da Il Mattinale del Gruppo di Forza Italia alla Camera
riprendiamo e pubblichiamo
EDITORIALE
DI GUERRA
Il bilancio di sette giorni orribili impone un
giudizio chiaro. Non è più tempo per ridanciani
deboli di spirito. Per sradicare il Male,
indispensabile un’alleanza globale. Se Renzi dice
di no alle sanzioni alla Russia dà un segnale
importante. E garantiamo l’unità nazionale.
Altrimenti, si attacchi pure a WhatsApp. La linea
del centrodestra unito, ispirata da Berlusconi,
ha il consenso degli italiani: Putin è il leader
mondiale preferito (48 per cento), Obama al 32
BILANCIO DI SETTE GIORNI.
L'ABISSO DEL MALE IMPONE
SCELTE CORAGGIOSE
Il bilancio di questa settimana terribile per il mondo ci pone
davanti alla responsabilità
morale e politica di un giudizio.
La realtà è certo complessa. Ma
l'abisso del male si è fatto palese a
chiunque abbia coscienza della
propria umanità. Mai è stato tanto
facile vedere il campo del bene e del
male e il dovere di scegliere.
Per noi il dovere della scelta implica l'impegno a impedire a questo male di
tornare a menare i suoi fendenti contro l'Europa. E questo è possibile non
certo con il dialogo politico, ma con lo sradicamento in forza di
un'alleanza politica e militare delle maggiori potenze.
I
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NON C'È ALTRA SOLUZIONE DI UN’ALLEANZA GLOBALE
CHE VADA DA AMERICA A EUROPA E RUSSIA. PERCIÒ È
ESSENZIALE IL NO DELL’ITALIA ALLE SANZIONI CONTRO
MOSCA
Non c'è altra soluzione. Essa esige da parte del governo italiano il coraggio
di uscire dalla retorica delle belle intenzioni e della bella unità, per passare
alla facilitazione operativa di una grande alleanza che vada dall'Ovest
all'Est.
Che raduni in un patto ideale e strategico America, Europa e Russia.
Che la faccia corta con le ragioni di dissenso e persino di scontro di
interessi, che spariscono dinanzi alla minaccia totalitaria e globale.
La geopolitica oggi si fa semplice e rapida. Divide il mondo in due.
Non c'è spazio morale, politico e neppure mentale per la terza via.
E allora che cosa ci vuole, signor Presidente del Consiglio, a usare
WhatsApp o persino Twitter non solo per dire che non bisogna credere
alle bufale, ma che l'Italia ha preso la decisione di dire di no alle sanzioni
contro la Federazione Russa, perché sono un ostacolo nella guerra contro
il Male Assoluto.
Non vuole pronunciare la
parola guerra, perché
preferisce dire rottamazione
del Male, va bene, faccia
pure il Fonzie anche in
questo campo. Ma esprima
questo concetto. È essenziale.
Darebbe un segno al popolo
italiano che facciamo sul
serio.
Non ci limitiamo ad alzare
lo scudo di difesa, a fare catenaccio. Perché se ci si limita al catenaccio,
per lei, signor premier, che ama i paragoni calcistici, non si vince la
partita.
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NON È PIÙ TEMPO PER I MINIMIZZATORI RIDANCIANI.
RIDICOLIZZARE VENEZIA COME NUOVA PRATICA DI MARE
È DARE UN COLPO IN TESTA ALLA PACE
Dobbiamo essere noi a dirigere il gioco contro lo Stato Islamico e le sue
cellule cancerose in mezzo a noi. Su, coraggio, non si sdrai anche lei
sull'amaca di Michele Serra, non cerchi di smidollare l'Italia come fa
Gian Antonio Stella che si rende ridicolo cercando di ridicolizzare la seria
proposta del sindaco Brugnaro di fare di Venezia il luogo dell'incontro tra
le Forze del Bene.
Se Stella preferisce, si potrebbero organizzare le conferenze stampa
nelle terre del Prosecco che è lì vicino.
Ma occorre rendersi conto che le parole hanno un peso, ma i gesti di più.
Venezia è stata il luogo dove si cementò il patto di Lepanto.
IL DRAMMATICO REALISMO DI STARE CON ASSAD
Oggi purtroppo il governo italiano e la leadership tedesca dell'Europa si
caratterizzano per debolezza di spirito, che non c'entra nulla con la
prudenza.
La prudenza quando il fuoco divampa non significa affatto guardare
da fuori lo spettacolo, ma
muoversi per impedirne la
propagazione e spegnerlo.
Si tratta di prendere atto che
oggi sul campo dove regna il
Califfo Nero hanno deciso di
impegnarsi Federazione
Russa e Francia.
Esse chiedono ad America e all'Europa di unirsi, in un coinvolgimento
diretto e strategico, concordando priorità militari di intervento,
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prendendosi l'onere di scegliere alleati scomodi sul terreno, anche e
persino Assad, in una chiave di drammatico realismo.
Se infatti prima dell'attacco a Parigi ci si poteva nascondere la verità (noi
non lo abbiamo mai fatto) sulla natura dello Stato Islamico, dopo le
operazioni simultanee contro inermi cittadini allo stadio e al Bataclan, non
è più possibile far indossare ai fatti una mascherina eufemistica.
L'Isis è un cancro aggressivo. I guerrieri jihadisti sono organizzati in
uno Stato che punta alla sottomissione e alla conquista e ha da tempo
iniziato i suoi sbarchi.
Sposta masse enormi di profughi spingendoli all'invasione dell'Europa, in
mezzo a cui mescola a bella posta i propri adepti.
GLI ITALIANI PREFERISCONO PUTIN. E DANNO RAGIONE AL
CENTRODESTRA UNITO GUIDATO DA BERLUSCONI
Dinanzi a questo il giudizio deve passare istantaneamente dalla
formula verbale all'azione.
Chiediamo al governo
quello che finora non è
stato, per timore di
suscitare irritazione
delle anime sdraiate,
protese solo a tutelare
l'orto del politicamente
corretto dove cogliere
fragolette.
Saremo in piena unità nazionale di intenti e decisioni con Renzi e il suo
esecutivo purché si manifesti negli atti figlio della nostra civiltà ed abbia la
fortezza d'animo di ritenere la libertà e le proprie radici come beni non
negoziabili e indivisibili.
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La carta geografica del mondo è un groviglio di presenze nemiche e le
sfere di interesse delle potenze spesso confliggono. Anzi confliggevano.
Adesso non possono più confliggere. Ma ogni giorno, ogni ora che passa
senza scelte chiare di alleanze, senza iniziative operative per dar modo di
annientare l'Isis con una grande alleanza, moltiplicano i rischi e danno
adito a paure. È la debolezza che fa paura.
Accetti il sentimento dominante del popolo italiano, che Berlusconi ha
intercettato da tempo, guidando tutto il centrodestra in questa direzione,
con proposte che hanno oggi ancora una volta per nemiche le procure della
Repubblica.
Scelga per un'alleanza atlantica inclusiva, che sappia come a Pratica di
Mare coinvolgere la Federazione Russa.
Un sondaggio SWG, citato
oggi dal Corriere, fa capire da
chi oggi gli italiani si sentano
più tutelati. Il 48 per cento
degli italiani preferiscono, tra i
leader del mondo, Putin.
Solo il 32 per cento predilige
Obama. È la prima volta nella
storia della Repubblica che
capita.
Via le sanzioni subito a un alleato indispensabile per la nostra libertà
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