Revisione della Parte II della Costituzione: ddl al vaglio della 1a Commissione
La Commissione Affari costituzionali è impegnata nell'esame del ddl costituzionale n. 7 e connessi di revisione della seconda parte della Costituzione, avviato martedì 15 aprile con le relazioni dei senatori Finocchiaro e Calderoli. Tra i disegni di legge connessi c'è anche l'Atto Senato 1429, presentato dal Governo al Senato la sera di martedì 8 aprile
La discussione è proseguita martedì 22 e mercoledì 23 aprile. Nella giornata di giovedì 24 aprile si sono svolte le audizioni dei rappresentanti delle Regioni, degli enti locali, di organizzazioni sociali e di associazioni.
Si è ritenuto di delimitare l'oggetto dell'intervento di revisione al Titolo I e al Titolo V della Parte II della Costituzione e alla disposizione costituzionale, contenuta nel Titolo III, riguardante il CNEL.
Riforme istituzionali: la documentazione del Servizio Studi con i riferimenti ipertestuali (formato PDF - 142,2 KB) »
sabato 26 aprile 2014
LA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE AL VAGLIO DEL SENATO
NOMINE DI COMPETENZA DEL GOVERNO NELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA
TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 219 di Lunedì 28 aprile 2014
della seduta n. 219 di Lunedì 28 aprile 2014
della Camera dei Deputati
MOZIONE IN MATERIA DI NOMINE DI COMPETENZA DEL GOVERNO NELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA
La Camera,premesso che:
con un assegno da 50 mila euro più iva versato dal Governo è stata pagata la consulenza di due società di head hunting (cacciatori di teste), la Spencer & Stuart e la Korn Ferry, incaricate di selezionare i curricula per individuare i nuovi top manager pubblici fuori da logiche di lottizzazione politica, perché bisognava «cambiare verso»;
ma viste le recenti nomine di Eni, Enel, Poste e Finmeccanica non è cambiato nulla; anzi, sono stati nominati amici intimi e finanziatori del Presidente del Consiglio dei ministri Renzi, oltre che manager con un passato politico (l'ex parlamentare europeo Luisa Todini e l'ex deputato Udc Roberto Rao in Poste, l'ex Viceministro Marta Dassù nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica);
da numerosi organi di stampa si apprende che il più vicino di tutti al Presidente del Consiglio dei ministri è Alberto Bianchi, nominato nel consiglio di amministrazione dell’Enel. Bianchi è il suo avvocato di fiducia, nonché il presidente della Fondazione Open (dove siedono anche Carrai, la Ministra Maria Elena Boschi e il Sottosegretario Luca Lotti), che per Renzi raccoglie i fondi da donatori privati. Tra quelli che hanno versato soldi a sostegno di Renzi, per le sue campagne alle primarie del Partito democratico, c’è anche Fabrizio Landi, ex amministratore delegato di Esaote, azienda leader del biomedicale con sede a Firenze. Landi nel 2012 ha donato 10 mila euro a Renzi, ora si trova nominato nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica. Marco Seracini, uno dei soci fondatori e presidente di un'altra associazione di fund raising (raccolta fondi) per Renzi,Noi Link, ha cessato le sue attività nel 2011, con un ottimo lavoro alle spalle: 750 mila euro raccolti per Renzi, appena nominato nel collegio sindacale dell’Eni;
inoltre, si pone l'attenzione sulla nomina di Emma Marcegaglia, presidente di Eni, che, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha un evidente conflitto d'interesse, visto che l'azienda di famiglia, il gruppo Marcegaglia, è un colosso mondiale dell'acciaio, con 5 milioni di tonnellate di produzione annua, 7 mila dipendenti in 43 stabilimenti su tutto il pianeta, per 4 miliardi di ricavi. Si occupa anche di costruzioni, turismo, real estate (ha appena rilevato la Gabetti) e, per l'appunto, energia. Della quale, naturalmente, è anche un consumatore inesauribile. E, a conferma dei rapporti fitti, inevitabili, tra gruppo e produttori di energia, c’è, nel 2008, un patteggiamento di 11 mesi concesso al fratello di Emma, l'amministratore delegato del gruppo Antonio Marcegaglia, per un'accusa di tangenti proprio a una società dell’Eni, l’Enipower;
è evidente che la logica sulle nomine delle società pubbliche continua ad essere la stessa di sempre, lottizzazione della politica e dei gruppi di potere sostenitori del Governo;
a conferma di ciò il gruppo del MoVimento 5 Stelle discusse un'interpellanza urgente n. 2-00458 del 18 marzo 2014, nella quale si chiedevano al Governo chiarimenti sullo stato di avanzamento della selezione dei manager pubblici e di anticipare al Parlamento le decisioni assunte dal Governo e l'applicazione rigorosa della «direttiva Saccomanni»;
il Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, che rispose in nome e per conto del Ministro dell'economia e delle finanze e del Governo, non solo, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, fu evasivo su alcune domande, ma si limitò a leggere una risposta preparata dagli uffici competenti ovviamente poco soddisfacente;
si ricorda che i consigli di amministrazione di 14 società controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, più altri 35 consigli di società controllate indirettamente e anche i collegi sindacali di 10 controllate dirette e di 50 controllate indirette sono di imminente rinnovo. In tutto sono 49 consigli di amministrazione e sessanta collegi sindacali. A una media di 5-6 incarichi per ogni organo collegiale si arriva ai 600 incarichi totali da attribuire;
fra le società i cui organi amministrativi e di controllo sono in scadenza, alcune (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa; Arcus; Istituto Luce-Cinecittà; Italia lavoro; Sogin; Sose e Studiare sviluppo) appaiono ai firmatari del presente atto di indirizzo perfettamente inutili e improduttive; le loro funzioni, in un processo di logica razionalizzazione delle competenze, ottimizzazione dei processi decisionali e contenimento delle spese, potrebbero essere attribuite a esistenti strutture ministeriali;
il Ministro dell'economia e delle finanze ha emanato una direttiva, in base alla mozione n. 1-00060 approvata al Senato della Repubblica il 19 giugno 2013;
la direttiva dispone che per la valutazione delle candidature, si deve tener conto per i candidati, tra gli altri, dei seguenti elementi:
a) non devono essere membri del Parlamento, del Parlamento europeo, del consiglio di una regione o di enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti;
b) devono possedere comprovata professionalità ed esperienza in ambito giuridico, finanziario o industriale;
c) non devono avere conflitti di interesse rispetto all'incarico da assegnare;
inoltre, si stabilisce come causa di ineleggibilità o decadenza dall'incarico l'aver subito una condanna, anche non definitiva, per delitti contro la pubblica amministrazione o per altri reati in materia bancaria, finanziaria, assicurativa. Le società partecipate dovranno modificare gli statuti, tenendo conto delle disposizioni contenute nella direttiva. Le remunerazioni dei nominati devono essere stabilite sulla base delle performance aziendali ed ispirate a criteri di moderazione dei compensi;
ma tale direttiva non contempla un limite ai mandati e all'età degli amministratori e non impedisce alla folta schiera dei politici non rieletti di aspirare a un posto di primo piano. Inoltre, la parte della direttiva dove si parla dell'ineleggibilità legata a fatti giudiziari appare molto elastica e non disciplina chiaramente eventuali conflitti d'interesse;
si prevede che il Ministro, prima di procedere alle nomine, acquisisca un parere positivo da parte di un comitato di garanzia composto da Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, Vincenzo Desario, ex direttore generale della Banca d'Italia, e Maria Teresa Salvemini, consigliere del Cnel. Tale comitato costa 50.000 euro l'anno;
ma le recenti nomine sono, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, la dimostrazione palese che il comitato di garanzia, la «direttiva Saccomanni» e le due società di head hunting (cacciatori di teste) non sono state efficaci e non hanno garantito i criteri di trasparenza, pubblicità, professionalità, onorabilità ed indipendenza che nomine di società partecipate dello Stato devono avere;
questo è possibile solo attraverso un pieno coinvolgimento del Parlamento e la fissazione di tutti i criteri di nomina attraverso una norma di rango primario scevra da ogni interpretazione e deroghe capziose;
come già espresso nella mozione 1-00301, tali grandi aziende costituiscono il tessuto connettivo dell'economia del Paese e sono tutte strategiche per la loro funzione attuale e per quella che potranno svolgere in futuro nella ristrutturazione ecologica, civile e tecnologica del sistema economico italiano. Esse sono state costruite con il lavoro e le tasse di 4 o 5 generazioni di italiani lungo il corso di oltre un secolo: i proprietari delle quote residue in mano allo Stato sono, dunque, i cittadini italiani che non possono essere espropriati della possibilità di decidere sul loro assetto attuale e futuro;
le società pubbliche sono strategicamente rilevanti per il posizionamento dell'industria nazionale, in un quadro di definizione degli equilibri di mercato interno e internazionale; il bilancio dello Stato è positivamente ristorato dagli utili derivanti dalle profittevoli attività dei gruppi di imprese facenti capo alle sopra citate attività;
bisogna porre fine ad una selezione dei componenti dei consigli d'amministrazione e dei collegi basata su umilianti logiche spartitorie e di appartenenza,
impegna il Governo:
a fornire immediati chiarimenti sullo stato di avanzamento della selezione dei manager pubblici e ad anticipare al Parlamento le decisioni assunte dal Governo in materia di nomine pubbliche;a sospendere le nomine in quelle società definite in premessa inutili e improduttive e le cui funzioni, in un processo di logica razionalizzazione delle competenze, ottimizzazione dei processi decisionali e contenimento delle spese, potrebbero essere attribuite a esistenti strutture ministeriali;
ad assumere urgentemente un'iniziativa normativa di rango primario volta a prevedere che le proposte governative di nomina dei membri dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società a partecipazione pubblica totale o di controllo siano effettuate secondo i seguenti criteri e modalità, in aggiunta a quelli previsti dalla direttiva del Ministero dell'economia e delle finanze del 24 giugno 2013:
a) che siano sottoposte al previo parere delle competenti commissioni parlamentari, al fine di verificare la professionalità, l'onorabilità, l'indipendenza e gli eventuali conflitti di interesse;
b) che sia comunque prevista l'incompatibilità per coloro che:
1) abbiano un procedimento giudiziario in corso;
2) abbiano già ricoperto l'incarico per due mandati consecutivi;
3) abbiano superato i limiti di età di 66 anni;
4) pur essendo stati candidati, non siano stati eletti nel Parlamento, nel Parlamento europeo, nel consiglio di una regione o di enti locali con popolazione superiore a 15 mila abitanti o abbiano ricoperto incarichi governativi negli ultimi cinque anni.
(1-00343)
(Nuova formulazione) «Vallascas, Prodani, Da Villa, Crippa, Petraroli, Fantinati, Rizzetto, Rostellato, Mucci, Della Valle».
(14 febbraio 2014)
i numeri sugli arrivi dei migranti
16.04.2014
Informativa di Alfano alla Camera: i numeri sugli arrivi dei migranti
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha riferito sulla situazione relativa agli sbarchi di cittadini stranieri sulle coste italiane: oltre 20.500 persone dall'inizio dell'anno a fronte dei 2.500 nello stesso periodo del 2013
I temi centrali dell'intervento, già illustrati ieri dal ministro durante l'audizione davanti al Comitato parlamentare Schengen, ruotano intorno alla «mutazione delle cause storiche del fenomeno migratorio», prima legato all'estrema povertà e alla ricerca di una vita migliore, oggi principalmente all'instabilità politica dei paesi dell'Africa Nord mediterranea e subsahariani. Lo dimostra, ha sottolineato Alfano, la provenienza della maggiorparte degli extracomunitari: solo 155 vengono dalla Tunisia, per il resto da Eritrea, Mali, Gambia. Somalia, Nigeria, Senegal, Pakistan. Altro dato rilevante è la provenienza dei barconi: 121 su 144 provengono da porti libici, a conferma dello stretto legame, sostenuto anche da fonti diplomatiche e di intelligence, tra l'aumento del traffico di esseri umani dai paesi dell'Africa subsahariana e l'aggravarsi della crisi politica in Libia.
Lo scenario geopolitico descritto rivela secondo il ministro la «natura strutturale e non emergenziale» degli attuali flussi migratori, paragonabili per numeri a quelli registrati nel 2011, «l'anno di picco storico». L'Italia ha fronteggiato la situazione potenziando gli strumenti d'intervento a partire dalle ondate migratorie eccezionali delle primavere arabe, ha ricordato Alfano, citando di nuovo l'operazione Mare Nostrum, lanciata dopo la tragedia del naufragio di Lampedusa, che ha consentito il salvataggio in mare di oltre 19.000 persone.
Il ministro ha ribadito la centralità del sistema di accoglienza, sempre più al centro dell'attenzione vista la trasformazione, qualitativa e quantitativa, del migrante economico in migrante 'politico', che fugge da conflitti e persecuzioni. La rete di accoglienza degli enti locali, lo Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), è stato portato dagli originari 3000 posti a 9440 e poi a 12000, ma si punta a raggiungere quota 19000. Intanto, il governo ha chiesto ai prefetti «ogni sforzo per un'estensione straordinaria» del piano di riparto dei migranti sul territorio nazionale, portato avanti in collaborazione con regioni ed enti locali nell'ambito del tavolo di coordinamento operativo al Viminale.
Per quanto riguarda i centri governativi si pensa, ha spiegato il ministro, a un hub unico per l'identificazione dei migranti, il triage sanitario e l'informazione legale.
Per quanto riguarda i centri governativi si pensa, ha spiegato il ministro, a un hub unico per l'identificazione dei migranti, il triage sanitario e l'informazione legale.
Il governo italiano sta lavorando secondo «un approccio pragmatico che non contempla ideologismi» e tiene conto della necessità di garantire la sicurezza nelle proprie città come di rispettare il diritto internazionale e quelli umanitario, ma è un fatto, ribadisce Alfano, che l'Italia è il paese europeo esposto alla maggiore pressione migratoria, e per questo ha «il diritto di chiedere all'Europa un sostegno maggiore», con il rafforzamento dell'Agenzia per la protezione delle frontiere Frontex, lo spostamento in Italia della sede, e con la revisione del regolamento di Dublino: «se l'Europa è unica», ha concluso il ministro, «i richiedenti asilo e i rifugiati devono poter circolare nell'Unione in base al diritto di asilo europeo».
Dichiarazione dei leader G7 sull'Ucraina
Dichiarazione dei leader G7 sull'Ucraina | ||||||||||
26 Aprile 2014
Noi, i leader di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, i Presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Europea, ci uniamo nell'esprimere la nostra profonda preoccupazione per i continui sforzi da parte di separatisti sostenuti dalla Russia di destabilizzare l'Ucraina orientale, ed il nostro impegno a compiere passi ulteriori per assicurare un ambiente stabile e pacifico per le elezioni presidenziali del 25 maggio.
Abbiamo accolto favorevolmente i passi positivi intrapresi da parte ucraina per adempiere ai propri impegni presi con l'accordo del 17 aprile a Ginevra da Ucraina, Russia, Unione Europea e Stati Uniti. Tali azioni includono lavorare ad una riforma costituzionale ed alla decentralizzazione, proporre un'amnistia per coloro che lasceranno pacificamente gli edifici occupati in Ucraina orientale e sostenere il lavoro dell'Organizzazione per la Cooperazione di Sicurezza in Europa (OSCE). Notiamo inoltre che il Governo dell'Ucraina ha agito con moderazione nei confronti delle bande armate che occupano illegalmente edifici governativi e formano check points illegali.
All'opposto, la Russia non ha intrapreso azioni concrete a supporto dell'accordo di Ginevra. Non ha sostenuto pubblicamente l'accordo, ne' condannato gli atti dei pro-separatisti che mirano a destabilizzare l'Ucraina, ne' fatto appello ai militanti armati perche' abbandonino pacificamente gli edifici governativi da loro occupati e depongano le armi. Invece, ha continuato ad accrescere la tensione con una retorica sempre piu' preoccupante e con le attuali, minacciose operazioni militari al confine dell'Ucraina.
Reiteriamo la nostra forte condanna del tentativo illegale da parte russa, che non riconosciamo, di annettere la Crimea e Sevastopoli. Daremo ora pieno esito alle conseguenze giuridiche e pratiche di questa annessione, incluse ma non limitandoci alle aree economica, commerciale e finanziaria.
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giovedì 24 aprile 2014
DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI DALLE INSIDIE DELLA RETE INTERNET
L'Opinione
DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI
DALLE INSIDIE DELLA RETE INTERNET
Abbiamo già affrontato in altra sede i problemi
dell’odierna crisi della famiglia e le
conseguenze connesse sull’educazione e
sulla formazione dei giovani
I
ragazzi è inutile dirlo in un tale
contesto vengono lasciati sempre più soli e spesso si preferisce
compensare la mancanza di attenzioni e di affetto con regali : spesso costosi, tecnologici, alla moda.
Tablet
e smartphone diventano le compensazioni alternative dell’affetto, ed il regalo di prestigio è il surrogato dell’amore negato, il mezzo di evasione
che porta a favorire nuovi rapporti relazionali pronti a soppiantare il tenue legame familiare, con i genitori sempre più impegnati e distanti dalle
esigenze dei figli, I giovani si cimentano con i nuovi
gadgets tecnologici, con una dedizione assoluta ed un impegno maniacale, isolandosi spesso dal contesto
sociale che li circonda
La
tecnologia, le mode imposte dai media sono i rapidi
mezzi per la diffusione di massa
dei nuovi surrogati delle carenze affettive. e si presentano con aspetti suadenti, ammalianti ma pericolosi : sul filo delle onde di internet si sviluppano
nuove amicizie spesso dagli
aspetti equivoci e dagli esiti
indefiniti , con personaggi sconosciuti nella vasta ed incontrollata rete
mediatica .
Il
fenomeno dilagante dei social network, per mezzo dei quali personaggi
vaghi e sconosciuti ti chiedono di dare loro fiducia, di allentare le difese e di aprire l’anima, ha una
spiegazione logica, cogente: è la
risposta a forti carenze affettive è la sentita esigenza di comunicazione dei
ragazzi che la famiglia, la scuola e la società non avvertono nel modo dovuto e che le istituzioni volutamente ignorano, ma che dovrebbe far
seriamente riflettere.
Il
prezzo che si paga per tale delega in bianco che si da alla rete e a degli sconosciuti è altissimo
La
rete sociale si compone di gruppi di
persone connesse tra loro via internet per
interessi comuni, spesso
indefiniti. La base di tali legami è la conoscenza casuale che và dagli interessi più vari, da quelli culturali, alla moda, dal pettegolezzo agli
aspetti affettivi.
La
spiegazione logica di tale fenomeno, per
quanto attiene alla nostra trattazione, è la risposta ad una sentita esigenza
di comunicazione dei ragazzi che la famiglia non avverte e non soddisfa o che
comunque volutamente ignora.
Il
prezzo che si paga è di natura psicologica e morale e varia a seconda dei
soggetti, ma tutti riportano serie
conseguenze, almeno psicologiche, ovvero
veri e propri drammi , per l’avvertito scollamento tra eventi
mediatici e realtà, per l’inserimento forzoso in circoli viziosi di droga e
prostituzione dai quali subiscono veri e propri drammi con un forte disorientamento relazionale.
In
sostanza i giovani cercano
di avere risposte loro negate dai referenti naturali
con i quali vivono, in quanto la famiglia rinuncia in parte al suo ruolo
e delega degli sconosciuti per un
compito delicatissimo qual è l’indirizzo
e la formazione nella fragile fase della crescita.
La scuola che potrebbe fare tanto è praticamente assente. Le conseguenze sono devastanti.
Basta
guardare le statistiche sulla diffusione della droga tra i giovanissimi e la
dilagante prostituzione tra le ragazzine sotto i tredici anni, per rendersi
conto dell’entità del fenomeno
L’altro
aspetto allarmante è la diffusione della pornografia tra gli adolescenti,
nonché quello della pedepornografia imperante.
Basta leggere le cronache dei
giornali, ovvero fare riferimento al turismo sessuale di un certo tipo, di moda in certe località di villeggiatura .
Che
i ragazzi siano attratti dal sesso è
cosa naturale e scontata, in quanto è conseguenza di un istinto innato e della forte curiosità che il rapporto amoroso
suscita specie nella fase di inizializzazione di tale fenomeno e che ogni giovane normale è
chiamato quanto prima ad affrontare .
Il
delicato momento dovrebbe possibilmente
svilupparsi con l’ausilio dei genitori,
che naturalmente sono chiamati a “filtrare” gradualmente gli aspetti più critici di tale fase con la dovuta attenzione, ma non è una cosa facile o scontata.
Si
può peraltro ipotizzare l’intervento formativo in ambito scolastico,
ai fini di una adeguata cognizione tecnica e morale di tali fenomeni,
inquadrandoli in un contesto sano e naturale, cercando di fornire ai giovani una giusta risposta al riguardo, con un adeguato supporto
tecnico
scientifico.
Non riusciamo a comprendere perché
tali programmi formativi restano
ancora lettera morta, alla stadio di progetto, di
indicazioni, solo sulla carta.
Lasciamo
volutamente da parte le demagogie ideologiche della politica al
riguardo.
Per
cui siamo tornati al sistema del fai da te , con le naturali forzature dei ragazzi in un tale contesto, in cui i vengono accentuati gli aspetti morbosi
del fenomeno, ovvero si cerca di scoprire anzitempo ogni aspetto della
relazione sessuale,in modo spettacolare
come i media sanno fare
Ma
questo è stato da sempre il naturale gioco delle parti, quando le parti svolgevano il loro ruolo soprattutto in
un ambito familiare con il dovuto impegno dei genitori..
Oggi
purtroppo bisogna rilevare che il ruolo dei genitori relativamente al compito alternativo
della rete sociale per la comunicazione e della pornografia su internet è praticamente assente.
Innanzi
tutto per una questione tecnologica. I
giovani sono oggi i padroni delle tecnologia, dai telefonini, ai PC e ad internet in generale. Le persone mature hanno più difficoltà a
seguire la rapida evoluzione tecnologica
dei media, ed a gestire la rete, nonché i vorticosi cambiamenti dell’evoluzione dei
programmi .
Poi
c’è la privacy che i ragazzi rivendicano con forza per le loro navigazioni che i genitori in genere rispettano, non
avendo peraltro adeguati strumenti per
un controllo effettivo.
Per
cui i giovani scorazzano liberamente sui social network con padronanza, intrattenendo rapporti con personaggi discutibili , ovvero
frequentano liberamente siti pornografici che
presentano scene oltre ogni decenza.
L’opinione
pubblica sonnecchia tranquilla , fino a
quando non accadono fatti eclatanti di
mal costume che meritano l’onore della cronaca, amplificati dal roboante circolo mediatico scandalistico che
fa da eco alle dichiarazioni chiaramente
allarmate dei magistrati e della
polizia, alla ricerca dei colpevoli di tali misfatti.
E’ logico che il malcostume della
prostituzione minorile è anche colpa
della società che non forma
adeguatamente i ragazzi con corsi regolari scolastici in materia, nonché
della famiglia che non controlla come dovrebbe le frequentazioni dei figli con
personaggi sconosciuti e dal passato spesso oscuro e misterioso.Ma è un compito
oggi non facile.
Per
quanto attiene alla pornografia si ripete all’infinito sui media il ritornellof
già in auge per la prostituzione: che
non si può limitare tale libertà di espressione, e che anche quando il fenomeno
dilaga e chiaramente avviene contro
corresponsione di denaro non può
qualificarsi commercio ed essere tassato, ovvero che non si possono riaprire le
case chiuse.
Noi
siamo dell’avviso, con l’orientamento prevalente al riguardo di tanti altri paesi di civilissima tradizione che la prostituzione , è un commercio
esecrabile del corpo umano, che va comunque regolamentata ed esercitata in appositi luoghi
a garanzia della pubblica decenza e dell’igiene e va quindi tassata come qualsiasia altra
attività commerciale.
Seguendo
tale criterio si comprime l’attività
degli sfruttatori di tante povere ragazze di questo discutibile commercio e si attua un
più equo trattamento di tassazione per attività
disdicevoli che non si comprende per quale motivo debbano essere
privilegiate fiscalmente, rispetto alle altre attività regolari di commercio che pagano le tasse.
Lo
stesso discorso vale per i siti pornografici in rete che svolgendo attività
commerciale e pubblicitaria, dovrebbero essere regolarmente controllati e
tassati, come qualsiasi altra attività commerciale.
Questo
sistema attenuerebbe da un punto di vista pratico e morale
il “turismo sessuale” su internet, specie da parte dei minori, che
secondo noi sarebbero condizionati proprio dal pagamento di un ticket per l’utilizzo di tali siti.
Per
quanto attiene ai siti pedepornografici, essendo gli stessi una chiara
espressione di innaturale sadismo, di depravazione e di violenze inaudite sui minori, non può
esservi alcuna spiegazione logica, legale o di altro tipo, che consenta il
permanere di un tale scempio sulla rete internet aperta a tutti.
Tali
siti vanno dunque immediatamente chiusi ed i loro titolari debbono essere
perseguiti in base ai reati previsti dal codice penale (incitamento alla
prostituzione minorile, incitamento alla violenza su minori etc).
Non
possono esservi al riguardo regole di mercato o convenzioni internazionali che
permettano simili delitti contro i
minori, in siti nazionali ampiamente pubblicizzati ed accessibili liberamente a tutti.
Ogni
altra giustificazione al permanere dell’attuale
situazione, non fa altro che alimentare il circolo perverso del vizio mediatico più abietto, dietro il
quale si nascondono enormi
interessi economici e finanziari, e che non può essere assolutamente giustificato con un concetto
distorto di libertà di espressione, di informazione ovvero di liberismo
economico .
Dietro certe
vuote espressioni, propagandate da tanti utili idioti, si cela
solo l’ ignoranza dei principi economici più elementari, che spesso
tende a nascondere ovvero a giustificare
gli interessi economici dei nuovi mercanti di schiavi ,di finanzieri
senza scrupoli che stanno minando le basi della nostra
civiltà e l’integrità dei nostri costumi
e soprattutto il futuro dei nostri figli.
(Antonio Di
Carlo)
mercoledì 23 aprile 2014
I PROVVEDIMENTI DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI N.14
IL DILEMMA TRA L'EDUCAZIONE SENTIMENTALE E L'EDUCAZIONE SESSUALE DEI GIOVANI
L'opinione
IL DILEMMA TRA L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE
E L’EDUCAZIONE
SESSUALE DEI GIOVANI
Il
problema dell’educazione sentimentale dei ragazzi viene oggi sottovalutato
dalla maggior parte dei genitori in modo
superficiale e semplicistico, alla stessa
maniera con la quale gli stessi soggetti hanno affrontato in gioventù la propria vita relazionale di coppia: alcuni con un approccio tradizionale,forse troppo rigido, altri in modo troppo
semplicistico e disordinato oltre ogni
logica. Al fine ci troviamo di fronte a risultati divergenti: da una parte
abbiamo ragazzi repressi e timorosi, dall’altra abbiamo unioni che sfociano
nel disastro più totale con i conseguenti facili divorzi
a cui spesso fanno seguito nuovi accoppiamenti provvisori. Queste
problematiche situazioni relazionali ,
sono a loro volta la causa e
l’effetto di ulteriori squilibri e
frustrazioni,sia per i genitori che per
i figli di primo e di secondo letto, i
quali sono chiamati a subire le
conseguenze delle più bizzarre
combinazioni familiari e finiscono per dover vivere in
quei luoghi improbabili e poco
accoglienti che continuiamo a chiamare
famiglie.
L’esatto
concetto dell’ educazione sentimentale è
oggi fuori moda e non si ricava certo
dal romanzo di Gustave Flaubert che
riporta nel titolo tale qualificazione, né dalla recente campagna politica per
sostenere la proposta di legge del SEL che secondo gli ideatori mira ad introdurre nelle scuole “l’educazione sentimentale” che
realizzi “la crescita educativa e culturale degli studenti in materia di parità
e solidarietà tra uomini e donne” La
proposta di legge si richiama
impropriamente alla Convenzione di Istanbul che a nostro giudizio non chiede
agli Stati aderenti di introdurre l’educazione sull’affettività negli ordinamenti scolastici
Secondo
il Dizionario di filosofia della Treccani l’educazione è il processo di trasmissione di un sistema di conoscenze e di
valori, di norme e modelli di comportamento, finalizzato alla strutturazione
della personalità umana e all’inserimento dell’individuo nella società.
Nell’antichità classica il tema dell’educazione era parte integrante del discorso sull’etica e
sulla politica.
L’aggettivo sentimentale fa specifico riferimento ai sentimenti ed agli affetti, soprattutto
tra giovani.
Trattandosi di rapporti amorosi fra ragazzi il riferimento alla parità ed
alla solidarietà tra uomini e donne ci sembra alquanto fuori
luogo, anche se gli insegnamenti sull’affettività
tentano effettivamente di sconfinare per necessità dall’ambito familiare per approdare alla formazione scolastica scuola
Per introdurre l’”educazione
sentimentale” a scuola, Sel ha
lanciato una petizione online
Si tratta secondo i promotori di un percorso di formazione culturale per
ragazzi contro le discriminazioni per le differenze sessuali, la lotta all’omofobia ed al bullismo e per la parità
dei sessi,” contro le ingerenze della Chiesa e dei partiti”
Il progetto è stato osteggiato dal presidente della Cei, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, in quanto “
portatore di indottrinamento a
danno della famiglia tradizionale”.La petizione si riallaccia alla proposta di legge presentata ad agosto 2013 da Sinistra ecologia e libertà inserita nella” legge sul femminicidio” non ancora discussa dal Parlamento e che mira ad introdurre
nell’ordinamento scolastico italiano l’educazione di genere
L'educazione
sessuale scolastica, si richiama ad un
insieme di discipline che analizzano i rapporti tra i ragazzi nel periodo di maturazione sessuale,facendo riferimento specifico alle varie materie . Per le scienze naturali: all'anatomia ed alla fisiologia dell'apparato genitale. Per la psicologia allo studio dei rapporti tra i sessi
ed alle reazioni ed ai cambiamenti che avvengono durante la pubertà ed al comportamento sessuale umano in generale.
Poi ci sono gli aspetti particolari
connessi con la filosofia e la morale
Manca il diritto, ed a nostro parere è una grave lacuna,in quanto
non si può comprendere la struttura i fini ed i limiti della famiglia e della società senza aver appreso i rudimenti ed i
connessi concetti dell’ordinamento
giuridico Non si può comprendere il valore dell’atto sessuale se non si conoscono i principi che lo Stato adotta ai fini della
procreazione e della successione .
Infine in una società in fermento quale è quella attuale si deve ben conoscere
la legislazione riguardante la procreazione fuori del matrimonio, la normativa
relativa alle coppie di fatto, nonché le
conseguenze derivanti dalla separazione
ed dal divorzio.
Non vogliamo avere la pretesa di voler
impartire il diritto ai ragazzi delle
ultime classi della scuola elementare, delle medie e delle superiori, ma
partendo dai concetti elementari e sviluppando sempre più gli aspetti tecnici e dottrinali si può arrivare ad una
adeguata formazione giuridica dei nostri
giovani.
Senza voler rievocare i fasti ed i misfatti dell’Educazione Civica.
Oggi,nell’ambito della scuola media
superiore, se si escludono gli istituti
tecnici i nostri ragazzi non acquisiscono nozioni di diritto civile. Anche all’Università la
formazione giuridica è limitata alle facoltà di giurisprudenza , di economia, di scienze politiche e poche altre
Poi ci dovrebbe essere un minimo di
formazione sulle nozioni di diritto penale,
in quanto sono proprio i ragazzi i più
indifesi contro i soprusi della società
ed è bene che abbiano conoscenza, sia di alcuni fatti illeciti (reati), sia
sulle conseguenze degli stessi (pene)
Ricordiamo con il Carnelutti che la
funzione principale del diritto penale è quella di difesa della società contro i reati
La trattazione delle principali leggi
penali di preminente interesse per i
ragazzi è molto vasta e và dalle nozioni
di aborto, di abusi sessuali, fino agli stupefacenti.
Logicamente i programmi dovrebbero essere calibrati in rapporto con
la maturazione e con l’età degli allievi. Quindi dovrebbero subentrare per competenza
settoriale gli esperti della pedagogia, della psicologia, della filosofia
e della sociologia
Gli insegnamenti scolastici non sono, per quanto ne sappiamo così completi: seguono
le indicazioni del MIUR, delle Regioni e delle Provincie, con le loro
direttive specifiche, quindi quelle dei
singoli Istituti Scolastici.
In attesa dell’auspicata riforma scolastica
che trovi l’accordo di tutte le parti sociali senza sfociare nella solita
demagogia , le problematiche educative dei figli e sui rapporti di coppia, rimangono sostanzialmente delegate alla famiglia , che le
gestisce come può.
Questo
quando le coppie si sposano e vi è una famiglia tradizionale.
Poi
ci sono le tante unioni di fatto , sempre più numerose, che con superficialità nascono e si diffondono tra i giovani che
usano definirsi compagni, con una etichetta che vuol essere
politica, per sentirsi ideologicamente impegnati, ma che invece lascia presagire un
atteggiamento lassista verso la morale,
con scarsa responsabilizzazione verso
gli impegni che la vita di coppia
richiede, con un approccio
pressappochista ed incerto verso
la società e quindi , con poche prospettive di stabilità verso la vita affettiva per cui sarebbe meglio qualificare tali personaggi come compagni di sventura .
E’
inutile negarlo i nostri giovani sono per buona parte i nipotini di quel 68 che ha riempito le
cronache del dopo guerra con le gesta
dei loro padri “impegnati” idealmente a contestare tutto, e che non hanno mai capito che la società
civile si deve fondare prima e soprattutto su regole precise e condivise, codificate
da chiare norme
di diritto. Il contesto sociale relativo funziona bene quando i cittadini hanno assimilato
profondamente tali concetti e si impegnano con senso di
responsabilità a far sì che tutto il
sistema sociale funzioni : dallo stato alla famiglia. Le relazioni sociali sono
una serie infinita di contratti e tutto scorre alla perfezione quando la controparte è affidabile
e rispetta alla lettera gli impegni
presi
Queste
regole fondamentali spesso le
dimenticano i giovani, prima ancora di averle assimilate, per
colpa di cattivi maestri, e
soprattutto le ragazze in età da marito,
che sono la parte più fragile della
società, in quanto per il ruolo che sono
chiamate a svolgere come madri e come mogli avrebbero bisogno di certezze, di solide basi reali, e non solo dei sogni propagandati dai media , soprattutto dopo aver compreso alla lettera le regole per la loro tutela quali madri e spose .
Invece
la moda della “trasgressione” è regola
imperante nella moderna società, democratica e pluralista, frutto di concezioni pseudo rivoluzionarie-
egualitariste , che spesso portano a contestazioni senza fondamento e senza una logica
razionale, con i conseguenti guai per i soggetti più sprovveduti e deboli della
società, con tanti danni all’umanità
Per
tornare alla cellula della società civile, alla famiglia, basta guardarsi
attorno per vedere lo sfascio delle cosiddette famiglie allargate, con tutti
gli effetti devianti sui figli
sballottati da una parte all’altra, senza le dovute attenzioni per la loro
educazione, specie per quella
sentimentale.
Qualcuno
sorriderà con aria di sufficienza su
queste considerazioni . Ma c’è poco da
sorridere.
Ci
sono regole precise per diventare ingegnere nucleare, chirurgo, avvocato, ma
nessuno ti da le regole per scegliere
l’anima gemella, su come impostare i relativi rapporti ovvero su come crescere ed educare i figli ai rapporti interpersonali
Ma torniamo a parlare di educazione
sentimentale perché essa è fondamentale per l’essenza della crescita dei ragazzi che
debbono confrontarsi spesso impreparati con la dura realtà che li
circonda, senza un chiaro indirizzo per
la formazione di un sano nucleo familiare..
In
primo piano in questa società
deviata, troviamo per
gran parte dei giovani il
fallimento del matrimonio tradizionale come istituzione, quindi di
conseguenza anche gli affetti e le
relazioni interpersonali tra i componenti non danno certezze, si
attutiscono e si dissolvono alla prima
tempesta
I
ragazzi finiscono con l’essere parcheggiati a tempo pieno negli asili o nelle
scuole, “per il loro bene”, ovvero presso i nonni, in quanto l’esigenza della
carriera dei genitori che debbono realizzarsi lo impone..
In
un tale contesto i nostri giovani hanno
poco da immaginare un futuro fantastico ,
quando i modelli di riferimento (i genitori)si basano sempre più
sull’egoismo e su atteggiamenti aridi e
distanti dai problemi educativi e che sfuggono in ogni modo agli impegni affettivi
E
non c’è Tribunale dei minori che tenga al riguardo, per una valida difesa della
prole.
(Antonio Di Carlo)