domenica 12 maggio 2013

Quella sinistra "democratica" che vuole vietare la piazza al Pdl


RASSEGNA STAMPA

DA IL GIORNALE



Quella sinistra "democratica" che vuole vietare la piazza al Pdl

Pdl in piazza a Brescia. Epifani subito anti Cav: "Chi va a Brescia, mette una mina". Contestzaioni dei centri sociali: tensione. Brunetta avverte: "Così Letta non dura..."

Dopo l'ennesimo assalto giudiziario, il Pdl fa quadrato attorno a Silvio Berlusconi. Lamanifestazione di oggi a Brescia e quella di lunedì a Milano arrivano dopo i due bagni di folla in piazza del Popolo a Roma e in piazza della Libertà a Bari.
Un militante del Pdl picchiato con pugni e calci dai centri sociali
Il partito delle procure sta, infatti, cercando di decapitare il centrodestra facendo fuori il Cavaliere a suon di sentenze. Ma il Pd, riunito per l'assemblea nazionale, ha lanciato strali e anatemi contro il Pdl alzado il livello dello scontro. Scontro che è stato subito raccolto dai centri sociali che hanno aggredito e pestato a sangue i sostenitori del Cavaliere.
"Oggi pomeriggio a Brescia. Tutti a fianco al presidente Berlusconi e al nostro sindaco Adriano Paroli". Su Twitter il segretario del Pdl Angelino Alfano chiama a raccolta tutto il popolo del centrodestra per scendere in piazza contro l'accanimento giuridico nei confronti del Cavaliere. La manifestazione a Brescia si è infatti fatta più stringente dopo la sentenza della Corte d'Appello sul caso Mediaset. Sentenza che mira a colpire Berlusconi dopo che alle ultime elezioni ha incassato quasi il 30% delle preferenze e che, negli ultimi mesi, l'asse tra Pdl e Lega Nord è schizzato in testa ai sondaggi. In caso di elezioni, infatti, il Cavaliere tornerebbe al governo. Un'eventualità che terrorizza lamagistrura rossa che da vent'anni traspone la lotta politica nelle aule dei tribunali. Fino ad oggi Berlusconi ha avuto la meglio, ma negli ultimi mesi c'è stata da parte dei giudici militanti c'è stata una vera e propria recrudescenza negli attacchi. Da qui l'esigenza da parte del popolo del Pdl di far sentire la propria voce. A Roma come a Bari, lo slogan è stato sempre "Giù le mani da Silvio". Alfano non sarà l'unico esponente del governo a scendere in piazza. Anche i ministri Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello hanno fatto deciso di partecipare alla mobilitazione. "Non è possibile contrapporre le identità alla lealtà al governo - ha spiegato il ministro delle Riforme - non dobbiamo arrivare a cancellare le identità, sarebbe una perdita per tutti".
Al Pd, però, non va giù che Alfano e Lupi partecipino alla manifestazione. La prima a scagliarsi contro il ministro degli Interni è Rosy Bindi. "Berlusconi ha annunciato un discorso pacato a Brescia - ha detto all’assemblea del Pd - ma possiamo dire pacatamente che è molto grave che il vicepresidente del Consiglio abbia annunciato la sua partecipazione alla manifestazione". Nel piddì c'è fermento. Lo stesso Guglielmo Epifani, pancor prima di ricevere la guida del partito, ha sferrato il suo primo attacco."Abbiamo tante mine e oggi è la giornata in cui qualcuno a Brescia sta mettendo un’altra mina", ha spiegato l'ex segretario della Cgil invitando il Pdl a non "anteporre l’interesse personale a quello del Paese". Uno strappo che fa iniziare in un modo piuttosto ambiguo la sua avventura da leader piddì e che infastidisce non poco i vertici del Pdl. "In questo modo Letta non dura", ha avvertito Renato Brunetta. Anche la democrat Donatella Ferranti, neoeletta alla guida alla commissione Giustizia della Camera, è andata all'attacco: "In uno stato democratico le sentenze vanno rispettate, c’è un processo che non è ancora definito, queste manifestazioni lasciano il tempo che trovano". E ancora:"Mi auguro che non partecipino a queste manifestazioni i rappresentanti del governo del Pdl, dobbiamo mantenere un grande equilibrio e un grande responsabilità in questo momento nell’interesse del Paese". Sempre all’assemblea nazionale del Pd, il vice ministro dell’Economia Stefano Fassina si è detto contrario alla mobilitazione del Pdl:"Non c’è bisogno di essere anti berlusconiani per condannare senza se e senza ma le manifestazioni di Brescia e Milano, è sufficiente una cultura democratica ispirata alla costituzione".

GALLERI

Se il Pd ha provato a togliere a parole al centrodestra il diritto di protestare contro la magistratura politicizzata, icentri sociali sono subito avvalsi della violenza fisica. È bastata, infatti, una scintilla per far salire la tensione e far volare le mani. Un folto gruppo di contestatori ha, infatti, accolto i sostenitori del Cavaliere sbraitando slogan e insulti: "In galera, in galera!". Un militante del Pdl è stato pestato con pugni e calci poco prima di entrare in piazza."Stavo cercando di difendere un gruppo di anziani aggrediti e insultati da un gruppo dei centri sociali e per questo mi hanno aggredito con calci e pugni", ha raccontato il giovane col viso sanguinante e lo zigomo destro tagliato. Al fianco degli antagonisti anche numerosi grillini. Gli agenti di polizia, protetti da caschi e scudi, sono subito accorsi in via Bevilacqua che divide l’albergo dove sono riuniti i vertici del Pdl dal palco di piazza del Duomo. L’ex sottosegretario Daniela Santanché è stata uno dei politici più presi di mira. "Stiamo lavorando a un governo di pacificazione - ha commentato sotto urla e fischi - se poi c’è qualcuno dall’altra parte che gioca contro perché non ha cuore l’Italia e gli italiani noi non saremo mai da quella parte". Poi, proprio quando è arrivato Berlusconi, i centri sociali hanno bruciato le bandiere del Pdl all'urlo di "Brescia libera!".

Schifani: A Brescia brutta pagina della storia italiana


Schifani: La sinistra antagonista

 ha scritto a Brescia una brutta 

pagina della storia italiana

La nota del capogruppo del Pdl al Senato

SCHIFANI
"Quella che la sinistra antagonista ha scritto oggi a Brescia è una brutta pagina della storia italiana.

Tentare di ostacolare violentemente la manifestazione democratica del Popolo della Libertà in una piazza stracolma di sostenitori è la forma più odiosa di fascismo. Questi episodi vanno duramente stigmatizzati da tutti coloro che credono nei valori più sani della politica e nel rispetto degli avversari. E’ necessario porre un argine ad una deriva pericolosa che non si può e non si deve giustificare. Prima che sia troppo tardi". 

Manifestazione di Brescia: In piazza 15.000 persone


Manifestazione di Brescia:

 In piazza 15.000 persone

 festanti e unite

La nota dell'ufficio stampa del Pdl

Logo PDL
"Il Pdl respinge con fermezza i titoli pubblicati dal Corriere.it e da Repubblica.it che descrivono in modo arbitrario e artificioso una piazza divisa tra chi sostiene Berlusconi e chi lo contesta.

Niente di più falso. In piazza Duomo ci sono circa 15mila sostenitori del Popolo della Libertà festanti e uniti intorno a Berlusconi. Di contro gruppi di facinorosi hanno messo in piedi un’incivile aggressione verbale e fisica (anche con danni a persone) sia per le via di Brescia sia in fondo alla piazza, per impedire a Berlusconi di parlare e ai parlamentari del Pdl di giungere sotto il palco. Invece di denunciare questo clima di intolleranza e violenza, tanto antidemocratico da non voler consentire lo svolgimento della manifestazione, si preferisce dare una rappresentazione fantasiosa per alimentare la falsa notizia di un popolo che non segue più compatto il suo leader".

Berlusconi: Non potrete impedirmi di essere il leader del Popolo della Libertà


Berlusconi: Non potrete impedirmi 

di essere il leader del Popolo della

 Libertà finché milioni di italiani

 lo vorranno

Il discorso di Silvio Berlusconi a Brescia

Silvio Berlusconi
Carissime amiche, carissimi amici,

    Sono venuto in questa piazza per dirvi tre parole: io sono qui. Io sono qui. Io resto qui. Più determinato e più convinto di prima.
    Dico da qui, dopo un’altra settimana di assedio e di violenza contro di me:
se qualcuno pensava di scoraggiarmi, si è sbagliato di grosso;
se qualcuno pensava di intimidirmi, si è sbagliato di grosso e resterà deluso.
    Questi “qualcuno” non conoscono me, ma soprattutto non conoscono voi, questo grande, grande, grandissimo Popolo della Libertà, che non ha paura, che non si fa spaventare, che conosce solo il rispetto e l’amore per gli altri. Diciamolo insieme: il nostro amore è più forte della loro invidia e del loro odio. E quanto più vogliono buttarci addosso intolleranza, odio, disprezzo, tanto più cresce il nostro amore, la nostra passione per la libertà, la nostra coesione.   


Gli eventi di questi giorni hanno moltiplicato le mie forze, la mia determinazione, la mia voglia di resistere e di combattere rimanendo al vostro fianco.
    Ora posso dirvelo. Un paio di anni fa avevo pensato, forse ho perfino sperato, che fosse giunto il momento, dopo tante battaglie, di lasciare la primissima linea del fronte, di fare non più il centravanti ma l’allenatore, di aiutare - da dietro le quinte - una nuova squadra di politici giovani e competenti. Avevo altri progetti di vita: dedicarmi alla mia famiglia, a una Fondazione intitolata a mio padre per costruire ospedali per bambini in giro per il mondo, dedicarmi alla mia “università della libertà” che è ormai terminata come struttura ed è pronta ad accogliere i migliori giovani del mondo per ascoltare e imparare i principi del buon governo dai più grandi protagonisti politici degli ultimi vent’anni, tutti già felici di mettere la loro esperienza a disposizione dei nuovi protagonisti politici del futuro. Avevo anche la speranza di dedicarmi magari anche al mio grande Milan per farlo ritornare grandissimo.
    Ma mi hanno fermato tre cose:
-    primo, l’esigenza e l’urgenza di lottare per uscire dalla crisi riducendo le tasse per tornare alla crescita, perché ogni impresa che chiude, ogni famiglia che non ce la fa, ogni persona che perde il posto di lavoro, rappresenta per me un dolore, e solo noi sappiamo mettere in campo le ricette per uscire da questa maledetta crisi;
-    secondo, l’andamento dei sondaggi in quel momento con il rischio che tutto il potere finisse nelle mani di una parte estrema della sinistra che non è cambiata, che vuole comandare e prendersi tutte le istituzioni anche se non ha la maggioranza;
-    terzo, lo stato della nostra giustizia, che non garantisce l’imparzialità dei giudici, che calpesta troppo spesso il diritto di libertà dei cittadini, che interviene nella vita politica, che vuole eliminarmi perché mi considera l’unico ostacolo che da vent’anni si frappone tra la sinistra e il potere, che fa in definitiva della nostra Italia, un tempo culla del diritto, una democrazia malata.
  

Questa settimana, avremo conferma di un nostro straordinario successo, nella direzione di quello per cui ci eravamo impegnati in campagna elettorale. Da giugno le famiglie italiane non pagheranno più l’Imu sulla prima casa!
    Ve lo ricordate cosa ci dicevano sull’Imu durante la campagna elettorale? Ho qui la raccolta degli insulti che mi sono preso per avere detto che quella tassa odiosa andava cancellata.
  
Da ora in avanti, mai più la tredicesima degli italiani potrà essere sequestrata com’è accaduto lo scorso dicembre.
    Mai più la casa, per noi un bene sacro, il più caro per gli italiani, potrà essere aggredita in questo modo.
Mai più consentiremo, in qualunque ambito (per le famiglie, per le imprese, per i lavoratori), che ci sia un solo euro di tasse aggiuntive per gli italiani. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica centrodestra e centrosinistra sono riusciti a mettersi insieme per fare le riforme e per realizzare tutti quei provvedimenti che rilancino l’economia.

   

Abbiamo investito politicamente su questo Governo, e ora intendiamo portare a casa questi risultati, i risultati che abbiamo promesso ai nostri elettori.
    Come ben sapete, ancora un mese prima del voto dello scorso febbraio, la sinistra pensava di vincere e di prendersi tutto.
    Finalmente, dopo due mesi di inutili inseguimenti a Grillo, hanno accettato la nostra proposta di un governo di coalizione nell’interesse dell’Italia. Noi ci crediamo e sosterremo lealmente questo governo che si è impegnato a realizzare quei provvedimenti che sono indispensabili, lo ripeto, per rilanciare l’economia. E sono questi:
-    Primo. Come ho appena detto, l’Imu, l’odiosa tassa sulla prima casa, deve essere abolita per sempre;
-    Secondo. L’Iva non deve aumentare;
-    Terzo. Bisogna tagliare le unghie a quel mostro che si chiama Equitalia, che imperversa sulle famiglie e sulle imprese;
-    Quarto. Bisogna detassare le nuove assunzioni. Zero tasse e zero contributi per chi assume un giovane, un disoccupato, un cassintegrato. Solo così potremo creare nuovo lavoro, in particolare per chi si è trovato in difficoltà a causa della crisi;
-    Quinto ma importantissimo. Bisogna dare una scossa positiva all’attività dell’impresa superando il sistema lento e borbonico delle autorizzazioni preventive, che inchioda chi vuol fare, a tempi biblici e a fatiche impossibili per aprire una nuova impresa, per ingrandire una casa o un fabbricato, per realizzare un nuovo progetto. Basta autorizzazioni preventive; tu parti, inizi, vai avanti e solo dopo arrivano i controlli, come accade in tutti i Paesi moderni.
    Sono queste le cose su cui ci siamo impegnati a livello nazionale, e vogliamo portarle a casa come risultati concreti per il bene di tutti.
    E ho citato queste cinque cose perché sono stati i cinque punti esplicitamente citati dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, accanto al nostro Angelino Alfano, nel suo discorso programmatico davanti al Parlamento.
    Noi siamo persone leali. Io sono una persona leale. Quando guardo negli occhi una persona, e quando gli stringo la mano per confermare un accordo, per me è come se avessi firmato un contratto. E i contratti, tra persone perbene si rispettano, si devono rispettare.


    Detto e chiarito questo punto politico essenziale, vengo a ciò che non posso tacere. Tutti mi hanno chiesto, una parola, una risposta, una reazione dopo l’ultimo assurdo atto giudiziario che ho subìto questa settimana.
La sentenza indegna dell’altro giorno aveva indotto qualcuno a pensare che io perdessi la testa, o che potessi abbandonarmi a quello che nel calcio si chiama “fallo di reazione”, mettendo a rischio la vita del Governo. Tu mi hai dato un calcio? E io te ne do un altro più forte. Anche in questo caso, si sono sbagliati. Noi consideriamo questo governo un fatto storico, epocale, perché per la prima volta dal 1947 nella storia della nostra Repubblica centro destra e centro sinistra si sono messi insieme e insieme possono fare il bene del Paese varando quelle riforme dell’architettura istituzionale che sono indispensabili per rendere davvero governabile l’Italia e quei provvedimenti che sono urgenti ed indispensabili per far uscire il Paese dalla crisi e per rilanciare l’economia.


    Ieri sera ho voluto rivedere un filmato, e mi sono commosso. Sono le immagini di Enzo Tortora, che rivolgendosi ai suoi giudici disse: “Io sono innocente. Spero, dal profondo del mio cuore, che lo siate anche voi”.
    E’ questo il sentimento non solo mio, ma di tantissimi italiani, che entrano ogni giorno nel tritacarne infernale della giustizia.
    Vedete, io sono una persona forte, ho le spalle larghe, ho i mezzi per difendermi, mi batto, resisto, resto in campo, ma se quando queste stesse cose capitano a un cittadino qualsiasi, come può difendersi?
    Come può impedire che la sua vita venga distrutta?
Che la sua impresa vada in rovina?
Che la sua famiglia subisca conseguenze tremende?
Stiamo attenti: può capitare a tutti, anzi è già capitato a tanti… Tutti possiamo finire nel tritacarne giudiziario semplicemente perché qualcuno, per qualsiasi motivo, ha deciso di farci del male. E questo può accadere per qualsiasi ragione. A me è accaduto e accade, ne sono certo, per un pregiudizio politico e per un’invincibile invidia che sfocia spesso nell’odio nei confronti miei e di quelle classi sociali che noi rappresentiamo con la nostra politica, nei confronti di chi con il rischio, con il lavoro con il rischio imprenditoriale è riuscito a costruire una piattaforma di benessere per se e per i propri figli.

    E loro, i magistrati, neanche pagano per i loro errori…Noi chiediamo che i magistrati debbano rispondere come tutti i professionisti dei loro errori, se commessi con malafede o con grave negligenza. Nel 1987, proprio dopo la commovente battaglia di Enzo Tortora, l’80% per cento degli italiani disse sì alla responsabilità civile dei magistrati, ma, subito dopo, quella decisione fu dimenticata. Noi vogliamo ripercorrere la via decisa dal popolo sovrano. I magistrati per bene, che sono la grande maggioranza, non hanno nulla da temere. Devono preoccuparsi solo i magistrati faziosi che usano la giustizia per convenienze personali o a fini di lotta politica.


    Per tutti questi motivi noi ci batteremo in Parlamento per una grande riforma della giustizia, che non può più aspettare. Sono tutte riforme che già esistono in tutte le democrazie, incluse quelle governate dalla sinistra e cioè:
-    una vera parità tra accusa e difesa; gli avvocati dell’accusa devono avere con i giudici lo stesso rapporto che con i giudici hanno gli avvocati della difesa;
-    una vera separazione delle carriere tra i magistrati che conducono le inchieste e i magistrati che giudicano: sono due compiti diversi, e devono esserci concorsi diversi, attitudini diverse, sedi di lavoro diverse. Forse ce ne dovrebbe essere un’altra. Quella tra i magistrati e i giornalisti che scrivono delle loro inchieste;
-    una vera responsabilità civile dei magistrati, che, ripeto, devono rispondere dei loro errori se commessi con dolo o con colpa grave;
-    una grande riforma delle intercettazioni, perché gli italiani devono tornare liberi di usare il telefono senza essere spiati, intercettati, schedati e ricattati….non è davvero un paese civile quello in cui può accadere tutto questo;
-    un vero ripristino del segreto istruttorio. Non è accettabile che ogni giorno esca di tutto e di più dagli uffici giudiziari. A questo punto deve pagare il Capo dell’Ufficio. E invece pensate che io, proprio io, l’uomo più intercettato d’Italia, sono l’unico messo in mezzo per una intercettazione…. Ma vi sembra una cosa normale o siamo tutti matti?
-    una riforma della carcerazione preventiva. Come può essere tollerato il fatto che un cittadino venga troppo facilmente sbattuto in galera prima del processo, da innocente? Ma lo sapete che più del 40% degli attuali detenuti sono persone in attesa di giudizio? E che, a processo finito, la metà di loro risulterà innocente per il reato di cui sono accusati? E chi mai potrà risarcirli, per le loro vite distrutte, per le loro famiglie devastate, per la vergogna dei loro figli, per il dolore delle persone a loro care? Ci rendiamo conto?
-    E poi un grande impegno, dei grandi interventi per rendere finalmente civili le nostre carceri. Un conto è scontare la giusta pena, altro conto è essere buttati in un inferno senza pietà e senza dignità. Se hai commesso un reato lo Stato ti può togliere la libertà, ma non ti può togliere la dignità o addirittura la salute come purtroppo succede oggi.
    Noi ci siamo e ci saremo anche per questo, con il coraggio di sempre e con la schiena dritta di chi non si fa intimidire. A proposito di intimidazioni lasciatemi dire un’ultima cosa.


   Qualche magistrato politicizzato è accecato dall’odio nei miei confronti, questo si sa…Dico a loro: potete farmi di tutto, ma c’è una cosa che non potrete impedirmi, mai… mai… mai:
-    non potrete impedirmi di essere alla testa del Popolo della Libertà, finché molti milioni di italiani lo vorranno. Non potrete impedirmi di essere il leader del Popolo della Libertà finché milioni di italiani lo vorranno.

venerdì 3 maggio 2013

Bergamini: L'Imu alla base dell'accordo politico da cui è nato il governo


Bergamini: L'Imu alla base dell'accordo

 politico da cui è nato il governo

La nota della parlamentare del Pdl

Deborah Bergamini
“L’Imu è uno degli elementi che hanno maggiormente caratterizzato il dibattito politico degli ultimi mesi, anche sui media. Per il Popolo della Libertà è anche uno dei punti fondamentali alla base dell’accordo politico da cui è nato questo governo; un accordo che prevede appunto la cancellazione dell’Imu e la restituzione dell’importo pagato nel 2012. Certo, non ci facciamo l’illusione che questa sia la soluzione a tutti i problemi degli italiani ma si tratta innegabilmente di un modo per reimmettere denaro nelle tasche degli italiani e, quindi, liquidità nell’intero sistema.

Chi sostiene che l’Imu non sia una tassa importante da eliminare o non è italiano o non ha una casa di proprietà o ne ha moltissime. Altrimenti sfido chiunque a dire che cancellare questa odiosa imposta, che tocca quel 70% di italiani proprietari di casa, non abbia un forte impatto sia economico sia psicologico. Tra l’altro, a differenza delle altre riforme strutturali che ci vengono chieste da più parti, è una misura che si può prendere domani stesso. Lo stesso presidente Letta, nel suo discorso alla Camera per la fiducia, ha detto no all’Imu e no all’aumento di un punto dell’Iva stabilito dal governo Monti. D’altra parte si tratta di misure, frutto di un accordo, che rientrano nella base programmatica condivisa tra le forze politiche che hanno dato vita al nuovo esecutivo. Quindi, o si fanno o non vedo come questo governo potrà andare avanti. Non si può continuare a riempirsi la bocca con la retorica della crescita, è ora di fare qualcosa di concreto per far ripartire l’economia e la capacità di spendere.”

Brunetta: Con l'abolizione dell'Imu recupero di 150 mila posti lavoro


Brunetta: Con l'abolizione dell'Imu

 recupero di 150 mila posti lavoro

La nota del capogruppo del Pdl alla Camera

BRUNETTA DICHIARAZIONE X INCISIVA
“Sempre agli ’scettici’ dell’Imu, riportiamo qualche numero, fornito dall’Ance su dati Istat: nel 2011 gli occupati nel settore delle costruzioni in Italia erano 1.847.000. A fine 2012, per effetto dell’introduzione dell’Imu da parte del governo Monti, questo numero é sceso a 1.694.000. Vuol dire che si sono persi 150.000 posti di lavoro. Solo nel settore delle costruzioni”.

Lo ha affermato Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. “I dati diventano ancor piu’ allarmanti se si considera tutto l’indotto, nonché la svalutazione del patrimonio degli italiani (-4,6% nel 2012) e il blocco delle compravendite immobiliari (-29,6%). L’abolizione dell’Imu, dunque, ci consentirà, sempre nel breve periodo - come avvenuto, in negativo, nel 2012 - di rilanciare il mercato immobiliare in Italia, e di recuperare almeno quei 150.000 posti di lavoro persi l’anno scorso, chiudendo una parentesi triste della nostra storia economica (e fiscale). La ragione é molto semplice: gli investimenti in edilizia hanno il più alto coefficiente di attivazione sull’economia. In parole povere, un euro di spesa nel settore si trasforma in un multiplo di maggior prodotto interno lordo. Ed é stimolando l’edilizia, attraverso l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, che si cambia il corso della politica economica in Italia”