martedì 9 marzo 2010

PdL presenta la lista per il Lazio

ABRIGNANI: Abbiamo presentato la lista del Pdl in Lazio
"Abbiamo depositato la lista e, contestualmente ad essa, la documentazione contenuta nel pacco che avevamo consegnato ai carabinieri".

Lo ha affermato Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del Pdl, uscendo dal tribunale di Roma. Abrignani ha aggiunto anche di aver "depositato una istanza con delle note che accertano la presenza di rappresentanti del Pdl, il 27 febbraio prima delle 12, nell’aula di giustizia. In base al decreto, abbiamo dimostrato il nostro diritto a presentare la lista". Abrignani ha poi risposto indirettamente al senatore dell’Idv Stefano Pedica e al legale del Pd, Luigi Petrucci, che chiedevano conto del fatto che fossero stati i Carabinieri ad avere in custodia il plico con la documentazione: "Il pacco e’ stato preso in custodia perche’ era stato lasciato nell’area antistante l’aula di giustizia il 27 febbraio scorso. Lo abbiamo consegnato ai carabinieri per attestare con certezza che nessuno di noi ha aggiunto una firma o ha spostato qualcosa. Oggi, con gli stessi sigilli, e’ stato ripreso e consegnato all’ufficio centrale. Abbiamo percio’ ripresentato la documentazione che gia’ avevamo il 27 febbraio".

VERDINI: Tar e Ufficio circoscrizionale seguono strade diverse

"Al di la’ dei passi legali che il Pdl compira’ presso il Consiglio di Stato per vedere tutelato il suo diritto a partecipare alle elezioni Regionali del Lazio, registriamo che due organi hanno seguito strade diverse. Mentre il Tar, con una decisione che e’ solo cautelare (visto che entrera’ nel merito solo a maggio), ha deciso di considerare inefficace il decreto legge interpretativo entrato in vigore sabato, l’ufficio centrale circoscrizionale presso il tribunale ha invece seguito la via ordinaria di applicare una legge dello Stato, permettendo ai nostri delegati di presentare questa mattina la lista provinciale di Roma.

Siamo dunque convinti che domani mattina la nostra lista sara’ ammessa alla competizione elettorale, come lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha auspicato, sottolineando che non e’ sostenibile l’esclusione dalle elezioni della lista del maggior partito politico di governo". Lo ha dichiarato Denis Verdini, coordinatore del Pdl.

BOCCHINO: Il Tar non ha tenuto conto di una sentenza della Consulta del 2003
"La decisione del Tar del Lazio di non applicare il decreto legge approvato la scorsa settimana dal governo non ha tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale 303 del 2003 che ha riconosciuto allo Stato il potere di legiferare anche quando le Regioni l’abbiano a loro volta gia’ fatto in materia di legislazione concorrente, cosi’ com’e’ la materia elettorale".

Lo ha affermato Italo Bocchino, presidente vicario del Gruppo Pdl alla Camera. "Secondo la Consulta lo Stato puo’ intervenire se c’e’ la necessita’ di evitare il rischio della ’ineffettivita’ delle pubbliche funzioni. Solo la Corte, quindi, puo’ valutare l’ammissibilita’ dell’intervento statale e il Tar non puo’ disapplicare la legge".

LUPI: Parte della magistratura minaccia la democrazia
"Il Csm ha ragione: la democrazia nel nostro Paese e’ in pericolo. Ma il problema non e’ Silvio Berlusconi. A minacciare la nostra democrazia e’ quella parte della magistratura che da 16 anni, piegando la legge ai propri obiettivi, mette in atto una persecuzione giudiziaria nei confronti di chi, grazie alla democratica espressione del voto, e’ pienamente legittimato a governare l’Italia."

Lo ha dichiarato Maurizio Lupi, vice presidente Pdl della Camera dei deputati, che ha sottolineato:" A metterla in pericolo sono quei giudici che, escludendo la lista nel Pdl nel Lazio, si stanno assumendo la responsabilita’ di impedire che 6 milioni di italiani possano esprimere la loro volonta’ in una regolare contesa eletto


CAPEZZONE: Il CSM si crede ormai una "Terza Camera"
"I membri del Csm non devono sorprendersi se tutte le rilevazioni attestano livelli elevatissimi di sfiducia da parte dei cittadini nella magistratura. Prese di posizione come quella di oggi confermano l’opinione di tanti italiani sul carattere sempre piu’ politicizzato di settori della magistratura. C’e’ da chiedersi se il Csm non si ritenga, ormai, una sorta di ’Terza Camera’ titolata a muoversi come soggetto politico".

Lo ha dichiarato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Tutto cio’ e’ assurdo e sarebbe impensabile nel resto dei Paesi occidentali. Se ci sono magistrati che vogliono fare politica, si dimettano dai loro attuali incarichi, si facciano votare democraticamente dai cittadini, e poi avranno titolo per muoversi come soggetti politici. A mettere a rischio la democrazia, semmai, sono proprio coloro che, indossando la toga, parlano come se fossero esponenti di parte o di fazione. Ma ormai, per troppi di costoro, Silvio Berlusconi e’ un nemico, anzi un’ossessione".

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