lunedì 31 dicembre 2012

Parola di esperti: "Spread a 550? Non fu colpa del Cav"


L'ARTICOLO DELL'ANNO 2012

da IL GIORNALE

del 07.09.2012 

Parola di esperti: "Spread a 550? Non fu colpa del Cav"

"A Bruxelles e Berlino una gestione miope dell'insolvenza greca"


Roma - Con qualche mese di ritardo Berlusconi e Tremonti si prendono la loro rivincita.
Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi non l'ha fatto arrivare lui a oltre 550 punti base a novembre scorso. Questo sostiene il Rapporto 2012 della finanza pubblica italiana, edito annualmente dal Mulino, che attribuisce le colpe del precipitare della situazione a poteri che hanno sede non a Roma, ma a Bruxelles e a Berlino.
Sono state «le tensioni sui debiti sovrani dei Paesi periferici della zona euro e la miope gestione dell'insolvenza greca da parte delle autorità europee», si legge nel saggio cui hanno collaborato 14 economisti, a causare «la grave crisi di sfiducia dei mercati sulla sostenibilità del debito pubblico italiano».
Le conclusioni dello studio di 281 pagine, curato dal docente di Scienza delle finanze all'università di Bologna Alberto Zanardi, spostano le responsabilità dalle scelte sbagliare di finanza pubblica fatte dal governo Berlusconi e in particolare dall'ex ministro dell'Economia, a «fattori esterni», europei e internazionali, sarebbero stati questi a rendere più grave la crisi nel nostro Paese.
Proprio nel momento in cui Tremonti torna sulla scena, annunciando di voler organizzare una sua lista elettorale e partecipando da oggi alla trentottesima edizione dell'annuale Workshop Ambrosetti a Villa D'Este a Cernobbio, arriva a restaurare la sua immagine questo studio ritenuto uno dei più autorevoli e non politicamente influenzato del settore.
Nella sua introduzione al Rapporto Zanardi spiega che, certo, a questi fattori esterni si aggiunse «la tumultuosa caduta di credibilità internazionale dell'esecutivo di centrodestra», ma non fu quella ad essere determinante. Anche perché, e questo riconoscimento suona sorprendente nel clima attuale, storicamente l'Italia si è dimostrata più di parola di altri Paesi europei: «Non ha mai mancato di onorare i suoi impegni sul debito pubblico». Non basta, nel rapporti si legge anche: «Oggi, debito a parte, gli indicatori di finanza pubblica sono assai più sotto controllo che in quasi tutti i Paesi europei».
In particolare, gli esperti rilevano che l'anno 2011, in cui al governo c'erano Berlusconi e Tremonti è stato, malgrado i problemi della crisi economica, «il secondo consecutivo in cui la spesa primaria è diminuita in termini nominali».
L'economista Marcello Messori, che ha collaborato allo studio con studiosi come Giampaolo Arachi, Massimo Baldini, Giuseppe Pisauro, Edoardo Reviglio e Alessandro Santoro, nel suo saggio sulla governance economica europea critica l'incapacità dell'Unione economica e monetaria di arginare la crisi dei debiti sovrani, a causa dei ritardi e delle inefficienze nel sostegno finanziario concesso ai Paesi membri più vulnerabili dalla speculazione internazionale. Inoltre, Messori punta il dito su Bruxelles e Berlino, criticando «la difficoltà di agganciare la ripresa economica internazionale a causa dell'affermarsi di politiche fiscali univocamente restrittive».



IL NS/ BLOG "CIVILTA' POLITICA" HA ASSEGNATO IL RICONOSCIMENTO DI ARTICOLO DELL'ANNO 2012
AL PEZZO ELABORATO  DALLA REDAZIONE DE IL GIORNALE E PUBBLICATO IN DATA   06.09.2012 CON IL TITOLO : "PAROLA DI ESPERTI: SPREAD A 550? NON FU COLPA DEL CAV."
ANCORA UNA VOLTA IL GIORNALE DEL BRAVO E CORAGGIOSO  SALLUSTI HA  DIMOSTRATO DI AVER SAPUTO COGLIERE LE CAUSE E GLI ASPETTI SALIENTI DELLA CRISI ECONOMICA ITALIANA, ATTINGENDO DA LAVORI SERI E RIGOROSI DI  VALENTI  CATTEDRATICI GUIDATI DAL PROF.ALBERTO ZANARDI.
COMPLIMENTI ED AUGURI PER UN PROSPERO 2013.






Berlusconi: Stop al finanziamento pubblico ai partiti


Berlusconi: Stop al finanziamento pubblico ai partiti

Il Presidente risponde al popolo di ForzaSilvio

Silvio Berlusconi
1. Da Mario Raschini - Caro Presidente la Mia impresa fa parte delle centinaia di migliaia di imprese che hanno chiuso e continuano a chiudere, dopo la grande bevuta delle barzellette "Equità" e "Cresci Italia" del governo Monti che Voi avete sostenuto per far massacrare finanziariamente noi Italiani. Detto questo non contate sul mio voto alle prossime elezioni.
Silvio Berlusconi - Caro Raschini, comprendo  il suo stato d’animo. Ho sempre mantenuto contatti con imprenditori grandi e piccoli e tutti mi hanno confermato le enormi difficoltà a operare di quest’ultimo anno. 
Abbiamo scelto di sostenere la nascita del governo Monti per senso di responsabilità e per un patto: il governo tecnico, forte di una maggioranza parlamentare mai vista nella storia, avrebbe completato le riforme – in primo luogo quella della Costituzione, per dare reali strumenti di azione al governo - che noi avevamo avviato e che l’ostilità preconcetta della sinistra e il poco coraggio degli alleati avevano impedito di terminare.
Per questo, specie nei primi sei mesi, abbiamo votato provvedimenti che non condividevamo. Siamo riusciti a modificarli riuscendo a limitare i danni per le famiglie e le imprese: abbiamo ottenuto la riduzione dell’Imu di 50 euro per figlio o l’estensione dell’Iva di cassa alle imprese con fatturato fino a due milioni di euro (il 97% delle aziende italiane). Questa misura è in vigore dal primo dicembre e darà ossigeno a moltissime imprese. 
Non abbiamo potuto impedire il diluvio di tasse e di scelte sbagliate che hanno colpito tante aziende come la sua. Potevamo forse opporci più duramente? Forse. In noi ha prevalso sempre il senso di responsabilità e la fiducia in Monti.

I fatti ci hanno smentito. Monti ha distrutto l’economia reale e non ha fatto le riforme promesse. Le sue scelte di questi giorni hanno svelato il suo vero volto e chiarito finalmente la portata del piano ordito contro di noi.
Di questo piano le prime vittime sono state le persone come lei. Mi consenta di dirle che se lei ora ci toglie la sua fiducia, fa il gioco della sinistra ma soprattutto fa il gioco proprio di quel governo che l’ha costretta a chiudere. Oltre al danno, la beffa. Non dia loro questa soddisfazione!


2. Da Sabina Ferrara - Il governo Monti, mi ha distrutta, mi ha tolto la serenità. Sono un funzionario quadro licenziato e messo in mobilità in deroga!!!! Un incubo che dura da sei mesi e non riesco malgrado il grande impegno a trovare una nuova occupazione. Le aziende sono ermetiche non offrono opportunità! Ho una grande paura
Silvio Berlusconi - Paura, scoraggiamento e sfiducia sono i risultati di un anno di governo tecnico. Noi vogliamo proprio ridare fiducia agli italiani, far ripartire l’economia, rendere conveniente creare nuovi posti di lavoro per i giovani e per chi, come lei, gentile signora Ferrara, ha perso il posto di lavoro. 
Per questo proponiamo alcune misure a costo zero, perché non incidono sulla situazione esistente, ma redditizie per la capacità di ridare fiducia agli imprenditori, cioè a chi crea nuovi posti di lavoro. 
Il nostro progetto prevede una riduzione di imposte 
sul lavoro e agevolazioni fiscali per favorire la nascita di imprese innovative.  Questo è solo l’inizio di un pacchetto di iniziative che stiamo predisponendo per ridare fiducia a chi fa impresa e così creare nuovi posti di lavoro.


3. Da Giuseppe Intorre - chiedo scusa, domando da profano: per quale motivo, visto che ha lavorato così male, fino all’altro ieri voleva Monti a capo della sua coalizione?
Silvio Berlusconi: Io non giudico la persona Mario Monti, giudico l’operato del governo dei tecnici e lo valuto a partire da tre aspetti: i dati economici oggettivi sono tutti negativi per gli italiani; l’enorme diffusione nel cuore dei cittadini di tristezza, sfiducia e pessimismo, sentimenti con i quali nessuno ha mai costruito nulla di buono; il fallimento del patto riformatore fondativo del governo: nonostante una maggioranza senza precedenti, il governo tecnico non ha saputo fare le grandi riforme - istituzioni, giustizia, costi della politica - per completare le quali avevamo appoggiato la sua nascita.
Ho chiesto a Monti di essere il federatore dei moderati italiani perché ho da sempre chiaro che i moderati sono la maggioranza in Italia e solo se si dividono fanno vincere la sinistra. 
Per questo dal 1994 ho lavorato per mettere insieme tutte le forze alternative alla sinistra. 
Per cercare di ricomporre l’unità dei moderati, nell’ultimo anno ho fatto tre passi indietro: dal governo, dal Popolo della Libertà, dalla prima linea della politica. Speravo che altri sedicenti moderati si unissero a noi. Così non è stato.
Ho voluto fare un ultimo tentativo, invitando il senatore a vita Mario Monti. L’ho fatto sapendo di fare un gesto indigesto alla maggioranza dei miei elettori: tuttavia lo reputavo necessario per aumentare le possibilità di battere la sinistra, ricomponendo l’unità completa dei moderati.
Oggi Monti ha scelto di dividere la sua strada dalla mia. Così è diventato di fatto un alleato della sinistra: ora indiretto, perché divide il fronte moderato; dopo le elezioni, nei suoi piani, prevede una esplicita alleanza con la sinistra. Moltiplicheremo il nostro impegno per evitare la vittoria di Bersani e Vendola, che renderebbe ancora più drammatica la già difficile situazione delle famiglie italiane e renderebbe permanente la recessione.


4. Da Roberto Mantini -  Caro Presidente, la scelta di persone oneste e competenti è fondamentale ma il problema di fondo rimane la riduzione drastica del finanziamento pubblico ai partiti. Abbia il coraggio di sostenere credibilmente in campagna elettorale questo principio. Dia la Sua parola che il primo atto del Suo governo riguarderà Imu e costo della politica: vincerà!

Silvio Berlusconi - Caro Mantini, il mio governo aveva già iniziato una azione potente di riduzione dei costi della politica, per esempio riducendo del 20% in media gli emolumenti dei parlamentari, del 20% i consiglieri comunali, provinciali e relativi assessori, del 10% le auto blu, mettendo un tetto agli stipendi dei dirigenti pubblici. Nello scorso luglio abbiamo votato il dimezzamento del finanziamento pubblico.
Nel “Patto del Parlamentare” che faremo firmare ai nostri candidati e che presenteremo compiutamente nei prossimi giorni ho già detto che candideremo solo chi garantisce di votare la riforma della Costituzione con il dimezzamento del numero dei parlamentari e il dimezzamento del loro stipendio.
Aggiungo al Patto altri due punti: 1. L’impegno sul proprio onore a non tradire il mandato avuto dagli elettori, dimettendosi piuttosto da parlamentare. Il cattivo esempio di Fini e dei suoi non si deve più ripetere.
2. L’impegno a votare l’abolizione totale del finanziamento pubblico dei partiti. Abolire il finanziamento pubblico è una scelta tre volte giusta. In primo luogo, per dare l’esempio in questo tempo di crisi. In secondo luogo, perché non è liberale costringere tutti a finanziare anche le opinioni che non condividono. In terzo luogo, perché esiste la possibilità di introdurre sistemi di incoraggiamento fiscale alle donazioni e al finanziamento privato, accompagnati da una rigorosa legge sulle lobby, e da più stringenti norme sulla trasparenza. 
Solo così, non pesando più del tutto sul bilancio pubblico ma sforzandosi di farsi apprezzare e sostenere, i partiti recupereranno la credibilità perduta presso i cittadini.


5. Da Nicola Mercurio - L’ultima volta che l’Italia si è lasciata sottomettere alle decisioni della Germania (1939) non ci è andata affatto bene.
Silvio Berlusconi - Lei è un po’ drastico, caro signor Mercurio. Usa un paradosso, come spesso faccio anch’io, per far capire un concetto fondamentale: a lei, come a me e alla maggioranza degli italiani, non piace l’Europa nella quale uno o due Paesi vogliono imporre agli altri la politica economica che più conviene ai loro interessi.
Purtroppo in questi anni di crisi non abbiamo visto lo spirito dei costituenti dell’Europa, che ebbero il coraggio di unirsi su ciò che li aveva divisi (carbone e acciaio) e da cui era nato il protezionismo, l’odio tra i popoli, l’inflazione, l’ascesa del nazismo e la guerra. Negli atti della Germania di questi anni non abbiamo visto lo spirito di Helmut Kohl. Al momento dell’unificazione tedesca, Kohl impose il cambio alla pari tra marco dell’Ovest e marco dell’Est. Non seguì i dettami della Bundesbank, non impose politiche economiche recessive, non commissariò i lander dell’Est. Se non avesse avuto questo coraggio, in che stato sarebbe oggi l’economia della ex DDR e dunque dell’intera Germania?
Questa è l’Europa che vogliamo: un’Europa davvero unita e solidale, non un’Europa in cui prevalga l’egoismo e il protezionismo! E vogliamo una Italia forte in Europa, che sappia difendere i suoi interessi nell’armonia europea. Lo abbiamo fatto nei nostri anni di governo. Lo faremo ancora: a me piace agire, non usare agende. Specie se i contenuti della agende le scrivono altri, fuori d’Italia.


6. Da Antonino Zimmardi -  Caro Presidente, Monti è sceso in campo come era prevedibile e subito la chiesa lo applaude. Perchè Lei non denuncia come farà la chiesa senza il PDL a contrastare i matrimoni gay per non parlare delle adozioni di bambini fra gay? La chiesa pensa davvero che basta un Monti, sanguisuga per eccellenza, a fermare Vendola? Cantiamogliele queste cose.
Silvio Berlusconi - Sono già stato rimproverato dal quotidiano “Avvenire” per aver detto di aver fatto molto per promuovere i valori della chiesa, perché ritengo siano i valori comuni a ogni persona e fondamento per la società.
Eppure è così. I fatti parlano da soli. Per di più il mio governo non ha mai proposto iniziative che minassero le fondamenta del diritto naturale e in particolare la famiglia, come prevista dall’articolo 29 della Costituzione, con gli annessi doveri tra coniugi e verso i figli. Quando vince la sinistra le cose cambiano. E’ sufficiente ricordare ciò che ha fatto Zapatero in Spagna, quanto sta facendo Hollande in Francia o quanto hanno tentato di fare in Italia autorevoli e riconosciuti esponenti del mondo cattolico quando sono stati al governo.
Siccome per me la libertà di pensiero e di espressione è sacra, ognuno può dire che appoggia chi vuole. Il bello della democrazia è però che ogni voto vale uno: io, come sempre, confido nella saggezza del nostro popolo cattolico, che sa distinguere bene le conseguenze negative di certe scelte avventate.


7. Da Gabriella Pacchoni -  Vorrei che qualcuno mi spiegasse meglio cosa fare per una campagna elettorale da casa.
Silvio Berlusconi -  Con le novità che abbiamo lanciato in questi giorni in www.forzasilvio.it, anche lei può scendere in campo, gentile signora Pacchioni. Usi gli strumenti, i contenuti e le indicazioni su come agire nei vari media che trova nel “Pannello Operativo” della campagna elettorale. Segua le indicazioni che riceve via posta elettronica e ci dica la sua come ha fatto in questi giorni commentando le notizie.Il Pannello Operativo serve a permetterle di contattare personalmente o via internet i suoi conoscenti e amici e di dire loro finalmente la verità. E se i suoi amici volessero coinvolgersi attivamente con la nostra campagna elettorale, li inviti a registrarsi in forzasilvio.it. Oggi siamo in più di 244.000, in quello che è il quartier generale operativo della campagna.
Anche se nessun mezzo come la televisione consente di raggiungere direttamente il maggior numero di persone possibile, solo internet consente di dare a ciascuno la possibilità di essere protagonista della campagna elettorale, comodamente da casa sua. Sfrutti questa possibilità e la diffonda. Grazie!

Regione Lazio, il Cav appoggerà Storace


RASSEGNA STAMPA
IL GIORNALE
31.12.2012


Regione Lazio, il Cav appoggerà Storace

Berlusconi pronto a sostenere il leader della Destra: "Fu perseguitato dalla giustizia, doveroso appoggiare la sua candidatura"


Mentre in Lombardia continua il confronto con la Lega Nord per trovare un accordo su un candidato comune per il Pirellone, nel Lazio la partita del Pdl sembra chiusa.
Questa mattina, in una intervista all'emittente radiofonica romanaTeleradiosterodueSilvio Berlusconi ha espresso il proprio favore per il candidato alla presidenza della Regione Lazio: è il segretario della Destra Francesco Storace, che ha già ricoperto la carica dal 2000 al 2005.
"Sono amico di Francesco Storace - ha spiegato il Cavaliere - e dopo quello che gli è accaduto, perseguitato dalla giustizia, dovendosi dimettere da ministro alla Sanità nel mio governo, credo sia dovuto appoggiarlo nella sua candidatura alla Regione Lazio". Secondo Berlusconi, il leader della Destra è "un uomo deciso e di ottima esperienza". Tanto che l'ex premier crede possa fare "molto bene" alla Pisana. Un apprezzamento politico che sembra aver colto di sorpresa lo stesso Storace che nelle prossime ore sentirà telefonicamente il Cavaliere per fare il punto sulla candidatura e sulle prossime mosse da mettere in campo in vista delle elezioni regionali"Se le cose stanno così, è una bella sorpresa e ho la responsabilitá ulteriore di far vincere il centrodestra nel Lazio", ha replicato a caldo il leader della Destra.
L'appoggio di Berlusconi a Storace arriva in un momento di importanti trattative all'interno del Pdl. A livello regionale il partito è, infatti, diviso in diverse correnti tanto da non essere ancora riuscito a mettere a punto una candidatura unitaria per rappresentare il centrodestra laziale. Con un candidato "esterno", Berlusconi ha così voluto mettere fine a ogni tensione. 

domenica 30 dicembre 2012

Monti scenda dalla poltrona»


RASSEGNA STAMPA

da IL TEMPO
30.12.12


L'INIZIATIVA RACCOLTA DI FIRME ONLINE: «SI DIMETTA DA SENATORE A VITA». IGNAZIO LA RUSSA: «L'UNICA EMERGENZA DEL PROFESSORE È QUELLA DI MANTENERE IL POSTO»

Fratelli d'Italia lancia la campagna «Monti scenda dalla poltrona»

«Se Monti vuole salire in politica deve scendere dalla poltrona di senatore a vita».


Fratelli d'Italia, la nuova formazione di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa, lancia una raccolta firme nazionale per chiedere le dimissioni dal premier dallo scranno di Palazzo Madama. «Nei prossimi giorni saremo nelle piazze delle principali città italiane con banchetti e gazebo contro il doppio ruolo di candidato e Senatore a vita di Monti», attaccano Andrea Volpi, presidente nazionale Azione Universitaria, Augusta Montaruli, consigliere regionale in Piemonte e Giovanni Donzelli, consigliere regionale in Toscana per Fratelli d'Italia. «Basta con la casta politica che pretende il posto sicuro. Chi intende presentarsi come capo di una coalizione - affermano i rappresentati del neo partito di centrodestra - deve candidarsi alle elezioni cercando la fiducia della popolazione, non fare il prestanome di qualche lista in cambio della garanzia di non perdere il posto». «Altro che sobrietà - incalzano - conservare un seggio sicuro a vita è evidente segno di bulimia di potere. Monti, candidandosi e mantenendo il seggio a vita è irrispettoso degli italiani chiamati a fare dei sacrifici». Per questo, «dalla prossima settimana saremo nei mercati, nelle piazze e nei luoghi di ritrovo di molte città di Italia a chiedere sostegno ai cittadini italiani. Intanto stiamo parendo una pagina su facebook per raccogliere i primi consensi on line: 

sabato 29 dicembre 2012

PATRIA LAVORO E LIBERTA' IL BLOCCO QUINTO: EUROPA


Dal "Manifesto"  di PATRIA LAVORO E LIBERTA', movimento politico

 fondato dall'on.Giulio Tremonti, pubblichiamo dalla sezione seconda  il quinto ed 

ultimo blocco   del testo del documento   



                                           BLOCCO QUINTO: EUROPA


Oggi il problema dell’Europa  non si chiama  ESM,  EFM, “Unione bancaria”, “sixpact”,
OMT, etc.
Il problema dell’Europa è una nuova epoca che si apre.
Nella storia, l’idea e la struttura dell’Europa sono passate attraverso fasi diverse:
a) prima,  per secoli, fino all’ultima guerra, l’idea  d’Europa è stata  mitica  o poetica,
romantica, filosofica,  elitaria.Da Althusius a Kant a Tocqueville, per arrivare a Briand,
Rathenau, Pigou, Einaudi. E tuttavia sempre, alla base, l’idea comune dell’Europa come
un arazzo, come un palinsesto composto da linguaggi, religioni, comunità, nazioni che tra
loro si sovrapponevano e si univano nelle radici di una storia comune;
b) poi, nel dopoguerra, al principio anche per opposizione al comunismo (Churchill), una
idea d’Europa mista tra  politica ed  economia.  Alla fine, con il declinare della
“guerrafredda”, è venuta a prevalere l’idea dell’Europa  come  espressione
economica.
Alla base, un esperimento di straordinario successo: il MEC, il mercato comune europeo.
Nell’economia (politica) di questo modello rimanevano ancora gli Stati-nazione, cui si
perdonava  d’essere stati la  causa della guerra e di cui si soffriva con pazienza il
“residuo nazionalismo”, ma che si accettavano perché, più che come Stati-nazione,
funzionavano “ex novo” come Stati-provvidenza, capaci di provvedere (a debito) al
benessere dei cittadini;
c) è infine con la caduta del muro di Berlino, con la fine del comunismo, è solo con tutto
questo che, quasi a sua insaputa, quasi suo malgrado, l’Europa  è di nuovo
entratanelladimensione politica. Una dimensione che è tuttavia ancora tutta  da
costruire.
Più che come effetto di una sua scelta politica diretta: “l’affermazione dell’Unione Europea come
elemento di forza negli affari del continente è infatti stata conseguenza diretta delle rivoluzioni
scoppiate nell’Est” (Judt, Dopoguerra).
Ma tant’è. La storia si sta liberando del passato e sta facendo nascere qualcosa di nuovo. Ed è
propriamente questo che noi ora vogliamo concretizzare. 73
In ogni caso, non si entra nel futuro con strumenti del passato superati dalla storia.
Come il  dopo guerra ha portato alla prima forma  dell’Unione Europea, alla sua forma
essenzialmente economica, così la crisi produce un terremoto che sta mandando in frantumi
la vecchia geografia del continente e ne postula una nuova: una nuovageografiapolitica.
Dello Stato-nazione  si vede ancora la luce (e non si vuole spegnerla), ma non si vede più la
stella!
Con la crisi,e per effetto del rigore imposto dalla crisi, lo  Stato-nazione, nella sua residua
funzione  provvidenziale,ha  infatti  visto  e sta vedendo  drammaticamente ridotta la sua
funzione. Per la semplice ragione che sono finiti i soldi!
E’ anche per questo che il nostro cammino non può essere segnato dalle luci del passato, ma
dalle stelle che indicano il futuro.
La solidarietà sociale, simbolo della civiltà europea contemporanea, va conservata. Ma è per
conservarla che si deve cambiare.
Nel tempo presente, come dopo la guerra la volontà di  pace ha  fatto l’Europa (la fase
economica dell’Europa), così oggi la  crisi tende a  disgregare l’Europache c’è, proprio a
partire dall’economia, finora il suo principale fattore costitutivo e connettivo.
Il mercato europeo èinfatti sempre più segmentato per aree, sempre più campo d’azione di
mascherati protezionismi e di conclamati egoismi.
Fino al  punto che oggi in Europa, si può e si deve dire, si deve dire,  siamo governati da:
“Comitati d’affari nazionali di un  comitato d’affari europeo, che solo il ritorno alla
politica, dunque della speranza, può spezzare” (B. Spinelli, 17 novembre 2012).
E’ anche per questo che si deve cambiare. La visione non può essere più soloeconomica e solo
nazionale. Deve esseresoprattutto politica ed europea.
E l’essenza di una politica europea vicina ai popoli può essere solo quella dell’unità e della
solidarietà:
a) unità.L’unione dell’Europa deve prendere la forma di una integrazione,  quanto più
ampia e profonda  possibile. Integrazione della vita culturale, sociale ed economica, delle
tradizioni e delle storie.
L’Europa deve essere un “plebiscito quotidiano” dei popoli che la compongono, una 74
scelta libera  e  sempre rinnovata: non una imposizione dall’alto  operata da parte  delle
burocrazie europee o di apolidipoteri economici e finanziari.
Per effetti dello spostamento della politica verso il centro si indeboliranno le ragioni che
attualmente esistono a favore della “vecchia” dimensione nazionale, finora pensata come
dimensione “ottimale” per ogni azione politica.
Le politiche che meglio corrispondono ai bisogni dei cittadini saranno infattisempre più
basate sulle aree regionali, o macro-regionali.  
In particolare, un elemento essenziale dell’assetto costituzionale dell’Unione Europea
dovrà essere rappresentato dai  soggetti istituzionali che sono più vicini ai cittadini:  le
regioni, i municipi.
Nella nuova Europa diventano permeabili le distinzioni tra i vari livelli di governo
presenti sul nostro  continente, frutto di una storia  lunga che va indietro fino ai primi
dell’800,  ma non più rispondenti alle esigenze di oggi.
Questo è vero in particolare per i livelli di governo che insistono sulle aree geografiche
che si situano nella prossimità di frontiere che soprattutto sono state tracciate come il
risultato  della storia politica e militare dei due secoli passati,  non  come risultato  del
sentimento e degli interessi dei popoli.
Le  frontiere,  in Europa, spesso separano aree che invece potrebbero progredire con
speciali forme di più stretta integrazione.
Tale maggiore integrazione tra le regioni transfrontaliere  non è  affatto  contro
l’Europa, ma  anzi,  all’opposto,  è  un forte motivo di superamento  della ragione
stessa delle antiche, superatedivisioni nazionali.  E’ quindi un  ulteriore
fattorediintegrazione dell’Unione!
Integrazione dalla quale deve  e può derivare e più che ora solidarietà e spinta allo
sviluppo verso le aree meno avvantaggiate. Nei termini che seguono;
b) solidarietà.
All’avvio di una maggiore e  superiore organizzazione di una  comunedisciplinadi
bilancio deve simmetricamente corrispondere l’impegno alla solidarietà.
Per cominciare ci deve essere maggiore  flessibilità nelle scelte di utilizzo dei 75
fondieuropei.
Si devono attivare gli “eurobond”, da destinare prioritariamente ad investimenti nelle
aree per cui è ancora necessario ed anzi crescente il vincolo della solidarietà.
Deve essere libera l’istituzione di zone franche, etc.
E’ tutto questo  – unitarietà + solidarietà che riporta alla superiore esigenza di una
comune politica europea.
Non si può affidare il nostro futuro, il futuro dei popoli di un intero
continente, ad oracoli “monetari” oscuri od incerti più o meno simili
al greco oracolo di Delfi!
La voce deve tornare al popolo ed è saggio quanto appena detto dal
Ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, a proposito di referendum
sull’Europa: “Nutro grande fiducia nei miei concittadini. La
maggioranza dei tedeschi è fatta da persone molto ragionevoli”.
E’ così anche per noi.
In specie, non un referendumsull’Europa che c’è.
Ma un referendum  sull’Europa futura,  sull’Europache si
vorrebbe.
Nel cuore dell’Europa sta crescendo un vuoto che può essere colmato
solo con la democrazia!
La  sovranità senza popoli non esiste, infatti, se non come
usurpazione.
Si dice che l’euro è irreversibile. Bene. Ma deve essere chiaro che
irreversibile è anche la democrazia.
Se è vero che l’Europa non è una  rivoluzione, ma  piuttosto una
continuaevoluzione - ed è vero - allora è anche vero che l’Europa
non può fermarsi.
Se la posta in gioco è alta, il gioco deve continuare e, per continuare,
non può essere un gioco tecnico, deve essere un gioco politico. 76
Come disse il Cancelliere  Adenauer: “prima europei e poi tedeschi,
prima un’Europa federale e poi lo Stato nazionale”. Questo spirito può
e deve oggi rivivere dappertutto.
In conclusione, l’Unione Europea  non può essere fatta  dagli  Statinazione europei. Non può essere da questi bloccata, come è stato
troppo a lungo, e non può essere neppure fatta a loro immagine e
somiglianza. L’Unione Europea non ne può essere una
versioneingrandita con il pantografo, estesa su scala “extra-large”.
I popoli dell’Europa non possono essere guidati dal potere delle
burocrazie sovranazionali, da automi condizionati dalla superpotenza
della finanza globale.
I popoli dell’Europa devono essere guidati da istituzioni politiche
libere e forti, scelte  dai cittadini. Queste istituzioni non devono
essere  una replica  delle istituzioni dei singoli Paesi, non devono essere
un luogo di mediazione permanente tra aggregati di interessi
contraddittori. Devono esprimere ciò che di autenticamente comune
hanno tutti gli europei.
Eleggere direttamente il Presidente dell’Unione Europea, che
sia anche a capo del  Governo: questa è la sola soluzione per dare
all’Europa un’anima politica.
Nella scelta del loro Presidente gli europei si riconosceranno
finalmente come una  comunità di destino, unita dalla  diretta
fraternità tra i suoi popoli e i suoi cittadini, unita da un modello
nuovo e positivo di  crescita nella libertà per tutti e nella
solidarietà per chi ha bisogno e non più da un modello
fallimentare basato prima sul debito e poi sul ricatto.
Più in dettaglio:
n.1  Per questo si deve fare, anche in 77
Italia, un referendum sull’Europa:
a) per una Europa che torni alle
origini federali unitarie, comprendendo
le tradizioni ed i territori storici,
riducendo all’opposto l’egoismo miope
tipico di certi nazionalismi statali. E’
l’unica via per evitare che, in una
globalizzazione fatta da enormi blocchi
continentali, le singole “potenze”
nazionali  europee diventino davvero, a
loro volta, marginali;
b) per evitare di continuare a trattare
i paesi, ed i popoli europei come capri
espiatori, seguitando invece a trattare
come salvatori i veri colpevoli (i
banchieri,  la finanza, gli hedge-fund,
etc.).
Certo, alcuni paesi sono caduti nella
trappola del debito, hanno usato il debito
come fanno i tossicodipendenti con la
droga, ma come è stato scritto, lo hanno
fatto consigliati dai migliori indirizzi di
Londra, di Francoforte, etc.!
c) per salvare la democrazia,
costruendo su questa base l’architettura
della nuova Europa. Questa dovrà essere
disegnata in linea con il  decisum del
Consiglio Europeo del maggio 2010:
- serietà dei pubblici bilanci:
finita davvero l’età coloniale, non
possiamo più  continuare a  fare  più 78
deficit pubblico che  prodotto
interno lordo;
- devoluzione verso l’alto delle
competenzenazionali sui pubblici bilanci,
attraverso una gestione europea che (ogni
primavera) anticipi e guidi  la discussione
parlamentare autunnale che si fa sui
bilanci nazionali. L’Europa è un
continente geografico, ha un unico
mercato economico, ha una moneta
comune, non può continuare con 27
politiche nazionali diverse!
- ma anche crescente
riconoscimento del ruolo  dei territori  e
solidarietàeuropea  verso il  basso: un
vero Fondo europeo, con capacità di
emettere “eurobond”.
Infine  “Battere i pugni per davvero
in Europa”. Avvertire che l’Italia
intende certo continuare a finanziare i
piani di aiuto europei destinati ai paesi in
crisi, ma non più calcolandoli sul
parametro della quota italiana di
partecipazione alla BCE (17%), ma in
base alla oggettiva esposizione al rischio
del suo sistema finanziario.
Un esempio: sulla Grecia, l’esposizione
italiana era pari a  20 miliardi di euro;
quella franco tedesca era pari a 200. Per
non parlare dell’Irlanda, su cui altri
avevano una esposizione di 500 miliardi. 79
In base al calcolo fatto in base alla
partecipazione al capitale BCE,
ignorando l’effettiva esposizione a rischio
del sistema finanziario italiano, è
purtroppo evidente che l’Italia ha
finanziato  soprattutto le banche
tedesche e francesi!
L’idea di calcolare diversamente e più
equamente l’onere a carico dell’Italia fu
avanzata in Europa dal Ministro italiano
dell’Economia e delle Finanze, ma
bloccata da Palazzo Chigi (“Trichet – ha
confidato il premier a più di un ministro
– si è indispettito quando Tremonti è
andato a dirgli  che l’Italia voleva
ricalcolare…. Una ipotesi che l’ha fatto
andare fuori dai gangheri”. Repubblica,
10 agosto 2011. ). Un ricalcolo simile, in
modo da riequilibrare i benefici, viene
ora giustamente ipotizzato anche da
Strauss-Kahn. Si deve tornare a trattare
in Europa: o l’Italia non spende per gli
aiuti o porta a casa qualcosa d’altro!

I COSTI. NOTA SUI TERMINI DELLA CONCRETA FATTIBILITA’ ECONOMICA DI
QUESTO “CHE FARE”.

Sappiamo bene che, nella globalizzazione, e dentro lacrisi, da una parte crescono i bisogni e
le angosce e le domande  dei  popoli,ma che, dall’altra parte,  simmetricamente,si riducono i
poteri dei governi, che contano sempre di meno.
Chi fa come se niente fosse, come se questo non fosse, fa solo propaganda.
Anche per questo (non solo per questo) sappiamo che il grosso degli interventi che i governi 80
possono fare per l’economia (i)non passa attraverso i bilanci pubblici, già troppo ingombranti
ma, (ii) si può fare soprattutto a costo zero, permettendo che l’economia (ri)acceda al credito,
che si (ri)organizzi, creando spazi di libertà,  concedendo  effetti di tregua e di moratoria
legislativa, etc.
In particolare, la messa in sicurezza del debito pubblico, che si può e deve fare con il
“COMPRA-ITALIA”, se non ci porta nel  paese diBengodi  (deve  infatti  restare  fermo il
vincolo al pareggio di bilancio), produce comunque un triplice dividendo:
- una significativa riduzione della spesa per interessi;
- uno stop alla fuga dei capitali verso l’estero;
- una piattaforma per rilanciare l’economia, dato che da sempre lo sviluppo e la crescita si
fanno solo su basi di stabilità e di  certezza, rimuovendo all’opposto le cause opposte
negative di incertezza e di angoscia.
In aggiunta va notato che, se si mantiene l’obiettivo europeo del pareggio di bilancio (un
obiettivo che si ripete si può e si deve mantenere), il  debito pubblicoitaliano si  riduce
automaticamente, se pure molto lentamente, attraverso la progressione di crescenti avanzi
primari (più entrate rispetto alle uscite, esclusa la spesa per interessi). Tutto ciò non è
sufficiente, ma è comunque necessario.
Detto questo sul pareggio di bilancio, oggi dobbiamo  tuttavia constatare che, in piena
recessione economica, ogni eccesso di stretta fiscale produce anche effetti “boomerang”,
opposti a quelli voluti con il rigore: non più entrate, ma meno entrate!
Come si diceva nel ‘700, ai tempi dell’ “Ancien Régime”: “la pecora si tosa, non si sgozza”.
Dunque oggi, vedendo questa situazione, possiamo osare dire che:

(a) l’allentare un po’ i cordoni della borsa e, cosa non meno importante, il ridurre un po’ il
clima di paura fiscale;
(b) può anche esserenell’interessedel fisco stesso; può essere un investimento da fare,
se pure con estrema prudenza e caso per caso.
In sintesi :

A) conteggiando la minore spesa per interessi, derivante dal “COMPRA-ITALIA” +un po’
di maggiori future entrate da  conseguente  stabilizzazione economica e da crescita+il 81
recupero da evasione fiscale  + la  nuova tassazione bancaria sui profitti da attività di
speculazione finanziaria e da  attività  fatta  nei paradisi fiscali+ i risparmi di spesa
pubblica derivanti dall’applicazione dello  standard medio europeo  per servizi e
compensi pubblici, etc. + il minore debito pubblico derivante all’Italia dal diverso calcolo
per gli aiuti europei;

B) nell’arco ordinario della prossima legislatura si può stimare  “manovrabile” a vario
titolo un portafogliocomplessivo compreso tra 30 e 50miliardi di euro.
Un portafoglio che può essere via via utilizzato per riduzione fiscale, per finanziare tanto i
non onerosi  incentivi fiscali di cui sopra, quanto le modeste ipotesi di incremento di
spesa pure fatte sopra (tipo 7 per mille, ad esempio).
Il tutto comunque sotto il  vincolo (i) della  imprevedibilevariabilità dello scenario
economico in cui si trova l’Italia, e (ii) assumendo l’impegno a chiedere, prima di ogni
specifica  manovra,  pareripreventivi di  congruità, tanto alle autorità contabili interne
quanto alle autorità  europee.


Per ogni vostro commento, GRAZIE!

BRUNETTA : COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1

Dai Dossier di freenewsonline,riportiamo la prima parte  a cura di Renato Brunetta

                   COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1

 In attesa di sapere se in politica si scenda o si salga, essendo questo
l’avvincente dilemma dietro cui si nascondono riflessioni e suggestioni alte
o profonde (ecco un altro opposto coincidente), e neanche potendo
escludere che in politica si entri o ci si butti, restando inteso che è il
candidarsi l’azione più esposta a interpretazioni diverse, essendo possibile
farlo senza effettivamente farlo, ecco, nel mentre si resta in tale
trepidante attesa, si potrebbe anche dedicarsi a qualche cosa di serio.
Come le 25 pagine firmate da Mario Monti, dedicate al programma
minimalista di “cambiare l’Italia e riformare l’Europa”.
 Lasciamo perdere le discordanze di genere e numero, segnalanti un copia
incolla cui è adusa la letteratura accademica. E rassegniamoci a non
potere proporre una disamina puntuale, il che comporterebbe riprodurre il
testo e commentarlo. Mi limito a 13 punti. Con una sola premessa: a
occhio, potrebbero firmarlo chiunque e potrebbero farselo scrivere tutti.
Basta non essere allergici al banale. Veniamo al merito.
23
COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1
1. Si apre proponendo che il Parlamento europeo abbia un mandato costituente.
Ottimo: sia il Parlamento a fondare gli Stati Uniti d’Europa. La questione è che
taluni sono contrari, e il Parlamento medesimo ha una claudicante e vernacolare
base democratica. Sicché la mera enunciazione dell’obiettivo lascia il tempo
che trova. Fa tanto “europeista”, ma spiega anche perché tale europeismo è
inutile.
2. All’Europa si devono chiedere politiche di “maggiore crescita”. Tale programma
fa capo alle forze politiche che, in Francia si opposero a Sarkozy e in
Germania si oppongono alla Merkel, farlo proprio dopo avere rivendicato il
merito di avere ristipulato l’accordo con l’asse Merkel-Sarkozy è fantasioso.
3. I tedeschi, del resto, non hanno neanche tutti i torti. Osservano che la riforma
del mercato del lavoro fatta dal governo tecnico italiano, quello che si
supponeva (erroruccio) non dovesse cercare voti, è meno incisiva di quella fatta
dal governo tedesco, che non solo i voti li cercava, come si conviene in ogni
buona democrazia, ma era anche di sinistra. Segno che l’Italia rilutta assai a
mettersi sulla via della competitività.
34
COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1
4. Chiudendo la pagina internazionale si legge che Monti annette a sé il merito
di avere portato l’Italia ad avere una politica più filoeuropea e più amica
degli americani. La fantasia non ha limiti, ma io ricordo un voto all’Onu che
testimonia il contrario. E vedo che in India siamo rimasti da soli, ricevendo
due militari prigionieri come fossero eroi. Ora che si fa?
5. Spread, è vero: 100 punti base in meno equivalgono a 20 miliardi d’interessi
risparmiati. Ma il problema è: perché, in condizioni sostanzialmente
immutate, prima sale, poi scende, poi risale, quindi ridiscende? Se il tasso
d’interesse deriva da scelte che non sono nazionali la nostra politica è
irrilevante. Ciò è capitato anche a Monti, che se mette le penne del pavone
per lo spread odierno fa torto all’intelligenza sua e nostra.
6. E’ vero: la crescita è possibile solo con la finanza pubblica in ordine. Ma se
tale ordine è cercato non con riforme, non con tagli, ma con aumenti fiscali,
non solo non c’è crescita, ma c’è sicuro suicidio.
45
COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1
7. Ridurre il debito pubblico al 60% del pil, in 20 anni, è cosa giusta. Ma come? Se,
ancora, la via fosse fiscale ci dissanguiamo prima. Mentre sul fronte delle
dismissioni le 25 pagine sono vuote. Di un vuoto inquietante.
8. Il vuoto c’è anche in campo fiscale, perché promettere meno tasse è da
comizietto domenicale, se non si spiega come (e vale per tutti), mentre supporre
che la differenza possa raccogliersi presso i “grandi patrimoni” è comizietto
ideologico, recessivo, aggressivo e deprimente.
9. Proclamare la “piena digitalizzazione della pubblica amministrazione” è
meritorio, ma il governo Monti ha appena fatto il contrario, posponendo al 2017
la digitalizzazione dei libri di testo, nelle scuole, che si sarebbe potuta fare
subito, avrebbe comportato risparmi e maggiore qualità. Tutto il capitolo
istruzione parla solo di maggiori spese, niente qualità, concorrenza, mercato. Si
dice, per scuola e non solo: avanti la meritocrazia, si premino i migliori. Giusto,
ma non significa un accidente se non si aggiunge: i peggiori e gli inadeguati
fuori. Dalle cattedre e dai banchi. La meritocrazia a senso unico è il nulla.
56
COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1
10. Sui rifiuti c’è scritto che vanno smaltiti in modo virtuoso, ma non come. Serve un
piano nazionale, servono poteri per imporre, serve l’uso sensato dei soldi. La
Tares, imposta dal governo, va in direzione opposta.
11. Su patrimonio culturale e turismo si dicono le solite menate, ma nulla di concreto.
Serve apertura al mercato, chiamata dei privati, piano dei trasporti, estensione
delle operatività stagionali (in Sicilia si fa il bagno a Natale!), il che comporta
coerenza fiscale e diversa legge sul lavoro.
12. Capisco che anche il professore debba versare il suo obolo alla retorica anticasta, ma quando si legge che l’indennità parlamentare non deve essere
cumulabile con nessuna altra attività, prima ci si chiede cosa dovranno fare gli
scrittori, ma mentre si prova a dare una risposta sorge prepotente un’altra
domanda: e le pensioni (plurale) del professor Monti, già cumulate con
l’indennità? E’ un terreno che non mi piace, ma lui ci si rotola.
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COME TI SMONTO L’AGENDA MONTI – 1
13. Infine, prima di scrivere che “nei mesi scorsi l’Italia s’è data per la
prima volta una disciplina legislativa per la lotta alla corruzione”,
oltre a chiamare un addetto alle virgole, sarà il caso di dotarsi di
senso del ridicolo. Perché una simile castroneria comporta
l’esclusione da qualsiasi esame di diritto, di storia e di logica.
 Con il che non sono affatto prevenuto nei confronti di chi sale e di chi
scende, solo m’induce un certo fastidio chi pensa che tutti gli altri siano
scemi.

Nel 2013 i disoccupati saranno 3 milioni


RASSEGNA STAMPA
da International Business Times

Nel 2013 i disoccupati saranno 3 milionio

Di Dario Saltari | 29.12.2012 13:16 CET
Nel 2012 il sistema economico italiano ha prodotto 609.500 nuovi disoccupati. È una
 stima fornita oggi dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre attraverso un report sullo stato
 dell'occupazione in Italia.
L'anno prossimo, inoltre, i nuovi disoccupati saranno 246.600 facendo sì che l'attuale
 stock di senza lavoro, pari a circa 2,7 milioni di disoccupati (pari ad un tasso
 percentuale del 10,6%), sfiorerà quota 3 milioni con un tasso di disoccupazione
 percentuale dell'11,5%.
A soffrire è di conseguenza anche il mondo imprenditoriale


I bocconiani rimasti in cattedra chiedono al Monti politico di fare tutto (lo stato minimo) e subito


RASSEGNA STAMPA
da IL FOGLIO.IT 


ARCHIVIO › LA GIORNATA

I prof. impazienti/2

I bocconiani rimasti in cattedra chiedono al Monti politico di fare tutto (lo stato minimo) e subito

Tredici mesi fa, a leggere gli editorialisti-economisti della stampa d’establishment, non sorgeva dubbio alcuno: Mario Monti, presidente della Bocconi ed editorialista del Corriere della Sera, era il più adatto di loro e dunque tra i migliori in assoluto per guidare il governo italiano e imporre una pausa forzata a politici spesso incompetenti. Oggi quegli stessi editorialisti-economisti vanno all’assalto dell’Agenda Monti, cioè del documento che il premier ha pubblicato per alimentare il dibattito elettorale. Le riforme liberali indicate nell’agenda? Troppo poco, troppo tardi.
Ieri sono stati Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sulla prima pagina del Corriere della Sera, a bocciare il programma con cui Monti vorrebbe aggregare forze politiche riformatrici: “Troppo stato in quell’agenda”, il titolo del loro editoriale.


RASSEGNA STAMPA

da LA REPUBBLICA 
28.12.12


Lista unica al Senato, coalizione alla Camera.
Monti: "E' nata una nuova formazione politica"

Il premier uscente: "Vigilerò. Ho avuto un consenso ampio dai centristi". Al Professore l'ultima parola sulle candidature per evitare i riciclati. 'Avvenire' critica Berlusconi: "Governi inconcludenti". L'appoggio di Bagnasco: "Riconosciamo onestà ". Casini: "Ora al lavoro". Salta l'intervista al Cavaliere al Tg1 delle 20

 Lista unica al Senato, coalizione alla Camera. E Monti annuncia, in una conferenza stampa al Senato, la nascita di una nuova formazione politica, di cui, comunque, il premier dimissionario sarà al vertice. È stato il primo dei giorni decisivi per il destino politico del Professore. Il premier è tornato a Roma dove si è svolto il vertice con gli alleati di Italia Futura, Udc e Fli in una sede non istituzionale. Un incontro durato oltre quattro ore, con Pierferdinando Casini, Andrea Riccardi, Corrado Passera, i rappresentanti di Italia Futura, il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova e Linda Lanzillotta. Il premier è stato sottoposto a un autentico pressing affinché rompesse gli indugi e decidesse di giocare in prima persona la partita delle prossime elezioni politiche. 



giovedì 27 dicembre 2012


RASSEGNA STAMPA
QUOTIDIANO NET


Monti rilancia: 'Saliamo in politica'
Berlusconi: 'Agenda, cura sbagliata'

Il Cav apre alla Lega, ma il Carroccio lancia Tremonti
Bersani: vediamo come si colloca il Prof

 

Il presidente del Consiglio dimissionario ribadisce: "Insieme abbiamo salvato l’Italia dal disastro. Lamentarsi non serve, spendersi sì". Il leader del Pdl: "Una congiura ci ha fatto lasciare il governo". Sul Carroccio: "Vicepremier se ci aiutano alle elezioni"

mercoledì 26 dicembre 2012

Brunetta: Professore non sei De Gasperi, gli italiani non perdoneranno


Brunetta: Professore non sei

 De Gasperi, gli italiani

 non perdoneranno

La nota del responsabile Dipartimenti Pdl

BRUNETTA DICHIARAZIONE X INCISIVA
"Nella stupefacente conferenza stampa del presidente del Consiglio dimissionario abbiamo assistito a un trionfo di toni sarcastici, narcisismo ai massimi livelli, vuoto pneumatico di contenuto". Lo ha affermato il deputato e responsabile Dipartimenti del Pdl, Renato Brunetta. "Il professore  parla soprattutto di se, del suo ruolo presente e futuro, di quelli che lo cercano, lo aspettano, lo vogliono, con impressionante ipocrisia sui numeri e sulle condizioni economiche. E poi c’é un incredibile paragone storico-politico, che mi impone, caro Mario Monti, una brusca tirata d’orecchi. E’ il paragone con De Gasperi. Per carità, capisco bene che la visibilità può dare alla testa. Le visite a palazzo di Scalfari, i mille servizi tv compiacenti, le interviste affettuose nei talk show della sinistra ’politically correct’. Però, caro Mario, il confronto con De Gasperi non sta ne’ in cielo ne in terra. De Gasperi raccoglie un’Italia in ginocchio dopo un conflitto mondiale perso e due anni di guerra civile. Un’Italia con milioni di morti e l’intero sistema produttivo raso al suolo.

Con l’aiuto degli americani la porta in Europa e dentro le alleanze occidentali, creando i presupposti del boom economico. Tu hai governato un anno (senza passare per le elezioni), pescando nelle tasche degli italiani tutti i soldi che ti servivano per stare al tavolo della Merkel e degli altri governanti europei. Lo hai fatto come l’ultimo dei parvenu, scegliendo una politica economica sbagliata che hai provato a rivendere con toni di arrogante moralismo. Non te lo perdono, caro Mario. E non te lo perdoneranno gli italiani, che stanno per utilizzare le urne elettorali per fare sentire la loro voce. Proprio quelle urne dalle quali il candidato a tutto Mario Monti si tiene a distanza siderale. Sarà un c)aso?"(.PdL)

sabato 22 dicembre 2012

ZINGALES CONTRO L'EURO: "CHI LO HA FATTO E' UN CRIMINALE"


RASSEGNA STAMPA
da  LIBERO
22-12-12


ATTACCO FRONTALE

Zingales, il guru di Giannino, contro

 l'euro: "Chi lo ha fatto è un criminale"

L'editorialista di Espresso e Sole 24 Ore e ideologo di  Fermare il declino: 

"La crisi di oggi era evitabile. Chi ha fatto la moneta lo sapeva

 ma non ha fatto nulla"


«L’aspetto criminale dei fondatori dell’euro è che tutto questo lo sapevano, e non solo non han fatto nulla, ma anzi l’hanno fatto apposta: la crisi dell’euro di oggi era inevitabile». Parola di Luigi Zingales, guru economico, editorialista del settimanale Espresso e del quotidiano Sole24Ore. Zingales, secondo quanto dichiarato in una intervista a un blog indipendente, non ha dubbi sulla crisi della moneta unica europea. «Dire che è colpa degli Stati Uniti - ha spiegato - è una balla: è vero che è stata quella la causa scatenante, ma la crisi era inevitabile. Non fosse successo il patatrac negli Usa sarebbe successo altro. Era una scelta premeditata: “Nel  momento di crisi, ci uniremo di più“, si pensava. Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo, solo che il corpo è rimasto di qua»





Berlusconi: Il governo dei ''tecnici'' accucciato alle richieste della Ue

 e della Germania

Alcuni brani delle dichiarazioni rese dal Presidente

 a Gr Parlamento e Julie news

Silvio Berlusconi
PdL-“Tutti e cinque i punti del Contratto con gli italiani del 2001 sono stati raggiunti. Ora il primissimo punto di un nuovo contratto sarebbe ridurre assolutamente i costi della politica, e aggiungere norme che non consentano più lo scempio di soldi pubblici usati per propri interessi”.


“Avevo proposto a Monti di fare il federatore dei moderati ma sembra essere su un’altra posizione e non ha neppure ritenuto opportuno di farmi una telefonata. Adesso mi trovo costretto, nell’interesse del Paese e per senso di responsabilità, ad essere ancora io il federatore dei moderati”.


“Il governo dei tecnici si è accucciato di fronte alle richieste dell’Ue e soprattutto della Germania. Ora si rende indispensabile un cambio totale di questa politica dei tecnici. L’Unione europea ’tedesca’ e del nord, ha imposto una politica di austerità che porta solo alla recessione e anche alla depressione. Non é solo un mio giudizio, ma é un giudizio dei più autorevoli premi Nobel. Occorre far ripartire le imprese, riducendo le imposte che su di esse gravano, rilanciando l’apertura al credito e snellendo la burocrazia intorno alle aziende. Solo così si potrà far uscire italiani dal clima di ansia, paura preoccupazione che grava oggi sul Paese”.


“Non tengono vergogna. La sinistra ha monopolizzato nei mesi passati le televisioni con le primarie mentre io dopo le mie dimissioni non ho dato una sola intervista ai giornali italiani o in tv. Ho un credito enorme, in questa settimana credo di aver accumulato 3 ore di presenza. Questi signori sono quelli di sempre, tutto si basa sulla disinformazione e falsità”.


“Si sono scatenate contro di me le Procure e il Tribunale di Milano. E’ il vecchio vizio della sinistra: utilizzare la giustizia per combattere gli avversari politici. E le rivelo una cosa: in queste ore sento e mi si dicono cose molto brutte - che spero non siano vere - circa un disegno dirompente contro di me, di cui si parla con insistenza all’interno della Procura di Milano. E’ una situazione che deve terminare: l’uso politico della giustizia è un cancro che dobbiamo debellare”.

Avio: General Electric acquista divisione aeronautica per 3,3 miliardi di euro

rassegna stampa
da FINANZA. COM
21.12.12

Avio: General Electric acquista divisione aeronautica per 3,3 miliardi di euro
General Electric ha firmato l'accordo per l´acquisto della divisione aeronautica di Avio per 3,3 miliardi di euro. Ad annunciarlo oggi in una conferenza stampa a Palazzo Mezzanotte a Milano, sede di Borsa Italiana, David Joyce, presidente e Ceo d...



venerdì 21 dicembre 2012

Lista Patria Lavoro e Libertà : DEMOCRAZIA E SOCIETA'





Dal "Manifesto"  di PATRIA LAVORO E LIBERTA', movimento politico

 fondato dall'on.Giulio Tremonti, pubblichiamo dalla sezione seconda  il blocco quarto  del testo del documento   



Blocco Quarto:

                                                     DEMOCRAZIA E SOCIETA’
N.1 Politica a “costo zero”. Si  comincia con
una  quarantena: nessun politico può
guadagnare per il suo mandato più di un
precario.
Poi va a regime il sistema standard di
compensi basati sulla corrispondente
media europea.
N.2 Piena legittimazione dei 68
referendum propositivi e/o
consultivi di iniziativa popolare;
La nostra Costituzione è del 1948: prima
di internet. Fermo il divieto dei
referendum abrogativi su materie
eccezionali, l’ostacolo su tutto il resto non
ha più senso. La Costituzione va
modernizzata, allineandola alla realtà
nuova. L’avrebbero fatto i padri del 1948,
facciamolo noi.
Lo scopo fondamentale di un sistema
democratico è far sì che il governo
appartenga al popolo, e non il popolo al
governo. L’esperienza delle nostre
democrazie ci insegna due cose.
La prima è che molte leggi approvate dai
Parlamenti non sono volute dalla
maggioranza dei cittadini, ma sono il
risultato della contrattazione tra gruppi di
interesse. Se i cittadini si fossero potuti
esprimere direttamente non vi sarebbero
mai state leggi che hanno dato privilegi
ingiusti (si pensi  a  certe  pensioni, alle
sovvenzioni a industrie  inefficienti, etc).
La seconda è che, all’opposto, molte leggi
che la maggioranza dei cittadini considera
giuste non vengono mai approvate,
perché non corrispondono a ciò che
vogliono i partiti o i gruppi di interesse.
L’introduzione del  referendum
propositivo e/o  consultivo permette al 69
popolo di affermare la sua volontà, aldilà
degli interessi di parte. Il  referendum
propositivo e/o  consultivo è la vera
risposta all’ondata di antipolitica, perché
riporta i cittadini alle ragioni stesse della
democrazia e del vivere comune.
L’antipolitica, combinandosi con il
fascismo finanziario, sta erodendo le basi
della democrazia. La colpa è della politica.
La cosa giusta non è dunque demonizzare
il non voto od il voto di protesta, ma:
a) formulare una offerta politica che
vuole essere credibile ed utile per i
cittadini;
b) generalizzare i  referendum
propositivi  e/o  consultivi la più
efficace tecnica di democrazia
diretta. Serve una modifica della
Costituzione? La si faccia! In realtà
i referendum, se costano,
soprattutto funzionano. In realtà
funzionano soprattutto come
remora ”ex ante” e come autocontrollo, da parte della politica. E
dunque, si pagano da soli perché
funzionano;
N.3 Abbassare la maggiore età a 16 anni.
La maggiore età si  può acquisire con il
compimento del sedicesimo anno di età.
I giovani di oggi acquisiscono molto 70
prima che in passato la coscienza e le
conoscenze che li rendono adulti. Questo
è il risultato di una scolarizzazione
sempre più diffusa e prolungata, del
mutamento dei rapporti sociali e tra i
sessi,  della diffusione dell’informazione,
della maggiore conoscenza del mondo
attraverso i mass-media ed i viaggi. E’
quindi logico che, come nel 1975 si
riconobbero i fenomeni di
modernizzazione abbassando la maggiore
età da 21 a 18 anni, oggi si compia un
passo ulteriore. Rendere i giovani
maggiorenni  all’età di 16 anni significa
renderli pienamente  responsabili di
fronte a se stessi e di fronte alla società.
Significa contrastare davvero l’esclusione
e le forme di alienazione giovanile.
Soprattutto, significa far loro avere una
parte attiva nel determinare il futuro
dell’Italia;
N.4 Attribuzione di un  duplice voto
per l’elezione  di Camera e Senato, per  i
giovani elettori (cfr. SCHEDA N.11 (sul
sito www.listalavoroliberta.it);
N.5 adozione delle proposte liberali per la rete
fatte in Germania dal “Piraten Partei”:
opposizione ad ogni forma di censura su
internet, trasparenza dell’apparato
politico, diritto ad un trattamento civile e
controllabile dei dati personali, riforma 71
dei diritti d’autore, etc.;
N.6 elevazione dal  5 al  7 per mille della
contribuzione al volontariato.
(E’ una  ipotesi:  invito all’offerta, da
parte di tutti i cittadini che possono farlo,
di abbracciare la causa del volontariato,
ad esempio di sabato. Ciò sarebbe
economicamente più utile che aumentare
l’IVA o l’accisa sulla benzina. E
socialmente ci darebbe una idea viva della
sempre più necessaria solidarietà).
N.7 elezione diretta del Presidente della
Repubblica

Alfano: Dai pm di Milano la volontà di condizionare la campagna elettorale


Alfano: Dai pm di Milano la volontà di condizionare la campagna elettorale

La nota del segretario politico del Pdl

Angelino Alfano
“Le indagini e la richiesta della Procura di Milano, come al solito, rappresentano la colonna sonora di ogni campagna elettorale. La richiesta di condanna del presidente Silvio Berlusconi, infatti, appare paradossale e contro ogni logica, soprattutto dopo la richiesta di archiviazione avanzata, prima, dalla stessa Procura. Questo improvviso cambio di orientamento non ha spiegazione alcuna, se non nella precisa volonta’ di condizionare il risultato elettorale". Lo ha affermato il segretario del Pdl Angelino Alfano, che ha osservato:

“Tutto ciò ha anche un aspetto tragico proprio per l’oggetto: le intercettazioni pubblicate dai giornali. La vita di Silvio Berlusconi, anche la vita privata, é stata spiata e i risultati dello spionaggio sono finiti sui giornali, sui rotocalchi, su internet, su you tube, dove ancora oggi sono visibili, leggibili e udibili le intercettazioni rubate. Il tutto senza che ci fosse non solo un condannato, ma neanche un indagato. Quando abbiamo provato a regolare per legge la materia sull’utilizzo delle intercettazioni siamo stati aggrediti come degli attentatori della libertà. E oggi il dramma e il paradosso della giustizia italiana si consumano ancora una volta ai danni di Silvio Berlusconi. Non ci rassegniamo e porremo il tema della regolamentazione delle intercettazioni tra quelli centrali del prossimo programma elettorale”.

Il circo mediatico giudiziario colpisce ancora Berlusconi


Moles: Il circo mediatico giudiziario colpisce ancora Berlusconi

La nota del deputato del Pdl

Moles
“Se non fosse triste sarebbe esilarante. Ormai non c’è più nulla di cui stupirsi. Il circo mediatico giudiziario colpisce ancora. Si chiede di condannare per rivelazione e pubblicazione d’intercettazioni Silvio Berlusconi, cioè quello che da sempre è il nemico numero uno dell’abuso delle intercettazioni e del loro spudorato utilizzo a fini politici.

Sembra una barzelletta. Mi domando allora chi avrà mai il coraggio di chiedere una condanna per quegli esponenti della magistratura, per fortuna minoritari, che tranquillamente fanno finire intercettazioni e verbali integralmente sulle prime pagine di alcuni quotidiani. Continuo a ripetere che non c’è soluzione a questo sfregio della correttezza, se non la responsabilità civile per i magistrati e la separazione delle carriere”. Lo ha dichiarato il deputato del Pdl, Giuseppe Moles