giovedì 20 marzo 2014

La Sicurezza dei bambini su Internet

La Sicurezza dei bambini su Internet    estratto da  www.ilFiltro.it 

Internet è alla portata di qualsiasi 
bambino: a scuola, a casa, dagli 
amici e in qualsiasi luogo con un 
telefonino può accedere a 
contenuti che quasi mai sono 
adatti alla sua età.
 La ricerca con Google porta a
 risultati spesso incomprensibili e
 a volte dannosi per i più piccoli: 
la ricerca di immagini ne produce
 facilmente di pornografiche o 
violente. Un genitore o un 
educatore deve intervenire 
proteggendo la navigazione così come protegge il bambino dal freddo, dalle infezioni,
 dai rischi del traffico.
È necessario usare un "filtro famiglia" o un sistema di "controllo genitori" (parental
 control), anche se non è una protezione assoluta e a volte può essere parzialmente
 aggirato. Nessuno rinunciare a far mettere la cintura di sicurezza in auto solo perché
 il bambino può toglierla da solo. Un sistema di controllo della navigazione è utile 
anche per gli adulti per evitare di cadere nelle trappole pornografiche che, oltre a 
costituire un ignobile sfruttamento commerciale della donna, sono una minaccia di
 furto di identità e di credenziali di conti bancari attraverso i cosiddetti cavalli di 
Troia e possono portare alla porn addiction.

Test di confronto fra i vari filtri
Un ulteriore rischio per i bambini è l'assuefazione
alle immagini erotiche che li rende meno reattivi di fronte alle proposte di pedofili.
 Le adolescenti imitano ciò che vedono e vendono le proprie fotografie oscene in
 cambio di ricariche di cellulare o di soldi.

Non basta un filtro per garantire sicurezza: è indispensabile il rapporto costante
 genitori-figli con un dialogo aperto sulle opportunità positive della rete. Bisogna 
insegnare a produrre qualcosa di positivo, facendo leva sugli hobby e sulle
 passioni personali, anche come antidoto alla frequentazione di siti pericolosi.
In rete ci sono anche altri pericoli: siti pro anoressia e bulimia, pagine razziste, 
a favore della droga o con istruzioni per costruire bombe.

Per difendersi e difendere dall'accesso deliberato o involontario a pagine dannose,
 sono possibili i due approcci sottostanti:

Accettare solo quello che si considera positivo

Il metodo più sicuro e semplice è la biblioteca di casa: i genitori scelgono i siti a cui
accedere (eventualmente differenziando fra i diversi figli per età), impedendo 
l'accesso a tutto il resto. È una soluzione pedagogicamente positiva, adatta ai più 
piccoli, perché costruisce un percorso personalizzato di apprendimento, evitando 
a dispersione, oltre che i rischi. Con il diffondersi di immagini e video amatoriali che 
i filtri non riescono a bloccare, la biblioteca di casa è diventata l'unico mezzo di
difesa veramente efficace.

Cercare di bloccare ciò che si considera negativo

Usare un filtro, scegliendo tra quelli elencati nella sezione dei test. Non è difficile
 ed è poco costoso o gratuito. Si può decidere quello più adatto alla propria 
situazione e configurarlo opportunamente per impostare ad esempio gli orari di
 navigazione, le categorie da bloccare, i programmi da non eseguire, e le altre 
opzioni.


L'acqua è buona, ma se non è pura, va filtrata. Anche Internet.


Segnala abusi e reati alla Polizia di Stato













Sbarco immigrati, il governo lancia l'operazione "Mare nostrum"

rassegna stampa

da IL GIORNALE  del 14.10.2013
(l'ultima dichiarazione del Governo sugli sbarchi)

Sbarco immigrati, il governo lancia l'operazione "Mare nostrum"

Il pattugliamento, 24 ore su 24, costerà un milione e mezzo al mese: 1500 uomini, nave anfibia con pronto soccorso a bordo, due fregate e altrettanti pattugliatori

"Abbiamo dato il via all’operazione Mare Nostrum", ha detto il ministro dell’Interno,Angelino Alfano, al termine del vertice di Palazzo Chigi dedicato all’emergenza immigrazione.
Alfano assicura che daremo "il meglio di noi stessi" per l’accoglienza dei migranti arrivati in Italia, e al contempo faremo un "discorso molto duro con l’Europa" per migliorare la cooperazione internazionale e fermare le partenze. "Sarà un’operazione militare ed umanitaria - ha spiegato il ministro della Difesa, Mario Mauro - e prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane"
I mezzi impiegati: nell’operazione saranno utilizzati "per la prima volta una nave anfibia che ha la capacità di esercitare il comando e controllo, con elicotteri a lungo raggio, capacità ospedaliera, spazi ampi di ricovero per i naufraghi". Impiegate anche altre quattro navi della Marina, due fregate e altrettanti pattugliatori, un’unità anfibia con a bordo un pronto soccorso per i migranti, due elicotteri con strumenti ottici a infrarossi e radar di ricerca di superficie, un velivolo P180 con visione notturna, un’unità navale tipo mototrasporto e anche alcuni droni. In tutto si calcola l'impiego di circa 1500 uomini.
Il costo: intorno a un milione e mezzo al mese, potenziando l'operazione anche la spesa salirà. Tutto coperto dai bilanci dei ministeri, assicura Alfano: "Non siamo in presenza di una legge per cui serve una nuova copertura".

VIDEO CO

Accoglienza dei migranti, firmata la convenzione Praesidium

Ministero dell'Interno, 14.03.2014

Accoglienza dei migranti, firmata la convenzione Praesidium



Il Direttore Centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, Prefetto Rosetta Scotto Lavina, ha sottoscritto la convenzione Praesidium con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, la Croce Rossa Italiana e Save The Children.

Per il 2014 l’azione congiunta multi agenzia è stata ulteriormente potenziata, anche grazie al contributo finanziario nell’ambito delle risorse emergenziali assicurate dalla Commissione Europea a valere sul Fondo Europeo per le Frontiere Esterne.

Il progetto, giunto alla nona annualità, rappresenta un punto di forza nel sistema di accoglienza italiano dei flussi migratori che giungono sulle nostre coste, oltre che essere riconosciuto una best practice a livello europeo.

Le organizzazioni partner intervengono presso tutti i luoghi di sbarco e nei Centri di accoglienza per immigrati per assicurare, ciascuna nell’ambito della rispettiva mission istituzionale, assistenza e sostegno ai migranti, in particolar modo in favore delle categorie vulnerabili.

La collaborazione con le agenzie è estesa all’attività di monitoraggio sul buon andamento degli standard di accoglienza nei Centri, al fine di assicurare le migliori condizioni di accoglienza e il rispetto dei diritti umani.

Immigrazione: nel 2013 sbarchi triplicati (e costi record)

rassegna stampa

da PANORAMA

Immigrazione: nel 2013 sbarchi triplicati

 (e costi record)

Anno per anno, paese per paese, ecco le cifre degli sbarchi e degli arrivi di 

clandestini in Italia

  • 03-01-2014

di Nadia Francalacci
Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013 sulle coste italiane sono sbarcati 42.925 migranti. Un piccola invasione soprattutto se la si paragona a quanto registrato nel 2012 quando gli arrivi furono poco sopra i 13 mila. Di fatto quindi nell'anno appena concluso gli sbarchi sono triplicati.
Arrivi che comportano un costo (ed anche su questo divampano le polemiche). Per soccorre e mantenere ogni giorno i migranti ospitati nei Cie lo stato spende 45 euro a persona, per un totale di 55 milioni (solo per i Cie). A questi vanno aggiunti il miliardo e 300 milioni spesi dal 2005 per contrasto all'immigrazione (come l'operazione navale "Mare Nostrum").
Secondo i dati del Viminale, tra i clandestini arrivati nel nostro paese 11.300 sono siriani, 9.834 eritrei, 3.263 somali,3.263egiziani, 2.600 nigeriani, 879 afghani e 1.058 provenienti dal Mali.  
Ma quante sono state, fino ad oggi, le partenze? 27.314 quelle dalla Libia, 9.215 dall'Egitto, 2.077 dalla Turchia, 1.842 dallaGrecia e 1.480 dalla Siria. Ad esempio, solo dalla Grecia nel 2012, negli scali marittimi adriatici di Ancona, Bari, Brindisi e Venezia, sono arrivati 1.809 stranieri irregolari e più del 90% sono stati rinviati in Grecia.

mercoledì 19 marzo 2014

Riforme: Renzi passi dalle parole ai fatti

Riforme: Renzi passi dalle parole ai fatti

Forza Italia ha espresso da subito la disponibilità a percorrere insieme al Pd la strada delle riforme istituzionali. Abbiamo fatto un patto e a quell’ accordo intendiamo attenerci, perché riteniamo urgente un nuovo sistema di regole che comprenda la legge elettorale, la riforma del Senato e il Titolo V, una delle cause dell’ esplosione della nostra spesa pubblica. deborah bergamini fatti e misfatti tgcom 24
Fino ad oggi Renzi è stato molto bravo a parlare agli italiani provati dalla crisi; ora, però, aspettiamo di vedere se sarà in grado di spostarsi dalle parole al territorio dei fatti. Dopo l’ apertura di credito che abbiamo fatto, responsabilmente, all’ ambizioso programma renziano, il nostro lavoro nei prossimi mesi sarà quello di vigilare affinché l’ afflato comunicativo del premier si traduca in benefici per i lavoratori, i pensionati, le imprese e le famiglie“.
E' quanto afferma Debora Bergamini  in una sua nota di commento sull'operato del Premier.

domenica 16 marzo 2014

IL PRESIDENTE NAPOLITANO PER IL 70° ANNIVERSARIO DELLA DISTRUZIONE DI CASSINO

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato a Cassino il Settantesimo anniversario
della distruzione di Cassino, rendendo onore ai caduti del tragico bombardamento della città. Il Capo
 dello Stato, accompagnato dal Sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e dal Ministro della Difesa
Roberta Pinotti, ha deposto una corona al monumento ai caduti in Piazza De Gasperi e
successivamente è intervenuto alla cerimonia celebrativa: dopo la lettura di una preghiera
commemorativa per i caduti di tutte le guerre da parte dell'Amministratore Apostolico dell'Abbazia
 di Montecassino, Dom Augusto Ricci, hanno preso la parola il Sindaco Golini Petrarcone e il Ministro
 Pinotti. La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica.
Il Presidente Napolitano ha poi incontrato a Palazzo Civico il Sindaco, e i Membri della Giunta e del
Consiglio Comunale.

                                 Intervento del Presidente Napolitano alla commemorazione del 

                                70° anniversario della distruzione della città di Cassino



                    Cassino, 15/03/2014
Sono qui oggi, a 70 anni di distanza dal colpo mortale inferto all'Abbazia di Montecassino e dal martirio della città di Cassino, nonché a 10 di distanza dal solenne impegno assunto dal Parlamento italiano per un'opera costante di coltivazione della memoria storica e di consolidamento della pace : sono qui, nel solco dei miei predecessori, per rinnovare il triplice omaggio che dalla nostra Repubblica è dovuto :

- omaggio al sacrificio terribile della città e della popolazione di Cassino e dell'intera area

- omaggio a tutti gli artefici di una ricostruzione e di una rinascita che in questa terra massacrata non potevano neppure essere immaginate e sono invece via via diventate realtà

- e infine omaggio allo straordinario tributo di fatica, di eroismo, di sangue di quanti in quei mesi del 1944 combatterono in questo durissimo teatro di guerra per la liberazione d'Italia e d'Europa.

Innanzitutto, quindi, ho da esprimere nuovamente un sentimento profondo di vicinanza e solidarietà, che non può considerarsi concluso, che non può mai archiviarsi e consegnarsi al passato, perché si rivolge a famiglie e comunità la cui spaventosa sofferenza si è trasmessa da una generazione all'altra. Anche a distanza di più di mezzo secolo, nell'animo di ogni uomo e donna che sia nato e viva qui, resta impressa in modo indelebile un'esperienza tra le più tragiche vissute nella seconda guerra mondiale.

Un'esperienza di cui bisogna non stancarsi di trasmettere a tutti gli italiani delle generazioni più giovani la conoscenza e la lezione.

La lezione principale - inutile dirlo - è quella della ferocia e spesso della irrimediabile irrazionalità della guerra. La ferocia con cui si bruciarono nelle quattro battaglie combattute qui decine di migliaia di giovani vite, si bombardò l'Abbazia di Montecassino e si rase al suolo la città di Cassino. L'irrazionalità dei calcoli che indussero ad attacchi senza possibilità di successo e ad ostinate, coriacee difese senza futuro. Un'irrazionalità fatta anche di errori clamorosi, più o meno riconosciuti in sede storica. E a questo proposito, permettetemi di dirlo, il tema centrale non può ormai più essere la controversa e dubbia ricostruzione storica o la polemica sulle responsabilità dell'uno o dell'altro comandante alleato per il bombardamento distruttivo dell'Abbazia e per quello della città.

Soprattutto, non deve comunque mai oscurarsi il senso della riconoscenza di noi italiani per i combattenti delle più diverse provenienze ed etnie che sotto le bandiere alleate furono impegnati per mesi nelle condizioni più ingrate nell'azione per superare la linea Gustav e aprire la strada alla Liberazione di Roma. E vorrei citare in particolare l'apporto straordinario del corpo d'armata polacco del generale Anders : lo cito perché ho constatato - nei miei incontri col Presidente di quel paese - quanto fortemente se ne coltivi lì il ricordo ammirato.

Poco più di un anno fa, col Presidente Komorowski ricordammo a Napoli Gustaw Herling, che lì aveva trascorso l'ultimo periodo della sua vita : un grande intellettuale e patriota polacco che partecipò, assai giovane, alla battaglia di Montecassino. E viene in mente quel che dové significare, per quei combattenti, innalzare il 18 maggio del '44 la bandiera polacca sulle rovine dell'Abbazia di Montecassino finalmente raggiunta ; vengono in mente le parole che si leggono sulla stele eretta in memoria dei caduti polacchi a quota 593 : "Noi soldati polacchi, per la nostra e vostra libertà, abbiamo dato l'anima a Dio, i corpi al suolo d'Italia e i cuori alla Polonia". Onore a loro, e a tutti i combattenti e i caduti - stranieri e anche soldati della nuova Italia, stranieri di tutte le lingue e le nazionalità - sacrificatisi per la libertà dei loro popoli, per l'indipendenza delle loro nazioni, per la pace e la democrazia in Europa.

E lasciate che dica ancora come io abbia vissuto, da molto giovane, i cento bombardamenti alleati sulla mia città, su Napoli, scoprendo che era quello un terribile prezzo da pagare per la sconfitta del nazifascismo, e che ne portava la colpa la politica di guerra di Mussolini e di Hitler. E perciò accogliemmo come liberatori a Napoli gli alleati, a cominciare dagli angloamericani i cui bombardamenti, pure, avevano seminato distruzione e morte nella nostra città.

Quel che ha contato e conta è guardare avanti, non dimenticando mai la lezione : basta con le guerre, mai più guerre ciecamente concepite e ciecamente distruggitrici. In Europa, con l'unità tra i nostri popoli, con l'integrazione tra i nostri paesi, ci siamo riusciti. Ma non lontano dai nostri confini, abbiamo ancora avuto negli anni '90 i conflitti esplosi nell'area della ex Jugoslavia, conflitti non meno brutali di quelli della seconda guerra mondiale : e si è riusciti a spegnerli solo aprendo ai popoli e ai paesi dei Balcani occidentali la prospettiva dell'Europa unita.

Ed è ancora aperta - non tanto lontano dai confini dell'Europa - la sanguinosa ferita della guerra all'interno della Siria, con ricadute di tensioni pericolose e di milioni di profughi nei paesi vicini. Alla pace conseguita in Europa è tempo che si accompagni una svolta di pace in Medio Oriente.

E dovunque insorgano crisi o pericoli di guerra, occorre imboccare la via del dialogo, che significa innanzitutto ascolto reciproco, considerazione attenta, da parte di ciascun soggetto politico e statuale, delle preoccupazioni e ragioni dell'altro. E' questa la via da seguire anche per disinnescare i pericoli insiti in una contrapposizione o sfida minacciosa sullo status dell'Ucraina, di cui vanno garantite l'indipendenza e l'evoluzione democratica, in un costruttivo rapporto sia con l'Unione Europea sia con la Federazione Russa.

Vedete, dalla riflessione su una tragica esperienza vissuta 70 anni fa come la vostra, nascono pensieri che si rivolgono ai problemi e ai dilemmi del mondo d'oggi, di cui dobbiamo essere consapevoli noi - l'Italia, gli italiani - come membri responsabili della comunità internazionale, sensibili alla causa comune della pace e del progresso democratico. Questa causa fa tutt'uno con il rilancio di quel grande progetto dello stare insieme in Europa, del costruire insieme un'Europa capace di prevenire e superare crisi come quella in cui da oltre 5 anni ci dibattiamo. Non si oscuri mai in noi la coscienza di quel che ci ha già dato e ci può ancora dare l'unità europea : questa rimane la via maestra per progredire - ciascuno dei nostri paesi - nel nuovo mondo globale, la via maestra per lasciarci definitivamente dietro le spalle un passato come quello che oggi qui ricordiamo, per rafforzare e diffondere la pace sulla base di un'effettiva giustizia e coesione sociale.

Penso che possa essere questo il messaggio da lanciare qui, in questa città martire, in questa Cassino più che mai orgogliosa della sua medaglia d'oro al valor militare.

sabato 15 marzo 2014

LA BUONA SVOLTA DI RENZI

Consiglio dei Ministri n.6



12 Marzo 2014
La Presidenza del Consiglio comunica che:
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 16.20 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Graziano Delrio.
In apertura, il Consiglio dei Ministri ha approvato la relazione del Presidente, Matteo Renzi, sui provvedimenti che si attueranno in materia di riforme costituzionali e sugli interventi di politica economica inclusa la riduzione del carico fiscale.
In particolare, la relazione del Presidente del Consiglio, ha toccato le riforme economiche e per il lavoro, individuando misure che, nel rispetto del tetto del 3% del Pil fissato per l’indebitamento netto, possano garantire una strategia d’urto per la ripresa del Paese in termini di competitività e ripresa di domanda interna.
Tra le misure previste, la relazione approvata ha individuato in 10 miliardi di euro le risorse per consentire l’aumento della detrazione Irpef in busta paga ai lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi, circa 10 milioni di persone, dal 1° maggio prossimo, per un ammontare di circa 1000 euro netti annui a persona. Gli atti tecnici e legislativi verranno approvati nelle prossime settimane. Relativamente alle imprese, inoltre, si intende rendere operativo il credito d’imposta definendo il decreto attuativo Mise-Mef, per 600 milioni in tre anni, arrivando a raddoppiare la cifra a disposizione.
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha informato il Consiglio dei Ministri riguardo la bozza di disegno di legge costituzionale “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione” proposta dal Ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. La proposta di disegno di legge verrà trasmessa a livelli istituzionali, leader politici e parti sociali come contributo per il confronto in merito. Il disegno di legge costituzionale prevede la riforma costituzionale del Senato in una Assemblea delle Autonomie, composta da presidenti delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, nonché, per ciascuna Regione, da due membri eletti, con voto limitato, dai Consigli regionali tra i propri componenti, e da tre Sindaci eletti da una assemblea dei Sindaci della Regione. Il disegno prevede l’abolizione costituzionale delle Province, interviene sulla legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Il testo è pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio.
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JOBS ACT

DECRETO LEGGE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
Un provvedimento urgente che contiene, tra le altre cose, interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo. Nello specifico:

Il contratto di lavoro a termine e il contratto di apprendistato

Per il contratto a termine viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della cosiddetta causalità, fissando il limite massimo del 20% per l’utilizzo dell’istituto. Viene inoltre prevista la possibilità di prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni, sempre che sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa.
Per il contratto di apprendistato si prevede il ricorso alla forma scritta per il solo contratto e patto di prova (e non, come attualmente previsto, anche per il relativo piano formativo individuale) e l’eliminazione delle attuali previsioni secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo. È inoltre previsto che la retribuzione dell’apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore di lavoro viene eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con l’offerta formativa pubblica, che diventa un elemento discrezionale.

La smaterializzazione del DURC

Un ulteriore intervento di semplificazione riguarda la smaterializzazione del DURC, superando l’attuale sistema che impone ripetuti adempimenti burocratici alle imprese. Per dare un’idea della rilevanza del provvedimento, si ricorda che nel 2013 i DURC presentati sono stati circa 5 milioni.

DISEGNO DI LEGGE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha approvato, al tempo stesso, un disegno di legge delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro, di riordino delle forme contrattuali e di miglioramento della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.

Delega in materia di ammortizzatori sociali

La delega ha lo scopo di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda, in caso di disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, di razionalizzare la normativa in materia di integrazione salariale. Un sistema così delineato può consentire il coinvolgimento attivo di quanti sono espulsi dal mercato del lavoro o siano beneficiari di ammortizzatori sociali, semplificando le procedure amministrative e riducendo gli oneri non salariali del lavoro. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale;
  • semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;
  • prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;
  • rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;
  • prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;
  • prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;
  • rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;
  • incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;
  • estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite;
  • introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa;
  • valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;
  • eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.
Nell’esercizio di tale delega verranno individuati meccanismi volti ad assicurare il coinvolgimento attivo del soggetto beneficiario di prestazioni di integrazione salariale, ovvero di misure di sostegno in caso di disoccupazione, al fine di favorirne lo svolgimento di attività in favore della comunità locale di appartenenza.

Delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive

La delega è finalizzata a garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché ad assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;
  • razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
  • istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali. Si prevedono meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e l’Inps, sia a livello centrale che a livello territoriale, così come meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e gli enti che, a livello centrale e territoriale, esercitano competenze in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità;
  • razionalizzare gli enti e le strutture, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa;
  • rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
  • mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale;
  • mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;
  • favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;
  • valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.

Delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti

La delega punta a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • razionalizzare e semplificare le procedure e gli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo;
  • eliminare e semplificare, anche mediante norme di carattere interpretativo, le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi;
  • unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi (es. infortuni sul lavoro) ponendo a carico delle stesse amministrazioni l’obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti;
  • promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei;
  • rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita (a parità di costo);
  • individuare modalità organizzative e gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro;
  • revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino

Delega in materia di riordino delle forme contrattuali

La delega è finalizzata a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché a riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il contesto occupazionale e produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di riordino delle medesime tipologie contrattuali;
  • procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, riordinate secondo quanto indicato alla lettera a), che possa anche prevedere l’introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti;
  • introdurre, eventualmente anche in via sperimentale, il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali;
  • procedere all’abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le singole forme contrattuali, incompatibili con il testo organico di cui alla lettera b), al fine di assicurare certezza agli operatori, eliminando duplicazioni normative e difficoltà interpretative ed applicative.

Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali

La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare.
A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:
  • introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata;
  • garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro;
  • abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare;
  • incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti;
  • favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.
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DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - DISEGNO DI LEGGE

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e del Ministro dell’Economia e Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha avviato l’esame di un disegno di legge contenente norme per agevolare ulteriormente il rispetto della normativa europea sui temi di pagamento da parte della Pubblica amministrazione.
Il disegno di legge persegue tre scopi:
  • adeguare i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni a quelli previsti dalla relativa direttiva europea;
  • favorire la cessione del credito al sistema bancario;
  • accelerare il pagamento dei debiti arretrati (già avviato nel 2013 con il pagamento di più di 22 miliardi ai creditori).

Adeguare i tempi di pagamento delle PPAA

Nelle more dell’avvio della fatturazione elettronica, i creditori e le amministrazioni comunicheranno i dati relativi alle fatture tramite la piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni, consentendo allo Stato il monitoraggio del ciclo passivo delle PA. Tra gli obblighi per le amministrazioni: registrazione delle fatture pervenute; prospetto con l'importo pagato in ritardo nell'anno, da allegare al bilancio; incentivo legato agli obiettivi di finanza pubblica per chi rispetta i tempi di pagamento; sanzione (divieto di assunzione) per chi non rispetta i tempi di pagamento; certificazione del credito con risposta (pagare, certificare o rigettare) entro 30 giorni. Le fatture inviate in formato elettronico verranno poi instradate sulla piattaforma, senza ulteriori oneri per le imprese.

Favorire la cessione dei crediti delle pubbliche amministrazioni

Lo Stato offre una garanzia sui debiti di parte corrente delle Pubbliche amministrazioni al momento della cessione agli intermediari finanziarie. In particolare, i soggetti creditori possono cedere pro-soluto il credito certificato e assistito dalla garanzia dello Stato ad una banca o ad un intermediario finanziario, anche sulla base di apposite convenzioni quadro. Per i crediti assistiti dalla suddetta garanzia dello Stato non possono essere richiesti sconti superiori alla misura massima che sarà determinata con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. La pubblica amministrazione debitrice diversa dallo Stato può chiedere, in caso di temporanee carenze di liquidità, una ridefinizione dei termini e delle condizioni di pagamento dei debiti, per una durata massima di 5 anni, rilasciando, a garanzia dell’operazione, delegazione di pagamento. La Cassa depositi e prestiti S.p.A, nonché istituzioni finanziarie dell’Unione Europea e internazionali, possono acquisire, dalle banche e dagli intermediari finanziari, sulla base di una convenzione quadro con l’Associazione Bancaria Italiana, i crediti assistiti dalla garanzia dello Stato, anche al fine di effettuare operazioni di ridefinizione dei termini e delle condizioni di pagamento dei relativi debiti, per una durata massima di 15 anni. L’intervento della Cassa depositi e prestiti S.p.A. può essere effettuato nei limiti di una dotazione finanziaria stabilita dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. medesima.

Accelerare i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni

Al fine di favorire il pagamento dello stock di debiti accumulato, si intende, infine:
  • concedere ulteriori anticipazioni di liquidità agli enti territoriali mediante un incremento del Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili istituito dal decreto-legge n. 35 del 2013, consentendo il pagamento da parte delle Regioni e degli enti locali di debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2013, sia di parte corrente che di parte capitale;
  • allentare i vincoli del patto di stabilità interno delle Regioni e degli enti locali al fine di consentire il pagamenti di debiti di parte capitale al 31 dicembre 2013;
  • destinare un fondo specifico per il finanziamento dei debiti degli enti locali nei confronti delle proprie società partecipate, con lo scopo di ridurre i debiti commerciali delle società partecipate stesse.
  • rifinanziare il fondo per il ripiano dei debiti dei Ministeri.
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EMERGENZA ABITATIVA - DECRETO LEGGE

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, un decreto legge per far fronte al disagio abitativo che interessa sempre più famiglie impoverite dalla crisi economica.
Il Piano Casa prevede interventi per 1 miliardo e 741 milioni di euro con tre obiettivi:
  • il sostegno all’affitto a canone concordato
  • l’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari
  • lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale

Finanziamento dei fondi dedicati alle locazioni

Il primo obiettivo del decreto legge è fornire immediato sostegno economico alle categorie sociali meno abbienti che ad oggi non riescono più a pagare l’affitto. E proprio in risposta a tale emergenza è stato deciso di incrementare rispettivamente con 100 milioni il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e 226 milioni il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Nello specifico:
  • Il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione che già aveva una dotazione di 100 milioni (50 per il 2014 e altri 50 per il 2015) verrà raddoppiato a 200 milioni (100 per il 2014 e 100 per il 2015).
  • Il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli che già aveva una dotazione di 40 milioni di euro, è stato incrementato di 226 milioni ripartiti negli anni 2014-2020. Di fatto è stato reso strutturale.

Riduzione della cedolare secca per contratti a canone concordato

Per favorire l’immissione sul mercato degli alloggi sfitti si riduce dal 15 al 10%, per il quadriennio 2014-2017, l’aliquota della cedolare secca di cui si potrà usufruire anche in caso di abitazioni date in locazione a cooperative o a enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti con rinuncia all'aggiornamento del canone di locazione o assegnazione

Modifiche della disciplina del Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione

Per attenuare le tensioni sul mercato delle locazioni (2,5 milioni di famiglie in affitto pagano un canone superiore al 40% del loro reddito) la norma prevede che le risorse del Fondo Affitto sono destinate anche alla creazione di strumenti a livello comunale (ad es. Agenzie locali) che svolgano una funzione di garanzia terza fra proprietario e affittuario:
  • per i mancati pagamenti del canone;
  • per eventuali danni all’alloggio.
La norma prevede inoltre che le procedure previste per gli sfratti per morosità si applicano sempre alle locazioni di cui al presente comma, anche per quelle per finita locazione.

Misure per l’ampliamento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica

Si prevede un Piano di recupero di immobili e alloggi di Edilizia residenziale pubblica (ex IACP) che beneficerà dello stanziamento di 400 milioni di euro con il quale finanziare la ristrutturazione con adeguamento energetico, impiantistico e antisismico di 12.000 alloggi.
Inoltre viene previsto un ulteriore finanziamento di 67,9 milioni di euro per recuperare ulteriori 2.300 alloggi destinati alle categorie sociali disagiate (reddito annuo lordo complessivo familiare inferiore a 27.000 euro, nucleo familiare con persone ultrasessantacinquenni, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento, figli fiscalmente a carico e che risultino soggetti a procedure esecutive di rilascio per finita locazione).

Offerta di acquisto degli alloggi ex IACP agli inquilini

L’obiettivo è incrementare l’offerta di alloggi sociali anche attraverso attività di recupero, manutenzione e gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica senza consumo di nuovo suolo. Viene così prevista la conclusione di accordi con regioni ed enti locali per favorire l’acquisto degli alloggi ex IACP da parte degli inquilini e destinare il ricavato al recupero alla realizzazione di nuovi alloggi
Per favorire l’acquisto degli alloggi da parte degli inquilini è prevista la costituzione di un Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l’acquisto degli alloggi ex IACP, che avrà una dotazione massima per ciascun anno dal 2015 al 2020 di 18,9 milioni di euro per un totale di 113,4 milioni.

Più vantaggi per chi abita in un alloggio di edilizia popolare

Si prevede che per gli anni 2014, 2015 e 2016 ai soggetti titolari di contratti di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale spetta una detrazione complessivamente pari a:
  • 900 euro, se il reddito complessivo non supera i 15.493,71 euro;
  • 450 euro, se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non supera i 30.987,41 euro.

Più vantaggi per chi mette in affitto alloggi sociali nuovi o ristrutturati 

I redditi derivanti dalla locazione di alloggi nuovi o ristrutturati non concorrono alla formazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella misura del 40 per cento per un periodo non superiore a dieci anni dalla data di ultimazione dei lavori

Riscatto a termine dell’alloggio sociale

Trascorsi almeno 7 anni dalla stipula del contratto di locazione, l’inquilino ha facoltà di riscattare l’unità immobiliare. Con decreto MIT di concerto MEF, previa intesa Conferenza unificata, sono disciplinate le clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, ferma restando la validità dei contratti di locazione stipulati prima delle entrata in vigore del presente decreto
Chi acquista ha 2 vantaggi: 1) l’Iva dovuta dall’acquirente (che è incassata da chi vende per riversarla allo Stato) viene corrisposta solo al momento del riscatto e non all’inizio; 2) il reperimento del fabbisogno finanziario residuo per l’acquisto è rimandato al momento dell’atto di acquisto. Chi vende rimanda la tassazione IRES e IRAP sui corrispettivi delle cessioni alla data del riscatto

Lotta all’occupazione abusiva

Più rigore nei confronti di chi occupa abusivamente un immobile che non potrà chiedere né la residenza, né l’allacciamento ai pubblici servizi. Una norma che mira al ripristino delle situazioni di legalità che l’attuale quadro normativo non riesce a garantire.

Detrazione bonus mobili

La spesa per l'acquisto di mobili a seguito di ristrutturazione, su cui sono previste detrazioni Irpef potrà essere superiore a quella per la ristrutturazione stessa. Il tetto massimo per la spesa complessiva resta a 10mila euro.
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DISSESTO IDROGEOLOGICO E EDILIZIA SCOLASTICA - STRUTTURE DI MISSIONE

Il Presidente del Consiglio ha informato il Consiglio dei Ministri di voler istituire presso la Presidenza del Consiglio due strutture di missione: per il dissesto idrogeologico e per l’edilizia scolastica.
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VIGILANZA BANCA D’ITALIA - DECRETO LEGGE

Il consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, un decreto-legge volto a disciplinare le modalità con cui la Banca d’Italia possa avvalersi di soggetti terzi per gli accessi ispettivi e per le verifiche alla base delle informazioni che essa deve poter fornire alla Banca centrale europea per l’avvio dell’esercizio di valutazione approfondita, previsto dal Regolamento europeo n.1024 del 2013. L’esercizio è essenziale per l’avvio del Meccanismo di vigilanza unico e la conseguente assunzione da parte della BCE dei compiti di vigilanza previsti dallo stesso Regolamento.
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Il Consiglio ha deliberato, su proposta del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, lo scioglimento del Consiglio comunale di Montelepre (Palermo), al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali nelle quali sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata. Ha partecipato alla discussione Lucia Borsellino, assessore alla salute nella Regione Siciliana, in rappresentanza del Presidente Rosario Crocetta, invitato a partecipare a norma di Statuto della Regione.
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Il Consiglio ha inoltre approvato su proposta del Ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Maria Anna Madia, e con il concerto del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e l’avvio della procedura per la nomina di RAFFAELE CANTONE a Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche.
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Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 18.05