Immigrazione
09.04.2014
Immigrazione, Alfano: «Italia sotto pressione, intervenga l'Europa»
Il ministro dell’Interno convoca al Viminale i vertici delle Forze dell’ordine dopo l'ultima ondata di sbarchi
sulle coste italiane. Salvati oltre 15.000 migranti negli ultimi sei mesi. Dalla Libia pronte a partire dalle
300 alle 600mila persone
«Oltre 4000 migranti sbarcati nelle ultime 48 ore, 1.300 sulle navi della Marina Militare, 16 avvistamenti di
barconi con richiesta di soccorso: si tratta di una progressione di eventi che allarma». Lo ha dichiarato
ieri il ministro dell'Interno Angelino Alfano al termine della riunione operativa sull'immigrazione che si è
svolta al Viminale in serata con tutte le forze che partecipano all'operazione Mare Nostrum: Forze
dell'ordine, Marina militare e Capitaneria di Porto.
«Si tratta di una situazione molto grave – ha proseguito Alfano - rispetto alla quale da parte dell'Unione
«Si tratta di una situazione molto grave – ha proseguito Alfano - rispetto alla quale da parte dell'Unione
europea non basta uno stanziamento di 80 milioni di euro per Frontex, l'Agenzia delle frontiere. L'Italia
spende ogni giorno 300mila euro, 9 milioni al mese, per soccorrere i migranti».
L'immigrazione, ha precisato il ministro, «sta profondamente cambiando profilo, vi è una connessione
L'immigrazione, ha precisato il ministro, «sta profondamente cambiando profilo, vi è una connessione
diretta tra l'instabilità politica nei Paesi del nord Africa e i flussi di migranti: più quei sistemi sono
stabili, più c'è possibilità di collaborazione per arrivare a degli accordi bilaterali. Ma, soprattutto, sono
sempre più i richiedenti asilo e protezione internazionale, rispetto ai migranti economici. Persone che
fuggono dalle guerre, che presentano una domanda e al quale il nostro paese è obbligato a dare
una risposta. Un fenomeno questo, destinato ad aumentare e al quale l'Italia non può far fronte da sola».
La meta finale della maggior parte dei migranti non è l'Italia, ha ribadito Alfano, ma altri Paesi dell'Ue, e
La meta finale della maggior parte dei migranti non è l'Italia, ha ribadito Alfano, ma altri Paesi dell'Ue, e
di ciò «abbiamo migliaia di prove e, dunque non solo va rivisto il trattato di Dublino, che carica tutti i
problemi sui Paesi di primo ingresso, ma Frontex ed Europol devono fare il loro lavoro, cioè difendere
una frontiera che non è italiana ma europea».
Alfano è poi intervenuto stamattina ai microfoni del Gr 1, «l'Italia, ha dichiarato, è sotto una pressione
Alfano è poi intervenuto stamattina ai microfoni del Gr 1, «l'Italia, ha dichiarato, è sotto una pressione
migratoria fortissima che arriva dalla Libia, dalle coste del paese nordafricano sono pronti a partire tra
i 300 e i 600 mila migranti. Oggi - ha concluso il ministro - stiamo facendo un'azione di soccorso che ci
rende campioni del mondo di soccorso in mare perché abbiamo salvato, con l'operazione Mare
nostrum, più di 15.000 vite da ottobre a oggi».
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