lunedì 29 aprile 2013


Sacconi: Il governo Letta-Alfano

 per i partiti che lo sostengono è

 l'ultima opportunità

Editoriale del presidente dell'Associazione Amici di Marco Biagi 

sul blog della stessa associazione, dedicato ai temi del lavoro

Maurizio Sacconi
Il gabinetto Letta-Alfano rappresenterà per i partiti che lo sostengono l’ultima opportunità di assorbire il diffuso rigetto sociale nei confronti della tradizionale rappresentanza. Dobbiamo augurarci che tutti i protagonisti, a partire dal Presidente del Consiglio, dismettano ogni opportunismo ed ogni astratto ideologismo per privilegiare il perseguimento di risultati qualitativamente e quantitativamente apprezzabili. Tra questi, decisivi saranno i numeri dell’occupazione e della disoccupazione con particolare riguardo ai giovani, alle donne, agli anziani e al differenziale nord-sud.

Essi saranno certamente influenzati dalle condizioni di contesto, a partire da quella revisione dei patti con l’Europa che con i francesi sembriamo determinati ad ottenere. Ma una specifica e non trascurabile variabile sarà costituita dalle politiche del lavoro che ormai tutti abbiamo imparato ad apprezzare non solo come politiche distributive - attraverso i salari e l’occupazione - ma ancor più come vere e proprie politiche per la crescita. Il primo obiettivo dovrà essere regolatorio. La riregolazione non costa e può avere effetti immediati come ha recentemente dimostrato, in negativo, la riforma Fornero, straordinaria controprova della efficacia della legge Biagi. Ogni sua correzione timida, contorta e di incerta applicazione non servirebbe a nulla. Servirà invece un bel colpo d’accetta per produrre effetti di incoraggiamento ad operatori che vivono aspettative incerte. La riduzione del cuneo fiscale dovrà concentrarsi sui primi contratti permanenti per i giovani, soprattutto in apprendistato.

E con l’occupazione potranno crescere i salari ed ancor più la produttività. I nodi irrisolti riguardano il persistere di una eccessiva invasività dei contratti nazionali che lascia uno spazio troppo modesto agli accordi aziendali e l’insufficiente quota di salario (2500 euro!) detassabile. Basterebbe incoraggiare le parti ad adottare una clausola di salvaguardia per quella parte di incremento contrattuale non coperta da intese aziendali attraverso un incentivante differenziale di tassazione tra i due livelli. Non meno complesso é il nodo delle risorse per ammortizzatori in deroga e lavoratori adulti - non solo esodati - a rischio di povertà. Il nuovo ministro dovrà innanzitutto rinnovare il patto con le Regioni affinché concorrano a sostenere la spesa ed accettino criteri di impiego rigoroso degli ammortizzatori in deroga, vera e propria eccezione da evitare quando un posto di lavoro si e’ irreversibilmente consumato.

Quanto agli anziani, é giunta l’ora di introdurre flessibilità in un sistema previdenziale unico in Europa per la sua rigidità. Risolto correttamente il nodo degli esodati, ovvero di coloro che avevano sottoscritto in buona fede accordi di ‘uscita’ dal mercato del lavoro nel contesto del vecchio regime previdenziale, dobbiamo ora pensare ad una platea di uomini e, soprattutto donne, di età avanzata cui deve essere, a certe condizioni, consentito un pensionamento moderatamente anticipato e oneroso.  Un approccio pragmatico e non più conflittuale ai temi del lavoro presuppone tuttavia un clima di conciliazione nazionale nel quale i protagonisti del ventennale conflitto si legittimino reciprocamente e siano garantiti rispetto ad ogni pretesa interpretazione criminale del ruolo politico che hanno svolto.  

Cicchitto: Le priorità sono i nodi del fisco e dell'Imu


Cicchitto: Le priorità sono i nodi

 del fisco e dell'Imu

La nota del senatore del Pdl

CICCHITTO ORVIETO
“Dopo circa 60 giorni nasce finalmente un governo perché é stato battuto sia all’esterno che all’interno del Pd lo schema di Bersani che non teneva conto né dei rapporti di forza usciti dalle elezioni, né del carattere organicamente protestatario del M5S non riconducibile a nessuno schema politico: se invece lo fosse, i parlamentari del movimento avrebbero potuto cogliere al volo l’occasione politica offerta dalla candidatura alla presidenza della Repubblica di Romano Prodi.

Detto ciò, adesso le questioni fondamentali sono innanzitutto quelle programmatiche: questo governo deve impegnarsi per una attenuazione della pressione fiscale - in primis l’eliminazione dell’IMU e la riduzione del peso fiscale su imprese e lavoro - che va reso possibile anche attraverso politiche di abbattimento del debito. Il recente caso spagnolo ci insegna che a questo punto é essenziale che il governo italiano si impegni per un mutamento delle politiche dell’Europa,non solo per il bene dell’Italia ma dell’Europa stessa che sta rischiando il suicidio, vista anche gli Usa e il Giappone, se continua in questa linea recessiva e deflazionista. Sul terreno degli organigrammi va detto con franchezza che la composizione del governo non ha risolto l’indebito squilibrio esistente su questo terreno fra due partiti di forza pressocché uguale. Di conseguenza occorrerà fare il possibile per qualche riequilibrio sia pure su aspetti oramai secondari rispetto a quelli fondamentali che si presentano come profondamente squilibrati".

Berlusconi: Da noi no paletti e impuntature


Berlusconi: Da noi no paletti 

e impuntature

La dichiarazione del Presidente al Tg5

Silvio Berlusconi
“Abbiamo trattato per formazione del governo senza porre alcun paletto, senza impuntarci su nulla escludendo persone che fossero ministri in precedenti governi. Così abbiamo contribuito a fare un governo in poco tempo. E’ un governo di pacificazione tra forze che non si riteneva che potessero collaborare all’interno di un governo." Lo ha affermato Silvio Berlusconi, intervistato dal Tg5.

domenica 21 aprile 2013


Berlusconi: Ringrazio il Presidente

 Giorgio Napolitano per aver 

accettato di proseguire il suo impegno

La nota del Presidente

Silvio Berlusconi
“Oggi è una giornata importante per la nostra Repubblica. Ringrazio il Presidente Giorgio Napolitano per lo spirito di servizio e per la generosità personale e politica con cui ha accettato di proseguire il suo impegno e la sua opera in un contesto tanto difficile e incerto.

La situazione che viviamo richiede esperienza, saggezza, equilibrio, cultura politica e istituzionale: tutte qualità per cui Giorgio Napolitano è un riferimento per tutti noi.

Non è questo il momento per altre valutazioni. Ma tutti gli italiani, da 54 giorni, hanno potuto vedere e giudicare il nostro comportamento sensato e responsabile rispetto a quello della sinistra e del Partito Democratic

giovedì 18 aprile 2013


L'Italia ha bisogno di un governo

 forte e stabile

(PdL) A quasi due mesi dalle elezioni non abbiamo visto ancora nascere il nuovo governo.
All’Italia serve un governo forte e stabile, capace di prendere le misure necessarie per uscire dalla
 recessione, ridare fiducia nello Stato, dare nuovo lavoro e diminuire le tasse.
Un governo politico dotato di pieni poteri, fondato sulla fiducia del nuovo Parlamento. Dopo la costituzione
 di  un Governo nella pienezza dei propri poteri, ha senso dare vita alle Commissioni permanenti ed avviare
 l’attività  legislativa ordinaria. Tuttavia il fatto grave non è che non siano «partite» le Commissioni, ma che
 non ci sia ancora un Governo.

Vogliamo rispettare la Costituzione, le regole, la prassi istituzionale consolidata, per evitare di aggiungere
ulteriore confusione allo stallo politico, che ha precise responsabilità. Oggi come nel 2006, il centrodestra,
 ha fatto un gesto di responsabilità offrendo la propria disponibilità a partecipare ad un governo per 
rispondere alle esigenze del Paese.
Come nel 2006 anche oggi la risposta della sinistra è stata spocchiosa e arrogante. In questo
 atteggiamento, portato avanti dal segretario del PD Bersani, risiede la ragione dello stallo politico ed
 istituzionale che viviamo in questi giorni; uno stallo che per essere superato non necessita né di alchimie
 da prima Repubblica né di furbate avventuriste come quella di chi spera di eleggersi un nuovo Capo dello
 Stato che rimandi l’attuale leader del PD alle Camere a trovarsi una maggioranza numerica purchessia.
 Bastano unicamente buon senso e responsabilità.