martedì 20 settembre 2016

Immigrazione: Arrigoni, sistema in tilt. Stop Invasione


Roma, 14 Sett. - " Nonostante l'accordo miliardario con la Turchia pare che molti immigrati percorrano ancora la rotta dei Balcani e arrivino in Italia soprattutto via terra attraverso l'Austria. Il numero di questi ingressi in Italia via terra, in barba al principio di Dublino sul primo approdo non è noto e questo è grave e sarebbe da sommarsi al dato ufficiale degli ingressi che è solo quello degli sbarchi via mare che - sottolineo - alla data del 12 settembreha raggiunto il numero di 126.931".
Così Paolo Arrigoni senatore leghista dopo l'audizione in Comitato Schengen del presidente della Commissione nazionale per il diritto di asilo Angelo Trovato.
"Dalla lettura dei dati aggiornati si conferma che i principali richiedenti asilo  in Italia (75.000 da inizio anno) riguardano nazionalità per i quali è minima la percentuale di riconoscimento dello status di rifugiato (il 3% su 12.291 richiedenti asilo nigeriani; il 4% su 10.209 richiedenti asilo Pakistani). Risultato: assistiamo pochi veri rifugiati e moltissimi clandestini. Il trend in preoccupante aumento degli assistiti  di cui solo il 5% ha diritto allo status di rifugiato, certifica il fallimento del Governo. È ora - conclude Arrigoni - che l'invasione sia finalmente bloccata

RIAFFERMIAMO I SIMBOLI DEL CRISTIANESIMO





 Al Comune di Grosseto lamaggioranza di centro destra, ha presentato e approvato una mozione per l’apposizione del crocifisso nell’aula consiliare. In un momento così delicato per l’Italia e l’Europa, dopo il barbaro omicidio del sacerdote cattolico in Francia, è davvero importante far capire a tutti quali sono i valori del popolo italiano, ovvero quei valori trascendenti e spirituali che fanno di una comunità una unica nazione

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Ue, Malan: “Ma quei documenti senza orizzonte Renzi li ha votati”



“Oggi Matteo Renzi attacca pesantemente quanto discusso nel vertice di Bratislava finito da due giorni. Parla di ‘documenti senza anima e senza orizzonte’ e di ‘conferenze stampa in cui non si dice nulla’. Peccato che quei documenti li abbia votati, come ha sottolineato ieri una nota del governo tedesco. Lo stesso presidente del consiglio ha detto poco fa che ‘fingere di essere d’accordo quando non lo si e’ non e’ serio’. A quanto pare e’ esattamente cio’ che ha fatto lui. Cosa ha ottenuto sugli immigrati? Nulla, eppure continuiamo ad andarli a prelevare in vista nella costa libica, aiutati anche da navi europee che ce li depositano tutti in Italia, benche’ questo non sia un obbligo comunitario. Nella roadmap di Bratislava che c’e’ scritto di concreto sull’economia, che cosa sulle regole violate dagli altri, come il surplus commerciale della Germania, punto di cui Renzi non parla neppure oggi? Nulla, eppure Renzi l’ha votato. L’unico risultato che ha ottenuto il nostro capo del governo e’ aver strappato qualche parola positiva di Angela Merkel sulla sua riforma costituzionale. Cio’ conferma che la riforma non e’ nell’interesse dell’Italia, ma solo di Renzi e di poteri cui non interessa il bene del popolo italiano”. Lo dice Lucio Malan, senatore di Forza Italia.

sabato 17 settembre 2016

USA: “E’ ora di chiarire i misteri dell’11 settembre”

RASSEGNA STAMPA

New York Times: “E’ ora di chiarire i misteri dell’11 settembre” 

 L’invito arriva direttamente dalle pagine del New York Times che, in un editoriale, racconta come, secondo alcuni componenti del Congresso, membri del governo saudita e al Qaida avrebbero partecipato al finanziamento della più grande operazione terroristica della storia. È ora di rendere pubbliche le 28 pagine calde redatte dalla commissione sull'11 settembre ancora coperte da segreto su ordine dell'allora presidente George Bush. L'invito arriva direttamente dalle pagine del New York Times che, in un editoriale, racconta come, secondo alcuni componenti del Congresso, membri del governo saudita e al Qaida avrebbero partecipato al finanziamento della più grande operazione terroristica della storia.


IN DIFESA DELLA LIBERTA

Il testo  del discorso pronunciato il 7 ottobre 2001 da George W. Bush alla nazione dopo il barbaro attacco alle Torri Gemelle

"Su mio ordine, le forze militari degli Stati Uniti hanno iniziato gli attacchi contro i campi di addestramento dei terroristi di Al Qaeda e contro le installazioni militari del regime dei Taleban in Afghanistan. Questa azioni attentamente mirate hanno come fine quello di distruggere l'uso dell'Afghanistan come base terroristica e di attaccare le capacità militari del regime dei Taleban. 

Più di 40 paesi in Medio Oriente, Africa, Europa e in Asia hanno dato la disponibilità dello spazio aereo o di terra. Molti di più hanno collaborato con informazion di intelligence. Siamo sostenuti dalla volontà collettiva del mondo. Più che due settimane fa, ho dato ai leader dei Taliban una serie di richieste chiare e specifiche: chiudete i campi di addestramento dei terroristi, consegnate i leader dell'organizzazione di Al Qaeda, e rilasciate gli stranieri, compresi i cittadini americani ingiustamente detenuti nel vostro paese.

Nessuna di queste richieste è stata accolta. E ora, i Taliban pagheranno un prezzo. Distruggendo i campi e rendendo inutilizzabili le comunicazioni, renderemo più difficile per l'organizzazione del terrore di addestrare nuove reclute e di coordinare i loro piani malvagi. All'inizio i terroristi possono rintanarsi in grotte sempre più profonde ed in altri luoghi fortificati per nascondersi. La nostra operazione militare mira ad aprire la strada per operazioni sostenute, a largo raggio e incessanti per stanarli e portarli davanti alla giustizia.

Nello stesso tempo il popolo oppresso dell'Afghanistan conoscerà la generosità dell'America e dei suoi alleati. Nel momento i cui colpiamo gli obiettivi militari, sganceremo anche cibo, medicine e rifornimenti per gli uomini, le donne e i bambini che patiscono la fame e soffrono in Afghanistan.

Gli Stati Uniti d'America sono amici del popolo afghano, e noi siamo amici di circa un miliardo di persone che nel mondo seguono la fede islamica. Gli Stati Uniti sono nemici di coloro che aiutano i terroristi e dei criminali barbari che profanano una grande religione commettendo crimini in suo nome.

Questa azione militare è parte della nostra campagna contro il terrorismo, un altro fronte nella guerra che è stata già ingaggiata attraverso la diplomazia, i sercizi segreti,il congelamento dei beni finanziari e l'arresto di noti terroristi da parte delle polizie di 38 paesi.

Data la natura e la portata dei nostri nemici, vinceremo il conflitto accumulando con pazienza successi, affrontando una serie di sfide con determinazione e volontà. Oggi ci concentriamo sull'Afghanistan, ma la battaglia è più ampia. Ogni nazione deve fare la sua scelta. In questo conflitto, non c'è un terreno neutrale. Se un governo aiuta i fuorilegge e gli assassini di innocenti, diventa fuorilegge e assassino. E intraprenderà una strada solitaria a suo proprio pericolo.

Vi sto parlando oggi dalla Treaty Room della Casa Bianca, un luogo dove i presidente americani hanno lavorato per la pace. Siamo una nazione pacifica. Ma, come abbiamo imparato, così improvvisamente e così tragicamente, non ci può essere pace in un mondo di improvviso terrore. Di fronte a questa nuova minaccia di oggi, la sola via di perseguire la pace è di perseguire coloro che la minacciano.

Non abbiamo cercato questa missione, ma ci impegneremo in pieno in essa.
Il nome dell'operazione militare di oggi è Libertà duratura. Noi difendiamo non solo la nostra preziosa libertà, ma anche la libertà di tutti gli altri popoli a vivere e e crescere i loro bambini liberi dalla paura.

Conosco molti americani che hanno paura oggi. E il nostro governo sta prendendo grandi precauzioni. Tutte le forze di sicurezza e i servizi segreti stanno lavorando in maniera aggressiva in America, nel mondo e a tempo pieno.
Su mia richiesta, molti governatori hanno attivato la Guardia Nazionale per rafforzare la sicurezza negli aeroporti. Abbiamo richiamato i riservisti per rinforzare la nostra capacità militare e la protezione della nostra patria.

Nei mesi futuri, la nostra pazienza sarà la nostra forza, pazienza per le lunghe file provocate dai controlli più stretti, pazienza e comprensione per il fatto che ci vorrà del tempo per raggiungere i nostri obiettivi, pazienza per tutti i sacrifici che dovremo fare.

Oggi, quei sacrifici sono fatti dai membri delle nostre forze armate che ci difendono così lontano da casa, e dalle loro famiglie orgogliose e preoccupate.

Un comandante in capo invia i figli degli Stati Uniti a combattere in terra straniera solo dopo la massima cura e una serie di preghiere. Abbiamo chiesto molto a chi indossa la nostra uniforme. Abbiamo chiesto loro di lasciare le persone amate, di percorrere lunghe distanze, di rischiare il ferimento, anche di essere preparati a compiere il sacrificio ultimo della loro vita. Si sono consacrati a questa missione con onore. Rappresentano il meglio del nostro Paese, e siamo loro grati. A tutti gli uomini e le donne del nostro esercito, a ogni marinaio, ogni soldato, ogni pilota, ogni Guardia costiera, ogni marine, dico questo: la vostra missione è definita. Gli obiettivi sono chiari. Il vostro obiettivo è giusto. Avete la mia piena fiducia e metterò a vostra disposizione ogni strumento di cui avrete bisogno per portare avanti la vostra missione. 

Recentemente, ho ricevuto una lettera toccante che dice molto sulle condizioni dell'America in questi momenti difficili, la lettera di una bambina delle elementari figlia di un soldato. "Per quanto non voglio che mio padre combatta - ha scritto - sono pronta a consegnarvelo". Questo è un regalo prezioso. Il più grande che potesse fare. Questa bambina sa che cosa vuol dire l'America. Dall'11 settembre, un'intera generazione di giovani americani ha raggiunto una nuova comprensione del valore di libertà, dei suoi costi, della missione e del suo sacrificio. La battaglia è ora ingaggiata su molti fronti. Non tergiverseremo, non ci stancheremo, non vacilleremo e non falliremo. La pace e la libertà avranno la meglio. Grazie. Che Dio benedica l'America.

 7 ottobre 2001

U.E. -La dichiarazione di Bratislava

Bratislava, 16 settembre 2016

La dichiarazione di Bratislava

Oggi ci riuniamo a Bratislava in un momento critico per il nostro progetto europeo. Il vertice di Bratislava dei 27 Stati membri è stato dedicato a una diagnosi comune dello stato dell'Unione europea e alla discussione del nostro futuro comune. Siamo tutti d'accordo sui seguenti principi generali.
Per quanto un paese abbia deciso di lasciare, l'UE resta indispensabile per tutti gli altri. Dopo le guerre e le profonde divisioni che hanno dilaniato il nostro continente, l'UE ha garantito pace e democrazia e ha consentito ai nostri paesi di prosperare. Molti paesi e regioni al di fuori dell'Unione faticano ancora solo per raggiungere tali traguardi. Siamo decisi ad assicurare il successo dell'UE a 27, sulla base di questa storia comune.
L'UE non è perfetta ma è lo strumento più efficace di cui disponiamo per affrontare le nuove sfide che ci attendono. Abbiamo bisogno dell'UE per garantire non solo la pace e la democrazia ma anche la sicurezza del nostro popolo. Abbiamo bisogno dell'UE per soddisfare meglio le sue esigenze e il suo desiderio di vivere, studiare, lavorare, spostarsi e prosperare liberamente in tutto il continente e beneficiare del ricco patrimonio culturale europeo.
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Dobbiamo migliorare la comunicazione reciproca - fra gli Stati membri, con le istituzioni dell'UE, ma soprattutto con i nostri cittadini. Dovremmo infondere maggiore chiarezza alle nostre decisioni. Utilizzare un linguaggio chiaro e onesto. Concentrarci sulle aspettative dei cittadini, mettendo in discussione con grande coraggio le soluzioni semplicistiche proposte da forze politiche estremiste o populiste.
A Bratislava ci siamo impegnati a offrire ai nostri cittadini nei prossimi mesi la visione di un'UE attraente di cui possano fidarsi e che possano sostenere. Siamo fiduciosi che avremo la volontà e la capacità di raggiungere questo traguardo.
Abbiamo accolto con favore il discorso sullo stato dell'Unione pronunciato dal presidente della Commissione.
Abbiamo proceduto ad un ampio dibattito sulle priorità essenziali per i mesi a venire. Su tale base il presidente del Consiglio europeo, la presidenza del Consiglio e la Commissione hanno proposto il seguente programma di lavoro (la "tabella di marcia di Bratislava").
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La tabella di marcia di Bratislava
I. Diagnosi e obiettivo generali
• Decisi ad assicurare il successo dell'UE a 27
• Molte sfide comuni ci attendono: cittadini preoccupati dalla percezione di una mancanza di controllo e da paure riguardo a migrazione, terrorismo e insicurezza economica e sociale. Necessità di affrontare in via prioritaria tali questioni nei prossimi mesi
• Lavorare insieme, l'UE a 27 ha i mezzi per far fronte a queste sfide. Siamo determinati a trovare soluzioni comuni anche in merito a questioni su cui siamo divisi; la priorità hic et nunc è mostrare unità e assicurare il controllo politico sugli sviluppi per costruire il nostro futuro comune
• Necessità di essere chiari su cosa può fare l'UE e cosa spetta agli Stati membri, per garantire la realizzazione delle nostre promesse
II. Migrazione e frontiere esterne
Obiettivo
• Non consentire mai la ripresa dei flussi incontrollati dello scorso anno e ridurre ulteriormente il numero dei migranti irregolari
• Assicurare il pieno controllo delle nostre frontiere esterne e tornare a Schengen
• Ampliare il consenso dell'UE sulla politica migratoria a lungo termine e applicare i principi di responsabilità e solidarietà
Misure concrete
a) pieno impegno ad attuare la dichiarazione UE-Turchia e sostegno continuo ai paesi del Balcani occidentali
b) impegno già da oggi di alcuni Stati membri a offrire assistenza immediata per rafforzare la protezione della frontiera bulgara con la Turchia e a continuare a sostenere gli altri Stati in prima linea
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c) prima della fine dell'anno, piena capacità di reazione rapida della guardia costiera e di frontiera europea, ora istituita ufficialmente
d) patti sulla migrazione per la cooperazione e il dialogo con i paesi terzi volti alla riduzione dei flussi di migrazione illegale e all'aumento dei tassi di rimpatrio, che saranno valutati dal Consiglio europeo di dicembre
e) prosecuzione dei lavori per ampliare il consenso dell'UE sulla politica migratoria a lungo termine, incluse le modalità di applicazione dei principi di responsabilità e solidarietà in futuro
III. Sicurezza interna ed esterna
- Sicurezza interna
Obiettivo
• Fare tutto il necessario per sostenere gli Stati membri nell'azione volta a garantire la sicurezza interna e nella lotta contro il terrorismo
Misure concrete
a) intensificazione della cooperazione e dello scambio di informazioni fra i servizi di sicurezza degli Stati membri
b) adozione delle misure necessarie per garantire che tutti coloro che attraversano le frontiere esterne dell'UE, compresi i cittadini degli Stati membri dell'Unione, siano oggetto di controlli basati sulle pertinenti banche dati, che devono essere interconnesse
c) avvio della creazione di un sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) per consentire i controlli preventivi e, se necessario, negare l'ingresso ai viaggiatori sprovvisti di visto
d) un impegno sistematico contro la radicalizzazione, che preveda anche espulsioni e divieti di ingresso ove giustificato, nonché il sostegno alle iniziative degli Stati membri dell'UE nel campo della prevenzione
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- Sicurezza esterna e difesa
Obiettivo
• In un contesto geopolitico complesso, rafforzare la cooperazione dell'UE nel campo della sicurezza esterna e della difesa
Misure concrete
a) Consiglio europeo di dicembre: decisione su un piano di attuazione concreto in materia di sicurezza e difesa e sui modi per utilizzare al meglio le possibilità offerte dai trattati, in particolare in materia di capacità
b) avvio immediato dell'attuazione della dichiarazione congiunta con la NATO
IV. Sviluppo sociale ed economico, giovani
Obiettivo
• Creare un futuro economico promettente per tutti, preservare il nostro modo di vivere e offrire migliori opportunità ai giovani
Misure concrete
a) in dicembre: decisione sull'estensione del Fondo europeo per gli investimenti strategici alla luce della valutazione
b) Consiglio europeo di primavera 2017: esame dei progressi realizzati in merito alle varie strategie del mercato unico (fra cui il mercato unico digitale, l'Unione dei mercati dei capitali, l'Unione dell'energia)
c) Consiglio europeo di ottobre: dibattito sui modi per garantire una politica commerciale incisiva che colga i benefici di mercati aperti, tenendo in considerazione nel contempo le preoccupazioni dei cittadini
d) in dicembre: decisioni sul sostegno dell'UE agli Stati membri nella lotta contro la disoccupazione giovanile e sui programmi rafforzati dell'Unione per i giovani

Nuovo documento di viaggio UE per facilitare il rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi

15-09-2016 -
 La proposta della Commissione europea per un documento europeo di viaggio standard che acceleri le procedure di rimpatrio di cittadini non UE che soggiornano irregolarmente negli Stati membri, e senza un documento d’identità valido, è stata approvata in via definitiva giovedì dal Parlamento. Nel testo si afferma che i Paesi terzi sono attualmente riluttanti nell’accettare i documenti di ritorno forniti dagli Stati membri, a causa dei diversi formati e di standard di sicurezza inadeguati. Durante i lavori legislativi, i deputati hanno rafforzato gli standard di sicurezza del documento e le garanzie tecniche, in modo da meglio garantire la sua accettazione da parte dei Paesi terzi. Il testo, redatto da Jussi Halla-aho (ECR, FI), è stato approvato con 494 voti favorevoli, 112 contrari e 50 astensioni. Halla-aho ha dichiarato che "il basso tasso di applicazione delle decisioni di rimpatrio mina seriamente la credibilità e la legittimità, agli occhi dei nostri cittadini, delle politiche europee di asilo e immigrazione. Incoraggia inoltre l'abuso dei sistemi di asilo in Europa. Mentre un modulo uniforme per il documento di viaggio europeo, per il rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi che soggiornano irregolarmente, non è una soluzione magica ma un passo nella giusta direzione, nel far rispettare la legislazione e le decisioni vigenti". I dati della Commissione europea, inoltre, indicano che meno del 40% delle decisioni prese dall'UE per il rimpatrio di cittadini di Paesi terzi sono state effettivamente portate a termine nel 2014. Sicurezza migliorata Il nuovo regolamento prevede un formato comune per il documento di viaggio europeo, aggiornando una raccomandazione non vincolante del Consiglio del 1994. Per combattere la contraffazione e la falsificazione, i modelli di dichiarazione armonizzati utilizzeranno gli stessi standard di sicurezza, come ad esempio le filigrane, in vigore dal 2002 per i visti d'ingresso rilasciati dai Paesi dell'UE ai residenti sprovvisti di documenti di viaggio validi. Prossime tappe Il progetto di regolamento deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio dei Ministri prima di entrare in vigore ed avrà effetto dal ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

UE -Il Dibattito sullo Stato dell'Unione 2016

14-09-2016 -
 Il populismo, la disoccupazione, l'ineguaglianza sociale rappresentano alcune fra le sfide fondamentali per l'UE, ha detto il Presidente della Commissione Juncker nel suo discorso annuale sullo Stato dell’Unione, mercoledì dinanzi al Parlamento europeo. La crisi dei rifugiati, la Brexit e la lotta al terrorismo sono stati altri temi discussi con i leader dei gruppi politici e gli altri deputati, i quali hanno espresso le loro idee su come affrontare le preoccupazioni dei cittadini per il futuro. Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, prima di dare la parola al Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, ha ricordato che il dibattito sullo Stato dell'Unione rappresenta un momento molto importante nel lavoro del Parlamento, specialmente in tempi in cui potremmo essere testimoni di cambiamenti fondamentali e a solo due giorni dal Vertice di Bratislava. Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha iniziato il suo discorso elencando le principali sfide che l’UE si trova ad affrontare oggi: frammentazione, populismo, disoccupazione e ineguaglianza sociale. "Il populismo non risolve i problemi, ma li crea", ha sottolineato. Per quanto riguarda la Brexit, ha dichiarato che "pur rammaricandoci, noi rispettiamo la decisione presa dal Regno Unito, ma l’UE in quanto tale non è a rischio. Saremmo felici di ricevere la richiesta che permetterebbe alla Brexit di essere quanto prima effettiva". Le nuove relazioni con il Regno Unito non includeranno un accesso "à la carte" al mercato unico. Juncker ha poi citato altre sfide che l'Europa deve affrontare: rapida ratifica dell'accordo sul cambiamento climatico, ulteriori accordi di libero scambio con Paesi terzi, come CETA, protezione dei dati, lotta contro l'evasione fiscale, costruzione di un’Unione dei capitale, accesso a internet ad alta velocità e maggiori investimenti per la creazione di posti di lavoro. Ha inoltre annunciato che l'importo del Fondo europeo di investimento strategico sarà raddoppiato. Per quanto riguarda la crisi dei rifugiati ha dichiarato che "abbiamo iniziato a vedere solidarietà, ma bisogna fare di più". Ha proposto la creazione di un corpo europeo di solidarietà composto da volontari e di un nuovo piano di investimenti per l'Africa. Per la lotta al terrorismo, ha sottolineato la necessità di intensificare lo scambio di informazioni tra le autorità di polizia nazionali e proposto, tra l'altro, il rafforzamento di Europol. In conclusione, ha annunciato una proposta per un Fondo europeo per la difesa. Leader dei gruppi politici (cliccare sul nome per l’intervento integrale ) Il leader del gruppo PPE Manfred Weber (DE), ha evidenziato che molti giovani europei che quest’estate hanno viaggiato attraverso l'Europa utilizzando il pass InterRail sono proEU. "Per la gioventù europea, Europa significa un futuro migliore" ha dichiarato. Ha aggiunto che “la Turchia rappresenta un partner importante, ma non potrebbe diventare un membro dell’UE a pieno titolo." Ha quindi concluso ricordando che "la gente in Europa non desidera un'Europa divisa, esige soluzioni". Il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT) ha innanzitutto ringraziato Juncker per le risposte positive alle proposte del suo gruppo su crescita sostenibile, piano di investimenti, posti di lavoro e lotta contro l'evasione fiscale. Il discorso di Juncker è stato "consapevole e responsabile", ha proseguito, accogliendo la flessibilità e la mancanza di riferimenti all’austerità. Per quanto riguarda la Brexit ha sottolineato la necessità per l’UE di reagire, 1/3 dopo che il Primo ministro britannico Theresa May ha tenuto l'Unione europea "in scacco" per i tre mesi. Per il gruppo ECR, Syed Kamall (UK) ha dichiarato che "più Europa, più integrazione militare e più debiti" hanno separato i cittadini comunitari". “Respingere le legittime preoccupazioni della gente, spingerà gli elettori verso forze politiche radicali", ha previsto, suggerendo che "l’UE potrebbe fare di meno, ma meglio [...] per rispondere ai nuovi segnali, varare riforme significative che ci aiutino a competere e fornire opportunità per i nostri cittadini nel mondo globalizzato". Il leader del gruppo ALDE Guy Verhofstadt (BE) ha dichiarato che vi è una spaccatura generazionale in Europa, con i più giovani in favore e i più anziani tra gli scettici. "I populisti predicano un falso senso di sicurezza, con muri e recinzioni come soluzione di tutti i problemi, ma come si fa a tenere fuori dal vostro Paese il cambiamento climatico o i terroristi? Con le recinzioni o con le politiche europee?" ha chiesto, aggiungendo che "l'Europa è la cura per il cancro del nazionalismo" e che la Brexit rappresenta un'opportunità per l'Europa. "Sono sempre i cittadini a essere gravati dai debiti", ha dichiarato Gabriele Zimmer (GUE/NGL, DE). "Continuiamo a parlare di flessibilità e di posti di lavoro, ma come possono crederci i cittadini?" ha chiesto, affermando poi che la priorità dovrebbe essere quella di garantire che i cittadini europei abbiano "posti di lavoro adeguati e luoghi adeguati per vivere". Ha inoltre dichiarato che l'UE deve essere più democratica. Rebecca Harms (Verdi/ALE, DE) ha sottolineato che l'UE è una risposta ai tempi incerti della globalizzazione e ha chiesto nuove azioni che potrebbero dare ai cittadini "rinnovata fiducia in un nuovo percorso comune europeo". Ha anche invocato un’Unione sul clima e una rapida ratifica dell’accordo sul clima di Parigi. Il leader del gruppo EFDD, Nigel Farage (UK) ha ribadito di essere contento del voto del Regno Unito per l’uscita dall’UE. Ha poi predetto una rapida crescita dei partiti d’opposizione in Europa, affermando che "non potrete fermare i Paesi dell'Europa orientale che dicono no alla politica della Merkel sui rifugiati" e che ci potrebbero essere altri referendum in Europa. Per Marine Le Pen (ENF, FR) il discorso di Jean-Claude Juncker è stato "insipido e errato", praticamente "un funerale dell'UE". "La Brexit ha davvero sfatato un tabù, dimostrando che si può lasciare l'UE e venirne fuori meglio" ha aggiunto. Rispondendo ad una domanda, ha dichiarato che proporrà un referendum sulla “Frexit”, qualora fosse eletta Presidente della Francia nel 2017. Diane Dodds, deputato non iscritto del Regno Unito, spera che dopo la Brexit "l’UE e il Regno Unito possano definire e costruire nuove relazioni reciprocamente vantaggiose". Presidenza slovacca L'Unione europea si trova ad affrontare sfide senza precedenti, ma prima di tutto deve combattere l'incertezza, ha sottolineato Ivan Korčok, Segretario di Stato del Ministero degli affari esteri ed europei slovacco. Il Vertice di Bratislava del 16 settembre sarà "l'occasione per una discussione franca e aperta" in seguito al referendum del Regno Unito e "darà il via a un processo" per trovare "un terreno comune" su "migrazione, sicurezza interna ed esterna". Interventi dei deputati italiani (cliccare sul nome per l’intervento integrale) Laura Ferrara (EFDD) ha detto che “l’Europa di cui il Presidente Juncker ci ha parlato è distante dall’Europa attuale (...). Non garantisce crescita economica a tutti gli Stati membri”. Le lobby condizionano i processi decisionali, smantellano le conquiste dello Stato sociale, determinano povertà, accrescono diseguaglianze sociali e creano difficoltà al mercato del lavoro, ha concluso. Matteo Salvini (ENF) ha parlato di “un’ennesima farsa, le ennesime parole al vento”, in riferimento al discorso di Juncker. Salvini ha poi detto che il problema non è il populismo, Comunicati stampa 20160909IPR41712 - 2/3 ma i 3.000 morti nel Mediterraneo e i 26 milioni di disoccupati. “Il vero problema per 500 milioni di europei è rappresentato dal terrorismo islamico che voi state finanziando e alimentando con le folli sanzioni contro la Russia, con l’accordo con la Turchia che in cambio non ci dà nulla”, ha detto. Lorenzo Cesa (PPE), rivolgendosi a Juncker, ha dichiarato “le sue parole ci fanno intravedere una luce dopo una lunga crisi. Veniamo da un no secco all’UE da parte di un grande Stato da cui ci aspettiamo e chiediamo responsabilità”. Cesa ha poi chiesto alla Commissione e al Consiglio “un salto di qualità su quattro priorità: sicurezza, immigrazione, lotta alla disoccupazione soprattutto quella giovanile e tutela del risparmio”. Patrizia Toia (S&D) ha detto che dalle scelte che saranno effettuate in questo preciso momento storico, si capirà “se l’Europa avrà saputo rinascere o avrà imboccato l’inesorabile via della dissoluzione”. Ha poi sottolineato che ci sono due priorità che l’UE deve affrontare: una maggiore equità fiscale e l’equità sociale, attraverso il sussidio UE per i disoccupati proposto dal ministro Padoan. “Facciamo diventare questa proposta una nuova stella della politica europea”, ha concluso. Replica del Presidente della Commissione Il Presidente della Commissione Juncker, rispondendo ai deputati, ha spiegato che sono in corso intensi negoziati con la Turchia sulla liberalizzazione dei visti, ma che tutte le condizioni devono essere soddisfatte prima che diventi realtà. La legislazione sul terrorismo, per esempio, deve essere cambiate. Per quanto riguarda il pilastro sociale, la Commissione sta attualmente preparando una consultazione pubblica.

I deputati esortano i Paesi dell'UE ad accogliere più richiedenti asilo provenienti da Italia, Grecia e Turchia

15-09-2016
 Con la votazione di giovedì, i deputati hanno affermato che i Paesi dell'UE devono onorare gli impegni presi e accettare i rifugiati trasferiti dalla Grecia e dall'Italia per alleviare la pressione migratoria su questi due Paesi "in prima linea" e, allo stesso tempo, scoraggiare gli arrivi irregolari, aprendo vie legali e sicure verso l'UE. In una risoluzione non vincolante, approvata con 470 voti a favore, 131 contrari e 50 astensioni, il Parlamento boccia la proposta della Commissione europea di utilizzare 54.000 posti, originariamente destinati alla ricollocazione di richiedenti asilo da Grecia e Italia in altri Stati membri dell'UE, per il reinsediamento dei rifugiati siriani dalla Turchia all’UE, in linea con l'accordo di migrazione concordato tra i leader della Turchia e dell’UE lo scorso marzo. Secondo la proposta della Commissione, i Paesi dell'UE potrebbero dedurre il numero di rifugiati siriani che necessitano di protezione internazionale che arrivano dalla Turchia da quello dei richiedenti asilo che i Paesi comunitari si sono impegnati a trasferire dalla Grecia e dall'Italia. L'accordo tra i leader della Turchia e dell’UE prevede che l'Unione europea accolga un rifugiato siriano dalla Turchia per ciascun cittadino siriano inviato dalle isole greche alla Turchia. Nel dibattito in plenaria, la relatrice Ska Keller (Verdi/ALE, DE) ha sottolineato che lo schema di ricollocazione rappresenta un vero e proprio strumento di solidarietà che “deve essere rafforzato e non reso meno efficace”. Il problema, ha aggiunto, è rappresentato dal fatto che gli Stati membri “semplicemente non stanno attivandosi a sufficienza” e alcuni Paesi non hanno ancora accolto nemmeno un rifugiato. Il testo chiede inoltre che anche per i rifugiati afgani, iracheni e eritrei sia possibile essere ricollocati all'interno dell'UE. Nel 2015, gli afghani sono stati il secondo maggior gruppo di richiedenti asilo che ha raggiunto l'UE, con un numero senza precedenti di circa 180.000, molti dei quali erano minori non accompagnati con esigenze di protezione speciale. Sostenere Italia e Grecia Nel testo redatto da Ska Keller, il Parlamento rileva che il regime di trasferimento intra-UE non deve essere confuso con quello della ricollocazione che riguarda un Paese non UE. "Il reinsediamento non deve avvenire a scapito della ricollocazione”. I deputati sottolineano che la necessità di trasferimento di emergenza dalla Grecia e dall'Italia verso altri Stati membri dell'UE resta elevata, vista l’urgente situazione umanitaria in Grecia e il rischio di deterioramento in Italia. I deputati sottolineano che, nonostante i paesi UE abbiano deciso di ricollocare 160.000 richiedenti asilo entro due anni (due decisioni distinte sono state prese nel 2015, per 40.000 e 120.000 posti, rispettivamente), solo una piccola percentuale di persone è stata finora ricollocata (vedi dati aggiornati). Esortano quindi i Paesi dell'UE a mettere a disposizione almeno un terzo dei loro luoghi di ricollocazioni promessi entro il 31 dicembre 2016.