mercoledì 14 ottobre 2015

CITTADINANZA, MELONI: SINISTRA SVENDE IDENTITÀ ITALIANA, FDI RACCOGLIERÀ FIRME PER REFERENDUM ABROGATIVO



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«La geniale soluzione della sinistra per integrare gli immigrati: regalare la cittadinanza e svendere la nostra identità, la nostra storia e la nostra cultura. Per noi la cittadinanza non può essere un automatismo, ma una scelta che deve essere richiesta e celebrata. Diventare cittadino italiano non può essere un fatto burocratico, ma un atto d’amore. Per questo, Fratelli d’Italia ha votato contro la proposta di legge approvata oggi dalla Camera e raccoglierà le firme per cancellarla con un referendum abrogativo».E' quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“La riforma della cittadinanza legalizza lo schiavismo, l’illegalità commerciale, la desertificazione del nostro apparato produttivo. La comunità cinese, quella africana, indiana, pakistana di Prato e di Firenze che hanno distrutto le nostre piccole e medie imprese ringraziano il presidente del Consiglio. Questo governo e questa maggioranza stanno mettendo in ginocchio i nostri imprenditori e lavoratori questa proposta, una sanatoria vera e propria, darà l’ennesimo colpo ferale alla nostra economia. Del resto, da parte di Renzi,  che quando era presidente della Provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, non ha fatto nulla per contrastare l’invasione orientale, non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso”. È quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Achille Totaro


IUS SOLI, MOLLICONE: RENZI RAZZISTA. DISTRUGGE IDENTITÀ ITALIANA.

“La superficialità di Renzi rispetto alle dinamiche demografiche e di integrazione ha creato un altro mostro giuridico. Con l’approvazione alla Camera dello “ius soli” si sancisce che chiunque, da qualsiasi nazione provenga, possa diventare italiano senza integrarsi, crescere e amare la nostra terra. È anche il modo con cui una sinistra in crisi di consenso cerca di crearsi nuovi elettorati tra gli immigrati organizzati e gestiti dai sindacati. Questo “razzismo” contro l’identità italiana favorisce la destrutturazione della nostra società e cultura nella creazione di un indistinto melting pot mondiale.
Ci mobiliteremo, da subito, contro questa legge assurda che disintegra il valore dell’appartenenza nazionale. La cittadinanza italiana deve essere “meritata” da chi si è integrato, studia e vive qui con la sua famiglia lavorando onestamente. Questa è vera integrazione come ha dimostrato, ad esempio,  la comunità filippina che si è integrata perfettamente “.
FEDERICO MOLLICONE, RESPONSABILE COMUNICAZIONE FDIAN

sabato 10 ottobre 2015

DISCORSO DI PUTIN ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU

- Discorso di Vladimir Putin alla 70°Assemblea
 delle Nazioni Unite -  28.9.2015
Dal sito del Console Onorario di Napoli della Federazione Russa, riprendiamo e pubblichiamo i passaggi più importanti del discorso dei Vladimir Putin alla 70°Assemblea delle Nazioni Unite

“Il settantesimo anniversario delle Nazioni Unite è una buona occasione per fare il punto della situazione sul passato e parlare del nostro comune futuro.
Nel 1945 i paesi che sconfissero il nazismo collaborarono insieme per ricostruire le solide fondamenta dell’ordine mondiale successivo alla seconda guerra mondiale. Lasciatemi ricordavi che le decisioni chiave sui principi che rivestono questa cooperazione e la creazione delle Nazioni Unite furono prese nel nostro paese, a Yalta, all’ incontro dei capi della coalizione contro Hitler.
Il sistema di Yalta è nato in travaglio. E’ nato al costo di milioni di vittime e due guerre mondiali che hanno spazzato il pianeta nel ventesimo secolo. Siamo onesti: le Nazioni Unite hanno aiutato l’umanità durante tempi difficili, eventi drammatici, negli ultimi 70 anni. Hanno salvato il mondo da sconvolgimenti di larga scala (....).
Le Nazioni Unite sono uniche nella rappresentazione di legittimità e universalità. Sappiamo tutti che dopo la fine della Guerra Fredda, ne siamo tutti coscienti, è apparso un singolo centro di dominazione mondiale.Coloro che si trovarono ai vertici della piramide furono tentati di pensare che, se erano così forti e eccezionali, ne sapevano di più, e non dovevano più confrontarsi con le Nazioni Unite che, invece di autorizzare e legittimare automaticamente le decisioni necessarie, spesso creavano ostacoli, o, per così dire, erano d’intralcio.
Il mondo sta cambiando e le Nazioni Unite devono adattarsi a questa trasformazione naturale. La Russia è sempre pronta a lavorare assieme ai suoi interlocutori sulla base di un largo consenso; tuttavia consideriamo i tentativi di minare la legittimità di altre nazioni come estremamente pericolosi. Simili tentativi potrebbero portare al collasso dell’intera architettura delle relazioni internazionali: non ci sarebbero più regole se non quella della forza.
Un mondo dominato dall’ egoismo invece del lavoro collettivo, un mondo sempre più caratterizzato da direttive invece che uguaglianza. Ci sarebbe meno democrazia genuina e libertà, sarebbe un mondo dove veri stati indipendenti sarebbero rimpiazzati da protettorati e territori controllati dall’ esterno.
Che cos’è dunque la “sovranità nazionale”? Come menzionato dai miei colleghi prima di me, è la libertà, la libertà per ogni persona, nazione o stato di scegliere il proprio destino. Lo stesso vale per la questione della legittimità dell’autorità di stato. Non si dovrebbe giocare con le parole o manipolarle, ogni termine dovrebbe essere chiaro e trasparente per la legge internazionale, dovrebbe avere un criterio uniformemente comprensibile.
Siamo tutti diversi e dovremmo rispettarlo. Nessuno ha l’obbligo di adeguarsi ad un singolo modello di sviluppo che qualcun’altro ha riconosciuto una volta per tutte come l’unico adeguato. Dovremmo ricordarci tutti cosa ci ha insegnato il passato, ricordarci anche episodi passati della storia dell’Unione Sovietica, esperimenti sociali esportati per ottenere cambiamenti politici in altri paesi basati su preferenze ideologiche hanno spesso condotto a tragiche conseguenze e degradazione invece che progresso.
Sembra, nonostante questo, che invece che imparare dagli sbagli degli altri, tutti stiano ripetendoli. Ecco così che l’esportazione di rivoluzioni, questa volta cosiddette democratiche, continua. Sarebbe sufficiente osservare la situazione in Medio Oriente e in Nord Africa. Certamente i problemi politici e sociali nella regione si sono accumulati da tanto tempo e la popolazione desiderava cambiamenti.
Ma cosa è successo alla fine? Invece di portare riforme, un’aggressiva interferenza straniera ha prodotto una distruzione flagrante di istituzioni nazionali e la distruzione della vita stessa. Invece del trionfo della democrazia e del progresso abbiamo ottenuto la violenza, la povertà e un disastro sociale. E a nessuno importa nulla dei diritti umani, incluso il diritto alla vita.
Non posso che chiedere a coloro che hanno causato questa situazione: vi rendete conto adesso di ciò che avete fatto? Ho tuttavia il timore che nessuno mi risponderà. Infatti, politiche basate sulla presunzione, sul credersi eccezionali e godere di impunità, non sono mai state abbandonate. E’ ovvio, ormai, che il vuoto politico creato in alcuni paesi del Medio Oriente e in Nord Africa ha prodotto l’emergere di aree in cui vige l’anarchia: quest’ultime hanno cominciato immediatamente a popolarsi di estremisti e terroristi.
Decine di migliaia di soldati combattono sotto la bandiera del cosiddetto “Stato Islamico”. Tra le sue fila ci sono anche ex soldati iracheni che sono stati lasciati per strada dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003. Molte reclute arrivano anche dalla Libia, un paese il cui stato è stato distrutto in palese violazione della risoluzione delle Consiglio delle Nazioni Unite del 1973.
Ora i ranghi degli estremisti sono coadiuvati da membri della cosiddetta opposizione siriana “moderata” sostenuta dai paesi occidentali. Prima vengono addestrati e armati poi defezionano allo Stato Islamico.A parte questo, lo Stato Islamico non è arrivato dal nulla. E’ stato creato come strumento per far leva contro regimi secolari indesiderati. Avendo stabilito una testa di ponte in Iraq e Siria, lo Stato Islamico comincia ad espandersi attivamente in altre regioni. Cerca la dominazione nel mondo Islamico e pianifica di andare ben più distante.
La situazione è più che pericolosa. In queste circostanze è ipocrita e irresponsabile fare dichiarazioni rumorose sul terrorismo internazionale mentre si chiudono gli occhi di fronte ai canali di finanziamento e di sostegno ai terroristi, incluse le pratiche di traffico di droga, petrolio e armi. Sarebbe ugualmente irresponsabile provare a manipolare gruppi di estremisti, provare ad assoldarli per raggiungere i propri obiettivi politici sperando di riuscire a “gestirli” o, in altre parole, liquidarli, più tardi.
A coloro che credono sia possibile vorrei dire: cari signori, senza dubbio state dialogando con persone crudeli e violente, ma non sono in alcun modo primitive. Sono intelligenti quanto voi e non saprete mai chi sta manipolando chi. I recenti dati sui trasferimenti di armi a questa opposizione “moderata” ne sono la prova migliore.
Crediamo che qualsiasi tentativo di giocare con i terroristi, senza parlare di armarli, sia non solo ceco ma anche potenzialmente incendiario. Tutto ciò potrebbe risultare in un incremento drammatico della minaccia terrorista e abbracciare nuove regioni. Specialmente visto che lo Stato Islamico addestra i propri soldati in vari paesi, inclusi paesi europei.
Sfortunatamente la Russia non è una eccezione. Non possiamo permettere a questi criminali che conoscono l’odore del sangue di tornare a casa e continuare le loro malefatte. Nessuno lo desidera, non è vero?
La Russia è sempre stata decisa e consistente nell’ opporsi al terrorismo in tutte le sue forme. Oggi diamo assistenza militare e tecnica sia in Iraq che in Siria, dove stanno combattendo gruppi terroristi. Pensiamo sia un enorme sbaglio rifiutarsi di collaborare con il governo siriano e le sue forze armate che stanno combattendo il terrorismo con valore, faccia a faccia. Dovremmo poi riconoscere che nessuno tranne le forze armate del Presidente Assad e le milizie curde stanno combattendo veramente lo Stato Islamico e le altre organizzazioni terroristiche in Siria.
Cari colleghi,
Devo notare che l’approccio diretto che la Russia ha avuto è stata oggetto di pretesto per accusarla di crescenti ambizioni (come se coloro che sostengono tutto ciò non ne avessero affatto). Comunque, non riguarda le ambizioni della Russia ma il riconoscere il fatto che non possiamo più tollerare l’attuale situazione nel mondo.
In sostanza suggeriamo che dovremmo essere guidati da valori comuni e comuni interessi invece che ambizioni. Dobbiamo unire i nostri sforzi per affrontare i problemi che ciascuno di noi fronteggia sulle basi della legge internazionale, e genuinamente creare una larga coalizione internazionale contro il terrorismo.
Simile alla coalizione contro Hitler, questa potrebbe unire una larga porzione delle forze che sono desiderose di resistere con risolutezza a coloro che, come i Nazisti, seminano malvagità e odio per l’umanità.
Naturalmente i paesi musulmani sono invitati a giocare un ruolo chiave nella coalizione, specialmente perché lo Stato Islamico non solo li minaccia direttamente, ma dissacra per giunta una delle più grandi religioni del mondo con crimini sanguinosi. L’ideologia dei fondamentalisti fa una caricatura dell’Islam e perverte i suoi autentici valori umanistici. Vorrei rivolgermi ai capi religiosi dei Musulmani: la vostra autorità e la vostra guida è oggi molto importante. E’ essenziale evitare che la gente reclutata dai fanatici possa prendere decisioni sconsiderate. E quelli che sono già caduti nell’inganno e che, a causa di varie circostanze, si trovano fra i terroristi, devono essere aiutati a trovare la propria strada per una vita normale, deponendo le armi e mettendo fine alla lotta fratricida (...)
Oggi il flusso di persone costrette a lasciare la loro madrepatria ha letteralmente congestionato l’Europa. Ora sono centinaia di migliaia, ma presto potrebbero essere milioni. Di fatto, è una nuova, grande e tragica migrazione di popoli. Ed è una severa lezione per gli Europei.
Vorrei sottolineare: i rifugiati, indubbiamente, hanno bisogno della nostra compassione e del nostro sostegno. In ogni caso, l’unico modo per risolvere questo problema alla radice è ripristinare l’autorità statale dove è stata distrutta, rinforzare le istituzioni governative, provvedere una assistenza globale (militare, economica e materiale) a paesi in una situazione difficile e, certamente, a quei popoli che non abbandonano loro case nonostante tutte le prove.
Naturalmente ogni assistenza a stati sovrani può e deve essere offerta, non imposta, ed esclusivamente e solamente in ossequio alla Carta delle Nazioni Unite. In altre parole, tutto quanto viene fatto e sarà fatto in questo campo, nella misura in cui osserverà le norme del diritto internazionale, meriterà sostegno. Tutto quanto, al contrario, contravverrà la Carta delle Nazioni Unite sarà respinto. Soprattutto credo che sia della massima importanza ripristinare le istituzioni governative in Libia, sostenere in governo dell’Iraq e fornire completa assistenza al legittimo governo della Siria.
Colleghi,
Assicurare la pace e la stabilità regionale globale rimane l’obiettivo chiave della comunità internazionale, con le Nazioni Unite al timone. Crediamo che questo significhi creare uno spazio di sicurezza equa ed indivisibile che non sia tale per pochi, ma per tutti. Si, è un impegno faticoso, difficile e che richiede tempo, ma semplicemente non ci sono alternative.
In ogni caso il costume mentale che richiede di ragionare per blocchi contrapposti del tempo della guerra fredda e il desiderio di esplorare nuove aree geopolitiche è ancora presente fra alcuni dei nostri colleghi. E’ riprovevole che alcuni dei nostri colleghi abbiano fin ora scelto una strada diversa: quella di esplorare nuovi spazi geopolitici.
Prima di tutto hanno continuato la loro politica di espansione della NATO e delle sue infrastrutture militari. In secondo luogo hanno offerto ai paesi dello spazio post sovietico una scelta ingannevole: essere Occidente, o essere Oriente. Prima o poi questa logica di confronto era destinata a produrre una grande crisi geopolitica. Questo è esattamente quanto accaduto in Ucraina, dove il malcontento popolare nei confronti delle autorità al potere è stato strumentalizzato e dove è stato orchestrato dall’esterno un colpo di stato militare che ha prodotto, come risultato, una guerra civile.
Crediamo che solo una piena e leale attuazione degli accordi di Minsk del 12 febbraio 2015 possa porre fine al bagno di sangue e consentire di uscire dal vicolo cieco. L’unità territoriale dell’Ucraina non può essere assicurata con le minacce e la forza delle armi. Quello che serve è una sincera attenzione per gli interessi ed i diritti della gente della regione del Donbass, e rispetto per la loro scelta. Bisogna concordare con loro, come previsto dagli accordi di Minsk, gli elementi chiave del profilo politico del paese. Questi passi garantiranno la crescita dell’Ucraina come paese civile, come un collegamento essenziale nella costruzione di un comune spazio di sicurezza e di cooperazione economica in Europa ed in Eurasia.
Signore e Signori,
ho menzionato volontariamente il comune spazio di cooperazione economica. Non molto tempo fa sembrava che nella sfera economica, con le sue oggettive leggi del mercato, ci saremmo abituati a vivere senza linee divisorie. Che avremmo edificato sulla base di regole trasparenti e concordate, inclusi i principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che affermano la libertà di commercio e di investimento in un contesto di libera competizione.
A dispetto di ciò al giorno d’oggi sanzioni unilaterali che aggirano la Carta delle Nazioni Unite sono diventate un elemento quasi fisso del panorama. Oltre a perseguire obiettivi politici, queste sanzioni servono come mezzo per eliminare la concorrenza.
Mi piacerebbe sottolineare un altro segno di crescente “autoreferenzialità economica”. Alcuni paesi hanno scelto di creare associazioni economiche chiuse ed “esclusive”, governate da regole contrattate nei retroscena, al segreto dagli stessi cittadini di quei paesi, dal grande pubblico e della comunità degli affari. Altri stati, i cui interessi potrebbero essere danneggiati, non sono informati di nulla. Sembra che dobbiamo essere per forza messi davanti al fatto compiuto, al cambiamento delle regole in favore di un ristretto gruppo di privilegiati, senza che l’Organizzazione Mondiale del Commercio abbia nulla da obiettare. Questo processo potrebbe sbilanciare completamente il sistema commerciale e disintegrare lo spazio economico globale.
Sono argomenti che toccano gli interessi di tutti gli stati ed influenzano il futuro dell’economia mondiale nel suo complesso. Ecco perché proponiamo di discuterli all’interno delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e del G20.
Contro la politica di “limitazione”, al Russia propone di armonizzare i progetti economici regionali. Mi riferisco alla cosiddetta “integrazione delle integrazioni” basata su regole di commercio internazionale universali e trasparenti.
Per esempio vorrei menzionare i nostri piani di interconnettere l’Unione Economica Euroasiatica e l’iniziativa cinese della Cintura Economica della Via della Seta. Crediamo ancora che l’armonizzazione dei processi di integrazione fra l’Unione Economica Eurasiatica e l’Unione Europea sia una prospettiva molto promettente (...).
La Russia crede nel grande potenziale delle Nazioni Unite, che dovrebbero aiutarci ad evitare un nuovo confronto globale e impegnarci in una cooperazione strategica. Assieme agli altri paesi, lavoreremo con costanza per rafforzare il ruolo di coordinamento centrale delle Nazioni Unite. Ho fiducia che lavorando assieme faremo del mondo un luogo pacifico e sicuro, e forniremo le condizioni per lo sviluppo di tutti gli stati e le Nazioni.Grazie.
(Tradotto da Sascha Picciotto e Marco Bordoni)


Incontro Renzi e Primo Ministro dello Stato del Kuwait

Comunicato stampa incontro Renzi e Primo Ministro dello Stato del Kuwait




Sulla base delle storiche relazioni bilaterali tra l’Italia e il Kuwait e prendendo spunto dal reciproco interesse ad intensificare gli incontri bilaterali di alto livello tra i due Paesi,  venerdì 11 settembre 2015, S.A. il Presidente del Consiglio dei Ministri Sheikh Jaber Al Mubarak Al Hamad Al Sabah, è stato ricevuto nel corso della sua visita in Italia dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il Premier kuwaitiano ha consegnato al Capo dello Stato italiano una lettera a firma di Sua Altezza l'Emiro dello Stato del Kuwait, Sheikh Sabah Al Ahmad Al Jaber Al Sabah, contenente un invito a visitare il Kuwait alla prima occasione utile.
Nel corso dei colloqui sono stati constatati i notevoli traguardi raggiunti nei rapporti tra i due Paesi in tutti i settori, ed è emersa con forza la reciproca volontà di proseguire il dialogo politico e consolidare la collaborazione bilaterale tra i due Paesi.
Con riferimento alle relazioni bilaterali, le parti hanno sottolineato l'importanza di convocare al più presto la prima sessione della Commissione Mista. La parte kuwaitiana ha ringraziato il Governo italiano per aver attivamente sostenuto in ambito europeo la proposta di esonerare i cittadini dello Stato del Kuwait dall’obbligo di visto per l’ingresso nello spazio Schengen.
Sul piano economico e degli investimenti, le parti hanno espresso la loro soddisfazione per il livello della collaborazione raggiunto in questo settore vitale e l'entità degli investimenti kuwaitiani in Italia, che hanno avuto un grande sviluppo. Entrambe le parti si sono dette pronte ad intensificare gli sforzi per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi.
Particolare importanza è stata riservata ai notevoli progressi registrati nel campo culturale, come testimonia la partecipazione del Kuwait ad Expo Milano 2015. A tale proposito, il Primo Ministro si è congratulato con le autorità italiane per il grande successo dell’esposizione universale, come conferma l’eccezionale affluenza di pubblico.
Unanime apprezzamento è stato rivolto alla mostra dell'arte nella Civiltà Islamica da parte di “Dar Al Athar Al Islamiyah”, inaugurata lo scorso mese di luglio presso le Scuderie del Quirinale sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana.
Sul piano militare, le parti hanno sottolineato il loro intento di realizzare una partnership strategica attraverso l'intensificazione della collaborazione militare già esistente tra i rispettivi Ministeri della Difesa.
Le parti hanno accolto con favore la firma del Memorandum d’intesa sul programma Eurofighter e del protocollo correlato, che consolida ulteriormente i rapporti tra i due Paesi.
In ambito regionale e internazionale, le parti hanno esaminato gli ultimi avvenimenti in tutte le questioni di comune interesse, e hanno concordato circa l'importanza di continuare gli sforzi volti a rafforzare la sicurezza e la pace internazionale.
Le parti hanno espresso la più totale condanna degli atti di inusitata violenza perpetrati dal sedicente "Daesh", nonché di ogni altra forma di terrorismo, ribadendo la necessità di unire gli sforzi internazionali per affrontare, combattere e sconfiggere definitivamente il fenomeno dell’estremismo violento. Inoltre, essi hanno sottolineato l'importanza di sostenere gli sforzi per informare correttamente l’opinione pubblica internazionale circa l’estraneità ai principi di qualsiasi religione o ideologia degli atti inumani commessi da tali organizzazioni terroristiche.
Le parti hanno esaminato la situazione in Iraq e concordato sull'importanza di sostenere gli sforzi del Presidente del Consiglio iracheno Haidar Al Abadi volti a stabilizzare la sicurezza in Iraq, realizzare il programma di riconciliazione nazionale, garantire la partecipazione di tutte le componenti del popolo iracheno al processo politico e far cessare gli atti terroristici compiuti da Daesh e da altre forze estremiste. A tale proposito, la parte italiana ha apprezzato l'iniziativa dello Stato del Kuwait di accettare la richiesta del Governo iracheno di rinviare al 2017 l'adempimento del pagamento dei risarcimenti dovuti.
Per quanto concerne la crisi siriana, le parti hanno esortato a continuare gli sforzi per raggiungere una soluzione della doloroso conflitto che giunge ormai al suo quinto anno, sulla base del comunicato di Ginevra, sottolineando l'importanza degli sforzi umanitari volti ad alleggerire gli effetti devastanti del conflitto sul popolo siriano, che è vittima di sofferenze non più tollerabili dalla Comunità internazionale. La parte italiana ha espresso il suo vivo apprezzamento per gli sforzi sostenuti dallo Stato del Kuwait ospitando tre conferenze internazionali dei Paesi donatori.
Con riferimento alla situazione nello Yemen, le parti hanno sottolineato l'esigenza dì ristabilire al più presto stabilità e sicurezza nel Paese attraverso ai rilancio del dialogo tra le diverse componenti del popolo yemenita, sulla base dell'iniziativa dei Paesi del Golfo e dei relativi meccanismi esecutivi, dei risultati del dialogo nazionale e delle pertinenti pronunce delle Nazioni Unite, in particolare la risoluzione 2216 del Consiglio di Sicurezza. La parte italiana ha apprezzato la donazione di 100 milioni di dollari da parte dello Stato del Kuwait per fronteggiare l’attuale emergenza umanitaria in Yemen.
Per quanto attiene alla questione del nucleare iraniano, le parti hanno accolto con favore l'accordo definitivo raggiunto a Vienna, sottolineando l'importanza di rispettarlo e di garantire la sua attuazione per voltare definitivamente pagina.
Circa la situazione in Libia, le parti hanno sottolineato l'importanza di fermare gli atti di violenza e di sostenere gli sforzi dell'inviato del Segretario Generale delle Nazioni Unite Bernardino Leon per raggiungere un accordo politico. Essi hanno inoltre ribadito il loro completo sostegno alle relative risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. La parte kuwaitiana ha espresso apprezzamento per l’impegno profuso dal Governo Italiano per la soluzione del conflitto in Libia.
In merito agli sforzi che mirano a riattivare il processo di pace, le parti hanno sottolineato l’importanza della ripresa di negoziati diretti tra le Parti, sulla base di una soluzione a due Stati e i principi ispiratori dell’Iniziativa di Pace Araba, sottolineando altresì l’impegno di Italia e Kuwait volto a garantire che l'obiettivo di una soluzione equa e duratura di questo conflitto resti una priorità nell'agenda della Comunità Internazionale
Riguardo infine alla crisi dei rifugiati, le parti hanno discusso le sue ultime ripercussioni, sottolineando la necessità di concertare gli sforzi internazionali per limitarne le conseguenze. La parte kuwaitiana ha apprezzato gli sforzi del Governo Italiano per fronteggiare la crisi umanitaria.

Cooperazione allo Sviluppo



Il Consiglio dei ministri del 31 luglio 2015 ha approvato ildocumento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo 2015-2017. Il documento delinea una visione strategica e coerente nella quale la cooperazione allo sviluppo è considerata un investimento per il Paese, una componente qualificante di una politica estera moderna ed efficace, che risponde alle sfide e coglie le opportunità dell’attuale contesto internazionale.
Il documento illustra il contesto interno e internazionale nel triennio 2015-2017, il rinnovamento della cooperazione italiana, le priorità (4 settori - diritti e governance, sviluppo umano, sviluppo rurale, sostegno al settore privato - e 20 Paesi partner in cui concentrare gli interventi), la dimensione multilaterale della cooperazione allo sviluppo, l’agenda per il futuro.
Per la prima volta rispetto al passato e in coerenza con la legge 125/2014 che disciplina la riforma della Cooperazione italiana allo sviluppo, il documento triennale costituisce un quadro di riferimento comune per le amministrazioni dello stato e
per tutti gli attori - società civile, ong, autonomie locali, università, centri di ricerca, fondazioni, sistema cooperativo, settore privato profit e no profit, comunità di migranti – finalmente
riunificati nel "sistema italiano di cooperazione".
Così come ha ricordato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nel suo intervento alla terza Conferenza internazionale sullo sviluppo (Addis Abeba, Etiopia, 14 luglio 2015) "la nuova legge italiana sulla Cooperazione allo Sviluppo riconosce appieno la varietà e il ruolo di questo ampio ventaglio di attori."
"Negli ultimi due anni", ha precisato Renzi, "abbiamo aumentato il trend del nostro Aiuto allo Sviluppo (ODA). Sono determinato a continuare in questa direzione. L’Italia terrà fede alle proprie responsabilità internazionali, per affrontare le grandi sfide ai diritti umani, alla sicurezza, alla prosperità. Il Governo italiano è pertanto impegnato ad aumentare il proprio ODA e a rilanciare la propria attività di cooperazione allo sviluppo".
In tale contesto si inserisce Expo Milano 2015: una memorabile occasione per riflettere sulla sicurezza alimentare e nutrizionale, sulla lotta agli sprechi, sull’agricoltura sostenibile e la biodiversità. Si tratta di ambiti nei quali l’Italia ha una riconosciuta leadership non solo in campo commerciale e industriale, ma anche nella capacità di partnership nelle attività di cooperazione. Una vetrina unica per far conoscere il nuovo protagonismo dell'Italia nell’ambito della cooperazione.
Fonte: Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo 2015-2017


Bonus bebè 2015

Bonus bebè 2015


Al via il Bonus bebè per i bambini nati o adottati dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017: dall'11 maggio è possibile presentare la domanda per poter usufruire dell'assegno. 
La misura (assegno di natalità) è contenuta nella Legge di Stabilità, con l’obiettivo di incentivare la natalità e contribuire  alle  spese  per il suo sostegno (Legge 23 dicembre 2014 n. 190, art. 1 comma 125). Modalità di fruizione e limiti sono contenuti nel decreto attuativo (Decreto Presidente del Consiglio pubblicato nella G.U. del 10 aprile 2015).
In sintesi:

Chi può richiedere il bonus

La domanda può essere presentata da uno dei genitori che siano cittadini italiani o comunitari oppure cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Al momento della domanda il richiedente deve essere residente in Italia e convivente con il figlio per il quale si richiede l’assegno. Condizione essenziale per accedere all’assegno è il possesso di un ISEE, in corso di validità con un valore non superiore 25.000 euro annui.

L'assegno

L’assegno è corrisposto dall'Inps e decorre dalla data di nascita o di ingresso in famiglia.
L’importo annuo è pari a:
  • 960 euro (80 euro al mese per 12 mesi), nel caso in cui il valore dell’ISEE non sia superiore a 25.000 euro annui;
  • 1.920 euro (160 euro al mese per 12 mesi), nel caso in cui il valore dell’ISEE non sia superiore a 7.000 euro annui.
L’assegno è riconosciuto per ogni figlio nato o adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, a decorrere dal giorno di nascita o di ingresso nel nucleo familiare.
Spetta, persistendo i requisiti di legge, fino al compimento del terzo anno di età del bambino oppure fino al terzo anno di ingresso del minore nel nucleo familiare a seguito dell’adozione o dell’affidamento preadottivo. L’assegno è erogato per massimo 36 mensilità che si computano a partire dal  mese di nascita o di ingresso in famiglia.

Come fare domanda

La domanda deve essere presentata all’INPS esclusivamente in via telematica, mediante uno dei seguenti canali:
  • sito dell'INPS, servizi per il cittadino, tramite PIN dispositivo
  • Contact Center Integrato - numero verde 803.164 o numero 06 164.164
  • Patronati, attraverso i servizi offerti dagli stessi.
Il servizio d'invio delle domande è disponibile sul sito INPS attraverso il seguente percorso: -> Servizi per il cittadino -> Autenticazione con PIN -> Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito -> Assegno di natalità – Bonus bebè.
La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita del bambino o dall’ingresso in famiglia a seguito di adozione o affidamento preadottivo. In via transitoria, per le nascite o adozioni avvenute tra il 1° gennaio 2015 e il 27 aprile 2015, il termine di 90 giorni per la presentazione della domanda decorre dal 27 aprile (scadenza 27 luglio 2015).
Ulteriori chiarimenti sono forniti dalla circolare Inps dell'8 maggio 2015 e dal comunicato stampa della stessa data.

Fonte: Dpcm 27 febbraio 2015 / Circolare INPS 8 maggio 2015

Regolarizzare i capitali detenuti all’estero entro il 30.11.2015

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. n.227 del 30/09/2015) ed è in vigore il decreto legge che proroga il termine per l’adesione alla Voluntary Disclosure, la procedura che consente di far emergere e regolarizzare i capitali detenuti all’estero. I contribuenti interessati hanno tempo fino al 30 novembre 2015 per presentare l’istanza e fino al 30 dicembre 2015 per completare la presentazione della relativa documentazione. Anche coloro che hanno attivato la procedura prima dell’entrata in vigore del decreto di proroga, possono produrre i documenti e le informazioni necessarie entro il 30 dicembre 2015. Con lo stesso decreto viene evitato l’aumento delle accise sui carburanti per autotrazione, che sarebbe altrimenti scattato dal 30 settembre.
Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze