16 giugno 2015
Temi:
Il ministro dell'Interno a Lussemburgo alla riunione del
Consiglio Affari interni dell'Unione europea
Alla riunione del Consiglio dei ministri dell'Interno dell'Ue «ci sono stati dei risultati
positivi e in alcuni casi significative aperture». Lo ha detto il ministro dell'Interno
Angelino Alfano a Lussemburgo in un breve punto stampa congiunto con i ministri
dell'Interno francese Bernard Cazeneuve e tedesco Thomas De Mazière, in una
pausa della riunione del Consiglio Affari interni dell'Ue, dedicato alla discussione
dell'Agenda su immigrazione e asilo, e dopo la riunione a quattro svolta nella
mattinata con il commissario Ue Dimitris Avramopoulos.
«Quello che valutiamo come molto positivo - ha aggiunto il ministro - è fare sì che
«Quello che valutiamo come molto positivo - ha aggiunto il ministro - è fare sì che
le quote siano vincolanti. Abbiamo ottenuto che siano vincolanti per tutti e credo
che sia importante affrontare il tema del superamento di Dublino.
Oggi c'è la consapevolezza che Dublino non funziona più ed è un punto essenziale».
«Abbiamo giudicato come un primo passo importante - ha detto Alfano -
«Abbiamo giudicato come un primo passo importante - ha detto Alfano -
l'agenda della Commissione sull'immigrazione, sia per quello che io chiamo la
rottura del 'muro di Dublino' che per il meccanismo dei rimpatri» dei migranti
economici irregolari.
«Abbiamo ottenuto - ha proseguito - cose positive: tempi certi per la chiusura del
«Abbiamo ottenuto - ha proseguito - cose positive: tempi certi per la chiusura del
meccanismo di riallocazione dei profughi; un sistema di rimpatri che deve essere
sempre europeo, perché è più efficace; non escludiamo missioni congiunte in
Africa per farci dare una mano nei paesi di origine. Sui numeri occorre ancora
discutere, e di sicuro lo faremo con i capi Stato e di governo», nel vertice Ue
del 25 e 26 giugno a Bruxelles.
«L'efficacia del sistema - ha detto - dipende da come si gestiscono gli 'hot spot',
«L'efficacia del sistema - ha detto - dipende da come si gestiscono gli 'hot spot',
centri d'identificazione in cui separare i rifugiati da chi emigra per ragioni
economiche. Gli 'hot spot' funzioneranno bene se ci sarà un meccanismo di
rimpatri che funziona, altrimenti salta il sistema».
Ultimo aggiornamento:
martedì 16 giugno 2015, ore 16:20
Nessun commento:
Posta un commento