le democrazie moderne si fondano sulla centralità della persona umana. Credevo che a quel partito con quel leader che mi parlava alla televisione, competesse un grande compito, quello di contribuire a fare un’Europa più grande, più bella, più forte, un’Europa nella quale si sentisse meno il peso dei burocrati e più il soffio vitale del Popolo Europeo che si esprime attraverso i diritti e i doveri dei cittadini europei. Credevo che i nostri migliori compagni di viaggio fossero degli uomini coraggiosi e generosi che avevano abbandonato tutto ciò che avevano alle spalle per costruire una destra democratica e moderna e che i nostri migliori compagni di viaggio fossero quelli che avevano fondato Alleanza Nazionale e che insieme a noi stavano governando di già i Comuni e le Provincie d’Italia ed il Governo Italiano grazie ad un vice presidente del Consiglio che già nel giugno del 94, in quel giugno in cui mi candidai la prima volta era al suo fianco e si chiamava Pinuccio Tatarella.

Non credo che ciascuno di noi possa neanche lontanamente immaginare di costruire il futuro se non ricorda da dove ha cominciato ed ecco perché ho voluto dirvi da dove ho cominciato. E di quanto sia stata bella questa strada. oggi però sono su questo podio e lo sono nella consapevolezza che altri più bravi e meritevoli di me che più forse hanno contribuito alla costruzione di questi 17 anni, avrebbero meritato di starci al posto mio. Io lo so, e so che per questo io ho il dovere dirvi che se qualcuno 17 anni fa, Presidente, mi avesse chiesto tu pensi di arrivare fino a quel podio? Io avrei detto non credo proprio, e che oggi a questo podio sono arrivato io devo un grazie a tutti Voi ed una risposta. La risposta è credevo a tutte quelle cose, oggi ci credo ancora? Credevo al bipolarismo, nella riforma dello Stato, nella libertà dell’oppressione fiscale, nell’unico grande occidente, in un leader con il sole in tasca, coraggioso capitano di impresa e di ventura, credevo che l’Italia potesse essere cambiata e il cuore degli Italiani non batte a sinistra, se la domanda è ci credi ancora è mio piacere e dovere dirvi che io ci credo ancora, ci credo con tutto me stesso, ci credo con tutta la forza di cui dispongo e credo che noi dobbiamo dare una risposta,
Presidente, ad un’altra domanda. Lei ha parlato di un nuovo inizio e lo ha fatto con il suo stile, lanciando il cuore oltre l’ostacolo e il nuovo inizio che cosa riguarda? riguarda questa bandiera questo simbolo, riguarda quello che siamo stati e quello che saremo ecco perché prima di dare una risposta a che tipo di partito vorrei che noi fossimo, intendo ringraziare di cuore i tre coordinatori , Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa perché lo dico con estrema franchezza, io conosco le regole della politica perché come dimostra il mio fac-simile il mio santino ormai milito nelle istituzioni da qualche anno, se loro avessero resistito se loro si fossero impuntati, se loro non avessero manifestato il livello un consapevolezza di generosità nei confronti del presidente Berlusconi e, per quel poco che io rappresento, anche nei miei confronti, forse noi oggi non saremmo qui a dire che nel nostro partito ha un segretario politico nazionale.

E poi vorrei ringraziare altri due uomini che hanno contribuito negli anni in cui io ho attraversato questo periodo, alla crescita dei due grandi partiti che sono stati i due affluenti del grande fiume delle Libertà, che li hanno guidati in questi anni, e sono stati Claudio Scajola e Altero Matteoli.


E se voi mi chiedete che partito vorresti, cioè che partito vorresti che oggi avesse il nuovo inizio, io vi direi un partito che ci sia tra 17 anni o tra 20 anni, come è capitato a noi, ed un partito, Presidente, in cui un giovane, un ragazzino, che oggi fa il consigliere provinciale di periferia, o un giovanotto che è tra i cento e oltre delegati giovani che sono qui presenti, in un tempo magari non troppo lontano, possa diventare il nostro segretario perché il partito gli ha dato la possibilità di diventarlo, dando lo spazio a chi ha merito! Questo è il partito che io vorrei che fosse.





E se poi Presidente, un altro di quelli che lei che dice, sempre i nostri avversari, quelli, anzi no, voglio togliere subito questo sassolino dalla scarpa, visto che lo tengo da un mese, quelli che ritengono che il Consiglio nazionale non sia un organo legittimato e legittimante nessuna elezione, quelli che non sanno che quì sono presenti, qui ora in questo momento, 400 parlamentari della Repubblica, centinaia di Consiglieri regionali eletti nei loro territori con le preferenze, quelli che non sanno che qui sono presenti i Sindaci delle città capoluogo governate dal PDL, i Presidenti di provincia, che qui sono presenti i Capigruppo in Consiglio Provinciale, i capigruppo in Comune e grande città eletti col PDL, quelli che vengono dal territorio, quelli che hanno i voti, sono qui presenti oggi.





Ai nostri avversari che non sanno o che fanno finta di non sapere che qui sono rappresentati milioni di storie di cittadini che hanno votato per noi, che qui sono rappresentati i nostri elettori, Presidente, che qui sono rappresentati coloro i quali ci credono, da Bolzano ad Agrigento, dall’estremo nord dove davvero c’è il confine con l’Europa all’estremo sud dove comincia il confine con l’Africa, perché l’Italia ricordiamocelo sempre, è anche questo. Ha due confini ed è uno dei pochi Paesi che ha i confini con due continenti.

Qui ci sono quelli della sponda sud e del confine nord dell’Italia.

A questo nostro popolo, Presidente, noi dobbiamo dare una certezza: noi continueremo ad esserci.





E sapete perché? Non perché ci siamo o ci saremo noi, ma perché ci sono i nostri valori e questi nostri valori non li abbiamo inventati noi, perché noi non siamo un partito antico-vecchio, un partito che intende organizzare la società. No! Noi intendiamo continuare a raccogliere il soffio vitale che viene dalla società e tradurlo in azione di Governo.

Perché noi chi siamo? Noi siamo quelli; Presidenti, che hanno alcuni valori: la vita, da noi ci sono laici e ci sono cattolici, ma tutti pensano che la vita qualcuno la da e qualcuno la toglie, e quel qualcuno non è il Parlamento!

Da noi ci sono laici e ci sono cattolici, ci sono uomini coniugati e uomini separati. Ma tutti credono che il nucleo essenziale della società sia la famiglia composta da un uomo, da una donna che fanno figli e che facendo figli alimentano il destino di una comunità

E qui ci sono, Presidente, quelli che in Italia, anche nell’ultimo paese di periferia, rappresentano l’idea che la persona viene prima dello Stato, e che lo Stato non da i diritti alla persona: li riconosce.





E noi siamo quelli che credono nella libertà di educazione, nella libertà di un papà e di una mamma di scegliere il modello educativo per i figli, attraverso una libertà di scelta in cui mai viene messo in dubbio il significato della scuola pubblica, ma in cui papà e mamma hanno la libertà di scegliere il modello educativo per i figli.

Ci siamo qui quelli che credono che la più grande delle oppressioni statali può essere quella fiscale, e che l’oppressione fiscale ha però anche una sua dinamica selettiva, cioè una quota di fisco libero, ed è l’otto per mille, attraverso il quale lo Stato dice al cittadino: decidi tu a quale ambito devolvere un pezzo dell’imposizione statale. Questo grande spazio di libertà noi continueremo a coltivarlo perché ci crediamo fino in fondo.





E poi noi crediamo, Presidente, aldilà delle formule “libertà di mercato” o “economia sociale di mercato”, noi crediamo in una cosa, che la società faccia spesso, più e meglio dello Stato ,alcuni mestieri che è meglio che lo Stato non faccia. E che questo principio si chiama sussidiarietà. E che la sussidiarietà è il modo più moderno di declinare il principio di libertà. E che noi siamo il partito della sussidiarietà. Ecco, questo noi siamo e questi sono i nostri valori.

Ecco perché io dico che noi siamo questo, Presidente, perché nessuno è riuscito a smentire che noi siamo tutto ciò in questi 17 anni della nostra storia. Non abbiamo mai votato una Legge incoerente col principio della vita, col valore della vita, della famiglia. Non abbiamo mai votato una Legge che fosse contro la sussidiarietà, non abbiamo mai votato una Legge che accentuasse l’oppressione fiscale, non abbiamo mai votato una Legge che andasse in una direzione contraria ai rapporti con quell’unico occidente.

Noi siamo, dobbiamo rendercene conto, un Governo che ha ottenuto in questi tre anni grandi risultati. E non è una pura elencazione di risultati.







Dire, Presidente, che noi abbiamo tenuto i conti in ordine, o dire che noi abbiamo fatto tutto ciò che gli altri avevano detto di voler fare e non avevano mai fatto, cioè abbiamo fatto le leggi dei sequestri contro la criminalità organizzata. Dire che abbiamo fatto la riforma della scuola, la riforma della giustizia civile, abbiamo innovato la pubblica amministrazione, abbiamo reso grande il nostro Paese rispettando gli impegni internazionali e abbiamo salvato centinaia di migliaia di posti di lavoro attraverso i cosiddetti ammortizzatori sociali e facendo si che fossero evitate grandi crisi aziendali.

Lo abbiamo fatto con il lavoro dei nostri parlamentari, che io ringrazio qui di cuore per il sostegno leale dato al Governo e per tutto quello che hanno fatto in questi anni.

E lo abbiamo fatto, mi sia permesso senza piaggeria, al Senato, anche grazie alla guida di un Presidente, che meno male che l’avevamo, e cioè Renato Schifani, la cui presenza qua mi fa tanto piacere perché la leggo anche come un atto di affetto personale.

Cioè Presidente, noi che cosa abbiamo fatto?! Siamo stati riformatori in tempo di crisi, siamo riusciti ad essere riformatori in un tempo di crisi. Abbiamo chiesto agli italiani sacrifici sostenibili per non fare pagare domani ai loro figli, ai nostri figli, il costo salatissimo di un Paese al disastro.





Abbiamo chiesto agli italiani un sacrificio sostenibile perchè poi i loro figli non pagassero un conto più salato: l’abbiamo fatto per i loro figli, non l’abbiamo fatto per noi. Noi abbiamo voluto dare l’esempio con i costi della politica tagliando prima che i condomini dei palazzi delle periferie e chi vive là dentro, i costi di chi vive là dentro, tagliando i condomini della politica. Non lo abbiamo fatto per la cifra economica del risparmio, lo abbiamo fatto per la cifra etica rappresentata dal fatto di cominciare da noi stessi.



Abbiamo fatto tutto, Presidente? La domanda è, diciamolo con serietà agli italiani: abbiamo fatto tutto? Abbiamo fatto esattamente tutto quello che avremmo voluto fare? No. Abbiamo fatto tutto il possibile. Abbiamo fatto esattamente tutto ciò che la crisi ci ha consentito di fare.







Questa è la verità.

Noi non abbiamo fatto tutto ciò che avremmo voluto fare: abbiamo fatto tutto ciò che era possibile fare.

Perchè siamo nel tempo delle formiche e non delle cicale. E allora dobbiamo chiederci che cosa sia governare in tempo di crisi. Ne parlavo l’altro giorno col Presidente quando lui diceva in Parlamento tutti i governi occidentali hanno perso. Hanno perso perchè la crisi ha fatto sì che un’alternanza destra/sinistra, ma vi fosse un pendolo battente sempre contro i governi in carica. Perchè il popolo con chi deve prendersela se le cose non vanno bene? Con il governo in carica.

Però noi dobbiamo essere consapevoli di cosa è la leadership in un tempo di crisi e cosa significhi governare in un tempo di crisi.







Io ci ho riflettuto e penso che innanzitutto significa dare la tranquilla certezza che il Paese è in mani sicure. La tranquilla certezza significa che noi proteggeremo con tutte le nostre forze il tenore di vita degli italiani, il loro benessere, il benessere che hanno saputo conquistarsi con i sacrifici di una vita.

E poi non dobbiamo occuparci solo di difendere e proteggere il tenore di vita degli italiani che è sotto attacco di una crisi che non è dipesa da noi: dobbiamo dare una chance anche ai loro figli, dobbiamo dare una chance ai più giovani che quel benessere vogliono conquistarselo.

Ecco perchè noi dobbiamo promuovere sempre più, anzi dobbiamo diventare sempre più il partito del merito e del talento. Perchè senza merito e senza talento non vincono i migliori, non vincono i migliori.



E abbiamo chiarissimo il problema del precariato e proprio per questo ringraziamo chi al Governo, a cominciare dal ministro Sacconi, si è battuto in questo senso. E proprio perchè lo abbiamo chiaro diciamo che noi sulla capacità lavorativa di questi ragazzi investiamo fino in fondo.







Poi c’è un altro aspetto che il Presidente Berlusconi aveva messo, a proposito di governare in tempo di crisi, al centro della nostra agenda politica e dobbiamo rimetterlo al centro, presidente, grazie al contributo delle Regioni.

Parto da lontano e poi ci arrivo. Il precariato che cosa produce? Il precariato produce anche difficoltà di accesso al credito. E ciò cosa produce? Produce il fatto che non si possa avere la casa, perchè va in banca e il precario non ha diritto al mutuo. E quando non hai la casa non ti sposi e se non ti sposi non fai figli, ti sposi tardi e ne fai o zero o uno. E cala la demografia del nostro Paese. Ecco perchè noi in una futura agenda di Governo che è quella del prossimo biennio, Presidente, dobbiamo rimettere al centro quel tema della casa che è il motore anche delle politiche demografiche, delle politiche familiari per la tradizione e la storia del nostro Paese.







Significa, governare la crisi, creare una società più giusta. E questo si fa anche attraverso la lotta all’evasione fiscale. Diciamolo. E lo dobbiamo dire veramente. La lotta all’evasione fiscale, fatta senza angherie ma rispettando la legge, è un pilastro per la costruzione di una società più giusta, per fare sì che ciascuno paghi il giusto ed evitare che i furbetti non paghino il proprio facendo pagare il conto alle persone oneste. E anche questo significa tagliare gli sprechi.







E siamo però tutti consapevoli che queste sono risposte locali a problemi globali, perchè la crisi è globale. E che noi spesso con le politiche economiche del nostro governo ci siamo trovati con l’estintore a Roma, a spegnere un incendio che era stato appiccato dall’altra parte dell’oceano, dall’altro capo del mondo. E con l’estintore di roma da Roma non riesci a spegnere un incendio appiccato dall’altra parte del mondo.







Domanda, altra domanda: siete convinti che in questo tempo di crisi e illustrati questi risultati del nostro governo in questi tre anni, la sinistra avrebbe potuto fare meglio di noi? Cioè, questa sinistra avrebbe potuto fare meglio di noi? Allora dobbiamo ricordarlo tutti, perchè altrimenti entriamo nella trappola psicologica dei nostri avversari: gli ultimi sedici anni del nostro Paese sono stati governati otto anni dal centrodestra e otto anni dal centrosinistra. Metà l’uno. Il nuovo contatore comincia a decorrere a partire da questo giugno. Otto anni l’uno. Poi non è colpa nostra, se loro hanno avuto in questi anni di governo o di opposizione Occhetto, Prodi, D’Alema, D’Alema bis, Giuliano Amato, la candidatura di Rutelli, poi di nuovo Prodi, poi ha perso Veltroni... e noi abbiamo avuto sempre Berlusconi. Mica è stato sorteggiato: ha vinto! Quindi non è colpa nostra se gli italiani si ricordano più di Berlusconi, perchè quelli hanno l’indice di volatilità dei leader superiori a quelli delle borse asiatiche! Cioè dei titoli delle borse asiatiche.







La sinistra ha avuto la chance di governare il Paese: l’ha avuta due volte. E non l’ha saputa sfruttare: perchè? Perchè non ha prodotto riforme e ha dato instabilità. Noi abbiamo saputo creare stabilità e riforme e oggi abbiamo l’onestà di dire anche in presenza della sconfitta alle elezioni amministrative che la sinistra è prigioniera di tre radicalismi: un radicalismo etico, un radicalismo sociale e un radicalismo giudiziario. E se voi ci riflettete, non è la nostra opposizione parlamentare ad avere vinto le elezioni amministrative, ma sono esattamente questi tre radicalismi, che tengono sotto scacco la nostra opposizione parlamentare, il Pd, rendendola prigioniera ed impedendole di diventare un grande partito riformatore italiano. Sennò come si spiega l’idea che lo stesso Veltroni aveva concepito le primarie e la vocazione maggioritaria per darci un taglio con questo caravan serraglio che era la loro coalizione!







Sulla loro coalizione solo una cosa. Vedete, noi abbiamo avuto tre fasi: il Polo delle libertà, la Casa delle libertà e il Popolo delle libertà. Al centro sempre un valore. E loro? Hanno avuto: asinelli, magherite, quercie, ulivi, animali e piante al posto di un valore!

Del resto chiedetevi perchè non vanno mai oltre, quando parlano dei loro valori, oltre il riconoscersi nella Costituzione. Anche noi ci riconosciamo nella Costituzione. E anche noi, come loro, pur riconoscendo la sacralità della Costituzione e soprattutto della sua prima parte, anche noi, come loro, vogliamo cambiarla laddove c’è da ritoccarla. Anche loro l’hanno cambiata e hanno tentato anche loro di cambiarla. Perchè non vanno oltre? ’Ah, noi ci riconosciamo solo nella Costituzione’, come se la squadra di calcio invece di chiamarsi col nome si chiamasse Regolamento. Perchè appena superano il recinto della Costituzione e individuano un valore, litigano. Noi qua abbiamo potuto dire vita, persona, famiglia, solidarietà, comunità, sussidiarietà, abbiamo potuto dire cinque, dieci nostri valori di riferimento. Provate a farli dire a loro! La Costituzione! La Costituzione: perfetto. Il regolamento siamo d’accordo. Ma noi in più abbiamo i valori!







Poi se qualcuno di voi, o dei cittadini che ci sentono e ci ascoltano, in questi tre anni di opposizione a Berlusconi a parte i vari tifi per cui hanno tifato da Spatuzza … cioè hanno fatto il tifo per chiunque, avete capito qual’era la proposta alternativa? Cioè c’è qualcuno di voi in grado di dire sui grandi temi del nostro tempo in Italia, quale fosse la proposta alternativa, quale sia stata la proposta alternativa della sinistra? Non c’è, tant’è che i sondaggi anche quando sono in calo per noi, appena c’è il sondaggio sulla credibilità dell’opposizione è ancora più giù rispetto a quello della maggioranza. Ed ecco perché noi abbiamo una sfida ed è una sfida importante perché lo che diceva pocanzi il Presidente, il nostro popolo è ancora lì, cioè il popolo dei moderati italiani non se ne è andato, è li ed è li in attesa del fatto che noi gli diamo delle altre buone ragioni per non andare a votare e piuttosto per votare per noi, cioè il popolo dei moderati d’Italia non è andato a sinistra. Il popolo dei moderati d’Italia è pronto a votare nuovamente per noi se solo noi , NOI, saremo in grado di dare un buon motivo non per votare a sinistra, perché non li votiano, ma per rivotare per noi.





E due anni, due anni sono tanti ecco perché noi dovremmo fare una grande sforzo. Il grande sforzo è di andare a chiedere quel voto con orgoglio, è una grande gara tra il nostro orgoglio e i loro pregiudizi. Noi dobbiamo andare a chiedere il voto con il nostro orgoglio, consapevoli delle nostre ragioni e anche fiduciosi sui loro torti. Se noi faremo questo, ci toccherà ancora una volta di governare questo Paese e lo faremo sotto le nostre insegne e sotto le nostre bandiere. Perché noi non abbiamo solo una storia quella che abbiamo raccontato di 17 anni, non abbiamo solo dei valori, abbiamo anche una prospettiva che è quella del Partito Popolare Europeo.

Il Presidente ha parlato del suo testamento politico, della sua eredità politica in Parlamento, ha detto che questa vuole che sia la sua eredità politica. Oggi, qui, ha detto, ed è il secondo motivo di dissenso che io evidenzio nei confronti del presidente del Consiglio, che questo sarà il suo lascito politico. Ecco presidente io vorrei dirle che noi non abbiamo alcuna fretta, noi tutti, ne’ di lasciti ne’ di eredità. Noi abbiamo bisogno del suo entusiasmo, del suo sorriso, della sua voglia di vincere, della sua voglia di credere che lei ancora una volta vincerà le elezioni politiche nel 2013. Lo costruiamo insieme il Partito dei Popoli Europei, il Partito del Popolo Europeo. Non abbiamo bisogno né di lasciti né di eredità.





Lo dobbiamo costruire insieme, non lo vogliamo donato in eredità. E per costruirlo insieme, la mia opinione ,Presidente è che dobbiamo lanciare una grande costituente popolare con chi è disponibile ad avviarsi su questa strada e su questo progetto, e siccome dopo questa mia affermazione qualcuno andrà a fare l’intervista ad un po’ di esponenti del centro politico italiano, per dire cosa rispondete? Noi dichiariamo sin d’ora che noi non attendiamo risposta nel pomeriggio o domani mattina, perché questo è un processo importante e delicato e non un tele quiz. Non abbiamo fretta di avere una risposta.





Possono, i nostri amici, quelli a cui ci rivolgiamo a cui il presidente si è rivolto e ci rivolgeremo in futuro, calma non c’è bisogno che ci dicano oggi pomeriggio o domani mattina, il nostro è un ragionamento serio abbiamo anche i voti in parlamento senza di loro e quindi non abbiamo bisogno, cioè non siamo alla ricerca di dieci voti in parlamento. Abbiamo ottenuto tante fiducie. Il nostro è un processo costitutivo serio di una grande area che aggreghi la maggioranza degli italiani moderati alternativi alla sinistra e che tenga insieme nel nostro Paese tutti coloro i quali ci hanno creduto.

Occorrerà ricominciare a riflettere sui valori fondanti, per cui Sandro, fatemi l’applauso questa volta ve lo chiedo io, fallo Gubbio e smettila con sta cosa non si fa più Gubbio perché per ora sei un poco depresso, perché Gubbio lo facciamo di nuovo quest’anno anche contro la tua volontà.





No, perché forse voi non lo sapete, ma adesso tra di noi, ah, Sandro non lo vuole fare più Gubbio, e lo porteremo con il pulmino fino a Gubbio organizziamo e lo portiamo, perché in questi tre anni, anche su questi temi, avendo governato non abbiamo riflettuto abbastanza e noi dovremmo darci un di più di riflessione sui nostri valori sulla nostra identità, sulle tradizioni che ci hanno portato sin qui, perché più robuste saranno quelle radici, più profonde saranno quelle radici, più lungo sarà il nostro cammino e più gioiosa sarà la nostra strada. E occorre rifletterci su questo, occorre rifletterci anche nel rafforzamento del nostro partito perché l’idea di immaginare una grande costituente popolare non significa che nel frattempo non ci organizziamo, cioè aspettando la costituente non molliamo la presa sull’organizzazione del pdl .Perché noi dobbiamo fare un partito serio, sapete in che cosa si esprime la serietà? Su un binomio che a volte, presidente me lo permetta, a volte la sua eccessiva … lei ha sempre detto che il nostro grazie a lei è un partito monarchico e anarchico, poi lei si è annoiato di fare il monarca ma gli altri non si sono annoiati di fare gli anarchici.

Allora, tutti insieme, voglio usare questa espressione tutti insieme, tanto tutte le cose che sto per dire non posso farle tutto da solo, per due motivi: primo perché non sono un megalomane e poi perché non è possibile: tutti insieme, ecco perché ci sarà bisogno di creare una squadre di creare dei gruppi che davvero lavorino su queste cose che sto per dire, dobbiamo creare un meccanismo semplice semplice, perché se c’è l’una senza l’altra le cose non funzionano, se c’è l’altra senza l’una le cose non funzionano lo stesso: regole, regole e sanzioni





Cioè non è possibile che uno del PDL a cui non piace il candidato sindaco si fa la lista coca cola e si presenta alle elezioni.

Se vuole fare la lista coca cola, poi si resti con la lista coca cola per tutta la vita mettendoci la faccia e vediamo dove arriva senza il PDL o senza i partiti di appartenenza.

Altra cosa la meritocrazia all’interno dei territori soprattutto. Noi dobbiamo costruire un partito nel quale, lo diciamo con una metafora, un figlio di papà un po’ asino e scemo non possa battere un ragazzo intelligente e squattrinato.

Noi dobbiamo costruire un partito in cui tutti possano partecipare ma stiamo attenti a non commettere gli errori della prima Repubblica: primo noi dovremo aderire ad un qualcosa, quindi non si aderisce al PDL per fare una gara interna, si aderirà ad un manifesto di valori e ad una identità vera e propria aderita alla quale poi si ci occupa dell’organigramma, ed inoltre, noi dobbiamo fare si che non ci sia qualcuno che trova, magari in modo apparentemente lecito e fra tre o quattro anni leggiamo le intercettazioni sui giornali, perché, cioè presidente io lo dico chiaro: noi dobbiamo lavorare per un partito degli onesti.





Lei è stato perseguitato dalla giustizia, perché nel ’94, quello del mio facsimile, lei aveva 58 anni, non è possibile che fino a 58 anni non le sia successo niente e da quando è entrato in politica le è successo di tutto in riferimento a fatti di prima. Lei è stato un perseguitato.

Con onestà, visto che è un nuovo inizio, noi dobbiamo dire che non tutti lo sono.

Ed è il motivo, Presidente, per cui noi dobbiamo avvistare in anticipo, perché una tra le grandi cose che il presidente Berlusconi ci ha lasciati in questi 17 anni - no vorrei che su questo ci facessimo mente locale perché poi ci si abitua no? è come se adesso ci facessero passare dalla televisione a colori al bianco e nero e non ci siamo più abituati, alcuni non l’hanno ancora conosciuta - noi siamo stati abituati da lei al fatto che i soldi nel partito li mettesse lei e questa è una abitudine che ha creato una sana profilassi all’interno del partito, ecco perché noi siamo stati sin qui il partito degli onesti che non hanno rubato e che non hanno patito fenomeni endemici di corruzione, ma se a me mi si chiede di essere alla guida di un partito che costruisce il partito delle tessere, per comprare le quali ci vogliono milioni di euro per procurarsi i quali ci vuole dell’altro….

Dunque è un partito che si costruisce con dosi massicce, molto massicce di partecipazione popolare, mi permetto di aggiungere a basso costo, quasi gratis, in modo tale che vinca chi ha la gente, chi ha i voti, non chi ha i soldi.

E poi Presidente la ringrazio per avere detto nella sua premessa il punto cruciale che ci ha portato qui. La nomina del segretario politico significa la fine del 70 e 30.

100% PDL!


Non c’è più il 70% di Forza Italia e il 30% Alleanza Nazionale : c’è il 100% PDL! E dentro questo 100% ci sono anche gli altri fondatori, ci sono gli amici democratici cristiani che hanno aderito, ci sono i socialisti che hanno aderito, ci sono tutti coloro i quali tre anni fa fecero la scelta. 100% pdl, per fare che cosa? Tutto quello che ci siamo detti: elezione diretta dei coordinatori, primarie, attenzione, attenzione, no attenzione, prima dell’applauso sulle primarie, le primarie non sono il fine, sono il mezzo, il fine è vincere le elezioni. Cioè Veltroni nel 2007 ha fatto le primarie e nel 2008 ha perso le politiche, quindi ci vogliono consapevolezze. Noi dobbiamo organizzare il modo migliore perché noi possiamo riuscire a selezionare sui territori, per il partito cioè, e per gli enti locali, i nostri migliori uomini, perché noi dobbiamo creare, per fare questo partito, dei sensori attenti alla società e per farlo ci vuole la partecipazione in modo tale che la partecipazione più ampia possibile genera la scelta dei migliori. Questo noi dobbiamo fare. A questo serviranno le primarie per la indicazione dei leader degli enti locali e l’elezione diretta dei coordinatori locali, a questo serviranno, alla selezione dei migliori.

E poi dobbiamo tirare su una nuova generazione di giovani. Se io, se io presidente che sono qui giovane, ero già candidato alle provinciali del ’94, vuol dire che il nostro partito è pronto per la terza selezione di una nuova classe dirigente. E’ pronto. Peraltro sarà ancora di più una generazione fatta di ex nulla: 100% bipolare, nel senso del bipolarismo, non della malattia psichiatrica, 100% bipolarista, 100% seconda Repubblica.

Detto questo, lo dico con altrettanta franchezza, non sono convinto che sia sufficiente essere giovani per essere i migliori!

Ci sono giovani con vecchie abitudini che non meritano di entrare in pista e ci sono meno giovani che non meritano di uscire dalla pista, diciamocela con franchezza.

Presidente chiudo per dire che cosa? Chiudo per dire che io intendo restituire al mio partito gli onori, le gioie, le soddisfazioni che il mio partito mi ha dato fin qui.

Perché anche quando divenni ministro nel 2008, io ebbi un grande, un grandissimo onore, e in quella circostanza, anche in quella circostanza pensai che c’erano donne e uomini nel nostro partito migliori di me che avrebbero potuto ben fare meglio di me quella...

Eppure quella soddisfazione è stata data a me.

Ecco perché io, con la stessa serenità con cui ho varcato il portone di Palazzo Piacentini in via Arenula, lo varcherò all’uscita, grato per l’onore che mi è stato dato, gratificato per le cose che ho potuto fare, con qualche rimpianto per ciò che non ho potuto fare e convinto di aver servito bene il partito.

Ma, soprattutto, convinto di avere servito bene le istituzioni con onore e con decoro.

E oggi per restituire tutto questo al mio partito, sceglierò di dimettermi non appena il codice antimafia e la semplificazione dei riti saranno approvati. Sceglierò di dimettermi avendo dei predecessori che non lo hanno fatto.

I governi di centro sinistra hanno avuto ben due Guardasigilli che hanno svolto la funzione di partito ai vertici.

E però scenderò senza rimpianti dalla scaletta del volo di stato per riprendere il treno, l’auto e il volo di linea, per viaggiare insieme a voi l’Italia, per girare l’Italia e costruire insieme a voi un altro trattino del sogno che ci ha abituati a vivere Silvio Berlusconi dal 1994, non dimenticando mai, e credo che dentro di se ciascuno abbia questa consapevolezza, non dimenticando mai che ciascuno che fa politica non lo fa solo per lo stipendio, per l’onore, per la carta patinata, per la gloria, alla fine ci si stanca anche di quelli, a maggior ragione chi ha lavori che potrebbero consentirgli altri guadagni, non lo si fa solo per quello, lo si fa perché si ha un fuoco dentro e un obiettivo che magari non si dice ed è quello, mi sia perdonato ma lo dico con grande sincerità e senza enfasi, è quello di lasciare, quando ci toccherà di farlo - le carriere politiche non sono infinite - lasciare quando ci toccherà di farlo un ricordo ai nostri figli, per dire tuo papà ha fatto politica credendo di contribuire a costruire un mondo migliore.

Spera di esserci riuscito.



Vi ringrazio.

lunedì 4 luglio 2011

Con Alfano alla guida nuovo dialogo con l'Udc

CICCHITTO: Con Alfano alla guida nuovo dialogo con l'Udc

L’intervista del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto a "Il Giornale"

Onorevole Fabrizio Cicchitto, Casini legge nella nomina di Alfano il segnale dell’esaurimento della parabola di Berlusconi. Condivide questa lettura?

"Ovviamente no. È evidente a tutti che dopo una sconfitta elettorale netta bisognava dare una risposta seria e non di facciata. Era suonato un campanello d’allarme che abbiamo ascoltato".





Ma i ruoli di Berlusconi e Alfano sono conciliabili?

"Berlusconi continuerà ad esprimere la premiership e si concentrerà sull’iniziativa di governo, Alfano dedicherà la sua attenzione al partito con compiti politici e organizzativi".


Perché la scelta è caduta proprio su Alfano?

"È la persona più adatta per lanciare un segnale a una fascia del nostro elettorato che richiede un messaggio pacato e razionale. Un elettorato collocato nell’area di centro che non ha condiviso i toni dell’ultima parte della campagna elettorale".





Alfano ha l’identikit giusto per parlare a questa fascia di scontenti?

"Alfano è un giovane cattolico che ha le caratteristiche adatte per riannodare quel rapporto con il Ppe che è stata una delle intuizioni più importanti di Berlusconi. Potrà sviluppare la sua azione politica verso il centro e aprire un confronto non occasionale con l’Udc".

Operazione non facile a giudicare dalle dichiarazioni di Casini.

"Casini è in una posizione in cui finge di essere tranquillo. Ma sa bene che per lui la situazione è complicata".

Il leader Udc definisce «catastrofico» il bipolarismo italiano.

"Oggi in Italia il bipolarismo è atipico ed estremizzato. Ma la responsabilità è del Pd che lo interpreta come demonizzazione di Berlusconi, attraverso un uso della giustizia e un moralismo saccente che mi auguro sia usato meno visto ciò che emerge da una serie di vicende che se fossero capitate al centrodestra sarebbero già state codificate dalla grande stampa come una sorta di P5. Ma mi sembra che su questo ci sia una certa tendenza a sorvolare. Comunque non mi pare che il bipolarismo nella sua espressione fisiologica abbia alternative".


Perché sostiene che l’Udc si trovi in una situazione di finta tranquillità?

"Perché il rapporto preferenziale che poteva esserci con il Pd è rimesso in discussione dall’organicità della coalizione politica tra Pd, Idv e quella Sel che adesso sta guidando la contestazione alla Tav. È in corso un avvizzimento estremista dovuto al fatto che Bersani non ha la personalità politica per essere un leader carismatico ed è costretto a recuperare le posizioni più forzate dei suoi alleati per cavalcare la tigre. In questo modo il Pd finisce sempre per andare a rimorchio".


L’Udc rischia quindi di mettere a repentaglio il suo rapporto con l’elettorato moderato?

"Certo. Ma è altrettanto evidente che con l’operazione Alfano il Pdl accentua la sua collocazione al centro e apre un dialogo, a condizione che l’Udc riesca a coglierlo".

Come risponde a chi teme che l’elezione di Alfano sia soltanto la foglia di fico per il mantenimento dello status quo?

"C’è la volontà di tutti di rilanciare il Pdl. Ho sempre sostenuto, anche al massimo della dimensione carismatica di Berlusconi, che ci volesse un partito forte. Il compito di Alfano non sarà facile. Si tratta di trasformare un partito a guida carismatica e a organizzazione verticistica in una formazione con una vera dimensione democratica".

Le primarie si faranno davvero?

"Fin quando ci sarà Berlusconi sarebbe ridicolo farle per la premiership ma per tutto il resto le ritengo necessarie".

Teme il proliferare di correnti nei prossimi mesi?

"È necessario che le fondazioni facciano le fondazioni quindi producano stimoli culturali e non siano correnti surrettizie. Per il resto è importante capire che tanta gente si avvicina ai partiti anche solo per avere luoghi di confronto. Trovo singolare che, dopo un’elezione non andata bene, non siano state convocate riunioni sul territorio. Serve umiltà da parte della classe dirigente. Con l’arroganza non si vince".
Cambia qualcosa nella gestione del gruppo con la nomina di un segretario politico?

"Ho già convocato il gruppo per domani per un incontro con Berlusconi e Alfano. Nessun problema. Alfano non è certo un dilettante allo sbaraglio ma una persona con un notevole spessore politico e culturale".

L’Italia si ritrova a fare i conti con la violenza degli anti-Tav. La politica riuscirà a governare paura e demagogia?

"Me lo auguro. Questa è l’ora della verità. Ci troviamo di fronte al contrasto violento di una grande opera pubblica. A Grillo vorrei dire che gli eroi sono solo gli operai e i poliziotti, non chi fa della delinquenza politica. Quello che sta accadendo è gravissimo soprattutto perché la contestazione è condotta in prima linea da Sel e Verdi e questo pone un problema enorme al Pd".
PdL

Modifiche statutarie per raccordare le funzioni del Segretario Politico al Pdl

STATUTO: Modifiche statutarie per raccordare le funzioni del Segretario Politico al Pdl






Signori consiglieri,



come è noto, il 1 giugno scorso l’Ufficio di Presidenza su proposta dei Coordinatori Nazionali ha delegato il Presidente Berlusconi a sottoporre al Consiglio Nazionale le opportune modifiche statutarie per raccordare le funzioni del Segretario Politico Nazionale all’attuale impianto organizzativo del Popolo della Libertà.



Nell’esercizio di tale delega, il presidente Berlusconi ha predisposto le seguenti modifiche statutarie, che si sottopongono alla approvazione del Consiglio nazionale, ai sensi dell’art. art.52 dello Statuto.



• Dopo l’art. 16 è inserito il seguente



Art. 16 bis – Il Segretario Politico Nazionale



Su proposta del Presidente Nazionale, l’Ufficio di Presidenza indica al suo interno, a maggioranza assoluta dei suoi membri, il Segretario Politico Nazionale. Tale indicazione dev’essere approvata a maggioranza semplice dal Consiglio nazionale immediatamente successivo. Il Segretario Politico Nazionale dura in carica per un periodo massimo di tre anni. Cessa in ogni caso dall’incarico in occasione del Congresso Nazionale ordinario. E’ rieleggibile



Il Segretario Politico Nazionale è l’organo esecutivo del Popolo della Libertà. Al Segretario Politico Nazionale il Presidente può delegare l’esercizio di funzioni e competenze. Il Segretario Politico Nazionale dà attuazione alle deliberazioni e agli indirizzi decisi dal Presidente, dall’Ufficio di Presidenza e dalla Direzione Nazionale. Sovrintende a tutta l’attività della struttura nazionale e degli organi territoriali.



Il Segretario Politico Nazionale può avocare a sè decisioni spettanti agli organismi territoriali in caso di particolari necessità.



E’ conferito al Segretario Politico Nazionale il potere di utilizzare i contrassegni elettorali del Popolo della Libertà e di presentare e depositare liste e candidature elettorali, determinate ai sensi del presente Statuto, in sede nazionale e locale; le funzioni connesse a tali attività possono essere svolte a mezzo dei coordinatori nazionali o di procuratori speciali all’uopo nominati .



Il Segretario Politico nazionale detta le direttive e gli indirizzi al Segretario amministrativo nazionale in ordine all’attività negoziale necessaria per il raggiungimento dei fini associativi e per la corretta gestione amministrativa del Popolo della Libertà, per la redazione del rendiconto economico dell’esercizio e la predisposizione del bilancio preventivo, entrambi da sottoporre all’approvazione della Direzione nazionale. Detta inoltre al Segretario amministrativo nazionale e al suo Vice le direttive e gli indirizzi per la gestione dei fondi destinati alle campagne elettorali e per la raccolta dei fondi.





• L’art. 17 è interamente sostituito dal seguente



Art. 17 - I Coordinatori Nazionali



Il Presidente Nazionale nomina tre Coordinatori Nazionali tra i componenti della Direzione Nazionale.



Il segretario Politico Nazionale si avvale dei Coordinatori Nazionali ai quali, in accordo con il Presidente Nazionale, può delegare, congiuntamente o disgiuntamente, poteri per l’espletamento dei compiti di cui al precedente articolo. I tre Coordinatori Nazionali hanno collegialmente il compito di ausilio del Segretario Politico Nazionale nei casi di urgenza e/o necessità, in cui lo stesso avoca a sé decisioni spettanti agli organismi territoriali, e nelle attività di cui ai commi IV e V dell’art. 16 bis





Per coordinare l’impianto complessivo dello Statuto con l’introduzione della figura del Segretario Nazionale, si chiede anche l’approvazione delle seguenti ulteriori modifiche:



• All’art. 11, che definisce gli organi nazionali, è inserito dopo l’Ufficio di Presidenza, il Segretario Politico Nazionale.



• Agli articoli 21, 22, 23, 24, 25, 29, 37 e 48, nonché nelle norme transitorie, le parole Coordinatori Nazionali o Comitato di Coordinamento sono sostituite con le parole Segretario Politico Nazionale.



Il Presidente Nazionale si intende autorizzato ad ogni ulteriore necessario coordinamento del testo alla luce delle nuove norme approvate.

Alfano e' la persona giusta per il Pdl

BERLUSCONI: Alfano e' la persona giusta per il Pdl



Il presidente Silvio Berlusconi ha proclamato Angelino Alfano segretario politico del Pdl , invitando la platea del Consiglio nazionale a decretarne la nomina con una acclamazione.


"E’ la persona giusta" ha sottolineato il nostro premier che ha rivolto un ringraziamento ai coordinatori Bondi, Verdini e La Russa. "Da tutti noi è venuto fuori che dovevamo mettere alle spalle il partito delle quote. Ai tre coordinatori rivolgo qui un grazie profondo e commosso, hanno lavorato benissimo e sono certo che lo faranno ancora. A loro mi lega un sentimento di amicizia, gratitudine e affetto. So che continueranno nel loro appassionato impegno, ma da tutti è venuto fuori che volendo un partito unico dovessimo darci anche un segretario unico.


Non ho sentito una voce contraria ad Alfano. E saltando i tempi previsti dal programma, non ho sentito una voce che avanzasse dubbi su quella che abbiamo trovato fosse la persona giusta: Angelino Alfano. Gli organizzatori hanno previsto votazione di due terzi. Io vi chiedo non una votazione ma una elezione con questo applauso e con un suffragio generale".


Poi Berlusconi ha chiamato Alfano sul palco mentre c’era l’ovazione della platea. "Non vedo nessuno di noi rimasto seduto e dubbioso. Siamo tutti qui a decidere in un abbraccio generale che devi essere tu a impegnare le tue giovani forze per il partito. Inutile dire che conosco Angelino da tempo, è generoso, leale, non menzognero è intelligente".