mercoledì 23 gennaio 2013

i candidati di Fratelli d'Italia alla Camera in Lazio 1

Candidati Fratelli d'Italia alla Camera in Lazio 1 alle Elezioni Politiche 2013

Politiche 2013: i candidati di Fratelli d'Italia alla Camera in Lazio 1

Pubblichiamo  lista di candidati di Fratelli d'Italia alla Camera nella circoscrizione Lazio 1
                                                                       1) Giorgia Meloni



2) Fabio Rampelli
3) Marco Marsilio
4) Loreno Bittarelli
5) Marco Silvestroni
6) Chiara Colosimo
7) Federico Mollicone
8) Marco Perissa
9) Cinzia Negri
10) Marco Innocenzi
11) Letizia Giraldi
12) Chiara Ercoli
13) Maurizio Cuoci
14) Domenico Zulli
15) Leonardo Roscioni
16) Monica Picca
17) Cesare Giardina
18) Maurizio Guccini
19) Donata Nuzzo
20) Emiliano Boni
21) Enrico Serami
22) Angela Mattoni
23) Quirino Secci
24) Giuseppe Calendino
25) Gianluca Chialastri
26) Giuliano Fulvio
27) Veronica Felice
28) Gianni Ottaviano
29) Fabio Pacchiarotti
30) Paola Livraghi
31) Marco Piergotti
32) Luisa Piacentini
33) Germano Paolini
34) Alessi Valeri
35) Paolo Pierfedirici
36) Roberto Tibaldi
37) Valentina Serra
38) Andrea Parlagreco
39) Amedeo Nobile
40) Amanda Pinci
41) Fabio Papalia
42) Stefano Tozzi
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P.D.L.: POLITICHE 2013: CANDIDATI LAZIO


POLITICHE 2013: CANDIDATI LAZIO

SENATO
  1) Silvio BERLUSCONI
  2) Maurizio GASPARRI
  3) Claudio FAZZONE
  4) Mariarosaria ROSSI
  5) Andrea AUGELLO
  6) Francesco Maria GIRO
  7) Francesco ARACRI
  8) Paolo BARELLI
  9) Cesare LAMPRONTI
10) Stefano DE LILLO
11) Domenico GRAMAZIO
12) Maria Paola D’ORAZIO
13) Laura ALLEGRINI
14) Pierluigi BORGHINI
15) Sandro GRASSI
16) Cesare CURSI
17) Paolo EQUITANI
18) Marco POMARICI
19) Marco DE CAROLIS
20) Massimiliano LORENZOTTI
21) Silvana GUIDA
22) Maria SPENA
23) Michelina BEVILACQUA
24) Maissimiliano CICCOCELLI
25) Gianluca PAOLUCCI
26) Michele LOFOCO
27) Luciano BOLOGNA
28) Sonia COSTANTINI

CAMERA - LAZIO 1  1) Angelino ALFANO
  2) Fabrizio CICCHITTO
  3) Renata POLVERINI
  4) Sestino GIACOMONI
  5) Beatrice LORENZIN
  6) Gianfranco SAMMARCO
  7) Eugenia Maria ROCCELLA
  8) Fiorella CECCACCI detta Fiorella CECCACCI RUBINO
  9) Melania DE NICHILO RIZZOLI detta Melania RIZZOLI
10) Mario BACCINI
11) Giorgio SIMEONI
12) Domenico DI VIRGILIO
13) Mauro CUTRUFO
14) Fabio ARMENI
15) Gianni GIACOMINI
16) Stefano SASSANO
17) Ugo CASSONE
18) Elisabetta LUDOVICO
19) Daniela CHIAPPETTI
20) Marco SICLARI
21) Domenico NACCARI
22) Roberto CANTIANI
23) Clarissa CASASANTA
24) Gabriella BUTTARAZZI
25) Luca SBARDELLA
26) Giorgio LA PORTA
27) Alessandro COLORIO
28) Michelangelo CHINNI
29) Valeria SACERDOTE
30) Luca AUBERT
31) Giorgio SALVITTI
32) Francesco DE MICHELI
33) Federico CECCARELLI
34) Patrizia FRAMMOLINI
35) Paolo Antony FLEMING
36) Marco CACCIOTTI
37) Fabio Felice MOLINARO
38) Maria Luisa CARUSO
39) Riccardo IOTTI
40) Cristiano PASERO
41) Valeria PELLI
42) Rita FANTOZZI

CAMERA - LAZIO 2  1) Rocco CRIMI
  2) Vincenzo PISI
  3) Barbara SALTAMARTINI
  4) Giuseppe PIZZA
  5) Romana LIUZZO
  6) Francesco BATTISTONI
  7) Alessandro CUZZOLI
  8) Antonio PERELLI
  9) Giovanni COLANERA
10) Sandrino AQUILANI
11) Giuseppe DI RUBBIO
12) Luciano RIDOLFI
13) Marco COLUCCI
14) Alessia CAMPLONE
15) Michele Pasquale NICOLAI
16) Guido VERDECCHIA

lunedì 21 gennaio 2013

IL PROGRAMMA POLITICO DEL P d L


IL POPOLO DELLA LIBERTA' E SILVIO BERLUSCONI

                                      SI IMPEGNANO 
A PROMUOVERE E A REALIZZARE
ENTRO LA XVII LEGISLATURA I SEGUENTI PUNTI PROGRAMMATICI
• PER LA FAMIGLIA E PER IL FUTURO DEI GIOVANI
• PER LO SVILUPPO DELLE IMPRESE E DEL LAVORO
• PER LA RIDUZIONE DEI COSTI DELLO STATO E DELLA POLITICA
• PER COSTRUIRE ISTITUZIONI PIU’ MODERNE
• PER UNA GIUSTIZIA DEGNA DI UN PAESE CIVILE 2

1. Istituzioni adeguate e moderne favoriscono lo sviluppo
del paese 

• Elezione diretta e popolare del Presidente della Repubblica
• Rafforzamento dei poteri del Governo
• Riforma del bicameralismo, Senato federale, dimezzamento del numero dei
parlamentari e delle altre rappresentanze elettive
• Revisione dei regolamenti parlamentari e snellimento delle procedure legislative, con
tempi certi per l’approvazione delle Leggi
• Riordino e ulteriore semplificazione della legislazione vigente
• Abolizione delle Province tramite modifica costituzionale
• Con la piena entrata in vigore della riforma costituzionale sul pareggio di bilancio e
della relativa Legge rafforzata, superamento del Patto di Stabilità interno per gli enti
locali

2. Dimezzamento dei costi della politica 

• Abolire il finanziamento pubblico dei partiti (nessun fondo pubblico ai partiti)
• Dimezzare tutti i costi della politica 3

3. Più Europa dei Popoli, meno euro-burocrazia 

• Superamento di una politica europea di sola austerità
• Accelerazione delle quattro unioni: politica, economica, bancaria, fiscale
• Attribuzione alla Bce del ruolo di prestatore di ultima istanza, sul modello della Federal
Reserve americana
• Euro-bond e project-bond per una rete europea di sicurezza e di sviluppo
• Esclusione delle spese di investimento dai limiti del patto di stabilità europeo
• Elezione popolare diretta del Presidente della Commissione europea, e  ampliamento
della potestà legislativa del Parlamento europeo
• Costituzione di una agenzia di rating europea
• Centralità dell’Italia nella politica Europea, nella Alleanza atlantica, nel dialogo euromediterraneo, nel rapporto con l’Est
• L’Italia in Europa e nel mondo a difesa della libertà, della democrazia, dei diritti umani,
e delle libertà religiose 4

4. Per un’Italia federale e unita: Nord, Centro e Sud 

protagonisti 

• Piena attuazione della riforma federale come da Legge 42 del 2009
• I costi per i beni e i servizi, ivi compreso il costo per il personale, in tutte le regioni e gli
enti pubblici, devono essere quelli relativi al valore più basso (costi standard)
• Abolizione degli enti inutili
• Entro la fine della legislatura:
a) istituzione di macroregioni attraverso le intese di cui all’art. 117 penultimo comma
della Costituzione
b) Attribuzione e utilizzo in ambito regionale, prevedendo la riduzione della pressione
fiscale, di risorse in misura non inferiore  al 75% del gettito tributario complessivo
degli Enti di cui all’art. 114 della Costituzione prodotto nel singolo territorio regionale
e che le risorse prodotte dal restante 25% del gettito tributario complessivo siano
utilizzate dallo Stato per sostenere le spese dell’Amministrazione relative a funzioni
non territorializzabili (p. es.: politica estera e interessi debito pubblico) e quelle
relative alla perequazione nazionale
• Rilancio del Piano Nazionale per il Sud voluto e implementato dal Governo Berlusconi
• Riordinare le priorità: turismo; infrastrutture e ambiente; università e istruzione;
innovazione, ricerca e competitività
• Utilizzare tutti i fondi comunitari disponibili attraverso il Piano di Azione e Coesione
evitando sprechi e mancati impegni delle risorse, applicando gli stessi meccanismi
sanzionatori, per le amministrazioni inadempienti, già  previsti nell’ambito del
federalismo fiscale 5

5. Famiglia 

a) La persona e la famiglia sono al centro del nostro programma. La difesa e il sostegno
alla famiglia, comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la
promozione della dignità della persona e la tutela della  vita, della libertà economica,
educativa e religiosa, della proprietà privata, della dignità del lavoro, la solidarietà e la
sussidiarietà saranno i punti di riferimento della nostra azione legislativa
• Un fisco favorevole alla famiglia: a parità di reddito paghino meno tasse le famiglie più
numerose (quoziente familiare)
• Bonus bebè
• Piano di sviluppo degli asili nido
• Buono (o credito di imposta) per scuola, università per  favorire libertà di scelta
educativa delle famiglie
• Rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e
l’istruzione dei figli
• Sostegni straordinari alle famiglie per  l’assistenza ai disabili e agli anziani non
autosufficienti 6

6. Riforma fiscale  

a) Abbassare le tasse è fondamentale per lo sviluppo del paese:
• Eliminazione dell’IMU sulla prima casa
• No alla patrimoniale
• No all’aumento Iva
• Tendenziale azzeramento (in 5 anni) dell’Irap, a partire dal lavoro, con priorità alle
piccole imprese e agli artigiani
• Diminuzione della pressione fiscale di 1 punto all’anno (5 punti in 5 anni)
• Detassazione degli utili reinvestiti in azienda
• Innalzamento limite uso del contante, con riferimento ai livelli medi europei
• Fiscalità di vantaggio come politica di sviluppo economico territoriale
b) Fisco amico e non nemico del contribuente:
• Assistenza preventiva degli uffici finanziari
• “Contrasto di interesse” i contribuenti possono scaricare dall’imponibile fatture e
ricevute
• Concordato fiscale preventivo
• Revisione e riduzione dei poteri di Equitalia
• Revisione radicale del redditometro
• Costituzionalizzazione dei diritti del contribuente
• Compensazione tra crediti verso la PA e debiti fiscali, per le famiglie e per le imprese
• Generale semplificazione  degli adempimenti fiscali delle PMI, degli artigiani e dei
lavoratori autonomi senza struttura o con struttura di piccole dimensioni 7

7. Le banche hanno avuto tantissimo, ora diano 

• Irrevocabilità di mutui e finanziamenti già erogati
• Moratoria su rate di mutuo non pagate negli ultimi 18 mesi, con adeguamento del piano
di ammortamento alle capacità economiche del debitore
• Favorire nuovo accesso al credito per famiglie, giovani e imprese
• I finanziamenti della Banca Centrale Europea alle banche italiane devono essere
destinati prioritariamente al credito per famiglie, giovani e imprese
• Separazione e/o specializzazione tra banche di credito e banche di investimento, anche
attraverso opportuni incentivi e disincentivi fiscali
• Rivedere Basilea III: parametri troppo rigidi alimentano la stretta creditizia
• Favorire le nuove forme di finanziamento e sostegno alle imprese:  private equity,
venture capital
• Valorizzare i Confidi con relativa patrimonializzazione dei fondi di garanzia
• Eventuali salvataggi bancari devono essere solo a tutela dei risparmiatori e non degli
azionisti di controllo
• Valorizzazione del sistema bancario a vocazione territoriale 8

8. Dalla parte delle imprese, dalla parte del lavoro, dalla parte
delle professioni 

• Riconoscimento alle imprese, per le  nuove assunzioni di giovani a tempo
indeterminato, di una detrazione (sotto forma di credito d’imposta) dei contributi relativi
al lavoratore assunto, per i primi 5 anni
• Centralità delle PMI nel modello di sviluppo italiano
• Sostituzione dell’attuale sistema dei sussidi alle imprese  con contestuale ed
equivalente riduzione delle tasse sul lavoro e sulla produzione
• Passaggio dalle autorizzazioni ex ante ai controlli ex post
• Pagamenti più rapidi della  pubblica amministrazione, in applicazione della direttiva
europea sui ritardi di pagamento
• Utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti,  con particolare attenzione alle vocazioni
territoriali degli azionisti, per finanziare  l’innovazione e garantire i crediti alle
esportazioni
• Sviluppo dei distretti e delle reti d’impresa
• Tutela e valorizzazione delle imprese commerciali di piccola dimensione, al fine della
salvaguardia e della coesione sociale delle comunità locali
• Apertura al mercato dei settori chiusi, in particolare dove persistono monopoli o
oligopoli statali, a partire da scuola, università, poste, energia e servizi pubblici locali
• Sviluppo di meccanismi concorrenziali e di vigilanza per contrastare accordi di cartello
nel settore assicurativo
• Favorire le imprese di giovani imprenditori: per 3 anni, vantaggi fiscali per le imprese di
under 35
• Valorizzare le libere professioni, riconoscendone le funzioni sussidiarie di pubblico
interesse
• Ritorno alla Legge Biagi per uno “Statuto dei Lavori”
• Risoluzione della questione esodati 9
• Sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale (ex art. 138 D.L. 138/2011)
• Detassazione del salario di produttività
• Sostegno all’occupazione giovanile attraverso la totale detassazione dell’apprendistato
fino a 4 anni
• Buoni dote per la formazione
• Maggiore trasparenza per i sindacati su iscrizioni e bilanci
• Tetto alle pensioni d’oro
• Incoraggiamento a indirizzare quote di risparmio su pensioni integrative
• Sviluppo del telelavoro
• Partecipazione agli utili da parte dei lavoratori
• Revisione dei premi Inail, con particolare riferimento alle PMI e agli artigiani, in funzione
del rischio reale, sulla base di un criterio bonus-malus

9. Infrastrutture 

• Uso della leva fiscale (sotto forma di  credito d’imposta) per lo sviluppo delle
infrastrutture e project financing
• Piano generale per la mobilità urbana sostenibile
• Potenziamento della logistica e del trasporto merci
• Nuova legge obiettivo “Infrastrutture per l’Italia”:  azioni mirate per snellire le procedure
e approvare più velocemente le infrastrutture necessarie per il paese
• Progetto “Adotta una infrastruttura”: chi finanzia un progetto infrastrutturale, di un
elenco stabilito dallo Stato, può detrarre dalle imposte il 90% del contributo e
partecipare alle attività di controllo della realizzazione dello stesso
• Realizzazione, nei tempi europei, delle linee ferroviarie ad alta velocità, a partire dalla
Torino-Lione e potenziamento della rete ferroviaria nazionale
• Completamento del processo di regionalizzazione dell’ANAS
• Rilancio dell’iniziativa di liberalizzazione e privatizzazione delle reti infrastrutturali e dei
pubblici servizi, come da D.L. 138 del 13 agosto 2011 10

10. Turismo: il nostro petrolio 

• Abbassamento dell’IVA nel settore turistico, coerentemente con la normativa
comunitaria
• Valorizzazione e stabilizzazione delle concessioni balneari al fine di garantire il rilancio
degli investimenti
• Politica più incentivante dei visti turistici
• Sviluppo del turismo sociale, favorendo la destagionalizzazione
• Strategia strutturata Stato-regioni per la promozione turistica all’estero
11. Agricoltura
• Eliminazione dell’IMU sui terreni e i fabbricati funzionali ad attività agricole
• Rilancio della imprenditoria giovanile in campo agricolo attraverso la riduzione fiscale
per i giovani che aprono imprese agricole e attribuzione di appezzamenti del demanio
agricolo per creare nuove imprese
• Maggior tutela degli interessi italiani nel  negoziato per la Politica Agricola Comune
(PAC)
• Tutela delle produzioni italiane tipiche dalla contraffazione
12. Pubblica Amministrazione
• Favorire le progressioni di carriera per merito rispetto a quelle per anzianità
• Semplificare le procedure delle gare d’appalto e dissuadere i ricorsi immotivati
• Incentivare la produttività  nella Pubblica Amministrazione  e  definire sanzioni per il
mancato rispetto dei tempi di risposta a famiglie e imprese
• Appalti a km zero, a parità di costo, soprattutto per le PMI
• Piena applicazione delle norme attinenti la mobilità obbligatoria nel pubblico impiego
• Previsione, anche per la PA, solo di mandati dirigenziali a tempo determinato
rinnovabili 11
13. Energia
• Piano energetico nazionale: deve tenere conto dello sviluppo delle fonti  rinnovabili,
dello stato della rete, degli impianti previsti
• Diminuzione delle tasse (accise) che incidono sul costo dell’energia
• Nuove azioni per favorire la concorrenza nel settore energetico e contrastare gli
oligopoli
• Sviluppo del sistema di incentivi per le energie rinnovabili evitando di creare rendite di
posizione dannose
• Più incentivi per gli investimenti in nuove tecnologie finalizzate alla riduzione dei
consumi energetici
• Incrementare gli investimenti per la realizzazione della  smart grid, finalizzati ad
aumentare l’efficienza delle reti di trasmissione di energia elettrica

14. Ambiente, green economy e qualità della vita 

• Nuovo piano per il riassetto idrogeologico del Paese
• Messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, da realizzare attraverso benefici fiscali e
finanziamenti agevolati
• Rifiuti: realizzare cicli integrati regionali di smaltimento, con l’obiettivo
dell’autosufficienza; incentivare la raccolta differenziata e la riduzione della produzione
dei rifiuti
• Valorizzare il sistema dei parchi e delle aree protette, attraverso l’uso della leva fiscale,
per favorire nuove imprese e occupazione
• Green economy: puntare su quattro settori strategici: eco-innovazione, fonti rinnovabili,
riciclo dei rifiuti e mobilità sostenibile
• Tutela degli animali da compagnia e affezione e cancellazione delle spese relative agli
stessi dal redditometro
• Misure contro gli abbandoni degli animali come strumento di lotta al randagismo
• Smart Cities: dare impulso allo sviluppo delle città “intelligenti”, coinvolgendo capitali
privati e utilizzando stimoli fiscali
• Nuovo rapporto sinergico ambiente-turismo 12

15. Scuola, università e ricerca 

• Raddoppio detassazione utili reinvestiti in ricerca
• Credito di imposta automatico sugli investimenti relativi a innovazione di prodotti,
processi, organizzazione
• Piena implementazione del Fondo per la concessione di un credito  di imposta per la
ricerca e lo sviluppo istituito con l’ultima Legge di Stabilità, con particolare riferimento
alle PMI
• Prestito d’onore - credito allo studio
• Esenzione fiscale totale sulle borse di studio sia per il beneficiario che per chi le
finanzia
• Autonomia delle scuole nella  scelta degli insegnanti, negli organici e nella gestione
efficiente dell’offerta scolastica e formativa
• Valutazione di scuole, docenti e università al fine di favorire la meritocrazia
• Avvio e sviluppo dell’agenda digitale nella scuola
• Favorire rapporto scuola-impresa anche sostenendo i percorsi di formazione
professionale, sul modello delle scuole tecniche tedesche
• Razionalizzare la distribuzione territoriale degli istituti e degli insegnamenti universitari
• Agganciare la distribuzione  del fondo di finanziamento ordinario per le università a
parametri strutturati di qualità
• Inizio del percorso educativo a 5 anni
• Sviluppo e valorizzazione dell’inglese come lingua di insegnamento nei corsi di laurea 13

16. Welfare 

• Modello di welfare basato sulla tradizione sussidiaria italiana e incentrato sul valore
della persona, della famiglia, del lavoro e del rapporto con il territorio
• Buono-dote o credito di imposta per la libera scelta nei servizi del welfare
• Stabilizzazione e raddoppio del 5 per mille
• Misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle famiglie
• Revisione e potenziamento degli strumenti previsti dalla Legge 328 del 2000, tramite
incremento dei fondi ad essi destinati
• Revisione Legge 180 del 1978 (emergenza salute mentale)
• Ripristino delle opportunità di accesso ai  servizi pubblici a domanda individuale per i
cittadini italiani

17. Casa e edilizia 

• Favorire l’acquisto e il riscatto da parte degli inquilini delle case degli enti pubblici
• Nuovo piano casa:
a) realizzare alloggi di edilizia convenzionata, popolare, libera, in affitto agevolato
attraverso incentivi fiscali, premi volumetrici, semplificazione delle procedure per il
recupero di aree già edificate o dismesse
b) incentivare e agevolare il recupero del  patrimonio immobiliare italiano per
l’adeguamento a criteri di risparmio e di efficienza energetica e messa in sicurezza
antisismica
• Ripristino delle condizioni di parità per i cittadini italiani nelle assegnazioni degli alloggi
di edilizia residenziale pubblica
• Sospensione per due anni dell’imposta di registro sulla vendita tra privati di immobili
utilizzati come prima casa e dimezzamento per gli altri immobili 14

18. Agenda digitale 2013-2017  

• Piena applicazione, a ogni livello della PA, del Codice dell'Amministrazione Digitale
• Scuola: compimento progetto “Scuola 2.0”
• Rivedere i criteri per la definizione di start up  innovative e creazione di zone franche
urbane nei capoluoghi di provincia dotati di adeguate infrastrutture
• Libero accesso alle reti
• Realizzare il portale “Italia intelligente: il modello italiano”, dove raccogliere le migliori
esperienze italiane e straniere
• Portare a compimento la strategia di  Open government e  Open data avviata dal
governo Berlusconi nell'ottobre 2011
• Portare a compimento la realizzazione del principio generale di trasparenza assoluta
della Pubblica Amministrazione, con il coinvolgimento attivo dei cittadini
• Promuovere l'utilizzo del cloud computing nella pubblica amministrazione, per ridurre i
costi dell’ICT e avere capacità di erogare servizi online a tutti
• Diffondere capillarmente la banda larga e larghissima
• Fatturazione elettronica  15

19. Giustizia 

• Separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti
• Vera responsabilità civile dei magistrati
• Carriera dei magistrati basata più sul merito che sulla anzianità.
• Norme più liberali e garantiste su intercettazioni
• Divieto di pubblicazione delle intercettazioni
• Inappellabilità delle sentenze di assoluzione
• Revisione e limitazione degli incarichi extragiudiziari dei magistrati
• Limitazione della carcerazione  preventiva, maggior dignità  per i cittadini detenuti e
incentivazione del lavoro nelle carceri
• Piena e totale implementazione dell’informatizzazione della giustizia e processo
telematico
• Riduzione dei tempi della giustizia civile, penale e tributaria
• Attuazione del giusto processo, con pari dignità tra accusa e difesa
• Potenziamento della legislazione sui reati contro il patrimonio (furti in appartamenti e
ville, rapine)
• Istituzione di una sezione distaccata del Consiglio di Stato al Nord 16

20. Sicurezza 

• Prosecuzione dell’opera del Governo Berlusconi nel contrasto totale alla criminalità
organizzata e piena e totale implementazione dell’Agenzia per i beni confiscati
• Incremento della lotta per la  legalità, per il contrasto ai fenomeni della immigrazione
clandestina, della criminalità predatoria
• Potenziamento delle forze dell’ordine, assicurando il massimo sostegno sia economico
che logistico e attuando la specificità per gli operatori della sicurezza
• Realizzazione di un efficace presidio del territorio, attraverso il coinvolgimento di regioni
ed enti locali nei “Patti territoriali per la sicurezza”
• Valorizzazione della risorsa tecnologica sia  per le forze dell’ordine sia incentivando i
privati e gli enti locali
• Rafforzamento degli accordi bilaterali fra stati  per l’attuazione di politiche di rimpatrio
effettivo degli immigrati clandestini e definizione degli accordi bilaterali per scontare la
pena detentiva nei paesi d’origine
• Nuova legislazione per combattere il degrado nelle aree metropolitane e incentivazione
della cooperazione tra tutte le forze di polizia presenti con programmi di prevenzione
situazionale
• Maggiore impegno dello Stato  sul fronte del reintegro sociale di chi è sinceramente
intenzionato a cambiare condotta e a scegliere in maniera definitiva la via della legalità 17

21. Cultura, sport e spettacolo 

• Non può esserci un taglio indiscriminato delle risorse pubbliche, ancora essenziali nel
settore, ma neppure una irragionevole chiusura all’apporto dei privati
• Finalizzare gli introiti prodotti dai beni culturali agli investimenti sulla cultura
• Valorizzare “l’esistente invisibile”: i musei italiani svuotino le cantine
• Avviare la sperimentazione dell’affidamento in concessione ai privati dei musei più in
difficoltà
• Riforma organica della fiscalità delle associazioni sportive dilettantistiche per la
promozione dello sport di base
• Agevolazioni fiscali per investimenti di privati nella costruzione di impianti sportivi di
riconosciuto interesse generale
• Separazione tra cultura e spettacolo nell’assegnazione di risorse pubbliche

22. Grande attacco al debito pubblico. Far dimagrire lo Stato, i 

cittadini danno già troppo: per la sostenibilità delle proposte
programmatiche sopra esposte  

• In 5 anni, rapporto debito-Pil sotto quota 100%
• Attacco complessivo al debito pubblico da 400 miliardi, basato su: vendita di immobili
pubblici; messa sul mercato anche di partecipazioni azionarie pubbliche sia statali che
locali;  valorizzazione delle concessioni demaniali; convenzioni fiscali con la Svizzera
per le attività finanziarie detenute in quel Paese
• Tendenziale dimezzamento degli oneri del servizio del debito in 5 anni
• Costituzione di un grande fondo obbligazionario a cui lo Stato conferisca parte del suo
patrimonio pubblico
• A tutela degli interessi nazionali, rigoroso criterio di reciprocità con gli altri Paesi, per
evitare attacchi a danno delle aziende strategiche; privatizzare sì, svendere no 18

23. Piano di attacco alla spesa pubblica eccessiva e
improduttiva 

• Intervento di forte riduzione della spesa pubblica, per un risparmio di almeno 16 miliardi
all’anno
• Riduzione di una quota pari al 3% delle attuali Tax expenditures
• Ogni legge di spesa deve avere una scadenza (Sunset legislation)
Questo programma è il nostro impegno nella legislatura 2013-2018 per promuovere lo
sviluppo, la crescita e la modernizzazione del Paese.
Roma, 12 gennaio 2013

Quagliariello: Monti si é collocato nella parte sinistra del campo


Quagliariello: Monti si é collocato nella parte sinistra del campo

La dichiarazione del senatore del Pdl

Gaetano Quagliariello
PdL-“I programmi di governo non possono prescindere dagli orientamenti ideali, gli atti compiuti e le proposte avanzate non sono neutri, e a qualificare una scelta di campo non sono solo le posizioni espresse ma anche quelle su cui ci si rifiuta di esprimersi. Ecco, da questo insieme di pensieri, opere e omissioni é evidente che il professor Monti si é collocato nella parte sinistra del campo”. Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, intervenendo al convegno ‘Tradizione, valori, politiche sociali nell’agenda di governo’ organizzato dalla fondazione Magna Carta.


“Non si tratta di una astratta e retriva disputa ideologica. Le scelte di campo comportano l’adesione a una determinata visione del mondo, ed é la visione del mondo a orientare le ricette di governo, anche sul terreno economico e delle politiche sociali. A meno di non voler pensare che tutto possa essere risolto con la tecnica”. Quanto all’Europa, il vicecapogruppo PdL ha sottolineato che “l’Europa che vogliamo, l’Europa della centralità della persona, é l’Europa con un’anima, l’Europa dell’integrazione nel solco di una identità. E’ questa l’Europa del popolarismo di cui ci sentiamo parte integrante mentre altri ne prendono imbarazzati le distanze, ragion per cui abbiamo motivo di ritenerci in Italia l’unica chiara alternativa alla sinistra e alla socialdemocrazia europea”.

Lupi: Comprovata la prevenzione di alcuni magistrati verso Berlusconi


Lupi: Comprovata la prevenzione di alcuni magistrati verso Berlusconi

La nota del vicepresidente del Pdl della Camera dei deputati

Maurizio Lupi
PdL -“La decisione di non sospendere per appena un mese processi che riguardano il presidente Berlusconi non é comprensibile se non per il manifestarsi di una volontà dei giudici di impedire una libera competizione elettorale.

Non é la prima volta che assistiamo a decisioni dalla tempistica quantomeno sospetta. La democrazia é un bene del paese e non deve essere in alcun modo intralciata incidendo così sulla libertà del voto. La prevenzione di alcuni magistrati nei confronti di Berlusconi é da tempo comprovata, ma almeno in passato si era consentito a sospensioni dei processi per il periodo elettorale. Il fatto é gravissimo”. Così si è espresso Maurizio Lupi, vicepresidente del Pdl della Camera dei deputati.

Brunetta: Monti ha snaturato il redditometro


Brunetta: Monti ha snaturato il redditometro

La nota del coordinatore dei dipartimenti del Pdl

BRUNETTA DICHIARAZIONE X INCISIVA
PdL-“Il redditometro é una modalità di accertamento attraverso la quale é possibile ricostruire il reddito del contribuente sulla base di alcuni elementi di cui dispone l’Amministrazione Finanziaria. Il decreto ministeriale del governo Monti non é in coerenza con il provvedimento del governo Berlusconi che prendeva a base le sole spese effettive, considera anche spese presuntive fondate su medie Istat e su analisi e studi socio-economici.

E’ evidente, quindi, che il redditometro é stato snaturato perché da strumento ’personalizzato’ si é trasformato in strumento statistico-induttivo, in cui i dati alla base della ricostruzione sono nella piena disponibilità solo della Amministrazione. Peraltro, il contribuente, per forza di cose, sarà in difficoltà a fornire qualunque prova che il reddito posseduto é inferiore a quello rideterminato dall’Agenzia, dovendosi difendere da una ricostruzione su base statistica che nulla ha a che vedere con le effettive spese dallo stesso sostenute. Per dare piena attuazione alla finalità del redditometro così come modificato occorre ritornare ai dati di spesa effettiva risultanti da elementi dichiarati dal contribuente e da quelli presenti nelle banche dati dell’Anagrafe Tributaria. E’ solo questa la strada per condurre una efficace azione di contrasto alla evasione fiscale”.

martedì 15 gennaio 2013

SPREAD: BRUNETTA, AI MINIMI NONOSTANTE TUTTO, COSA NE PENSA MONTI?


SPREAD: BRUNETTA, AI MINIMI NONOSTANTE TUTTO, COSA NE PENSA MONTI?

Dichiarazione dell’onorevole Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl:
“Spread ai minimi da luglio 2011. Dopo tanta febbre, cosa sta succedendo? Dopo lo sventato (temporaneo) pericolo del Fiscal Cliff, negli Stati Uniti sembra aprirsi una fase di fiducia. In Europa, al contrario, il presidente della Bce, Mario Draghi, continua sulla linea della cautela, confermando le misure straordinarie messe in atto negli anni della crisi e mantenendo i tassi di interesse invariati. Qualche dissonanza solo da parte del presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, e della Commissione europea, José Manuel Barroso, che ostentano (ingiustificata da parte loro) sicurezza.
Incuranti di tutto, e nonostante i fondamentali pessimi nei paesi dell’eurozona, gli spread scendono, sincronicamente e sensibilmente, in Spagna (intorno a 325 punti base) e in Italia (sotto i 250). Molto probabilmente per pure ragioni tecniche, legate ai dati economici che vengono dalla Cina e dal Giappone e ad adempimenti contabili di rito di inizio anno. In Italia questo accade malgrado la crisi di governo e il clima elettorale rovente. Ennesima dimostrazione che gli spread prescindono quasi del tutto dalle dinamiche interne degli Stati. Il resto è solo banale, fisiologica, speculazione. Read more…

L'OPPORTUNISMO DI FRATTINI


FRATTINI: BRUNETTA, DA SEMPRE L’OPPORTUNISMO È LA SUA STELLA POLARE

Dichiarazione dell’onorevole Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl:
“Inaccettabile che l’onorevole Frattini, già ministro degli esteri di Berlusconi e della Lega (dal 2008 al 2011), già commissario europeo di Berlusconi e della Lega (dal 2004 al 2008), per ragioni di puro opportunismo politico si scagli contro il suo partito di origine e contro quel partito, la Lega, che gli ha consentito una grande carriera, nazionale e internazionale.
Gli hanno promesso, come si dice, la segreteria generale della NATO, e per questo ha deciso di stare dalla parte dei poteri forti. Si potrebbe anche comprendere, se la sua ambizione fosse qualificata dal silenzio. Non si capiscono, invece, le troppe parole, sinceramente stonate e fuori luogo rispetto all’attuale momento politico e alle attuali alleanze del Popolo della Libertà. Read more…

I giudici vogliono impedire la vittoria di Berlusconi


Matteoli: I giudici vogliono impedire la vittoria di Berlusconi

La nota del senatore del Pdl

Altero Matteoli
“Berlusconi ed il centrodestra volano negli ultimi sondaggi, il Popolo della Libertà riconquista la fiducia degli elettori, ed ecco che alla sinistra in affanno arriva il solito soccorso esterno.

E’ evidente che la decisione dei magistrati milanesi di non concedere la sospensione del processo a Berlusconi durante la campagna elettorale, contro ogni precedente, ha il solo obiettivo di condizionare il voto degli elettori. Siamo comunque convinti che gli elettori non sono sprovveduti e capiscono la strumentalità di questa decisione. Non é la prima volta che i magistrati milanesi, con atti ad orologeria, provano a favorire la sinistra contro il nemico Berlusconi. Ma anche in questa circostanza la gente non si lascerà ingannare”. Lo ha dichiarato il senatore del Popolo della Libertà, Altero Matteoli. 

Storace candidato Pdl alla Regione Lazio


rassegna stampa

CORRIERE DELLA SERA
14-01-2013




È GIA' STATO GOVERNATORE DAL 2000 AL 2005

Storace candidato Pdl alla Regione Lazio
Annuncio ufficiale su twitter

Berlusconi ha scelto: il leader de La Destra correrà per la presidenza della Regione. Passo indietro della Lorenzin


ROMA
 - Berlusconi ha scelto: il candidato del centrodestra alla Regione Lazio sarà Francesco Storace, leader della Destra. In serata, dopo un colloquio tra i due, la decisione è diventata ufficiale con un messaggio inviato dall'account ufficiale @Berlusconi2013 gestito dal Pdl su twitter. «Adesso è ufficiale Francesco Storace è il candidato di tutto il centrodestra alle prossime elezioni regionali nel Lazio». Nel Pdl, adesso, sono tutti sicuri. Anche Alemanno si è convinto, dopo aver visto gli ultimi sondaggi: Storace viene dato al 30%, gli altri potenziali candidati sono tutti dietro.

ALFANO, INAMMISSIBILE CHE GIUSTIZIA SIA UTILIZZATA A FINI POLITICI


La Procura di Milano e i giudici di Milano, accomunati dallo stesso strumentale e gravissimo intento, ritengono che l’attività del presidente Silvio Berlusconi, in qualità di capo della coalizione, sia meno importante di partecipare a un’udienza. In questo modo, appare chiara la volontà di entrare a gamba tesa nella campagna elettorale, condizionandone fortemente gli esiti, per arrivare persino a una sentenza definitiva prima della competizione. E’ inammissibile quanto si delinea all’orizzonte. Come è inammissibile che la giustizia sia utilizzata a fini politici”. E’ quanto afferma il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano.
Roma, 14 gennaio 2012
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PdL: Le regole per la formazione delle liste elettorali Il comunicato ufficiale



Ufficio di Presidenza: Le regole per la formazione delle liste elettorali

Il comunicato ufficiale del PdL

Logo PDL
L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, riunito a Roma il 7 gennaio 2013 e presieduto dal segretario politico Angelino Alfano, ha approvato e ha fatto proprie le indicazioni del Presidente Silvio Berlusconi per la costituzione delle liste elettorali in vista delle elezioni politiche e regionali di febbraio, in particolare per quanto riguarda il rigore nell’individuazione dei candidati sotto il profilo della moralità pubblica, la promozione della parità di genere e la massima apertura a esponenti del mondo del lavoro, dell’impresa, delle professioni, della cultura e del volontariato, nonché agli amministratori locali e alle altre espressioni del territorio.

In questo spirito l’Ufficio di Presidenza ha approvato i seguenti criteri per la candidabilità dei parlamentari uscenti. Potranno essere ricandidati soltanto coloro che:

a) Abbiano totalizzato non più di tre legislature, anche non consecutive, e comunque non più di 15 anni di presenza in assemblee parlamentari (Camera, Senato e Parlamento Europeo).

b) Abbiano un’età inferiore a 65 anni.

c) Siano in regola con la contribuzione mensile al partito per l’intera durata della legislatura.

A tali criteri si può derogare in via eccezionale, soltanto su deliberazione di un Comitato nominato dal Presidente Berlusconi. In ogni caso non potranno essere candidati coloro che si siano comportati in modo scorretto nei confronti del Popolo della Libertà e del mandato degli elettori, organizzando, favorendo o tentando fratture nei gruppi parlamentari, che abbiano operato per mettere in difficoltà il governo Berlusconi, che abbiano espresso sistematicamente voti in dissenso, o che abbiano assunto in modo sistematico posizioni in conflitto con la linea politica del Popolo della Libertà sui mezzi di comunicazione (fatti salvi i temi sensibili affidati alla libertà di coscienza). Inoltre, sempre in coerenza con gli orientamenti più volte espressi dal Presidente Berlusconi, saranno applicate in modo strettamente rigoroso le norme contenute nel provvedimento sull’incandidabilità recentemente approvato e i criteri che lo hanno ispirato.

L’ufficio di presidenza ha sottolineato inoltre l’opportunità di non prevedere la candidatura alle elezioni politiche:

- degli eurodeputati e degli esponenti del PDL che si candideranno alle prossime elezioni regionali.

Ferma rimane, naturalmente, la competenza degli organi statutari a decidere sulla effettiva candidatura di coloro che rientrino nei criteri indicati.

Il segretario politico del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, ha ringraziato il Presidente Renato Schifani per avere presieduto l’istituzione del Senato della repubblica con equilibrio, terzietà e alto senso dello Stato. Ha ringraziato altresì i capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri per il prezioso e proficuo lavoro svolto a sostegno del governo Berlusconi e delle battaglie parlamentari del partito. Contributi ed esperienze dei quali senz’altro il PDL beneficerà nella prossima legislatura.

L’ufficio di presidenza ha espresso al Presidente Berlusconi profonda gratitudine per il suo impegno in questa campagna elettorale e per la pazienza, il senso di responsabilità e la visione manifestati nella delicata fase di definizione dell’accordo con la Lega Nord.   

domenica 13 gennaio 2013

Il Cav: "Siglata l'intesa tra Pdl e Lega". E Maroni: "Noi per Tremonti premier"


RASSEGNA STAMPA

da IL GIORNALE



Il Cav: "Siglata l'intesa tra Pdl e Lega". E Maroni: "Noi per Tremonti premier"

Al termine del vertice di ieri siglato l'accordo tra il Pdl e il Carroccio: i due partiti in campo contro i danni fatti dai tecnici. Berlusconi chiude a Monti: "Mi ha deluso". E Maroni annuncia: "Dopo le elezioni daremo il via alla macroregione del Nord". Il Cavaliere: "Nessuno dei vecchi candidati verrà messo in lista in Lombardia e Lazio". La Lega vuole l'ex ministro a Palazzo Chigi, Berlusconi: "Come ministro solo io meglio di lui, ma a Palazzo Chigi meglio Alfano". E Tremonti replica: "Io lo manderei alle Attività produttive"


L'accordo tra il Pdl e la Lega Nord è stato siglato. Dopo un vertice fioume che si è concluso a notte fonda, Silvio Berlusconi e Roberto Maroni hanno trovato l'intesa in vista delle prossime elezioni. Il segretario del Carroccio sarà il candidato unico alla Regione Lombardia, mentre alle politiche i due partiti correranno federati con un candidato premier che verrà deciso solo in caso di vittoria.
"È un accordo che mi soddisfa molto - ha commentato Maroni - perché con quest’accordo posso ragionevolmente affermare che in Lombardia si vince".Resta il nodo del candidato premier, che sarà scelto comunque dopo il voto. "Berlusconi è capo della coalizione e non viene indicato alcun candidato premier ma si dice esplicitamente che non sarà Berlusconi", spiega Maroni, "Berlusconi ha indicato Angelino Alfano come candidato premier. È persona che stimo ma mi permetto di indicare da parte mia la candidatura di Giulio Tremonti". Candidatura che non piace certo al Cavaliere, che commenta: "È una persona particolare, molto intelligente, ma difficile.

Cicchitto: Berlusconi protagonista di una notevole performance sul ring di Santoro


Cicchitto: Berlusconi protagonista di una notevole performance sul ring di Santoro

Il commento del capogruppo del Pdl alla Camera

CICCHITTO ORVIETO
PdL-“Un gran bel match televisivo dove Berlusconi é salito sul ring, ha dato e ha preso colpi, ma ha dato vita comunque a una notevole performance televisiva. Non crediamo che nessun leader tradizionale avrebbe accettato di sottoporsi ad un simile trattamento. Monti, con la grande opinione che ha di se stesso e anche con la sua spocchia, non avrebbe retto più di 3 minuti”. Così si è espresso Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera.

“Probabilmente la contro-lettera a Travaglio poteva essere scritta con più garbo ed ironia. Ma essa è stata rivelatrice di tutto un atteggiamento: Santoro-Travaglio non accettano di essere sottoposti dagli altri allo stesso trattamento al quale essi sottopongono i loro ospiti. Questo é il punto debole di Santoro, che peraltro è anch’egli un uomo dello spettacolo televisivo. Il fatto é che il punto debole di Santoro e di Travaglio é di essere in questo simili ai loro modelli esemplari, cioè Di Pietro e Ingroia che si sentono in diritto di fare tutti gli attacchi e tutte le critiche e poi perdono i nervi se sono a loro volta attaccati”.

Palmieri: Silvio va fortissimo anche sulla rete, Monti la usa per le veline…


Palmieri: Silvio va fortissimo anche sulla rete, Monti la usa per le veline…

L'intervista al Secolo d'Italia

Antonio Palmieri
PdL -L’arrivo di Silvio Berlusconi su Twitter non è piaciuto a molti suoi oppositori, soprattutto a chi spinge per il bis di Monti. Già qualche giorno fa il Corriere titolava “Berlusconi sbarca su Twitter e per magia in un solo giorno i follower diventano 70mila”. Ora altro veleno. Il Corriere.it ha pubblicato un articolo nel quale si parla del giallo di un tweet pubblicato nella tarda serata di domenica sull’account Twitter@berlusconi2013. «Rai3 fa cag…» e la Gabanelli «sembra la Bindi». In definitiva, «sono tutti servi della sn e delle banche. Le porcate della sinistra mai eh?». Quindi gli hashtag: «schifo» e «tipisinistri». Ma poi è arrivata la smentita dallo stesso indirizzo di cui il Corriere.it riferisce. Troppe polemiche inutili che spingono Berlusconi a riconsiderare la sua presenza su Twitter:

«Saremo sulle reti, no so se su Twitter perché lì noto molte cattiverie inutili, una risposta su Twitter può scatenare un universo di risposte negative». Ma per Antonio Palmieri, responsabile Internet del Pdl, l’articolo pubblicato sul quotidiano milanese non è casuale: «Quell’account non è di Berlusconi ma di volontari, bastava verificarlo con noi. Il Corriere della Sera continua ad assumere una posizione ostile nei confronti di Berlusconi. Non solo, ora ha individuato un ulteriore campo di battaglia nel “presunto” uso dei social media da parte del Cavaliere e del Pdl. È la seconda volta in settimana che questo accade. Siccome non c’è due senza tre, attendiamo la terza puntata… ».

Qual è il ruolo della rete in campagna elettorale? 

Nel nostro Paese la parte del leone la fanno ancora i vecchi media, tuttavia l’importanza della rete è sempre più crescente, soprattutto come strumento di ascolto, di informazione diretta e approfondita e senza mediazioni e come strumento che facilita la mobilitazione. Nessuno può vincere solo con Internet, ma senza sicuramente si perde.

In effetti la vera novità di questa campagna elettorale è lo sbarco sui social media e anche Monti si sta adeguando ai tempi…

Monti usa Twitter come se fosse la propria agenzia di stampa, per fornire ai giornalisti materiali per i loro articoli. Aspettiamo di vedere se e come approfondirà l’uso di Internet.

Come lavora online il Pdl?

Il portale Pdl.it è il tronco del nostro albero dal quale si dipanano molteplici rami. Il principale è ForzaSilvio.it, il network dei sostenitori di Silvio Berlusconi che è il quartiere generale operativo, grazie al quale ogni persona può fare la propria campagna online e fuori da internet utilizzando gli strumenti che noi mettiamo a disposizione nel “Pannello Operativo” sempre su ForzaSilvio.it. Ovviamente siamo presenti in tutti i social media sia ufficialmente sia  attraverso un fiorire di iniziative spontanee.

Qual è la strategia di Berlusconi? 

La sua strategia si riassume  in tre parole: informare, ascoltare, mobilitare. Informare vuol dire dare i contenuti della nostra proposta 2013 e insieme ricordare  tutte le cose buone fatte nei nostri anni di governo. Esempi di questo sono i nostri siti: noveanni.governoberlusconi.it e  www.losapevichesilvio.it. Quest’ultima iniziativa è animata dall’onorevole Cassinelli. Ascoltare significa che noi leggiamo tutti i commenti postati nella pagina Facebook di Berlusconi, tutti quelli postati nel forum Spazio Azzurro. Tutte le interazioni dei nostri account Twitter e rispondiamo a queste ultime e ai messaggi che arrivano nella pagina Facebook di Berlusconi. Inoltre, leggiamo tutti i commenti postati in ForzaSilvio.it. Il 31 dicembre Berlusconi ha risposto personalmente a sette commenti tratti da ForzaSilvio.it che rappresentavano le tematiche principali sollecitate dai nostri sostenitori. E infine la mobilitazione avviene attraverso i social e soprattutto attraverso il “Pannello Operativo” di ForzaSilvio.it e la relativa posta elettronica.

Quindi qual è l’obiettivo della campagna comunicativa del Pdl?

Com’è nostra tradizione noi abbiamo proposto un programma chiaro, semplice, diretto e completo. Stiamo facendo la stessa cosa anche questa volta. Questa è l’unica premessa politicamente e moralmente necessaria per qualsiasi campagna di comunicazione con qualsiasi strumento.  La pagina di Facebook di Berlusconi ha oltre 460mila fan. Ma il vero numero importante è quello delle oltre 245mila persone che si sono registrate in ForzaSilvio.it perché con ciascuna di loro possiamo praticare quell’azione di ascolto, informazione e mobilitazione che, sono sicuro, darà un forte contributo all’azione di recupero dei nostri elettori che si sono rifugiati nell’astensionismo.

L'Approfondimento: Ma si può uscire dalla crisi?


L'Approfondimento: Ma si può uscire dalla crisi?

Intervista al professor Antonio Maria Rinaldi

Rinaldi

PdL-Le politiche di austerity del governo Monti, prone al volere della “Troika” formata da Fmi-Bce-Ue (con la benedizione della Germania), si sono rivelate – come peraltro era logico e prevedibile - fallimentari.
Non è un’opinione, sono i numeri a testimoniarlo. Dall’aumento del debito pubblico al crollo dei consumi, dalla pressione fiscale intollerabile alla crisi delle Pmi, dalla disoccupazione (specie quella giovanile) in costante aumento ai preoccupanti scricchiolii che investono il settore immobiliare, seguiti all’introduzione dell’Imu, l’Italia si è scoperta all’improvviso più povera, stanca, spaventata e priva di prospettiva.

In questo quadro, alcuni economisti appartenenti a diverse scuole di pensiero, ma concordi nel denunciare le conseguenze nefaste e recessive dell’austerity, hanno elaborato strategie alternative per aiutare il Paese a risollevarsi e superare la crisi che lo attanaglia.
Abbiamo quindi deciso di dar loro spazio e di intervistarli per farci spiegare sia quali errori sono stati commessi sino a oggi, sia quali sono le loro proposte per risollevare le sorti del Paese. Le risposte abbracciano le politiche monetarie, fiscali, industriali, gli equilibri (e gli squilibri) che si sono venuti a creare fra le nazioni europee con l’introduzione dell’Euro, la necessità di rivedere i trattati europei e molte altre voci.

Il dibattito, è giusto sottolinearlo, è “apolitico”: in questo spazio raccoglieremo interventi di professionisti ed esperti che hanno convinzioni e percorsi personali di stampo differente, ma sono uniti dalla convinzione che ciò che è assolutamente necessario e urgente, oggi, è rimettere in moto l’economia e fermare la frana che rischia di seppellire l’Italia.

Iniziamo con l’intervista al Prof. Antonio Maria Rinaldi, docente presso la Link Campus University di Roma, l’Università statale G. D’Annunzio di Chieti-Pescara e fedelissimo allievo-discepolo del Prof. Paolo Savona 

Professor Rinaldi, lei e il suo maestro Paolo Savona siete molto critici nei confronti delle politiche di austerity e fiscali adottate dal governo Monti – in accordo con i dettami europei - per affrontare la crisi italiana e internazionale.

“Esatto, e le spiego subito il mio punto di vista: l’esclusivo e repentino ricorso alle imposte per il risanamento dei conti pubblici ha determinato l’inevitabile contrazione dei consumi e degli investimenti. Il risultato è stato quello di far precipitare il nostro Paese, e la quasi totalità dell’eurozona, in una recessione senza precedenti con la conseguenza inevitabile di mettere in ginocchio le famiglie e le imprese: tutto questo in nome di un rigore voluto in nome e per conto di un’Europa in cui la stragrande maggioranza dei cittadini, non solo italiani, inizia a non riconoscersi più. Un’Europa sensibile oramai solo quando si tratta di correre in soccorso del sistema finanziario - devastato sin dal 2008 dallo tzunami proveniente da oltre oceano – e al contrario sordo e cieco nei confronti dei cardini su cui i Padri fondatori l’hanno concepita: il benessere delle famiglie e la prosperità delle imprese. Questa è ormai è la semplice e drammatica equazione a cui ci stiamo ormai rassegnando!”.


Ma è possibile formulare una ricetta per uscire da questo circolo vizioso, che rischia di modificare in modo irreversibile le conquiste che l’Italia è riuscita a raggiungere con enormi sacrifici e che l’hanno portata ai vertici fra le potenze industriali? 
“Ormai tutti si sono resi conto che l’impostazione delle regole europee, e in particolare quelle che ci legano alla coesione monetaria, sono state scritte esclusivamente prendendo a riferimento le fobie-liturgie celebrate con rito ortodosso-tedesco: questo euro così architettato e gestito fa esclusivamente il gioco della Germania e provoca un duplice effetto combinato: da una parte rafforzando l’economia tedesca, dall’altra deprimendo contestualmente e in egual misura quelle di tutti gli altri Paesi membri”.


Voi sottolineate spesso come siano “i numeri” a confermare questa tesi…

“Certamente: aggiungerei che proprio per questo motivo la nostra non è una tesi, ma una constatazione della realtà che ci circonda. La prova più evidente di ciò è nel constatare che negli ultimi anni la bilancia commerciale tedesca ha accumulato un surplus pari alla somma dei deficit di tutte le altre bilance commerciali dei paesi eurodotati. Questo significa che per la Germania l’euro è una valuta sottovalutata e per tutti gli altri è invece sopravvalutata. Se idealmente ci fossero le valute nazionali, per acquistare un marco ci vorrebbero non meno di 1,80 dollari e non, come ora, 1,30 contro euro; mentre invece sarebbero sufficienti non più di 0,90 dollari per una ipotetica nuova lira “pesante”, cioè con tre zeri in meno di come l’abbiamo lasciata. In poche parole, una Golf costerebbe in Italia come una Maserati! Pensate che contraccolpi per l’economia tedesca visto che, nonostante tutto, siamo ancora la seconda impresa manifatturiera dell’eurozona. Anzi, lascio a voi immaginare che putiferio si scatenerebbe se si proponesse anche di ricambiare la discutibile decisione, presa nell’estate scorsa dalla Deutsche Bank, di vendere i titoli del debito pubblico italiano detenuti nel proprio portafoglio - facendo precipitare le quotazioni degli stessi e innalzando lo spread a livelli mai prima raggiunti -, invitando gli italiani a non acquistare più prodotti tedeschi a favore di quelli nazionali”.


Sembra quindi di cogliere una forte critica alla struttura dell’Euro e delle politiche europee nelle sue parole.

“Non potrebbe essere diversamente perché, ripeto, si tratta solo di leggere i numeri e di trarre delle conclusioni logiche.  Questo impianto di moneta unica, che all’atto pratico si è rivelato essere solamente un accordo di cambi fissi, rischia di condannare molte delle sue economie al destino che fu dell’Argentina - che impunemente si legò al dollaro americano senza però averne il controllo; e consente alla Germania di finanziarsi a tassi pari a un terzo, se non un quarto, rispetto agli altri. Le nostre aziende vengono estraniate dalla competitività perché costrette a ridurre i loro saggi di profitto e le risorse destinate agli investimenti, visto che il loro accesso al credito  - quando riescono a ottenerlo – ha un costo nettamente superiore alla concorrenza.  Ma nessuno fa assolutamente nulla per bilanciare lo squilibrio o trovare almeno qualche forma che ne attenui l’originario, macroscopico errore”.


Di quale errore stiamo parlando?

“Dell’aver costruito l’area monetaria europea come un’area economica con prospettive esclusivamente di crescita, non prevedendo che potesse essere soggetta a cicli di rallentamento se non addirittura a recessioni. I parametri di riferimento su cui si basa tutta l’architettura della moneta unica contemplano poi esclusivamente il valore del debito pubblico e del PIL e non altri importantissimi parametri, come ad esempio i debiti detenuti dalle famiglie o dalle imprese e la ricchezza del Paese.  Se così fosse stato, il nostro sarebbe fra i più virtuosi, potendo annoverare, a compensazione di un rapporto debito/PIL storicamente sfavorevole, rapporti debito privato/PIL e debito imprese/PIL fra i più bassi in Europa. Invece i vari governi europei sono costretti a mantenere alta la pressione fiscale pur d’inseguire i parametri imposti dal Patto di Stabilità, e questo innesca ancora più recessione.
Bisogna “spezzare” questo circolo “svirtuoso” altrimenti non è possibile venir fuori da questa crisi finanziaria che passerà alla storia come la più violenta dopo quella del ’29.  Ma non è tutto: si ha anche la sgradevole sensazione che si sia sviluppato e abbia preso il sopravvento, nelle istituzioni comunitarie, una specie di mostro bio-giuridico-economico, che cammina con gambe proprie e che va esattamente nella direzione opposta alle esigenze ed alle aspettative della stragrande maggioranza dei cittadini europei. E pare che nessuno abbia la capacità, la lungimiranza e il buon senso di staccare la spina per effettuare un salutare e opportuno “reset” che riavvicini l’Europa all’Europa. È notizia proprio di questi giorni che le autorità bancarie europee hanno attenuato e posticipato i draconiani dettami previsti dagli accordi di Basilea 3, che avrebbero ulteriormente ridotto l’accesso al credito. Non si capisce come mai non si abbia la stessa volontà e solerzia nell’avviare un processo di revisione delle regole e dei meccanismi previsti per la coesione monetaria, principali responsabili dell’attuale situazione di crisi”.


In questi mesi, dopo la caduta del governo Berlusconi, si è parlato molto della necessità di ridurre il debito per riportarlo verso i parametri stabiliti dall’Unione Europea. E di attuare politiche che alcuni definiscono “virtuose”, ma che non sembrano aver portato risultati positivi. Lei che ne pensa? 

“Penso che non abbia alcun senso infliggere pesanti sacrifici alla nazione per inseguire numeri e parametri fini a se stessi, che hanno portato solo ed esclusivamente all’implosione di ogni comparto dell’economia e degli equilibri sociali raggiunti.  E poi tutto questo rigore cosa ha prodotto? Non certo gli obiettivi sperati, visto ad esempio, che al 31 dicembre del 2011 il debito pubblico italiano ammontava a 1897,8 Mld di euro (dati ufficiali Banca d’Italia) e nonostante IMU, i tagli lineari adottati dalla spending review e una serie interminabile di aumenti ed imposizioni fiscali, siamo arrivati a fine ottobre ad aver infranto il muro fatidico dei 2000 Mld, per l’esattezza 2014,7!”.


Quindi non ci sono stati gli effetti benefici sul debito che ci si sarebbe potuti aspettare?

Al contrario nei primi dieci mesi del 2012 è aumentato, come mai nella nostra storia, di ben 116,9 Mld, alla faccia del tanto sbandierato pareggio di bilancio e del rigore a tutti i costi (in tutto il 2011 l’incremento è stato di 55Mld, e un Premier democraticamente eletto è stato destituito in quattro e quattr’otto per essere stato accusato di “disastro finanziario”!). E tutto questo è avvenuto non certo per l’aumento dello spread: nell’anno appena passato il sostentamento del debito ci è costato, in termini di interessi, “solamente” 3,5/4 Mld di euro in più rispetto al 2011. Altri effetti collaterali a questa scelta di rigore a senso unico sono stati la caduta libera del PIL, che viene accreditato, anche a livello di istituzioni internazionali, a un meno 2,5% e l’impennata del tasso di disoccupazione ormai superiore all’11%.
Mi chiedo quindi perché mai si sia scelto ciecamente di abbracciare il dogma teutonico del contenimento dell’inflazione a tutti i costi con politiche deflazionistiche che ricordano molto da vicino la Repubblica di Weimar! Fra il “male inflazione” e il “male disoccupazione” noi abbiamo sempre in passato preferito il primo, il che mi pare logico!, avendo costruito il nostro modello di crescita con questa elementare filosofia non solo economica. E poi il caso Giappone la dice lunga: con un rapporto debito/PIL prossimo al 240%, possono permettersi il lusso di emettere i “loro” BTP decennali di riferimento al tasso del 0,85%, praticamente la metà di quelli tedeschi. Tutto questo non solo perché il 95% del debito è in mano ai giapponesi, ma anche perché hanno una Banca Centrale a tutti gli effetti che supporta, stampando, le esigenze di finanziamento del Tesoro e non una Banca Centrale “part-time” come quella che governa l’euro.”


Il suo maestro prof. Savona è stato il primo, ed in tempi non sospetti, a sollevare la questione del “Piano B”, cioè la possibilità dell’uscita dell’Italia dall’euro. Lei pensa che sia una opzione possibile?

È vero, il prof. Savona è stato il primo a rompere il tabù sull’opportunità che l’Italia si dotasse di un piano particolareggiato, per l’appunto il Piano B, nel caso fossimo costretti a uscire dall’unione monetaria. Ma questo non significava, nelle intenzioni del professore, di ritornare comunque alla lira! Come esistono dettagliati piani militari a garanzia dell’integrità e salvaguardia del territorio nazionale in caso di pericolo, e che speriamo non siano mai resi esecutivi, così è necessario, anzi lo auspichiamo, che siano stati predisposti anche dei dettagliatissimi piani su come uscire dall’euro in modo composto.
Questo per non essere presi alla sprovvista e attenuare gli eventuali disagi in caso ne fossimo costretti, mettendo in atto un piano predisposto in casa invece di un altro eventualmente messo a punto altrove! A riguardo sono personalmente convinto che, sin dal momento della firma dei Trattati che hanno concepito la moneta unica, siano stati siglati a latere anche dei “patti segreti” che regolavano nei dettagli  l’uscita di qualche membro. Non dimentichiamo il ruolo svolto dalla sottile e raffinata diplomazia francese e dalla pragmatica diffidenza propria dei tedeschi… e come ogni buon trattato internazionale che si rispetti, tutte le opzioni saranno state sicuramente prese in considerazione e codificate! Comunque credo, allo stato attuale, che l’euro rimarrà e che ci siano in futuro molte più probabilità che ne esca la Germania piuttosto che l’Italia! Per ora, da europeisti convinti, ci piace lavorare per il “Piano A”, cioè per poterci rimanere, ma a testa alta!”


Cosa possiamo fare allora per poter rialzare la testa?  

“Molte sono le cose che si possono fare. Avviare, ad esempio, una realistica e credibile cessione di asset di patrimonio pubblico per una riduzione straordinaria del debito pubblico per un importo almeno fino a 400 Mld, e non affidarsi a quella messa a punto dall’attuale ministro dell’economia ancora in carica, che prevede nella sua ultima configurazione, cessioni esclusivamente di immobili per non più di 3/5 Mld all’anno. Va ricordato, conti alla mano, che nel solo mese di ottobre dello scorso anno  il nostro debito è cresciuto di ben 19,6 Mld e credo francamente che cessioni di tale entità siano risibili! Il mio consiglio è quello di attuare “chiavi in mano” la fattibilissima ed equa proposta avanzata nella primavera scorsa dal Prof. Paolo Savona e da me per ridurre seriamente e sistematicamente il nostro debito a livello degli altri partner, senza gravare per un centesimo sulle tasche degli italiani per mezzo della vendita posticipata dei beni disponibili e non strategici posseduti dallo Stato, sia a livello centrale che periferico, e che contestualmente riesce ad attivare meccanismi di crescita. Abbiamo disperatamente bisogno non solo di diminuire l’entità del debito, ma anche di aumentare il PIL, cioè la crescita! L’operazione consentirebbe, fra l’altro, di risparmiare non meno di 30Mld annui d’interessi (pari al gettito IMU e al congelamento del previsto aumento dell’IVA) da destinare al rilancio dell’economia e alla reale diminuzione della pressione fiscale a carico delle famiglie e delle imprese. Tali risparmi annuali consentirebbero fra l’altro la possibilità di rendere attuabili, sostenibili e credibili tutta una serie di sgravi e incentivi.  Invece si continua a proporre vendite dirette, i cui modesti ricavi si perdono nelle pieghe delle partite correnti del bilancio dello Stato senza produrre nessun effetto. Piccola considerazione sull’IMU: è vero che in quasi tutti i Paesi esiste una tassazione sulla casa, ma spesso si tralascia di considerare che l’Italia è l’unico le cui famiglie sono all’85% proprietarie della casa in cui abitano, contro il 55% di quelle francesi e 43% di quelle tedesche e che, pertanto, in nessun’altra parte del mondo una tassazione sugli immobili genera un prelievo così elevato a carico della collettività!!!”


Mi sembra che lei nutra forti dubbi anche su altri decreti di prossima attuazione…

“È inevitabile. Bisogna infatti tenere conto che è stata innescata un’altra “bomba ad orologeria”: l’attuazione dei dettami previsti dal Fiscal Compact, approvato in via definitiva nel dicembre scorso, per noi significherà per i prossimi 20 anni la diminuzione di 70 punti percentuali dell’eccedenza del rapporto debito pubblico/PIL, previsto come massimo nel 60% dall’ormai obsoleto Trattato di Maastricht, visto che ormai veleggiamo intorno al 130%. Ciò ci costringerà a reperire ogni anno risorse aggiuntive per più di 50 Mld di euro!!! Da dove si pensa di prendere questi ulteriori soldi? Sarebbe il caso invece di prendere in grande considerazione le deduzioni a cui è giunto il Prof. Giuseppe Guarino sull’inapplicabilità e nullità di tale accordo. Pensate che anche in Germania stanno valutando seriamente le sue argomentazioni, visto che, a ragione, è considerato anche da quelle parti uno dei più grandi giuristi di Eurolandia. È possibile che prima d’ora nessuno si fosse accorto che era stato modificato - di fatto ed illegittimamente - il parametro del Trattato di Maastricht sul deficit, portandolo a zero e cancellando la tolleranza del 3% sul debito?”.


Professor Rinaldi, se lei dovesse illustrare i punti cardine da cui ripartire per superare questa grave fase recessiva, che oltretutto sembra peggiorare progressivamente, quali sarebbero le principali priorità?

“Premesso che qualsiasi programma di politica economica tesa a invertire l’attuale trend negativo che ci sta inesorabilmente conducendo verso un irreversibile declino, deve necessariamente essere subordinato a una condivisa revisione dei Trattati e dei regolamenti che tengano conto delle mutate realtà macroeconomiche, cerchiamo di delineare degli interventi, opportuni e realistici, da rendere  immediatamente esecutivi:
a)    Conferire alla BCE lo stesso mandato delle altre Banche Centrali mondiali ed in particolare a quello della Federal Reserve;
b)    Modificare i parametri previsti dal Patto di Stabilità, inserendo anche quelli relativi ai debiti delle imprese, delle famiglie e al patrimonio (ricchezza) a disposizione del paese;
c)    Avviare immediatamente cessioni di asset pubblici finalizzati alla riduzione del debito pubblico adottando integralmente la proposta del prof. Paolo Savona;
d)    Proporre (ed ottenere) dalla BCE, l’emissione di cartelle fondiarie a tassi estremamente bassi, con operazioni simili, per tecnicità e volumi, a quelle effettuate e conosciute come LTRO  (long term refinancing operation), al fine di reperire la liquidità finalizzata allo sviluppo delle infrastrutture ed al rilancio del settore immobiliare pubblico e privato. Come la BCE si è prontamente attivata per fornire liquidità al sistema bancario in crisi, intervenga con gli stessi strumenti e mezzi a supporto dell’economia reale a cui possano effettivamente beneficiare sia le imprese che i privati cittadini. E’ noto che il comparto immobiliare e delle grandi opere rappresenta un segmento trainante in qualsiasi economia evoluta, e l’immissione di risorse finanziarie rappresenta un formidabile moltiplicatore alla crescita;
e)    Consentire sempre alla BCE di “scontare” immediatamente ed a tassi bassissimi il debito regresso delle pubbliche amministrazioni contratto verso il sistema delle imprese italiane, attualmente valutato in più di 90 Mld di euro, e che contribuirebbe da subito a ridare ossigeno ad ogni comparto dell’economia;
f)    Riformare il costo del lavoro al fine di uniformare lo stesso a quello delle altre economie europee di riferimento;
g)    Definire immediatamente sgravi fiscali ed incentivi alle aziende esportatrici con l’estensione di tali benefici anche alle aziende che riportano il loro ciclo produttivo in Italia;
h)    Rilancio dell’industria agricola italiana. Revisione radicale delle politiche agricole comunitarie troppo sbilanciate a nostro sfavore che attualmente prevedono, nell’ambito del bilancio comunitario agricolo, il ritorno di soli 0,78 cent. a fronte di ogni euro versato dall’Italia. La Francia e la Spagna, principali nostri competitors settoriali, invertono questo rapporto in loro favore in ragione di 1,35 euro per ogni euro versato!;
i)    Rilancio dell’industria del turismo, promuovendo la costruzione e la razionalizzazione delle strutture esistenti e con nuove infrastrutture che ne esaltino la fruibilità;
j)    Valorizzazione dell’immenso ed unico patrimonio artistico e culturale che pongono il “Bel Paese” ai vertici mondiali con il possesso del 70% dell’intero mondiale. Lo sviluppo di una propria ed effettiva “industria” del settore consentirebbe la creazione diretta ed indotta di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro anche con la partecipazione di soggetti privati così come consolidato già da tempo in altri paesi;
k)    Interrompere il clima di “caccia alle streghe” che le varie amministrazioni finanziarie pubbliche hanno instaurato in modo sistematico e persecutorio con l’effetto di terrorizzare e demonizzare consumi e spesa;
l)    Procedere ad una “deregulation” delle procedure burocratiche in ogni settore della vita produttiva ed amministrativa, con l’inversione del rapporto stato-cittadino introducendo la regola del silenzio-assenso;
m)    Costituzione di tre specifici fondi: uno per assicurare a chi ha contratto un mutuo per l’acquisto della propria abitazione ed ha perso il lavoro, la garanzia del pagamento di un certo numero di rate per non perdere i diritti acquisiti, il secondo per consentire di erogare tassi agevolati ai giovani sposi che contraggono un mutuo per l’acquisto della casa, il terzo per la consentire l’accesso facilitato al credito alle società costituite dai giovani sotto i 30, che unitamente a sgravi fiscali per i primi anni di attività, consentirebbe di fornire i mezzi finanziari necessari per l’avviamento e l’esercizio d’impresa;
n)    Agevolazioni fiscali, come ad esempio il riconoscimento di un maggior credito d’imposta, ai possessori di titoli esteri che li convertono volontariamente in titoli del debito pubblico italiano. Attualmente si valuta che i soggetti residenti detengano circa il controvalore di 450 Mld di euro in titoli emessi da soggetti esteri e l’incentivazione a concambiarli in titoli pubblici italiani, possa produrre non solo una sensibile diminuzione dei tassi, ma anche una sensibile diminuzione dalla speculazione internazionale;
o)    Riorganizzazione dei compiti, mansioni e poteri sanzionatori delle varie Autority già esistenti, con il preciso scopo di rendere la loro funzione finalizzata all’effettiva efficienza dei mercati;
p)    Chiedere formalmente (con il pieno gradimento e l’appoggio di Spagna, Portogallo, Grecia, Austria, Irlanda, Malta, Estonia, Slovacchia, Slovenia, Cipro) l’immediata stampa ed immissione in circolazione delle banconote da 1 e 2 euro, correggendo anche se tardivamente, l’enorme errore psicologico commesso all’atto dell’introduzione della moneta unica. In alternativa, far emettere dal Tesoro italiano “biglietti di Stato” a corso legale, così come fu fatto nel 1975 per sopperire alla carenza dei biglietti da 500 lire non più stampati dalla Banca d’Italia. Sarebbe un provvedimento che riporterebbe il giusto metro di valutazione del denaro.”
Gran parte di queste proposte, che considero “bipartisan”, dovrebbero essere rese esecutive entro i primi 100 giorni da parte del futuro governo della prossima legislatura. Contribuirebbero a dare una seria “sferzata” alle sorti del nostro, nonostante tutto, meraviglioso ed unico Paese!


Paolo Cagnoni