giovedì 4 maggio 2017

IL RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO

      Comitato Schengen Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente
                        IMMIGRAZIONE E SICUREZZA
 Nota ONG - Schengen 3 maggio 2017
 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO
 Il Comitato Schengen ha accertato che in uno dei rapporti di Frontex della fine del 2016 si leggerebbe che i migranti irregolari in arrivo dal Nord Africa avrebbero ricevuto chiare indicazioni, prima della partenza, sulla direzione precisa da seguire per raggiungere le imbarcazioni delle ONG. In un altro rapporto, Frontex avrebbe segnalato un primo caso registrato in cui le reti criminali avrebbero trasportato i migranti direttamente sull'imbarcazione di una ONG, senza peraltro specificare quale.  Più recentemente, in un filmato trasmesso su internet e ripreso in una trasmissione televisiva, Striscia la Notizia, il blogger Luca Donadel avrebbe tracciato la rotta delle navi della Guardia costiera italiana e di organizzazioni non governative in transito dalla Sicilia alla Libia per soccorrere i migranti, notando a suo dire alcune anomalie, come da ultimo riportato dalla stampa (MeridioNews16 marzo 2017).
 2 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Secondo questa ricostruzione, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, le persone salvate in acque internazionali avrebbero dovuto essere portate nel porto sicuro più vicino. Nei casi presi in esame dal videoblogger, infatti le navi italiane avrebbero dovuto dirigersi verso Zarzis, in Tunisia, che dista 90 miglia nautiche dal punto in cui sarebbero stati recuperati i migranti, che invece sarebbero stati portati in Sicilia, a 250 miglia nautiche, superando anche Malta, distante dal punto esaminato 180 miglia.
3 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Risulta al Comitato, come riferito anche da notizie di stampa (la Repubblica 17 febbraio 2017), che il Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, avrebbe dichiarato che da parte di quella procura non c'è nessun fascicolo, ma solo l'acquisizione di informazioni da parte di un gruppo specializzato della procura a livello di studio («Finora, abbiamo raccolto informazioni su 13 ONG, ma il lavoro non è ancora ultimato», MeridioNews 16 marzo 2017), spiegando anche che il proliferare di nuove piccole ONG «è un fenomeno che stiamo studiando da tempo e che non riguarda certo le ONG importanti da tempo impegnate in una grande opera umanitaria».  Secondo quanto risulta al Comitato, vi è un aumento di piccole ONG impegnate nel salvataggio di migranti con alle spalle ingenti capitali e al proposito il dottor Zuccaro ha dichiarato «Vogliamo capire chi ci sia dietro e che cosa nasconda questo fenomeno. Stiamo facendo un ragionamento molto attento, ma non ci sono gli elementi per aprire un fascicolo, soltanto per proseguire la nostra analisi».
 4 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Nel corso dell’audizione del procuratore Carmeolo Zuccaro presso il Comitato Schengen lo scorso 22 marzo è emerso che la procura è riuscita ad avere delle informazioni e un aiuto molto valido per individuare e perseguire gli organizzatori. Anche a mutata modalità di trasporto di queste organizzazioni, infatti, accanto ai barconi piccoli, che non avevano più la nave madre, vi era una serie di natanti più piccoli che svolgevano la funzione di facilitatori, cioè apprestavano le vettovaglie, davano indicazioni circa la rotta che doveva essere seguìta, e magari sul barcone vi erano persone più sprovvedute che non disponevano di nozioni di navigazione tali da poter affrontare il viaggio in alto mare.  Attraverso l'assetto navale di «Mare Nostrum» sono stati individuati alcuni di questi facilitatori e ad acquisire notizie, che hanno consentito anche di individuare alcuni organizzatori a livello, se non apicale, comunque vicino al vertice.
5 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Si è svolta anche attività di rogatoria internazionale, con l'Egitto in particolar modo, per ottenere la loro assistenza, che consentisse di acquisire notizie su questi organizzatori, che operavano a livello medioalto, con un provvedimento restrittivo. Da quanto dichiarato dal dotto Zuccaro purtroppo, le rogatorie si sono fermate soltanto a livello informativo basso, in quanto l'Egitto ha dato alcune indicazioni molto limitate, peraltro anche fornendo, almeno in prima battuta, delle indicazioni errate, forse dovute a confusione.  A partire dal settembre-ottobre del 2016, si è registrato un improvviso proliferare di unità navali di queste ONG, che hanno fatto il lavoro che prima gli organizzatori svolgevano, cioè quello di accompagnare fino al territorio italiano barconi dei migranti. Si è così registrata la presenza, nei momenti di maggiore picco, nelle acque internazionali di 13 assetti navali.
6 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Quello che è emerso dagli esiti della prima indagine conoscitiva svolta dalla procura è che il Paese europeo che ha dato vita alla maggior parte di queste ONG è la Germania, alla quale fanno capo ben 5 di queste ONG: SOS Méditerranée, Sea Watch Foundation, Sea-Eye, Lifeboat, Jugend Rettet.  Sono ben sei navi presenti, perché SOS Méditerranée può contare su una nave, Aquarius, che batte bandiera di Gibilterra, una nave guardapesca; Sea Watch Foundation ha due unità navali, una che batte bandiera neozelandese e l'altra che batte bandiera olandese; Sea-Eye può contare su un'unità che batte bandiera olandese; Lifeboat su un'unità che batte bandiera tedesca; l'ultima, Jugend Rettet, su un peschereccio che batte anch'esso bandiera olandese.
 7 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Per quello che si è ricavato dai primi accertamenti, i costi mensili o giornalieri che affrontano queste ONG sono effettivamente elevati. Per quanto riguarda, per esempio, Aquarius, la nave di SOS Méditerranée, risulta che ammonti a circa 11.000 euro al giorno il costo di gestione della missione. Per quanto riguarda, per esempio, il peschereccio Jugend, i costi mensili ammontano invece su base mensile a circa 40.000 euro.  Per quanto riguarda la ONG MOAS, fondata nel 2013, che ha sede a Malta, risultano due unità: la Phoenix, che batte bandiera del Belize; la Topaz Responder, che batte bandiera delle isole Marshall. Sono certamente sospetti anche i Paesi che danno bandiera a questi assetti navali.
8 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  I costi mensili che si affrontano, compresi i soli costi di spedizione di noleggio di due droni – hanno anche dei droni ad alta tecnologia, dati in noleggio dalla Schiebel, un'azienda austriaca che produce questi apparecchi sofisticati, che svolgono attività di ricognizione, e quindi sono in grado di individuare in alto mare, ma a volte anche in territorio libico, i barconi che si trovano in acqua – ammontano a circa 400.000 euro.  In questi costi non sono compresi, ovviamente, quelli per l'acquisto delle navi. Si tratta di costi mensili dell'ONG MOAS. Sono dati approssimativi, ma che è stato riferito hanno un'approssimazione abbastanza affidabile.
 9 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Oltre alle cinque ONG tedesche, vi sono Medici senza frontiere, che opera con due unità (la Bourbon Argos e Dignity I), e Save the Children, che opera con un'unità. Le altre sono due navi di una ONG spagnola, che prima si occupava anche di salvare i migranti siriani che tentavano di raggiungere l'isola greca di Lesbo partendo dalla Turchia. Adesso, operano tranquillamente nel Mediterraneo.  Nel corso del 2016 queste ONG hanno cominciato a operare in maniera così numerosa soltanto a partire dal mese di settembreottobre; circa il 30 per cento dei salvataggi i cui migranti sono poi approdati nel distretto catanese era da riferire a salvataggi effettuati dalle ONG. Questo 30 per cento si è prodotto soltanto negli ultimi quattro mesi del 2016. Nel corso del 2017, in cui c'è un proliferare di sbarchi veramente incredibile, si sono avuti almeno il 50 per cento dei salvataggi effettuato da queste ONG.
 10 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Parallelamente a questo, si registra un dato che ovviamente ci desta molta preoccupazione: i morti in mare nel corso del 2016 e del 2017 – di dati ufficiali – hanno raggiunto un numero elevatissimo. Nel corso del 2016, risulta al Comitato che oltre 5.000 persone, dati ufficiali, sarebbero morte in mare nel tentativo di entrare in Europa. Per quanto riguarda il distretto catanese, si sono avuti più di 2.000 morti nel triennio 2013-2015, numero di morti non accenna a diminuire.  Questo induce a ritenere che la presenza di queste organizzazioni, a prescindere dagli intenti per cui operano, non ha attenuato purtroppo il numero delle tragedie in mare. Il procuratore di Catania è convinto che i dati ufficiali di questi morti rispecchino soltanto in maniera molto approssimativa il dato effettivo delle tragedie che si verificano in alto mare. Le persone che si pongono alla guida di questi barconi sono sempre più inidonee.
 11 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Ormai, non sono più appartenenti, sia pure a livello basso, all'organizzazione del traffico. Si tratta di persone che vengono scelte all'ultimo momento tra gli stessi migranti, a cui viene data in mano una bussola, quando viene loro data, un telefono satellitare, quando viene loro dato, e si dice loro di seguire una determinata rotta, che tanto prima o poi è certo che – è quello che viene detto a loro – li soccorrerà una ONG.  La circostanza per cui alcune di queste ONG possono contare anche sulla donazione del 5 per mille detraibile fiscalmente anche in Italia, oltre che in altri Paesi, rende più difficile individuare in tutti i modi tutte le forme di finanziamento possibili. Risulta al Comitato che si tratta di unità che battano bandiera di Paesi non propriamente in prima fila per la collaborazione con le autorità giudiziarie, ci renderà più difficile questo compito.
 12 RUOLO DELLE ONG NEL MAR MEDITERRANEO  Già il fatto che venga disattesa l'applicazione della Convenzione di Ginevra e delle altre convenzioni internazionali che prevedono il soccorso in alto mare nella misura in cui non si approda nel porto più vicino, ma in quello che costituisce la meta intermedia agognata, quantomeno dei migranti, e cioè l'Italia, e la Sicilia in particolare, indubbiamente è un'anomalia che va registrata.
 13 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Risulta al Comitato che la ONG Sea-eye, il cui presidente Michael Buschheuer è stato audito nella seduta del 12 aprile 2017 ha avviato un’attività di soccorso di migranti nel mar Mediterraneo, a partire dall’autunno 2015, con altre 200 persone di Regensburg (Germania).  Risulta altresì al Comitato, anche da notizie di stampa (La Stampa del 15 marzo 2017), che l’ONG Sea-Eye sia proprietaria dell’unità navale omonima Sea-Eye, un peschereccio di circa sessant’anni già denominato Sternhai, utilizzato per la pesca nel mar Baltico e nei mari del Nord e riequipaggiato allo scopo di essere utilizzato nelle missioni di salvataggio in mare.  Secondo quanto si apprende dal sito internet della ONG, il peschereccio è salpato per la prima volta dal porto di Licata il 20 aprile 2016.
14 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Risulta ancora al Comitato che un’altra unità navale, la Seefuchs, anch’essa già impiegata come peschereccio, sia stata acquistata dalla medesima organizzazione nel mese scorso, per essere impiegata dal prossimo mese di maggio nella identica attività di salvataggio.  Risulta in particolare al Comitato, anche da notizie stampa della Deutsche Welle riportate da Africa ExPress il 13 settembre 2016, che il 9 settembre 2016 un motoscafo modello Speedy della SEa-Eye sia stato sequestrato dalla Guardia costiera libica e che due persone dell’equipaggio siano state tratte in arresto. Dalla audizione svolta è emerso che la Sea-Eye agirebbe nelle acque internazionali per salvare migranti in pericolo senza che vi sia “la minima intenzione di aiutare i trafficanti e non ci piace quello che loro stanno facendo con i migranti”. L’Organizzazione Sea-Eye è nata quando è stata abolita l’operazione «Mare Nostrum» tanto che il secondo nome del peschereccio Seefuchs è appunto «Mare Nostrum».
 15 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Il presidente Michael Buschheuer ha dichiarato più volte nel corso dell’audizione svolta dal Comitato che la organizzazione Sea-Eye collabora con le MRCC (Maritime Rescue Coordinator Center) di Roma che fa capo al Comando generale del Corpo della Capitaneria di Porto- Guardia Costiera ed è incardinato nel III Reparto Piani e operazioni diretto dal Contrammiraglio Nicola Carlone ed è sotto il loro controllo: per esempio il 10 marzo 2017, la medesima organizzazione avrebbe chiesto all’MRCC di Roma, alle Forze militari e anche a Frontex, di essere informata subito e direttamente se fossero accusati di qualcosa, quindi, per adeguare eventualmente il loro modo di agire, per non aiutare il flusso migratorio gestito dai trafficanti.  A quanto dichiarato al Comitato dal responsabile di Sea-Eye, per adesso, non vi sarebbe stata nessuna risposta né dalla MRCC di Roma né dalla missione Sophia né dal signor Leggeri di Frontex.
16 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Vi sarebbe stata in particolare la comunicazione all’MRCC di Roma da parte della Sea-Eye delle loro regole d’ingaggio. E’ stato altresì confermato che vi sarebbero state esperienze negative con le Forze libiche, quindi la medesima organizzazione ha affermato di tenersi “il più lontano possibile dalle acque libiche, ma naturalmente ci adeguiamo sempre alle situazioni che si presentano. Per dirlo in parole povere: la nostra ciurma ha il dovere di pernottare ad almeno 36 miglia di distanza dalle coste libiche e, di giorno, di pattugliare nell’arco di 30- 36 miglia dalle coste libiche.”  Di solito, la organizzazione pattuglia in un arco appunto di 30-36 miglia dalle coste e, se c’è un’attività molto intensa in corso, possono anche avvicinarsi a 24 miglia dalle coste libiche.
 17 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  La medesima Organizzazione a detta del suo presidente nel corso dell’audizione citata, ha permesso, in casi estremi, di avvicinarci fino a 13 miglia dalle coste libiche, ma questo è stato possibile solo in accordo con la MRCC di Roma e solo per concretamente cercare di salvare delle persone, che si sapevano essere in quella posizione e in pericolo. I comandanti della Sea-Eye sarebbero autorizzati, in caso di navi che stanno affondando, di oltrepassare anche questo limite, ma, sempre ed esclusivamente, se tutti a bordo sono d’accordo all’unanimità, perché vi sarebbe la consapevolezza di quale rischio si correrebbe entrando nelle acque nazionali della Libia e il timore del pool factor e per tutte le complicazioni che possono avvenire a livello internazionale.  E’ stato escluso che fino a oggi vi siano stati trasporti verso l’Italia né vi siano stati approdi in altri porti avendo il compito di assistere le persone in casi gravi: se è possibile, i migranti sono assistiti solo sulle loro barche e non su quelle delle Sea-Eye.
18 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Tuttavia, se queste sono in cattive condizioni, cercano di fare delle isole flottanti per aiutarli e far sì che possano ancora utilizzare le loro navi. Pensano di non essere attrezzati tecnicamente per portare le persone, per un tempo di 30 ore, in un altro posto.  Circa il motoscafo Speedy, il responsabile della ONG Sea-Eye ha dichiarato al Comitato che è stato preso dalle Forze libiche, quando c’è stato un presunto salvataggio in mare. Sulla barca Speedy c’erano due persone. Il loro sistema AIS di riconoscimento automatico era in panne per quanto riguarda l’indicazione dei nomi delle navi. Il personale della Sea-Eye avrebbe riconosciuto due navi con il sistema AIS e una piccola nave non lontano da loro e pensava che si potesse trattare di una situazione di emergenza. Tuttavia, quando si sono avvicinati dal nord, hanno visto che si trattava di due navi molto grandi e di una piccola nave.
19 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  La piccola era molto veloce e agiva fra le due grandi, che sembravano delle petroliere, quindi hanno escluso che si trattasse di una situazione di emergenza e hanno preso la rotta verso Zarzis.  Pochi minuti dopo, sono stati sorpresi da una nave veloce della cosiddetta «Guardia costiera libica» e sono stati costretti a andare verso Al-Zawiya, quindi, dopo quattro giorni, sono stati rilasciati. Il presidente Michael Buschheuer ha dichiarato al Comitato al proposito di non sapere né dove si trovasse la nave né quali siano sono stati i contatti diplomatici che sono avvenuti dopo. Ha peraltro precisato che “Da allora, tutte le autorità pubbliche tedesche evitano il contatto con noi. “Non si può escludere un comportamento forse sbagliato da parte del nostro personale. Si tratta di volontari e le situazioni nelle quali devono agire sono sempre molto difficili.
 20 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Tuttavia, si può escludere categoricamente che noi coscientemente entriamo nelle acque libiche per prendere le persone prima del dovuto o per trovarle prima del dovuto. Immedesimatevi in questa situazione: vi segnalano un caso di pericolo in mare vicino alle 12 miglia…”.  Circa il finanziamento della organizzazione Sea-Eye è stato dichiarato che ci sono esclusivamente donazioni. Nella prima fase, sarebbe stato il presidente stesso a finanziare tutto. Da quando è operativo il primo peschereccio, la Sea-Eye si finanzia esclusivamente con donazioni: nel 2016, l’anno scorso è costato 250.000 euro far funzionare il peschereccio. Il secondo peschereccio costerà altri 100.000 euro.  Si tratta esclusivamente di donazioni da privati o da piccoli imprenditori e non ci sono né donazioni di ordine politico né sovvenzioni pubbliche.
 21 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  Per quanto riguarda il 2017, la Sea-Eye avrebbe bisogno di 500.000 euro, mentre Mare Nostrum aveva bisogno da 9 a 11 milioni al mese, “quindi, con tutti i soldi di cui c’era bisogno per cercare l’aereo indonesiano che era sparito, si sarebbe potuto finanziare Mare Nostrum per un anno intero”.  Il presidente della Sea-Eye nel corso della sua audizione ha quindi espresso apprezzamento per quello che sta facendo la Guardia costiera italiana, per esempio, con la missione Sophia e la missione Triton, e per tutti quelli che già hanno dovuto sobbarcarsi tante cose in queste operazioni di salvataggio. Tuttavia, ha dichiarato “denunciamo che nessuno di questi ha sulla propria agenda la ricerca concreta e l’aiuto di persone in difficoltà in mare”.
 22 L’ATTIVITÀ SPECIFICA SVOLTA DALLA ONG SEA-EYE  E’ stato quindi precisato che l’MRCC Roma reagisce ad avvistamenti concreti e a segnalazioni concrete veramente in modo eccelso e la stessa cosa si può dire della missione Sophia, della missione Triton e di quella Sea Guardian, che reagiscono anche a SOS lanciati, però, secondo la valutazione espressa dal presidente della Ong Sea-Eye nel corso della sua audizione presso il Comitato Schengen il 12 aprile scorso, non partecipano concretamente alla ricerca e al salvataggio di persone in difficoltà.  Il presidente Buschheur ha quindi precisato che un pubblico ministero siciliano “ci ha accusato di prendere soldi dai trafficanti o, comunque, in modo generico ci hanno chiesto e cercato di capire come venga finanziata l’ONG. Abbiamo offerto loro la possibilità di prendere visione della nostra struttura per quanto riguarda le donazioni. Noi siamo registrati come onlus in Germania, quindi c’è un controllo molto severo”.

 23 IL TEMA DELLA TRATTA DELLE DONNE  Il Comitato ha affrontato anche il fenomeno tragico della tratta delle donne. Anche da notizie stampa (Live Sicilia del 13 novembre 2016) si è appreso che per il dottor Zuccaro «È un fenomeno che stiamo affrontando in maniera più incisiva e sistematica da circa un anno [...] nel corso del 2016 abbiamo proceduto a 30 arresti per reati di tratta, mentre l'anno scorso – 2015 – soltanto a 5.  Quindi vi è stato un incremento notevolissimo e non perché il fenomeno sia cresciuto ma perché vi dedichiamo una maggiore attenzione e vi abbiamo dedicato alcuni magistrati che se ne occupano in maniera specifica». Si tratterebbe di un fenomeno «strettamente intrecciato con il fenomeno migratorio.
 24 IL TEMA DELLA TRATTA DELLE DONNE  Abbiamo minori, provenienti soprattutto dalla Nigeria, che arrivano in Italia percorrendo tutta la rotta africana guidati da questi trafficanti che non sostengono i soldi del viaggio che vengono sostenuti dagli organizzatori e che però poi rimborsano le spese del viaggio attraverso l'attività di prostituzione a cui sono costretti a prestarsi appena arrivano in Italia».

 25 COLLEGAMENTI TRA SBARCHI DI MIGRANTI E TERRORISMO  Un'audizione del vicedirettore di Europol, il dottor Wil van Gemert, si è svolta di fronte al Comitato il 18 gennaio scorso, a seguito degli attacchi verificatisi nel novembre 2015 a Parigi.  Il Consiglio europeo avrebbe esteso il mandato antiterrorismo di Europol all'istituzione, in modo da farla diventare un punto di raccordo dell’intelligence europea.  Effettivamente, da quest'audizione, e anche da notizie stampa (Live Sicilia del 13 novembre 2016), risulterebbe che non vi sarebbero prove di un collegamento diretto tra i clandestini e i terroristi, ma vi sarebbe ragione di ritenere che parte dei proventi del traffico delle migrazioni clandestine finisca in mano a organizzazioni terroristiche o paraterroristiche.

 26 COMITATO PARLAMENTARE DI CONTROLLO SULL'ATTUAZIONE DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, DI VIGILANZA SULL'ATTIVITÀ DI EUROPOL, DI CONTROLLO E VIGILANZA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE 
 Seduta n. 41 di Mercoledì 22 marzo 2017 
 INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE POLITICHE DEI PAESI ADERENTI RELATIVE AL CONTROLLO DELLE FRONTIERE ESTERNE E DEI CONFINI INTERNI 
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catania, dottor Carmelo Zuccaro:  http://www.camera.it/leg17/1079?idLegislatura=17&tipologia=inda g&sottotipologia=c30_confini&anno=2017&mese=03&giorno=22&id Commissione=30&numero=0041&file=indice_stenografic

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