domenica 28 giugno 2015

Risoluzione del Parlamento europeo sulla distruzione di siti culturali ad opera dell'ISIS/

 B8‑0390/2015 Risoluzione del Parlamento europeo sulla distruzione di siti culturali ad opera dell'ISIS/Da'ish (2015/2649(RSP) 
Il Parlamento europeo,
–       vista la sua precedente risoluzione del 12 febbraio 2015 sulla crisi umanitaria in Iraq e in Siria, in particolare nel contesto dello Stato islamico(1),
–       vista la sua precedente risoluzione del 12 marzo 2015 sui recenti attentati e sequestri ad opera dell'ISIS/Da'ish in Medio Oriente, in particolare contro gli assiri(2),
–       vista la comunicazione congiunta, del 6 febbraio 2015, presentata dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e dalla Commissione, dal titolo "Elementi di una strategia regionale dell'UE relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dal Daesh",
–       vista la dichiarazione adottata in occasione della terza riunione dei ministri degli Affari esteri dell'Unione europea e della Lega degli Stati arabi, svoltasi il 10 e 11 giugno 2014,
–       vista la firma di un memorandum d'intesa, in data 19 gennaio 2015, tra il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) Federica Mogherini e il segretario generale della Lega degli Stati arabi Nabil El Araby, in rappresentanza, rispettivamente, dell'Unione europea e della Lega degli Stati arabi,
–       viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sull'Iraq e sulla Siria,
–       viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 16 marzo 2015 sulla strategia regionale dell'UE relativa alla Siria e all'Iraq e alla minaccia rappresentata dall'ISIL/Da'esh,
–       visto il regolamento (CE) n. 1210/2003 del Consiglio sull'Iraq e il regolamento (UE) n. 1332/2013 del Consiglio sulla Siria,
–       vista la decisione quadro 2008/841/GAI dell'UE, del 24 ottobre 2008, relativa alla lotta contro la criminalità organizzata,
–       vista la risoluzione del Consiglio, dell'ottobre 2012, relativa alla creazione di una rete informale di autorità incaricate dell'applicazione della legge ed esperti competenti nel settore dei beni culturali (EU CULTNET),
–       visti la convenzione dell'UNESCO per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato adottata all'Aia nel 1954, nonché il suo primo protocollo del 1954 e il suo secondo protocollo del 1999,
–       vista la convenzione dell'UNESCO concernente le misure da adottare per interdire e impedire l'illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali, adottata a Parigi nel 1970,
–       vista la convenzione dell'UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, adottata a Parigi nel 1972,
–       viste le linee guida operative riguardanti l'attuazione della convenzione dell'UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale del 1972, periodicamente riesaminate,
–       vista la convenzione dell'UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, del 17 ottobre 2003,
–       vista la convenzione dell'UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, adottata a Parigi nel 2005,
–       vista la dichiarazione delle Nazioni Unite, del 1981, sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o sul credo,
–       visti gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo,
–       vista la dichiarazione delle Nazioni Unite, del 1992, sui diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche,
–       viste le risoluzioni 2161, 2170, 2178 (2014) e 2199 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
–       vista la dichiarazione dell'8 marzo 2015 del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla continua distruzione dei siti culturali in Iraq,
–       vista la dichiarazione congiunta, del 7 marzo 2015, del direttore generale dell'UNESCO e del direttore generale dell'Organizzazione islamica per l'educazione, le scienze e la cultura (ISESCO) sulla distruzione dell'antica città di Hatra (Iraq) ad opera dell'ISIS/Da'ish,
–       viste le interrogazioni al Consiglio sulla distruzione di siti culturali ad opera dell'ISIS/Da'ish (O-000031/2015 – B8-0115/2015 e O-000032/2015 – B8-0116/2015),
–       visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A.     considerando che dall'inizio dell'escalation degli attacchi terroristici dell'ISIS/Da'ish, oltre alle massicce violazioni dei diritti umani consistenti in una devastante perdita di vite umane, l'associata crisi umanitaria e la persecuzione delle minoranze, il patrimonio culturale è stato il bersaglio di saccheggi e distruzioni intenzionali;
B.     considerando che l'ISIS/Da'ish è un fenomeno transfrontaliero che colpisce direttamente più Stati sovrani e rappresenta una minaccia per le regioni confinanti, l'Unione europea e la comunità internazionale nel suo insieme;
C.     considerando che l'impegno proattivo di tutti i paesi limitrofi è fondamentale per evitare che l'ISIS/Da'ish si diffonda nei loro territori e promuovendo un sistema di coordinamento guidato dalle Nazioni Unite per affrontare tutti i problemi correlati derivanti dalle organizzazioni terroristiche;
D.     considerando che l'ISIS/Da'ish è parte di una rete internazionale del terrore ed è rafforzato dal sostegno ricevuto da parte del crimine organizzato internazionale e di organizzazioni affini in molti paesi arabi, africani e asiatici;
E.     considerando che negli ultimi mesi, affiliati ISIS/Da'ish hanno messo in atto una brutale distruzione di molti oggetti culturali di valore inestimabile nel museo Ninive a Mosul (Iraq), ritenuto il secondo più importante museo iracheno;
F.     considerando che gli attacchi terroristici dell'ISIS/Da'ish hanno recentemente portato alla distruzione delle moschee funebri dell'Imam Muhsin, di Sultan Waiys, Al-Umawiyya e Al-Fatih (Iraq), sequestrando lo sceicco Idris al-Noaimi e altri tre civili che avevano cercato di contrastare l'operazione;
G.     considerando che i terroristi dell'ISIS/Da'ish hanno distrutto con i bulldozer l'antica città assira di Nimrud (Iraq);
H.     considerando che secondo la relazione del dipartimento di antichità siriane, pubblicata il 17 febbraio 2015, si sono svolti sistematici saccheggi nei due famosi siti archeologici di Mari e Dura Europos sul medio Eufrate, da parte di bande criminali armate, provenienti da paesi vicino alla Siria ma che operano sotto la direzione dell'ISIS/Da'ish;
I.      considerando che, prima ancora dell'espansione dell'ISIS/Da'ish, il massiccio bombardamento delle forze militari governative siriane ha causato la distruzione di preziosi beni culturali, come quelli di Apamea (Hama), del monumentale antico sito greco-romano e persiano di Palmyra (Homs), del sito patrimonio mondiale di Crac des Chevaliers (Homs), dell'antica rocca di Qalat al Mudiq (Hama) e recentemente dell'antica città di Aleppo;
J.      considerando che da marzo 2012 l'UNESCO ha esortato le autorità siriane "a rispettare le convenzioni internazionali che hanno sottoscritto, in particolare la convenzione del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, la convenzione del 1970 concernente le misure da adottare per interdire e impedire l'illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali (1970), e la convenzione del patrimonio mondiale del 1972", ricordando così il loro dovere di garantire la tutela del patrimonio culturale;
K.     considerando che in data 7 marzo 2015 fonti ufficiali hanno riferito che un gran numero di statue e maschere situate nella antica città di Hatra (Iraq), comprese nell'elenco dei patrimoni mondiali dell'UNESCO, è stato distrutto dai terroristi dell'ISIS/Da'ish con mazze pesanti e raffiche di kalashnikov;
L.     considerando che la campagna dell'ISIS/Da'ish per la distruzione deliberata del patrimonio culturale, quale uno tra i principali cardini della sua propaganda terroristica, è stata definita dall'UNESCO come "pulizia culturale", volta a sradicare tutte le tracce di comunità religiose e fedi diverse da quelle che rappresentano la loro interpretazione dell'Islam. Tale campagna comprende sia attacchi intenzionali contro luoghi fisici e tangibili di culto, di memoria e apprendimento, sia contro l'espressione immateriale della cultura, come gli usi, i costumi e le credenze;
M.    considerando che, verso la fine del 2014, l'ISIS/Da'ish ha bombardato la famosa città medievale di Tal Afar (Iraq) e oltre ai danni visibili documentati da riprese fotografiche nelle murature della fortezza, sarebbero in corso scavi illegali tra le stesse rovine;
N.     considerando che l'ISIS/Da'ish effettua scavi illeciti in zone occupate e che i beni culturali, alcuni dei quali provenienti da siti classificati come patrimonio mondiale, sono oggetto di un traffico illegale in Europa, dal momento che l'ISIS/Da'ish è appoggiato da reti della criminalità organizzata che contrabbandano tali beni su vari mercati europei a fini di riciclaggio;
O.     considerando che gli attuali meccanismi nazionali e internazionali non sono adeguatamente attrezzati, né supportati per contrastare il commercio illecito di beni culturali che attualmente rappresentano il terzo più significativo commercio illegale, dopo quello della droga e delle armi;
P.     considerando che alcuni atti di distruzione del patrimonio culturale sono stati considerati, in determinate circostanze, come crimini contro l'umanità, in particolare quando sono diretti verso i membri di un gruppo religioso o etnico, possono essere assimilati al reato di persecuzione, come previsto dall'articolo 7 paragrafo 1, lettera h) dello statuto della corte penale internazionale;
Q.     considerando che, nonostante il Consiglio abbia adottato due regolamenti, nella fattispecie il regolamento (CE) n. 1210/2003 sull'Iraq e il regolamento (UE) n. 1332/2013 sulla Siria, che vietano l'importazione di beni culturali provenienti dai due paesi, numerosi beni culturali siriani e iracheni sono stati rubati e sono tuttora oggetto di un traffico illegale in Europa;
R.     considerando che la distruzione di questi simboli della cultura, storia e tradizione comuni potrebbe perpetuare il rancore e il risentimento tra le parti, portando al cosiddetto fenomeno di "damnatio memoriae";
S.     considerando che nell'ottobre 2012, una risoluzione del Consiglio ha creato una rete informale di autorità incaricate dell'applicazione della legge ed esperti competenti nel settore dei beni culturali (UE CULTNET), il cui principale obiettivo è facilitare lo scambio di informazioni relative alla prevenzione del traffico illecito di beni culturali e di individuare e mettere in comune le informazioni non operative sulle reti criminali sospettate di essere coinvolte nel traffico illegale;
T.     considerando che le opportune attività di restauro del patrimonio culturale danneggiato, oltre alla protezione di quello ancora intatto, hanno implicazioni strategiche e svolgono un ruolo cruciale ai fini della coesione sociale e del recupero e la riconciliazione futuri delle comunità interessate;
U.     considerando che una pace e una stabilità durature, e di conseguenza la corretta salvaguardia del patrimonio culturale, in regioni colpite o minacciate dall'ISIS/Da'ish, sono strettamente legate al pieno rispetto della diversità delle persone, garantendo al contempo l'accesso educativo per tutti e le condizioni socioeconomiche di base, nel pieno rispetto del diritto internazionale dei diritti umani;
V.     considerando che l'UE ha proposto di mobilitare 1 miliardo di EUR dal bilancio dell'UE come pacchetto di assistenza al fine di fornire una risposta collettiva sostanziale per l'attuazione della Strategia regionale dell'UE per la Siria e l'Iraq, nonché la minaccia ISIS/Da'ish;
1.      condanna fermamente la distruzione intenzionale di siti e beni culturali, archeologici e religiosi perpetrata in Siria, in Iraq e in tutti gli altri territori che sono oggetto di atti terroristici;
2.      sottolinea che la distruzione deliberata del patrimonio culturale da parte dell'ISIS/Da'ish è intenzionalmente volta a cancellare la storia comune dei territori colpiti o minacciati da tale organizzazione terroristica e mina, inoltre, decenni di coesistenza pacifica delle diverse comunità;
3.      ricorda che il traffico illegale di beni culturali provenienti da saccheggi rappresenta una delle principali fonti di finanziamento per l'ISIS/Da'ish, rafforzando la sua capacità operativa di organizzare e portare a termine attacchi terroristici;
4.      sottolinea che tali atti di distruzione di siti e oggetti d'interesse culturale, religioso e storico e il traffico illegale di beni culturali non sono nuovi, non riguardano unicamente l'ISIS/Da'ish e non sono confinati in Iraq e in Siria, e che secondo l'UNESCO "il patrimonio culturale è un'importante componente dell'identità culturale delle comunità, dei gruppi e degli individui, nonché della coesione sociale, cosicché la sua distruzione intenzionale può avere conseguenze negative per la dignità umana e i diritti umani";
5.      rammenta che, dall'inizio della guerra civile siriana, le autorità siriane, l'esercito libero siriano (FSA) e tutti gli altri gruppi coinvolti nel conflitto hanno una responsabilità diretta nella distruzione di beni culturali, come testimonia il rapporto OSNU sui danni ai siti del patrimonio culturale in Siria, che documenta la distruzione in atto su larga scala e i danni ai siti del patrimonio culturale;
6.      invita gli Stati membri a rispettare pienamente tutte le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare adottando tutte le appropriate misure per vietare gli scambi transfrontalieri di beni culturali di importanza archeologica, culturale, storica e religiosa illecitamente sottratti, chiedendo nel contempo la loro restituzione ai paesi cui appartengono;
7.      invita gli Stati membri e l'Unione europea a migliorare il potenziamento delle capacità nelle regioni colpite o minacciate dall'ISIS/Da'ish, come affermato nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare per quanto concerne i controlli delle frontiere e la gestione della sicurezza, compresa la rilevazione di armi e di tracce di esplosivi;
8.      è convinto che il traffico illecito e il contrabbando di beni culturali, laddove non adeguatamente affrontati, possano concretamente pregiudicare l'effettiva attuazione della strategia regionale dell'UE e di tutte le relative misure adottate da altri partner internazionali e regionali, volte a instaurare al più presto una pace, una stabilità e una sicurezza durature in tutte le regioni occupate o minacciate dall'ISIS/Da'ish;
9.      invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una migliore cooperazione regionale, integrando nel contempo maggiormente gli sforzi della comunità internazionale nella lotta contro le attività terroristiche che puntano alla deliberata distruzione del patrimonio culturale, al fine di evitare ricadute nei paesi vicini all'ISIS/Da'ish;
10.    invita gli Stati membri a utilizzare in modo più efficace la banca dati specifica dell'Interpol relativa alle opere d'arte rubate e a collaborare con la sua unità speciale dedicata a contrastare il traffico illegale di beni culturali;
11.    invita il Consiglio europeo a potenziare le unità di Europol preposte al supporto alle indagini in corso e allo scambio di informazioni relative al traffico illegale di beni culturali, le cui azioni rientrano nell'ambito di applicazione delle iniziative orizzontali dell'UE sancite dalla decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio sulla lotta contro la criminalità organizzata;
12.    incoraggia la Commissione europea a mettere a punto un approccio coordinato alla lotta contro il commercio illegale di beni culturali, lavorando in stretta collaborazione con l'UNESCO e altre organizzazioni internazionali quali l'ICOM (Consiglio internazionale dei musei), il Comitato internazionale dello Scudo blu dell'ICOM (ICBS), il Consiglio internazionale per gli archivi (ICA), l'Interpol, l'Organizzazione mondiale delle dogane (OMD);
13.    invita l'UE ad adottare le misure necessarie, in collaborazione con l'UNESCO e la Corte penale internazionale, per ampliare la categoria dei crimini contro l'umanità prevista dal diritto internazionale, al fine di includere gli atti volti a distruggere deliberatamente su larga scala il patrimonio culturale dell'umanità;
14.    chiede all'UE di continuare a documentare i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità, inclusa la deliberata distruzione del patrimonio culturale, nell'ottica, in futuro, di una possibile responsabilità penale;
15.    incoraggia lo svolgimento di indagini penali eque e la cooperazione giudiziaria al fine di identificare tutti i gruppi responsabili del traffico illegale di beni culturali e del danneggiamento o della distruzione del patrimonio culturale appartenente all'umanità intera, in Siria, in Iraq e nelle più ampie regioni del Medio Oriente e del Nord Africa;
16.    invita l'Unione europea, gli Stati membri e la comunità internazionale nel suo complesso, compresi i partner regionali in Medio Oriente, a coordinare e orientare le strategie più adeguate necessarie a potenziare la protezione dei beni culturali più vulnerabili;
17.    sottolinea l'urgente necessità di rafforzare le iniziative volte a smantellare i canali di approvvigionamento delle armi, a individuare e porre fine a tutte le fonti di finanziamento, come anche a prevenire l'uso criminale della propaganda online a sostegno delle organizzazioni terroristiche, compreso l'ISIS/Da'ish;
18.    sottolinea l'importanza del pieno rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e dello Stato di diritto per stabilizzare la situazione nelle regioni colpite o minacciate dall'ISIS/Da'ish; ritiene che l'uso della forza non rappresenti una soluzione alla minaccia terroristica;
19.    crede fermamente che soluzioni politiche inclusive e incentrate sulle comunità, orientate all'eliminazione della povertà e delle disuguaglianze sociali, a un accesso all'istruzione per tutti e alla promozione della comprensione reciproca, svolgano un ruolo cruciale per qualsiasi strategia europea o internazionale volta a garantire una pace e una stabilità durature nelle regioni interessate, preservando nel contempo il carattere multietnico, multireligioso e multiconfessionale delle società in questione;
20.    invita l'UE a proteggere i propri interessi finanziari relativi al pacchetto di assistenza "Un miliardo di EUR per la Siria e l'Iraq" adottando tutte le misure necessarie per prevenire qualsiasi forma di frode, irregolarità e corruzione, in particolare la verifica ex-ante ed ex-post della natura e della coerenza delle spese nonché della documentazione e delle informazioni rilevanti;
21.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, al direttore generale dell'UNESCO, al governo e ai parlamenti degli Stati membri, alla Coalizione nazionale siriana nonché al governo e al parlamento dell'Iraq.

(1)
Testi approvati, P8_TA(2015)0040.
(2)
Testi approvati, P8_TA(2015)0071.

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