martedì 1 giugno 2010

Rispuntano i teoremi mafiosi

CICCHITTO E QUAGLIARIELLO: Ciampi impudente nel chiamare in causa l'attuale governo per le stragi mafiose

"A circa diciassette anni di distanza Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica e all’epoca presidente del Consiglio, comunica che nel 1993 egli ebbe il dubbio che gli attentati del 27 luglio di quell’anno fossero funzionali a un colpo di Stato. E arriva all’impudenza di chiamare in causa l’attuale governo intimandogli di non fare, sul possibile golpe del ’93, cio’ che lui ha invece fatto per diciassette anni: tacere".

Lo scrivono Fabrizio Cicchitto (capogruppo del Pdl alla Camera) e Gaetano Quagliariello (vice capogruppo del PdL al Senato), entrambi componenti del Copasir, in un articolo per il quotidiano ’Libero’.

"Ciampi si pone dunque dichiaratamente sulla scia e alla stessa stregua di Walter Veltroni, il quale pretenderebbe, non si sa a che titolo, che l’attuale governo chiarisca e risponda di tutti i misteri della storia d’Italia. La vicenda e’ ancor piu’ inquietante in quanto assieme a questa inopinata chiamata in causa di Berlusconi, Veltroni e Ciampi dicono cose gravissime per cio’ che riguarda i giorni nostri. Ciampi, in sorprendente assonanza con sibilline affermazioni rese da Massimo Ciancimino sugli schermi di Annozero tre puntate fa, arriva a sostenere che ’il clima che si respira oggi, a tratti, sembra pericolosamente rievocare quello del 92-93’."


CICCHITTO-QUAGLIARIELLO: Nel '92-'93 Scalfaro fu eletto Capo dello Stato e la sinistra era destinata a vincere le elezioni
"Poiche’ vi e’ chi continua a insinuare a carte coperte - non ultimo il senatore Zanda ieri sera - preferiamo rispondere a carte scoperte. Cominciando con una questione di metodo: e’ singolare che sulle stragi e sulle bombe del ’92-’93 si addebiti l’onere della verita’ al governo in carica come fosse un capo di imputazione e si accetti supinamente che il presidente del Consiglio allora in carica abbia aspettato diciassette anni per denunciare i suoi sospetti di pianificazioni golpiste. Assai meglio altri altissimi esponenti istituzionali dell’epoca, che oggi invitano a non confondere i ruoli e a non spacciare per verita’ giudiziarie suggestioni di altra natura".
Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Fabrizio Cicchitto, capogruppo del PdL alla Camera, e Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, entrambi componenti del Copasir. "Quanto al clima di quegli anni , quale fosse la parte politica destinata a prendere il potere sulle macerie di Tangentopoli lo si evince chiaramente dai dati storici: a cominciare da quelle amministrative del ’93 che, ad esempio, videro Palermo decretare un plebiscito a favore di Leoluca Orlando Cascio, Catania e Torino mandare al ballottaggio due candidati di sinistra, e Milano portare fino al secondo turno un altro candidato della Rete. Nel ’92-’93 c’era una parte politica che aveva isolato e tentato di delegittimare Giovanni Falcone, che era tanto forte da poter determinare l’elezione di un presidente della Repubblica sull’onda emotiva delle stragi di mafia, e che era universalmente considerata una ’gioiosa macchina da guerra’ destinata alla vittoria e al potere. Un quadro documentato ben piu’ concreto e reale di fumose ’preveggenze’ su forze ’in via di formazione’ di cui neanche la piu’ spregiudicata mistificazione riuscira’ a retrodatare la nascita e a infangare la genesi. Noi non siamo appassionati quanto i nostri avversari di dietrologie e trattative, ma se dietrologia deve essere, almeno si rispettino i fatti e la loro sequenza inconfutabile".

BONDI: Il premier combatte la mafia, la sinistra e' irresponsabile
"Viviamo in uno strano Paese, in cui l’attuale governo, presieduto dal Presidente Berlusconi, e’ il governo che nella storia della nostra Repubblica ha sferrato la lotta piu’ incisiva ed efficace contro la criminalita’ organizzata, mentre la sinistra con in testa l’ineffabile Veltroni, una parte dell’informazione e della cultura militante si ergono a paladini della lotta alla mafia e romanzano irresponsabilmente la storia italiana sulla base di ipotesi ritagliate unicamente sui propri interessi politici". Lo ha affermato Sandro Bondi, Coordinatore del Pdl, a proposito di alcune ipotesi sulla stagione stragista del ’93.

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