martedì 7 luglio 2009

FAR FUNZIONARE LA GIUSTIZIA

17/3/09 -Far funzionare la macchina della giustizia
In Italia si trascina da troppi anni un problema. La macchina della giustizia deve recuperare efficienza e credibilità. La civiltà di una nazione si misura anche dalla capacità di rendere giustizia ai propri cittadini, con tempi e procedure certe, sia in campo civile che in quello penale.
Il governo sta procedendo alla riforma della giustizia perché i diritti della difesa siano equiparati a quelli dell’accusa e tutti i cittadini possano avere giustizia in tempi rapidi. La riforma passerà attraverso una netta distinzione tra giudici dell’accusa e giudici giudicanti. L’obiettivo è quello di accelerare i processi e semplificare i riti. Spesso, per un eccesso di discrezionalità e legami troppo stretti tra giudici giudicanti e accusa, non sono garantiti i diritti della difesa. Altro grande tema è quello della certezza della pena. Su questo tema il governo è intervenuto con una serie di provvedimenti, ultimo dei quali il decreto legge di metà febbraio che impedisce che gli stupratori arrestati siano messi in libertà. L’intento del governo è quello di far funzionare la giustizia, perché di questo hanno bisogno i cittadini.

DISEGNO DI LEGGEDI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA.

Il 6 febbraio il Consiglio dei ministri all’unanimità ha approvato il disegno di legge di riforma del processo penale, con l’obiettivo di garantirlo più rapido e realizzare il «giusto processo», con la perfetta parità tra accusa e difesa, rendendo effettivo l’articolo 111 della Costituzione. Il disegno di legge del governo ridisegna la fisionomia del processo penale: pone limiti ai poteri del pubblico ministero, restituendo garanzie ai cittadini, dà maggiore autonomia alla polizia giudiziaria, poteri più ampi per la difesa degli imputati, competenze estese per la corte di assise. Sono previsti la sospensione del processo agli irreperibili accusati di reati non gravi, il controllo sulla produttività dei magistrati, l’elezione dei pm onorari, la digitalizzazione e l’introduzione delle notifiche on line, nel processo penale e civile.

COME CAMBIERA' IL PROCESSO PENALE.

•Più competenze alla Corte di assise. Ai reati già previsti con pena non inferiore a 24 anni, si aggiungono l’associazione per delinquere di stampo mafioso o per traffico di droga, il sequestro di persona per estorsione e i reati di terrorismo.
•Imparzialità del giudice. Potrà essere ricusato il giudice che avrà espresso giudizi nei confronti delle parti del procedimento fuori dall’esercizio delle funzioni giudiziarie e tali da minarne l’imparzialità.
•Più libertà di indagine per la polizia. Il pm non potrà più ricercare la notizia di reato, ma la riceverà dalla polizia giudiziaria, che godrà di maggiore autonomia, così da poter svolgere investigazioni anche autonome rispetto a quelle delegate dal pubblico ministero.
•Richieste di arresto. È previsto un maggiore controllo sulle richieste di emissione di provvedimenti cautelari formulate dal pm, tramite il visto obbligatorio del capo dell’ufficio.
•Prove a discarico. L’imputato ha maggiore facoltà di far ammettere le prove a discarico. Per evitare abusi, viene tuttavia imposto maggiore rigore nell’indicare la rilevanza dei testimoni da ascoltare.
•Ricorsi immediati contro le sentenze. Pm, imputato o parti civili devono dire se faranno appello entro tre giorni dalla lettura del dispositivo della sentenza.
•Revisione delle sentenze in caso di condanna della Corte europea diritti uomo. Si potrà chiedere la revisione delle sentenze qualora la Corte di Strasburgo condanni l’Italia per violazione del diritto di difesa.
•Nessun uso delle notizie di reato non iscritte in registri. Per evitare il formarsi di archivi di informazioni non giustificati dall’attività giudiziaria, gli atti che non costituiscono notizia di reato, comprese le denunce anonime, devono essere distrutti entro un anno.
•Elezione dei pm onorari. L’elezione dei vice procuratori onorari presso i giudici di pace, rende effettivo un principio previsto dalla Costituzione: la partecipazione del popolo all’amministrazione della giustizia. Essi saranno scelti tra avvocati, professori universitari e magistrati. La carica dura 5 anni, rinnovabile una sola volta.(gov.it)

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