sabato 26 maggio 2012

Borse in lieve rialzo in Europa ma lo spread Btp/bund torna a salire


Seduta nervosa sui principali listini del Vecchio continente, sempre a 

causa  delle preoccupazioni su una possibile uscita della Grecia 

dall'unione monetaria. Euro ancora debole, torna sotto quota 1,25 

contro il dollaro, poi risale. Wall Street chiude in calo

di MARCO MASCIAGA da La Repubblica del 25.5.2012



Grecia, Crédit Suisse: Atene resterà nell'euro. Costi di uscita enormi

 Grecia, Crédit Suisse: Atene resterà nell'euro. Costi di uscita enormi.
 Morgan Stanley: al 35% è fuori
 da Il Sole 24 Ore del 25 maggio 2012
Con l'avvicinarsi delle incerte elezioni politiche greche del 17 giugno, una specie di referendum sull'euro o un secondo turno alla francese, arrivano le previsioni di un'uscita dalla moneta unica di Atene da parte delle banche d'affari. Crédit Suisse, gigante del credito svizzero, va invece controcorrente e fa mostra di ottimismo: «Sono molte le probabilità che la Grecia non abbandoni l'euro»,

lunedì 21 maggio 2012

Quantificare i danni in caso di uscita della Grecia dall'Euro

Girlanda: Quantificare i danni 

per l'economia italiana in caso

 di uscita della Grecia dall'euro

Interrogazione del deputato del Pdl alla Camera dei Deputati

“Quantificare immediatamente le possibile ricadute negative sull’economia e sulla liquidità del sistema bancario nazionale a fronte di una possibile uscita della Grecia dall’euro.”

È quanto richiesto da Rocco Girlanda, deputato Pdl membro della commissione bilancio, al premier Monti, titolare del dicastero dell’Economia e delle Finanze in un’interrogazione alla Camera dei Deputati. “Purtroppo la Grecia corre il serio rischio di uscire dall’euro, come l’indizione di nuove elezioni politiche per il prossimo 17 giugno lascia presagire. In tal caso, oltre a creare un precedente tecnico-giuridico nell’ambito dell’Unione Europea, per cui ci troveremmo attualmente impreparati, l’euro potrebbe subire un declassamento sui mercati internazionali ed essere vittima di ondate speculative conseguenti alla perdita di credibilità della moneta. Questa eventualità potrebbe generare un effetto domino che incoraggerebbe altri Paesi in difficoltà ad abbandonare la moneta unica, che potrebbero essere tentati dall’avvio di un processo di svalutazione monetaria per trarre benefici per la propria economia. In tal caso verrebbero immediatamente meno tutti gli sforzi fatti fino ad oggi dai Paesi della Ue, tra cui l’Italia, per risanare il proprio debito pubblico e contrastare l’innalzamento dei tassi di interesse, nonché essere travolti dalla rottura monetaria europea a causa della svalutazione dei crediti e della rivalutazione dei debiti, qualora anche l’Italia tornasse alla lira, provocando così problemi di liquidità per il sistema bancario nazionale molto più grave di quello attuale. Per questo motivo oltre a quantificare i danni per il sistema bancario e l’economia nazionale, ho chiesto al premier Monti di conoscere anche quali iniziative l’esecutivo intenda avviare a livello nazionale ed europeo per fronteggiare le pesantissime ricadute negative di tale evenienza.

giovedì 17 maggio 2012

Banche italiane declassate, l'ira di Abi

ECONOMIA
15/05/2012 - COLPO DI SCURE SUL SETTORE - da La stampa

Banche italiane declassate, l'ira di Abi
Casini: "Piano criminale anti-italiano"

 L'associazione: da Moody's un giudizio irresponsabile.Politica e industria contro l'agenzia dopo il downgrade di ieri di 26 istituti di credito

Il colpo di scure di Moody’s sul rating di 26 banche italiane, con la minaccia di ulteriori downgrade, per una volta riesce a compattare politici, Confindustria e banchieri. «Un’aggressione all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini», commenta l’Abi secondo cui secondo Moody’s è «irresponsabile, incomprensibile, ingiustificabile». L’associazione bancaria domani discuterà «le azioni da adottare», e fa ’murò anche il mondo della politica, con il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini che evoca un «disegno criminale» delle agenzie di rating.
Certo è un brutto colpo quello arrivato ieri da Moody’s, che ha abbassato il giudizio sulla solvibilità di 26 istituti di credito tagliando, in alcuni casi, di ben quattro gradini. E se Unicredit e Intesa SanPaolo si fermano ad «A3», istituti di media grandezza come Montepaschi e Banco popolare (Baa3) sono a un passo dal livello speculativo, o «spazzatura».

Girlanda: Terrorismo finanziario da agenzie di rating

Girlanda: Terrorismo finanziario

 da agenzie di rating

Finalmente tutti si rendendo conto della gravità e della parzialità 

dei giudizi di merito delle agenzie di rating

"Sono contento che finalmente tutte le forze politiche e le categorie economiche e produttive si stiano rendendo conto della gravità e della parzialità dei giudizi di merito delle agenzie di rating, dal momento che neanche un anno fa sembrava una questione legata unicamente alla presenza di Silvio Berlusconi".


E’ quanto ha dichiarato Rocco Girlanda, deputato del Pdl della commissione bilancio e primo firmatario della proposta di legge sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’affidabilità e l’imparzialità delle agenzie di rating. "Quando presentai la mia proposta di legge la delicatezza di questo tema veniva sottolineata unicamente dal Pdl e perciò considerata uno stratagemma politico per difendere il Presidente Berlusconi. Ora, finalmente, tutto il panorama politico nazionale, persino l’Abi, è d’accordo nel ritenere dannose queste agenzie private, che colpiscono con i loro giudizi non sempre trasparenti ed imparziali Stati sovrani, banche ed imprese. Questo vero e proprio terrorismo finanziario  deve assolutamente cessare e l’attività di queste società, i cui azionisti sono legati tra loro e sono attori e protagonisti dei mercati finanziari mondiali, deve essere regolata, e soppesata da analoghe istituzioni di carattere pubblico come, ad esempio, un’agenzia unica europea. Negli ultimi mesi - conclude Girlanda - abbiamo avuto molteplici esempi del potere distruttivo di queste agenzie, che danneggiano quotidianamente le politiche economiche degli Stati e delle imprese e, di conseguenza, il popolo ed i grandi sforzi che i governi europei stanno chiedendo ai cittadini per arginare il debito sovrano dilagante".

La Grecia fa paura, spread alle stelle

BORSE EUROPEE IN CALO. ATENE LANCIA L'ALLARME: RISCHIO PANICO IN BANCA

La Grecia fa paura, spread alle stelle
Nuove elezioni indette per il 17 giugno

Il differenziale tra Btp e Bund vola a 471 punti poi scende

 a 436, quello tra Germania e Spagna chiude a 482 ma

 sfonda quota 500

 - La crisi greca riporta altissima la tensione sui titoli di Stato dei Paesi considerati, a torto o a ragione, «a rischio». Lo spread tra Btp a 10 anni e il suo omologo Bund tedesco dopo essere partito intorno ai 445 punti raggiunge quota 457 sulla piattaforma Bloomberg con un rendimento superiore al 6% , mentre tocca addirittura i 471 punti su quella Reuters con un rendimento del 6,15%. Solo nel primo pomeriggio lo spread torna a calare raggiungendo i 436 punti. Il differenziale con i Bonos spagnoli sfonda invece addirittura quota 500 punti (507) per poi chiudere a 482,2 con un rendimento al 6,29%. 
da il Corriere della Sera del 16.5.12

martedì 15 maggio 2012

ESTERI
14/05/2012 - DA LA STAMPA

L'Eurogruppo cerca
la strada per la crescita

A Bruxelles Oggi l’Eurogruppo si riunisce per cercare di mettere a punto un progetto per favorire la crescita in Europa e discutere di come sostenere ancora la Grecia

Il belga Di Rupo: l’arrivo di Hollande cambia lo scenario

MARCO ZATTERIN
BRUXELLES
Il socialista Elio Di Rupo, premier belga di origine abruzzese, è convinto che «quelli che parlano d’una uscita della Grecia dall’Eurozona commettono un errore». Oggi il suo ministro dell’Economia, Steven Vanackere, lo dirà ai colleghi dell’Eurogruppo, convinto che «la situazione ellenica richiede tempo», ma anche che «tutto è interconnesso ed è una vergogna parlare del ricco che aiuta il povero dopo che tanti, con la Grecia, ci hanno guadagnato per anni». E’ un modo per normalizzare la deriva che rischia spezzare il club della moneta unica. E anche per richiamare l’Europa alla compattezza (e solidarietà) che serve, secondo i belgi e non soltanto secondo loro, per cercare di capovolgere la recessione.

Obama: «Riformare Wall Street»

AMMINISTRAVA FONDI PER 360 MILIARDI DI DOLLARI, GUADAGNAVA 16 MILIONI L'ANNO

JPMorgan, lascia la manager  

 super-pagata -Obama: 

«Riformare Wall Street»

Si dimette Ina Drew, braccio destro del ceo Dimon.

 La Casa Bianca: «Urgente una riforma del sistema

 finanziario»


MILANO - È uno dei buchi più clamorosi della storia della finanza. Non capita tutti i giorni infatti di perdere almeno due miliardi di dollari (ma indiscrezioni sulle ultime stime parlano di quasi 3 miliardi) con un'attività legata a investimenti sui derivati. . ...
  Il caso JPMorgan potrebbe portare a cambiamenti nel mondo finanziario che andranno oltre la stretta cronaca della vicenda. I fatti di JPMorgan, «non fanno altro che sottolineare la ragione per la quale è stato importante far adottare la riforma di Wall Street, e perchè è fondamentale che questa riforma sia attuata in maniera completa», ha affermato infatti il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Ora il mondo della finanza americana teme un ulteriore giro di vite della Volcker Rule, la norma che prende il nome dall'ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker che l'ha proposta e che regolamenta il trading bancario.
da il Corriere della Sera del 14.05.2012
di Marco Letizia


Giustizia lenta: l’Italia è ancora “maglia nera”

Giustizia lenta: l’Italia è ancora “maglia nera”

Sandro Forte
Il tema della giustizia torna prepotentemente sulla scena politica dopo le pesanti bacchettate del Consiglio d’Europa. L’Italia, infatti, ha conquistato la maglia nera davanti alla Corte di Giustizia di Strasburgo: nel 2011 è risultato essere il Paese con il maggior numero di sentente inapplicate (2.522 sul totale di 10.689). La maggior parte dei casi è legata alla lentezza della nostra macchina giudiziaria. Addirittura qualche sentenza, relativa alle espulsioni, non è stata eseguita. È quanto emerge dal rapporto pubblicato ieri dal Consiglio d’Europa. Tutto ciò mentre martedì si riunirà la commissione Giustizia della Camera per discutere il disegno di legge anticorruzione e il ministro Severino e il movimento forense saranno in commissione Giustizia del Senato per la riforma del processo civile.
Il Pdl ha ben presenti quali sono le priorità sul tema. Già quando era ministro della Giustizia, il segretario Angelino Alfano le aveva indicate: separazione delle carriere, responsabilità civile, divieto dell’accumulo cariche, riforma del Csm, legge anticorruzione e legge sull’abuso delle intercettazioni telefoniche. Carne al fuoco, come si vede, ce ne è in abbondanza, anche se....
da Il Secolo d'Italia del 14.05.2012i

La sconfitta Merkel-Sarkozy è la fine dell'asse

Rampelli:

 La sconfitta Merkel-Sarkozy è la 

fine dell'asse

Il rigore fine a se stesso è solo causa di recessione e impoverimento

Fabio Rampelli
"La sconfitta della Merkel e del CDU in Germania, di seguito a quella di Sarkozy e dei gollisti in Francia, deve porre fine all’eutanasia politica dell’Europa generata dall’asse franco-tedesco. Ci fa piacere constatare che il PDL abbia deciso di sostenere solo le iniziative del Governo Monti che condivide, cosa che alcuni suoi dirigenti e parlamentari hanno reiteramente chiesto fin dal principio, ma occorre fare di più, contestare la formazione del debito italiano, vincolare l’euro alla presenza di un’Europa politica protagonista autorevole sullo scacchiere internazionale, chiudere le frontiere alle merci prodotte con concorrenza sleale e in spregio ai diritti umani, unica seria possibilità per rilanciare la produzione e l’occupazione in Italia e nel continente".

Lo ha dichiarato il deputato del Pdl, Fabio Rampelli, che ha sottolineato: "Il rigore fine a se stesso è solo causa di recessione e impoverimento dei popoli europei e delle loro imprese, mentre restano da chiarire due misteri: di chi sia la proprietà della moneta europea e se risponda al vero che l’Italia, quarta potenza mondiale per riserve auree, le stia vendendo segretamente. Su entrambe le vicende attendiamo risposte del governo a due mie interrogazioni parlamentari. Il PDL contempli pure future formule partitiche per affrontare le prossime sfide, ma chieda subito a Monti di rinegoziare tutti i parametri europei nel senso di una svolta finalizzata alla crescita e pretenda chiarezza sul rapporto tra banche, moneta e stati nazionali. Si scoprirà così molto più vicino alla gente di quanto possa garantire la rincorsa a qualunque alleanza, vecchia e nuova".

Dopo il voto in Germania riflessione sulle politiche Ue

Gasparri:
 Dopo il voto in Germania riflessione
sulle politiche Ue

Non possiamo congelare la democrazia per accontentare banchieri 

ed eurocrati

"I risultati elettorali della Germania che registrano la prevedibile ma non per questo meno clamorosa sconfitta di Angela Merkel, dovrebbero indurre tutta l’Europa ad una riflessione. In tutta Europa c’e’ un momento di grande incertezza che scaturisce dalle urne.

Del resto non possiamo congelare la democrazia per accontentare banchieri ed eurocrati, che vorrebbero imporre le proprie logiche contro le quali i popoli si stanno ribellando. Dobbiamo discutere di intese europee ed i parlamenti sono chiamati a ratificarle anche in Italia. Ma possiamo evitare una riflessione di fondo sulle politiche europee? Possiamo far finta che nulla stia accadendo? Questo richiamo alla realta’ vale anche per il governo Monti e per le scelte che l’Italia deve fare. Siamo ben consapevoli della delicatezza della situazione, ma proprio per questo riteniamo che la politica debba affrontare i problemi e presentare il conto a chi nelle realta’ finanziarie e nella burocrazia europea ha imposto fin qui strade sbagliate. Occorre un’inversione di rotta ed occorre evitare che il tema della crescita diventi soltanto occasione per sfoggio retorico di parole. Da anni i governi di centrodestra in Italia avevano proposto gli eurobond, il non calcolo nel deficit delle spese per investimenti e le infrastrutture. Ora queste ed altre scelte per la crescita appaiono drammaticamente urgenti". Lo ha dichiarato il presidente del gruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

LO SPREAD IN RISALITA NON E' COLPA DI MONTI MA DELL'EUROPA

Brunetta:

 Lo spread in risalita non e' colpa di Monti ma dell'Europa

Il vecchio continente manca di una governance comune e forte

Renato Brunetta
"Sono stati appena collocati 3,5 miliardi di Btp a 3 anni, rendimento lordo 3,91%. Livelli ancora una volta febbrili e, purtroppo, in risalita, se si considera che la stessa tipologia di titoli veniva assegnata in asta con un rendimento lordo del 2,76% a marzo e del 3,89% ad aprile. Il governo Monti ha fallito? No. Come non era il governo Berlusconi la causa del cattivo andamento dei rendimenti dei titoli di Stato nella seconda meta’ del 2011".

Lo ha dichiarato il coordinatore dei dipartimenti del Pdl. Renato Brunetta. "Chi ha fallito e’ l’Europa per la mancanza di una governance comune e forte, per la timidezza nel prendere decisioni, per il ruolo statutario inadeguato della Banca Centrale Europea. I mercati ce lo dicono ormai da piu’ di un anno; da qualche settimana lo segnalano anche i popoli sovrani, che con il voto chiedono di piu’. Piu’ crescita, piu’ sviluppo, piu’ redistribuzione, piu’ solidarieta’, piu’ tempismo nell’Unione. Tutto il contrario di quello che e’ stato fatto fino ad oggi. Se si continua a non cogliere la natura profonda di questi segnali, diventano insopprimibili (e giustificate) le tensioni di chi ha voglia di tornare alle monete nazionali".