Capezzone:
La nomina di Berlusconi senatore
a vita vero atto di pacificazione
La nota del coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della
commissione Finanze della Camera
"Con tutto il rispetto per le illustri personalità oggi insignite della nomina di senatore a vita, vi sono alcune cose che non possono essere taciute.
La prima: la nomina - e non da oggi - di Silvio Berlusconi avrebbe rappresentato un reale atto di pacificazione. E tuttora resta difficile comprendere perche’ questa ipotesi non sia stata valutata e considerata. La seconda: le personalità nominate oggi (a prescindere da valutazioni assolutamente soggettive: perché il nome di un illustre direttore d’orchestra e non il nome di un altro direttore d’orchestra altrettanto illustre?) esprimono, se non un’appartenenza, quanto meno ‘un’atmosfera’ di omogeneità rispetto a una parte della cultura e della sensibilità italiana, e c’é da chiedersi se altre parti, altre culture, altre sensibilità abbiano minore diritto di cittadinanza. La terza: non sfugge a nessuno da molti anni e da molte legislature, la situazione numerica del Senato della Repubblica. A quale criterio corrisponde un innesto numerico così consistente? Davvero la cosa sarà priva - prima o poi, nell’una o nell’altra legislatura - di risvolti politici significativi o magari decisivi nel sostegno dato o mancato all’uno o all’altro Esecutivo? Sono domande legittime, che non possono non essere poste".
La prima: la nomina - e non da oggi - di Silvio Berlusconi avrebbe rappresentato un reale atto di pacificazione. E tuttora resta difficile comprendere perche’ questa ipotesi non sia stata valutata e considerata. La seconda: le personalità nominate oggi (a prescindere da valutazioni assolutamente soggettive: perché il nome di un illustre direttore d’orchestra e non il nome di un altro direttore d’orchestra altrettanto illustre?) esprimono, se non un’appartenenza, quanto meno ‘un’atmosfera’ di omogeneità rispetto a una parte della cultura e della sensibilità italiana, e c’é da chiedersi se altre parti, altre culture, altre sensibilità abbiano minore diritto di cittadinanza. La terza: non sfugge a nessuno da molti anni e da molte legislature, la situazione numerica del Senato della Repubblica. A quale criterio corrisponde un innesto numerico così consistente? Davvero la cosa sarà priva - prima o poi, nell’una o nell’altra legislatura - di risvolti politici significativi o magari decisivi nel sostegno dato o mancato all’uno o all’altro Esecutivo? Sono domande legittime, che non possono non essere poste".
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