domenica 22 luglio 2012

Matteoli: Basta polemiche su Berlusconi

Matteoli: Basta polemiche su

 Berlusconi

Il senatore del Pdl scrive al Corriere della Sera

Matteoli
PdL- "Auspico che nel Pdl, o come si chiamerà - poco importa a mio parere l’aspetto nominalistico - si evitino sterili polemiche. Mi auguro che gli amici che
 in questi giorni si sono agitati per la proposta di Berlusconi sul ritorno a Forza Italia, mai formalizzata, non facilitino il gioco abbastanza scoperto della sinistra e che offrano a Berlusconi e Alfano un serio contributo".

Lo ha affermato il senatore del Pdl Altero Matteoli in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. "Se si condivide, e non ho motivi per pensare il contrario che l’obiettivo del centrodestra sia ridare speranze agli italiani, non servono altri partiti, bisogna far funzionare meglio quello che abbiamo costruito. Si chiami Pdl o in altro modo, lo concorderemo ma dividersi significa perdere tutti e far perdere anche il Paese. Personalmente spero che Berlusconi non si candidi perché i sondaggi lo indicano come il più forte. Spero lo faccia perché è la personalità che più di altre può guidare il rilancio del Paese".

Brunetta: Da Monti sullo spread un'analisi superficiale

Brunetta: Da Monti sullo spread

 un'analisi superficiale

La nota del coordinatore dei dipartimenti del Pdl

BRUNETTA DICHIARAZIONE X INCISIVA
PdL -"Il premier Monti non va proprio d’accordo con gli spread anche se
 deve la nascita del suo governo proprio agli spread". Lo ha affermato in una
 nota Renato Brunetta, coordinatore
 dei dipartimenti del Pdl, che ha osservato: "Il presidente Monti nel corso della sua conferenza stampa a Palazzo Chigi ha affermato che all’insediamento del suo governo aveva trovato spread pari a 574 punti base ma ricorda male: non era 574, ma 553 all’atto delle dimissioni del governo Berlusconi; 519 punti base invece all’atto del giuramento del suo governo, il 16 novembre 2011.
Dire poi che da allora ad oggi la sua azione ha fatto diminuire lo spread di 84 punti - prosegue ancora Brunetta - oltre che essere sbagliato in partenza, e’ un’analisi troppo facile e, ci consenta presidente Monti, leggermente superficiale e anche ingenerosa nei confronti della sua stessa azione. Gli ricordiamo che lo spread misura il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto agli equivalenti titoli tedeschi, ma per vedere gli effetti della sua politica, come della politica del governo precedente, non bisogna fermarsi agli spread ma bisogna analizzare i rendimenti dei titoli del mercato primario, l’equivalente delle aste mensili.
A dimostrazione che non e’ cambiato niente da luglio 2011 (mese in cui e’ scoppiata la tempesta degli spread) ad oggi, basta osservare che il rendimento medio ponderato dei Btp a 10 anni collocati con le ultime 7 aste del governo Berlusconi, è più basso dello 0,79% rispetto al rendimento medio ponderato dei Btp a 10 anni collocati con le 7 aste del governo Monti (dicembre 2011-giugno 2012). Una riduzione degli spread si era verificata tra metà dicembre 2011 e metà marzo 2012 ma solo grazie all’intervento della Bce, che ha fornito liquidità al sistema bancario europeo per più di 1.000 miliardi di euro a un tasso di interesse dell’1%. Tuttavia gli effetti sono stati solo temporanei, così come non sarebbero duraturi gli effetti dello scudo anti-spread su cui tanto il presidente Monti si é impegnato".

Fatti & Misfatti: L'effetto-Berlusconi

Fatti & Misfatti:

 L'effetto-Berlusconi

Le prime ripercussioni tra gli elettori di centrodestra

fatti & misfatti
Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ha sortito un primo effetto tra gli elettori di centrodestra. Una sua candidatura nelle politiche del 2013 metterebbe la coalizione moderata in condizioni di recuperare (già da ora) il 12% dei propri elettori. Il risultato è frutto dell’ultimo sondaggio realizzato da Spincon.it.
L’opinione che riserva altre significative linee di tendenza: il recupero di oltre 1 punto percentuale del PdL, dello 0,6 per la Lega e dello 0,7 per l’UdC. Stabili il Pd e le altre forze dell’ex Terzo Polo, mentre calano Italia dei Valori e soprattutto il movimento di Grillo che scende di 2 punti e mezzo in percentuale. Il significato politico del nuovo corso berlusconiano consiste in questo primo effetto di “rimescolamento”nell’ambito dei consensi di centrodestra.
La ricerca più aggiornata segnala un modesto recupero di popolarità di Monti. Lo zoccolo duro di consenso personale raccolto da Berlusconi nel centrodestra (pari al 23,3%) risulta più marcato in un’ipotesi di scenario elettorale “a quattro”. Cioè con la Lega separata dal centrodestra e il Terzo Polo sganciato dal centrosinistra.
Il candidato premier azzurro supera di gran lunga la concorrenza di Casini, Maroni e Bersani, ma anche quella di Montezemolo che si ferma al 3,3% nel centrodestra (e che avrebbe invece dalla sua un 10,7% di elettorato di centrosinistra).- PdL -

Libor, tra "i banchieri del diavolo" i vertici di tutti i grandi istituti del mondo

rassegna stampa

da LA REPUBBLICA del 22.07.2012

Libor, tra "i banchieri del diavolo"
i vertici di tutti i grandi istituti del mondo

Il quotidiano tedesco Handelsblatt si domanda: "La loro fantasia criminale non conosce limiti.

 Che tipo di vigilanza potrà fermarli?" Trani indaga sulla manipolazione dell'Euribor.

 L'iniziativa giunge dopo una serie di denunce delle associazioni dei consumatori



 "I banchieri del diavolo", attacca il quotidiano tedesco  sullo scandalo per le manipolazioni
 del Libor, l'indice sui tassi interbancari con la sterlina come valuta di riferimento. Critiche 
accompagnate da una foto che ritrae due uomini con aria da manager, in abiti eleganti, e 
con tanto di corna e forcone a tre punte. Sarebbero 16 le banche di Gran Bretagna, Europa
 e Stati Uniti coinvolte nelle indagini, riporta Handelsblatt che chiama in causa due manager
 di spicco di Deutsche Bank, la prima banca della Germania: i copresidenti Anshu Jain e 
Juerge Fitschen, che sarebbero stati sentiti nelle indagini che sono state condotte da 
commissione europea e autorità della svizzera.

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Privatizzazioni, lo stop della Consulta

  • Privatizzazioni, lo stop della Consulta

ENTI LOCALI| LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Privatizzazioni, lo stop della Consulta

Cancellata la norma sui servizi pubblici locali: ignorava il referendum sull'acqua. I movimenti: «restituita voce a cittadini»

- Scacco matto alle privatizzazioni dei servizi pubblici locali. La Corte Costituzionale ieri, accogliendo il ricorso di sei Regioni, ha cancellato in un sol colpo tutta la normativa, varata dal governo Berlusconi, che apriva il mercato dei servizi pubblici (tranne quello dell'acqua) alla concorrenza imponendone in qualche modo la privatizzazione.
Secondo la Consulta, il difetto di queste regole, che erano contenute nella Finanziaria-bis del 2011, sta nel fatto che esse riproducono la medesima ratio di quelle che il referendum del giugno 2011 aveva cancellato, note con il nome di «legge Ronchi» e risalenti al 2009. La violazione dell'articolo 75 della Costituzione, che vieta di riproporre norme cassate dalla volontà popolare, riporta ora indietro l'orologio normativo di circa 15 anni, a prima della legge Ronchi. Esultano le Regioni, a partire dalla Puglia di Nichi Vendola, prima firmataria del ricorso.
Per capire cosa è successo bisogna premettere che la normativa comunitaria consente agli enti locali di gestire direttamente i servizi pubblici ponendo come unica condizione che il capitale della società cui li affida (società in house ) sia totalmente pubblico. Ora, la norma cassata, secondo la Consulta e in particolare Giuseppe Tesauro (ex Garante Antitrust), estensore della sentenza, andava oltre quelle europee, rendendo «ancora più remota l'ipotesi dell'affidamento diretto dei servizi». 

Draghi: "L'euro è irreversibile" Napolitano: "Serve più Unione"

RASSEGNA STAMPA
da la stampa


ECONOMIA
21/07/2012 - LA CRISI

Draghi: "L'euro è irreversibile"
Napolitano: "Serve più Unione"



"Bce pronta ad agire senza tabù"
Il monito del Capo dello Stato:
"I Paesi fondatori si impegnino"

L'attesa è tutta per lunedì mattina. Dopo il venerdì nero alla riapertura dei mercati si capirà se la speculazione continuerà a colpire Italia e Spagna. La Bce prova a fermare la valanga. L'euro è «irreversibile», non c'è un rischio di «esplosione» dell'unione monetaria e la Banca centrale europea è pronta ad agire «senza tabù», dice il presidente dell'istituto, Mario Draghi, in un'intervista a Le Monde.

«Vediamo analisti immaginare scenari di esplosione della zona euro, vuol dire mal conoscere il capitale politico che i nostri dirigenti hanno investito in questa unione e il sostegno degli europei», spiega Draghi, sottolineando poi il «successo» del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno scorsi. «Per la prima volta, mi sembra, è stato dato un messaggio chiaro: uscire dalla crisi con più Europa», dichiara, sottolineando l’importanza della raod map tracciata per l’evoluzione dell’unione monetaria nel senso di una «maggiore integrazione» economica. «Qualsiasi movimento verso un’unione finanziaria, di bilancio e politica è a mio parere inevitabile e condurrà alla creazione di nuove entità sovranazionali», prosegue il numero uno. Un concetto ribadito oggi anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Belgio e Italia sono chiamati a rinnovare l’impegno per un «rafforzamento politico delle istituzioni» europee verso un «più forte slancio di integrazione» necessario per il «benessere» e la «fiducia» dei giovani


mercoledì 18 luglio 2012

Nuovo scandalo bancario: gli Usa accusano Hsbc di riciclaggio

È QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO DEL SENATO USA - IGNORATI PER ANNI GLI AVVERTIMENTI


Nuovo scandalo bancario: gli Usa accusano Hsbc di riciclaggio


RASSEGNA STAMPA
da Il Corriere della Sera del 18.7.2012

Avrebbe prestatore assistenza ai cartelli della droga. 16 miliardi di dollari di transazioni con l'Iran nel periodo 2001-2007

Dopo Barclays, un altro colosso bancario britannico finisce nel mirino degli investigatori. Si tratta di Hsbc, sotto inchiesta negli Usa per riciclaggio. L'assenza di controlli e l'inadeguatezza delle regole, secondo il rapporto, hanno permesso ai cartelli della droga messicani di utilizzare la Hsbc per il riciclaggio di denaro e ad alcune aziende di aggirare le sanzioni imposte all'Iran. Inoltre, ad alcune entità collegate al terrorismo è stato consentito l'ingresso nel sistema finanziario Usa. Nel rapporto di 335 pagine si sostiene che i controlli messi in atto dalla banca per evitare che la propria struttura venisse sfruttata da organizzazioni criminali erano inefficaci e che i campanelli d'allarme suonati da alcuni dipendenti sono stati regolarmente ignorati dal top management.







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martedì 17 luglio 2012

Scure di Moody's su 23 enti locali Giù rating di banche, Eni e Poste

Scure di Moody's su 23 enti locali Giù rating di banche, Eni e Poste

RASSEGNA STAMPA

da Il Coprriere della Sera 17.07.2012
Il downgrade segue quello dell'Italia deciso la scorsa settimana

L'agenzia Moody's taglia il rating di 23 enti locali italiani, fra i quali le province autonome di Bolzano e Trento, la Lombardia, il Lazio e le città di Milano e Napoli. Il downgrade degli enti locali segue quello dell'Italia, deciso da Moody's la scorsa settimana.

L'OUTLOOK - «Le prospettive» per gli enti locali «restano negative in linea con quelle» dell'Italia, afferma l'agenzia internazionale in una nota. Il rating della provincia di Bolzano è stato tagliato ad A3 da A1, così come quello della provincia di Trento. Il rating della Lombardia è stato ridotto a Baa1 da A2, con Milano declassata a Baa2 da A3. Il rating del Lazio è stato tagliato a Baa3 da Baa2. Napoli è stata tagliata a spazzatura, a Ba1.

domenica 15 luglio 2012

I "fantasmi" delle agenzie di rating

Errori, inchieste e nemici di Moody's e sorelle

RASSEGNA STAMPA
da PANORAMA del  14-07-2012

di Sergio Luciano

Gli “yuppie” dell'alta finanza nemmeno sanno dov'è Trani, ma la Procura della lontanissima cittadina pugliese potrebbe diventare il sasso destinato a ingrandirsi a valanga fino a disturbare pesantemente l'attività mondiale di Moody's e Standard & Poor, le due agenzie di rating angloamericane, leader di mercato, e oggi di sospetto, sia per i contenuti che per la tempistica di molti, troppi, loro giudizi.
I pm di Trani hanno chiuso le indagini su Standard & Poor's e la prossima settimana chiuderanno anche quelle su Moody's, concludendo – secondo le anticipazioni diffuse dalle due associazioni di risparmiatori dal quale appello sono nate le indagini, Adusbef e Federconsumatori - per una richiesta di rinvio a giudizio che punterà sull'ipotesi di aggiottaggio, per l'asseribile tendenziosità speculativa dei loro voti. I magistrati contestano la “scelta mirata nei tempi» del report sull’Italia, diffuso il 6 maggio 2010 a borse aperte, che suggeriva “intenzionalmente” ai mercati “una relazione tra il rischio Grecia e la rischiosità delle banche italiane: relazione e rischiosità a quella data inesistenti e tuttavia, proprio in diretta conseguenza dell’annuncio, percepite come realmente esistenti”. Che fecero crollare i titoli bancari in Borsa...
Si vedrà, naturalmente – nei tempi biblici del caso – quale giudizio si formerà il tribunale di merito sulle accuse istruite dalla Procura. Ma il verdetto della politica contro Moody's e Standard & Poor's è già stato pronunciato ed è inappellabile, da molte autorevolissime fonti istituzionali: la Commissione Europea, la stessa Bce, e naturalmente il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti.

Gli Eurobond che fecero l'Unità d'Italia quando il Regno di Napoli era come la Germania


E' l'esperienza storicamente più vicina al faticosissimo tentativo di dare maggiore consistenza politica all'Unione europea
 «Come l'Italia di allora, l'Europa oggi è fatta da stati eterogenei, con economie di dimensioni e condizioni diverse, che parlano lingue diverse e hanno sistemi di imposizione fiscale separati» ricorda la studiosa.
La prima cosa che balza agli occhi è lo spread (anche allora!) tra i rendimenti dei diversi gruppi di bond prima e dopo l'Unità. Quelli del Regno delle Due Sicilie (che erano un quarto del totale) prima del 1861 pagavano i tassi più bassi: 4,3%, 140 punti base in meno delle emissioni papali e di quelle piemontesi (che rappresentavano rispettivamente il 29% e il 44% del debito unitario dopo la conversione) e 160 in meno rispetto a quelle Lombardo-Venete (che però erano solo il 2%).


Scandalo Libor, la Fed sapeva fin dal 2007 ma le autorità Usa e britanniche non intervennero


LONDRA - Lo scandalo Libor avrebbe potuto essere evitato se solo le autoritá fossero intervenute con piú decisione. Nuovi documenti venuti alla luce rivelano che la Federal Reserve americana giá nel 2007 aveva avuto una "soffiata" da parte di un dipendente di Barclays che la sua banca, cosí come altre, pilotava il tasso interbancario e che il fixing non era quindi attendibile.«La nostra sensazione è che il Libor non è realistico e non riflette il costo reale dei finanziamenti», scriveva l'anonimo banchiere.


Poi peró nulla è stato fatto dalle autoritá Usa o britanniche, troppo prese dalla gestione della crisi finanziaria, e il fixing coordinato tra banche è andato avanti fino al 2009, come stabilito dall'indagine tuttora in corso..
Barclays è l'unica banca che finora ha ammesso le responsabilità dei suoi trader nel manipolare il tasso interbancario e ha pagato una multa di 290 milioni di sterline per chiudere la vicenda.

sabato 14 luglio 2012

Berlusconi: "Torno in pista per salvare il Pdl, senza di me sprofonda.

Berlusconi: Torno per salvare il

 Pdl,  senza di me sprofonda 

Alcuni passaggi del colloquio del Presidente con il gornalista

 Bruno Vespa pubblicati dal 'Quotidiano Nazionale'

Silvio Berlusconi
PdL - "Torno in pista per salvare il Pdl, senza di me sprofonda. Il 38 % é la percentuale che abbiamo preso alle politiche del 2008, ma se alle prossime dovessimo scendere per assurdo all’8%, che senso avrebbero avuto diciotto anni di impegno politico?".
Lo afferma Silvio Berlusconi in un colloquio avuto con Bruno Vespa e che é riportato sul ’Quotidiano Nazionale’ di sabato 14 luglio. Spiegando le ragioni della sua decisione di ricandidarsi a Palazzo Chigi alle prossime elezioni politiche, Berlusconi sottolinea:
"Avrei voluto dare l’annuncio più in là, magari all’inizio dell’autunno ma qui non si riesce a tenere niente di riservato...mi chiedono tutti di ricandidarmi".
Quanto al declassamento da parte dell’agenzia di rating Moody’s e ai livelli dello spread, Berlusconi osserva: "Noi subimmo una violentissima campagna sugli spread, eppure io ho sempre saputo che essi sono frutto di speculazione e non hanno niente a che vedere con i fondamentali di un Paese".

Moody's boccia ancora l'Italia Ma stavolta le Borse la snobbano

Moody's boccia ancora l'Italia Ma stavolta

 le Borse la snobbano

L'ARTICOLO DEL GIORNO 
da IL GIORNALE

Lo schiaffo di Moody's all'Italia, declassata di ben due gradini con un blitz notturno, colpisce a vuoto. Il mercato si incarica di smentire l'agenzia, che ha declassato i titoli di Stato italiani da A3 a Baa2: poche ore dopo, il Tesoro colloca senza difficoltà tre miliardi di Btp triennali a un tasso del 4,65%, il più basso da maggio, a fronte di una richiesta doppia rispetto all'offerta. Un risultato che dà la carica a Piazza Affari, che chiude in rialzo (+0,96%) allineandosi agli altri mercati in Europa, anche se lo spread tra Btp e Bund tedeschi, che subito dopo l'asta era sceso sotto i 470 punti base, nel finale è risalito a quota 478.Scampato pericolo, dunque, almeno per ora: ma resta il fatto che il declassamento da parte di Moody's da A3 a Baa2 porta la valutazione del rischio sovrano italiano a soli due gradini dallo status di «junk bond», obbligazione spazzatura. Di conseguenza, molti gestori di fondi d'investimento potrebbero decidere di togliere dai loro portafogli titoli di Stato con un rating così basso: se non subito, a breve scadenza, visto che potrebbero arrivare nuovi declassamenti. Infatti, l'agenzia di rating ha mantenuto l'outlook negativo, ovvero ha messo in conto la possibilità di ulteriori tagli.Nel suo rapporto, Moody's punta l'indice sul deterioramento delle prospettive economiche di breve termine dell'Italia, nonostante le misure e le riforme adottate dal governo Monti, e sulla prospettiva di un inasprimento del clima politico in vista delle elezioni del 2013. L'esecutivo ha proposto riforme «che hanno la potenzialità - scrive l'agenzia - per migliorare la crescita e le prospettive di bilancio». Ma a detta degli esperti di Moody's «i rischi che gravano sull'attuazione delle riforme restano considerevoli»: in altri termini, la recessione potrebbe portare le forze politiche a frenare l'azione del governo.Non solo: tra le cause che determineranno «un ulteriore netto aumento dei costi di finanziamento» ci sono «segnali di erosione» degli investimenti esteri. Pesa infine, secondo l'agenzia di rating, il rischio di un contagio da Grecia e Spagna.Ma l'Europa questa volta non ci sta: Bruxelles boccia la mossa intempestiva di Moody's e promuove invece a pieni voti l'impegno dell'Italia per le riforme e il risanamento dei conti pubblici. Simon O'Connor, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, non entra nel merito della decisione dell'agenzia di rating ma ne contesta il timing: «Pensiamo che ci si possa legittimamente e seriamente porre la questione dei tempi, se i tempi siano appropriati». E, secondo Bruxelles, non lo sono, visti gli sforzi senza precedenti che l'Italia sta facendo sulle riforme e il consolidamento dei conti pubblici. «Riteniamo che l'azione politica italiana per assicurare finanze pubbliche solide e per affrontare le debolezze strutturali di lunga data è determinata e ampia». Le riforme sono «impressionanti, se non senza precedenti». E Rehn ha definito «inappropriata» e «discutibile» la tempistica di Moody's.«Il nostro Paese manifatturiero è molto più forte di quello che appare dalle valutazioni di Moody's», dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Con lui, banche e imprese di ogni dimensione: Abi, Ania, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia reagiscono a quello che considerano un attacco non solo al governo, ma all'Italia intera. «Il nostro Paese è solido, l'Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo», è la premessa della nota congiunta, di fronte «all'ennesima valutazione destabilizzante» dell'agenzia Moody's, che giudicano «irresponsabile». Per questo sollecitano le autorità europee ad «agire con urgenza per annullare gli effetti dei rating previsti dalle norme oggi in vigore».Anche i sindacati sono sul piede di guerra. La Cgil giudica il declassamento «al tempo stesso tragico e ridicolo». Luigi Angeletti della Uil auspica «un'agenzia di rating, sul serio, indipendente e libera da conflitti di interesse». Per Raffaele Bonanni della Cisl, invece, il downgrade è indice della necessità di «maggiore concertazione» tra parti sociali e governo.Di diverso avviso gli analisti di Bank of America Merrill Lynch: «Un'uscita ordinata dall'euro - scrivono in uno studio riportato da Bloomberg -, darebbe all'Italia benefici in termini di miglioramento della competitività, crescita economica e finanza pubblica». Stesso scenario «suggerito» anche per l'Irlanda e la Grecia, mentre i danni maggiori arriverebbero alla Germania.


Lupi: Dalle agenzie di rating attacco al sistema democratico

Lupi: Dalle agenzie di rating 

attacco al sistema democratico

La decisione di Moody's é gravissima

Maurizio Lupi
"Ancora una volta dalle agenzie di rating arriva un attacco al nostro sistema democratico. La decisione di Moody’s é incredibile e gravissima.

Si tratta di una vera e propria ingerenza che nulla ha a che vedere con il reale stato di salute del sistema economico italiano. Tutte le forze politiche hanno il dovere di fare fronte comune e di respingere questo attacco. I governi li eleggono i cittadini attraverso il voto, non le agenzie di rating". Lo ha dichiarato Maurizio Lupi, vice presidente della Camera

Boniver: Il declassamento di Moody's é un grave atto intimidatorio

Boniver: Il declassamento di 

Moody's é un grave atto 

intimidatorio

Il commento del deputato del Pdl e Presidente del Comitato

 Schengen

Margherita Boniver
PdL -  “Gravissimo atto intimidatorio da parte di Moody’s nei confronti dell’Italia che continua da anni a tenere i conti in ordine e con il governo tecnico a fare tutti i compiti a casa.

Tutto questo dimostra nel modo più evidente che tutte le misure di austerità e tagli della spesa cui sono costretti tutti i governi europei, alcuni in modo particolare, fino ad ora sono servite ben poco per arginare l’aggressività speculativa. Anche in Italia, in recessione profonda, ci si deve interrogare sulla necessità di un cambio di strategia europea oramai urgentissima”. Lo ha affermato Margherita Boniver, deputato del Pdl e Presidente del Comitato Schengen.

Gasparri: Moody's conferma che

 i tecnici non hanno la bacchetta

 magica

Chi aveva esultato per le dimissioni di Berlusconi stia zitto

Maurizio Gasparri
PdL -"Il declassamento del rating sui titoli di Stato italiani deciso da Moody’s conferma che non esistono governi con la bacchetta magica, anche se questi sono tecnici. Chi, infatti, nello scorso novembre aveva salutato le dimissioni del presidente Berlusconi come momento di svolta per la nostra economia, oggi ha un ulteriore motivo per stare zitto".
Lo ha dichiarato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che ha sottolineato:

"Lo spread tra Bond e Btp non si é ridotto di 200 punti, come si diceva, ma piuttosto si attesa poco sotto i 500 punti. Mentre le agenzie di rating continuano a sfornare giudizi negativi, con il sinistro intento di condizionare gli equilibri politici interni. Perciò sia chiaro che non accetteremo che a colpi di rating si cerchi di dettare nuovamente alla politica italiana scelte ed agenda, soprattutto in vista delle prossime elezioni. Fermo restando, quindi, le nostre perplessità per questi istituti e per la correttezza delle loro analisi, tutto ciò conferma che le ragioni della crisi in Italia sono da ricercarsi in Europa. Il governo Monti ha dimostrato buona volontà ed ha trovato nelle forze parlamentari, prime fra tutte il Pdl, senso di responsabilità, ma é chiaro che adesso é necessario uno sforzo europeo per combattere la crisi. Le chiusure ed i diktat della Germania non possono continuare a condizionare la politica dell’Ue. Sugli eurobond, sulla Bce e sullo scudo antispread bisogna insistere, secondo quelle indicazioni che nello scorso giugno, in previsione del vertice Ue, il Parlamento diede al presidente Monti. In questo momento di difficile congiuntura economica abbiamo bisogno di misure che consentano di incentivare la crescita, di sostenere l’occupazione e di favorire lo sviluppo. Ed il declassamento di Moody’s conferma che e’ necessario continuare lungo questa strada".

Alfano: Serve un'agenzia di rating europea. Basta chiedere sacrifici agli italiani

Alfano: Serve un'agenzia di rating europea. Basta chiedere sacrifici agli italiani

Alcuni passaggi dell'intervento del segretario politico del Pdl alla convention

 dei Cristiano Riformisti

ALFANO PRIMO PIANO 1 CONFERENZA STAMPA 14-03-2012
(PdL) "Le società di rating non sono le verità rivelata e dovrebbero avere una via europea di legittimazione, vorremmo una agenzia pubblica di rating europea".
"Serve una società pubblica altamente affidabile e indipendente e non agenzie private che tendono al profitto. Mi chiedo come sia  possibile che l’Italia faccia i suoi compiti, faccia i sacrifici riportando risultati e poi ottenega un declassamento? C’e’ qualcosa che non funziona".
"Il Pdl non accetterà altri sacrifici: noi non siamo disponibili a chiedere altri sacrifici agli italiani dicendo che ce lo chiede l’Europa".
Angelino Alfano, Convention dei Cristiano Riformisti, 13 luglio 2012

Quagliariello: Le agenzie di rating non possono dare giudizi politici

Quagliariello: Le agenzie di rating non possono dare giudizi politici

Da Moody's un giudizio improprio

Gaetano Quagliariello
"Mi é sembrato un giudizio improprio. Un’agenzia di rating deve restare su giudizi economici e non sconfinare a giudizi politici, soprattutto se riferiti a fasi post elettorali non ancora aperte. Quando ci sono delle elezioni il popolo sovrano si esprime. L’incertezza del risultato si annulla solo annullando la democrazia. Ci vuole una presa di posizione delle forze politiche che sostengono questo governo. Non mi riferisco solo al Pdl ma all’andamento di tutta la nostra democrazia".
Lo ha affermato al Tgcom24 il senatore del Pdl Gaetano Quagliariello, che è intervenuto sul declassamento dell’Italia da parte di Moody’s.
Quanto alla discesa in campo di Berlusconi, il nostro senatore ha osservato: "Nel Pdl si é fatta strada l’idea di chiedere a Berlusconi di candidarsi in quanto punto di riferimento di anime diverse e capace di coagulare intorno a se il massimo consenso. Non c’é stata ufficializzazione, é solo un’assunzione di disponibilità. Anche questo rientra nella fisiologia del dibattito e del gioco politico. Che il centrodestra cerchi di arrivare alle elezione nel modo migliore e con il candidato più forte mi sembra fisiologico". Ritornando alla crisi ha sottolineato: "Questa situazione non é determinata da fattori interni contingenti, il governo sta facendo tutto quello che può, ma il problema é negli errori dell’Europa".( Pdl)

RASSEGNA STAMPA

da il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
del 13.07.2012

inchiesta della procura di trani

Moody's, indagini concluse
Sotto accusa i vertici dell'agenzia

Il pm:«Informazioni tendenziose e distorte ai mercati»
Manager nel mirino dopo le denunce dei consumatori

Dopo Standard & Poor's, le cui indagini sono state chiuse nei giorni scorsi, oggi la
Procura di Trani ha chiuso quelle su Moody's, «l'agenzia di rating accusata dal Pm Michele
 Ruggiero, su denunce di Adusbef e Federconsumatori, di aver diffuso giudizi falsi, infondati
 o comunque imprudenti sul sistema economico-finanziario e bancario italiano configurando
 una manipolazione del mercato». Lo riferiscono in una nota le due associazioni dei consumatori.
 «Per quanto riguarda Moody's, gli indagati sono accusati del reato di manipolazione del mercato», sottolineano i presidenti di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. 

venerdì 13 luglio 2012

Cicchitto: Berlusconi sia sostenuto da un partito rinnovato

Cicchitto: 

Berlusconi sia sostenuto

 da un partito rinnovato

Il Pdl ricerchi il consenso di un elettorato moderato  e 

riformista anche attraverso un programma innovativo e razionale


"Se, come è probabile, per il centrodestra e il Pdl scende nuovamente in campo Berlusconi, d’intesa con Alfano, a maggior ragione è importante che egli sia affiancato e sostenuto da un partito rinnovato, presente sul territorio, democratico nella sua gestione interna che, sia per ragioni di autofinanziamento sia per avere direzioni locali largamente condivise, sia fondato anche sul tesseramento, sui congressi, su eventuali primarie per le cariche elettive".

Lo ha dichiarato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha osservato:
"Il Pdl deve ricercare il consenso di un elettorato moderato e riformista anche attraverso un programma innovativo e razionale: taglio mirato della spesa pubblica, probabile modifica dei meccanismi dell’euro e dell’Unione Europea senza impossibili ritorni alla lira, proposte per l’abbattimento del debito e conseguente riduzione della pressione fiscale in funzione della crescita. In questo quadro vanno recuperati e aggiornati elementi programmatici del precedente governo Berlusconi e anche proposte sostenute nel corso dell’esperienza del governo Monti. E’ fondamentale che anche questa nuova fase del PdL sia fondata sul rapporto positivo tra coloro che provengono dall’area di forza Italia e coloro che hanno fatto l’esperienza di An e di altre formazioni politiche". (PdL)

Alfano: Berlusconi scenderà in campo per le politiche 2013

Alfano: Berlusconi scenderà

 in campo per le politiche 2013

Il commento del segretario politico del Pdl

(PdL) "Credo che alla fine il Presidente Berlusconi deciderà di scendere in campo, c’è un gran movimento di sostegno intorno alla ricandidatura del presidente Berlusconi. In tanti glielo stanno chiedendo, tanti cittadini e
 tanti del Pdl, e io sono tra questi.

Del resto, per chi come lui ha governato in anni così complessi, ha ceduto
 il passo a un nuovo governo tecnico senza mai essere stato battuto in aula
 e senza avere perso le elezioni. Per chi come lui e’ stato il protagonista di questi anni credo sia giusto e legittimo chiedere un giudizio al popolo
 italiano sulla storia di questi anni e su una nuova chance di governo".
 Lo ha affermato il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, che ha osservato:

“La volontà è di andare al voto con la nuova legge, vogliamo che il
 popolo italiano, ciascun cittadino, possa scegliere il proprio deputato
 e senatore. Vogliamo che venga eletto dai cittadini sia il singolo
 parlamentare che il presidente della Repubblica. Per noi ciascun
 cittadino deve poter votare il proprio presidente della Repubblica.”

Cina, il grande occhio sui video online


RASSEGNA STAMPA
da PUNTO INFORMATICO
DEL 12.07.2012

di Mauro Vecchio



Cina, il grande occhio

 sui video online

La censura di stato per arginare violenza e pornografia.
 Moderazione preventiva su tutto per salvare le giovani
 menti che si affacciano al Web. Ma come si fa per lo
 user generated content?
Roma - È la risposta cinese alla crescita esplosiva dei filmati
online, spesso contenenti materiale pornografico, volgare, 
eccessivamente violento secondo Pechino. Come proteggere
al meglio le giovani generazioni? Come riuscire a promuovere la
 produzione di programmi web ad alta qualità? Con lo strumento
 più drastico, la censura di stato.

mercoledì 11 luglio 2012

Lobbying per 92 milioni di sterline

RASSAEGNA STAMPA
 da La Repubblica del 10.07.2012
Lobbying per 92 milioni di sterline


Ecco come la finanza britannica scrive le leggi

I dati raccolti dal Bureau of Investigative Journalism mostrano che i settori bancari e assicurativi hanno investito cifre molto consistenti per influenzare i legislatori. Ottenendo in cambio regimi fiscali favorevoli e affondando i programmi che ne avrebbero eroso la posizione dominanti nei rispettivi settori

dal nostro inviato ALESSANDRA BADUEL

Le banche britanniche hanno investito cifre consistenti per fare lobbying in parlamento

LONDRA - Se c’era qualche dubbio sul potere della City nell’influenzare le decisioni politiche che la riguardano, adesso ci sono i dati che lo confermano. Raccolti dal Bureau of Investigative Journalism in quattro mesi d’indagine, dicono che l’anno scorso la finanza ha speso 92.800.000 sterline per meglio premere su governo e istituzioni di regolamentazione, impiegando 129 organizzazioni con alle loro dirette dipendenze 800 persone. Un panorama che il ministro del Commercio e dell’Industria Vince Cable ha commentato con amarezza: “Mi preoccupa – ha detto – che il settore finanziario e in particolare le banche siano troppo dominanti e influenti, oltre ad essere considerati rappresentanti dell’interesse nazionale con eccessiva facilità. Abbiamo bisogno di banche più piccole e competitive, focalizzate nel fornire credito a chi lavora”.

sabato 7 luglio 2012



RASSEGNA STAMPA
da TISCALI ECONOMIA DEL 06.07.2012

Polemica tra Schaueble ed

 Economisti tedeschi sulla

 crisi dell'Euro

  "Se l'Unione monetaria si spaccasse, ci sarebbe da temere con grandi probabilità una catastrofe economica per la Germania, per l'Europa e per l'intera economia mondiale": lo ha dichiarato all'emittente berlinese Rbb (Rundfunk Berlin-Brandeburg) il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, aggiungendo che "è nostro compito evitarlo". Schaeuble ha così replicato a una petizione di 160 economisti tedeschi, che hanno criticato le ultime decisione prese in Europa per salvare le banche. "Ognuno di questi esperti dovrebbe chiedersi - ha detto a Rbb-Inforadio l'esponente cristiano-democratico - se sia responsabile creare una simile confusione nella opinione pubblica con il concetto 'debiti delle banche'".
La critica agli economisti - "Lo trovo vergognoso. Non lo trovo conforme alla responsabilità di un esperto", ha criticato Schaeuble, in riferimento alla lettera degli economisti, secondo i quali gli accordi dell'ultimo vertice di Bruxelles creerebbero una "responsabilità collettiva del debito" nell'euro-zona, con l'apertura alla possibilità di utilizzare i fondi salva stati europei per ricapitalizzare direttamente le banche. "In sostanza non si tratta di collettivizzare la responsabilità, ma di creare un controllo comune dell'Europa", ha spiegato il ministro, invitando gli economisti a intervenire nel dibattito con "consigli responsabili". Ben 160 Professori, tra cui il presidente di Ifo (Institute for Economic Research) Hans Werner Sinn e il noto economista Bernd Raffelhueschen, hanno esortato i cittadini tedeschi in una lettera aperta a unirsi alla protesta contro i recenti piani di salvataggio dell'euro.

 


venerdì 6 luglio 2012

Nel mirino Standard & Poor's C'è prova delle manipolazioni


Rassegna Stampa 
da IL GIORNALE del 04.07.12

Nel mirino Standard &

 Poor's C'è prova delle

 manipolazioni

I pm di Trani indagano sui report allarmistici relativi al rating che 

accelerarono la caduta di Berlusconi

di  - 


 su Standard&Poor’s fa a pezzi il mito dei temuti maghi
 del rating, arbitri inesorabili dei destini finanziari dei Paesi più evoluti.
In realtà anche i tecnici sbagliano, anche loro viaggiano sulla 
lunghezza  d’onda dell’approssimazione e qualche volta fanno
 pasticci  più dei governi  che devono giudicare. Un dato che emerge 
dalle  intercettazioni dell’indagine condotta dal pm Michele Ruggiero 
in cui si contesta la  manipolazione del mercato pluriaggravata e 
continuata  in relazione a  quattro report sull’Italia diffusi fra il maggio
 2011 e il gennaio 2012.
In realtà la confusione è spalmata su scala planetaria. Così, ad agosto 
2011 Standard&Poor’s toglie la tripla A agli Stati Uniti. È un evento
 senza precedenti, ma si scopre anche che c’è stata un’errata 
valutazione . «Se c’è un errore - afferma un dipendente intercettato il
 6 agosto - è perché la tesoreria ci ha dato numeri sbagliati».
 Dall’altra parte del telefono  c’è Maria Pierdicchi, amministratore delegato
 Italia di S&P. 
E la manager replica preoccupata: «Quindi avete cambiato il comunicato 
stampa?». Il soggetto, mai identificato, risponde con disarmante franchezza:
 «No, non l’abbiamo fatto».
In realtà gli analisti si barcamenano fra difficoltà di vario genere e valutazioni inevitabilmente politiche. Interpretano gli spifferi che arrivano dal Palazzo e
 sviluppano strategie che avranno un impatto dirompente sui mercati e le
 Borse  «Viste le evoluzioni a livello politico in Italia - si legge in una mail 
inviata da un dirigente di S&P ad un collega - Berlusconi andrà da
 Napolitano per parlare»  e poiché «c’è la possibilità che si instauri un 
governo tecnico perché Berlusconi è sotto pressione, quindi Frank consiglia
 di prendere tempo aspettando l’evolversi della situazione politica italiana».
 Attenzione: la mail, scritta presumibilmente da  Frank Gill, un supermanager 
di S&P, è datata 3 agosto e insomma già in estate  gli esperti davano 
per imminente il governo tecnico e un po’ ascoltavano  gli umori, un po’ li
 precedevano accelerando di fatto la caduta dell’esecutivo.
In realtà, è la stessa Pierdicchi, a sua volta indagata per favoreggiamento, 
a lasciarsi scappare un giudizio non proprio rassicurante in una
 conversazione, puntualmente captata dalle microspie, con l’ex numero uno
 dell’agenzia Deven Sharma: 
«Sinceramente, Deven, alcuni analisti non ritengono che noi avessimo le 
capacità di sostenere questo tipo di azioni di rating in Italia al momento,
 ritengono che serva più personale senior che si occupi dell’Italia adesso».
 Un’ammissione allarmante.

mercoledì 4 luglio 2012

Pierdicchi: "Non abbiamo lo staff per valutare il rating dell'Italia"

RASSEGNA STAMPA
da La Repubblica del 03.07.2011

I VERBALI DEI PM DI TRANI


Pierdicchi: "Non abbiamo lo staff per valutare il rating dell'Italia"

In una conversazione intercettata tra l'amministratore delegato di Standard&Poor's Italia, Maria Pierdicchi e l'ex numerouno dell'agenzia, Deven Sharma, emergerebbe l'inadeguatezza delle risorse della sede italiana per valutare il rating del Paese. "Non condivisibile il giudizio di S&P", sostiene a verbale il presidente della Consob, Giuseppe Vegas


MILANO - Sono parole pesanti, intercettate dalla Procura e che gettanno un cono d'ombra sull'operato di Standard&Poor's in Italia, una delle agenzie di rating sotto inchiesta a Trani per il giudizi emessi sul Bel Paese. A pronunciarle è Maria Pierdicchi, l'amministratore delegato di S&P Italia, in una telefonata all'ex numero uno di S&P, Deven Sharma.

"Sinceramente, Deven, alcuni analisti non ritengono che noi avessimo le capacità di sostenere questo tipo di azioni di rating in italia al momento, ritengono che serve più personale senior che si occupi dell'italia adesso", si legge nelle intercettazioni
. "Sono venuta a sapere - aggiunge - queste cose da persone durante i meeting e durante le conversazioni, che servono più esperti senior vista la situazione molto delicata".



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