martedì 31 gennaio 2012

Da Pdl contributo concreto alle liberalizzazioni"

Gasparri: Da Pdl contributo concreto alle liberalizzazioni"Il Pdl intende dare un contributo concreto e propositivo al provvedimento sulle liberalizzazioni.



Bisogna migliorare gli interventi nei confronti di alcuni settori forti dell’economia e dare piu’ ascolto alle esigenze di categorie piu’ deboli. Proseguono a questo scopo gli incontri che abbiamo promosso come gruppi parlamentari del Pdl di Senato e Camera e come partito. Dopo aver ascoltato farmacisti e notai, oggi si sta svolgendo una intensa serie di confronti con i rappresentanti del settore dell’edilizia e delle costruzioni, dell’energia, con i commercialisti, il mondo delle assicurazioni, gli avvocati. Enucleeremo una serie di proposte sulle quali si concentrera’ il confronto politico-parlamentare al Senato con l’obiettivo di ottenere miglioramenti al provvedimento". Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.

Cento milioni per 14 bracciali, perche' la proroga con Telecom?"

Nitto Palma: Cento milioni per 14 bracciali, perche' la proroga con Telecom?"Visto che la convenzione con Telecom, costata al ministero 100 milioni di euro, ha consentito in 10 anni l’utilizzo di 14 braccialetti per i condannati, perche’ e’ stata prorogata fino al 2017?".



A chiederlo e’ il parlamentare del Pdl ed ex Guardasigilli, Francesco Nitto Palma, in un’interrogazione al ministro Anna Maria Cancellieri nel corso dell’ audizione di quest’ultima in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama: "Ho chiesto anche al ministro di annullare questo contratto di proroga, stipulato il 31 dicembre scorso, anche perche’ la vecchia tecnologia, per utilizzare i 400 braccialetti previsti dalla vecchia convenzione e i 2000 dalla proroga, e’ del tutto superata. In piu’ alla luce della normativa e della giurisprudenza europea, e’ assolutamente illegittima perche’ e’ stato modificato l’oggetto del contratto originario poi prorogato". Palma ha chiesto infine come mai cio’ "sia potuto accadere. Il ministro ha promesso sul tema una risposta scritta a Palma.

Podesta': Il decreto svuota il valore e il significato delle Province"

Podesta': Il decreto svuota il valore e il significato delle Province"La mobilitazione dei Consigli provinciali e’ inquadrata nell’ottica di difendere da un lato la rappresentanza democratica di cui i nostri enti sono espressione e dall’altro di contribuire all’ammodernamento del Paese come giustamente preteso dai cittadini".


Lo ha affermato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podesta’, nel giorno della protesta, organizzata dall’Unione province italiane, contro la prevista cancellazione delle Province.



"Sono convinto, infatti che si debbano ridurre i costi e migliorare l’efficienza delle nostre amministrazioni. Non possiamo, pero’, accettare l’esautorazione di un livello intermedio, costituzionalmente previsto, come sottolineato anche dal professor Valerio Onida presidente emerito della Corte costituzionale nel suo intervento al Consiglio provinciale di Milano, quando esistono in Italia altri 4.500 enti di livello intermedio (unione di comuni, enti parco, agenzie, comunita’ montane e altri). Ci sembra una modalita’ sbagliata anche per via del modo surrettizio con cui si sta procedendo verso una riforma di natura costituzionale tesa a svuotare di valore e di significato, il livello di governo rappresentato dalle Amministrazioni provinciali. Oggi lo si pratica con i nostri enti, domani lo si potra’ fare con i Comuni, con le Regioni e magari con il Parlamento. La liberta’ e la democrazia sono valori dei quali si coglie l’importanza una volta smarriti".

lunedì 23 gennaio 2012

Sciopero dei Tir, allarme di Coldiretti:a rischio la spesa degli italiani

da IL TEMPO del 23.01.2012

Sciopero dei Tir, allarme di Coldiretti:



a rischio la spesa degli italiani



"Se non si tornerà presto alla normalità, gli effetti si faranno presto sentire con gravi danni per le aziende agricole, per il commercio e per i consumatori".

Blocchi ai caselli e disagi in tutt'Italia



Con l'86% dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, lo sciopero dei Tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati. È quanto afferma la Coldiretti che, in riferimento alla mobilitazione degli autotrasportatori, sottolinea i pesanti effetti che si potrebbero presto avere per le tavole degli italiani e per le aziende agricole. L'agroalimentare - precisa la Coldiretti - è il settore più sensibile perché‚ ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carn

PDL SENATO: Presentate quattro mozioni contro la recessione

PDL SENATO: Presentate quattro mozioni contro la recessione


Il gruppo Pdl al Senato, con Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, ha presentato quattro mozioni che individuano alcune priorita’ e concrete proposte per affrontare la crisi e scongiurare il pericolo di una fase recessiva. "Con questa iniziativa intendiamo indicare una serie di decisioni e scelte prioritarie che puntano a sbloccare l’impasse che rischia di paralizzare il sistema creditizio e conseguentemente quello produttivo in tutto il Paese".



Nel primo documento viene affrontato il problema del credit crunch per le Pmi, proponendo una decisa azione del Governo per rinviare la data dell’entrata in vigore delle disposizioni dell’Eba per le banche ad una fase diversa e meno drammatica per l’area dell’euro. Nella seconda mozione, invece, si chiede di introdurre nelle proposte di implementazione di ’Basilea 3’ un moltiplicatore specifico per le Pmi, che consenta alle banche di ridurre il capitale da accantonare per erogare crediti al sistema della piccola e media impresa.



"E’ questa una iniziativa concreta per allontanare il rischio dello strangolamento del credito evocato dal Presidente della Bce, Draghi. Per quanto riguarda l’annoso problema dei ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti, il Pdl propone, nella terza mozione, di premiare le amministrazioni che riescono a velocizzare le procedure e di attuare i meccanismi di compensazione dei crediti a fronte delle somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo, cosi’ come previsto dal decreto 78 del 2010. La mozione propone anche l’introduzione di misure che consentano di compensare i crediti con obbligazioni di natura fiscale gravanti sul creditore. Infine l’ultima mozione chiede al Parlamento di impegnare il Governo ad una decisa azione in favore di una drastica riforma del sistema che disciplina sul territorio europeo l’attivita’ delle agenzie di rating, favorendo una rapida approvazione in sede comunitaria delle proposte formalmente avanzate dalla Commissione di riforma del Regolamento e della Direttiva che attualmente normano la valutazione del rating.



"L’Europa ha il dovere di emanciparsi da meccanismi di valutazione dei rating che mostrano limiti e contraddizioni di ogni genere. Su questi temi, oltre che sul documento sull’Europa che ci accingiamo a presentare, ritengo che il Pdl debba far valere il suo ruolo di forza di maggioranza, avviando un dibattito in Parlamento e nel Paese che li ponga in cima all’agenda di Governo".

domenica 22 gennaio 2012

Il blitz della Guardia di Finanza nella Standard & Poor's milanese


 
 

 
RAVETTO: Il blitz della Guardia di Finanza nella Standard & Poor's milanese conferma la necessita' di verifiche
 
"La notizia di accertamenti da parte della Guardia di Finanza nella sede milanese nell’agenzia di rating Standard & Poor’s  conforta il mio convincimento personale e quello del Pdl sulla necessita’ che l’Autorita’ garante italiana intervenga per verificare se da parte di S&P’s vi e’ stato un abuso di posizione dominante, cosi’ come gia’ messo in evidenza nell’esposto presentato ieri all’Antitrust. Si tratterebbe, in primis, di un atto di chiarezza a tutela della credibilita’ delle stesse agenzie di rating". Lo ha dichiarato in una nota il deputato del PdL Laura Ravetto, responsabile propaganda del nostro movimento
 

venerdì 13 gennaio 2012

Eurobond, nuovo ruolo della Bce, Tobin tax solo se applicata in tutta l'Unione europea

MOZIONE PDL: Eurobond, nuovo ruolo della Bce, Tobin tax solo se applicata in tutta l'Unione europea



12 gennaio 2012 ore 18:43 Eurobond, nuovo ruolo della Bce, Tobin tax solo se applicata in tutta l’Unione europea. Sono alcuni dei pilastri su cui dovra’ poggiare l’azione del governo in Europa, a quanto chiede il Popolo della liberta’ in una mozione depositata alla Camera. Il testo e’ stato firmato da Fabrizio Cicchitto, Massimo Corsaro e Franco Frattini.



Nella premessa, il Pdl ricorda che sono stati avviati negoziati per predisporre l’accordo intergovernativo europeo per il rafforzamento dell’Unione Economica (il Fiscal Compact), un’intesa che "ha valenza anzitutto politica, riguardando disposizioni che non avrebbero richiesto, per la loro vigenza giuridica, un nuovo strumento internazionale". In vista delle trattative, il Pdl ha messo nero su bianco unidici punti fermi di cui si chiede all’esecutivo di Mario Monti di tenere conto.



Il cuore del documento del Pdl e’ sulla strategia per l’uscita dalla crisi."Bisogna stabilire un giusto equilibrio fra una politica di riduzione del deficit e del debito e la politica per la crescita attraverso molteplici interventi riguardanti l’aumento delle risorse del Efsf, un nuovo ruolo della Bce, l’emissione degli eurobond". Per quanto riguarda la Bce, si chiede tra l’altro che si garantisca "la effettiva destinazione di prestiti Bce con condizioni particolarmente privilegiate all’ampliamento del credito per le imprese, soprattutto quelle medie e piccole, e ai cittadini".



Il Pdl mette poi i suoi paletti sulla tassa sulle transazioni finanziarie chiarendo, dopo il no della Gran Bretagna, "la necessita’ inderogabile che il meccanismo di tassazione, ove stabilito, si applichi a tutti i paesi membri dell’Ue e non soltanto ad alcuni". Al governo si chiede anche di impegnarsi "a perseguire una piu’ ampia intesa globale per la creazione di una piattaforma omogenea globale nelle sedi multilaterali internazionale". Vi e’ poi un capitolo sui debiti sovrani. E’ necessario che "fermo rimando l’obiettivo costituito dai parametri di convergenza europei, siano evitati automatismi rigoristici, che potrebbero avere esiti recessivi che vanificherebbero gli stessi obiettivi di pareggio del bilancio". E sulle banche. Si chiede una modifica della metodologia e dei tempi previsti dalla raccomandazione dell’Autorita’ bancaria europea (EBA) sulla ricapitalizzazione delle banche con "un approccio non penalizzante, rispetto ai criteri adottati negli altri paesi europei"



Come primo punto, pero’, il Pdl chiede "l’inserimento di un riferimento al vigente accordo ’Six Pack’ e ai relativi regolamenti sia nel preambolo che nell’articolato dell’accordo, considerando in particolare che il percorso di riduzione del debito, da attuarsi con rigore tenga conto di tutti i fattori rilevanti in ciascuno Stato membro per la sostenibilita’ complessiva del sistema che richiede anche politiche fiscali funzionali alla crescita". Poi si sollecita un "richiamo al ruolo delle Istituzioni Ue,e anzitutto della Commissione" e che "gli strumenti di ratifica siano depositati presso il governo italiano" come avviene dal 1957. Nel preambolo, quarto punto, dovranno essere adottati "riferimenti precisi agli altri elementi della complessiva risposta europea alla crisi globale con riferimento alla crescita e competitivita’, alla coesione sociale ed alla flessibilita’ del mercato del lavoro, al completamento e rafforzamento del mercato interno" e "le politiche per le piccole e medie imprese, la ricerca e l’innovazione".



In particolare, si chiede l’anticipazione rispetto a marzo 2013 della direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti, nonche’ "l’applicazione equa dei requisiti di capitale previsti da Basilea 3". L’accordo, chiarisce il Pdl, dovra’ entrare in vigore solo con la ratifica dei 17 Paesi della zona euro perche’ le regole ordinarie della cooperazione rafforzata "esporrebbero al grave pericolo di spaccature nell’area Euro". Dovra’ poi essere specificato il ruolo della Corte di Giustizia Ue in relazione al controllo dell’attuazione del principio della golden rule negli ordinamenti nazionali.

Sono indispensabili gli eurobond e la modifica del ruolo della Bce

CICCHITTO: Sono indispensabili gli eurobond e la modifica del ruolo della Bce





"Oramai e’ evidente a tutti che o cambiano profondamente la linea di politica dell’Europa e i presupposti dell’euro, oppure la crisi in atto rischia di avvitarsi in forme potenzialmente gravissime. Sono indispensabili gli eurobond, la modifica del ruolo della Bce,piu’ rilevanti risorse per il fondo salvastati,una riforma del Trattato che vada in una direzione diversa da quella ipotizzata finora.



Prima o poi bisognera’ prendere di petto il nodo della governance che o adotta meccanismi per essere realmente comunitaria,oppure non puo’ rimanere intergovernativa, cioe’con due governi come finora e’Stato". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. "Tutto cio’ trova una conferma addirittura clamorosa per cio’che riguarda l’Italia. In Italia e’ stato smontato un governo legittimamente eletto con l’argomentazione che sul conto di Berlusconi c’erano da 100 a 300 punti di spread, e’stata effettuata una manovra durissima con evidenti risvolti recessivi e malgrado tutto cio’ lo spread oscilla la’ sempre intorno quota 500, mentre la borsa perde colpi sui colpi e c’e’poi un titolo bancario - quello di Unicredit - a dir poco allo sbando. Ora le cose sono due : o emerge che i cambiamenti del governo e il decreto sono stati una forzatura per realizzare una operazione politica oppure il presidente del consiglio e’in grado di far leva sul suo prestigio internazionale e sulla manovra durissima messa in atto per determinare cambiamenti significativi nella politica dell’Europa. In caso diverso tra due mesi saremmo da capo a dodici. In ogni caso per cio’che riguarda l’Italia e’indispensabile che il governo metta in atto una politica per la crescita che a questo punto e’altrettanto decisiva sia per fronteggiare la crisi, sia per venire incontro ad esigenze della societa’ italiana".


LUPI: Che fine hanno fatto i 115 miliardi presi dalla Bce per dare credito agevolato a imprese e famiglie?



08 gennaio 2012 ore 20:10 "Banca d’Italia e ministero del Tesoro intervengano urgentemente sulle banche per verificare che fine hanno fatto i 115 miliardi di euro presi all’1 per cento dalla Bce per dare credito agevolato a imprese e famiglie.



A oggi non sono aumentati i finanziamenti e comunque sono a un costo altissimo e inaccettabile". Lo ha affermato Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera, il quale ha sottolineato che "sono linfa vitale per lo sviluppo, queste risorse", confermando che "lunedi’ presenteremo un’interrogazione urgente".

sabato 7 gennaio 2012

Banche contro Stati, salvataggi a due velocità

FINANZA
da Il Sole 24 0re del 06.01.2012
Banche contro Stati, salvataggi a due velocità
di Fabio Pavesi

Cento miliardi di euro. Forse qualcosa in più. Erano i soldi che servivano, a inizio 2010, per stoppare sul nascere la spirale perversa della crisi greca.
intervento, certo imponente, ma decisivo per evitare l'avvitamento su sè stessa della crisi ellenica e il suo dirompente effetto-contagio sull'intera stabilità dell'area dell'euro.

Da dove spuntano quei 100 miliardi e per fare cosa? Quell'iniezione di denaro in un colpo solo avrebbe riportato il livello del debito greco alla soglia assai meno inquietante del 100% sul Pil. Con altri 23 miliardi si poteva colmare il deficit di bilancio del 2010 di Atene. E con un ulteriore soccorso di 44 miliardi si sarebbe portato il livello del debito sul prodotto interno al livello attuale della Germania, intorno all'80 per cento. Con 167 miliardi si mandavano in soffitta per qualche anno i guai greci. Oggi, due anni dopo, la Grecia viaggia con un debito al 164% del Pil, una recessione profonda e un passivo di bilancio al 9%. Si è perso tempo e l'influenza è diventata polmonite. Non solo per la Grecia, ma per tutti i paesi deboli dell'euro.

Ma si poteva intervenire in modo draconiano o è pura fantasia? Difficile dirlo con il senno di poi. Del resto chi obbligava l'Europa con la sua moneta unica, ma senza un Governo unico a soccorrere un paese inaffidabile e che il debito se l'era tutto costruito da solo? Quel debito non potevano certo sanarlo nè i tedeschi nè tanto meno finlandesi o francesi. Sarebbe stata una bestemmia. E così si è andati avanti prendendo tempo, traccheggiando, centellinando gli aiuti in piccole tranche.

Morale: la crisi è degenerata e ha prestato il fianco al più grande attacco finanziario all'Europa da parte di capitali in cerca di occasioni di guadagno. Prima il ventre molle ellenico, poi la Spagna e l'Italia.

Ripartizione otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale

Ripartizione otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale


2 Gennaio 2012 -Comunicato del Governo


La Presidenza del Consiglio dei ministri rende noto che per l’anno 2011 non è stato predisposto il decreto di ripartizione della quota relativa all’otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale, prevista dagli articoli 47 e 48 della legge 20 maggio 1985, n.222, secondo il Regolamento di cui al DPR 10 marzo 1998, n. 76, per mancanza di disponibilità finanziaria. Pertanto nessuno dei progetti presentati con scadenza 15 marzo 2011 è stato ammesso a contributo.

Si ricorda che le risorse relative alla parte dell’8 per mille che gli italiani destinano alle esigenze dello Stato vengono ripartite tra importanti iniziative di interesse nazionale, quale le calamità naturali, i restauri, l’assistenza ai rifugiati o la fame nel mondo. La scelta se effettuare interventi a pioggia o concentrare l’investimento prioritariamente in alcuni dei settori di pubblica utilità sopra indicati viene effettuata in ragione della disponibilità del bilancio e dell’impellenza delle necessità.


Dell’importo totale relativo all’otto per mille dell’Irpef a gestione statale per il 2011, pari inizialmente a circa 145 milioni di euro, più della metà del fondo (64 milioni di euro) è stato destinato alla Protezione civile per le esigenze della flotta aerea antincendi durante il precedente Governo.
I rimanenti 57 milioni sono stati destinati dall’attuale Esecutivo alle esigenze dell’edilizia carceraria e per il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni.

Non sono stati toccati quindi i fondi del Ministero per i Beni culturali, né sono state tradite in alcun modo, né da questo né dal precedente Governo, le attese degli Italiani che hanno destinato la quota dell’8 per mille alle esigenze dello Stato: tali sono la Protezione civile e l’edilizia carceraria.

CALDERISI: No a un nuovo centrismo tecnocratico

CALDERISI: No a un nuovo centrismo tecnocratico


PdL - "E’ necessario non abbattere ma rifondare il bipolarismo assicurando la governabilita’ con una riforma che modifichi l’assetto dei poteri della Carta del ’48: o si attribuiscono al premier gli stessi poteri previsti nelle altre democrazie parlamentari europee, incluso il potere di ricorrere alle elezioni anticipate, oppure si elegge direttamente il Presidente della Repubblica con la forma di governo semipresidenziale".



Lo ha dichiarato Peppino Calderisi, deputato del Pdl. "Questa riforma e’ urgente e prioritaria rispetto alla stessa legge elettorale per la quale va assolutamente respinta la tendenza a tornare alla proporzionale (favorita dalle debolezze di Pd e Pdl). Altrimenti avremo governi ’tecnici’ o ’del Presidente’ retti da ’grosse koalition’ permanenti. Sarebbe, di fatto, un nuovo centrismo non politico ma tecnocratico che, oltretutto, farebbe crescere pericolosamente formazioni estremiste sia a sinistra che a destra. La questione riguarda tutti, il Pd non meno del Pdl, e la stessa Udc. Cosi’ pure va respinto il ritorno alle preferenze che farebbe crescere esponenzialmente i costi e le degenerazioni della politica".

venerdì 6 gennaio 2012

BERTOLINI: Attenti al razzismo verso gli italiani

BERTOLINI: Attenti al razzismo verso gli italiani

04 gennaio 2012 ore 18:14 "La scelta del Governo di valutare l’eventuale riduzione della tassa sul permesso di soggiorno agli stranieri sara’ una cosa positiva solo se, contestualmente, saranno abbassate tutte le imposte che i cittadini sono chiamati a pagare quando richiedono un certificato alla pubblica amministrazione.

Non sarebbe davvero immaginabile un trattamento di favore nei confronti di alcuni rispetto ad altri. I residenti stranieri regolari affrontano le stesse difficolta’ della crisi che vivono gli Italiani". Lo ha affermato Isabella Bertolini, vicecapogruppo del Pdl alla Camera. "Con un cosi’ clamoroso trattamento di favore si rischia di codificare una sorta di razzismo all’incontrario, che deve invece essere scongiurato. I sacrifici riguardano tutti, cosi’ come gli aumenti. Perche’ ad un Italiano con basso reddito dovrebbero essere richieste tasse alte per rifare il passaporto, mentre invece ad uno straniero, che deve rinnovare il permesso di soggiorno, verrebbero abbassate? Quali spiegazioni gli dara’ il Governo Monti?".

MANTOVANO: La revisione della tassa di soggiorno e' uno sfotto' al Parlamento


04 gennaio 2012 ore 18:40 "I ministri ’tecnici’ sanno bene che il voto di fiducia dato al governo di cui fanno parte, e quindi alla manovra economica che esso ha varato, non e’ avvenuto a cuor leggero, anche da parte del Pdl. Le ragioni della responsabilita’ si sono imposte, non senza disagio, su quelle del merito dei singoli provvedimenti. Ma quello che vale - con fatica e non senza limiti - per il risanamento dei conti pubblici non puo’ valere per altre materie".



Lo ha affermato Alfredo Mantovano, deputato del Pdl, che ha sottolineato:"In quest’ottica, sorprende l’ipotesi di rivedere il contributo per il permesso di soggiorno. Quel contributo e’ stato disciplinato nelle modalita’ attuative da un decreto dei ministri dell’Interno e delle Finanze di poco antecedente alla fine del governo Berlusconi, ma e’ stato introdotto con la legge 94/2009, che a sua volta ha modificato il testo unico sull’immigrazione; e’ quindi legge dello Stato, varata dopo un confronto parlamentare consapevole e acceso: un confronto che peraltro ha portato alla graduazione della misura del contributo e alla identificazione delle eccezioni. Dire oggi ai deputati e ai senatori che lo hanno votato che non se ne fa piu’ nulla appare come un gratuito (si passi il termine) sfotto’ al Parlamento".

In Europa ha fallito anche Zapatero

CICCHITTO A D'ALEMA: In Europa ha fallito anche Zapatero

PdL - "Rispetto a cio’ che dichiara l’on. D’Alema sul ’Messaggero’ non si puo’fare a meno di ricordare che in Europa hanno fallito in diversi, certamente la Merkel e Sarkozy, la cui linea anche oggi e’inaccettabile, ma anche Zapatero".



Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto,capogruppo del Pdl alla Camera. "Se vogliamo andare al centro del problema che e’ costituito dagli eurobond e dalla scelta fra politiche intergovernative dominate dalla Francia e dalla Germania o politiche comunitarie attraverso una ridefinzione della governance europea, vediamo che la Spd molto spesso ha manifestato una solidarieta’ pantedesca al suo presidente del consiglio per quello che riguarda le scelte europee di fondo. Purtroppo nella Spd di Schimdt ce n’e’ uno solo. Di conseguenza cio’ che dice l’on. D’Alema va preso con le molle e con le opportune distinzioni: possiamo lavorare partendo dagli emendamenti approvati nella Commissione competente sulla riforma dei Trattati".



Cicchitto ha poi sottolineato come non sia condivisibile "il suggerimento politico di fondo" di D’Alema "volto a far si che il governo Monti diventi una sorta di proiezione dell’area di sinistra del Partito Democratico che per di piu’ e’ notoriamente ispirata dalla Cgil, non accettando, come lui dice, il condizionamento del Pdl che evidentemente dovrebbe fare l’utile idiota appoggiando il governo che fa una politica espressa dall’ala estrema dell’altro schieramento. In quel caso, il governo potrebbe avere una vita brevissima, il che non e’ detto che non sia l’obiettivo reale di D’Alema. Ma giocare con forzature di questo tipo nella situazione attuale sarebbe da irresponsabili. Infatti, se si ha la consapevolezza che come dimostra l’andamento degli spread la situazione generale, sia quella italiana sia quella europea, e’ tuttora gravissima, allora per tutta una fase il governo e le forze anche di segno opposto ed alternative che lo sostengono dovrebbero impegnarsi da un lato nella difficilissima operazione di coniugare insieme, specie nella spesa pubblica corrente, rigore e crescita e specialmente nel modicicare gli orientamenti dell’Europa decisivi per superare la gravissima situazione attuale".

P.d.L.: Lavoro, giusto ricordare i nostri meriti

FATTI & MISFATTI: Lavoro, giusto ricordare i nostri meriti

04 gennaio 2012 ore 19:00 Dopo la stangata di fine anno, con la manovra fatta per quattro quinti da aumenti di tasse, il governo di Mario Monti si cimenta con la sospirata agenda della crescita. Partendo da due riforme: il mercato del lavoro e le liberalizzazioni. Evviva: fin dall’inizio abbiamo detto che attendevamo dai tecnici misure autenticamente liberali ed europee. Vedremo ora quanto sarà coerente, soprattutto nella sfida alla Cgil e alle altre corporazioni (altro che tassisti e farmacisti) che hanno i loro lord protettori soprattutto a sinistra.





Il Popolo della Libertà non ha nulla da temere; anzi vede confermata la bontà di quanto fatto dal governo di centrodestra, ed affermata una continuità con tutti gli esecutivi di Silvio Berlusconi dal 1994 ad oggi. Partendo dai fatti più recenti, la modifica dell’articolo 18 della Statuto dei lavoratori, che è al centro delle intenzioni di Monti, era ben presente sia nella manovra del luglio 2010, sia in quella di agosto approvata a settembre.





Con la prima il governo recepì gli accordi sulla contrattazione aziendale, che superava la logica della concertazione “su tutto e con tutti”, aprendo tra l’altro la strada alla permanenza in Italia della Fiat. Ad agosto il nostro governo andò oltre, prevedendo esplicitamente il superamento dell’articolo 18, per eliminare tutele anacronistiche per i già garantiti a vantaggio di giovani e precari.

Allora venimmo accusati di macelleria sociale, e alla fine anche la Confindustria di Emma Marcegaglia preferì sacrificare un’occasione storica per rifugiarsi nella rassicurante stretta di mano con la Cgil. Ma andando indietro nel tempo non si può non ricordare la vicenda Alitalia, quando il nostro governo mantenne in Italia un’azienda strategica rompendo il tabù del contratto unico; il “patto per Milano” tra centrodestra e sindacati riformisti; la legge Biagi del 2001-2006; fino a quella piazza armata dalla Cgil di Sergio Cofferati nel 1994 contro la nostra lungimirante prima riforma delle pensioni.

C’è un filo rosso tra la lontana adunata di San Giovanni e Susanna Camusso che andava in piazza cantando Bella Ciao contro Berlusconi (e Bersani la seguiva obbediente). Dicevano che volevamo mandare a casa i lavoratori: ora si vede come dare meno tutele a chi ne ha troppe, darne a chi non ne ha nessuna e creare un clima favorevole agli investimenti sia il solo modo per rilanciare la crescita, non solo qui ma in tutta Europa. Noi il coraggio lo abbiamo avuto: ora ci prova Monti.