venerdì 23 dicembre 2011

Il decreto "Salva Italia"

Il decreto "Salva Italia"


22 Dicembre 2011



Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 dicembre scorso è stato approvato in via definitiva dal Parlamento ed è diventato legge.



Il provvedimento - rispetto al decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed in vigore dal 6 dicembre 2011 - è stato approvato con modifiche che entreranno in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.









Materiali di approfondimento sulle misure economiche adottate dal Governo

L'ULTIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI

23 Dicembre 2011




Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 11,40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.



Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.





Il Consiglio ha approvato la delega di funzioni particolari al Sottosegretario di Stato al lavoro e politiche sociali Michel Martone, ai fini dell’attribuzione del titolo di Viceministro.





Successivamente il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che proroga alcuni termini previsti da disposizioni legislative. Il Governo ha approvato un ridotto numero delle proroghe e, pertanto, il decreto non può più essere denominato “milleproroghe”. Sono stati infatti prorogati solo alcuni termini il cui differimento è risultato, dopo attenta istruttoria, assolutamente necessario per garantire efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, nonché operatività di strutture deputate a funzioni essenziali.



Tra le principali proroghe:



- al 31 dicembre 2012 alcuni interventi in materia di ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, gli apprendisti e i collaboratori coordinati e continuativi, nonché in materia di lavoro occasionale accessorio;



- al 31 dicembre 2012 l’esecuzione degli sfratti riguardanti particolari categorie sociali disagiate residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nel comuni confinanti con popolazione superiore a diecimila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa;



- al 30 giugno 2012 le disposizioni intese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente;



- al 2 aprile 2012 l’entrata in operatività del sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), al fine di consentire l’ottimale organizzazione da parte delle imprese interessate;



- al 31 dicembre 2012 i poteri dei Comuni della Regione Campania in materia di gestione di rifiuti;



- al 31 dicembre 2012 l’attribuzione ai Prefetti dei poteri sostitutivi e di impulso al fine di garantire la funzionalità degli enti locali;



- al 31 dicembre 2013 la facoltà per Poste Italiane di concedere agevolazioni nelle tariffe postali per le organizzazioni senza scopo di lucro.





Il Consiglio dei Ministri ha quindi approvato i seguenti provvedimenti:



su proposta del Presidente del Consiglio, Monti, e dei Ministri degli affari esteri, Terzi di Sant’Agata, della difesa, Di Paola, dell’interno, Cancellieri, della giustizia, Severino Di Benedetto, e per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Riccardi:



- un decreto-legge che assicura la prosecuzione della partecipazione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia alle missioni internazionali, alle iniziative di cooperazione allo sviluppo, nonché il sostegno ai processi di ricostruzione e alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione in aree critiche;



su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, Monti:



- due schemi di decreti legislativi in attuazione dell’articolo 30, comma 9, della legge n.196 del 2009, nelle due distinte parti che riguardano: 1) la valutazione degli investimenti relativi ad opere pubbliche (predisposto in co-proponenza con il Presidente del Consiglio e con il Ministro Barca) che prevede fra l’altro l’obbligo per ogni Ministero di redigere il Documento pluriennale di pianificazione che includa i programmi di investimento per opere pubbliche; 2) le procedure di monitoraggio sullo stato di attuazione di tali opere, un sistema gestionale automatizzato che contenga le informazioni qualificanti dei lavori e degli interventi programmati, con la verifica dell’utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti. Sui due schemi sono stati acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari e, limitatamente al secondo, anche della Conferenza unificata;



su proposta del Ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi:



- uno schema di disegno di legge per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee (l’annuale legge comunitaria, per il 2012) che contiene le deleghe ed i principi relativi alle direttive europee da recepire. Il testo verrà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per il parere;



su proposta del Ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi, e del Ministro dell’economia e delle finanze, Monti:



- uno schema di decreto legislativo che modifica la normativa di recepimento della direttiva 2007/64 sui servizi di pagamento nel mercato interno. Il provvedimento armonizza il regime contabile cui sono sottoposti gli intermediari finanziari assoggettati alla particolare vigilanza di tipo prudenziale della Banca d’Italia, uniformando, tra l’altro, i criteri di redazione dei bilanci individuali e consolidati. Sul testo sono stati acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari;



su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Catania:



- due regolamenti, rispettivamente, in materia di riorganizzazione dei Dipartimenti del Dicastero, (con un’ ulteriore riduzione degli uffici dirigenziali di livello non generale) e di riordino degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, per adeguare entrambi alle modifiche normative intervenute; i testi hanno ricevuto il parere favorevole del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari.



Il Consiglio ha poi approvato la Relazione generale sulla situazione economica del paese per il 2010, su proposta del Presidente del Consiglio e Ministro dell’economia, Monti.



Dopo le contrazioni dei due anni precedenti, nel 2010 l’economia italiana è tornata a crescere, anche se il ritmo di sviluppo è stato contenuto. Nella media dell’anno il prodotto interno lordo è aumentato dell’1,3 per cento. Il miglioramento dell’attività economica ha riguardato gran parte dei comparti produttivi.



Il mercato del lavoro ha beneficiato in misura limitata dei segnali di miglioramento dell’economia, con conseguente riduzione dell’occupazione, anche se si è registrato un miglioramento rispetto al 2008-2009. Il tasso di disoccupazione complessivo si è portato all’8,4 per cento, in aumento di sei decimi di punto rispetto al 2009, mantenendosi più contenuto rispetto alla media dell’area dell’euro. L’inflazione, misurata in base all’indice armonizzato a livello europeo, è cresciuta dell’1,6%, in linea con quello medio dell’area dell’euro.



Per quanto riguarda il bilancio pubblico, l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche si è attestato al 4,6 per cento del PIL, con una riduzione di quasi un punto percentuale rispetto al risultato del 2009 (5,4 per cento in rapporto al PIL) e in lieve miglioramento in confronto alle previsioni contenute nella Decisione di finanza pubblica del settembre 2010. Il saldo primario è risultato in sostanziale pareggio. Il debito pubblico ha raggiunto il 119% del PIL, in aumento di quasi tre punti percentuali rispetto al 2009, ma con un incremento inferiore di quasi tre punti percentuali rispetto alla media dell’area dell’euro.





E’ stato quindi prorogato lo stato dì emergenza dichiarato per far fronte all’emergenza del sovraffollamento nelle carceri, e completare gli interventi finalizzati ad assicurare salute e sicurezza dei detenuti, garantendo una migliore condizione di vita e la funzione rieducativa della pena. Inoltre, al fine di consentire il completamento delle operazioni di ripristino dei danni causati da gravi eventi meteorologici che hanno colpito la provincia di Salerno nel dicembre dello scorso anno, le Regioni Liguria ed Emilia Romagna fra dicembre 2009 e gennaio 2010, sono stati prorogati i relativi stati d’emergenza. Ulteriori stati d’emergenza sono stati prorogati per la prosecuzione degli interventi di bonifica dello Stabilimento Stoppani, nel Comune di Cogoleto (Genova) e dello stabilimento Ecolibarna, in Serravalle Scrivia (Alessandria), nella zona mineraria dismessa del Sulcis Iglesiente e del Guspinese, nel Comune di Cerzeto (CS) per dissesti idrogeologici, nell’area lagunare di Marano Grado per problemi ambientali.





Il Consiglio ha condiviso il parere contrario espresso in conferenza di servizi in merito al progetto di realizzazione di un insediamento produttivo, in variante al Piano regolatore generale, nel Comune di Palestrina (Roma).





Infine il Consiglio ha adottato le seguenti deliberazioni:



su proposta del Presidente del Consiglio, la nomina del Sottosegretario di Stato prof. Carlo MALINCONICO a Presidente della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi;





su proposta del Ministro dell’interno, Cancellieri, la nomina a dirigenti generali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dei dirigenti superiori Silvio SAFFIOTI ed Emilio OCCHIUZZI, che vengono rispettivamente preposti alle Direzioni regionali della Sardegna e della Sicilia. Al dottor Bruno NICOLELLA, collocato in disponibilità, è stato conferito l’incarico di istituire Nuclei specialistici presso ogni Direzione regionale dei Vigili del fuoco, mentre al dott. Angelo SINESIO, nominato prefetto, è stato conferito l’incarico di Commissario delegato per il Piano carceri;





su proposta del Ministro della difesa, Di Paola, la promozione a generale di Corpo d’Armata dei generali di divisione Adriano VIECELI, Leonardo LESO e Tullio DEL SETTE (Arma dei Carabinieri), Carlo MAGRASSI (Aeronautica), nonché la conferma dell’avvocato dello Stato Pierluigi DI PALMA nell’incarico di Vicesegretario generale civile del Ministero;





su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Catania, l’avvio della procedura per la nomina del professor Giuseppe ALONZO a Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA).





Infine Il Consiglio ha esaminato talune leggi regionali, su proposta del Ministro Gnudi, a norma dell’articolo 127 della Costituzione.





Il Consiglio è terminato alle ore 15,10.

lunedì 19 dicembre 2011

CICCHITTO: Sì alla manovra per senso di responsabilita'

CICCHITTO: Sì alla manovra per senso di responsabilita'



16 dicembre 2011 ore 12:14 L’intervento del capogruppo del Popolo della Liberta’, Fabrizio Cicchitto, alla Camera dei deputati durante il dibattito sul voto di fiducia alla manovra economica.




Signor Presidente, onorevoli colleghi,

vorrei ricordare, innanzitutto a me stesso, ma anche al Presidente del Consiglio, che il Parlamento è la sede essenziale per misurarsi sul merito dei decreti che il Governo presenta, decreti che non vanno accettati a scatola chiusa, decreti che ogni forza politica cerca di cambiare.

È anche la sede per fare dei discorsi di verità e credo che anche questo vada fatto. Per quello che ci riguarda, abbiamo ontestato l’impostazione di fondo del decreto-legge, ritenendo che esso avesse un’impostazione restrittiva e che fosse in controtendenza rispetto ad un’esigenza. Poi abbiamo visto che ciò è confermato dall’analisi economica che viene fatta da più parti, nel senso cioè che ci troviamo a vivere una fase recessiva che evidentemente richiede dei «contro interventi».





Poi, in questo decreto-legge, abbiamo colto delle cose importanti. In primo luogo, quella riforma delle pensioni, che da tempo andava fatta, di cui diamo atto al Governo di aver presentato un progetto.Anche noi abbiamo rilevato che, se l’avessimo presentata, saremmo stati più morbidi per quanto concerne l’indicizzazione delle pensioni più basse e abbiamo contribuito a determinare questo cambiamento. Il rilievo più netto che muoviamo a questo decreto-legge riguarda la tassazione sulla casa. In ordine a ciò abbiamo ottenuto dei risultati che non l’hanno rovesciata certamente, ma l’hanno ammorbidita e addolcita, specialmente con riferimento alle famiglie.

Detto questo, poiché il nostro è un atteggiamento critico, ma non di sabotaggio, riteniamo anche che, probabilmente, quest’ultima operazione restrittiva - ci auguriamo che sia l’ultima - possa servire a costruire le condizioni in modo tale che il prossimo provvedimento del Governo sia un provvedimento in funzione della crescita.





A tale proposito, ricordiamo al Governo, come ha testimoniato l’incontro di ieri dello stesso con le regioni del sud, che può utilizzare il lavoro svolto dal precedente Governo e mi riferisco a ciò che è stato fatto dall’allora Ministro Fitto e altrettanto può valere per le infrastrutture. In ordine a ciò, consentitemi, vi è una continuità tra questo Governo e ciò che ha fatto quello precedente. Per quanto riguarda però - ho sentito questo tema - le liberalizzazioni, vogliamo sgombrare il campo dalla mistificazione, perché, consentitemi, le liberalizzazioni non possono concentrarsi nell’eliminazione, con metodi stalinisti, delle farmacie, dei tassisti e degli avvocati o degli ordini professionaliNoi abbiamo sempre ritenuto che il progetto di liberalizzazione e di privatizzazione fosse di alto livello e che riguardasse, in primo luogo, la privatizzazione dell’acqua, che un dissennato referendum ha fatto saltare da coloro che oggi cercano di rifarsi una verginità sul terreno magari delle farmacie (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), e quella delle energie, delle ferrovie, delle poste e delle autostrade. Non siamo stati noi che abbiamo giocato su questo terreno. Allo stesso modo, per ciò che riguarda la privatizzazione delle aziende locali e regionali e la ristrutturazione e poi la messa in vendita, del patrimonio immobiliare dello Stato.





Noi riteniamo anche che su tali materie sia indispensabile che un Governo, qualunque Governo, a maggior ragione un Governo dei tecnici, debba muoversi con rispetto delle realtà sociali. Pertanto, così come abbiamo letto che questo Governo, per quanto riguarda l’articolo 18, vuole muoversi in un confronto - poi prenderà le sue decisioni - con le organizzazioni sindacali, ebbene, noi riteniamo anche che, per quel che riguarda farmacie, tassisti e ordini professionali, essi non possano essere oggetto di una sorta di paradossale liberalizzazione, fatta con metodi stalinisti perché, magari, devono essere favoriti altri interessi e cioè quello delle parafarmacie, delle COOP, dei noleggiatori e dei grandi studi legali finanziati dalla Confindustria Questo lo dico con scopi costruttivi, e per mettere in evidenza che, da questa parte, non ci sono degli «antiprivatizzatori», ma vi è chi vuole una privatizzazione e una liberalizzazione di alto livello, e non la mistificazione che è stata tentata in questi giorni.





Onorevole Presidente del Consiglio, credo che vada anche definito il riferimento a due battute che lei ha fatto in Commissione bilancio sul rapporto tra Governo, partiti ed Europa, e anche il problema della funzione del Parlamento e della politica. Lei ha detto: «Voi non siete riusciti e noi ci stiamo riuscendo, e per di più abbiamo anche ristabilito un rapporto con l’Europa».

La prima osservazione mi offre il destro per una riflessione aperta e un dibattito aperto con gli amici della Lega Nord. Detto francamente, infatti, la mia valutazione è che, nel cruciale periodo tra luglio e settembre di quest’anno, il Governo Berlusconi e noi insieme avevamo un’occasione importante per marcare rispetto all’Europa una risposta, che andava data - oltre che su tutti i terreni sui quali insieme l’abbiamo data - su due snodi essenziali: la riforma delle pensioni e l’IVA.

Purtroppo, sull’IVA vi fu l’esitazione dell’allora Ministro del tesoro, sulla riforma delle pensioni abbiamo avuto il vostro diniego. Francamente, noi riteniamo che questo abbia indebolito il Governo e poi consentito la deriva successiva.

Tuttavia, rispetto alla deriva successiva, onorevole Presidente del Consiglio, noi dobbiamo anche mettere in chiaro le ragioni di quello che è successo. Infatti, se noi fossimo stati nella normalità della dialettica politica e anche dei rapporti tra l’Italia e il quadro internazionale, la logica conseguenza di quella crisi sarebbe stata che saremmo dovuti andare ad elezioni anticipate.







Non è avvenuto questo, onorevole Presidente del Consiglio, perché in campo c’è stato un altro soggetto, quello che abbiamo chiamato il convitato di pietra, vale a dire un quadro internazionale gravissimo che, come lei stesso ha messo in evidenza, qualora lo scontro politico del nostro Paese si fosse svolto nella normalità in una situazione anormale, avrebbe messo a repentaglio il risparmio e il reddito degli italiani. Tale agione dovrebbe costituire materia di preoccupazione non solo nostra e dei nostri avversari del Partito Democratico, ma anche degli amici della Lega Nord, perché è un problema che riguarda l’essenza e la tenuta di questa società.

Voi siete arrivati in campo perché c’era questo soggetto, questo convitato di pietra. Rispetto a ciò però, Presidente Monti, occorre che ci sia il massimo di consapevolezza da parte vostra, perché l’Europa costituisce un gravissimo problema.

Ieri, una persona che, in termini di europeismo, può dare lezioni a tutti, Giuliano Amato, ha parlato di «Europa Frankenstein» con un durissimo riferimento ai tedeschi. Altrettanto sta facendo Romano Prodi. Oggi c’è un’intervista del candidato socialista alle prossime elezioni presidenziali francesi, Hollande, che dice: «Basta con l’asse tra Sarkozy e la Merkel».Questo è un problema di fondo: se il Governo italiano, onorevole Presidente del Consiglio, con un rapporto positivo con i partiti - non con un rapporto un tantino altezzoso e strafottente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), ma con un rapporto positivo con i partiti - non affronta questo nodo, non vorrei essere un profeta di sventura, ma noi rischiamoSe non affrontiamo il nodo della BCE, se non affrontiamo il nodo di una modifica di questa realtà europea, noi saremo costretti a fare altre manovre di questo tipo, ma a quel punto l’Italia sarebbe totalmente dissanguata.





Queste sono le ragioni per cui, per senso di responsabilità, noi votiamo questo provvedimento. Però, vi diciamo anche che occorre assolutamente una seconda fase funzionale alla crescita, perché altrimenti rischiamo di trovarci in una situazione in cui le contestazioni, anche forzate che oggi vengono fatte, rischiano di mordere, molto più profondamente, nel vivo della società italiana

ALFANO: Questa manovra ha troppe tasse. Si punti alla crescita

ALFANO: Questa manovra ha troppe tasse. Si punti alla crescita



16 dicembre 2011 ore 22:50 L’intervento del segretario del Popolo della Liberta’, Angelino Alfano, alla Camera dei deputati durante il dibattito sul voto di fiducia alla manovra economica.










Signor Presidente, onorevoli colleghi,

abbiamo votato la fiducia questa mattina e voteremo favorevolmente al voto finale, al termine di questa nostra discussione, perché siamo persone serie, leali e coerenti e non sono cambiate le condizioni che ci hanno portato a sostenere la nascita di questo Governo.





La situazione nazionale non è cambiata e non poteva cambiare in un mese. Non poteva cambiare perché siamo vittime di una crisi che non è ascrivibile ad un Governo e men che meno ad una persona. Abbiamo provato ad esprimere questo concetto a lungo nei mesi precedenti, abbiamo provato a dire che la crisi era mondiale, che la congiuntura internazionale sfavoriva l’Italia. Ci siamo sentiti contrapporre una favola secondo la quale l’America era in difficoltà e la sua moneta era in difficoltà perché l’Europa era in difficoltà, e l’Europa era in difficoltà perché l’euro era in difficoltà, e l’euro era in difficoltà perché l’Italia era in difficoltà, e l’Italia era in difficoltà perché aveva il Governo Berlusconi. Questo è il paradosso e la favola di cui siamo stati vittime e per la quale favola siamo stati aggrediti.





Una volta scritta questa favola, la morale della favola era facile, veniva naturale: sarebbe stato sufficiente mandare a casa il nostro Governo perché gli spread calassero e le borse si impennassero. I fatti si sono incaricati di dimostrare che quella non era la morale della favola, piuttosto ci trovavamo in presenza di una favola senza morale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio). Una favola bugiarda, un racconto bugiardo e antitaliano. Quando, con grande senso di responsabilità, il presidente Berlusconi si è dimesso, senza avere perso le elezioni, né essere stato sfiduciato, il nostro partito, il Popolo della Libertà, non ha cercato rivincite, ritorsioni o vendette perché ha messo al primo posto il bene dell’Italia e degli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio).

Oggi siamo qui a dire che abbiamo avuto ragione, altrimenti anche questa sera, con gli spread in crescita, avremmo dovuto affrontare una campagna elettorale nella quale quella favola senza morale sarebbe stata spacciata come la morale della favola! Ci avrebbero raccontato, in campagna elettorale, che la colpa era la nostra e avremmo fatto il male dell’Italia, prima che il nostro male, quindi abbiamo fatto bene a fare ciò che abbiamo fatto.





Ed oggi siamo qui a commentare e a votare la manovra che lei ha proposto, una manovra che, a nostro avviso, ha troppe tasse e, dunque, noi la invitiamo a puntare sulla crescita perché vogliamo smetterla di inseguire il debito. Se le troppe tasse creeranno o alimenteranno la recessione, perché la recessione c’è anche a prescindere dalle troppe tasse - proprio perché amiamo la verità - se alimenteranno la recessione, saremo costretti a fare nuove manovre e non vogliamo imporre altri sacrifici agli italiani, sono già tanti quelli contenuti in questa manovra ! Dunque, vi invitiamo a lavorare sulla crescita, sapendo che la crescita non si fa per decreto, ma sapendo, lei, che sulla crescita troverà un partito attento e pronto a sostenerla.

Noi l’abbiamo migliorata questa manovra e lei ha dato atto di questo miglioramento al Parlamento, e pro quota anche a noi, nel corso di un intervento colmo di consapevolezza che ho condiviso per i quattro quinti. Non ho condiviso il finale e sa perché? Perché portava troppo l’eco dei giornali. Vede, mi permetto di darle un consiglio, avendo avuto il privilegio di lavorare accanto al suo predecessore. Non si faccia troppo esaltare o deprimere dai giornali, non si faccia dettare l’agenda e le dichiarazioni dai giornali. Un giorno diranno che è bravissimo, un giorno le diranno che non è bravissimo .

L’anagrafe non mi permette di dirle che le do un consiglio di saggezza, però, mi creda, se lo seguirà lei vivrà meglio e il suo Governo andrà più lontano.





Abbiamo migliorato la manovra insieme alle altre forze parlamentari perché la grande differenza tra chi sostiene oggi questo Governo e chi non lo sostiene è che chi sostiene questo Governo ha ottenuto il «no» all’aumento del IRPEF e ha ottenuto il «sì» al rapporto tra le famiglie e la casa . Abbiamo inserito una cosa che era una specie di terra promessa e per la prima volta è stata inserita.

Non nascondiamo che nuove prospettive si aprono. Guardi, sulle liberalizzazioni - lo dico anche a Bersani - dobbiamo intenderci, perché sul titolo del capitolo siamo tutti d’accordo. Ce l’hanno insegnato all’università, liberalizzare fa bene, però dobbiamo capire che cosa vuol dire liberalizzare. Se le liberalizzazioni significano efficienza del mercato, miglioramento dei servizi, centralità della persona umana anche nella sua dimensione di consumatore, noi siamo pronti, presenteremo noi stesso un pacchetto di liberalizzazioni. Ma se liberalizzare vuol dire spostare quote di fatturato dai farmacisti alle coop rosse noi diciamo che queste non sono liberalizzazioni.

Se liberalizzare le professioni vuol dire, per esempio, far sì che gli avvocati diventino da 220 mila a 300 mila vuol dire che non avete capito cosa sono le liberalizzazioni. Noi siamo per liberalizzazioni che mettano al centro la persona, perché lo scopo finale delle liberalizzazioni, anche quando si interviene nella regolazione del mercato dei prodotti e dei servizi, non è la liberalizzazione in quanto tale, è un migliore servizio alla persona, al cittadino che deve sempre restare al centro.





Un ultimo concetto sull’Europa. Non giriamoci attorno, e mi pare di capire che neanche il Presidente Monti l’abbia fatto quando ha dichiarato che il vertice di Bruxelles non è stato all’altezza delle nostre aspettative. È vero, ma non è stato neanche all’altezza delle aspettative necessarie in un tempo di crisi. Non è stato all’altezza e di questo dobbiamo renderci conto tutti. Ecco perché le diciamo, noi le abbiamo votato la fiducia, le stiamo votando questo provvedimento. Vada forte anche del consenso ampio di questo Parlamento in Europa, e vada a dire che noi abbiamo scelto storicamente, da De Gasperi in poi, un’Europa in cui il metodo comunitario si fonda sulle decisioni prese da un organismo disinteressato e terzo, che poi in ultimo si è chiamato Commissione europea di cui lei è stato membro. Non si fonda sul metodo intergovernativo perché sapete, se no, come finisce? Che l’Europa significa Germania e Francia. Allora se noi per Europa intendiamo che le decisioni nostre, poiché non decide la Commissione europea, le prendono la Merkel e Sarkozy noi non abbiamo nulla da eccepire se loro fanno i loro interessi, ma lo diciamo: se loro fanno i loro interessi noi non diremmo più «ce lo dice l’Europa», se l’Europa è Francia e Germania. Noi faremo le cose, non che servono ai francesi e ai tedeschi, ma quelle che servono all’Italia e agli italiani, e vedremo di farle coincidere con quelle che servono all’Europa. Se faremo questo avremo messo ancora una volta l’Italia prima di tutto, prima della maggioranza, prima dell’opposizione, prima del Governo, prima degli egoismi di parte.

lunedì 12 dicembre 2011

Monti pretenda la riforma dei meccanismi monetari dell'Unione europea

CICCHITTO: Monti pretenda la riforma dei meccanismi monetari dell'Unione europea



"Le manovre lacrime e sangue non bastano se non sono accompagnate da una modifica del quadro europeo. I fatti dimostrano che il problema non e’ l`Italia, ma l`Euro. Un euro allo sbando".



Lo ha affermato, in una intervista a Libero, il nostro capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, il quale ha osservato che a Bruxelles Monti deve pretendere "la riforma dei meccanismi monetari europei che, cosi’ come sono, e’ ormai dimostrato che non funzionano. Non e’ possibile tenere un Euro senza una banca di riferimento, senza eurobond e senza politiche economiche concertate. O c`e’ una svolta a livello internazionale, o rischiamo di fare manovre sempre piu’ dure senza stabilizzare la situazione".

CICCHITTO: Voteremo la fiducia al decreto Monti solo per senso di responsabilita'




"Il decreto del governo Monti, che raschia il barile e che esprime una linea di ’lacrime e sangue’ presenta aspetti che non ci convincono e lo voteremo per senso di responsabilita’ se il governo mettera’ la fiducia".

Lo ha affermato, in una nota, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. "Abbiamo piena consapevolezza della gravita’ della situazione finanziaria internazionale derivante in primo luogo dalla crisi dell’euro e dai suoi meccanismi interni. La conseguenza e’ che sono a rischio in primo luogo i risparmi, i titoli di stato italiani. La situazione politico-parlamentare probabilmente non consente il gioco tradizionale degli emendamenti, ma lavoreremo per modificare il decreto in aspetti significativi riguardanti in primo luogo la casa. Prenderemo anche in considerazione un aspetto riguardante le pensioni".

BERLUSCONI: L'Italia ce la farà e la manovra è migliorabile

BERLUSCONI: L'Italia ce la farà e la manovra è migliorabile





"Se non si arriverà a dare alla Bce un ruolo di ultima garanzia, che garantisca i debiti sovrani degli Stati, non si arriverà a nessuna soluzione.



La posizione tedesca è stata molto rigida. Queste rigidità hanno causato anche situazione negative - come per esempio la gestione del debito greco e gli interventi dell’Europa sulla Grecia - che sono stati interamente responsabili di quello che abbiamo visto e a cui abbiamo assistito. Gli eurobond sono certamente una soluzione...



Il vertice di domani a Bruxelles è una spiaggia importante anche se non è l’ultimissima perché per queste cose non c’è mai un’ultima spiaggia.

Le considerazioni di Sarkozy sul ruolo dell’Europa sono assolutamente condivisibili, ma bisogna vedere se dopo queste affermazioni ci sia la possibilità di trovare un accordo su una governance più efficace e su una Banca centrale che possa svolgere il ruolo di garante. Su questo ancora non c’è accordo. Spero che tra stasera e domani si trovi a Bruxelles.



La via d’uscita per salvare l’euro è avere una Banca centrale alle spalle dell’euro e un governo monetario in grado di imporre una politica monetaria unica.



Non ho mai avuto dubbi sul fatto che l’Italia ce la farà, perché se noi sommiamo il nostro debito pubblico alla finanza privata siamo il secondo paese più solido d’Europa, secondo solo alla Germania, prima di Svezia, Francia e Gran Bretagna. Quindi siamo di fronte ad uno Stato indebitato e a cittadini invece benestanti. Questa è la situazione vera dell’Italia.



L’Italia sta facendo la sua parte per consentire all’Europa di uscire dalla crisi, con questo provvedimento che una sola coalizione politica non poteva approvare e non poteva fare quello che abbiamo deciso dolorosamente di fare.



L’Ici e la chiesa? So che tutte le risorse che la chiesa risparmia le dà in opere di aiuto a chi ha bisogno: su questo quindi ho lasciato ai membri del mio partito piena libertà.



Tutto è migliorabile: nel sistema italiano, per la nostra architettura istituzionale, il governo suggerisce e il Parlamento, che discute, decide e vota.



Tutti voteranno per far si che la manovra si approvi prima di Natale.

Credo che la fiducia sia necessaria perché ci sono tante cose che non ci trovano d’accordo. Siamo consapevoli che sia necessario votare questa manovra, ma per rendere possibile un provvedimento come questo serve il concorso dell’intero parlamento. Anche per questo ho deciso di rinunciare al mandato di governo per dar vita ad un esecutivo tecnico. E’ chiaro che tutte le forze politiche hanno forti resistenze su singoli punti della manovra: per questo è necessario porre la fiducia.



Silvio Berlusconi, Congresso del PPE, Marsiglia, 8 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

I Ministri, i Vice Ministri e i Sottosegretari del Governo Monti

I Ministri, i Vice Ministri e i Sottosegretari del Governo Monti


Presidente del Consiglio

Mario Monti

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

Antonio Catricalà (segretario del Consiglio dei Ministri)

Giampaolo D'Andrea (Rapporti con il Parlamento)

Antonio Malaschini (Rapporti con il Parlamento)

Carlo Malinconico (Editoria)

Paolo Peluffo (Informazione e Comunicazione)



Ministri senza portafoglio

Affari europei

Ministro: Enzo Moavero Milanesi

Affari regionali, turismo e sport

Ministro: Piero Gnudi

Coesione territoriale

Ministro: Fabrizio Barca

Rapporti con il Parlamento

Ministro: Piero Giarda



Cooperazione internazionale e l’integrazione

Ministro: Andrea Riccardi

Pubblica amministrazione e per la semplificazione

Ministro: Filippo Patroni Griffi

Ministri con portafoglio

Affari Esteri

Ministro: Giuliomaria Terzi di Sant'Agata

Sottosegretario: Marta Dassù, Staffan de Mistura



Interno

Ministro: Anna Maria Cancellieri

Sottosegretario: Carlo De Stefano, Giovanni Ferrara, Saverio Ruperto



Giustizia

Ministro: Paola Severino Di Benedetto

Sottosegretario: Salvatore Mazzamuto, Andrea Zoppini



Difesa

Ministro: Giampaolo Di Paola

Sottosegretario: Filippo Milone, Gianluigi Magri



Economia e Finanze

Ministro: Mario Monti

Vice Ministro: Vittorio Grilli

Sottosegretario: Vieri Ceriani, Gianfranco Polillo



Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti

Ministro: Corrado Passera

Vice Ministro: Mario Ciaccia (Infrastrutture e Trasporti)

Sottosegretario: Guido Improta (Infrastrutture e Trasporti)

Sottosegretario: Claudio De Vincenti, Massimo Vari (Sviluppo Economico)



Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Ministro: Mario Catania

Sottosegretario: Franco Braga



Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare

Ministro: Corrado Clini

Sottosegretario: Tullio Fanelli



Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari opportunità

Ministro: Elsa Fornero

Vice Ministro: Michel Martone

Sottosegretario: Cecilia Guerra



Istruzione, Università e Ricerca

Ministro: Francesco Profumo

Sottosegretario: Elena Ugolini, Marco Rossi Doria



Beni e Attività Culturali

Ministro: Lorenzo Ornaghi

Sottosegretario: Roberto Cecchi

Salute

Ministro: Renato Balduzzi

Sottosegretario: Adelfio Elio Cardinale

giovedì 1 dicembre 2011

BERLUSCONI: Raddoppierò il mio impegno per un grande PDL

BERLUSCONI: Raddoppierò il mio impegno per un grande PDL






"Grazie Angelino, sono davvero felice ogni volta che ti ascolto, ogni giorno, perché per me è una certezza: per la vittoria che dobbiamo conseguire siamo in ottime mani...Voglio garantirvi il mio impegno: raddoppierò l’impegno per l’organizzazione della nostra forza politica. Stiamo già lavorando per diffonderci capillarmente in tutta Italia, per l’organizzazione della nostra forza politica - un grande partito per un grande paese - per creare un team elettorale in tutte le sezioni elettorali, per stabilire anche grazie alla rete un contatto quotidiano con gli italiani, per scrivere il programma, frutto del lavoro di questi ultimi dieci anni.



Va contro la libertà una norma che dice che tu puoi pagare in contanti fino a 200-300 euro e tutto il resto deve essere verificabile. In questa norma c’è insito il pericolo reale di uno Stato di Polizia tributaria, che sarebbe esattamente il contrario di quello Stato in cui noi vogliamo continuare a vivere.



Non siamo riusciti a concludere il piano per la famiglia: dentro quel piano c’è la speranza per il nostro futuro, non vogliamo che si continui a fare meno figli. Siamo convinti che i nostri valori sono i valori che fanno il bene dell’Italia.



Non lo so se la campagna elettorale sarà "lunga", ma dobbiamo essere pronti. Io lavorerò dietro le quinte...



Nel 1994 siamo scesi in campo lasciando attività che ci piacevano molto e nelle quali avevamo un certo successo. Non volevamo che il Paese cadesse nelle mani di coloro che nel profondo erano e sono rimasti comunisti...Dobbiamo continuare a combattere per la libertà!".



Silvio Berlusconi, Verona, 27 novrembre 2011

ALFANO: loro hanno perso la battaglia contro la verità

ALFANO: loro hanno perso la battaglia contro la verità



"Loro hanno perso la partita con la verità, come sempre.

Sul fronte della crisi noi abbiamo sempre detto la verità, non abbiamo mai nascosto le difficoltà. Il capo del governo, come un buon padre di famiglia cosa deve fare? Certo deve dire che siamo in difficoltà ma che ce la faremo anche questa volta. Ed è quello che ha fatto Berlusconi, ha sempre detto la verità.


Questa al convegno dei Popolari liberali è la prima uscita pubblica del presidente Berlusconi dopo la nascita del governo Monti. Questi applausi, questo entusiasmo è tutto per lei: è la prova non solo che siamo stati in campo, ma che saremo in campo per tornare a vincere e a guidare questo paese.


Le ragioni per stare in campo stanno tutte in quello che è accaduto nei mesi scorsi: nelle tante cose che abbiamo fatto giorno dopo giorno, dei tanti fiori piantati nel grande giardino che è il nostro paese, come le manovre economiche. E nelle menzogne dei nostri avversari secondo le quali ’gli spread, la crisi, in Italia, in Europa, nel mondo, erano tutta colpa di Berlusconi. Giorno dopo giorno hanno costruito sul bagnasciuga un castelletto di sabbia di menzogne , non hanno ascoltato le nostre ragioni dicendo che ’eliminando il male la crisi si sarebbe risolta’. E invece si sono accorti che è arrivata un’onda del mare forza 9 e ha distrutto quel castelletto di menzogne che avevano costruito. Gli spread salgono le Borse vanno peggio di prima e così hanno perso la partita con la verità, come sempre.

Io dico che quello che sta succedendo non è colpa del governo Monti, come prima tutto quello che accadeva non era colpa di Berlusconi.


Le cause della crisi in Europa discendono dal fatto che siamo un continente politico che non è espressione di un popolo comune perché un unico mercato e una moneta unica non hanno fatto un popolo unito. Quando Berlusconi diceva questa cose rispondevano che il problema era il nostro governo, ma si è dimostrato nei fatti che non era così. Noi sosteniamo il governo Monti: e se Berlusconi avesse fatto gli affari suoi avrebbe detto ’andiamo domani alle elezioni’. Ma ha scelto una strada diversa, meno conveniente per lui e però più convenite per l’Italia: questo è quello che fanno gli uomini che hanno passione per il loro paese, che amano l’Italia.

Tutto questo per la difesa della verità, della nostra storia, del nostro essere in campo ed è per questo che non faremo un passo indietro, difendendo il nostro onore da un lato, dall’altro sostenendo il governo Monti ma progettando il nostro futuro perché questo governo non è il nostro futuro.


Siamo qui a rivendicare le nostre ragioni per progettare il nostro futuro e il nostro nuovo successo, un successo per l’Italia fondata sui nostri valori. Crediamo nella famiglia e crediamo che la famiglia sia composta da un uomo e da una donna che tendano a fare figli. Crediamo nella persona e crediamo che la persona venga prima dello Stato; noi crediamo nella vita e non puo’ essere il Parlamento a darla o a toglierla e quando Berlusconi propose un decreto per Eluana Englaro, disse chiaramente che chi non era d’accordo era pregato di dimettersi. La vita è un valore costitutivo della nostra alleanza. Crediamo nella centralità della scuola statale, ma i genitori devono poter essere liberi di scegliere il modello educativo a loro più vicino e bisogna creare le condizioni di essere liberi di scegliere nella sanità, bisogna essere liberi di rivolgersi anche ad altre strutture,


L’Italia che vogliamo è fatta di una grande difesa delle nostre tradizioni e nel contempo di innovazione. E ci contraddistinguono rispetto alla sinistra, perché loro sono sempre gli stessi. Noi non abbiamo cambiato opinione, nonostante abbiamo votato in aula congiuntamente. Ci distingue il fatto che noi tifiamo Italia e vogliamo farla crescere piu’ libera e piu’ prosperosa.".



Angelino Alfano, Verona, 27 novembre 2011