sabato 19 novembre 2011

Sbarchi nella notte, 200 immigrati arrivano a Bari

da  IL TEMPO del 19/11/2011
Sbarchi nella notte, 200 immigrati arrivano a Bari



La maggior parte dei clandestini, provenienti dalle coste del nord Africa, sono uomini e tra loro ci sono che diversi minori.


Duecento migranti a bordo di un barcone sono stati soccorsi questa notte a 12 miglia da Bari dalla Capitaneria di Porto e dalla Guardia di Finanza. Poco prima di mezzanotte è scattato l'allarme. I militari hanno avvistato l'imbarcazione e sono saliti a bordo per condurla nel porto barese. La maggior parte dei clandestini, provenienti dalle coste del nord Africa, molto probabilmente dall'Egitto, sono uomini: tra loro ci sono che diversi minori.

giovedì 17 novembre 2011

"Il governo si dimetta e lo spread calerà". Chi predicava così ora è sbugiardato

FATTI & MISFATTI: "Il governo si dimetta e lo spread calerà". Chi predicava così ora è sbugiardato





Lo spread, cioè il differenziale fra Btp e bund tedeschi, vola - se fermiamo le lancette a metà mattinata - ben oltre i 500 punti e la Borsa si inabissa, confermando drammaticamente il trend del giorno prima. A voler parafrasare le parole il libertà di tanti politici dell’opposizione e il titolo di un giornale ad essi assai caro ("Monti vale 100 punti di spread") si potrebbe dire che ora ne vale solo trenta e in 48 ore il premier incaricato di formare il governo tecnico si è svalutato di un buon 70% sui mercati.

Se ricorriamo a questo paradosso non è certo per trarne motivo di soddisfazione ma piuttosto il contrario, altrimenti ci metteremmo sullo stesso piano di una sinistra che, in questi anni, si è esercitata nello sport nazionale di parlar male del proprio paese soprattutto all’estero.



Il paradosso vale piuttosto come invito alla sinistra a ragionare sui fatti e su una realtà che non può essere ridotta a formule banali, tanto meno ad una semplicistica equazione che si dimostra falsa. In poche parole, non era vero il "Berlusconi che fa salire lo spread" come non è vero il "Monti che fa scendere lo spread".

Una formuletta rozza - parente prossima delle monetine e della piazza sgangherata davanti al Quirinale - che non fa bene a nessuno, né al premier incaricato, né al suo tentativo di fare un governo, né in definitiva al Paese.



Così, con senso di responsabilità, non saremo certo noi a dire che "è colpa di Monti", come prima non era colpa di Berlusconi, il quale con grande senso dello Stato e del suo ruolo si è dimesso senza essere stato sfiduciato. Ed è insopportabile sentir già sentenziare che tutto ciò accade per le ventilate difficoltà frapposte dai partiti al cammino del governo tecnico.

Come ha fatto Bocchino, campione della irresponsabilità anche in questo (dopo l’intervista al Corriere della Sera), nel dare una lettura rozza e superficiale degli eventi: come dimostra il fatto che salgono a livello record anche gli spread di Spagna, Francia e poi Belgio e Austria.



La realtà è che tutta la zona euro è sotto attacco della speculazione. Il Sole 24 Ore in una sua analisi respinge oggi quella lettura "provinciale" dei fatti, facendo notare che ieri mattina la situazione è improvvisamente precipitata dopo questa secca quanto improvvida dichiarazione del governatore della Bundesbank: "La politica monetaria non può e non deve risolvere i problemi degli Stati e delle banche". Insomma, ciascuno se la sbrighi da solo. Una sorta di epitaffio sull’Unione Europea.



Quanto sta accadendo permette di tracciare così un tratto di penna sul mare di dichiarazioni e di inchiostro sprecato nei giorni scorsi per raccontare agli italiani che le sole dimissioni di Berlusconi e la sola evocazione del nome di Monti sarebbero state sufficienti ad ottenere una tregua dai mercati finanziari. Non è così, non è stato così. Si riparte e si può ripartire soltanto dai programmi e dai fatti. Che sono, per quanto riguarda il nascente governo, le solide basi degli impegni che, a nome dell’Italia, il governo Berlusconi ha assunto con Bruxelles e la legge di stabilità che ancora ieri il portavoce del commissario Ue agli Affari Economici ha elogiato in quanto "contiene una serie di elementi importanti per rafforzare la posizione dell’Italia nel perseguimento degli obiettivi su cui si è impegnata". Tra questi impegni ce ne sono alcuni (politiche del lavoro, privatizzazioni delle aziende locali) che fanno venire il mal di pancia alla sinistra e al Pd, che farebbe bene a chiarire le sue posizioni. Perché si tratta di impegni ormai assunti dall’Italia e sui quali Bruxelles non accetterà passi indietro.


PdL

BERLUSCONI: Orgoglioso di quanto fatto. Ha prevalso la logica dei piccoli ricatti

BERLUSCONI: Orgoglioso di quanto fatto. Ha prevalso la logica dei piccoli ricatti





"Sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto. Purtroppo ha prevalso la logica dei piccoli ricatti. Siamo andati avanti nella consapevolezza che la maggioranza voluta dagli italiani avesse il diritto e soprattutto il dovere di governare, ma alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana.



Lo abbiamo fatto nonostante la fronda della componente finiani che si è manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008 e che è poi sfociata in una vera propria diaspora. E’ stato quel peccato originale a minare il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene".





Lo ha scritto Silvio Berlusconi in una lettera inviata al segretario nazionale della Destra, Francesco Storace, nel secondo congresso del partito. Berlusconi ha rivendicato "con orgoglio quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti. C’è chi lavora da tempo perché il pendolo della politica italiana torni indietro, ai tempi in cui la volontà degli elettori era commissariata dalle oligarchie di partito abituate a gestire in proprio, al riparo da ogni responsabilità, la forza che i cittadini consegnavano loro al momento del voto."


Pdl

Berlusconi costretto alle dimissioni dai poteri finanziari ed economici internazionali

CICCHITTO: Berlusconi costretto alle dimissioni dai poteri finanziari ed economici internazionali




Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio dedicare alla perorazione-invettiva che ha pronunciato poco fa l’onorevole Franceschini una frase pubblicata su Le Monde, che ha detto: i mercati sono riusciti in quello in cui non è riuscita la sinistra italiana, cioè a far cadere il Governo Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

In effetti, onorevole Franceschini, se noi vogliamo dare una lettura che sia critica e consapevole di quello che sta accadendo intorno a noi - e quando dico intorno a noi, dico non soltanto in Italia, ma nel mondo - dobbiamo dirci che purtroppo, voi forse lo dite per una ragione politica contingente, fortunatamente, c’è un convitato di pietra, costituito da un complesso di interessi economici e finanziari, che oggi gioca una partita decisiva per quello che riguarda la tenuta o la non tenuta dei Governi, per quello che riguarda, in sostanza, l’assetto democratico.



Questo dovrebbe essere ragione di preoccupazione e non di esultanza, ragione di preoccupazione innanzitutto per delle forze di sinistra che hanno un retroterra politico-culturale che sappiamo tutti qual è (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio).



La mia lettura, quindi, di quello che è avvenuto, è totalmente opposta alla sua, onorevole Franceschini (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - All’ingresso in Aula del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dai banchi del gruppo del Popolo della Libertà si leva una voce: Silvio, Silvio, Silvio!). Infatti, questo Governo, in questi tre anni, ha fatto la sua parte e non ha affatto sottovalutato la situazione. Di ciò c’è la controprova nelle vostre critiche; perché voi dovete mettervi d’accordo con voi stessi, perché voi avete accusato e attaccato questo Governo per aver fatto operazioni e manovre restrittive e poi dite che questo Governo ha sottovalutato la situazione; allora delle due l’una; o una critica o l’altra, sommandole assieme, le annullate. Questo Governo, nel corso di questi anni, ha messo comunque una difesa rispetto al quadro che abbiamo intorno.



Aggiungo anche che se facciamo un’analisi minimamente approfondita, non per un comizio da fare in Parlamento, dobbiamo dirci che ci siamo misurati con due nodi che non riguardano certamente solo e soltanto questo Governo: la produttività. Il problema della crescita non è un problema che caratterizza questi anni; se andiamo a vedere le serie storiche dell’economia italiana, il problema della crescita risale agli anni Novanta e si è prolungato fino ad oggi, mettendo in evidenza che c’è un nodo strutturale, costituito dal fatto che c’è una difficoltà di produttività e di competitività che evidentemente riguarda un pezzo dell’industria italiana. Evidentemente, quel pezzo di industria italiana e di capitalismo familiare non è riuscito a esercitare lo sviluppo sul terreno della competitività e della produttività, e non a caso chiede, anche in questa situazione, sostegni e aiuti allo Stato. Poi, c’è un altro pezzo dell’industria italiana competitiva e che sta sui mercati, e questo è un primo nodo.



Il secondo nodo è certamente costituito da un intreccio di elementi negativi: un altissimo debito, che non ha prodotto questo Governo, un’alta pressione fiscale sulle imprese e sul costo del lavoro, una rigidità del mercato del lavoro sulla quale voi date tutte risposte negative, una arretratezza della struttura burocratica e amministrativa dello Stato.



È con questi nodi che, nei primi anni dell’attività di questo Governo, ci siamo misurati ed abbiamo fatto una serie di riforme: la riforma della scuola, la riforma dell’università, la riforma della pubblica amministrazione, lo stesso federalismo fiscale e, per altro verso, abbiamo assicurato, nei limiti del possibile, la coesione sociale con una altissima quota di risorse dedicate agli ammortizzatori sociali (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio).



Tutto ciò si è intrecciato con quella che è un’autentica crisi globale del capitalismo nell’Occidente, mentre, invece, in altri Paesi, in India, in Cina, in Russia, in Brasile, c’è il massimo di sviluppo. È la contraddizione di fondo della globalizzazione che si è intrecciata con la crisi della deregolazione della finanza mondiale, che si è sovrapposta alla dimensione imprenditoriale, specie negli Stati Uniti. In Europa è esplosa una crisi tra la moneta comune e tante politiche economiche diverse, alcune espansive e alcune recessive.



Rispetto a questa densità di problemi, derivanti dalla nostra storia e dalle contraddizioni che oggi sono in atto, probabilmente il capitalismo oggi sta attraversando la sua crisi più grave, più grave addirittura di quella del 1929. È assolutamente faziosa e anche provinciale la lettura che voi date di tutto questo, banalizzando i termini di un dibattito, concentrando il fuoco e dando la responsabilità di tutto ciò a Berlusconi e al Governo che c’è stato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), il quale, nei limiti del possibile, ha cercato in tutti i modi di esprimere delle controtendenze rispetto a delle tendenze gravissime e acutissime che sono esplose nel mondo intorno a noi e che, evidentemente, si sono riflesse nel nostro Paese.



In ordine a ciò, vi è un nodo irrisolto perché se c’è un convitato di pietra, che è quello costituito dalla grande finanza internazionale, da elementi speculativi e dalle tensioni monetarie, dobbiamo anche dirci che noi viviamo, nel nostro Paese, una contraddizione che - lo riconosco -attraversa tutti gli schieramenti. E la contraddizione è che non siamo riusciti, nel corso di tutti questi anni, a prendere di petto il problema dell’abbattimento del debito. A mio avviso, il Governo ha avuto il merito di affrontare il deficit; oggi abbiamo un rapporto deficit-PIL che è tra i migliori dell’Europa, mentre l’aumento primario è tra i più significativi ed avanzati per cui la Francia, che anch’essa rischia di essere lambita dal convitato di pietra, non può darci alcuna lezione.



Noi abbiamo un problema del debito, ma tale problema lo si affronta, prendendo di petto i nodi fondamentali che riguardano i grandi patrimoni, il concordato fiscale, la riforma delle pensioni, una serie di temi sui quali entrambe le coalizioni sono attraversate da contraddizioni.



Allora, onorevole Franceschini, in un momento così drammatico per il Paese, il suo esercizio di faziosità francamente costituisce un lascito negativo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) rispetto ad un confronto serio e positivo che noi dovremmo fare e che siamo costretti a fare perché siamo incalzati da una situazione con la quale, fin dalla prossima settimana, dobbiamo fare i conti.



E vorrei aggiungere che non si può parlare, in quest’aula e fuori di qui, di tentativi di arrivare a governi che esprimano e che rappresentino dei punti di convergenza, se si arriva a questo impatto con la carica di faziosità che vi sta attraversando e caratterizzando (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio).



Se riusciamo ad arrivare ad una cosa del genere, non ci arriviamo come dei penitenti che vengono a chiedervi scusa. Non abbiamo alcuna ragione di chiedervi scusa in niente (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio) perché voi siete stati contro tutte le tendenze di razionalizzazione e di rinnovamento della società italiana.



Per concludere, voglio sottolineare un dato di fondo. Al Presidente Berlusconi, che si è dimesso pur non essendo obbligato a farlo, esprimiamo il nostro ringraziamento per quello che ha fatto nel corso di tutti questi anni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio) e per il fatto che ha dimostrato coscienza nazionale e si è fatto carico, al di là della faziosità e degli attacchi, del nodo nazionale, di andare oltre per affrontare questi problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio). Per cui gli esprimiamo tutta la nostra solidarietà per gli attacchi incivili di cui è stato fatto oggetto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Popolo e Territorio e Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia (Grande Sud)).

Ci auguriamo che questa stagione possa avere un seguito sul terreno del civile confronto e non dello scontro frontale che avete ricercato anche in questa occasione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Popolo e Territorio e Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia (Grande Sud) - Congratulazioni).

PdL

venerdì 11 novembre 2011

BUONGOVERNO: L'economia produce ed esporta

BUONGOVERNO: L'economia produce ed esporta




"C’è un’Italia che corre, produce e risparmia, al di là di quello che si dice all’estero". A dirlo è l’insospettabile Corriere della Sera, in un articolo di economia a firma di Giovanni Stringa.



E i motivi per sostenere questa tesi, sempre secondo il quotidiano di via Solferino, sono parecchi. Eccoli.



Export. "A inizio luglio, negli stessi giorni in cui i Btp iniziavano a tremare, l’export italiano chiudeva un trimestre da ’primo della classe’. Le vendite all’estero, calcolate in dollari, segnavano un aumento del 28,8%, vale a dire più di ogni altro Paese del vecchio G7 (i grandi dell’Occidente) e perfino sopra la Cina. Dopo il crollo generale del 2009, alcuni distretti hanno addirittura raggiunto i livelli pre-crisi del 2008". E ricorda anche che "ad agosto, poi, l’Istat ha certificato un nuovo incremento dell’export: +16,2% sullo stesso mese del 2010".



Settore manifatturiero. Il Corriere della Sera evidenzia con una punta di orgoglio che "sembra quasi incredibile" ma il nostro Paese "batte almeno per ora la concorrenza tedesca, francese, britannica o americana. La seconda potenza manifatturiera d’Europa sì, siamo noi".



Conti pubblici. Stringa nel pezzo scrive che l’Italia "porta a casa qualche buon voto anche agli esami dei conti pubblici. Il debito è molto alto e i tassi sui Btp lievitano verso nuovi record, ma l’avanzo primario (prima delle spese per gli interessi) stimato per l’anno prossimo è il migliore nella classe dei pesi massimi dell’Occidente. Si va infatti dal +2,6% di Roma al -6,3% di Washington. In mezzo il +0,8% di Berlino, il -2,1% di Parigi e il -4,1% di Londra. Che vanta rating molto più alti del nostro (e un debito statale più contenuto e più lungo nel tempo), ma anche un deficit pubblico più che doppio (stime 2011) e un indebitamento privato di famiglie e imprese non finanziarie al 215% contro il nostro 126% sul Pil.



Debito pubblico. Il quotidiano diretto da De Bortoli usa una metafora per spiegare "la situazione" delle famiglie italiane: "chiamate spesso in causa quando c’è da rimettere ordine nei danni altrui, anche stavolta riescono in qualche modo a ribaltare una situazione altrimenti pesante. Nella classe delle cinque grandi economie ’bianche’ e industrializzate, infatti, l’Italia risulta essere tanto il Pierino quanto il secchione di turno. Un po’ cicala e un po’ formica. Il debito pubblico (sul Pil) è il più alto di tutti, ma l’indebitamento privato delle famiglie è il più basso. Meglio anche di Herr e Frau Schmidt e figli, che con il loro 61,6% tra mutui e carte di credito sfigurano di fronte al 45% dei Rossi e Bianchi del Bel Paese".



Asset. Stringa afferma che "la ricchezza netta delle famiglie italiane dovrebbe superare oggi gli 8 mila miliardi, quasi 8 volte il reddito disponibile e oltre 4 volte il debito pubblico". E fa un raffronto con le altre nazioni dell’Unione Europea dal quale il nostro Paese ne esce vincente: "se la Germania ci batte sul fronte del deficit pubblico (-1,7% le stime sul Pil nel 2011 contro il nostro -3,7%), Roma surclassa - almeno per ora - le altre quattro capitali, dal -5,8% di Parigi al -9,1% di Washington. I nostri Bot e Btp hanno anche una scadenza media abbastanza lunga (7 anni)".



E in chiusura di articolo, come corollario a quanto scritto prima, si ricorda il riassunto fatto dalla Banca d’Italia sul nostro Paese ’presenta elementi di forza quali il contenuto livello del disavanzo di bilancio rispetto ad altre maggiori economie, il basso indebitamento del settore privato, la solidità delle banche, il limitato debito estero’. Insomma - conclude - i francesi che ridono di noi e i britannici che ci dipingono a tinte fosche - dall’alto del loro debito privato e del loro deficit pubblico - hanno sicuramente molto da insegnare ma anche (ancora) tanto da imparare".











Stampato dal sito www.ilpopolodellaliberta.it

11 Novembre 2011

mercoledì 9 novembre 2011

Abbattere Berlusconi e' un disegno delle banche straniere

BIANCOFIORE: Abbattere Berlusconi e' un disegno delle banche straniere




"Vi è un disegno internazionale che sta dietro la speculazione sui nostri titoli, il presidente del Consiglio non c’entra! Anzi c’entra nel senso che è di ostacolo a coloro che vogliono impoverire gli italiani".



Lo ha dichiarato in una nota il deputato del Pdl, Michaela Biancofiore.



"Stanno attaccando l’Italia perché è un Paese ricco sia di mezzi finanziari privati, che di ottime aziende. Paesi che non hanno più tessuto industriale (vedi Inghilterra) ed altri(vedi Francia) che hanno perso montagne di denaro, stanno cercando di rifarsi a spese nostre. Svegliamoci tutti è l’appello accorato che rivolgo soprattutto agli eletti sotto il simbolo ’Pdl Berlusconi presidente’ e che hanno a cuore davvero la patria e i cittadini: le banche sono affamate di utili e fanno trading dove c’è più da guadagnare. Spillare interessi più alti ad un paese ricco è un gioco molto proficuo, specie se si è perso tanto su paesi poveri. Qualcuno può davvero pensare che ci sia qualcuno nel mercato che crede in un default di un paese ricco, come l’Italia? Io credo di no, anzi. Vogliono solo togliere quattrini agli italiani (risparmiatori) e magari comprare aziende for a song (come dicono gli inglesi). In poche parole, paesi con scarsa propensione al risparmio, grosso indebitamento bancario e privato, vogliono spartirsi la ricchezza degli Italiani. Tutto qui. Spesso le grandi verità, si nascondono dietro le risposte più semplici, che pochi vedono o fingono di non vedere. Mi auguro che i media che non sono strumentalmente avversi al Presidente del Consiglio lo dicano forte e chiaro, gli italiani devono sapere che senza Berlusconi l’Italia verrà depauperata come in una guerra fredda e strisciante".

PdL

FANTETTI: Grazie al Governo i conti sono in ordine

FANTETTI: Grazie al Governo i conti sono in ordine




"Nei momenti critici ognuno deve fare la propria parte. Come relatore del DDL di Bilancio in Commissione Bilancio e Programmazione, sono fiero di lavorare all’approvazione di una manovra finanziaria che assicurera’ al Paese la stabilita’ dei conti pubblici, che i mercati internazionali dei capitali ci richiedono per rinnovare la fiducia necessaria a rifinanziare il nostro ingente debito pubblico".



Lo ha dichiarato il senatore del gruppo del Pdl al Senato, Raffaele Fantetti, che ha sottolineato:

"Lo chiedono al Paese e continueranno a farlo a prescindere dai governi in carica. Il rendiconto esposto ieri in Commissione certifica come le manovre di stabilizzazione finanziaria stiano dando i loro effetti determinando una correzione dei saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di Euro ed il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee.



E’ importante anche segnalare che, gia’ a legislazione vigente, il debito pubblico in rapporto al PIL e’ stato cosi’ ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione. Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio strutturale pari allo 0,5 per cento, un avanzo primario pari al 5,7 per cento del PIL ed un debito pubblico al 112 per cento del PIL. Inoltre la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il PIL italiano e’ cresciuto dell’1,5 per cento, e non dell’1,3 per cento, mentre nei due anni della crisi il PIL si e’ ridotto meno di quanto prima stimato, -1,2 per cento invece di - 1,3 per cento nel 2008 e -5,1per cento invece di -5, 2 per cento. Siamo fiduciosi, come italiani, del fatto che dal 2012 grazie all’aumentato avanzo primario il nostro debito scendera’. E’ chiaro peraltro che a tal fine, come affermato nella lettera di intenti presentata all’Unione europea ed alla BCE, saranno anche necessarie le riforme strutturali gia’ espressamente individuate".PdL
BERLUSCONI: Al voto a febbraio con Alfano premier

L’intervista di Silvio Berlusconi a La Stampa di mercoledì 9 novembre 2011


A tarda sera ti aspetteresti di trovare un uomo abbattuto e depresso, invece la voce è squillante, ma le parole sono chiare e inequivocabili: "Appena sarà approvata la legge di stabilità mi dimetterò e, siccome non ci sono altre maggioranze possibili, vedo solo le elezioni all’inizio di febbraio, elezioni a cui non mi candiderò più".


Il passo indietro, nelle parole del Cavaliere, è totale e definitivo: "Il candidato premier del centrodestra sarà Alfano, è accettato da tutti e sarebbe sbagliato bruciarlo adesso provando a immaginare un nuovo governo guidato da lui".

Sembra impossibile immaginare che Silvio Berlusconi farà davvero il passo indietro definitivo, invece lui lo conferma a più riprese, così come ha fatto nel suo colloquio al Quirinale, tanto che il Presidente della Repubblica considera le dimissioni come già date.

"Prima però dobbiamo dare risposte immediate ai mercati, non si può attendere oltre ad approvare le misure concordate, io mi sono impegnato con l’Europa a farlo e prima di andarmene voglio mantenere la promessa. Adesso però faccio appello a tutti, maggioranza e opposizione, perché passino al più presto e poi io mi dimetterò".


Le elezioni però non sono automatiche. "Certo, il Capo dello Stato farà le consultazioni ma io non vedo maggioranze alternative possibili: da un lato io non intendo fare un governo con il Pd, non voglio certo chiudere andando con loro, dall’altro Casini ha detto chiaramente che un accordo con noi non gli interessa e allora la matematica mi dice che non ci sono altre strade. Resta solo la via maestra, quella delle elezioni".

Gli chiedo in che tempi, se immagina davvero elezioni con la neve e comizi con il cappotto, una cosa mai vista nella storia d’Italia: "I tempi dell’approvazione della legge di stabilità dovrebbero essere veramente celeri: entro la prossima settimana l’approvazione al Senato e quella successiva alla Camera, lì dipende dal calendario che deciderà Fini, ma comunque entro la fine del mese l’iter sarà stato completato e io mi sarò dimesso. E’ importante fare veloci: prima facciamo e prima usciamo da questa giostra infernale, da questa situazione incredibile, con i mercati che spingono e premono".


Gli chiedo se si sente messo in un angolo e fatto fuori dalle Borse, dall’Europa, dalla speculazione, se - come ha detto qualcuno dei suoi - siamo di fronte ad un "golpe dei mercati". "A dire la verità questa pressione è una grande opportunità, i mercati ci spingono a fare le riforme che non siamo mai riusciti a fare, quelle liberalizzazioni che avevo sempre messo nel mio programma ma che avevano trovato mille resistenze. Non la dobbiamo vivere come un’imposizione ma come un’occasione".


Andiamo avanti a parlare, ride, scherza, sembra quasi liberato di un peso oppure ancora non cosciente di quanto è accaduto, ma basta citargli i deputati che lo hanno abbandonato per riaccenderlo: "E’ successa una cosa allucinante, a cui faccio ancora fatica a credere, mi hanno tradito quelli che ho portato per una vita nel cuore, penso ad Antonione e non riesco ancora a crederci, e pensare a tutto quello che ho fatto per lui. Prima lo avevo nominato coordinatore di Forza Italia, poi lo abbiamo candidato a governatore, quando è stato eletto in Friuli gli ho portato a Trieste tutti i bilaterali possibili, per dare lustro alla sua presidenza, e poi mi ha fatto anche fare da padrino alla sua bambina. E’ incredibile: sono il padrino di sua figlia e lui mi tradisce, non posso credere ai miei occhi. Così gli ho chiesto di incontrarci ma lui ha avuto paura di venire e mi ha liquidato con una lettera. Degli altri non parlo nemmeno, a partire dalla Carlucci, da Gabriella Iscariota".



Difficile credere che possa farsi una ragione di tutto questo; conoscendo l’uomo si è portati a credere che proverà ancora una volta la rivincita, che non si negherà il tentativo di un ultimo giro, ma lui nega ancora: "No, non mi ricandido, anzi mi sento liberato, adesso è l’ora di Alfano, sarà lui il nostro candidato premier, è bravissimo, meglio di quanto uno potesse pensare e la sua guida è stata accettata da tutti".


E lei adesso cosa farà, è disposto davvero a stare un passo indietro? "Farò il padre fondatore del mio partito e magari mi rimetterò a fare il presidente del Milan". Gli dico che non ci credo a un Berlusconi che si tira fuori dalla mischia e qui un po’ si lascia andare: "Beh, magari potrò dare una mano in campagna elettorale, quella è una cosa che mi è sempre riuscita benissimo".


Nei suoi scenari futuri c’è ancora un’alleanza tra il suopartito e la Lega. "Alla fine Bossi mi è stato sempre fedele, la nostra amicizia e la nostra alleanza hanno tenuto, nonostante molti scommettessero il contrario». Un’alleanza che immagina possa ancora vincere: «Con il mio passo indietro e Alfano candidato non è scritto da nessuna parte che gli italiani siano pronti a consegnare il Paese nelle mani di un’alleanza che parte al centro e arriva fino a Bersani, Vendola e Di Pietro. Penso che sia qualcosa di indigeribile alla maggioranza degli italiani. Eppure loro sono già convinti di avercela fatta, hanno perfino preparato i nuovi organigrammi e promesso a Casini che farà il presidente della Repubblica e lui ci spera altroché e per questo non li molla".



I retroscena sul vertice dell’altroieri ad Arcore hanno raccontato della contrarietà della famiglia alle dimissioni, ma Berlusconi sostiene che la storia è esattamente il contrario: "I miei figli sono felicissimi se io esco dalla politica, sperano così di svegliarsi la mattina e non dover leggere i giornali di tutto il mondo pieni di attacchi contro di me, e poi sanno che io sono stanco". "Sono stanco - riprende dopo una lunga pausa in cui si sente finalmente lo sfinimento di questi giorni - di non riuscire a dettare la linea e di non poter fare la politica che vorrei. Sono più potente come libero cittadino che come presidente del Consiglio, stavo leggendo un libro sulle lettere di Mussolini a Claretta e lui ad un certo punto le dice: “Ma non capisci che io non conto niente, posso fare solo raccomandazioni”. Ecco io mi sono sentito nella stessa situazione".



Gli faccio notare le differenze del caso rispetto alla dittatura fascista, ma lui interrompe: "Certo, io non sono un dittatore anche se lo avete scritto per anni, ma quello che volevo dire è che i padri costituenti proprio per la paura che la storia si ripetesse hanno indebolito eccessivamente l’esecutivo. Ma io le chiedo: è capo del governo uno che non può far fare al ministro dell’Economia la politica economica in cui crede?".




Non potevamo non arrivare a Tremonti, almeno alla fine: "Il rapporto personale non è cattivo, a Cannes siamo stati perfino compagnoni, ma poi lui alla fine fa sempre quel cavolo che gli pare e a me resta solo da fare l’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Mi resta però una consolazione, quella di essere stato il premier più longevo della Storia». Lo interrompo per correggerlo, solo se fosse arrivato alla fine della legislatura avrebbe battuto Giovanni Giolitti: "Ma io intendevo della storia repubblicana". Sta zitto un attimo e conclude: "Questa di Giolitti non la sapevo: peccato, peccato davvero. Vabbé, buonanotte".



Stampato dal sito www.ilpopolodellaliberta.it

9 Novembre 2011

lunedì 7 novembre 2011

BUONGOVERNO: Il debito pubblico è in calo

BUONGOVERNO: Il debito pubblico è in calo



Dice Bankitalia: debito italiano sostenibile anche nell’ipotesi, certo non auspicabile, che i rendimenti dei titoli di Stato schizzassero all’8%. E in questo caso il rapporto debito/Pil calerebbe o alla peggio si stabilizzerebbe sui livelli attuali. Insomma, non è la soglia del 7% il punto di non ritorno indicato da molti osservatori come fu per la Grecia, per il semplice fatto che Roma non è Atene e i fondamentali del nostro paese sono ben altri. C’è anche questo nel primo "Rapporto sulla stabilità finanziaria" del neo-governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha preparato una relazione di grande equilibrio: dove c’è consapevolezza della gravità della situazione economica e finanziaria, ma nessun cedimento al "catastrofismo" delle opposizioni e dei grandi quotidiani.

Troviamo così l’invito ad azioni rapide in direzione della riduzione del debito pubblico e di provvedimenti per lo sviluppo, ma anche il riconoscimento di un trend al riequilibrio dei conti pubblici, testimoniato dal dato sul calo del fabbisogno dello Stato nei primi dieci mesi dell’anno (oltre 12 miliardi, da quota 73 a quota 60,8).

La sostenibilità del debito, a fronte del rialzo verticale dei tassi dei bond, è stata messa alla prova da Bankitalia con due ipotesi di studio. In caso di tassi tra il 7,5% e l’8% a partire da gennaio il rapporto debito/Pil continuerebbe a ridursi fino al 115,4% nel 2014 (oggi è al 120,6%). Nel caso che questo forte rialzo dei tassi si ripercuotesse negativamente sulla crescita fino ad annullarla, il debito pubblico si stabilizzerebbe poco sopra il 120%. Insomma, una buona tenuta dei conti dello Stato, anche in ipotesi estreme, a dimostrazione del buon governo di questi anni. Visco segnala poi altri punti di forza dell’Italia: la bassa quota di debito tenuto da operatori esteri, aspetto considerato positivo nella valutazione del rischio sovrano; il basso indebitamento privato; la sostanziale tenuta del mercato immobiliare; un sistema bancario che non è fonte di instabilità.

BRUNETTA: Rattrista la Lagarde ma il FMI crede nell'Italia

BRUNETTA: Rattrista la Lagarde ma il FMI crede nell'Italia





"Gratta gratta, la verita’ inizia a venire a galla grazie alle puntuali dichiarazioni del direttore esecutivo per l’Italia del Fondo monetario internazionale, Arrigo Sadun. Lo ha affermato il ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, ricordando le parole del membro Fmi, secondo cui "l’Italia uscira’ dalla crisi anche perche’ ha una situazione fiscale migliore di quella di tante altri Paesi. Non e’ la Grecia".


Per Brunetta, invece, "sorprende e rattrista" che il presidente del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, "giunta in maniera improvvisa alla guida del Fmi, parli di mancanza di credibilita’ dell’Italia". Sadun, conferma poi implicitamente quello che lo stesso premier Berlusconi ha ribadito, e cioe’ che "e’ stato proprio il nostro stesso Paese a chiedere al Fmi un’attivita’ di monitoraggio trimestrale sull’azione di risanamento dei nostri conti pubblici. Si tratta di un’iniziativa che poteva assumere solo un governo serio e responsabile, capace in questi tre anni e mezzo di varare manovre di risanamento per complessivi 265 miliardi di euro, cosi’ determinando le condizioni per raggiungere uno storico pareggio di bilancio nel 2013 e un avanzo primario al 5,7% nel 2014". In queste stesse ore, ha sottolineato Brunetta, il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe’, ha poi dichiarato che "il programma di riforme presentato dal governo italiano sia in grado di calmare i mercati. Bisognera’ vigilare e assicurarsi che, sulla base dei rapporti del Fondo monetario internazionale, queste riforme siano attuate. L’Italia e’ infatti un grande paese, con un’economia forte e potente".

BERLUSCONI: La maggioranza c'e', nessun passo indietro

BERLUSCONI: La maggioranza c'e', nessun passo indietro


05 novembre 2011 ore 20:02 "State tranquilli, non ho proprio nessuna intenzione di fare passi indietro. La maggioranza c’e’". Con queste parole il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha salutato, in collegamento telefonico, i militanti del Popolo della Liberta’ di Lecco, riuniti in un incontro organizzato nel proprio territorio dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Ne da’ notizia una nota del ministero.



Accolto con una forte ed entusiasta acclamazione da parte di tutti i presenti che lo invitavano a "non mollare", il presidente Berlusconi, smentendo talune ricostruzioni apparse sulla stampa, ha spiegato: "Continuiamo ad avere la maggioranza in Parlamento e assolveremo i nostri impegni. Sto lavorando con grande impegno per il Paese e continuero’ a farlo". Il presidente Berlusconiha quindi voluto chiarire che "e’ stata l’Italia a chiedere l’intervento del Fondo Monetario Internazionale" e che "non si e’ trattato affatto di un commissariamento", come alcuni giornali hanno scritto. Dopo avere condiviso alcune considerazioni sull’andamento della situazione internazionale, il presidente Berlusconi e’ poi entrato nel merito della situazione del Pdl: "Gli italiani hanno partecipato con grande entusiasmo alla nostra campagna di tesseramento e abbiamo raccolto circa un milione e duecentomila adesioni al nostro progetto politico. Un risultato straordinario e una rinnovata fiducia". E agli esponenti lecchesi del Pdl, che lo hanno interrotto piu’ volte con caldi applausi, il presidente ha voluto esprimere la sua stima ed il suo affetto, in particolare per il ministro Brambilla, alla quale ha anche indirizzato "tre abbracci"."Desidero congratularmi con tutti voi amici di Lecco e ringraziarvi di cuore. Avete svolto un grandissimo lavoro di aggregazione nella vostra provincia, un grande impegno da parte di tutti voi che ha portato a riunire un alto numero di adesioni al nostro partito. "Ora andremo avanti a lavorare insieme, per gli italiani e per l’Italia".

BERLUSCONI: Non lascio, chiedo la fiducia sulla lettera alla Ue


"Domani si vota il rendiconto alla Camera, quindi porro’ la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi. Non capisco come siano circolate le voci delle mie dimissioni, sono destituite di ogni fondamento".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi in un colloquio telefonico con Libero.

BERLUSCONI: Chi lascia la maggioranza tradisce il Paese

BERLUSCONI: Chi lascia la maggioranza tradisce il Paese





"Non c’e’ nessuno in questo Parlamento in grado di mettere insieme una credibile maggioranza alternativa. Ho verificato in queste ore che i numeri sono certi in parlamento, quindi, avanti tutta, smettiamola di piangerci addosso, altro che larghe intese e governi tecnici con un premier fantoccio".





Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, nel corso di un collegamento telefonico con una convention di ’Azione popolare’ organizzata da Silvano Moffa.





"Non si puo’ lasciare il Paese in mano a Bersani, Di Pietro e Vendola. Io credo che in questo momento tutti, maggioranza e opposizione, abbiamo il dovere dell’amore e della lealta’ nei confronti del nostro Paese che si trova a dover fronteggiare una duplice minaccia: quella che viene portata dalla speculazione sui mercati e quella di chi specula politicamente sulla crisi nel tentativo di trovare una scorciatoia e arrivare cosi’ al potere. L’approvazione delle misure concordate con l’Europa, e’ un obiettivo prioritario che tutti dovrebbero condividere. Per queste ragioni ho affermato che i nostri amici che lasciano in questo momento la maggioranza compiono un atto di tradimento non verso di noi ma verso il Paese.



Lo abbiamo verificato con precisione in queste ore, abbiamo la maggioranza nonostante queste defezioni che io continuo a ritenere che possano rientrare e me lo auguro proprio".

Berlusconi, parlando degli scontenti, ha ribadito che a suo giudizio, "alcune prese di posizioni" sono frutto del fatto che "qualcuno non si sente nella possibilita’ di prendere parte ai processi decisionali" in Parlamento "come vorrebbe. In questa legislatura non potranno esserci governi contrari al mandato uscito dalle urne nel 2008. Noi intendiamo governare fino al termine della legislatura, se questo non fosse possibile la parola non potra’ che tornare al popolo sovrano".



Berlusconi ha inoltre criticato la stampa: "Smettiamola di essere catastrofisti e di piangerci addosso, non diamo retta alla stampa disfattista e catastrofista con cui abbiamo a che fare’.Noi abbiamo la coscienza a posto perche’ abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare e nessuno avrebbe potuto fare meglio o di piu’.

E quindi noi non dobbiamo avere paura perche’ anche nello scenario peggiore che ci possiamo immaginare l’Italia resterebbe comunque solvibile, non lo dico soltanto io, ma anche il nuovo governatore della Banca d’Italia che ha sottolineato la solidita’ dei fondamentali della nostra economia."





Il premier ha elogiato Mario Draghi ed ha ringraziato il presidente degli States per la sua "preziosa collaborazione. L’Italia attuera’ le misure anti crisi in piena coerenza anche con le indicazioni della Bce e del suo presidente, il cui primo provvedimento tra l’altro, l’abbassamento dei tassi, e’ stato un atto di lungimiranza. Il presidente Obama nei suoi interventi si e’ verificato un amico prezioso nostro e alla fine anche la Cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy hanno dovuto riconoscere il grande lavoro che abbiamo fatto e ci hanno incoraggiato ad andare avanti. Nei periodi piu’ difficili, in tutte le grandi democrazie, i partiti si sforzano di trovare dei punti di convergenza per superare l’emergenza, pur nella doverosa distinzione tra maggioranza e opposizione e questo ora e’ necessario anche da noi, dove invece nei momenti di crisi si risvegliano i vizi peggiori della vecchia politica. Senza capire che sono stati proprio il trasformismo, il consociativismo a mettere l’Italia nella condizione in cui e’ portando il debito pubblico ai livelli attuali".

venerdì 4 novembre 2011

BERLUSCONI: Non vedo altri che possano rappresentare l'Italia

BERLUSCONI: Non vedo altri che possano rappresentare l'Italia



"Il Fondo monetario internazionale con grande cortesia ci aveva anche offerto dei fondi. Noi abbiamo rifiutato questa offerta, ringraziando, perché non riteniamo che sia necessario un intervento di questo tipo."



Lo ha affermato il presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi, al termine del G20 di Cannes: "Non ho la sensazione che che stia terminando questa esperienza di governo. Mi sono domandato chi potrebbe rappresentare degnamente l’Italia nel consesso internazionale e non ho trovato risposta. Siamo al governo. Abbiamo una maggioranza solida e continueremo a governare’"



Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del G20 ha sottolineato: "Noi pensiamo che sia una moda passeggera il fatto che i mercati si avventano sui titoli del debito. Il governo sta lavorando ad un disegno di legge che conterra’ numerose norme di supporto alla crescita e allo sviluppo, con semplificazioni e deregolamentazioni. Abbiamo portato a conoscenza dell’opposizione il documento consegnato all’Ue, prima della partenza per Bruxelles. Lo hanno avuto prima della Commissione europea".



Il nostro presidente del Consiglio ha avuto parole di apprezzamento nei confronti del Presidente degli Stati Uniti: "Obama si e’ mostrato preoccupato per il fatto che l’intera area dell’euro sia sotto stress. Si e’ mostrato un prezioso amico dell’Italia, abbiamo apprezzato i suoi interventi. Ha messo in luce un grande buonsenso, ha avuto un comportamento eccezionale".



Berlusconi e’ sicuro che "gli scontenti del Pdl torneranno sulle loro posizioni" ed ha aggiunto: "Abbandonare è un tradimento, non nei confronti del PdL, ma nei confronti del Paese". Quanto alla fiducia sul maxiemendamento, il premier ha commentato: "Credo sia un fatto quasi obbligatorio" dice. "Abbiamo avuto "20 voti", "credo continueremo così".



Il premier ha inoltre rammentato il peso del debito pubblico sull’economia del nostro paese e rivendica il merito di aver proposto l’introduzione dell’obbligo di pareggio di bilancio in Costituzione. "Meta’ di questo debito e’ in mano a investitori italiani. Questo debito rappresenta il 20 per cento rispetto alla totalita’ della ricchezza italiana, che per la meta’ e’ rappresentata da immobili.



Non siamo assolutamente preoccupati, forse abbiamo sbagliato in passato a sostenere che la nostra economia potesse sostenere questo debito. Richiamati sulla necessita’ di ridurre il debito, abbiamo preso l’impegno di pareggio di bilancio per il 2013 invece che nel 2014.

Ne subiamo una mancanza di credibilita’ dell’Italia nel passato, c’e’ un pregiudizio per certi comportamenti del passato". Berlusconi cita a mo’ di esempio i commenti francesi alle mancate dimissioni di Lorenzo Bini Smaghi - mai nominato dal premier - dal board della Bce. Dunque si tratta di un "pregiudizio antico che ha origini antiche".



Quanto alla crisi economica, Berlusconi ha dichiarato che l’Italia non sente la crisi "nel modo spasmodico in cui la descrivono i giornali, e siamo consapevoli dell’impoverimento di fascia importante della popolazione per il cambio della lira in euro. Una volta una famiglia con due milioni di lire poteva vivere oggi con mille euro e’ difficilissimo. La colpa non e’ dell’euro, ma del cambio lira-euro che e’ stato fatto da quel governo a un livello che noi da sempre abbiamo ritenuto incongruo e penalizzante per l’Italia. Mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi. La vita in Italia e’ la vita di un Paese benestante. I consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto".

giovedì 3 novembre 2011

VIGNALI: Lo statuto e' un grande giorno per le piccole e medie imprese

VIGNALI: Lo statuto e' un grande giorno per le piccole e medie imprese





"Grande giorno per le piccole e medie imprese". Così si e’ espresso Raffaello Vignali, estensore dello Statuto delle Imprese approvato dalla Camera all’unanimità, che ha osservato: "La crisi ha reso evidente a tutti il valore del nostro sistema, fatto di economia reale, realissima, e fatto di piccole imprese."



Vignali ha ricordato come Small Business Act per la prima volta ha chiesto agli Stati membri di pensare innanzitutto al piccolo. Qualcuno ha definito questa posizione come un ritorno al ’piccolo e bello’ e forse, invece, è giunta l’ora di riconoscere che «impresa è bello», quando l’impresa è fatta del rischio che uomini e donne si assumono, scommettendo sul proprio desiderio umano e sulla positività della realtà, perché non c’è nulla di veramente grande se non è anche buono, perché solo ciò che è buono è anche grande. Lo Statuto delle Imprese, allora, è innanzitutto il riconoscimento del valore non solo economico, ma anche sociale e culturale dell’intrapresa nella scia del principio di sussidiarietà". La stessa Commissione Europea nella Comunicazione sull’analisi annuale della crescita ha chiesto di realizzare "un contesto favorevole all’impresa e in particolare alle pmi" come condizione essenziale per la crescita.

La legge è stata approvata oggi all’unanimità (come peraltro avvenuto nei precedenti passaggi sia alla Camera che al Senato).

BRUNETTA: No a esecutivi tecnici

BRUNETTA: No a esecutivi tecnici



"In tre anni e mezzo le riforme strutturali realizzate dal governo Berlusconi hanno prodotto risultati evidenti: risanamento dei conti pubblici, avanzo primario record in Europa (0,9 per cento nel 2011 e, in previsione, 5,7 per cento nel 2014), anticipazione del pareggio di bilancio al 2013 e debito pubblico ricondotto sul sentiero di progressiva riduzione. Una situazione favorevole che ha trovato conferma nel pieno superamento degli stress test condotti dai tecnici della Banca d’Italia sul nostro debito pubblico."


Lo afferma Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, sul sito della Free foundation:

"Come rileva palazzo Koch, il debito pubblico italiano sara’ comunque sostenibile, anche ipotizzando nei prossimi due anni una crescita del Pil pari a zero e un innalzamento degli spread ad oltre 600 punti base sul Bund tedesco (8% circa). Come in tutti i momenti di grande difficolta’, anche questa volta le minacce piu’ insidiose non arrivano dalle speculazione dei mercati ma da quanti non esitano a speculare politicamente sulla crisi, per tentare quella spallata che non e’ loro riuscita negli ultimi tre anni. Se fossimo in una situazione normale, poco male; diremmo: ’It’s politics, baby’. Ma nella grave situazione in cui siamo la speculazione di chi si affida ai giochetti di palazzo e’ un’intollerabile offesa al paese. Per questo condivido pienamente le parole di Angelino Alfano. Le opposizioni siano leali all’Italia. Se vogliono un altro Governo abbiano il coraggio di misurarsi nelle elezioni. Altrimenti collaborino in parlamento alla realizzazione delle riforme. Il rilancio del paese non potra’ essere che un successo di tutti.

Da parte nostra c’e’ la massima disponibilita’ purche’ la crisi non venga sfruttata come scorciatoia per aggirare la volonta’ elettorale che si e’ espressa nel 2008 e che, solo con nuove elezioni, si potrebbe esprimere in modo democraticamente cristallino. Noi non vogliamo le elezioni. Vogliamo governare l’Italia assumendoci le nostre responsabilita’ di fronte al paese e di fronte all’Europa. I partner e le istituzioni comunitarie hanno accolto con soddisfazione e senza riserve gli impegni contenuti nella lettera sulla nostra agenda europea. Essi non ci chiedono ulteriori impegni; ci chiedono di onorare quelli che abbiamo gia’ assunto. Lo faremo anche in piena coerenza con le indicazioni della Banca centrale europea e del suo nuovo Presidente, il cui primo provvedimento va decisamente nella direzione giusta. E’ questo quello che vogliamo fare nel rispetto di chi democraticamente ci ha chiesto di governare e di operare per il bene dell’Italia".

BUONGOVERNO: Il debito pubblico è in calo

BUONGOVERNO: Il debito pubblico è in calo



Dice Bankitalia: debito italiano sostenibile anche nell’ipotesi, certo non auspicabile, che i rendimenti dei titoli di Stato schizzassero all’8%. E in questo caso il rapporto debito/Pil calerebbe o alla peggio si stabilizzerebbe sui livelli attuali. Insomma, non è la soglia del 7% il punto di non ritorno indicato da molti osservatori come fu per la Grecia, per il semplice fatto che Roma non è Atene e i fondamentali del nostro paese sono ben altri. C’è anche questo nel primo "Rapporto sulla stabilità finanziaria" del neo-governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha preparato una relazione di grande equilibrio: dove c’è consapevolezza della gravità della situazione economica e finanziaria, ma nessun cedimento al "catastrofismo" delle opposizioni e dei grandi quotidiani.



Troviamo così l’invito ad azioni rapide in direzione della riduzione del debito pubblico e di provvedimenti per lo sviluppo, ma anche il riconoscimento di un trend al riequilibrio dei conti pubblici, testimoniato dal dato sul calo del fabbisogno dello Stato nei primi dieci mesi dell’anno (oltre 12 miliardi, da quota 73 a quota 60,8).



La sostenibilità del debito, a fronte del rialzo verticale dei tassi dei bond, è stata messa alla prova da Bankitalia con due ipotesi di studio. In caso di tassi tra il 7,5% e l’8% a partire da gennaio il rapporto debito/Pil continuerebbe a ridursi fino al 115,4% nel 2014 (oggi è al 120,6%). Nel caso che questo forte rialzo dei tassi si ripercuotesse negativamente sulla crescita fino ad annullarla, il debito pubblico si stabilizzerebbe poco sopra il 120%. Insomma, una buona tenuta dei conti dello Stato, anche in ipotesi estreme, a dimostrazione del buon governo di questi anni. Visco segnala poi altri punti di forza dell’Italia: la bassa quota di debito tenuto da operatori esteri, aspetto considerato positivo nella valutazione del rischio sovrano; il basso indebitamento privato; la sostanziale tenuta del mercato immobiliare; un sistema bancario che non è fonte di instabilità.

ALFANO A NAPOLITANO: Abbiamo i numeri per governare fino al 2013

ALFANO A NAPOLITANO: Abbiamo i numeri per governare fino al 2013





"Al capo dello Stato abbiamo spiegato che abbiamo i numeri per governare fino al 2013. Non puo’ esserci un governo che e’ frutto di un giochino di palazzo. Questo esecutivo e’ legittimato ad andare avanti. Non dobbiamo resistere ma governare fino alla fine della legislatura".



Lo ha affermato il segretario del Pdl Angelino Alfano, in una conferenza stampa in via dell’Umilta’ dopo essere stato ricevuto al Quirinale.

"Riteniamo che la lettera alla Ue abbia sia la sintesi di un accordo tra la coalizione nel suo insieme formata da Pdl, Lega Nord, Popolo e territorio e Coesione nazionale, in secondo luogo e’ stata validata e vidimata dall’Ue. Tocca a noi adempiere agli impegni e ieri abbiamo cominciato con il maxiemendamento alla legge di stabilita. Se il governo non ha i numeri chiederemo che si vada al voto perche’ non c’e’ alternativa". Alfano ha osservato che il Pdl e’ aperto al contributo parlamentare di altre forze politiche che "per il bene del Paese" vogliano appoggiare le misure per fronteggiare la crisi, ma "solo con questo Governo in carica. In questa legislatura c’e’ solo questo Governo".

MISURE ANTICRISI: maximendamento alla legge di stabilità

MISURE ANTICRISI: maximendamento alla legge di stabilità


Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via straordinaria, ha esaminato un insieme di misure urgenti a sostegno della economia italiana nello scenario della sfavorevole congiuntura che sta investendo l’Europa. A seguito degli indirizzi della Banca Centrale europea e delle intese raggiunte nell’ultimo Vertice dell’Unione, il Consiglio ha approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità, che recepisce gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all’Unione europea del 26 ottobre scorso.

"Non vi è stata alcuna discussione sul pacchetto varato dal Consiglio dei ministri. Questo pacchetto è stato condiviso ed è frutto di un lavoro che si è svolto anche nei giorni scorsi. Nel merito il Consiglio dei ministri è stato unanime", ha spiegato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervenendo a Porta a porta. "Si e’ discusso il modo su come renderlo più velocemente operoso e alla fine - ha spiegato - la scelta unanime è stata quella di utilizzare lo strumento del maxiemendamento" alla legge di stabilità. Sacconi ha concluso spiegando che il provvedimento, all’esame del Senato, dovrebbe essere "approvato responsabilmente" in breve, in 15-20 giorni.

mercoledì 2 novembre 2011

BERLUSCONI: Ora basta col disfattismo, l'opposizione lo capisca

BERLUSCONI: Ora basta col disfattismo, l'opposizione lo capisca



Il colloquio del premier Silvio Berlusconi con il "Corriere della Sera" pubblicato domenica 30 ottobre 2011


È un Silvio Berlusconi motivato e conscio dell’importanza del momento quello che, dalla Sardegna dove passa il weekend, assicura che la legislatura durerà «fino al 2013», annuncia che presenterà alle Camere - il 9 e 10 novembre - gli «impegni con l’Europa e le misure per la crescita» che rappresentano un programma per «i prossimi diciotto mesi», sprona l’opposizione al «senso di responsabilità» e promette che tutto quello che è stato richiesto dall’Europa sarà fatto.

Deve essere fatto perché, spiega il premier, non ci sono spazi per giochi o tattiche: «Il Parlamento deve rendersi conto che quello che abbiamo presentato al Consiglio europeo è un programma vincolante. L’Italia continuerà a essere sostenuta dalla Bce solo se saremo in grado di approvarlo, trasformando le parole in fatti. Altrimenti, non ci saranno più aiuti per questo Paese».


Per questo si sta mettendo a punto un’agenda di provvedimenti che dovranno essere varati «in tempi certi, come impegni strutturali». E il governo è pronto a «porre la fiducia su ciascuno di questi» se servirà, perché quello che è in gioco non è «il mio bene, ma l’interesse del Paese». «L’opposizione - si lamenta il premier - continua con la litania del mio passo indietro, senza rendersi conto che questo è il momento di pensare all’Italia. Solo io e il mio governo possiamo realizzare questo programma di riforme per 18 mesi, ecco perché non esiste alcuna possibilità che io mi faccia da parte». La legislatura dunque - è convinto Berlusconi - arriverà alla sua scadenza naturale, il voto anticipato come ipotesi «non esiste più».

Un messaggio lanciato anche agli scontenti del partito, che agitano una maggioranza esposta ai verdetti dei mercati e appesa a una manciata di voti. Ma il Cavaliere mostra ottimismo: chi ha finora espresso malessere lo ha fatto nel timore di un ritorno alle urne senza garanzie di ricandidatura: «Oggi però non c’è più motivo di temere nulla, è così chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di andare a votare. Dunque, sono convinto che i malumori rientreranno» e magari che torneranno all’ovile anche deputati che si sono appena allontanati dalla maggioranza, a partire da Gava: «Non c’è nessun patto con la Lega per il voto in primavera, e non c’è nemmeno l’interesse dell’opposizione di andare a votare». Perché, è convinto Berlusconi, «Bersani è il primo a non volere le elezioni, impelagato com’è con la lotta sulle primarie che lo vede coinvolto in una difficile sfida interna, soprattutto con Renzi». Mentre Casini, a giudizio del Cavaliere, avrebbe mille motivi per collaborare con il governo in questo passaggio cruciale e decisivo visto che «abbiamo programmi molto simili», ma subirebbe l’attrazione del centrosinistra anche per ragioni di assetti futuri, visto che il prossimo Parlamento voterà il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale...

E dunque, è il momento di passare ai fatti. In fretta, senza perdere tempo prezioso. Per questo, il premier sta lavorando a un’agenda precisa di provvedimenti da approvare da qui all’estate. Con tanto di date di attuazione.

Entro il 15 novembre sarà varata la revisione dell’utilizzo dei fondi strutturali e per le Regioni; entro il 30 del prossimo mese partiranno i mutui agevolati per i giovani; entro il 31 dicembre toccherà alle misure per l’occupazione giovanile e femminile. A fine gennaio dovrà essere completato il piano che prevede la «tutela della concorrenza» per servizi pubblici locali» con introduzione di un «sistema di garanzia» per la qualità dei servizi nel comparto idrico e del trasporto pubblico. La delega assistenziale e previdenziale dovrà essere varata entro febbraio, mentre per fine marzo dovrà essere pronto il piano di liberalizzazioni e concorrenza anche dei servizi commerciali e dei loro orari.

Si arriva a fine aprile per l’approvazione (almeno in prima lettura) della riforma costituzionale dello Stato, mentre entro fine maggio toccherà al capitolo più spinoso, quello delle «norme più stringenti sul lavoro subordinato e parasubordinato» (i «licenziamenti facili», espressione respinta dal premier) e per fine giugno sarà la volta della riforma costituzionale sul pareggio di bilancio.

Su tutti questi provvedimenti, in parte già scadenzati nella lettera al Consiglio europeo, Berlusconi è pronto a «mettere la fiducia», se necessario. Perché appunto non c’è alternativa alla loro approvazione, pena una drammatica penalizzazione del Paese, già in difficoltà - secondo Berlusconi - a causa di motivi contingenti e indipendenti dalla sua volontà.


Come il rapporto con la Francia di Sarkozy. In Europa «tutti mi hanno fatto i complimenti per la lettera di impegni che ho assicurato saremo in grado di onorare», ma resta il nodo del pessimo rapporto con la Francia. Con lui, dice il premier, c’era un’amicizia solida, che però si è guastata per il caso di Bini Smaghi, per la sua indisponibilità a dare le dimissioni dalla Bce dopo la nomina di Mario Draghi e questo nonostante gli fossero stati offerti ben tre incarichi: la presidenza dell’Autorità per la Concorrenza, quella dell’Autorità per i Lavori pubblici e perfino un posto di ministro. Tutti rifiutati.

Difficili restano anche i rapporti con Giulio Tremonti, che nel Pdl appare sempre più isolato, che con il premier continua a convivere in un clima di gelo e diffidenza. Clima che, dicono a Palazzo Chigi, per lui si è fatto difficile anche nel rapporto con la Lega, solo Bossi gli resta «amico», ma anche con lui il legame non sarebbe più quello di un tempo.

Invece, assicura il premier, è tra lui e il Senatur che resta solido l’asse. Anche perché «faremo il federalismo», come verranno varate le riforme della giustizia civile e penale. «Con l’Europa c’è l’accordo per ridurre del 20% il contenzioso civile», e per quanto riguarda il penale «è uno scandalo» che va risolto. La prova? Qui il premier torna a parlare di sé, dei suoi guai personali: «Gli italiani devono sapere che da qui a febbraio mi hanno già fissato 37 udienze. Trentasette dico, ma come potrei partecipare e assieme a fare il presidente del Consiglio? Ovvio che non potrò andare a tutte, e dunque dovrò rinunciare a qualche mio diritto di difesa».

E dire che, si lamenta il premier come fa con chiunque gli parla, non c’è nemmeno materia per giustificare alcuni dei processi a suo carico: «Io - ripete - Ruby l’ho solo aiutata ad aprire un’attività economica, un centro estetico, nient’altro. Ho sempre creduto che fosse maggiorenne, ero convinto che avesse diciannove anni. Ed è assolutamente vero - giura - che la credevo parente di Mubarak, tanto è vero che ho parlato di lei per quindici minuti con l’ex presidente egiziano!».(PdL)

BERLUSCONI: Illustrerò al G20 le misure concordate con la Ue

BERLUSCONI: Illustrerò al G20 le misure concordate con la Ue



Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, segue l’evoluzione dei mercati finanziari tenendosi in stretto contatto con Palazzo Chigi, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.



Non vi è dubbio che sull’andamento negativo degli scambi influisca pesantemente la decisione greca di indire un referendum sul piano di salvataggio predisposto dall’Unione europea. Si tratta di una scelta inattesa che innesca incertezze dopo il recente Consiglio europeo e alla vigilia dell’importante incontro del G-20 di Cannes.



Il presidente Berlusconi, in collaborazione con alcuni ministri del settore economico, sta mettendo a punto l’operatività delle misure dell’agenda europea concordate con Bruxelles, e che verranno illustrate ai partner del G-20. Le scelte del governo saranno applicate con la consapevolezza, il rigore e la tempestività imposti dalla situazione.


ROMANI: Siamo piu' forti di quel che dicono il rating e le Borse




"Il sistema Italia e’ piu’ forte di quanto agenzie di rating e spread fra Btp e Bund tedeschi vogliano far credere".

Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in un colloquio con ‘La Stampa’ dopo aver partecipato a New Delhi agli incontri economici di Confindustria, Abi e Unioncamere in India. "L’intera area euro e’ sotto attacco. Siccome nell’immaginario collettivo l’Italia non ha sempre rispettato le promesse si spara soprattutto su di noi. Me lo ha detto anche un ministro indiano: siete un grande Paese ma forse avete problemi a comunicare quello che di buono e positivo realizzate. I nostri fondamentali sono a posto. Quando riusciremo a dimostrarlo, la speculazione andra’ a parare altrove. E la lettera che Silvio Berlusconi ha mandato a Bruxelles fa finalmente chiarezza".


O.NAPOLI: Berlusconi agisca, subito i decreti taglia-spesa e di sviluppo


"Il tramestio e il traccheggio non si addicono a queste giornate o a queste ore. Il presidente del Consiglio deve presentarsi al vertice G20 di Nizza con il cesto pieno. Pieno di decreti taglia-spesa e di decreti sviluppisti. Da approvare oggi e non domani o dopodomani".

Lo ha affermato in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, che chiede a Silvio Berlusconi di "agire. La rivoluzione liberale, come ogni rivoluzione, va fatta per decreto. Le grandi riforme hanno bisogno di contesti drammatici per nascere e oggi si presenta un’occasione straordinaria all’Italia. Il premier e’ un combattente e la sua fibra e’ intatta. Sapra’ far valere le ragioni sue e mai come in questa ora possono coincidere con le ragioni dell’Italia. Bisogna agire e non chetare, scombinare dove si vuole sopire".

Popolazione mondiale: superati i 7 miliardi di persone, ma siamo sempre più vecchi

 Comunicati Stampa Online



Popolazione mondiale: superati i 7 miliardi di persone, ma siamo sempre più vecchi


by moniatrentarossi on 1 novembre 2011

Il nostro pianeta è sempre più popoloso: è nato infatti il bambino che ci ha fatto superare il traguardo dei 7 miliardi di popolazione.

Ma è un mondo sempre più vecchio, dove entro il 2050 le persone con più di 60 anni saranno più dei bambini, arrivando a ben 2 miliardi, contro gli attuali 650 milioni.

Dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

L’invecchiamento però è un fenomeno che non riguarda solo i paesi ricchi.

Entro il 2050 circa l’80% degli anziani vivrà infatti nei paesi meno sviluppati e i dati dell’Oms dimostrano che già dal 2005 l’aspettativa di vita in Paesi come Francia e Giappone ha superato gli 80 anni, ed è cresciuta anche in Stati più poveri come Cile, Costa Rica, Giamaica, Libano, Sri Lanka o Thailandia.

Non mancano tuttavia vistose differenze. Sia tra i vari stati (da un lato c’è il Giappone con l’aspettativa di vita più alta a 82,2 anni e l’Africa con meno di 40 anni), sia all’interno dello stesso Paese. Negli Usa ad esempio le classi più ricche vivono in media 20 anni di più di quelle svantaggiate.


Secondo gli studiosi la crescita demografica, che ha portato la popolazione mondiale a raggiungere i 7 miliardi, continuerà ancora per 30-40 anni. ”La popolazione dovrebbe stabilizzarsi a 8-9 miliardi nei prossimi 30-40 anni – spiega Giuseppe Gesano del Cnr.

Il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale porrà, sempre di più, dei problemi di salute. Con l’età cresce infatti il rischio di malattie, nonchè le spese per la cura.


Entro il 2050 l’80% di tutte le morti avverrà nelle persone over 60 e per l’Oms è venuto il momento di agire: per questo motivo, in vista del World Health Day 2012, l’Oms si sta concentrando nel formare gli operatori della salute e a preparare le società ad andare incontro ai bisogni della popolazione più anziana, agendo sulla prevenzione.

Fonte: ANSA

Oltre 40 % delle cause di morte in Italia è strettamente legato al regime di vita.

Fumo, alcool, sovrappeso, scarsa attività fisica, ipertensione, colesterolo ai limiti o sopra, ansia- stress-depressione… accorciano l’aspettativa di vita mediamente di 10,6 anni per l’uomo (68 anni) e 11,1 per la donna (73 anni).

Al contrario, una condotta sana e attenta a questi stessi aspetti, può aggiungere fino ad altri 8,4 anni (87 anni) per l’uomo, e oltre 4 per la donna (89 anni).

Inoltre, il 49.4 % delle cause di morte è prevedibile con mesi o anni di anticipo. Si può calcolare che, mediamente l’esecuzione di controlli medici periodici regala mediamente 4-6 anni di vita, e molti di più a coloro (si stima oltre un terzo) che incorrono in patologie precoci e, grazie ai controlli, le identificano in tempo.