martedì 19 maggio 2020

LE MOZIONI DI SFIDUCIA A BONAFEDE



Le  mozioni di sfiducia a  Bonafede

Due  distinte proposte presentate Senato, da una parte dalla 'Lega', e dall'altra da 'Più Europa' e da 'Azione' di Carlo Calenda, sottoscritta da più di 30 senatori di Forza Italia

MOZIONE LEGA

Il caso Di Matteo e le scarcerazioni dei boss: La "nomina" a capo del Dipartimento Affari penitenziari del magistrato Francesco Basentini, "che non poteva vantare specifiche competenze ordinamentali in materia penitenziaria e antimafia", e che si è dimesso dopo le polemiche sulle scarcerazioni dei boss causa Covid -19 "è stata una scelta del ministro Bonafede, di cui il Guardasigilli deve assumersi tutte le responsabilità", si legge nel testo che ricorda la mancata nomina di Nino Di Mattteo, cosi' come riferita dai media. " I primi di marzo sono scoppiate violentissime e apparentemente coordinate rivolte negli istituti penitenziari italiani", secondo le ricostruzioni di chi ha indagato le rivolte erano "finalizzate ad alimentare la discussione su indulti, amnistie e provvedimenti che avrebbero potuto alleggerire il carcere anche per gli uomini della criminalita organizzata; il ministro Bonafede, viceversa, inizia ad avanzare ipotesi di interventi normativi volti incredibilmente ad accogliere le richieste dei rivoltosi"
Carceri e contagio Covid-19, nesso falso: Bonafede ha iniziato "soprattutto ad accettare il principio, indimostrato e scientificamente falso, del nesso di causalità fra detenzione in carcere e contagio". In seguito "al clamore sollevato dalla scarcerazione di numerosi boss mafiosi dal 41 bis, il Dipartimento ha negato, in un comunicato, di aver diramato la circolare con l'obiettivo di scarcerare anche i detenuti più pericolosi, ma di aver chiesto solo un monitoraggio; tale giustificazione è smentita dal testo stesso della circolare che, nei fatti, scaricava sulla magistratura di sorveglianza la responsabilità, imponendo in sostanza la scarcerazione di condannati, tra cui anche quelli incarcerati per mafia; anche questa situazione appare tuttora degna di urgenti approfondimenti, a fronte del fatto che il ministro non ha reso alcuna spiegazione plausibile, nè si è assunto alcuna responsabilità, pur tentando goffamente di trovare una via d'uscita, senza riuscirvi".
Nessun piano contro rivolte carceri e no tutela agenti: "da parte del vertice del DAP, a fronte dell'emergenza sanitaria nazionale, non è stata messa a punto alcuna strategia per evitare prevedibili e già noti disordini e rivolte negli istituti penitenziari, che hanno coinvolto seimila detenuti (di cui quattordici deceduti per overdose), una quarantina di agenti feriti, oltre trenta milioni di euro di danni alle strutture carcerarie con interi reparti devastati, oltre ad un'allarmante evasione di massa (settantadue evasi);non sono state predisposte, all'interno degli Istituti, adeguate misure di prevenzione sanitaria e anti-contagio Covid-19 a tutela di detenuti, operatori e visitatori; non sono stati dotati di presidi sanitari adeguati, donne, uomini e operatori degli Istituti penitenziari mettendoli tutti a grave rischio della loro salute; l'inadeguatezza della gestione di questi eventi fa parte di un quadro generale di carenze e insufficienze del sistema che non potevano essere sconosciute al Ministro"
Prescrizione e intercettazioni: durante il governo Conte due "il ministro Bonafede si è contraddistinto per una molteplice serie di provvedimenti ispirati dalla teoria che chiunque è colpevole per il solo fatto di essere indagato; tra questi provvedimenti, si segnala quello del blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado che ha dilatato i tempi del processo rendendo i cittadini ostaggi a vita della giustizia, e soprattutto ha oggettivamente creato i presupposti per l'ulteriore dilatazione della durata dei processi, per i quali l'Italia ha già un triste primato inaccettabile per chi aspira a un giudizio in tempi ragionevoli". Su questo fronte "durante la fase del primo governo Conte, la Lega, allora in maggioranza, aveva ottenuto il differimento al completamento di una riforma complessiva della giustizia, promessa dal ministro Bonafede ma mai attuata", tale "impegno assunto dallo stesso ministro del M5s è stato tradito". Tra i provvedimenti "fortemente sostenuti dal ministro Bonafede, come quello sugli 'ascolti' "ci si è avvalsi ancora una volta della decretazione d'urgenza per modificare il codice penale, in una materia che invece obbligherebbe il legislatore a una riflessione ponderata e frutto di una sinergia con i tecnici del diritto, che solo un disegno di iniziativa parlamentare puo' assicurare, considerato anche che il citato decreto introduce l'utilizzo del trojan nelle intercettazioni ambientali per delitti assai più ampi di quelli connessi alla criminalità organizzata".




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