lunedì 28 marzo 2016

Brunetta: Terrorismo, “Serve risposta Ue, nuova Pratica di Mare e New Deal europeo”

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Dal sito di Renato Brunetta riprendiamo e                    pubblichiamo
Contro la rete globale terroristica deve esserci per forza di cose, se si vuole essere vincenti, una risposta della stessa ampiezza geopolitica. Una risposta che sia allo stesso tempo economica, culturale, valoriale. L’Europa deve da subito tornare protagonista in campo economico, politico, militare, coinvolgendo in questo processo di ricostruzione anche gli alleati transatlantici, insieme con la Federazione Russa e, perché no, anche la Cina.
Non c`è tempo da perdere. Al prossimo Consiglio europeo all`ordine del giorno devono esserci tre punti: una nuova Pratica di Mare promossa dall’Europa per rinnovare lo schema vincente del 2002, un New deal europeo per rilanciare la crescita attraverso gli investimenti e la reflazione in Germania, che deve fare assolutamente la locomotiva dell’Europa.
In altri termini serve una nuova centralità non solo economica, ma anche politica, diplomatica e geopolitica del Vecchio Continente. Solo così si potrà evitare la Brexit, solo così si potrà dare una risposta credibile al terrorismo di matrice islamica. L`Occidente europeo non può più essere solamente quello dell`egoismo e della miopia della politica economica tedesca, che ha prodotto disoccupazione e impotenza geopolitica, ma deve tornare modello positivo di crescita, lavoro, produttività, solidarietà, accoglienza, democrazia. Ripetiamo: non c`è tempo da perdere”.

Contro il terrorismo più velocità di risposta dall'Ue

Contro il terrorismo più velocità di risposta dall'Ue


A Bruxelles il ministro Alfano, su agenzia federale di intelligence, propone il modello italiano 
24 marzo 2016
«In Italia proporrò un piano ed una strategia anti radicalizzazione per evitare che venga piantato 
un seme che dia, negli anni a venire, un frutto avvelenato». Lo ha dichiarato il ministro Alfano al
 suo arrivo a Bruxelles per partecipare al Consiglio Ue dei ministri dell'Interno.
Nel corso della giornata di lavori sulle strategie di lotta al terrorismo, il responsabile del Viminale
 torna sulla necessità di una maggiore rapidità da parte dell'Ue: «Mi auguro che ci sia una
 capacità  decisionale che vada anche oltre le cose fatte fin qui e soprattutto che si realizzino la
 cose che  abbiamo sempre detto di voler fare». «Il terrorismo è veloce - ha proseguito - e 
l'Europa spesso è lenta. Noi dobbiamo dare quel di più di velocità all'Europa».
Su un'eventuale agenzia europea dell'intelligence, Alfano ha spiegato come in Italia già esista un
 modello da "esportare a livello europeo» ovvero il Comitato di analisi strategica antiterrorismo
 (Casa). «Funziona - ha detto - da centro di coordinamento strategico e di scambio di
 informazioni tra tutte le forze di polizia e di intelligence. Alcuni Paesi hanno aderito, altri no.
 Dobbiamo arrivare a questo obiettivo, mettersi tutti intorno ad un unico tavolo per scambiarsi
 le informazioni anche informalmente, senza troppe procedure, in modo tale che ci sia una 
circolazione capace di produrre esattamente quello che accade in Italia».
Nella sostanza un modello, quello proposto da Alfano, capace di effettuare «un'analisi su
 elementi anche apparentemente irrilevanti ma che possono poi risultare decisivi per cacciare
 dal nostro territorio qualcuno che è pericoloso per la nostra sicurezza nazionale, oppure per
 dare informazioni ai magistrati per fare indagini o arresti, o per avviare delle intercettazioni».
Il ministro degli Interni Angelino Alfano e il Guardasigilli Andrea Orlando, al termine del Consiglio
 Ue, hanno reso omaggio alle vittime delle stragi di martedì' deponendo due mazzi di fiori fuori
 dalla stazione metro di Maelbeek.

domenica 27 marzo 2016

ATTENTATI DI BRUXELLES, MESSAGGIO DEL PRESIDENTE COMMISSIONE EUROPEA


Voglio esprimere le mie più sincere condoglianze agli abitanti di Bruxelles, ai numerosi feriti, alle famiglie e agli amici delle persone inermi coinvolte stamattina in diverse esplosioni all'aeroporto internazionale di Zaventem e alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Desidero inoltre esprimere il mio sostegno e la mia solidarietà alle autorità belghe.

Il mio pensiero va alle forze di sicurezza, ai servizi di pronto intervento e a tutte le persone che hanno soccorso le vittime e che stanno ancora operando sul campo.
Desidero inoltre rassicurare il personale della Commissione europea e delle altre istituzioni: la loro sicurezza è per me una priorità. Saranno adottati tutti i provvedimenti possibili di concerto con le autorità belghe.
Gli attacchi odierni hanno colpito Bruxelles, ma il bersaglio è l’Europa intera. L’Unione europea e le istituzioni devono restare unite di fronte al terrore, ed è quello che faranno.
Gli eventi di oggi ci toccano, ma non ci spaventano. Continuiamo il nostro lavoro per far fronte alla minaccia terrorista e per trovare soluzioni comuni alle questioni che ci riguardano tutti.
Jean Claude Junker


Direttiva sulla lotta contro il terrorismo: il Consiglio è pronto ad avviare negoziati con il Parlamento europeo

Consiglio dell'UE
  • 11.3.2016
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  • 11:50
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  • Comunicato stampa
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  • 121/16
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  • Giustizia
  •  
  • Affari interni
11.3.2016 
L'11 marzo 2016 il Consiglio ha concordato la sua posizione negoziale riguardo alla proposta di direttiva sulla lotta contro il terrorismo. Sulla base di tale mandato, la presidenza dei Paesi Bassi avvierà negoziati con il Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione.
La proposta di direttiva rafforza il quadro giuridico dell'UE per la prevenzione degli attentati terroristici, qualificando come reato le azioni preparatorie quali l'addestramento e i viaggi all'estero per scopi terroristici - trattando quindi la questione dei combattenti stranieri - così come il concorso, l'istigazione e il tentativo di tali azioni. Rafforza inoltre le norme sui diritti delle vittime del terrorismo.
Ard van der Steur, ministro della giustizia dei Paesi Bassi e presidente del Consiglio ha dichiarato: "Sono lieto che soprattutto oggi, in occasione della giornata dell'UE di commemorazione delle vittime del terrorismo abbiamo dato espressione concreta al nostro sforzo comune per far fronte alle nuove forme di terrorismo e alla minaccia rappresentata dai combattenti terroristi stranieri. Adesso dobbiamo dimostrare di essere uniti."
La direttiva proposta rafforza e aggiorna l'attuale decisione quadro 2002/475/GAI qualificando, in particolare, come reato:
  • i viaggi a fini terroristici, per contrastare il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri;
  • il finanziamento, l'organizzazione e la facilitazione di tali viaggi, anche mediante sostegno logistico e materiale, fornitura di armi da fuoco ed esplosivi, alloggio, mezzi di trasporto, servizi, capitali e beni;
  • la partecipazione ad un addestramento a fini terroristici, anche prevedendo la possibilità di indagare e perseguire le attività di addestramento che possono portare a commettere reati terroristici;
  • la fornitura di fondi da utilizzare per commettere reati di terrorismo e reati riconducibili a gruppi terroristici o ad attività terroristiche.
La direttiva integrerà inoltre la normativa vigente in materia di diritti delle vittime per garantire che le vittime del terrorismo ricevano accesso immediato a servizi di sostegno professionale che prevedono assistenza medica e psicosociale, nonché informazioni sui loro diritti.

Contesto

La proposta è stata presentata nel contesto della rinnovata strategia di sicurezza interna dell'UE e in seguito alla richiesta del Consiglio di un'azione accelerata all'indomani degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Essa tiene conto degli obblighi derivanti da diversi testi internazionali:
  • la risoluzione 2178 (2014) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il protocollo addizionale alla convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, volti a contrastare il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri;
  • le norme della task force "Azione finanziaria" (GAFI) riguardanti il finanziamento del terrorismo.

Giornata europea in memoria delle vittime del terrorismo

L'11 marzo è la giornata europea in memoria delle vittime del terrorismo. Segna l'anniversario degli attentati sui treni di Madrid che uccisero 191 persone e ne ferirono almeno altre 1800 che si recavano al lavoro. L'Unione europea ha dedicato questa giornata alla memoria di tutte le vittime degli attentati terroristici in Europa e nel resto del mondo.

Dichiarazione del presidente Donald Tusk sugli attentati terroristici di Bruxelles

Consiglio europeo
  • 22.3.2016
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  • 10:55
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  • Dichiarazione e osservazioni
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  • 152/16
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  • Giustizia
  •  
  • Affari interni
  • Affari esteri e relazioni internazionali
22.3.2016 
Sono sgomento per gli attentati dinamitardi di questa mattina all'aeroporto di Zaventem e nel quartiere europeo di Bruxelles, che hanno provocato la morte di tanti innocenti e il ferimento di molti altri. 
Esprimo il mio cordoglio più sincero ai parenti e agli amici delle vittime. Questi attentati rappresentano un'ulteriore manifestazione di bassezza dei terroristi a servizio dell'odio e della violenza. 
Le istituzioni europee hanno sede a Bruxelles grazie alla generosità del governo e del popolo belga. L'Unione europea ricambia adesso questa solidarietà e assolverà il proprio ruolo aiutando Bruxelles, il Belgio e l'Europa intera a contrastare la minaccia terroristica a cui dobbiamo tutti far fronte. 

Attentati di Bruxelles: dichiarazione congiunta dell'UE

In una dichiarazione congiunta i capi di Stato o di governo dell'UE e i responsabili delle istituzioni dell'UE hanno espresso solidarietà al popolo e al governo belga. In questo tragico momento sono a fianco del Belgio nella lotta al terrorismo. 
"L'Unione europea piange le vittime degli attentati terroristici avvenuti oggi a Bruxelles: siamo di fronte a un attacco alla nostra società democratica e aperta", si legge nella dichiarazione a nome di tutti i leader dell'UE.  
"Quest'ultimo attentato non fa che rafforzare la nostra determinazione a difendere i valori europei e la tolleranza dagli attacchi di chi propugna l'intolleranza. Saremo uniti e fermi nella lotta contro l'odio, l'estremismo violento e il terrorismo."

TERRORISMO, MELONI: RENZI USI PAROLE CHE VUOLE MA NON SI SCONFIGGE GIOCANDO A SCARABEO


TERRORISMO, MELONI: RENZI USI PAROLE CHE VUOLE MA NON SI SCONFIGGE GIOCANDO A SCARABEO

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  • Notizie
Lo scrive su facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Dichiarazione alla stampa del Presidente Renzi in seguito agli attacchi di Bruxelles

Dichiarazione alla stampa del Presidente Renzi in seguito agli attacchi di Bruxelles 
Palazzo Chigi, 22 marzo 2016 

A nome dell'Italia porgo il mio cordoglio più fraterno a Charles Michel, primo ministro belga, al suo governo, al popolo belga, per il terribile attentato di questa mattina. I nostri Paesi sono uniti da un rapporto storico di profonda amicizia. Le lacrime di oggi ci rendono – se possibile – ancora più vicini. I terroristi hanno colpito i luoghi della vita di tutti i giorni, seguendo un copione triste che ormai ha già segnato più volte vicende di questo genere: teatri, ristoranti, chiese, sinagoghe, università, stadi, musei, scuole. I luoghi della vita di tutti i giorni. Oggi sono piombati nel terrore gli innocenti frequentatori di una metropolitana e di un aeroporto. Ci stringiamo innanzitutto intorno alle famiglie delle vittime. Al loro dolore che oggi ha avuto inizio e non avrà mai fine. Siamo vicini ai feriti, le istituzioni italiane sono impegnate in questo momento a verificare la situazione dei nostri connazionali che sono stati feriti. Oggi i terroristi hanno colpito Bruxelles. Non ci sfugge il significato simbolico di questo attacco. Gli attentati si sono verificati a qualche centinaio di metri dal luogo in cui si riuniscono i capi di Stato e di Governo, a qualche centinaio di metri dalle sedi delle istituzioni europee. Dunque hanno colpito il Belgio, ma hanno colpito anche la capitale dell’Unione Europea. È arrivato il momento di dire con molta chiarezza e senza giri di parole, che se gli attentatori venivano – verosimilmente – dagli stessi luoghi che oggi sono colpiti, ciò significa che la minaccia è globale, ma che i killer sono anche killer locali. Il nemico non è soltanto quello fuori da noi, quello lontano. Il nemico si nasconde anche nel cuore delle città europee nelle periferie di alcune nostre capitali. Il nemico vive protetto in certe zone urbane da un atteggiamento di omertà. Occorre dunque un progetto di sicurezza senza tregua, ma anche un progetto culturale, sociale, politico. È giusto tenere alta l'attenzione per le minacce esterne e fare tutto ciò che è doveroso per difendere i nostri confini. Ma è anche doveroso evidenziare come l'Europa possa e debba fare di più anche a livello interno, anche dentro le nostre frontiere per difendere la vita dei nostri connazionali, dei nostri connazionali europei. Dunque l’Europa può e deve fare di più anche a livello interno. Questo non è il momento delle reazioni impulsive, questo è il momento della calma. La rabbia serve. Manterremo tutta la rabbia necessaria per una reazione che diventi progetto. Il disgusto per ciò che è avvenuto deve portarci ad avere una strategia lucida e razionale che affronti e distrugga l'estremismo islamico e la sua folle scia di morte. L’obiettivo non può essere altro che questo. Ma allo stesso tempo sappiamo che servirà tempo, sappiamo che serviranno mesi e forse anni. Sappiamo anche che li sconfiggeremo, ma sappiamo che avremo bisogno di tutto il nostro coraggio, di tutta la nostra intelligenza, di tutta la nostra energia. Chi oggi promette soluzioni miracolistiche non si rende conto di quanto sarà lunga e difficile questa storia, non si rende conto della sua superficialità. Chi vi illude urlando chiudiamo le frontiere non sa di cosa parla: i nostri nemici sono già nelle nostre città. Chi oggi fa polemica, non si rende conto che le italiane e gli italiani come pure tutti nostri concittadini europei hanno il diritto e direi pure l’esigenza di sentirsi parte di un’unica comunità. Di sentire le istituzioni politiche unite tutte insieme, in attacchi come questi, non c’è un colore politico o partitico da difendere, c’è un paese da sostenere. Non è il tempo degli sciacalli. Ma non è neanche il tempo delle colombe. Ci vuole un patto europeo, un patto per la libertà e la sicurezza. I terroristi puntano a toglierci la libertà perché sanno che la libertà è ciò costituisce il marchio di fabbrica dell'Europa. Vada fino in fondo, allora, stavolta, l'Unione Europea. Occorre investire in una struttura unitaria di sicurezza e difesa. Unitaria. È dal 1954 che l'Europa discute e litiga sulla difesa comune. I Servizi segreti lavorino di più insieme. E meglio insieme, con una collaborazione costante, puntuale, continua. L'Italia ha un'esperienza, ahimè, da offrire. Le forze dell'ordine italiane, le forze di intelligence italiane, le forze militari italiane hanno dovuto affrontare, nel corso degli ultimi decenni, situazioni di emergenza terribili. Dalla mafia, al terrorismo, al brigatismo. Siamo totalmente a disposizione delle istituzioni europee per lavorare insieme ad un progetto organico. Ma nello stesso momento investiamo – come abbiamo proposto da tempo e torniamo a fare qui – altrettante risorse di quelle che mettiamo sulla sicurezza, nella cura delle nostre periferie, nella bonifica degli spazi anonimi dei sobborghi urbani delle capitali europee, nella creazione di scuole e di luoghi di socialità, nel presidio del territorio. Si presidia con i militari, ma si deve presidiare anche con i maestri elementari. Va fatto con le forze di polizia, ma va fatto anche con le forze del sociale se vogliamo recuperare almeno la prossima generazione. Voglio dire ai concittadini italiani, che da presidente del consiglio – e anche da padre – avverto la stessa inquietudine che sentite voi. Gli stessi brividi di preoccupazione pensando ai nostri ragazzi, ai nostri figli. Ma da presidente del consiglio – e anche da padre – so che noi non gliela daremo vinta. So che la possibilità di reazione è un dovere. Lo dobbiamo innanzitutto alle vittime di questo attacco. Alla loro memoria. Alle loro famiglie. Ma lo dobbiamo anche a noi stessi. A noi italiani. Fatemi rivolgere agli anziani. A quelli che hanno l'età delle mie nonne. Voi avete sconfitto il nazismo, voi avete superato la guerra. Fatemi parlare a quelli della generazione di mio padre e di mia madre, voi avete avuto la prova del terrorismo, del brigatismo. Durante le vostre lezioni all'Università si sparava. Fatemi parlare a quelli che hanno la mia età, a quelli che come alcuni di noi hanno fatto Giurisprudenza perché un magistrato, più di uno, saltava in aria andando a trovare la madre o tornando a casa dall'aeroporto. Noi abbiamo visto il sacrificio di martiri, ma abbiamo visto che la mafia è stata piegata. Dunque i nonni hanno sconfitto il nazismo e il fascismo, i genitori hanno sconfitto il terrorismo e il brigatismo, i nostri fratelli più grandi hanno visto piegata la mafia. Noi abbiamo una sfida nuova, inedita per alcuni aspetti. Una sfida che è tipica del nostro tempo ma che non è un elemento originale per l'Italia e gli italiani, ci siamo già passati. Non era la minaccia dell'estremismo islamico, aveva un altro nome e altre modalità, ma è comunque una minaccia che l'Italia ha saputo sconfiggere. Allora come l'Italia ha saputo mostrare la propria capacità di resistenza alla mafia e al terrorismo interno, così l'Europa sconfiggerà l'estremismo jihadista. Sarà così, potremo tornare ad essere non soltanto capaci di vivere in libertà ma anche di non rinunciare all'identità più profonda. Perché, se è vero che non dobbiamo sottovalutare niente, se è vero che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sarà sempre più forte l'azione a livello europeo e italiano per combattere la minaccia dell'estremismo jihadista, è altrettanto vero che non potremo mai rinunciare alla libertà di ciò che siamo. Se siamo italiani, se siamo europei, è perché abbiamo dei valori ai quali non intendiamo rinunciare. Viva il Belgio, viva l'Italia, viva la libertà!

domenica 6 marzo 2016

Principali temi ed eventi per i media dal 7 al 20 marzo 2016

Consiglio dell'UE
  • 4.3.2016
  •  
  • 18:00
  •  
  • Comunicazione per i media
  •  
  • 6/15
  •  
  • Affari sociali
  •  
  • Giustizia
  •  
  • Affari interni
  • Affari esteri e relazioni internazionali
  •  
  • Pesca
  •  
  • Affari istituzionali
  •  
  • Imprese e industria
  •  
  • Occupazione
  • Economia e finanza
  •  
  • Agricoltura
4.3.2016 
Panoramica dei temi principali che saranno discussi nelle sessioni del Consiglio dell'UE nel corso delle prossime due settimane.

Riunione dei capi di Stato o di governo con la Turchia, 7.3.2016

I capi di Stato o di governo dell'UE terranno una riunione con la Turchia dedicata alla crisi migratoria.

Occupazione e politica sociale, 7.3.2016

Il Consiglio terrà un dibattito orientativo sul semestre europeo 2016 sulla base di un contributo del comitato per l'occupazione in materia di segmentazione del mercato del lavoro e accordi contrattuali. Il Consiglio discuterà inoltre la prevista agenda per nuove competenze.

Economia e finanza, 8.3.2016

Il Consiglio esaminerà un progetto di direttiva relativa allo scambio di informazioni di natura fiscale sulle attività delle imprese multilaterali. Tra gli altri punti all'ordine del giorno figurano l'unione bancaria, la tassazione delle imprese e la sostenibilità di bilancio.

Giustizia e affari interni, 10-11.3.2016

Il Consiglio "Affari interni" discuterà degli ultimi sviluppi relativi alla migrazione e prenderà atto di una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori sulla proposta relativa a una guardia costiera e di frontiera europea. I ministri discuteranno anche di lotta al terrorismo.
Il Consiglio "Giustizia" dovrebbe adottare un orientamento generale in merito alladirettiva sulla lotta al terrorismo. Valuterà inoltre i progressi sul regolamento che istituisce la Procura europea.

Agricoltura e pesca, 14.3.2016

I ministri valuteranno le attuali difficoltà incontrate da numerosi settori agricoli, in particolare i settori delle carni suine, dei prodotti lattiero-caseari e dei prodotti ortofrutticoli, al fine di determinare l'efficacia delle attuali misure di sostegno del mercato.
 Il Consiglio adotterà conclusioni sul sostegno dell'Unione europea ai paesi produttori di legname e sugli accordi di partenariato nel settore della pesca con i paesi terzi, sulla scorta di raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti europea in materia.

Affari esteri, 14.3.2016

Il Consiglio discuterà dell'Iran e si soffermerà in particolare sulla ripresa del dialogo in taluni settori e sull'agenda bilaterale. Affronterà il processo di pace in Medio Oriente ed esaminerà altresì gli ultimi sviluppi in Libia e le relazioni con la Russia.

Affari generali, 15.3.2016

Il Consiglio preparerà il Consiglio europeo di marzo e adotterà l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio".

Consiglio europeo, 17-18.3.2016

Il Consiglio europeo sarà incentrato sulla migrazione e sulle questioni economiche.

INDICATORI DEMOGRAFICI ISTAT: DIMINUISCONO GLI ITALIANI ED AUMENTANO GLI STRANIERI


Indicatori demografici 

Al 1° gennaio 2016 la popolazione in Italia è di 60 milioni 656 mila residenti (-139 mila unità). Gli stranieri sono 5 milioni 54 mila e rappresentano l'8,3% della popolazione totale (+39 mila unità). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti.
I morti sono stati 653 mila nel 2015 (+54 mila). Il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi. L'aumento di mortalità risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni). Il picco è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all’invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza.
Nel 2015 le nascite sono state 488 mila (-15 mila), nuovo minimo storico dall’Unità d'Italia. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna. L'età media delle madri al parto sale a 31,6 anni.
Il saldo migratorio netto con l'estero è di 128 mila unità, corrispondenti a un tasso del 2,1 per mille. Tale risultato, frutto di 273 mila iscrizioni e 145 mila cancellazioni, rappresenta un quarto di quello conseguito nel 2007 nel momento di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Le iscrizioni dall’estero di stranieri sono state 245 mila e 28 mila i rientri in patria degli italiani. Le cancellazioni per l'estero riguardano 45 mila stranieri e 100 mila italiani.
Gli ultrasessantacinquenni sono 13,4 milioni, il 22% del totale. In diminuzione risultano sia la popolazione in età attiva di 15-64 anni (39 milioni, il 64,3% del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7%). L’indice di dipendenza strutturale sale al 55,5%, quello di dipendenza degli anziani al 34,2%.
Diminuisce la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85). L'età media della popolazione aumenta di due decimi e arriva a 44,6 anni.
comunicato stampa Istat