sabato 12 dicembre 2015

Verona: Pinotti e Tosi firmano accordo per caserme cittadine

Comunicato della Difesa del  9 dicembre 2015  -  Roma

Verona: Pinotti e Tosi firmano accordo per caserme cittadine

​Stipulato oggi a Roma un accordo tra lo Stato ed il Comune di Verona, mirato alla riqualificazione urbanistica e alla trasformazione delle infrastrutture militari nella città
“Dobbiamo usare al meglio il patrimonio di cui disponiamo, perché oggi più che mai è importante evitare qualsiasi spreco”.
Nelle parole del Ministro Pinotti c’è il significato dell’iniziativa portata a termine con l’Agenzia del Demanio e il Comune di Verona per la valorizzazione delle caserme dismesse. Un Patrimonio non più necessario alla Difesa per svolgere   propri compiti ma che può diventare fondamentali per riallocare funzioni dello Stato o delle città.
L’accordo odierno - che prevede di destinare la Caserma Rossani quale nuova sede dei Vigili Urbani di Verona - è stato firmato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dal Sindaco di Verona, Flavio Tosi, e dal Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi.
“Un dovere verso i nostri figli e verso i nostri padri” ha spiegato il Ministro che non ha esitato a definire l’intero progetto un “dovere patriottico, un modo per rendere un servizio alla Paese”.
Anche il Sindaco Tosi ha espresso soddisfazione per il progetto: “Una conclusione felice per la città di Verona, ma anche un segnale positivo della burocrazia che funziona”. Un riferimento al fatto che l’operazione di interesse pubblico è stata gestita e realizzata in tempi brevi, appena qualche mese.
Nel dettaglio, con il protocollo d’intesa siglato oggi la Difesa metterà a disposizione tre caserme: la Rossani, la Trainotti  e la Busignani. In cambio, il Comune di Verona si farà carico dei lavori di rifunzionalizzazione di altri immobili militari - tra cui il comprensorio “Pianelli-Li Gobbi” - situati nel medesimo territorio. Ciò consentirà, tra l’altro, di soddisfare le esigenze di altre articolazioni dello Stato, favorendo la riduzione dei costi per fitti passivi.
Una sorta di “baratto amministrativo” che, come suggerito dal Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, potrebbe diventare un modello anche per le altre amministrazioni dello Stato.
Il protocollo si traduce, infatti, in una ottimizzazione del patrimonio immobiliare presente a Verona e rientra in un processo che vede il Ministero della difesa e l’Agenzia del Demanio da tempo impegnati nella razionalizzazione, riqualificazione, riuso e valorizzazione del patrimonio immobiliare del Dicastero.

martedì 8 dicembre 2015

Amnesty Intrernational - Chi ha armato lo Stato Islamico: fatti e cifre

Come abbiamo armato lo "Stato islamico": Amnesty International denuncia decenni di commerci irresponsabili di armi

CS195-08/12/2015

Soldato delle forze di sicurezza irachene tra le munizioni del gruppo Stato islamico esposte nella provincia di al-Alam Salahuddin, 17 marzo 2015 © REUTERS/Thaier Al-Sudani
Soldato delle forze di sicurezza irachene tra le munizioni del gruppo Stato islamico esposte nella provincia di al-Alam Salahuddin, 17 marzo 2015 © REUTERS/Thaier Al-Sudani
In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato come decenni di forniture mal regolamentate di armi all'Iraq e gli scarsi controlli sul terreno abbiano messo a disposizione del gruppo armato che si è denominato "Stato islamico" un ampio e mortale arsenale, usato per compiere crimini di guerra e crimini contro l'umanità su scala massiccia nello stesso Iraq e in Siria.

Basandosi sull'analisi, da parte di esperti, di migliaia di video e immagini di cui è stata verificata l'autenticità, il rapporto di Amnesty International - intitolato "Fare scorta: come abbiamo armato lo "Stato islamico" - spiega come il gruppo armato stia usando armi, in larga parte prelevate dai depositi militari iracheni, concepite e prodotte in almeno 25 paesi compresi Russia, Cina, Usa e alcuni stati dell'Unione europea.

"La quantità e la varietà delle armi usate dallo 'Stato islamico' è l'esempio da manuale di come commerci irresponsabili di armi alimentino atrocità di massa" - ha dichiarato Patrick Wilcken, ricercatore su controlli sulle armi, commerci di materiali di sicurezza e violazioni dei diritti umani di Amnesty International.

"La scarsa regolamentazione e la mancata supervisione sull'immenso afflusso di armi in Iraq a partire da decenni fa sono state la manna dal cielo per lo 'Stato islamico' e altri gruppi armati, che si sono trovati a disposizione una potenza di fuoco senza precedenti" - ha commentato Wilcken.

Dopo aver preso il controllo di Mosul, la seconda città dell'Iraq, nel giugno 2014, lo "Stato islamico" è entrato in possesso di un'incredibile quantità di armi e munizioni di fabbricazione internazionale, tra cui armi e veicoli militari made in Usa poi utilizzati per conquistare altre parti del paese, con conseguenze devastanti per le popolazioni locali.

Questa enorme disponibilità di armi catturate o acquisite in modo illecito ha permesso allo "Stato islamico" di portare avanti una terribile campagna di violenza:uccisioni sommarie, stupri, torture, rapimenti e presa di ostaggi hanno costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire, trasformandosi in profughi interni o in rifugiati.
 

Un'incredibile varietà di armi

La quantità e qualità delle armi nelle mani dello "Stato islamico" è la conseguenza di decenni di trasferimenti irresponsabili di armi all'Iraq e dei molteplici fallimenti nel gestire le importazioni di armi e introdurre meccanismi di monitoraggio, a partire dall'occupazione militare del 2003, per evitare che quel materiale finisse nelle mani sbagliate. La carenza di sorveglianza dei depositi militari e l'endemica corruzione mostrata dai vari governi iracheni hanno contribuito ad aggravare la situazione.

Il rapporto di Amnesty International documenta l'uso, da parte dello "Stato islamico", di armi e munizioni provenienti da almeno 25 paesi, con un'ampia proporzione originariamente fornita all'esercito iracheno da Usa, Russia e paesi dell'ex blocco sovietico. Queste forniture sono state pagate col petrolio o sono state oggetto di accordi tra il Pentagono e la Difesa irachena o, ancora, frutto di donazioni da parte della Nato. La maggior parte di esse è stata presa dai depositi militari finiti sotto il controllo dello "Stato islamico" o da quei depositi illecitamente trasferita.

Tra le armi avanzate finite nelle mani dello "Stato islamico" vi sono i sistemi di difesa aerea portabili a spalla (noti con l'acronimo Manpads), missili anti-carro guidati, veicoli blindati da combattimento, fucili d'assalto come gli Ak russi e gli M16 e i Bushmaster statunitensi.

La maggior parte delle armi convenzionali usate oggi dallo "Stato islamico" risale al periodo che va dagli anni Settanta agli anni Novanta e comprende pistole, rivoltelle e altre armi leggere, mitragliatrici, armi anti-carro, mortai e altra artiglieria. Assai utilizzati sono i fucili simili ai kalashnikov dell'era sovietica, prodotti principalmente in Russia e Cina.

"Ancora una volta dobbiamo constatare che per inviare armi in regioni instabili occorrono un'analisi del rischio da parte di esperti e misure per la riduzione del danno. Sono processi lunghi che richiedono verifiche approfondite. Bisogna verificare, ad esempio, se le forze militari e di sicurezza del paese destinatario sono in grado di sorvegliare efficacemente i depositi e rispettare gli standard del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale" - ha commentato Wilcken.

Lo "Stato islamico" e altri gruppi armati hanno anche iniziato a produrre armi per conto proprio: razzi, mortai, granate, ordigni esplosivi improvvisati, trappole esplosive, autobombe e persino bombe a grappolo, queste ultime proibite a livello internazionale. Tra gli ordigni esplosivi improvvisati figurano le mine terrestri, a loro volta vietate dal Trattato per la messa al bando delle mine.

La catena di rifornimento

Il rapporto di Amnesty International ripercorre la lunga storia della proliferazione delle armi in Iraq e la complessa catena di rifornimento che molto probabilmente ha portato alcune delle più recenti forniture nelle mani dello "Stato islamico".

depositi iracheni si sono riempiti di armi alla fine degli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta, soprattutto nel contesto della guerra con l'Iran, un fattore determinante per lo sviluppo del moderno mercato globale delle armi: almeno 34 paesi fornirono armi all'Iraq, ma 28 di questi le inviarono anche all'Iran. Nel frattempo, l'allora presidente iracheno Saddam Hussein dirigeva lo sviluppo di una fiorente industria delle armi in grado di produrre armi leggere, mortai e pezzi d'artiglieria.

L'embargo imposto dalle Nazioni Unite dopo che nel 1990 l'Iraq invase il Kuwait ridusse le importazioni ma dal 2003, durante e dopo l'invasione diretta dagli Usa, le forniture sono riprese massicciamente, senza che in molti casi vi fossero garanzie e controlli da parte delle forze della coalizione Usa e delle ricostituite forze armate irachene. Centinaia di migliaia di queste armi sono svanite nel nulla e ancora oggi non se ne trova traccia.

I tentativi più recenti di ricostituire e riequipaggiare l'esercito iracheno e le forze a questo associatehanno ancora una volta determinato un massiccio afflusso di armi in Iraq. Tra il 2011 e il 2013, gli Usa hanno sottoscritto contratti del valore di miliardi di dollari per la fornitura di 140 carri M1A1 Abrams, decine di aerei da combattimento F16, 681 missili terra-aria portabili a spalla Stinger, batterie anti-aeree Hawk e altro equipaggiamento. Alla fine del 2014, gli Usa avevano inviato al governo iracheno armi leggere e munizioni per un valore di oltre 500 milioni di dollari.

L'endemica corruzione all'interno dell'esercito iracheno, così come i blandi controlli nei pressi dei depositi militari e nel rintracciamento delle armi, rendono tuttora elevato il rischio che queste forniture possano finire nelle mani di gruppi armati come lo "Stato islamico".

Impedire la proliferazione delle armi

Dagli errori del passato, gli stati possono apprendere la lezione e adottare misure urgenti per impedire l'ulteriore proliferazione delle armi in Iraq, in Siria e in altre nazioni e regioni instabili.

Amnesty International chiede a tutti gli stati di stabilire unembargo totale nei confronti del governo siriano e dei gruppi armati d'opposizione implicati in crimini di guerra, crimini contro l'umanità e altre gravi violazioni del diritto internazionale.

Gli stati dovranno inoltre adottare la regola della "presunzione del rifiuto" nei confronti delle esportazioni di armi verso l'Iraq, ossia autorizzare i trasferimenti solo dopo aver compiuto un rigoroso accertamento dei rischi. Le unità dell'esercito e di polizia dell'Iraq giudicate eccezione alla regola dovranno prima di tutto dimostrare di rispettare in modo rigoroso e integrale il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario e, in secondo luogo, di essere dotate dei necessari meccanismi di controllo per garantire che le forniture non saranno girate ai gruppi armati.

Inoltre, ogni stato che stia considerando possibili trasferimenti di armi all'esercito iracheno dovrà prioritariamente investire il massimo delle risorse neicontrolli preventivi e successivi, nell'addestramento e nella supervisione, in modo che i destinatari rispettino gli standard internazionali sulla gestione e sull'impiego di tali armi.

Tutti gli stati che non l'hanno ancora fatto, dovranno immediatamente depositare gli strumenti di accessione o di ratifica al Trattato internazionale sul commercio delle armi. Uno degli obiettivi del Trattato è quello di "prevenire e sradicare il commercio illecito di armi convenzionali e impedire che vengano girate" ad altre parti. Il Trattato, inoltre, contiene norme per fermare le forniture di armi ove vi sia un elevato rischio che queste siano usate per compiere gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.

"L'eredità della proliferazione delle armi e delle violazioni dei diritti umani in Iraq e nelle zone circostanti ha già distrutto la vita e i beni di milioni di persone e costituisce una minaccia ancora in corso. Le conseguenze delle irresponsabili forniture di armi all'Iraq e alla Siria, e la loro successiva cattura da parte dello 'Stato islamico', devono essere un campanello d'allarme per gli esportatori di armi di ogni parte del mondo" - ha concluso Wilcken.

Informazioni aggiuntive riguardo all'Italia

Il rapporto di Amnesty International evidenzia come anche l'Italia possa aver giocato un ruolo non indifferente nell'armare lo "Stato islamico", rifornendo durante la guerra del 1980-88 - secondo fonti ufficiali Usa reperibili online - sia l'Iraq che, in maniera meno trasparente, l'Iran.

Dal 2003, l'Italia ha partecipato alla cosiddetta "guerra al terrore", nel cui contesto al dipartimento della Difesa Usa fu concessa ulteriore libertà di trasferire armi all'Iraq, attraverso l'Iraq Relief and Reconstruction Fund, prima, e l'Iraq Security Forces Fund, tra il 2004 e il 2007. Ciò esentava il Pentagono dal doversi conformare a qualsiasi disposizione di legge, incluse quelle relative ai diritti umani. In quegli anni, mentre finivano in circolazione le scorte eccedenti delle forze armate irachene sconfitte e poi congedate, la coalizione guidata dagli Usa firmò contratti per almeno un milione di dollari in ulteriori armi leggere e milioni di munizioni, provenienti anche dall'Italia.

L'ascesa dello "Stato islamico" e le sue conquiste territoriali tra giugno e agosto 2014 hanno determinato un grande cambiamento nelle politiche internazionali relative alla fornitura di armi nella regione. Nel 2014, infatti, gli Usa hanno coordinato sforzi congiunti per rispondere alla domanda di armamenti dell'Iraq cominciando a rifornire regolarmente, insieme ad altri 11 paesi europei tra cui l'Italia, anche le forze curde che si opponevano nel paese allo "Stato islamico".
 
 
 
FINE DEL COMUNICATO                                 Roma, 8 dicembre 2015

SONO 4 MILIONI GLI EXTRA COMUNITARI IN ITALIA

Cittadini non comunitari: presenza, nuovi ingressi e acquisizioni di cittadinanza 

Al 1° gennaio 2015, in base ai dati forniti dal Ministero dell'Interno, sono regolarmente presenti in Italia 3.929.916 cittadini non comunitari.
Tra il 2014 e il 2015 il numero di cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti è aumentato di circa 55mila unità (+1,4%). I paesi più rappresentati sono: Marocco (518.357), Albania (498.419), Cina (332.189), Ucraina (236.682) e Filippine (169.046).
I minori stranieri rappresentano il 24% dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti. Si tratta quindi di una popolazione relativamente giovane considerando che la quota di minori italiani e non, su tutta la popolazione residente al 1 gennaio 2015 è pari al 16,6%.
La quota di soggiornanti di lungo periodo continua a crescere: passa da 2.179.607 nel 2014 (il 56,3% sul totale) a 2.248.747 nel 2015 (57,2%).
Si registra una lieve flessione del numero di nuovi permessi di soggiorno concessi: durante il 2014 ne sono stati rilasciati 248.323, circa il 3% in meno rispetto al 2013. In calo gli ingressi delle donne (-14%) mentre, al contrario, sono in aumento quelli degli uomini (+7,5%).
La riduzione dei nuovi permessi interessa in particolare alcune regioni del Nord: Emilia Romagna
(-3.669), Veneto (-3574) e Lombardia (-2.444). Aumenti consistenti si rilevano invece in Campania (+3.120, 19%) e in Sicilia (+3.483, 28%).
Nel 2014 si registra, in particolare, una forte contrazione degli ingressi per motivi di lavoro, sia in termini assoluti (-27.500), sia in termini relativi. Se nel 2013 rappresentavano più del 33%, nel 2014 sono scesi al 23%.
Tra il 2013 e il 2014 diminuiscono in termini assoluti i nuovi ingressi per famiglia (-3.844 unità), anche se il loro peso relativo si mantiene intorno al 41% .
A raddoppiare in termini assoluti sono invece i permessi per asilo e protezione umanitaria: nel 2014 da 19.146 sono passati a 47.873. In termini relativi arrivano a rappresentare il 19,3% dei nuovi ingressi, dal 7,5% del 2013.
Abbiamo riportato senza commenti  un Comunicato stampa dell'Istat
Direzione centrale delle statistiche socio-demografiche e ambientale

domenica 22 novembre 2015

Legge di Stabilità 2016, il ddl e la relazione illustrativa

Legge di Stabilità 2016, il ddl e la relazione illustrativa

Il Consiglio dei ministri del 15 ottobre 2015 ha approvato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016). Una manovra finanziaria di 26,5 miliardi di euro, che potrà aumentare fino a 29,5 miliardi in base all'accoglimento o meno della richiesta, avanzata alla Ue, di utilizzare uno 0.2% di spazio di patto in più per la “clausola migranti”. La Legge di Stabilità 2016 prosegue il piano di taglio delle tasse, avviato lo scorso anno, intensifica la lotta contro la povertà e la tutela delle fasce più deboli della popolazione, procede con la spending review.

Consiglio dei ministri n. 92

20 Novembre 2015
Il Consiglio dei ministri, convocato oggi, venerdì 20 novembre 2015, alle ore 14.05, al Senato della Repubblica, sotto la presidenza del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti, ha approvato, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan, la prima “Nota di variazioni” al bilancio di previsione dello Stato per il triennio 2016-2018 predisposta ai sensi dell’articolo 21, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e successive modificazioni. La Nota recepisce gli effetti degli emendamenti al disegno di legge di stabilità 2016 e al disegno di legge di bilancio approvati in prima lettura dal Senato della Repubblica.
Le modifiche apportate sono complessivamente neutrali sia in termini di saldo del bilancio dello Stato (saldo netto da finanziare), sia di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e determinano una modesta ricomposizione degli aggregati di entrata e di spesa. Complessivamente l’effetto finanziario “lordo” connesso all’approvazione degli emendamenti ammonta a circa 600 milioni di euro nel 2016 e circa 300 milioni di euro negli anni successivi.
Il disegno di legge di stabilità 2016, comprensivo degli emendamenti approvati  dal Senato della Repubblica, comporta un incremento del saldo netto da finanziare di circa 20,3 miliardi di euro nel 2016, di circa 24,8 miliardi di euro nel 2017 e di 24,2 miliardi nel 2018. Le dimensioni della manovra sono coerenti con un obiettivo di indebitamento netto pari al 2,2 per cento del PIL e assicurano, anche per gli anni successivi, il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento al DEF. Ove riconosciuti in sede europea i margini di flessibilità connessi all’emergenza immigrazione, i saldi di bilancio e di finanza pubblica potranno essere conseguentemente rideterminati.
Gli emendamenti approvati nel corso dell’esame al Senato intervengono in materia di tassazione immobiliare disponendo, tra l’altro, la riduzione delle imposte IMU e TASI sugli immobili locati a canone concordato nella misura del 25% rispetto all’imposta determinata in base all'aliquota stabilita dal Comune. In materia di edilizia popolare, viene estesa la riduzione al 50% dell’aliquota d’imposta sui redditi societari, attualmente prevista per gli IACP e loro consorzi , agli enti aventi le stesse finalità, anche se istituiti in forma societaria. Per le giovani coppie viene potenziata la detrazione del 50% ai fini IRPEF delle spese sostenute nell’anno 2016 per l’acquisto di mobili adibiti all’abitazione principale, che si applicherà su un ammontare complessivo fino a 16.000 euro (anziché di 8.000 euro)
In tema di genitorialità, per il 2016, è prorogata la sperimentazione dell’istituto del congedo di paternità, raddoppiando (da 1 a 2 anni) il limite massimo di fruizione del congedo obbligatorio e sono incrementate le risorse per l’acquisto di servizi per l’infanzia per le madri lavoratrici.
In materia di istruzione è disposto l’incremento del fondo integrativo per la concessione di borse di studio (5 milioni), delle risorse per le scuole paritarie (25 milioni), quelle destinate al fondo per l’acquisto dei libri di testo per la scuola dell'obbligo (10 milioni per tre anni) e l’incremento del fondo per il finanziamento ordinario dell'Università (di 25 milioni nel 2016 e 30 dal 2017).
A favore dell’Emilia Romagna e della Lombardia, per il completamento del processo di ricostruzione pubblica nei territori colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, si dispongono, per il 2016, misure che consentiranno di utilizzare pienamente le risorse destinate agli stessi territori nella misura di 190 milioni di euro.
È infine ridotto il ridimensionamento delle risorse destinate ai centri di assistenza fiscale e ai patronati, previsto dalla versione iniziale della manovra.
Il Consiglio dei ministri è terminato alle 14.10.
http://www.governo.it/approfondimento/legge-di-stabilit-2016-il-ddl-e-la-relazione-illustrativa/2683

Comunicato leader del G20 Summit Antalya 15-16 novembre 2015

Comunicato leader del G20 Summit Antalya 15-16 novembre 2015
Introduzione
  1. Noi, i leader del G20 si sono incontrati a Antalya il 15-16 novembre 2015 per determinare ulteriori azioni collettive volte al conseguimento di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata per aumentare la prosperità del nostro popolo. Noi siamo fermi nella nostra determinazione per assicurare la crescita è robusta e inclusiva, e fornisce nuovi e migliori posti di lavoro di qualità. Riconosciamo che avanza una crescita inclusiva e radicare la fiducia richiede l'uso di tutti gli strumenti politici e forte impegno con tutte le parti interessate.
  2. Nel perseguire i nostri obiettivi, abbiamo adottato un programma globale di quest'anno attorno ai tre pilastri della decisiva attuazione dei nostri impegni passati per mantenere le nostre promesse, aumentando gli investimenti come un potente motore di crescita e promuovere l'inclusione nelle nostre azioni in modo che i benefici della crescita sono condivise da tutti. Abbiamo anche migliorato il nostro dialogo con i paesi in via di sviluppo a basso reddito come parte della nostra implementazione di questa agenda.
Rafforzare il Recupero e il potenziale di sollevamento
  1. La crescita economica globale è irregolare e continua a cadere sotto delle nostre aspettative, nonostante le prospettive positive in alcune economie importanti. Rischi e incertezze dei mercati finanziari rimangono, e le sfide geopolitiche stanno diventando sempre più un problema globale. Inoltre, una carenza di domanda globale e problemi strutturali continuano a pesare sulla crescita effettiva e potenziale.
  2. Noi continueremo ad attuare politiche macroeconomiche sane in modo cooperativo per raggiungere una crescita forte, sostenibile ed equilibrata. Le nostre autorità monetarie continueranno a garantire la stabilità dei prezzi e sostenere l'attività economica, in linea con il loro mandato. Ribadiamo il nostro impegno ad attuare politiche fiscali in modo flessibile per tenere conto delle condizioni economiche a breve termine, in modo da sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro, mentre la messa debito come percentuale del PIL su un percorso sostenibile. Ci sarà anche considerare la composizione delle nostre spese di bilancio e delle entrate per sostenere la produttività, l'inclusione e la crescita. Rimaniamo impegnati a promuovere il riequilibrio globale. Noi con attenzione calibrare e comunicare chiaramente le nostre azioni, soprattutto sullo sfondo delle grandi decisioni di politica monetaria e di altri, per mitigare l'incertezza, ridurre al minimo le ricadute negative e promuovere la trasparenza. Sullo sfondo di rischi derivanti da flussi di capitali e grandi volatili, promuoveremo la stabilità finanziaria attraverso quadri adeguati, anche assicurando un'adeguata globale rete di sicurezza finanziaria, mentre raccogliendo i frutti della globalizzazione finanziaria. Riaffermiamo i nostri impegni di cambio precedenti e che resista a tutte le forme di protezionismo.
  3. Rimaniamo impegnati a realizzare la nostra ambizione di alzare il PIL del G20 collettiva di un ulteriore 2 per cento entro il 2018, come annunciato a Brisbane lo scorso anno. La nostra priorità è l'attuazione tempestiva ed efficace delle nostre strategie di crescita che includono misure di sostegno alla domanda e riforme strutturali per sollevare crescita reale e potenziale, creare posti di lavoro, promuovere l'inclusione e ridurre le disuguaglianze. Abbiamo compiuto progressi significativi verso l'adempimento dei nostri impegni rispetto allo scorso anno, implementando la metà dei nostri impegni pluriennali. Analisi per l'FMI, OCSE e Banca mondiale indica che la nostra implementazione finora rappresenta più di un terzo della nostra ambizione di crescita collettiva. Ma riconosciamo anche che più deve essere fatto. Ci impegneremo di più e intervenire tempestivamente per accelerare l'attuazione dei nostri impegni rimanenti.In futuro, continueremo a monitorare attentamente l'attuazione dei nostri impegni attraverso il quadro solido abbiamo sviluppato quest'anno. Continueremo anche la revisione e la regolazione nostre strategie di crescita al fine di garantire che rimangano pertinenti all'evoluzione delle condizioni economiche, le priorità politiche e le sfide strutturali, in particolare lenta crescita della produttività, e che rimangano in linea con la nostra ambizione di crescita collettiva. Il piano d'azione di Antalya, che comprende le nostre strategie di crescita regolati e calendari di impegni fondamentali, riflette la nostra volontà di superare le sfide economiche globali.
  4. Siamo impegnati a garantire che la crescita sia inclusiva, fonte di occupazione e benefici tutti i segmenti della nostra società. Disuguaglianze in aumento in molti paesi possono comportare rischi per la coesione sociale e il benessere dei nostri cittadini e può anche avere un impatto economico negativo e ostacolare il nostro obiettivo a portare la crescita. Un set completo ed equilibrato della cooperazione economica, finanziaria, del lavoro, delle politiche sociali e di istruzione contribuirà a ridurre le disuguaglianze. Approviamo la dichiarazione del nostro lavoro e ministri dell'occupazione e impegnarsi ad attuare le sue priorità per rendere i mercati del lavoro più inclusivo, come indicato dalle priorità di politica del G20 sul lavoro reddito Share e disuguaglianze. Chiediamo al nostro Finanza, e del lavoro e ministri dell'occupazione per rivedere le nostre strategie di crescita e piani di occupazione per rafforzare la nostra lotta contro la disuguaglianza e a sostegno della crescita inclusiva. Riconoscendo che il dialogo sociale è essenziale per far progredire i nostri obiettivi, accogliamo con favore la dichiarazione congiunta B20 e L20 sui posti di lavoro, la crescita e il lavoro dignitoso.
  5. La disoccupazione, la sottoccupazione e lavoro informale sono importanti fonti di disuguaglianza in molti paesi e in grado di minare le prospettive di crescita delle nostre economie. Siamo concentrati sulla promozione nuovi e migliori posti di qualità in linea con il nostro quadro del G20 sulla promozione della qualità Jobs e sul miglioramento e investire in competenze attraverso la nostra strategia G20 Skills. Siamo determinati a sostenere la migliore integrazione dei nostri giovani nel mercato del lavoro anche attraverso la promozione dell'imprenditorialità. Sulla nostri impegni precedenti e tenendo conto delle nostre circostanze nazionali, siamo d'accordo a raggiungere l'obiettivo del G20 di ridurre la quota di giovani che sono più a rischio di essere lasciati definitivamente alle spalle nel mercato del lavoro del 15% entro il 2025 nei paesi del G20. Chiediamo l'OCSE e l'OIL per aiutarci a monitorare i progressi nel raggiungimento di questo obiettivo. Continueremo monitorare l'attuazione dei nostri piani per l'occupazione così come i nostri obiettivi per ridurre genere partecipazione gap e per promuovere i luoghi di lavoro più sicuri e più sani anche in catene di approvvigionamento globali sostenibili.
  6. Affronteremo le opportunità e le sfide attuali introdotti nel mercato del lavoro attraverso temi quali la mobilità internazionale del lavoro e l'invecchiamento della popolazione. La mobilità del lavoro domestico è una questione del mercato del lavoro importante in alcuni paesi del G20. Riconosciamo e ci esplorare ulteriormente il potenziale di una fiorente economia d'argento. Abbiamo ulteriormente Chiediamo al nostro lavoro e ministri del Lavoro di riferire a noi sui progressi compiuti nel 2016.
  7. Per fornire un forte impulso per incentivare gli investimenti, in particolare attraverso la partecipazione del settore privato, abbiamo messo a punto strategie d'investimento ambiziose specifiche per paese, che riuniscono le politiche e le azioni concrete per migliorare l'ecosistema degli investimenti, favorire efficienti e infrastrutture di qualità, anche da parte del settore pubblico, sostenere le piccole e medie imprese (PMI), e migliorare la condivisione delle conoscenze. Analisi per l'OCSE indica che queste strategie potrebbero contribuire a sollevare l'investimento complessivo del G20 in rapporto al PIL, secondo le stime, 1 punto percentuale entro il 2018.
  8. Per migliorare i nostri processi di preparazione degli investimenti, di priorità e di esecuzione, abbiamo sviluppato le linee guida e best practice per il pubblico-privato (PPP) modelli. Abbiamo anche considerato le strutture alternative di finanziamento, tra cui finanziamenti asset-based, e la cartolarizzazione semplice e trasparente per facilitare una migliore intermediazione per le PMI e gli investimenti nelle infrastrutture.Andando avanti, chiediamo ai nostri ministri di continuare il loro lavoro per migliorare l'ecosistema degli investimenti, promuovere finanziamenti a lungo termine, promuovere il coinvolgimento degli investitori istituzionali, sostenere lo sviluppo di strumenti di mercato dei capitali alternativi e modelli di finanziamento asset-based, e incoraggiare Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB) per mobilitare le loro risorse, ottimizzare i loro bilanci, e catalizzare i finanziamenti del settore privato. Stiamo avanzando sforzi e toolkit di sviluppo per sbloccare i modi ei mezzi per i paesi a prepararsi meglio, priorità e progetti di infrastrutture finanza. Ci aspettiamo che l'Hub Global Infrastructure per dare un contributo significativo verso questi sforzi. Per contribuire a garantire un solido quadro di governo societario che sosterrà gli investimenti privati, sosteniamo i principi G20 / OCSE di Corporate Governance.Abbiamo posto particolare attenzione alla promozione di finanziamento a lungo termine per le PMI, e accogliamo con favore il piano d'azione congiunto sulle PMI finanziamento, ad alto livello / OCSE Principi del G20 sulle PMI finanziamento come guida, e la creazione del mondo guidata dal settore privato Forum PMI, una nuova iniziativa che servirà come un organismo mondiale per facilitare il contributo delle PMI alla crescita e all'occupazione.
  9. Il commercio globale e gli investimenti continuano ad essere importanti motori di crescita economica e lo sviluppo, creare posti di lavoro e contribuire al benessere e alla crescita inclusiva. Prendiamo atto che la crescita del commercio mondiale rimane al di sotto dei livelli pre-crisi. Questo è il risultato di fattori sia ciclici e strutturali. Abbiamo quindi riaffermiamo il nostro forte impegno per coordinare meglio i nostri sforzi per rafforzare il commercio e gli investimenti, anche attraverso le nostre strategie di crescita rettificato. Inclusive catene globali del valore (Cgv) sono fattori importanti del commercio mondiale. Noi sosteniamo le politiche che consentono alle imprese di tutte le dimensioni, in particolare le PMI, nei paesi a tutti i livelli di sviluppo economico a partecipare e trarre pieno vantaggio della Cgv e incoraggiare una maggiore partecipazione e aggiunta di valore da parte dei paesi in via di sviluppo. Ribadiamo ulteriormente il nostro impegno di lunga data a fermo e il rollback sulle misure protezionistiche e resteremo vigili monitorando i nostri progressi. Per questo, chiediamo l'OMC, l'OCSE e l'UNCTAD a proseguire i loro rapporti sul commercio e gli investimenti misure restrittive. Chiediamo ai nostri ministri del commercio di incontrare regolarmente e siamo d'accordo su un gruppo di lavoro di supporto.
  10. L'OMC è la spina dorsale del sistema commerciale multilaterale e deve continuare a svolgere un ruolo centrale nella promozione della crescita economica e dello sviluppo.Rimaniamo impegnati a un sistema commerciale multilaterale forte ed efficiente e ribadiamo la nostra determinazione a lavorare insieme per migliorare il suo funzionamento. Ci siamo impegnati a lavorare insieme per una riunione di successo Nairobi ministeriale che dispone di un insieme equilibrato di risultati, anche per quanto riguarda l'agenda di Doha per lo sviluppo, e fornisce una guida chiara al lavoro di post-Nairobi. Ci sarà anche bisogno di aumentare i nostri sforzi per attuare tutti gli elementi del pacchetto di Bali, comprese quelle in materia di agricoltura, sviluppo, scorte pubbliche tenuta, nonché la ratifica rapida e l'attuazione dell'accordo di facilitazione degli scambi. Continueremo i nostri sforzi per garantire che i nostri accordi commerciali bilaterali, regionali e multilaterali si completano a vicenda, sono trasparente e inclusivo, sono coerenti con e contribuiscono a un più forte sistema commerciale multilaterale in base alle norme dell'OMC. Sottolineiamo il ruolo importante del commercio negli sforzi di sviluppo globale e continueremo a sostenere meccanismi come aiuti al commercio nei paesi che necessitano di assistenza rafforzamento delle capacità di sviluppo.
Migliorare la resilienza
  1. Rafforzare la resilienza degli istituti finanziari e rafforzare la stabilità del sistema finanziario sono cruciali per sostenere la crescita e lo sviluppo. Per migliorare la resilienza del sistema finanziario globale, abbiamo completato ulteriori elementi fondamentali del programma di riforma finanziaria. In particolare, come un passo fondamentale verso la fine troppo grandi per fallire, abbiamo messo a punto lo standard internazionale comune sulla totale perdita di assorbimento-capacità (TLAC) per globali banche di rilevanza sistemica. Abbiamo inoltre concordato alla prima versione di maggiori requisiti di perdita di assorbenza per gli assicuratori globali di importanza sistemica.
  2. Lavoro critico rimane per costruire un sistema finanziario più forte e più resistente.In particolare, ci auguriamo di poter proseguire i lavori sulla resilienza di controparte centrale, pianificazione e recupero resolvability e chiediamo al FSB a riferire a noi dal nostro prossimo incontro. Continueremo a monitorare e, se necessario, l'indirizzo e le vulnerabilità emergenti rischi nel sistema finanziario, molti dei quali possono sorgere al di fuori del settore bancario. A questo proposito, rafforzeremo ulteriormente la supervisione e la regolamentazione del sistema bancario ombra per garantire la resilienza della finanza di mercato, in modo adeguato ai rischi sistemici posti. Saremo lieti di ulteriori progressi nel valutare e affrontare, se del caso, il declino dei servizi correspondent banking. Noi accelerare i nostri sforzi per realizzare ulteriori progressi nell'attuazione della over-the-counter (OTC) riforme derivati ​​', anche incoraggiando giurisdizioni di differire gli uni agli altri, quando è giustificato in linea con la Dichiarazione di San Pietroburgo. Andando avanti, ci siamo impegnati a attuazione piena e coerente del quadro normativo finanziario globale in linea con i tempi concordati, e continueremo a monitorare e indirizzare l'attuazione diseguale tra giurisdizioni. Accogliamo con favore la prima relazione annuale del FSB sull'attuazione delle riforme e dei loro effetti. Noi continueremo a rivedere la robustezza del quadro normativo globale e per monitorare e valutare l'attuazione e gli effetti delle riforme e il loro continuo la coerenza con gli obiettivi generali, anche affrontando le conseguenze non intenzionali di materiale, in particolare per le economie dei mercati emergenti e in via di sviluppo (EMDEs) .
  3. Per raggiungere un sistema fiscale internazionale a livello globale equo e moderno, sosteniamo il pacchetto di misure sviluppate nell'ambito del progetto ambizioso G20 / OCSE Base Erosione e profitto Shifting (BEPS). Implementazione diffusa e coerente sarà fondamentale per l'efficacia del progetto, in particolare per quanto riguarda lo scambio di informazioni sulle decisioni fiscali transfrontalieri. Noi, pertanto, fortemente sollecitiamo la tempestiva attuazione del progetto e incoraggiamo tutti i paesi e giurisdizioni, compresi quelli in via di sviluppo, a partecipare. Per monitorare l'attuazione del progetto BEPS a livello globale, chiediamo l'OCSE a sviluppare un quadro inclusivo entro l'inizio del 2016 con la partecipazione di interessati i paesi non-G20 e giurisdizioni che si impegnano a realizzare il progetto BEPS, tra le economie in via di sviluppo, in condizioni di parità . Accogliamo con favore gli sforzi del FMI, OCSE, ONU e WBG per fornire un'adeguata assistenza tecnica per le economie in via di sviluppo interessati ad affrontare le sfide di mobilitazione delle risorse nazionali che devono affrontare, anche da BEPS. Riconosciamo che tempi di realizzazione dei paesi interessati non G20 in via di sviluppo può essere diverso da altri paesi e si aspettano l'OCSE e altre organizzazioni internazionali per garantire che la loro situazione siano adeguatamente affrontate nel quadro. Stiamo procedendo a migliorare la trasparenza dei sistemi fiscali e riaffermiamo i nostri impegni precedenti per lo scambio di informazioni su richiesta, nonché scambio automatico di informazioni entro il 2017 o alla fine del 2018. Invitiamo altre giurisdizioni a unirsi a noi. Appoggiamo gli sforzi per rafforzare l'impegno delle economie in via di sviluppo "nell'agenda fiscale internazionale.
  4. A sostegno della nostra crescita e l'agenda resilienza, rimaniamo impegnati a costruire una cultura globale di intolleranza verso la corruzione attraverso l'effettiva attuazione del piano d'azione del G20 anticorruzione 2015-2016. Sottoscriviamo ad alto livello G20 Principi sulla integrità e trasparenza nel settore privato che aiuterà le nostre imprese sono conformi agli standard globali di etica e di lotta alla corruzione. Garantire l'integrità e la trasparenza dei nostri settori pubblici è essenziale. A questo proposito, sosteniamo i G20 Anti-Corruzione Open Data Principi e Principi del G20 per la Promozione Integrità negli appalti pubblici, e accogliamo con favore i lavori in corso sui quadri di divulgazione delle attività. La società si adopererà per rafforzare la cooperazione internazionale, se del caso, e in linea con i sistemi giuridici nazionali, sulle procedure civili e amministrative, come un importante strumento per combattere efficacemente la corruzione e per sostenere il recupero dei beni e la negazione di porto sicuro di funzionari corrotti e coloro che li corrotto. Accogliamo con favore la pubblicazione dei nostri piani di attuazione su benefica trasparenza proprietaria e continueremo i nostri sforzi in tal senso.
  5. Rimaniamo profondamente delusi con il ritardo proseguito nell'attuazione delle quote e della governance del FMI riforme concordate nel 2010. Le riforme 2010 rimangono la nostra massima priorità per il Fondo monetario internazionale e sollecitiamo gli Stati membri a ratificare queste riforme il più presto possibile. Memore degli obiettivi delle riforme del 2010, chiediamo il FMI per completare il lavoro su una soluzione provvisoria che sarà significato convergere quote non appena e per quanto possibile ai livelli concordati nel quadro del 14 ° revisione generale delle quote. Il 14 °Review dovrebbe essere utilizzato come base per il lavoro sul 15 ° Review, tra cui una nuova formula di quote. Ribadiamo il nostro impegno a mantenere un forte, a base di quote e risorse adeguate FMI. Riaffermiamo il nostro accordo che le teste e vertici di tutte le istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero essere nominati attraverso un processo aperto, trasparente e basata sul merito e ribadiamo l'importanza di rafforzare la diversità personale in queste organizzazioni. Riaffermiamo che il diritti speciali di prelievo (DSP) composizione del paniere dovrebbe continuare a riflettere il ruolo delle valute nel commercio globale e il sistema finanziario e attendo con ansia il completamento della revisione del metodo di valutazione del DSP.
  6. Accogliamo con favore i progressi compiuti in merito all'attuazione di azione collettiva e rafforzati pari passu clausole nei contratti delle obbligazioni sovrane internazionali, che contribuiranno al ordine e prevedibilità dei processi di ristrutturazione del debito sovrano. Chiediamo al Fondo monetario internazionale, in consultazione con altre parti, per continuare a promuovere l'utilizzo di tali clausole e di esplorare ulteriormente modi basati sul mercato per accelerare il loro inserimento nel consistenze del debito sovrano internazionale. Non vediamo l'ora della prossima revisione del FMI-WB sostenibilità del debito quadro per i paesi a basso reddito.Riconosciamo le attuali iniziative volte a migliorare le pratiche di finanziamento sostenibili, come sottolineato nella azione di Agenda Addis Abeba. Prendiamo inoltre atto dell'iniziativa Forum di Parigi, che contribuisce a promuovere l'inclusività promuovendo il dialogo tra debitori sovrani e creditori.
Addossamento Sostenibilità
  1. 2015 è un anno cruciale per lo sviluppo sostenibile e il nostro impegno per garantire le nostre azioni contribuiscono alla crescita inclusiva e sostenibile, anche nei paesi in via di sviluppo a basso reddito. 2030 agenda, compresi gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e il Programma d'azione di Addis Abeba, stabilisce un quadro di trasformazione, universale e ambizioso per gli sforzi di sviluppo globale. Siamo fortemente impegnati ad attuare i suoi risultati al fine di garantire che nessuno sia lasciato indietro nei nostri sforzi per sradicare la povertà e costruire un futuro inclusiva e sostenibile per tutti.Adottiamo il G20 e basso reddito PVS quadro intesa a rafforzare il dialogo e l'impegno per lo sviluppo. Svilupperemo un piano d'azione nel 2016 per allineare ulteriormente il nostro lavoro con il 2030 agenda.
  2. Il nostro lavoro di quest'anno sostiene settori chiave per lo sviluppo sostenibile come l'accesso energia, la sicurezza alimentare e la nutrizione, lo sviluppo delle risorse umane, infrastrutture di qualità, l'inclusione finanziaria e mobilitazione delle risorse interne. Sottoscriviamo il piano d'azione del G20 sulla sicurezza alimentare e sistemi alimentari sostenibili, che sottolinea il nostro impegno per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione globale e assicurare il modo di produrre, consumare e vendere cibo è economico, sociale e ambientalmente sostenibile. Rimaniamo concentrati sulla promozione degli investimenti responsabili nel settore agricolo e alimentare sistemi, migliorare la trasparenza del mercato, l'aumento dei redditi e posti di lavoro di qualità, e favorire la crescita della produttività sostenibile. Presteremo particolare attenzione alle esigenze dei piccoli proprietari e famiglie di agricoltori, le donne rurali e della gioventù. Ci impegniamo anche a ridurre la perdita di cibo e rifiuti a livello globale. Diamo il benvenuto a Expo Milano con il tema "Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita". Accogliamo con favore anche la nostra decisione Agricoltura Ministers' di creare una nuova piattaforma per migliorare il modo in cui e in altri paesi in grado di misurare e ridurre la perdita di cibo e rifiuti.
  3. Il settore privato ha un ruolo importante da svolgere nello sviluppo e dell'eliminazione della povertà. Attraverso la nostra G20 Chiamata in Inclusive Affari sottolineiamo la necessità di tutte le parti interessate a lavorare insieme al fine di promuovere opportunità per le persone a basso reddito e le comunità di partecipare a mercati come acquirenti, fornitori e consumatori. I nostri G20 piani nazionali Rimesse sviluppato quest'anno includono azioni concrete nei confronti del nostro impegno a ridurre il costo medio globale di trasferimento delle rimesse al cinque per cento, al fine di allinearsi con gli OSS e Addis Abeba Azione Agenda. Stiamo promuovendo l'inclusione finanziaria aiutando ad aprire l'accesso ai pagamenti, risparmio, credito e altri servizi.Accogliamo con favore il continuo lavoro sull'inclusione finanziaria nell'ambito del partenariato globale per l'inclusione finanziaria (GPFI).
  4. Rimaniamo concentrati sui Principi G20 sull'energia collaborazione e il benvenuto al nostro primo incontro Energia Ministers' mai. Riconoscendo che a livello mondiale oltre 1,1 miliardi di persone non hanno accesso all'elettricità e 2,9 miliardi si affidano a l'uso tradizionale della biomassa per cucinare, sosteniamo il piano del G20 Energia Accesso Azione: collaborazione volontaria sull'accesso Energia, la cui prima fase si concentra sul miglioramento dell'accesso elettrica in Africa sub-sahariana, dove il problema è più acuto. Il Piano si propone di rafforzare il coordinamento G20 e definisce un quadro di cooperazione volontaria a lungo termine che può essere applicato ad altre regioni nel corso del tempo, riconoscendo che l'accesso all'energia è un fattore critico per promuovere lo sviluppo. In questa prima fase, ci sarà cooperare e collaborare con i paesi africani e le organizzazioni regionali e internazionali in materia di politica e di contesti normativi, di sviluppo tecnologico e di distribuzione, di investimento e di finanziamento, capacity building, l'integrazione regionale e di cooperazione, tenendo conto delle esigenze nazionali considerazione e contesti.
  5. Noi riconosciamo che le azioni in materia di energia, tra cui il miglioramento dell'efficienza energetica, aumento degli investimenti in tecnologie energetiche pulite e sostenere le attività di ricerca e sviluppo relativi saranno importanti nella lotta al cambiamento climatico ei suoi effetti. Sosteniamo il G20 Toolkit di opzioni volontarie per la distribuzione di energia rinnovabile. Evidenziamo anche i progressi fatti quest'anno dai paesi partecipanti nel portare avanti la nostra collaborazione in materia di efficienza energetica e d'accordo per promuovere il supporto su base volontaria, i 2015 esiti di flussi di lavoro esistenti in materia di efficienza e di emissioni prestazioni dei veicoli, veicoli commerciali particolarmente pesanti, dispositivi di rete , edifici, processi industriali e produzione di energia elettrica, così come il finanziamento per l'efficienza energetica. Continueremo a promuovere mercati energetici trasparenti, competitivi e ben funzionanti, compresi i mercati del gas. Sottolineiamo l'importanza della diversificazione delle fonti energetiche e la continuità degli investimenti per una maggiore sicurezza energetica. Riaffermiamo il nostro impegno a razionalizzare e sussidi ai combustibili fossili inefficienti phase-out che incoraggiano gli sprechi, nel medio periodo, riconoscendo la necessità di sostenere i poveri. Cercheremo di fare maggiori progressi in movimento in avanti questo impegno. Chiediamo ai nostri Ministri dell'Energia di riferire sulla collaborazione energetica di nuovo nel 2016 sul proseguimento dell'attuazione dei principi del G20 sull'energia Collaboration.
  6. Il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide del nostro tempo. Ci rendiamo conto che il 2015 è un anno critico che richiede un intervento efficace, forte e collettiva sul cambiamento climatico ei suoi effetti. Riaffermiamo il sotto 2 0 gol C come indicato nel Lima invito ad agire. Affermiamo la nostra determinazione ad adottare un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato concordato con forza legale nell'ambito della convenzione UNFCCC che è applicabile a tutte le Parti. Le nostre azioni sosterranno la crescita e lo sviluppo sostenibile. Affermiamo che l'accordo di Parigi dovrebbe essere equo, equilibrato, ambizioso, durevole e dinamica. Sottolineiamo il nostro impegno a raggiungere un accordo ambizioso a Parigi, che riflette il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse situazioni nazionali. Riaffermiamo che UNFCCC è l'organismo intergovernativo internazionale principale per negoziare il cambiamento climatico. Accogliamo con favore che oltre 160 parti, tra cui tutti i paesi del G20 hanno presentato le loro Destinato Contributi livello nazionale Determinato (INDCs) per l'UNFCCC, e incoraggiare gli altri a farlo prima della Conferenza di Parigi. Siamo pronti a implementare le nostre INDCs. Noi istruire i nostri negoziatori a impegnarsi in modo costruttivo e flessibile nei prossimi giorni per discutere di questioni chiave, tra le altre cose, la mitigazione, l'adattamento, la finanza, lo sviluppo tecnologico e il trasferimento e la trasparenza, al fine di arrivare a Parigi con una via d'uscita. Ci impegniamo a lavorare insieme per un esito positivo della COP21.
  7. La portata della crisi dei rifugiati in corso è un problema globale con importanti conseguenze umanitarie, politiche, sociali ed economiche. Vi è la necessità di una risposta coordinata e globale per affrontare la crisi, così come le sue conseguenze a lungo termine. Ci impegniamo a continuare a rafforzare ulteriormente il nostro sostegno a tutti gli sforzi per fornire protezione e assistenza e per trovare soluzioni durature per i numero senza precedenti di rifugiati e sfollati interni in varie parti del mondo. Chiediamo a tutti gli Stati a contribuire a rispondere a questa crisi, e condividere gli oneri ad esso associati, anche attraverso il reinsediamento dei rifugiati, di altre forme di ammissione umanitaria, gli aiuti umanitari e gli sforzi per assicurare che i rifugiati possano accedere ai servizi, l'istruzione e le opportunità di sostentamento.Sottolineiamo la necessità di affrontare le cause profonde della cilindrata. Evidenziamo, a tal proposito, l'importanza di soluzioni politiche ai conflitti e il rafforzamento della cooperazione per lo sviluppo. Riconosciamo inoltre l'importanza di creare le condizioni che permettano ai rifugiati e gli sfollati interni in modo sicuro e volontariamente tornare alle loro case. Lavoreremo con gli altri Stati per rafforzare la nostra preparazione a lungo termine e la capacità di gestire i flussi migratori e di rifugiati.Invitiamo tutti gli stati in base alle loro capacità individuali per scalare la loro assistenza alle organizzazioni internazionali pertinenti al fine di migliorare le loro capacità per aiutare i paesi colpiti nell'affrontare questa crisi. Incoraggiamo il settore privato e gli individui a partecipare anche agli sforzi internazionali per rispondere alla crisi dei rifugiati.
  8. Viviamo in un'epoca di economia di Internet che porta entrambe le opportunità e le sfide per la crescita globale. Riconosciamo che le minacce alla sicurezza del e nell'uso delle TIC, rischiano di compromettere la nostra capacità collettiva di utilizzare Internet per sostenere la crescita economica e lo sviluppo in tutto il mondo. Ci impegniamo a colmare il divario digitale. Nell'ambiente ICT, così come altrove, gli Stati hanno una particolare responsabilità nel promuovere la sicurezza, la stabilità, e legami economici con altre nazioni. A sostegno di tale obiettivo, noi affermiamo che nessun paese dovrebbe condurre o sostenere il furto ICT-enabled della proprietà intellettuale, compresi i segreti commerciali o altre informazioni aziendali riservate, con l'intento di fornire vantaggi competitivi alle aziende o settori commerciali. Tutti gli Stati a garantire un uso sicuro delle TIC, devono rispettare e proteggere i principi di libertà da interferenze illegale e arbitraria della privacy, anche nel contesto delle comunicazioni digitali. Notiamo anche il ruolo chiave giocato dalle Nazioni Unite nelle norme in via di sviluppo e in questo contesto accogliamo con favore la relazione 2015 del Gruppo di esperti governativi dell'ONU nel campo dell'informazione e delle telecomunicazioni nel contesto della sicurezza internazionale, affermare che il diritto internazionale, e in particolare la Carta delle Nazioni Unite, è applicabile al comportamento dello Stato nell'uso delle TIC e impegnarci a ritenere che tutti gli Stati devono rispettare le norme di comportamento dello Stato responsabile nell'uso delle TIC in conformità con la risoluzione delle Nazioni Unite A / C.1 / 70 /L.45. Siamo impegnati a garantire un ambiente in cui tutti gli attori sono in grado di godere dei benefici di un utilizzo sicuro delle TIC.
Conclusione
  1. Rimaniamo decisi a continuare la nostra azione collettiva a portare la crescita reale e potenziale delle nostre economie, sostenere la creazione di posti di lavoro, rafforzare la resistenza, promuovere lo sviluppo e migliorare la inclusività delle nostre politiche.Ringraziamo la Turchia per la sua presidenza del G20 e che ospita un vertice Antalya successo quest'anno. Non vediamo l'ora per il nostro prossimo incontro a Hangzhou nel settembre 2016 sotto la presidenza cinese. Siamo anche lieti di incontrare in Germania nel 2017.


G20 DICHIARAZIONE SULLA LOTTA CONTRO IL TERRORISMO
  1. Condanniamo, nei termini più forti possibili, gli attacchi terroristici atroci a Parigi il 13 novembre e ad Ankara il 10 ottobre. Essi sono un affronto inaccettabile per tutta l'umanità. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle vittime degli attacchi terroristici e delle loro famiglie. Ribadiamo la nostra solidarietà e determinazione nella lotta contro il terrorismo in tutte le sue forme e ovunque si manifesti.
  2. Rimaniamo uniti nella lotta contro terroris La diffusione delle organizzazioni terroristiche e significativa crescita a livello globale in atti di terrorismo minare direttamente il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e mette in pericolo i nostri sforzi in corso per rafforzare l'economia globale e garantire la crescita e lo sviluppo sostenibile.
  3. Abbiamo inequivocabilmente condannare tutti gli atti, metodi e pratiche di terrorismo, che non possono essere giustificati in nessun caso, a prescindere dalla loro motivazione, in tutte le loro forme e manifestazioni, ovunque e da chiunque comitato.
  4. Riaffermiamo che il terrorismo non può e non deve essere associato a qualsiasi religione, nazionalità, civiltà o gruppo etnico.
  5. La lotta al terrorismo è una priorità per tutti i nostri paesi, ribadiamo la nostra volontà di lavorare insieme per prevenire e reprimere atti terroristici attraverso una maggiore solidarietà e cooperazione internazionale, nel pieno riconoscimento del ruolo centrale delle Nazioni Unite, e in conformità con Carta delle Nazioni Unite e obblighi di diritto internazionale, compreso il diritto internazionale dei diritti umani, del diritto internazionale dei rifugiati e il diritto umanitario internazionale, nonché attraverso la piena attuazione delle pertinenti convenzioni internazionali, risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la strategia antiterrorismo globale delle Nazioni Unite.
  6. Rimaniamo inoltre impegnati ad affrontare i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare una cooperazione rafforzata sullo scambio di informazioni e il congelamento dei beni dei terroristi, la criminalizzazione di finanziamento del terrorismo e robusti regimi di sanzioni finanziarie mirate relative al terrorismo e il finanziamento del terrorismo, anche attraverso la rapida attuazione di azione finanziaria Task Force (FATF) standard in tutte le giurisdizioni. Noi continueremo ad attuare importanti consigli e strumenti del GAFI. Invitiamo GAFI per identificare misure, anche di pertinenza di quadro giuridico, per rafforzare la lotta contro le finanziamento del terrorismo e sanzioni finanziarie mirate e la realizzazione dello stesso.
  7. Le nostre azioni antiterrorismo devono continuare ad essere parte di un approccio globale basato su come affrontare le condizioni favorevoli al terrorismo, come previsto dalla risoluzione 2178 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, contrastare l'estremismo violento, la lotta contro la radicalizzazione e il reclutamento, ostacolando i movimenti terroristici, contrastando la propaganda terroristica e per impedire ai terroristi di sfruttare la tecnologia, le comunicazioni e le risorse per incitare atti di terrorismo, anche tramite internet. L'incoraggiamento diretto o indiretto del terrorismo, l'incitamento di atti terroristici e di esaltazione della violenza deve essere evitata. Riconosciamo la necessità a tutti i livelli per lavorare in modo proattivo per prevenire l'estremismo violento e sostenere la società civile nel coinvolgere i giovani e promuovere l'inclusione di tutti i membri della società.
  8. Siamo preoccupati sul flusso acuto e crescente di combattenti terroristiche straniere e la minaccia che essa rappresenta per tutti gli Stati, compresi i paesi di origine, di transito e di destinazione. Siamo decisi ad affrontare questa minaccia aumentando la nostra cooperazione e lo sviluppo di misure pertinenti per prevenire e affrontare questo fenomeno, tra cui operativa condivisione delle informazioni, gestione delle frontiere per individuare i viaggi, le misure di prevenzione e adeguata risposta della giustizia penale. Lavoreremo insieme per rafforzare la sicurezza aerea globale.
  9. Gli attacchi terroristici continui e recenti in tutto il mondo hanno dimostrato ancora una volta la necessità di una maggiore cooperazione e solidarietà internazionale nella lotta contro il terrorismo. Ci ricorderemo sempre le vittime di questi attacchi.