giovedì 9 luglio 2009

Parte con il censimento l'emergenza nomadi

Il governo Berlusconi ha immediatamente affrontato l’emergenza nomadi, che tanto allarme aveva suscitato nei due anni precedenti, causa l’inerzia del governo Prodi. L’ordinanza di protezione civile firmata dal Presidente del Consiglio il 30 maggio 2008 ha avviato il monitoraggio dei campi, il censimento delle persone che vi abitano, la realizzazione dei primi interventi per garantire i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie. Inizialmente il censimento è stato realizzato solo a Milano, Roma e Napoli, perché non è su base etnica ma solo dove è più forte l’emergenza nomadi.

Scopo del censimento è ridare sicurezza ai cittadini italiani e offrire tutela di chi vive in queste situazioni di degrado, primi fra tutti i bambini, nell’intento di toglierli dalla clandestinità e dare loro un futuro. Da qui la necessità di identificare chi vive negli oltre 700 campi nomadi abusivi.
Dare una identità certa ai bambini, vuol dire liberarli dalla schiavitù. Essi non sono vittime dello Stato ma degli adulti che li costringono a delinquere: per liberare i bambini il primo passo è quello di riuscire a identificarli con certezza.

Il censimento è stato realizzato attraverso il controllo dei documenti esistenti, le fotografie ed eventualmente anche attraverso le impronte digitali. Le linee guida del Viminale del 22 luglio 2008 hanno chiarito che ai maggiori di 14 anni sono prese le impronte digitali solo come ultima possibilità per assicurarne l’identità; per chi ha una età compresa tra i 6 e i 14 anni esse possono essere acquisite solo ai fini del rilascio del permesso di soggiorno o in accordo con il Tribunale dei Minori.

La stessa opzione è estesa ai minori di sei anni, solo se “versano in stato di abbandono o si sospetta possano essere stati vittime di reato”.
L’articolo 1 dell’ordinanza ha inoltre previsto misure di sostegno e progetti integrati per i minori che vivono nei campi, per favorire la loro scolarizzazione, l’avviamento professionale e il coinvolgimento nell’attività di realizzazione o di recupero delle abitazioni. Queste iniziative hanno avuto inizio da settembre 2008 e continueranno negli anni a venire.

Il 4 settembre 2008 la Commissione dell’Unione Europea ha confermato che il censimento e le modalità con cui è stato realizzato,
non sono discriminatorie e quindi sono in linea con le normative europee. A fine ottobre 2008, sono stati comunicati i dati del censimento effettuato a Roma, Milano e Napoli: sono state identificate 12.346 persone in 167 campi, dei quali soltanto 43 autorizzati e 124 abusivi. E di queste persone 5.436 sono minori, con un tasso di scolarizzazione molto basso.

I nomadi censiti sono la metà di quelli che erano effettivamente presenti prima del censimento. Lo si è dedotto dalle informazioni raccolte con interviste nei campi, dagli studi fatti dalle associazioni e dalle rilevazioni aeree eseguite a giugno su Roma, Milano e Napoli. Molti nomadi, soprattutto romeni, si sono trasferiti in altri Paesi d’Europa, in particolare Spagna, Francia e Svizzera. Dallo scorso autunno è iniziato lo sgombero e il ripristino delle aree occupate da insediamenti abusivi.

L’azione del Governo continuerà fino alla metà del 2009. Obiettivo l’eliminazione dei campi abusivi, la trasformazione dei campi autorizzati in villaggi attrezzati, in regola con le norme sanitarie e con i servizi minimi come acqua, luce e smaltimento dei rifiuti e l’allontanamento di chi non ha diritto a restare.

L’ITALIA NON È UN PAESE RAZZISTA. ATTESTATI INTERNAZIONALI PER LA NOSTRA ATTIVITÀ PER L’INTEGRAZIONE

•1. Rapporto MIPEX, Migrant Integration Policy Index, redatto per conto della Commissione europea dal British Council.Questo rapporto stabilisce, secondo accurate ricerche e dati verificabili, il livello di efficacia delle politiche di integrazione nell’ambito degli Stati dell’Unione europea. La graduatoria prende in esame sei diverse macroaree di intervento politico: l’accesso al mercato del lavoro, i ricongiungimenti familiari, la partecipazione alla vita politica, l’accesso alla cittadinanza,la lotta contro la discriminazione e il soggiorno di lungo periodo. Ebbene, tra le nazioni dell’Unione Europea con il più alto tasso di popolazione immigrata (Regno Unito, Francia, Spagna,Germania e Italia), l’Italia è al primo posto per le politiche di integrazione. E, in generale, al settimo posto tra i 25 Paesi dell’Unione.
•2. Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, durante la sessione plenaria, a Ginevra, del 6 ottobre 2008 ha elogiato l’Italia per l’approccio di insieme della politica migratoria e dei diritti umani, sottolineando come il nostro Paese stia dando concreta testimonianza della possibilità di condurre una politica nazionale dell’immigrazione ispirata al necessario rigore e nel pieno rispetto dei diritti umani.

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