mercoledì 23 giugno 2010

BERLUSCONI: Gli italiani sono con me

BERLUSCONI: Gli italiani sono con me, la legge sulle intercettazioni e' in dirittura d'arrivo
"So per certo che la stragrande maggioranza degli italiani e’ d’accordo con me sull’assoluta necessita’ della legge sulle intercettazioni, tant’e’ vero che quando ne parlo in pubblico, raccolgo solo applausi di consenso e di incoraggiamento per andare avanti fino all’approvazione definitiva, che ormai e’ in dirittura d’arrivo. Quando la legge sara’ approvata il nostro Paese sara’ davvero piu’ europeo, piu’ civile e piu’ moderno".

Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una intervista che sara’ pubblicata dal settimanale ’Oggi’ in edicola da mercoledì 23 giugno.

"Il mio obiettivo e’ porre fine a un sistema di abusi che in tanti anni ha di fatto cancellato il nostro diritto alla privacy. Questa situazione e’ purtroppo il portato di una cultura giustizialista che accomuna una piccola lobby di pm politicizzati e la lobby dei giornalisti che invece di fare le inchieste sul campo preferiscono fare del ’copia e incolla’ sui fascicoli delle procure che contengono le intercettazioni, anche quelle dove emergono solo fatti privati".

Sul rischio di fare un regalo ai criminali o proteggere la casta, il premier ha risposto:

"Tutto questo non ha nulla a che vedere ne’ con la cosiddetta casta ne’ con le indagini serie contro i delinquenti o la criminalita’ organizzata. Le regole sulle intercettazioni contro la mafia e tutte le altre organizzazioni del crimine organizzato (’ndrangheta, camorra, sacra corona unita e cosi’ via) resteranno infatti in vigore come prima. La legge che il Parlamento sta discutendo contiene un giusto equilibrio fra le esigenze della tutela della privacy e quelle della lotta contro il crimine e la tutela della legalita"’.

Nell’intervista su ’Oggi’, Silvio Berlusconi tocca anche il tema del rapporto con il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Credo che il traguardo del Pdl sia stato anche per lui un traguardo storico irreversibile, per il quale valeva e vale la pena spendere le nostre migliori energie politiche. Non posso percio’ credere che si voglia mettere in discussione questo risultato. Sarebbe una enorme delusione innanzitutto per i nostri elettori. Il nostro popolo, il Popolo della liberta’ non lo capirebbe. Fare la pace con Fini? Per fare la pace, prima ci deve essere una guerra. Io non sono mai stato in guerra con nessuno, e litigare è cosa estranea al mio Dna. Anzi, dico sempre che mi faccio concavo o convesso a seconda dell’interlocutore, pur di far sempre prevalere il dialogo, il confronto amichevole. Questo vale anche per i rapporti con il Presidente della Camera.

Sarebbe giusto evitare inutili provocazioni quotidiane e uno stillicidio di polemiche continue. In un grande partito può anche accadere che vi siano opinioni diverse. Poi però si vota e alla fine la decisione che raccoglie il maggior numero di voti deve valere per tutti. Fini non ha mai contestato questa regola, che nel Pdl è in vigore fin dal primo giorno, tanto è vero che io stesso ho dovuto subirla in diverse occasioni. Se si stabilisce questo metodo democratico, senza strappi, senza inutili provocazioni quotidiane, senza uno stillicidio di polemiche continue, allora potremo portare a compimento con successo quella felice intuizione che oltre dieci anni fa discussi con l’indimenticabile Tatarella".

Alla domanda se Fini resterà nel Pdl, il nostro presidente ha replicato:

"Credo che il traguardo del Pdl sia stato anche per lui un traguardo storico irreversibile, per il quale valeva e vale la pena spendere le nostre migliori energie politiche. Non posso perciò credere che si voglia mettere in discussione questo risultato. Sarebbe una enorme delusione innanzitutto per i nostri elettori. Il nostro popolo, il Popolo della libertà non lo capirebbe".

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