giovedì 25 giugno 2009

Economia - Tremonti:Più moralità con il federalismo fiscale

Più moralità con il federalismo fiscale E' un concetto caro al Ministro Tremonti Il federalismo fiscale “non è un progetto politico” ma “una riforma” che “sarà fatta” perchè “è fondamentale” e gode di un “grande consenso” in Parlamento e tra le Regioni. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ospite dei Cavalieri del Lavoro. Il federalismo ha sostenuto il Ministro, garantisce più moralità e sgombra il campo da qualsiasi dubbio su quello che ha definito il “motore per attivare ciò che serve”, e cioè la “responsabilità per fare le opere”.

Ed è proprio su questo concetto che Tremonti si è soffermato a lungo nel corso del suo intervento. Metà dell’azione pubblica avviene “al di fuori del vincolo del ‘no taxation without representation’”, spiega il ministro, sottolineando come con la riforma verrà introdotto il “meccanismo della responsabilità” che “per metà in Italia manca”, perchè “non si può spendere se non hai dovere di prendere”. Con la riforma, invece, le decisioni di spesa verranno prese dove saranno raccolti i fondi. Il federalismo fiscale porta con sé anche maggiore “moralità”: “Vi siete mai chiesti la ragione della caduta della moralità in alcune aree dell’ Italia? È molto semplice - rileva - se si buttano soldi a pioggia per centinaia di micro-opere si inverte il motore di influenza e così la malavita chiede alle imprese di fare le opere: non si può più - sottolinea - andare avanti con questo sistema”.
Il ministro cita poi il caso dell’evasione fiscale che diventa “una variabile indipendente se non c’è fiscalità locale” ed è, quindi, “fondamentale coinvolgere il governo locale perchè adesso - dice - non c’è alcuna remora a fare il furbo”. Tremonti ritiene anche senza senso il fatto che il più grande patrimonio immobiliare d’Italia, che “comprende spiagge, terreni e castelli” sia gestito da “un ufficio a Roma”, e ne rivendica un controllo locale. Nel suo intervento, il ministro dell’Economia dà spazio anche alla crisi sulla quale, afferma, “con i mezzi a disposizione - puntualizza - abbiamo fatto le cose che potevamo fare e nel modo più giusto possibile”. Tremonti ricorda: “abbiamo cercato di tenere più a posto che potevamo i conti pubblici, di investire quanti più fondi pubblici in ammortizzatori sociali e di tenere aperti i canali del credito”.
Il responsabile dell’Economia torna poi a rivendicare la scelta del governo di non aumentare il debito pubblico: “abbiamo detto: no grazie, non è una soluzione”, spiega, rilevando che “gestire il terzo debito del mondo, senza essere la terza economia del mondo in un momento di crisi è un’esperienza che prova nel corpo e nello spirito”.

Nessun commento:

Posta un commento