martedì 30 marzo 2010

L'INTERVENTO DI BERLUSCONI AL VERICE DELLA LEGA ARABA

Dal sito del Pdl riportiamo l'intervento del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al Vertice dei Paesi della Lega Araba che si è tenuto a Sirte, in Libia, sabato 27 marzo 2010.


Leader della Grande Giamahiria, Le Loro Maestà, Le Loro Eccellenze i Signori Presidenti, Le Loro Altezze Reali i Signori Emiri, S.E il Signor Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi, Distinti ospiti,

e’ per me un grande onore ed un privilegio, potermi oggi indirizzare a questo autorevole consesso. Consentitemi di rivolgere un particolare ringraziamento all’amico Leader della Grande Giamahiria, Muammar Gheddafi e all’amico Segretario Generale Amre Moussa per l’invito rivoltomi a partecipare a questo importante Summit.

Ho accolto immediatamente e con grande piacere l’invito ad essere qui oggi, anche in ragione degli storici e sempre attuali legami tra il mio Paese e gli Stati arabi.

’Italia intrattiene infatti, da sempre, degli speciali rapporti di amicizia e collaborazione con il Mondo Arabo, con tutti gli Stati e con le loro popolazioni.
A questo riguardo, permettetemi di rallegrarmi, in particolare, con l’amico Mohammar Gheddafi per l’eccellente collaborazione, a tutti i livelli, tra Italia e Libia. La firma del Trattato di Amicizia, il 30 agosto 2008 a Bengasi, ha segnato un momento storico per i nostri Paesi.
Consentitemi poi di sottolineare l’autorevolezza della Lega Araba in seno alla comunità internazionale. Un’ autorevolezza che sta consentendo all’organizzazione di svolgere un ruolo di primo piano negli scenari di crisi, sullo scacchiere mediorientale ed africano, dal Darfur, alla Somalia, allo Yemen. Sono queste regioni importanti, dove l’Italia sta facendo la sua parte e per le quali riteniamo essenziale il contributo della Lega Araba.

Devo poi ricordare il forte apprezzamento dell’Italia per lo spirito e l’impegno con cui la Lega Araba si sta adoperando per favorire la soluzione della crisi israelo-palestinese, tenendo viva una base di dialogo condivisa e una speranza di pace. Non possiamo però adesso non esprimere la nostra più profonda preoccupazione per una situazione che sembra ulteriormente deteriorarsi, come dimostrano anche gli eventi nella Striscia di Gaza.

Le forze contrarie alla pace sono all’opera e noi assistiamo ogni giorno - e da più parti - a gesti che alimentano il fuoco del radicalismo, mettendo in pericolo ogni possibilità di dialogo.

In questo contesto, abbiamo ribadito ad Israele che le recenti decisioni riguardanti gli insediamenti – specie a Gerusalemme Est - sono controproducenti e possono compromettere seriamente le possibilità di ripresa del dialogo. I fatti compiuti, annunciati alla vigilia della ripresa dei negoziati, certamente non sono di aiuto. Su questo punto auspichiamo che Israele ascolti la voce degli amici, come quella dell’Italia e degli Stati Uniti d’America.

Con lo stesso spirito – e l’attenzione che tradizionalmente ho riservato al Mondo Arabo mi consente di parlarvi come a fraterni amici – vi rivolgo oggi un appello a confermare e consolidare le posizioni moderate, lungimiranti e costruttive verso la pace e la sicurezza nella regione mediorientale.

Quelle posizioni, lo riconosco con piacere, che proprio la Lega degli Stati Arabi ha così responsabilmente espresso con la decisione di sostenere il Presidente Abbas nell’avvio dei negoziati indiretti tra le parti con la mediazione del Presidente Obama.

Sulla strategia da perseguire per riavviare il Processo di Pace, i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea si sono già espressi l’8 dicembre scorso in modo equilibrato. Unione Europea e Stati Uniti sono in piena sintonia e il “Quartetto” è recentemente pervenuto a delle conclusioni precise che l’Italia sottoscrive pienamente.

La comunità internazionale ha assunto in questo modo una coesione mai raggiunta prima d’ora e si è fissata un’agenda che chiediamo alla Lega Araba di sostenere in una linea di continuità con l’“Iniziativa di pace araba”, iniziativa cruciale per il futuro della regione.

Credo molto nell’impegno del Presidente Obama e della sua Amministrazione. E’ questo il momento di dare una chance alla pace. Ne abbiamo la possibilità. Ne portiamo la responsabilità. Ne sentiamo l’urgenza.
Nessun Paese – nemmeno Israele - può vivere in isolamento. La porta della trattativa deve rimanere aperta. Chiuderla adesso significherebbe condannare - nuovamente - un’intera generazione di giovani allo scontro, anziché alla pacifica convivenza.
Non vediamo alternative alla soluzione dei due Stati, se non a prezzo di nuove crisi, nuove sofferenze, nuove tragedie, che colpirebbero anzitutto il popolo palestinese, già drammaticamente lacerato dagli eventi degli ultimi anni.

Non possiamo tollerare oltre la situazione di crisi umanitaria nella Striscia di Gaza: occorre dare una speranza a tutto il popolo palestinese.
Ci auguriamo pertanto che il Primo Ministro Netanyahu accolga l’appello rivoltogli da tutta la comunità internazionale a compiere gesti concreti e positivi per migliorare le condizioni di vita quotidiana dei palestinesi e dunque a contribuire ad un nuovo rapporto di fiducia tra le parti.

Di fronte alle sofferenze di tanti innocenti, continuo a sperare che sarete - e saremo - compatti nel fornire al Presidente Abbas e a tutti i Palestinesi un indispensabile sostegno - non solo politico ma anche economico - ed un messaggio di perseverante determinazione nella ricerca di una soluzione pacifica e responsabile con un orizzonte temporale di breve termine, al massimo di due anni, come è stato definito dalla recente dichiarazione del “Quartetto”.
Crediamo inoltre, come tutti, in una pace comprensiva che preveda la soluzione del conflitto con il Libano e la Siria, una soluzione che contempli anche il ritorno delle alture del Golan alla Siria.

Il Processo di Pace in Medio Oriente è naturalmente essenziale anche per garantire la stabilità e la prosperità economica nel Mediterraneo. In seno all’Unione Europea, l’Italia è attivamente impegnata a rafforzare la dimensione meridionale della proiezione europea, non solo sul piano politico ma anche sul piano delle risorse finanziarie da dedicare alle iniziative di collaborazione.

Pensiamo alle sfide odierne che soltanto insieme riusciremo a superare: da quelle energetiche e ambientali, a quelle poste dagli squilibri economici, finanziari e sociali, dalla gestione delle risorse naturali alla crescita demografica, ai crescenti flussi migratori.
Oltre alla cooperazione politica, dobbiamo alimentare anche il dialogo interreligioso e interculturale nel Mediterraneo “allargato”, e farlo in un modo che sia esemplare per altre parti del mondo.

Su questo tema, è importante saper raccogliere e coltivare le aperture del Presidente Obama nel suo discorso pronunciato al Cairo nel 2009. Dobbiamo dialogare nella comprensione reciproca e nella condivisione dei valori fondamentali del rispetto della persona che ci sono comuni.

Dobbiamo combattere la cieca intolleranza che troppo spesso prevale contro le minoranze.

Dobbiamo privare il terrorismo del terreno di coltura che lo alimenta e gli permette di continuare a reclutare seguaci. In proposito, riconosciamo al Leader Gheddafi e agli altri leader arabi che hanno saputo combattere i movimenti terroristici, doti di particolare fermezza.

Cari amici,

vi sono altri capitoli importanti per i quali è essenziale dialogare nel contesto della Lega Araba e insieme alla Lega Araba.
Come l’Irak, che ha bisogno di essere sostenuto per tornare a svolgere un ruolo positivo nella regione. Tanto più dopo i segnali incoraggianti delle recenti elezioni e ora che il ritiro delle forze armate occidentali è programmato entro pochi mesi.
L’evoluzione del dossier iraniano non appare invece incoraggiante. Un grande Paese dalla storia millenaria come l’Iran dovrebbe svolgere, nella regione e nelle sedi multilaterali, una leadership costruttiva anziché sfidare la comunità internazionale minacciando una pericolosa proliferazione nucleare. Vogliamo comunque sperare che alla fine la ragione e il buon senso riescano a prevalere.

I temi evocati, e altri ne potrei menzionare, riguardano ognuno di noi perché incidono sulla sicurezza e il benessere dei nostri popoli oggi e per le generazioni future.
Sono qui per testimoniare la partecipazione dell’Italia nell’affrontare queste sfide comuni, la nostra volontà di condividere valutazioni e delineare strategie da percorrere insieme.

Spero che i sentimenti di amicizia, di fiducia e di stima che ispirano il rapporto tra la Lega degli Stati Arabi, i popoli arabi e l’Italia possano costituire un esempio e favorire una più profonda comprensione reciproca tra il Mondo Arabo e l’Occidente.

Vi ringrazio per la Vostra amicizia e per la Vostra attenzione.

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