lunedì 31 agosto 2009

LE NUOVE FRONTIERE UE:LE CARCERI SCOPPIANO PER I DETENUTI STRANIERI

Le carceri sono sovraffollate di detenuti stranieri Le carceri italiane sono "idonee" ad ospitare soltanto "i detenuti italiani", altrimenti "si supera la capienza regolamentare e quella tollerabile". Per questo il ministro della Giustizia si appella all’Unione europea: "Deve farsi promotrice di trattati e dare risorse economiche a Stati per costruire nuove carceri". "Ci sono oltre 63mila detenuti, oltre 20mila sono stranieri - ha, infatti, ricordato Alfano - vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani. Con l’aggiungersi degli stranieri agli italiani, si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile dei penitenziari che ci sono ". "Ho fatto un appello all’Ue - ha, poi, detto - non può da un lato esercitare sanzioni e dall’altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri: un fenomeno a cui la Ue deve prestare attenzione. La Ue deve o farsi promotrice di trattati o dare risorse economiche agli Stati più interessati dal problema per costruire nuove carceri".

Non c'è peraltro nessuno scontro con i giudici italiani, ha precisato il Ministro "Noi non abbiamo alcuno scontro con i magistrati. Intendiamo portare avanti il progetto di riforme proposto agli elettori che lo hanno approvato con il loro voto partendo da due principi equivalenti - ha puntualizzato Alfano - l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e il fatto che i magistrati sono soggetti solo alla legge, che viene fatta dal Parlamento". "Serve - ha sostenuto il Guardasigilli - che tutti si rendano conto del proprio perimetro di azione. Il Parlamento è sovrano e approva le leggi. Quelle leggi i magistrati le devono applicare. Noi - ha, quindi, concluso - non vogliamo interferire rispetto ai principi sacri di autonomia ed indipendenza della magistratura".

"Non ci saranno nuovo indulti: lo dico chiaramente da un anno", ha spiegato il Guardasigilli - non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica italiana: 30 provvedimenti di amnistia indulto per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Si fanno uscire ogni 2 anni 30mila detenuti ma il problema non si risolve mai. Noi puntiamo sulla realizzazione di nuove carceri e sul lavoro in carcere per abbassare la recidiva".

Immediata la replica di Bruxelles. Dennis Abbot, uno dei portavoce della Commissione Europea, ha infatti fatto sapere che la Commissione europea è "pronta" ad ascoltare le autorità italiane sulla questione del sovraffollamento delle carceri, e a cercare "modi" per migliorare i transfer di detenuti tra uno stato membro e l’altro. La Commissione Ue ha, tuttavia, sottolineato che "la gestione quotidiana della giustizia spetta agli stati membri". "La Commissione Europea - ha detto il portavoce a Bruxelles - non è competente per la gestione quotidiana della giustizia che spetta esclusivamente agli stati membri. Tuttavia, posso dire che la Commissione è pronta a studiare possibili modi per migliorare il trasferimento di detenuti tra uno stato membro e l’altro".

Ricordiamo che il ministro Angelino Alfano, ha illustrato a metà luglio ai 27 colleghi dei Paesi dell’Unione Europea, riuniti in Svezia, la posizione dell’Italia sul nuovo programma quinquennale in materia di Giustizia (cd. “Programma di Stoccolma”), che dovrà essere approvato dall’UE entro la fine dell’anno.
Tra i temi prioritari per l’Italia, Alfano ha, in particolare, evidenziato:
la definizione di norme minime processuali a tutela dei diritti sia degli imputati, sia delle vittime, per riequilibrare a favore delle garanzie individuali un sistema che, con il mandato di arresto europeo, è apparso negli ultimi anni sbilanciato sul versante repressivo;
la codificazione delle norme europee in materia di confisca e congelamento dei beni criminali e la lotta contro la cyber criminalità, in linea con quanto già convenuto in sede G8;
il rafforzamento delle iniziative dirette alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili ed un rilancio della cooperazione europea nel settore del diritto civile in tema di diritto di famiglia, specie per successioni e testamenti;
il rafforzamento della Rete europea di formazione giudiziaria, dotandola di mezzi adeguati e individuandola come struttura specifica presso la Corte di Giustizia;
la necessità di aumentare l’accesso dei cittadini e delle imprese al sistema giustizia in linea (“e-justice”) con la digitalizzazione avviata in Italia del nuovo modello di processo civile.

In occasione della riunione dei ministri della Giustizia dei Paesi dell’UE, il Guardasigilli Angelino Alfano ha inoltre posto ai 27 colleghi europei il tema delle carceri e del miglioramento delle condizioni di detenzione in Europa.

“La questione – aveva rilevato Alfano – va affrontata sotto un triplice profilo: quello del trasferimento dei detenuti europei nei Paesi d’origine; quello dei detenuti provenienti da Paesi extra-europei, che generano, in alcuni Stati membri, situazioni di eccezionale sovraffollamento carcerario; quello, infine, dell’elaborazione di un piano europeo per le carceri, anche tramite l’uso di fondi dell’Unione. Oltre a migliorare le condizioni delle carceri europee, un tale approccio – ha sottolineato il guardasigilli – consentirà di rafforzare le basi dello Spazio comune europeo di Giustizia, Libertà e Sicurezza, componente imprescindibile per far progredire politicamente l’Unione Europea”.

Della proposta italiana, il ministro Alfano aveva informato il Vicepresidente della Commissione Jacques Barrot e il neo-eletto presidente della Commissione giustizia del Parlamento europeo, l’ex ministro della Giustizia spagnolo Lopez Aguilar, ed ha discusso in un breve colloquio riservato con la Presidente svedese, il ministro Ask.

Nella sua replica finale, il vicepresidente Barrot aveva sottolineato che occorrerà far passi avanti sulla questione delle carceri, considerando che la detenzione costituisce sovente l’epilogo del processo penale ed è un tema che non è possibile ignorare in sede di cooperazione giudiziaria europea.
La questione delle carceri che scoppiano non è dunque nuova per i vertici dell'Unione Europea, i quali dovrebbero essere ben coscienti che il sovraffollamento da parte di detenuti comunitari ed extra-comunitari è il frutto avvelenato dell'assenza di una chiara politica europea sull'immigrazione, ovvero è la conseguenza diretta del tacito incitamento all'immigrazione clandestina che tanti disastri stà causando alla nostra amata Italia: dal traffico degli essere umani, alla prostituzione, dalla droga, alla delinquenza dilagante, dai furti alle rapine, al commercio clandestino. Il tutto ammantatato da un palese velo artificioso di perbenismo ipocrita che parla senza raciocinio dei diritti umani, del diritto di asilo, ma che in sostenza nasconde l'essenza preponderante di un'economia canaglia, dai mille volti mafiosi, che prospera sempre più perniciosa ed intricata sulla pelle degli onesti cittadini e delle imprese che pagano regolarmente le tasse.
Anche di questi danni la U.E. dovrebbe essere chiamata a rispondere.
E sono diverse le nazioni che cominciano a pensarla a questo modo.Il passaggio dallo stato-nazione allo stato-mercato è stata un'abile mistificazione politica fatta sulla testa e sulla pelle dei cittadini europei, sull'onda emotiva del crollo del comunismo sovietico, sfruttando il vento del liberismo economico che ancora spirava dal Mercato Comune Europeo. Ma è stata solo un'illusione, in quanto i nuovi soviet europei hanno tolto al popolo, senza alcun referendum e senza alcuna contropartita l'essenza stessa della democrazia di cui il popolo è depositario: la sovranità popolare.
Nessun lamento si è levato dalla c.d. stampa libera e democratica. Solo alcuni stati smaliziati (il cosidetto gruppo degli euroscettici, guidato dall'Irlanda) hanno capito subito il tranello ed hanno protestato. Ora anche la Corte Costituzionale tedesca solleva serie obiezioni sul sistema decisionale politico europeo che esautora di fatto i singoli parlamenti nazionali e toglie di fatto ogni perogativa alla sovranità dei singoli cittadini.
Ma questo è un altro capitolo, che è appena cominciato: con le elezioni in Germania. (A.D.)

Nessun commento:

Posta un commento