La Presidenza del Consiglio comunica che il Consiglio dei Ministri si è riunito l'8 'aprile 2014, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Graziano Delrio.
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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF).
Il Documento di Economia e Finanza 2014 del Governo illustra in modo organico le iniziative concrete che danno corpo alla volontà e all’impegno del Paese ad imprimere una forte accelerazione al processo di riforma strutturale dell’economia, per una nuova e sostenibile ripresa della crescita e dell’occupazione. Il DEF è un documento programmatico, composto di tre sezioni: il Programma di Stabilità, il Programma Nazionale di Riforma e una parte di dettaglio sulla finanza pubblica. Dopo la deliberazione odierna del Consiglio dei Ministri, il Parlamento si esprimerà sul documento attraverso una risoluzione e il documento sarà trasmesso alle autorità europee come parte essenziale del cosiddetto “Semestre Europeo”, cioè il quadro comune in cui si svolge la programmazione economica di tutti gli stati membri dell’Unione. Il documento – in particolare il Programma nazionale di riforma – inquadra l’insieme delle riforme annunciate dal Presidente del Consiglio alle Camere all’atto dell’insediamento del Governo in un percorso di programmazione comune con gli altri paesi membri dell’Unione Europea. Vengono così messi nero su bianco obiettivi, azioni per conseguirli, scadenze entro cui ottenere i risultati. Nel DEF sono chiaramente leggibili l’urgenza e l’ambizione delle azioni di riforma che il Governo intende attuare. Il percorso che si delinea prevede il passaggio fondamentale dallo stato di gestione della crisi ad una politica di cambiamento, riassumibile in due concetti: il consolidamento fiscale sostenibile e l’accelerazione sulle riforme strutturali per favorire la crescita.
Le riforme avviate sul piano nazionale dai governi precedenti e quelle previste per il 2014 sono in piena sintonia con il quadro europeo: con le priorità per il 2014 dell’Analisi Annuale della Crescita, con le Raccomandazioni della Commissione, con gli obiettivi prioritari stabiliti nel Semestre Europeo e con le sette iniziative ‘faro’ (Flagship Initiatives) della Strategia 2020.
Il Governo presenta all’interno del Documento nuove e rilevanti politiche per la ripresa economica. Per cogliere i frutti delle riforme e dei sacrifici sono però necessarie alcune condizioni. In primo luogo, il Governo si propone l’obiettivo di sfruttare le opportunità offerte da un quadro europeo oggi più favorevole agli investimenti per la crescita e l’occupazione. Fondamentale sarà la sinergia fra Governo, Parlamento e il Consiglio Europeo per utilizzare tutti gli spazi di flessibilità esistenti nel Patto di Stabilità e Crescita e per rendere possibile, mantenendo le finanze pubbliche in ordine, un rilancio degli investimenti pubblici produttivi. È in questo solco che si colloca l’apertura della Commissione Europea verso l’operazione dell’Italia per pagare i debiti scaduti delle Pubbliche Amministrazioni. Serve anche flessibilità per attenuare i possibili effetti negativi di breve periodo di alcune riforme e dare modo alle stesse di mettere in moto dinamiche positive nelle aspettative degli operatori economici a favore della crescita e dell’occupazione. L’obiettivo è dunque quello di consolidare in via definitiva l’uscita dalla crisi finanziaria attraverso un serrato e preciso cronoprogramma che impegna il Governo in scadenze ravvicinate, con interventi normativi e attuativi rapidi e certi. Questo rappresenta il carattere distintivo e innovativo del Documento di Economia e Finanza 2014. In sintesi non è solo nei contenuti delle riforme che si basa la forza del progetto di cambiamento, ma soprattutto nella capacità di tradurle rapidamente in norme di legge e di dare loro concreta attuazione in tempi rapidi e certi. È necessaria l’effettiva realizzazione delle riforme anche grazie a un sistematico monitoraggio dell’attuazione dei decreti ministeriali e degli atti conseguenti che rendono operative le misure. Il Governo sa bene cosa serve al Paese ma anche al semplice cittadino che fronteggia, spesso in solitudine, il lento e macchinoso apparato statale. La strategia: misure di impatto immediato che si inscrivono in un piano di riforme strutturali
L’ampio piano di riforme strutturali interviene su tre settori fondamentali: istituzioni, economia e lavoro, avviando così una profonda trasformazione del nostro Paese.
Una nuova legge elettorale capace di garantire la governabilità, l’abolizione delle Province, la revisione delle funzioni del Senato e la riforma del Titolo V della Costituzione rappresentano le direttrici di una profonda revisione del sistema politico-istituzionale italiano, responsabile di aver rallentato, e talvolta ostacolato, la gestione della cosa pubblica, sia a livello nazionale che locale, nonché di aver ritardato la ripartenza dell’economia italiana. La strategia del Governo in materia economica si incentra su interventi in grado di incidere sulla competitività del Sistema-Paese per dare un forte impulso alla crescita, pur tenendo conto dei vincoli di bilancio e dell’obiettivo di pareggio di bilancio in termini strutturali. Il risanamento delle finanze pubbliche è testimoniato dal buon andamento dell’avanzo primario, che anche nel 2014 sarà tra i più elevati della zona euro. Nell’ambito di un organico programma economico di riforme le principali misure delineate, il cui impatto sarà significativo già nel breve periodo, sono:
A tali proposte strutturali si affiancano misure immediate, in parte già attive, volte a dare risposte concrete ai cittadini. Tra queste in particolare:
Il quadro macroeconomico e le prospettive per la finanza pubblica
L’economia italiana è entrata in una fase di ripresa, contrassegnata in prospettiva da dinamiche abbastanza favorevoli del commercio estero e da una graduale stabilizzazione della domanda interna. Si proietta una crescita del PIL dello 0,8 per cento per l’anno in corso, con un graduale avvicinamento al 2,0 per cento nei prossimi anni. Nel 2014 l’indebitamento netto è previsto attestarsi al 2,6% del PIL per poi scendere all’1,8% nel 2015 e allo 0,9% nel 2016. L’avanzo primario in termini nominali aumenterà progressivamente, raggiungendo il 5,0 per cento nel 2018. Il rapporto debito/PIL inizierà a ridursi a partire dal 2015.
Misure per la crescita nel rispetto delle norme europee e nazionali
Già nel 2015 il bilancio strutturale raggiunge un sostanziale equilibrio (-0,1%). Il pieno conseguimento dell’obiettivo di pareggio nel 2016 rispetta i regolamenti europei ed è in linea con quanto previsto dalla normativa nazionale di recepimento delle disposizioni dettate a livello europeo.
Infatti la normativa nazionale prevede, in presenza di “eventi eccezionali” e di un processo importante di riforma, che il Governo, sentita la Commissione Europea, presenti al Parlamento una Relazione e una specifica richiesta di autorizzazione in cui sia indicata l’entità e la durata dello scostamento nonché sia definito un piano di rientro che permetta di convergere verso l’obiettivo di medio periodo (costituito per l’Italia appunto dal pareggio strutturale) entro l’orizzonte di programmazione del DEF. Le riforme strutturali, miglioreranno il tasso di crescita dell’economia italiana e comporteranno nel medio periodo un miglioramento strutturale del saldo di bilancio e della sostenibilità del debito pubblico nel tempo.
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Conferimento delle Deleghe della Presidenza del Consiglio
Il Presidente, sentito il Consiglio dei Ministri, ha conferito le deleghe di funzione, specificando le relative competenze, ai Ministri: Maria Elena BOSCHI (Riforme Costituzionali, rapporti con il Parlamento, programma di Governo), Maria Anna MADIA (Semplificazione e Pubblica Amministrazione), Maria Carmela LANZETTA (Affari Regionali e Autonomie).
Inoltre, al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano POLETTI sono state conferite le deleghe a Politiche giovanili, Servizio civile nazionale, Integrazione, Politiche per Famiglia.
Al Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio MARTINA, la delega ad Expo 2015.
Il Presidente del Consiglio ha dato comunicazione di aver delegato il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Graziano DELRIO alle Politiche di Coesione Territoriale e allo Sport; il sottosegretario Sandro GOZI alle Politiche Europee e al coordinamento, con il Ministro degli Affari Esteri,Federica MOGHERINI, delle attività inerenti il Semestre di presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea; il sottosegretario Luca LOTTI all’Informazione e Comunicazione del Governo, all’Editoria, alla Pianificazione, preparazione e organizzazione degli interventi connessi alle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, a Promozione e svolgimento di iniziative per le Celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione.
Restano al Presidente del Consiglio le funzioni in materia di Pari Opportunità, Politiche Antidroga, Protezione Civile, Programmazione della politica economica e Cipe e la Commissione Adozioni Internazionali.
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Su proposta del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, il Consiglio ha approvato il Piano di gestione dei bacini idrografici del distretto idrografico delle Alpi Orientali, adottato con deliberazione dei Comitati istituzionali delle Autorità di bacino dei fiume Adige, Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione.
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Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato d’emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi atmosferici verificatisi nella Regione Veneto tra il 30 gennaio ed il 18 febbraio di quest’anno, in attuazione, nei termini previsti, dell’articolo 3 della legge 50 del 2014.
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giovedì 10 aprile 2014
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI VARA IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA
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