mercoledì 28 settembre 2011

La legge sulle intercettazioni è bene avviata

BUONGOVERNO: La legge sulle intercettazioni è bene avviata



27 settembre 2011 ore 16:14 La legge sulle intercettazioni uscito dal Senato, e che questa settimana torna in aula alla Camera, ha subìto diverse correzioni rispetto al testo originario. Eccole.



Si potranno pubblicare almeno per riassunto gli atti di un processo non più segreti. Divieto, invece, per i testi delle intercettazioni. Di cui non si potrà più né scrivere né parlare, né per riassunto, né nel contenuto, fino al termine delle indagini preliminari. Vietata la pubblicazione di tutto quello che riguarda fatti e persone estranee alle indagini. Vietata la pubblicazione degli atti e delle intercettazioni destinate ad essere distrutte. Chi pubblicherà un brogliaccio, a prescindere da cosa contenga, sarà punito con un mese di carcere e la multa fino a 10mila euro.

Gli editori rischieranno fino a 450mila euro. Carcere fino a tre anni per chi pubblica intercettazioni destinate a essere distrutte. Oltre all’indagine penale, si potrà incorrere nella sospensione cautelare fino a tre mesi. Se si tratta di impiegati dello Stato si tratterà di una sospensione dal servizio, se si tratta di giornalisti la sospensione dalla professione.



Terminato il periodo di durata massima delle intercettazioni telefoniche (75 giorni), il pm potrà chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se dovesse avvertire il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale. Se un pm rilascia dichiarazioni sul processo o viene indagato per violazione del segreto, potrà essere sostituito.

Vietata la pubblicazione dei nomi e delle foto dei magistrati per quanto riguarda i provvedimenti che gli sono affidati.

Per chiedere un’intercettazione telefonica o visiva e i tabulati serviranno "sufficienti indizi di reato" per i delitti di mafia e di terrorismo o "gravi indizi di reato" per tutti gli altri crimini. Le utenze devono appartenere ai soggetti indagati o dimostrare per gli altri che "sono a conoscenza dei fatti per cui si procede".



Ad autorizzare il pm, per ogni richiesta o proroga, che dovrà far sottoscrivere dal procuratore capo, sarà il tribunale collegiale del capoluogo di distretto cui dovrà inviare ogni volta tutte le carte.

E’ prevista una pena da sei mesi fino a quattro anni di carcere per chi effettua in modo fraudolento riprese o registrazioni di conversazioni a cui partecipa o comunque effettuate in sua presenza. C’è una clausola di salvaguardia per i servizi segreti. Esclusi, dopo molte polemiche, i giornalisti.

La legge non si applicherà ai processi in corso nei quali siano già state richieste e autorizzate delle intercettazioni. Tutti gli atti compiuti fino al momento della sua entrata in vigore, ascolti compresi, saranno salvi.

BERLUSCONI: Mi dimetto solo se mi sfiduciano

BERLUSCONI: Mi dimetto solo se mi sfiduciano


"Ogni giorno i comunisti chiedono al governo di fare un passo indietro. Stiano tranquilli: noi non ci dimetteremo se non con un voto di sfiducia del Parlamento. Cosa che noi ci sentiamo di escludere". Lo ha affermato il Presidente Berlusconi in collegamento telefonico con il Pdl di Cuneo: "Sono assolutamente convinto che alla prossima scandenza elettorale il Pdl si presentera’ con le carte in regola per avere di nuovo il mandato dai cittadini a governare il Paese".

n nuovo mandato da ’guadagnare’ nella parte finale della legislatura realizzando le riforme promesse dal ’94 ma non realizzate per via degli ostacoli posti da ex-alleati, quali Casini prima e Fini poi. Un assaggio gia’ la prossima settimana: il governo "lavora sodo" e "in settimana esamineremo le misure per la crescita’ e lo sviluppo", ha sottolineato Berlusconi, elencando una serie di titoli dalle liberalizzazioni alle grandi opere.

E poi il tema della giustizia. Quello che serve subito, e’ "una legge sulle intercettazioni per tornare ad essere un paese civile libero, oggi non lo siamo. Quando chiamate al telefono, sentite la morsa dello stato di polizia. I cittadini sentono che c’e’ uno Stato che non tutela piu’ la nostra privacy".

Quanto alla dismissione del patrimonio pubblico, in chiave di riduzione del debito, il premier ha annunciato che giovedi’ al ministero dell’Economia e’ in programma un seminario ad hoc, voluto dal titolare Giulio Tremonti, per portare allo stesso tavolo le principali banche (commerciali e d’affari), le compagnie di assicurazione, i fondi di investimento, i fondi sovrani e i fondi immobiliari, italiani e internazionali. Sotto i riflettori ci saranno immobili, concessioni statali, utilities, ma anche terreni, fabbricati, caserme. Gli incassi delle dismissioni, di regola, vengono destinati all’abbattimento dello stock del debito pubblico: ecco perche’ un intervento serio sulla getione del patrimonio pubblico puo’ aiutare non poco ad accelerare la discesa del debito/Pil verso quota 100%.


BERLUSCONI: Nessun passo indietro. Parlero' al Paese

"Quando sarà finita questa storia, quando tutte le carte di questi magistrati che agiscono fuori dalla legge saranno sul tavolo allora si saprà chi ha avuto torto e ragione, allora sarà il momento di dire la verità al Paese e alla stampa internazionale, farò una serie di comunicazioni e mi sto preparando ". Lo ha affermato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un colloquio con Corriere della sera.

"Il ministro della Giustizia e il Csm a dover intervenire su una vicenda che si è svolta interamente fuori dalle regole, basti pensare che senza competenza i pm di Napoli hanno persino arrestato due persone accusandole di estorsione, senza ascoltare la presunta vittima del reato, ovvero il sottoscritto. C’è stato e c’è ancora un attacco dei pm contro di me e ancora nessuno ha detto una parola.

Con Napolitano abbiamo parlato di cose concrete, di Bankitalia, del lavoro che stiamo predisponendo sul versante della crescita, altro che passo indietro, io sono al lavoro e ho una maggioranza, tutto il resto sono cose che non esistono".






BERLUSCONI AL FOGLIO: Vogliono fare della mia vita un reato

Lettera di Silvio Berlusconi a "Il Foglio" del 17 settembre 2011

Caro direttore,

è vero, come Lei scrive, che il mio comportamento, così come descritto dai giornali in questi giorni, appare scandaloso. Ma il mio comportamento non è stato assolutamente quello che viene descritto ed io Le confermo, come ho già avuto modo di dirLe, che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi. E’ invece, per fare un esempio, del tutto inaccettabile e addirittura criminale che persone che sono solo state presenti a mie cene con numerosi invitati siano marchiate a vita come “escort”. Mi dispiace anche, per fare un altro esempio, dei falsi pettegolezzi che sono stati creati grazie ai soliti brogliacci telefonici sulla signora Arcuri, che è stata invece mia ospite inappuntabile in Sardegna e a Palazzo Grazioli.



Non ho affatto intenzione di respingere una richiesta di testimonianza, che è mio interesse rendere, tanto che ho già inviato una dichiarazione scritta ma che ha, così come congegnata, l’aria di un trappolone politico-mediatico-giudiziario. Pretendo però come ogni cittadino che i magistrati rispettino anche loro la legge. Da tre anni sono sottoposto a un regime di piena e incontrollata sorveglianza il cui evidente scopo è quello di costruirmi addosso l’immagine di ciò che non sono, con deformazioni grottesche delle mie amicizie e del mio modo di vivere il mio privato, che può piacere o non piacere, ma che è personale, riservato e incensurabile. Il problema però è che da tre anni è in atto un mascalzonesco tentativo di trasformare la mia vita privata in un reato. Ed è questo uno scandalo intollerabile da parte di un circuito mediatico e giudiziario completamente impazzito di cui nessuno sembra preoccuparsi e di cui nessuno si scusa.



Questo incommensurabile scandalo non riguarda solo me. Decine, centinaia di persone sono esposte al ludibrio e al linciaggio, senza alcuna remora sia quando si tratti di gente comune o di personalità della vita pubblica e di questioni di bottega domestica sia perfino quando si tratti di vicende che determinano lo status del Paese sulla scena internazionale. Non è mai successo prima.



Nessun uomo di Stato è stato fatto oggetto di una aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine come quella a cui sono stato sottoposto io. È un trattamento inaccettabile, che si accompagna a una campagna di delegittimazione che punta a scardinare il funzionamento regolare delle istituzioni per interessi fin troppo chiari. La campagna si è intensificata quando ho vinto le elezioni per la terza volta, quando il sistema è stato semplificato e reso più trasparente in senso bipolare, quando si è capito che era alle porte una legislatura aperta alle riforme necessarie alla crescita di questo Paese e alla sua modernizzazione. Missione difficile per la quale ho cercato di mettere in campo gente nuova, estranea ai vecchi giochi dell’establishment, gente giovane e votata al “fare”. Questa campagna non è mai finita, si è nutrita di attacchi a me, al mio partito, ai miei uomini, ai miei ministri, alla generazione di giovani che ho promosso in politica, e si è sparso su tutti il magma eruttivo dello scandalismo per ridurre in cenere una alta popolarità e una grande speranza. Sfruttando ogni aspetto della mia vita privata e della mia personalità, cercando di colpirmi definitivamente con mezzi diversi da quelli della critica politica e della verifica elettorale.



Lei dice bene: Berlusconi è uno scandalo permanente, perché è scandalosa la pretesa di governare stabilmente un Paese con il mandato degli italiani, è scandaloso che un imprenditore rubi il mestiere a una classe politica fallimentare, è scandalosa la pretesa di fronteggiare la grande crisi mondiale con mezzi e con propositi diversi da quelli tradizionali. Ho presentato il mio governo alle Camere nel 2008 chiedendo uno sforzo comune per la crescita e proponendo una fase nuova e pacificata nella vita nazionale dopo le drammatiche divisioni del passato e l’imbarbarimento del linguaggio e dei metodi politici. Ho cercato di fare il mio dovere e di riunificare il Paese, come con il discorso di Onna il 25 aprile. Ho ammonito tutti, nel gennaio di quest’anno, sulla necessità di arrivare alla primavera-estate, mentre nuove regole e parametri incombevano sul sistema finanziario europeo e mondiale, con la più grande frustata della storia al cavallo dell’economia.



Non tutto quello che in politica si vuole è poi possibile ottenerlo, e non nego anche miei possibili errori. Ma l’obiettivo di distruggere un uomo politico e una leadership, usando mezzi impropri e di dubbia legalità, come ha fatto e fa il circuito mediatico-giudiziario, costituisce un tentativo che sa di profonda, radicale ingiustizia e che va combattuto per la libertà di ciascuno di noi.



Io non mollo, caro direttore. Per quanto lo spionaggio sistematico e l’accanimento fazioso mi abbiano preso di mira, e con me vogliano arrivare a pregiudicare l’autonomia e la sovranità del Parlamento e del popolo elettore, c’è ancora in questo Paese, in questa Italia che amo e che è stata divisa da una partigianeria senza principi, un’opinione pubblica, un insieme di persone e di gruppi leali allo spirito repubblicano, una maggioranza di italiani che non sono disponibili ad avventure e a nuovi ribaltoni decisi nei salotti, nelle redazioni e in certi ambienti giudiziari.



Il mio appello è a tutte le persone e le forze responsabili, e non deriva da interesse personale. È un appello in nome dei valori di libertà, di autonomia e di indipendenza dell’individuo di fronte allo Stato, un monito che viene raccolto ogni giorno da molti e il cui frutto sarà pronto per il giudizio dei cittadini quando si terranno, nel 2013, le prossime elezioni politiche.



Alcuni circoli mediatico-finanziari anglofoni mi hanno giudicato inadatto a governare l’Italia ma gli italiani sono stati di diverso parere, e ho dalla mia, dal tempo in cui entrai in politica, risultati che saranno scritti nei libri di storia. Saranno ancora una volta gli italiani, e poi gli storici, a dare il loro giudizio su un Paese in cui si fanno centomila e poi altre centomila intercettazioni ancora per devastare attraverso i media il lavoro quotidiano di chi ha avuto l’investitura democratica per guidare l’Italia in questi anni difficili.



di Silvio Berlusconi

BERLUSCONI: Molti ambienti pensano a sabotare

BERLUSCONI: Molti ambienti pensano a sabotare


"Governare l’Italia in mezzo alla crisi mondiale e’ particolarmente difficile, mentre ci sono molti ambienti, giudiziari, politici e giornalistici, che lavorano per distruggere, calunniare, sabotare invece che per costruire nel comune interesse della nostra Italia". Lo scrive il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio a don Pierino Gelmini.

Purtroppo quest’anno non posso essere ad Amelia a festeggiare con te e i tuoi ragazzi l’anniversario dell’apertura della vostra Casa e il premio Madonna del Sorriso del quale avete voluto farmi l’onore di insignirmi in passato. Avrei davvero bisogno di essere con voi, di sentire da vicino il vostro entusiasmo e il vostro sostegno, in una fase politica nella quale governare l’Italia in mezzo alla crisi mondiale e’ particolarmente difficile, mentre ci sono molti ambienti, giudiziari, politici e giornalistici, che lavorano per distruggere, calunniare, sabotare invece che per costruire nel comune interesse della nostra Italia.

Voi siete molto diversi da tutto questo. Siete l’esempio di come si possa lavorare per il bene, anche in mezzo alle difficolta’ e qualche volta alle persecuzioni, di come l’impegno costante, unito alla fede in Dio, possa fare veri e propri miracoli. E tutto questo attraverso una responsabilizzazione che ha reso gli ospiti della comunita’ davvero protagonisti di un lavoro comune. Ecco, e’ proprio questo richiamo allo spirito di responsabilita’ individuale, al grande valore e alle infinite potenzialita’ di ogni persona, che considero fondamentale, e che mi fa sentire molto vicino a voi per cultura e convinzioni profonde. Una vicinanza che restera’ intatta anche per il futuro. E’ con questi sentimenti, caro don Pierino, che auguro a te e a tutti coloro che ti sono intorno successi ancora maggiori e frutti sempre piu’ copiosi del vostro impegno solerte e generoso".


BONDI: La Chiesa deve offrire una guida lontana da ogni tentazione politicista
"Ho letto e riletto la prolusione del cardinal Bagnasco e, con la massima umilta’, mi permetto di affermare di non essere d’accordo, almeno nel metodo, con il presidente della Cei.

Bagnasco si e’ pronunciato sulla delicata e difficile situazione in cui versa la societa’ italiana, alle prese con una crisi economica internazionale, e sulle qualita’ e le capacita’ della classe politica, nel suo complesso, di farvi fronte in maniera adeguata. Il punto e’ che lo ha fatto addivenendo a conclusioni che sono apparse unilaterali, prestando il fianco inevitabilmente a strumentalizzazioni di ogni sorta, prendendo evidentemente per buone delle premesse che sono invece a tutt’oggi delle semplici accuse non dimostrate, risultanti peraltro da una prassi illiberale e sconcertante di entrare illegalmente nella vita privata delle singole persone. Lo ripeto: un vero rinnovamento spirituale e morale della nostra societa’, rispetto al quale la Chiesa ha il dovere di offrire una guida illuminata e specchiata, sara’ tanto piu’ profondo e veritiero quanto piu’ maturera’ lontano da ogni ipocrisia moralistica e da ogni tentazione politicista". Lo ha affermato, in una nota, il coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi.

lunedì 19 settembre 2011

In Germania il partito degli euroscettici avrebbe il 40% dei voti

la ns/ rassegna stampa

da IL TEMPO  del 19.09.2011

In Germania il partito degli euroscettici avrebbe il 40% dei voti


Un sondaggio dell'Istituto Emnid per il domenicale "Bild am Sonntag" rivela che se spuntasse fuori un partito di euroscettici, il 40% dei tedeschi sarebbe pronto a dargli consenso.

La delusione dei tedeschi nei confronti dell'euro sta assumendo proporzioni allarmanti. Un sondaggio dell'Istituto Emnid per il domenicale "Bild am Sonntag" rivela che se in Germania spuntasse fuori un partito di euroscettici, il 40% dei tedeschi sarebbe pronto a votarlo. A voltargli invece le spalle sarebbe il 52%. Un tedesco su due (50%) dichiara inoltre che sarebbe favorevole all'esistenza di una formazione politica con un atteggiamento critico nei confronti della moneta unica, mentre di avviso diverso sarebbe il 44% del campione. Intanto in un'intervista al settimanale "Der Spiegel" il governatore della Baviera, Horst Seehofer (Csu), dichiara che, se il governo ed il parlamento greco non riusciranno a realizzare i piani di riforma promessi, "un'uscita della Grecia dall'Eurozona è concepibile.

Moody's non boccia e delude il Corsera

FATTI & MISFATTI: Moody's non boccia e delude il Corsera



La decisione di Moody’s di rinviare ogni decisione sul rating dell’Italia è apparsa più che ragionevole a tutti gli analisti, che l’hanno collegata alla necessità di prendere tempo per valutare gli effetti della manovra del governo e la situazione fluida dei mercati nel contesto europeo e mondiale. Soltanto Il Corriere della Sera, in un articolo apparso ieri, getta inutile benzina sul fuoco scrivendo che in realtà le esitazioni di Moody’s sarebbero propedeutiche alla decisione di annunciare un doppio declassamento dell’Italia, insomma la sua retrocessione di due gradini di giudizio e non di uno solo.

Un’interpretazione che, oltreché isolata, appare avventurosa, inutilmente allarmistica, ma certamente anche non disinteressata alla luce della forsennata campagna antigovernativa condotta in questi ultimi tempi dal quotidiano di via Solferino, che come buca delle poste al servizio delle Procure non vuole essere da meno di Repubblica e sforna paginate su paginate di intercettazioni.

Il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria i cui vertici non sono certo teneri con il governo, a proposito della decisione di Moody’s si è espresso ben diversamente, sottolineando che:

il timing di un annuncio sarebbe stato sbagliato, vista la manovra appena approvata;

che l’eventuale downgrading, con le recenti tempeste dei mercati, è stato già scontato dagli operatori e quindi già incorporato nei prezzi;

che le agenzie di rating non hanno più la credibilità di cui godevano (ingiustamente) tempo addietro;

che infine nella sua nota Moody’s non fa esplicito riferimento a particolari problemi dell’Italia ma piuttosto inquadra il tema del debito del nostro Paese nel contesto europeo.

Ci pensa il Corrierone (o Corrierino?) invece a decidere che "il declassamento non è necessariamente di un solo gradino, ma di due". E che in questo senso "il linguaggio dei tecnocrati del rating è chiaro". Tanto chiaro che ad interpretarlo così c’è soltanto via Solferino. Dove, in questi tempi di mercati nevrotici e impazziti, la cautela dovrebbe fare premio su ogni cosa. Anche sugli interessi economici e le attese politiche dell’editore.

QUAGLARIELLO: Contro il premier attentato al diritto di difesa

QUAGLARIELLO: Contro il premier attentato al diritto di difesa

"Nel tentativo di liquidare Silvio Berlusconi, e con lui una storia di diciassette anni come evidenziato dal segretario Alfano, fra le innumerevoli illegalita’ e violazioni delle regole stiamo assistendo a un vero e proprio attentato allo Stato di diritto e alla sacralita’ del diritto di difesa".

Lo ha affermato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato riferendosi alle intercettazioni depositate al Tribunale di Bari a chiusura del’ inchiesta su Tarantini e le escort. Quagliariello ha criticato "la grande stampa che santifica chi calpesta ogni regola e mette alla gogna gli uffici giudiziari che semplicemente rispettano la legge e lo fanno verso ogni colore politico. Assistiamo in queste settimane a un ulteriore e sistematico smantellamento delle garanzie del procedimento penale.

Dalla custodia cautelare al rapporto tra assistito e difensore, dallo status di testimone, parte lesa o indagato alla competenza territoriale: la puntuale disamina svolta dall’Unione delle Camere Penali a partire dall’inchiesta di Napoli sul caso Tarantini evidenzia la gravita’ della situazione e deve essere presa nella massima considerazione, anche laddove sollecita senza giri di parole la classe politica a procedere lungo la strada delle riforme per sottrarre il sistema penale all’arbitrio e alla sostanziale ingiustizia. Ha ragione Mario Sechi sul Tempo di oggi l’offensiva in corso va ben al di la’ del momento contingente. Non e’ un problema che riguarda una sola persona, e far finta di niente significherebbe condannare l’Italia per i decenni a venire".

BERLUSCONI: NON HO NULLA DI CUI VERGOGNARMI

 la lettera inviata da Silvio Berlusconi al direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara.


Caro direttore,
è vero, come Lei scrive, che il mio comportamento, così come descritto dai giornali in questi giorni, appare scandaloso. Ma il mio comportamento non è stato assolutamente quello che viene descritto ed io Le confermo, come ho già avuto modo di dirLe, che non ho fatto mai nulla di cui io debba vergognarmi. E' invece, per fare un esempio, del tutto inaccettabile e addirittura criminale che persone che sono solo state presenti a mie cene con numerosi invitati siano marchiate a vita come “escort”. Mi dispiace anche, per fare un altro esempio, dei falsi pettegolezzi che sono stati creati grazie ai soliti brogliacci telefonici sulla signora Arcuri, che è stata invece mia ospite inappuntabile in Sardegna e a Palazzo Grazioli.

Non ho affatto intenzione di respingere una richiesta di testimonianza, che è mio interesse rendere, tanto che ho già inviato una dichiarazione scritta ma che ha, così come congegnata, l’aria di un trappolone politico-mediatico-giudiziario. Pretendo però come ogni cittadino che i magistrati rispettino anche loro la legge. Da tre anni sono sottoposto a un regime di piena e incontrollata sorveglianza il cui evidente scopo è quello di costruirmi addosso l’immagine di ciò che non sono, con deformazioni grottesche delle mie amicizie e del mio modo di vivere il mio privato, che può piacere o non piacere, ma che è personale, riservato e incensurabile. Il problema però è che da tre anni è in atto un mascalzonesco tentativo di trasformare la mia vita privata in un reato. Ed è questo uno scandalo intollerabile da parte di un circuito mediatico e giudiziario completamente impazzito di cui nessuno sembra preoccuparsi e di cui nessuno si scusa.


Questo incommensurabile scandalo non riguarda solo me. Decine, centinaia di persone sono esposte al ludibrio e al linciaggio, senza alcuna remora sia quando si tratti di gente comune o di personalità della vita pubblica e di questioni di bottega domestica sia perfino quando si tratti di vicende che determinano lo status del Paese sulla scena internazionale. Non è mai successo prima.



Nessun uomo di Stato è stato fatto oggetto di una aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine come quella a cui sono stato sottoposto io. È un trattamento inaccettabile, che si accompagna a una campagna di delegittimazione che punta a scardinare il funzionamento regolare delle istituzioni per interessi fin troppo chiari. La campagna si è intensificata quando ho vinto le elezioni per la terza volta, quando il sistema è stato semplificato e reso più trasparente in senso bipolare, quando si è capito che era alle porte una legislatura aperta alle riforme necessarie alla crescita di questo Paese e alla sua modernizzazione. Missione difficile per la quale ho cercato di mettere in campo gente nuova, estranea ai vecchi giochi dell’establishment, gente giovane e votata al “fare”. Questa campagna non è mai finita, si è nutrita di attacchi a me, al mio partito, ai miei uomini, ai miei ministri, alla generazione di giovani che ho promosso in politica, e si è sparso su tutti il magma eruttivo dello scandalismo per ridurre in cenere una alta popolarità e una grande speranza. Sfruttando ogni aspetto della mia vita privata e della mia personalità, cercando di colpirmi definitivamente con mezzi diversi da quelli della critica politica e della verifica elettorale.

Lei dice bene: Berlusconi è uno scandalo permanente, perché è scandalosa la pretesa di governare stabilmente un Paese con il mandato degli italiani, è scandaloso che un imprenditore rubi il mestiere a una classe politica fallimentare, è scandalosa la pretesa di fronteggiare la grande crisi mondiale con mezzi e con propositi diversi da quelli tradizionali. Ho presentato il mio governo alle Camere nel 2008 chiedendo uno sforzo comune per la crescita e proponendo una fase nuova e pacificata nella vita nazionale dopo le drammatiche divisioni del passato e l’imbarbarimento del linguaggio e dei metodi politici. Ho cercato di fare il mio dovere e di riunificare il Paese, come con il discorso di Onna il 25 aprile. Ho ammonito tutti, nel gennaio di quest’anno, sulla necessità di arrivare alla primavera-estate, mentre nuove regole e parametri incombevano sul sistema finanziario europeo e mondiale, con la più grande frustata della storia al cavallo dell’economia.

Non tutto quello che in politica si vuole è poi possibile ottenerlo, e non nego anche miei possibili errori. Ma l’obiettivo di distruggere un uomo politico e una leadership, usando mezzi impropri e di dubbia legalità, come ha fatto e fa il circuito mediatico-giudiziario, costituisce un tentativo che sa di profonda, radicale ingiustizia e che va combattuto per la libertà di ciascuno di noi.

Io non mollo, caro direttore. Per quanto lo spionaggio sistematico e l’accanimento fazioso mi abbiano preso di mira, e con me vogliano arrivare a pregiudicare l’autonomia e la sovranità del Parlamento e del popolo elettore, c’è ancora in questo Paese, in questa Italia che amo e che è stata divisa da una partigianeria senza principi, un’opinione pubblica, un insieme di persone e di gruppi leali allo spirito repubblicano, una maggioranza di italiani che non sono disponibili ad avventure e a nuovi ribaltoni decisi nei salotti, nelle redazioni e in certi ambienti giudiziari.

Il mio appello è a tutte le persone e le forze responsabili, e non deriva da interesse personale. È un appello in nome dei valori di libertà, di autonomia e di indipendenza dell’individuo di fronte allo Stato, un monito che viene raccolto ogni giorno da molti e il cui frutto sarà pronto per il giudizio dei cittadini quando si terranno, nel 2013, le prossime elezioni politiche.

Alcuni circoli mediatico-finanziari anglofoni mi hanno giudicato inadatto a governare l’Italia ma gli italiani sono stati di diverso parere, e ho dalla mia, dal tempo in cui entrai in politica, risultati che saranno scritti nei libri di storia. Saranno ancora una volta gli italiani, e poi gli storici, a dare il loro giudizio su un Paese in cui si fanno centomila e poi altre centomila intercettazioni ancora per devastare attraverso i media il lavoro quotidiano di chi ha avuto l’investitura democratica per guidare l’Italia in questi anni difficili.

venerdì 16 settembre 2011

Geithner all'Ecofin:bisogna aumentare il fondo anticrisi

LA NS/RASSEGNA STAMPA
da Il Tempo del 16.9.2011


Geithner all'Ecofin: bisogna aumentare il fondo anticrisi
I  governi europei hanno deciso di rinviare la decisione sulla nuova tranche da 8 miliardi di euro di prestiti alla Grecia. E' questa la maggiore novità emersa dai lavori di Wroclaw in Polonia, dove è riunito l'Ecofin informale. Sulla questione greca, l'Europa ha rinviato al prossimo mese le sue mosse: "Decideremo il versamento della nuova tranche di prestiti alla Grecia a ottobre" ha spiegato Juncker nella conferenza stampa cui ha partecipato il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner.
Nell'occasione l'Italia ha incassato un altro sì alle misure economiche appena intraprese: "Tutti noi pensiamo che le autorità italiane abbiano fatto il possibile e approvato misure di cui siamo soddisfatti", ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, a margine della conferenza stampa tenuta al termine della riunione. Juncker ha comunque sottolineato che durante l'Eurogruppo "non c'è stato un dibattito specifico" sulla manovra italiana.

BONIVER: Siamo a fine dello stato di diritto






BONIVER: Siamo a fine dello stato di diritto



"Siamo ai titoli di coda dello scandaloso procedere di certa giustizia e sulla perpetua violazione della privacy con l’uso abnorme delle intercettazioni. Il bersaglio grosso e’ Berlusconi, ma chiunque puo’ constatare che fine sta facendo lo stato di diritto.



Del tutto normale quindi che la maggioranza proponga ed approvi un disegno di legge per disciplinare questa mostruosita’.

In nessun altro paese civile si puo’ accettare l’offesa dello sperpero di tanti milioni di euro per intercettare e sputtanare un politico".

Lo ha affermato Margherita Boniver, deputato del Pdl e presidente del Comitato di Schengen.



PANIZ: Centomila intercettazioni: mai cosi' tante neanche in processi di mafia




"Che ci sia una persecuzione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi e’ assolutamente evidente".

Cosi’ si e’ espresso Maurizio Paniz, avvocato e deputato del Pdl, intervenendo a ’La telefonata’, la rubrica di Maurizio Belpietro su Canale 5. Si parla del processo di Bari, in cui il premier "non e’ indagato ma finisce per essere il punto fondamentale di tutte notizie". L’ultima e’ quella delle escort e delle 100mila intercettazioni. Cosi’ tante - ha sottolineato il nostro deputato - "non sono mai state utilizzate neanche nei processi della ’ndrangheta e di mafia". Si parla anche di Milano, dove il gip Stefania Donadeo ha respinto la richiesta di archiviazione per il premier sul caso Unipol-Bnl: "Ho un rispetto enorme per la magistratura, ma quando ci sono forzature come questa il rispetto si incrina - dice Paniz -. Berlusconi non e’ assolutamente colpevole nei termini dell’imputazione". Tra l’altro se una procura come Milano chiede l’archiviazione "credo che chiunque comprenda che la richiesta del gip e’ eccessiva".


SANTELLI A BERSANI: L'intera Italia spiata e controllata


"Pierluigi Bersani ritiene che una riforma del sistema delle intercettazioni sia una legge ad personam? I numeri spaventosi che raggiungono in realta’ sembra far ritenere che sia una nazione intera ad essere controllata e spiata’.



Non credo che gli italiani abbiano mai vissuto un periodo di restrizione tale della propria liberta’ come questi anni di tirannia giudiziaria. Finiremo per rimpiangere l’Ovra e la liberta’ avuta sotto il regime di Mussolini". Lo ha affermato Jole Santelli, vicepresidente dei deputati del Pdl.

















Quando la stampa fa finta di non capire

FATTI & MISFATTI: Quando la stampa fa finta di non capire

Qui trovate due notizie. La prima è buona, buonissima, e sarebbe proprio il caso restasse lì, senza la compagnia della seconda. Ma purtroppo questa è l’Italia: ha nella sua pancia una specie di verme solitario, che è il potere dell’informazione, che divora quel che dovrebbe nutrire il corpo della nostra Repubblica.


La Germania esalta l’economia italiana. E lo fa attraverso non un Pinco Palla qualsiasi ma attraverso il numero 2 della Merkel. Ecco il testo dell’agenzia: "L’economia nazionale italiana è molto forte, il problema è la valutazione dei mercati sull’indebitamento. L’attacco all’Italia è un attacco all’intera area euro". Lo ha detto il vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia Philipp Roesler, dopo aver incontrato il ministro Paolo Romani.

Su nessun giornale, neanche su Il Sole, questa valutazione tedesca - espressa dai massimi vertici - trova la strada della prima pagina. Su Repubblica la frase non esiste, o se c’è è nascosta benissimo. Il Corriere della Sera è l’unico a dar spazio a questa presa di posizione del governo di Berlino. Ma lo fa disperdendo questa carica di positività a pagina 13. Hanno più peso sulle prime pagine i quattro scalmanati scanna gatti che hanno protestato per la manovra dinanzi a Montecitorio. Giusto che si sappia di quanto e come l’opposizione di sinistra usi la piazza per dare l’immagine di un’Italia in sommossa, ma conta di più il sì all’economia italiana e all’impegno del nostro governo espresso dallo Stato che ha l’egemonia economica in Europa. Siamo alla prevalenza dell’Antitaliano.

giovedì 15 settembre 2011

La sinistra a Firenze si dimentica di Oriana Fallaci

TOCCAFONDI: La sinistra a Firenze si dimentica di Oriana Fallaci. Il PdL non la dimentecherà mai


Giovedì 15 Settembre, ricorre il 5° anniversario della morte della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci e il PDL la ricorderà con un Convegno. La sinistra che governa Firenze invece non farà niente.

“Gli amici di Oriana. Il ricordo di coloro che l’hanno conosciuta”. È questo il titolo dell’incontro che si terrà a Firenze, venerdì 16 Settembre alle ore 21.00 presso l’Hotel Mediterraneo a Firenze al quale parteciperanno: la Dott.ssa Di Pace, segretaria della Fallaci, l’attrice Rosaria Omaggio, e il giornalista e scrittore Gino Nebiolo. A moderare l’incontro ci sarà il coordinatore cittadino del PDL fiorentino, on. Gabriele Toccafondi, mentre i saluti saranno affidati all’On. Massimo Parisi, coordinatore Regionale e all’On. Riccardo Mazzoni.

“Le istituzioni fiorentine - ha commentato Toccafondi - si sono dimenticate di Oriana Fallaci. Nessuna iniziativa è stata, infatti, organizzata dal Comune, per ricordare degnamente questa grande scrittrice.

L’altra parte di Firenze quella orgogliosa di essere concittadina di questa donna libera, continuerà a parlare di lei. Per questo anche quest’anno, il PdL ha voluto organizzare un incontro nel quale abbiamo chiesto, a chi ha avuto la fortuna di incontrarla personalmente, di raccontarci Oriana, della sua vita e delle sue opere, che rappresentano, ne siamo convinti, una ricchezza culturale per tutti ."

lunedì 12 settembre 2011

MARTINO: Nessuno puo' dettare l'agenda economica ai governi

MARTINO: Nessuno puo' dettare l'agenda economica ai governi




"Lo scatto d’orgoglio invocato da De Bortoli, dovrebbe prendere la forma di dire che nessuno ha eletto il signor Jean Claude Trichet, la signora Christine Lagarde o Mario Draghi: sono a capo di organismi a cui sono stati nominati. E non possono essere loro a dettare ai governi l’agenda di politica economica". Lo ha affermato Antonio Martino, deputato del Pdl, che ha commentato l’editoriale di Ferruccio De Bortoli sul ’Corriere della Sera’, dal titolo ’Ce la facciamo (anche da soli)’.





"La situazione non e’ compresa nella sua effettiva realta: l’Italia e’ un Paese solidissimo. Non c’e’ mai stata un’asta di titoli di Stato che sia andata deserta. Al contrario, in tutte le aste la domanda e’ superiore all’offerta. Anche il debito pubblico e’ un credito privato, siamo perfettamente solvibili come sistema Paese. Nessuno dice che la finanza pubblica sia in ordine, ma non siamo certo la Grecia, il Portogallo o la Spagna.



Quello che il governo dovrebbe fare e’ rendersi conto che mai nessun Paese e’ cresciuto quando la spesa pubblica supera il 40% del Pil. E noi siamo al 52%. La parte della spesa sulla quale a legislazione invariata il governo puo’ intervenire, e’ piccolissima cosa rispetto al resto. Percio’ il nostro problema non e’ gestire l’esistente ma cambiarlo. Non abbiamo bisogno di manovre ma di riforme vere. Il problema non e’ l’evasione, che va certo combattuta ma l’erosione e l’elusione, due forme legali per non pagare le tasse. La riforma fiscale deve essere fatta nel senso dello sviluppo, incentivando posti di lavoro e rilanciando l’economia".

In Germania cresce la tentazione di chiedere il default della Grecia

LA NS/RASSEGNA STAMPA
Il Sole 24 Ore dell'11.09.2011
Notizie > Europa

In Germania cresce la tentazione di chiedere il default della Grecia


Il ministro dell'Economia Philipp Rosler si unisce al coro crescente delle autorità tedesche che avanzano la possibilitá di chiedere la bancarotta per la Grecia per salvare l'euro.

«Non ci possono essere idee proibite per stabilizzare l'euro. Tra loro ci sono, necessariamente, anche una insolvenza ordinata della Grecia», ha spiegato il ministro in un articolo che sará pubblicato domani sul quotidiano 'Die Welt'. Come gli altri membri dell'Esecutivo Merkel, Rosler trova insufficienti gli sforzi di risanamento intrapresi da Atene e ha avvertito: «Il Governo greco sa bene a quali condizioni sono stati concessi gli aiuti. La Grecia si è presa un impegno. Se ci sarà una violazione di questi accordi - spiega Rosler - deve esserci la revoca temporanea dei diritti di voto nel Consiglio dei ministri dell'Unione europea. È una misura che non può restare un tabù». L'opzione estrema, spiega, sarebbe l'insolvenza controllata.

Nuovi sbarchi a Lampedusa

LA NS/RASSEGNA STAMPA
da Il Tempo del 12.09.2011





Nuovi sbarchi a Lampedusa




Un'altra ondata migratoria: sull'isola sono sbarcati questa notte 98 tunisini portati nel centro di prima accoglienza. Sabato erano arrivati 500 stranieri del nordafrica.


Prosegue a Lampedusa la nuova ondata migratoria dal Nordafrica che nei giorni scorsi ha portato sull'isola centinaia di extracomunitari tunisini. All'1 e 40 della scorsa notte un barcone con a bordo 98 maghrebini, tra cui una donna, è approdato al molo Favaloro scortato da una motovedetta della Guardia di finanza.

L’ingrata Polverini: vinse grazie a Silvio ma chiede le dimissioni

LA NS RASSEGNA STAMPA
da Il Giorbale del 12.09.2011



L’ingrata Polverini: vinse grazie a Silvio ma chiede le dimissioni



di Giancarlo Perna

La governatrice del Lazio si sfoga: "Le ultime vicende hanno minato la credibilità di Berlusconi". Solo un anno fa, dopo il caos liste, il Cav si spese in prima persona per farla vincere

Al coro di quanti chiedono al Cav di fare «un passo in­dietro », si è unita Renata Polverini, governatrice del Lazio. L’uscita è avvilente da diversi pun­ti di vista. In primo luogo, la signo­ra avrebbe tanto di quel da fare con la Regione che le è affidata, che non si capisce perché si di­stragga con la politica pura. Dà l’impressione di sentirsi insicura e, nella consapevolezza di non es­sere rieletta, di cercare una via d’uscita saltando dal carro berlu­sconiano che dà per perdente. Umano,ma inelegante.Nell’inter­vista al Messaggero , la governatr­i­ce aggiunge che le vicende in cui è coinvolto il Berlusca «ne hanno minato la credibilità e la reputa­zione » e che, per dirla tutta, «nuo­ce al Paese

BERLUSCONI: Resto per cambiare il Paese

BERLUSCONI: Resto per cambiare il Paese


"Abbiamo ancora 18 mesi per realizzare le riforme dello Stato, della giustizia e del fisco....Se potessi decidere da solo, farei subito la riforma della giustizia". Lo ha affermato il presidente dl Consiglio Slvio Berlusconi, ospite della festa di Atreju 2011.



Il Presidente ha ribadito che "il governo arrivera’ a fine legislatura" e ai giornalisti, che lo pressavano sul ’caso Tarantini’ e sulla telefonata intercettata con Valter Lavitola, in cui gli consiglia di non tornare in Italia, ha risposto di non temere l’operato dei pm di Napoli: "Andiamo a vedere le telefonate, il mandato di cattura nei confronti di Lavitola è successivo di sei giorni. Poi ha scandito: "Nessuno al mondo, e dico nessuno, mi puo’ ricattare.".



"Possiamo solo sperare, e utilizzo proprio la parola sperare, perchè non c’è alcuna certezza, di fare le riforme necessarie al Paese. Davanti alla situazione politica e giudiziaria del Paese viene voglia di scappare ma io resto con voi perchè questo Paese va cambiato.

I cittadini sono depositari della sovranità popolare; i cittadini votano e col voto passano la sovranità popolare al Parlamento e ai suoi membri. I membri del Parlamento votano, ma il risultato del loro lavoro viene abrogato. Sintetizzando e semplificando oggi la sovranita’ popolare non è più dei cittadini e del Parlamento ma è dei magistrati di Magistratura democratica.



Gli umani sfoghi li abbiamo tutti e credo che abbiamo il diritto di farli, se parliamo con un’altra persona dovrebbero essere inviolabili...Un paese senza privacy non è certamente un paese completamente libero e in questo momento lo strapotere che si è preso la magistratura che da ordine dello Stato si configura ogni giorno di piu’ come potere senza controllo esterno è intollerabile.



L’opposizione e i suoi giornali hanno avuto un atteggiamento anti-italiano, raffigurando un esecutivo che non sapeva cosa fare. Lo sciopero, poi, è stato l’elemento caratterizzante del "patriottismo" del Pd. Il segretario del Pd è sceso in piazza. Hanno dato una immagine negativa del Paese, contro gli interessi del Paese,



Nel 2013 prenderemo una decisione a seconda della situazione che si appaleserà...ma di sicuro gli elettori moderati prevarrano su questa sinistra che abbiamo la disgrazia di trovarci di fronte, non avendo nessun esponente degno di essere pensato come presidente del Consiglio....Il mio pensiero non recondito ma più volte dichiarato è quello di vedere prossimamente Gianni Letta presidente della Repubblica e Angelino Alfano presidente del Consiglio.



Ogni volta che un governo intende aumentare l’età per la pensione si scontentano gli elettori. Quindi è molto difficile per un Paese aumentare l’età. Se l’Europa lo facesse e imponesse come obbligo a tutti i Paesi l’aumento dell’età, il governo può dire ’ce lo impone l’Europa’. Ma l’Europa non ha intenzione di farlo. L’Europa è un grande corpo con una testa molto piccola. Siamo ancora a una Europa fatta di tanti Stati che non riescono a mettersi insieme per un’unica politica estera, fiscale, dell’immigrazione. Quando si è trattato di darsi un leader, noi del Ppe avevamo proposto il binomio Tony Blair-Franco Frattini, ma Sarkozy e la Merkel hanno deciso di tener per sè la politica estera e scelto di nominare due persone perbene, come Van Rompuy e Ashton, ma totalmente sconosciute ai cittadini europei ed anche agli interlocutori mondiali.".



Silvio Berlusconi, festa di Atreju 2011

venerdì 9 settembre 2011

Consiglio dei Ministri n.153 del 08/09/2011

Consiglio dei Ministri n.153 del 08/09/2011


La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 9,00 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.

Il Consiglio ha esaminato ed approvato due disegni di legge costituzionale. Il primo, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’economia, introduce nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Il secondo, su proposta del Presidente del Consiglio e dei Ministri per le riforme ed il federalismo e per la semplificazione normativa, disciplina il procedimento di soppressione della provincia quale ente locale statale.

Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti:

su proposta del Ministro degli affari esteri, Franco Frattini:

- un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo di sede fra la Repubblica italiana e la Fondazione europea per la formazione professionale, Agenzia specializzata dell’Unione europea il cui scopo è accompagnare i processi di riforma politica ed economica dell’Europa centro-orientale con una cooperazione nel campo dell’istruzione scolastica e professionale;



su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Gelmini:


- uno schema di regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione di indirizzo sportivo del sistema dei licei, per colmare un vuoto normativo con l’introduzione di percorsi didattici omogenei su tutto il territorio nazionale e garantire così agli studenti la possibilità di studio delle scienze motorie e sportive, l’applicazione dei metodi della pratica sportiva in diversi ambiti, l’elaborazione dell’analisi critica dei fenomeni sportivi, la riflessione metodologica sullo sport e sulle procedure sperimentali ad esso inerenti, la ricerca di strategie tese a favorire la scoperta del ruolo pluridisciplinare e sociale dello sport, l’approfondimento della conoscenza e della pratica delle diverse discipline sportive; il testo sarà trasmesso al Consiglio nazionale della pubblica istruzione, alla Conferenza unificata, al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari ;



su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Brunetta:

- uno schema di regolamento che ridefinisce le procedure di autorizzazione alla produzione, immissione in commercio e vendita dei prodotti fitosanitari, al fine di ottemperare alle prescrizioni dettate al riguardo dalla nuova normativa comunitaria. Il testo verrà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari per il parere.



Sono state altresì esaminate talune leggi regionali ai sensi dell’art. 127 della Costituzione.

La riunione ha avuto termine alle ore 10,35.

giovedì 8 settembre 2011

FATTI & MISFATTI: Quando Amato agiva di notte

FATTI & MISFATTI: Quando Amato agiva di notte


 Nella fiducia al Senato il governo ha ottenuto ieri 165 sì: tre in più rispetto al 14 dicembre 2010 quando tutte le opposizioni si coalizzarono con una mozione congiunta. Per inciso, le astensioni (che a palazzo Madama valgono come un no) sono state tre, quelle dei senatori sudtirolesi e valdostano, sia pure motivate in senso favorevole alla manovra (allora furono ben 11), ed i no 141 rispetto a 135.



Che cosa significano questi dati? Che pur in una situazione politicamente meno determinante di nove mesi addietro, con un esito dell’approvazione della manovra praticamente scontato, il governo ha aggiunto altri tre consensi. Mentre l’area avversaria, tra no e astensioni, si è ridotta di due. Pochi giorni fa Giorgio Napolitano ha esemplarmente ripetuto che non consentirà cambi di governo che non siano motivati dalla mancanza di fiducia parlamentare. E che ha resistito e intende resistere ad ogni pressione politica e giornalistica in questo senso. Ciò che conta, come in ogni democrazia, è il voto di deputati e senatori.



Ce n’è abbastanza per chiedersi: tutto questo tornare a discutere si esecutivi tecnici o di responsabilità nazionale, che senso ha? Su che cosa si basa? Se si pensa che Silvio Berlusconi non abbia i voti, i fatti lo smentiscono. Se si vuol far credere che non abbia la forza politica per governare, lo smentisce la complessità con cui si è affrontata la manovra stessa. Se si intende che la sinistra sarebbe meglio, beh, sorvoliamo. Unico frammento di verità e unica prospettiva quando si ragiona del futuro: l’allargamento della maggioranza ad altre forze moderate. Ma parliamo di maggioranza, non di cambi di governo.

MANOVRA: Al Senato cresce il consenso

MANOVRA: Al Senato cresce il consenso

 Nella fiducia al Senato il governo ha ottenuto ieri 165 sì: tre in più rispetto al 14 dicembre 2010 quando tutte le opposizioni si coalizzarono con una mozione congiunta. Per inciso, le astensioni (che a palazzo Madama valgono come un no) sono state tre, quelle dei senatori sudtirolesi e valdostano, sia pure motivate in senso favorevole alla manovra (allora furono ben 11), ed i no 141 rispetto a 135.



Che cosa significano questi dati? Che pur in una situazione politicamente meno determinante di nove mesi addietro, con un esito dell’approvazione della manovra praticamente scontato, il governo ha aggiunto altri tre consensi. Mentre l’area avversaria, tra no e astensioni, si è ridotta di due. Pochi giorni fa Giorgio Napolitano ha esemplarmente ripetuto che non consentirà cambi di governo che non siano motivati dalla mancanza di fiducia parlamentare. E che ha resistito e intende resistere ad ogni pressione politica e giornalistica in questo senso. Ciò che conta, come in ogni democrazia, è il voto di deputati e senatori.

Ce n’è abbastanza per chiedersi: tutto questo tornare a discutere si esecutivi tecnici o di responsabilità nazionale, che senso ha? Su che cosa si basa?



Se si pensa che Silvio Berlusconi non abbia i voti, i fatti lo smentiscono.

Se si vuol far credere che non abbia la forza politica per governare, lo smentisce la complessità con cui si è affrontata la manovra stessa.

Se si intende che la sinistra sarebbe meglio, beh, sorvoliamo.

Unico frammento di verità e unica prospettiva quando si ragiona del futuro: l’allargamento della maggioranza ad altre forze moderate. Ma parliamo di maggioranza, non di cambi di governo.








MANOVRA: Il governo ottiene la fiducia al Senato





Il Senato ha votato la fiducia sulla manovra economica, che ora passa alla Camera. A palazzo Madama i si’ sono stati 165, i no 141, gli astenuti 3 su 309 votanti



Il Governo ha posto la fiducia sul testo della "manovra", approvato in commissione al Senato, con le seguenti aggiunte:

- aumento di un punto IVA, dal 20 al 21, con destinazione del maggior gettito a migliorare i saldi del bilancio pubblico;

- fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 500.000 euro;

- adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014.



Giovedì 8 settembre, il Consiglio dei Ministri approverà l’introduzione in Costituzione della “regola d’oro” sul pareggio di bilancio e l’abolizione delle province, con attribuzione delle loro attuali competenze alle Regioni.

FATTI & MISFATTI: La Borsa fa notizia solo quando cala

FATTI & MISFATTI: La Borsa fa notizia solo quando cala




Il quotidiano La Repubblica, tutt’altro che in solitario, ha sbattuto in prima pagina, più volte durante l’ultimo mese, i primati negativi della Borsa di Milano - "maglia nera d’Europa" - quando, al termine della seduta, gli indici di Piazza affari risultavano i peggiori rispetto alle altre Borse. Con una spiegazione: colpa di Berlusconi e delle scelte del suo Governo.



Oggi, sulla prima pagina di questo stesso quotidiano, non c’è un filo di notizia su come sia andata ieri. Una spiegazione c’è: ieri Milano è stata la migliore, è stata la "maglia rosa". Con un +4,24, ha preceduto Francoforte (+4,07), Parigi (+3,36), Londra (+3,14), New York (+2,86) e Madrid (+2,77).



Insomma, per certa stampa, le buone notizie sull’Italia non devono essere valorizzate: bisognerebbe, con la stessa logica, attribuirne il merito a qualcuno. Anche La Stampa - quotidiano sempre attento alle vicende del mondo industriale - non ha ritenuto di fare cenno, in prima pagina, alla Borsa. Stessa musica per il Corriere della Sera. È casuale?



Sicuramente no, se si guarda anche a come la notizia viene "impacchettata" nelle pagine interne, specie di economia. La Repubblica, infatti, attribuisce le buone performance delle Borse al fatto che la Corte suprema tedesca ha tolto i lacci alla Merkel sul fondo salva-Stati; e si limita a questo: "Francoforte e Piazza Affari su del 4%".



Stessa linea per La Stampa: "La Germania rilancia le Borse".



Il Corriere commenta la sentenza della Corte tedesca, ma non ha neanche un articolo sugli effetti sulle Borse e nelle pagine economiche c’è solo la consueta tabella quotidiana.



A parte Il Sole 24 Ore che dà la notizia in buona evidenza ("Rimbalzo in Borsa: +4,24%. Scende lo spread BTp-Bund"), solo Il Messaggero collega l’approvazione della manovra da parte del Senato: "Sì Ue alle misure, vola la Borsa: +4,24%".



La stampa è indipendente, senza dubbio, e indipendenza vuol dire anche scegliere le notizie da mettere in prima pagina. Solo che una certa stampa italiana sembra tralasciare il prefisso in- e così resta "dipendenza". Da che cosa? Da una pregiudiziale politica, è chiaro.

mercoledì 7 settembre 2011

CAZZOLA: Lo sciopero della Cgil e' stato un fallimento

CAZZOLA: Lo sciopero della Cgil e' stato un fallimento


 "Un sindacato non dimostra di esistere solo se sciopera".

Lo ha osservato in una nota il deputato del Pdl, Giuliano Cazzola, che ha sottolineato: "Contro questo Governo la Cgil ha scioperato da sola per ben cinque volte. Che risultato puo’ vantare Susanna Camusso dopo uno sciopero generale praticamente fallito, che ha creato problemi persino a settori della opposizione e dopo il fermo richiamo del presidente Napolitano ad approvare nel minor tempo possibile questa manovra, magari rendendola piu’ severa e credibile? Neppure il tentativo di evocare a sproposito l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e’ servito a dare forza ad uno sciopero sbagliato. La maggioranza non accettera’ mai di ritirare questa norma, dopo le modifiche apportate dal Senato e dopo che anche alcune forze dell’opposizione l’hanno votata perche’ si sono rese conto che si tratta, insieme alle altre norme del Titolo III, di un contributo alla ripresa economica mediante una piu’ intensa collaborazione tra imprese e sindacati".



BERTOLINI: La Cgil e' irresponsabile


 "Alla faccia della responsabilita’. Mentre l’Italia combatte contro la speculazione internazionale, la Cgil fa sciopero generale. Uno strumento che ha spesso portato piu’ danni che benefici".


Lo ha affermato Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati del Pdl. "Naturalmente si e’ accodato anche il Pd in versione camaleonte, sperando di raccontare a sinistra che stanno con i compagni della Fiom e, invece, agli industriali che pero’ non hanno aderito ufficialmente come partito. E sarebbero questi quelli in grado di affrontare la crisi internazionale?. L’unica cosa certa e’ che l’effetto paradossale che otterra’ la Cgil sara’ quello di impoverire quei lavoratori che dice di voler tutelare. Niente di nuovo quindi: come sempre a pagare saranno gli stessi".

PdL

Manovra: Cgil, con tassa immigrati governo come caporali

Manovra: Cgil, con tassa immigrati governo come caporali




Roma, 5 settembre – “Il prelievo fiscale sulle rimesse degli immigrati mette sullo stesso piano governo e caporali”. E' il duro commento del dipartimento Immigrazione della Cgil sull'ipotesi di inserire nella manovra la tassazione delle rimesse degli immigrati, ribadendo la sua assoluta contrarietà sulla misura “in quanto particolarmente vessatoria nei confronti degli immigrati che portano già troppi pesi”.


La Cgil denuncia l'intenzione del governo di “voler infierire ulteriormente sulla dura condizione dei lavoratori stranieri presenti in Italia” perché “in un sistema che vede gli immigrati percepire retribuzioni minorate del 30% a parità di lavoro rispetto ai colleghi autoctoni, mentre un’altra grossa parte degli stranieri alla mercè dei caporali patisce forme di sfruttamento talvolta non dissimili dalla schiavitù, la tassa sulle rimesse contemplata dal Governo - conclude il sindacato - non si discosta dalla brama che caratterizza i caporali per i quali ogni pretesto è buono per spillare un po’ di soldi ai lavoratori immigrati”. (CGIL)

lunedì 5 settembre 2011

Angelino Alfano, prima festa nazionale Popolari d’Italia domani.


ALFANO: anche nel 2013 Berlusconi candidato premier


"Nel 2013 Silvio Berlusconi sarà di nuovo il candidato premier. La coalizione vive della sua leadership ed è stato proprio Berlusconi l’uomo in grado di garantire l’unità, la coesione, la governabilità. Il PDL non ha bisogno di fare una consultazione popolare per sapere che Berlusconi è il leader. Mi sembrerebbe un sacrificio organizzativo inutile.



Dalle vicende che hanno interessato il PD, anche loro ora non si sentono più primatisti della questione morale e questo è un segnale di democrazia e normalità. La sinistra ha sempre pensato che dalla loro parte ci sia la luce e dall’altra il buio. Non è così. Ci sono gli uomini, che fanno il bene e che fanno il male.



Il condono sarebbe un segnale negativo nei confronti dei mercati, questa è stata la posizione del ministro dell’Economia e noi l’abbiamo sostenuta. Noi dobbiamo dare in questa manovra le risposte in termini di tagli e di interventi strutturali per fare sì che questa sia una manovra credibile.



Non sono il protagonista di un avvicinamento tattico con l’Udc: penso che ciò che è unito in Europa dovrebbe essere unito in italia.

Sul piano culturale occorre mettere in moto una grande costituente popolare. Dobbiamo uscire dalla liturgia degli appelli e porre le condizioni per una unificazione dei moderati italiani che sono stati chiamati dal popolo italiano dal 1948 ad oggi a governare perchè sono la maggioranza degli italiani. È un fatto naturale che chi condivide gli stessi valori stia nello stesso raggruppamento politico.

Se guardo l’orizzonte vedo il progetto di creare un partito popolare europeo e una sezione italiana del Ppe insieme.".






TREMONTI A MARCEGAGLIA: Nella manovra piu' tagli che tasse

TREMONTI A MARCEGAGLIA: Nella manovra piu' tagli che tasse



 "Nella manovra economica ci sono piu’ tagli che tasse."

Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, rispondendo cosi’ alla critica sulla composizione delle misure, espressa dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "Ho una visione diversa rispetto a Marcegaglia" ha detto intervenendo al Workshop Ambrosetti di Villa d’Este. Nella manovra "Ci sono 14 miliardi di tagli, di cui 6 ai ministeri, 4 al welfare e 4 agli enti locali, e 6 di tasse e non viceversa. La composizione e’ questa".



GASPARRI: Siamo aperti all'ascolto e al confronto con gli Enti Locali

05 settembre 2011 ore 16:10 “Quelli sollevati da Regioni, Province e Comuni sono temi di grande rilevanza e delicatezza. Abbiamo focalizzato le proposte. Valuteremo, ne parleremo con il relatore e il governo, ma non voglio fare annunci che possano creare aspettative. Continuiamo il necessario e faticoso confronto".



Cosi’ si e’ espresso il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, al termine dell’incontro con le Autonomie che hanno chiesto emendamenti bipartisan per modificare la manovra e correggere i tagli agli enti locali."La nostra apertura all’ascolto e’ dimostrato dai fatti: la commissione Bilancio del Senato infatti ha approvato anche emendamenti dell’opposizione".



BERLUSCONI: il PDL voterà compatto la manovra





BERLUSCONI: il PDL voterà compatto la manovra


 "Per la manovra non ci sono problemi per quanto riguarda il Parlamento. Si è cianciato di divisioni all’interno del Pdl, che è fatto di libere persone che esprimono le loro preoccupazioni e le loro opinioni ma sanno che cos’è la disciplina di partito e l’interesse del Paese. Al momento del voto sono assolutamente certo, sono sicurissimo che tutti andranno nella direzione che il nostro Governo avrà scelto sempre per il bene dell’Italia.



Disponiamo di una stampa di sinistra e di una opposizione di sinistra anti italiane che accusano il governo di essere nella confusione e nel caos, mentre il governo sta lavorando per fare una manovra il meno pesante possibile anche aperta alle idee degli altri da valutare come il buon padre di famiglia. Gridano che manca la copertura alla manovra, che la manovra non funziona: sono cose che impressionano i mercati e aizzano la speculazione contro l’Italia. Sono cose che preoccupano i nostri amici europei.



L’aumento dell’Iva è una riserva. Aumentare l’Iva dal 20 al 21% significa 4 miliardi in più che entrano nelle casse dell’erario. Li abbiamo lì a disposizione del governo che con un provvedimento del presidente del Consiglio può attuare l’aumento da un giorno all’altro. Fosse necessario l’Iva potrebbe passare dal 20 al 22%, ad esempio per tre mesi.



Il nuovo governo libico è formato da persone degne ed ha già formato un comitato per la scrittura della Costituzione. L’Italia è e sarà lì per far ripartire questo popolo e farlo divenire democratico.

Ci siamo impegnati per rimettere in funzione il gasdotto Greenstream entro il 15 ottobre. Forniremo aiuto con i nostri carabinieri per formare la polizia e abbiamo messo a disposizione delle motovedette per il controllo dei confini. Inoltre forniremo con l’Eni il gas alla popolazione.



Le ipotesi dei pm sull’estorsione da parte di Giampaolo Tarantini sono pura fantasia. Io ho dato una mano a una famiglia con figli che era abituata a vivere nell’agio e si e’ trovata nella poverta’ piu’ nera. Ho fatto azioni simili per una miriade di persone. Quando vedo che ci sono motivi veri per dare una mano a qualcuno, lo faccio, visto che me lo posso permettere.".

Silvio Berlusconi, incontro con la stampa a Parigi, al termine della conferenza per la Libia.







giovedì 1 settembre 2011

150° anniversario dell'Unità d'Italia


dal Sito della Presidenza della Repubblica Italiana riportiamo :



150° anniversario dell'Unità d'Italia



L'itinerario del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nei 'Luoghi della memoria' per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia è partito da Genova il 5 maggio scorso: proprio dallo scoglio di Quarto il 5 maggio del 1860 prese avvio, con la spedizione dei Mille, la fase conclusiva del lungo percorso del movimento per l'Unità, che sarebbe culminata il 17 marzo 1861 nella proclamazione dello Stato unitario.



"L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita - ha detto il Capo dello Stato nell'intervento a Genova, ripreso, insieme ad altri, nella pubblicazione 'Per l'Unità d'Italia. Verso il 150° anniversario della fondazione dello Stato nazionale' - attraverso la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di componenti moderate e componenti democratico rivoluzionarie. Fu davvero una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono".



Per il Presidente Napolitano tutte le iniziative in programma per il 150° - come quelle già svoltesi a Rionero in Vulture, a Marsala e a Santena, oltre che a Genova - "fanno tutt'uno con l'impegno a lavorare per la soluzione dei problemi oggi aperti dinanzi a noi: perché quest'impegno si nutre di un più forte senso dell'Italia e dell'essere italiani, di un rinnovato senso della missione per il futuro della nazione. Ieri volemmo farla una e indivisibile, come recita la nostra Costituzione, oggi vogliamo far rivivere nella memoria e nella coscienza del paese le ragioni di quell'unità e indivisibilità come fonte di coesione sociale, come base essenziale di ogni avanzamento tanto del Nord quanto del Sud in un sempre più arduo contesto mondiale. Così, anche nel celebrare il 150°, guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quel che c'è da rinnovare nella società e nello Stato".

elenco degli eventi descrizione video

BUONGOVERNO: Disoccupazione giovanile in calo


BUONGOVERNO: Disoccupazione giovanile in calo




A luglio 2011 il tasso di disoccupazione si attesta all’8 per cento, è stabile rispetto al mese recedente e in calo dello 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Lo rileva l’Istat.

In particolare il tasso di disoccupazione giovanile scende al 27,6 per cento con una diminuzione congiunturale di 0,2 punti percentuali.

Il numero dei disoccupati, pari a 2,009 milioni, su base annua registra una diminuzione del 3,5 per cento (-74 mila unita’). Tale flessione riguarda sia la componente maschile, sia quella femminile.


A luglio gli occupati sono 22,956 milioni, in aumento dello 0,2 per cento (+36 mila unita’) rispetto a giugno. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione fa registrare un aumento dello 0,4 per cento (+88 mila unita’). Le variazioni positive riguardano sia la componente maschile, sia quella femminile. Il tasso di occupazione si sia attesta, come nei due mesi precedenti, al 56,9 per cento e risulta stabile nel confronto mensile che annuo. (PdL)







SACCONI: L'andamento dell'occupazione e' positivo nei limiti della ripresa in atto



"Gli occupati crescono di 36 mila unita’ rispetto a giugno scorso e di 88 mila rispetto al luglio del 2010 cosi’ come scendono gli inattivi e i disoccupati tra i giovani. Allo stesso tempo molti cassintegrati sono rientrati al lavoro come ci dicono i dati dell’Inps e non si riverberano sui dati Istat perche’ avendo mantenuto il rapporto di lavoro figurano come occupati".



Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, commentando la periodica rilevazione Istat, combinata con i dati sulla cassa integrazione:

"Il Governo conferma l’obiettivo di alzare la propensione ad assumere o a mantenere persone nel rapporto di lavoro a parita’ di crescita economica attraverso gli incentivi nel Mezzogiorno, i contratti di inserimento delle donne, il nuovo apprendistato e l’evoluzione delle relazioni industriali con particolare attenzione alla contrattazione aziendale".  (PdL)



















FATTI & MISFATTI: Innovatori che non vogliono novità






FATTI & MISFATTI: Innovatori che non vogliono novità




Quando la tanto criticata politica - nella fattispecie la maggioranza di governo - si assume le sue responsabilità, segnando una discontinuità storica rispetto alle vecchie manovre e agli assalti alla diligenza in Parlamento, la cosiddetta società civile, quella che dovrebbe stare un passo avanti alla politica, si lascia invece andare alle reazioni di sempre: ognuno pensa al proprio particolare senza pensare all’interesse generale. A cominciare dalla Cgil, avamposto sindacale della sinistra politica, che ha già annunciato un autunno di mobilitazioni contro il governo.



Dopo lo sciopero generale del 6 settembre, dunque, ci saranno altre mobilitazioni perché, come ha detto la Camusso, le ragioni della protesta si sono moltiplicate con le novità inserite nella manovra dal vertice di Arcore. L’intervento marginale sulle pensioni viene addirittura definito come "un golpe della cui gravità forse ancora non ci si è resi conto". Senza dimenticare una difesa d’ufficio delle cooperative rosse, contro le quali il governo avrebbe agito "con spirito di vendetta". Sul fatto che i tagli alle agevolazioni fiscali delle coop lo abbia chiesto l’Europa, naturalmente, silenzio totale.



Della Cgil non ci si può comunque meravigliare: ha sempre agito da sindacato responsabile quando governava il centrosinistra (Cofferati aveva addirittura dimenticato la parola sciopero) e si comporta da braccio politico dell’opposizione quando a Palazzo Chigi c’è Berlusconi.

Ma anche molte altre corporazioni hanno reagito alla nuova manovra con il solito riflesso pavloviano. I magistrati, ad esempio, si sono subito scagliati contro il contributo di solidarietà che dovrebbe rimanere solo per gli statali, denunciandone l’incostituzionalità e la violazione dei princìpi di uguaglianza e di progressività del sistema fiscale. Come dire che sull’indennità dei parlamentari si può intervenire, ma guai a toccare i privilegi delle toghe, pronte all’adozione "di iniziative di protesta, nessuna esclusa", con implicito riferimento a un eventuale, ennesimo sciopero.



Anche i medici sono sul piede di guerra, mobilitati contro l’eventualità di andare in pensione solo a 65 anni. Fingendo di non sapere che agli impiegati pubblici di Gran Bretagna e Germania, ad esempio, è andata molto peggio, visto che i rispettivi governi hanno fatto ricorso a tagli massicci sul numero dei dipendenti del pubblico impiego. Eppure questa volta nessuno può dire che il governo non abbia messo mano ai costi della politica: come ha ricordato ieri Berlusconi, per la prima volta nella storia della Repubblica sono state tagliate decine di migliaia di poltrone e poltroncine, ed è paradossale che chi prima criticava la manovra di Ferragosto perché non aveva eliminato tutte le province, ora accusi il governo di avere adottato un disegno di legge costituzionale.



Ma se le province sono previste dalla Costituzione, quale altro strumento si sarebbe dovuto adottare? Si tratta, quindi, di un argomento del tutto pretestuoso.Insomma, si sta ripetendo il teatrino di sempre, con l’imponente mobilitazione di lobby e corporazioni tutte strenuamente impegnate a difesa dei propri interessi. Sindaci, amministratori locali, regioni, commercianti, Confindustria, sindacati, dopo aver invocato per mesi misure adatte a fronteggiare la crisi, ora non esitano a tutelare posizioni esattamente opposte, presentandole ovviamente come "bene comune".



La verità è che, dal punto di vista dell’equità, la manovra è molto migliorata. Con la soppressione del contributo di solidarietà, la rinuncia all’aumento dell’Iva e l’accantonamento di ogni ipotesi di patrimoniale si è infatti scongiurato il rischio di un aumento della pressione fiscale che i tecnici avevano calcolato, da qui ai prossimi anni, addirittura oltre il 48 per cento. E i comuni hanno avuto uno sconto su tagli che sono purtroppo inevitabili. Ma l’opposizione, invece di contribuire a migliorare la manovra, si sta facendo portavoce delle lobby nel tentativo di lucrare consensi sulla pelle del Paese. (PdL)


















CAZZOLA: Sulle pensioni modifiche opportune ed utili




CAZZOLA: Sulle pensioni modifiche opportune ed utili


"Premesso che occorrera’ valutare con attenzione il testo della norma, la misura scaturita dal vertice di Arcore in tema di anzianita’ e’ opportuna, utile e predisposta da chi ha individuato uno dei punti piu’ critici dell’attuale sistema pensionistico e cerca di correggerlo in nome dell’equita’".

Lo ha affermato in una nota il deputato del Pdl, Giuliano Cazzola, secondo cui "il canale dei 40 anni di anzianita’ a prescindere dall’eta’ anagrafica (il solo a cui si applica lo scorporo del riscatto della laurea e del servizio militare) era divenuto la via di uscita piu’ rapida dal mercato del lavoro, consentendo l’andata in quiescenza quasi sempre in eta’ inferiore a 60 anni. Era diventato quindi un modo per eludere l’incremento del requisito anagrafico quale misura coerente con l’allungamento dei trend demografici. Basti pensare che nel 2010 l’eta’ media alla decorrenza delle pensioni di anzianita’ Inps e’ stata di poco superiore a 58 anni per i dipendenti e a 59 anni per gli autonomi".

Per Cazzola non e’ corretto affermare "che si e’ attuata una discriminazione ai danni degli uomini (che hanno fatto il servizio militare obbligatorio) perche’ la pensione di anzianita’ e’ un ’privilegio’ maschile, in quanto tende a perpetuare anche, nella quiescenza, la posizione dominante che gli uomini hanno nel mercato del lavoro.

Sempre nel 2010, infatti", ha osservato Cazzola, "nel sistema Inps, ai lavoratori dipendenti sono stati erogati 84mila dei nuovi trattamenti di anzianita’ (76%) contro i 27 mila alle lavoratrici (24%). Nel lavoro autonomo rispettivamente 51 mila (80%) contro 13mila (20%). In conclusione, e’ bene ricordare che il riscatto della laurea, il servizio militare continuano a far parte dell’anzianita’ di servizio, calcolata a tutti gli effetti, nei casi del pensionamento di vecchiaia e del pensionamento di anzianita’ con le quote e l’eta’ minima, come previsto dal Governo Prodi, nella passata legislatura. E’ bene altresi’ ricordare che e’ in vigore la normativa che tutela i lavori usuranti con un anticipo di tre anni dell’eta’ pensionabile".

PdL


Chiarimenti sul Libro Unico del Lavoro e prospetti paga




dal Sito de: Il Governo Informa, riportiamo i

Chiarimenti sul Libro Unico del Lavoro e prospetti paga

30 Agosto 2011

Con la Circolare n. 23 del 30 agosto 2011 la Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fornisce importanti chiarimenti in merito alla diffidabilità e sanzionabilità delle violazioni in materia di Libro Unico del Lavoro e di prospetti paga.

Particolare attenzione è posta alla applicabilità dell’art. 8 della Legge n. 689/1981, sull’utilizzo del “cumulo giuridico” e della “continuazione” nelle ipotesi in cui tali violazioni si siano protratte per più mesi.
Importanti precisazioni sono altresì fornite in relazione alla contestuale applicazione sia delle sanzioni in materia di Libro Unico del Lavoro che in materia di prospetti paga ai sensi della Legge n. 5/1953.

Allegati

La Circolare n.23 del 30 agosto del
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali







1861-2011: 150 anni Italia unita

1861-2011: 150 anni Italia unita


dal Sito del Governo Italiano

Il Centro Espositivo informativo sul 150º dell’Unità d’Italia





Nel 2011 ricorre il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Celebrare, dopo 150 anni, la proclamazione del Regno d'Italia, avvenuta il 17 marzo 1861, è un'occasione per tenere alta la percezione della nazione, rendendo al contempo omaggio a tutti i personaggi che hanno dato lustro alla nostra storia.

I precedenti appuntamenti, in occasione del cinquantenario (1911) e del centenario (1961), rappresentarono due eventi di eccezionale importanza per la vita sociale, culturale e per lo sviluppo urbanistico della Nazione, un momento di grande crescita civile, culturale ed economica.



Il 1911 fu imperniato sull'Esposizione Internazionale di Torino sul lavoro e l'industria; a Roma, sull'Esposizione di Valle Giulia e su rilevanti trasformazioni urbane volte o farne una moderna Capitale: l'inaugurazione del Vittoriano (ma ancora senza statue), della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, del Palazzo di Giustizia, del Palazzo delle Esposizioni, di tre ponti sul Tevere, di importanti sistemazioni archeologiche.



"Italia 61" richiamò le radici storiche dell'Unità, con eventi in diverse parti d'Italia e realizzazioni - non tutte durevoli - specialmente a Torino, dove manifestazioni ed opere si intrecciarono con il fervore industriale che sosteneva in quegli anni il boom economico.



Il centro informativo espositivo sul racconto delle celebrazioni passate nonché sulle attività che si svolgeranno lungo tutta la penisola in occasione del 150° dell'Unità d'Italia, che verrà realizzato all'interno delle Sale dell'Unità d'Italia appositamente allestite, avrà lo scopo di informare e di preparare le migliaia di italiani e stranieri che affollano il Complesso Monumentale del Vittoriano all'appuntamento del 2011.

Si vogliono far conoscere al grande pubblico gli aspetti principali del processo storico politico che ha portato alla proclamazione dell'Unità d'Italia; la rilevanza e l'influenza che hanno avuto le celebrazioni del 1911 e del 1961 come momento di esperienza del passato ma anche di conoscenza, di studio per il futuro; l'importanza delle celebrazioni del 2011 come evento, come momento catalizzatore di un gran numero di progetti già in atto o che verranno appositamente realizzati dal Governo Centrale e dalle Amministrazioni locali in occasione del 150° dell'Unità d'Italia attraverso documenti originali, filmati, plastici, materiali fotografici.



Le sezioni del Centro espositivo informativo

LE RADICI. Il processo storico-politico che porta alla proclamazione dell'Unità italiana nello Stato Nazionale con particolare attenzione al periodo 1848/1861, quello determinante in cui il processo unitario entra nella fase risolutiva; -



LE CELEBRAZIONI DEL 1911 PER IL 50° DELL'UNITÀ D'ITALIA



"Italia 1911" fu la consacrazione internazionale del ruolo di grande potenza di un giovane Stato che di lì a poco avrebbe avviato con Giolitti la sua avventura coloniale (la materia è stata ampiamente studiata dal punto di vista politico culturale nella importante ricerca di Emilio Gentile "La grande Italia"). Per dimensione di opere pubbliche e culturali non vi sono eventi simili se non in occasione del giubileo della Cristianità del 2000.



Roma Capitale



Le celebrazioni del 50° Regno cambiarono il volto della Capitale. L'esposizione internazionale di Valle Giulia diede vita al riordino urbanistico con l'istituzione delle accademie straniere. Venne realizzata una grande mostra "etnografica" delle tradizioni delle regioni d'Italia - curata dagli architetti Giustizi e Guazzarono - con edifici effimeri che purtroppo sono andati in gran parte perduti. Venne realizzata la risistemazione delle Terme di Diocleziano a cura di Rodolfo Lanciani con una grande mostra sull'Impero Romano e il periodo di Augusto. Venne restaurato Castel Sant'Angelo con mostre di carattere storico.



Le grandi inaugurazioni



In occasione della Festa dello Statuto, il 4 giugno 1911, venne inaugurato (ancora incompleto di statue bronzee ) il Vittoriano. Vennero altresì inaugurati la galleria di Arte Moderna, a Via Nazionale il Palazzo delle Esposizioni, il Palazzo di Giustizia al Lungotevere (aperto ufficialmente da Re Vittorio Emanuele III, l'11 gennaio 1911). Vennero inaugurati ben tre nuovi ponti sul Tevere, tra cui il Ponte Vittorio Emanuele. Fu risistemata la "passeggiata archeologica" ideata su progetto di Giosuè Carducci e Ruggero Borghi.



Torino e Firenze



Si tenne una esposizione internazionale sul lavoro e l'industria, con un forte impegno internazionale di Paesi come Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna. Il 17 marzo a Torino si riunirono i 2000 sindaci dei comuni degli antichi Stati Sardi con un grande banchetto. A Firenze venne organizzata da marzo a luglio una grande mostra sul "Ritratto italiano" raccogliendo da tutto il mondo ben 1000 ritratti di personaggi del Risorgimento dell'epoca contemporanea.



Altre iniziative



Il comitato coordinatore, presieduto dal Conte di San Martino, riuscì ad aggregare i maggiori intellettuali e artisti in Europa.

Parteciparono Debussy, Saint Sans, etc. La celebrazione ufficiale si tenne il 27 marzo 1911 al Campidoglio alla presenza del Re con una prolusione di Giovanni Pascoli.



LE CELEBRAZIONI DEL 1961 PER IL 100° DELL'UNITÀ D'ITALIA



Il Giubileo del 1961



"Italia 1961" fu invece la celebrazione del "miracolo economico" dell'Italia che aveva superato di slancio la fase della ricostruzione e che aveva compiutamente conquistato la Democrazia. Dal punto di vista organizzativo un ruolo di primo piano lo ebbe Torino, con le sue mostre sull'industria e il "made in Italy" presiedute dal giovane Giovanni Agnelli. In merito a ciò va tuttavia ricordato che opportunamente il Governo aveva sfruttato la sequenza delle Olimpiadi di Roma del 1960 e di Italia 1961, come fossero due fasi di una stessa azione di rilancio dell'economia nazionale attraverso le opere pubbliche.



Roma



Roma ebbe un ruolo importantissimo attraverso l'impiego del cinema e della Tv che ebbe proprio in quella occasione il suo "battesimo" in una grande celebrazione pubblica. Venne realizzato, su committenza della Presidenza del Consiglio, il Film di Rossellini "Viva l'Italia" che avrebbe suscitato un grande dibattito, e numerosi documentari del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria.