martedì 29 giugno 2010

QUAGLIARIELLO: La storia d'Italia non e' un romanzo criminale

"Da una Corte che ha ammesso in un pubblico dibattimento i deliri di Spatuzza sui suoi incontri al bar Doney non ci si poteva aspettare molto di diverso, anche se i teoremi dell’accusa sembrano uscire ridimensionati da questo giudizio".

Cosi’ si e’ espresso Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, commentando la sentenza d’appello su Marcello Dell’Utri, ed esprimendo la propria "convinta solidarieta"’ al senatore del PdL.

Quagliariello rifiuta l’ipotesi di riscrivere la storia del paese sotto forma di "romanzo criminale. Attenderemo ora le motivazioni della sentenza per capire su quali elementi i giudici abbiano fondato il loro giudizio, e se intendano assecondare il sorprendente invito a farsi estensori di un pronunciamento di natura ’storica’. Il fatto che un procuratore generale abbia sollecitato una sentenza non per stabilire se una persona abbia violato o meno il codice penale in base a prove e riscontri, ma per riscrivere una pagina di storia del Paese e contribuire ad aprirne delle altre, in una democrazia matura dovrebbe essere visto come sintomo di una profonda patologia, e destare indignazione.

Tutto questo non puo’ passare come un fatto di ordinaria amministrazione: non possiamo assuefarci, altrimenti finiremmo col vivere in un Paese in cui la giustizia ha smarrito la sua ragion d’essere e si e’ fatta strumento improprio per perseguire finalita’ che non dovrebbero appartenere al suo orizzonte. Noi non consentiremo che in nome del popolo italiano la storia politica dei moderati e dei liberali che hanno fatto grande il Paese e l’hanno schierato dalla parte dell’Occidente e della liberta’, venga riscritta sotto forma di ’romanzo criminale’. Noi sappiamo da dove veniamo, conosciamo la storia, sappiamo bene quali fossero nei primi anni Novanta le forze destinate al potere e quanto impegno sia stato profuso per evitare all’Italia il giogo di quegli eredi di Robespierre e del muro di Berlino che ancora nell’autunno del ’93 dispiegavano nelle citta’ d’Italia la loro potenza elettorale. A Marcello Dell’Utri la mia convinta solidarieta’"

CICCHITTO: La sentenza colpisce forzatamente Dell'Utri


"A parte il fatto che personalmente reputo un’assurdita’ il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e che mi auguro che la sentenza venga cambiata alla Cassazione, tuttavia non si puo’ fare a meno di rilevare che essa per un verso dichiaratamente smonta le tesi di Spatuzza sulla partecipazione di Dell’Utri alla trattativa e delude il procuratore generale Gatto che aveva puntato su un uso politico della giustizia sia per cio’ che riguardava il passato, sia per cio’ che riguarda il presente".

Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, in merito alla sentenza su Marcello Dell’Utri.

"Di conseguenza questa sentenza colpisce forzatamente Dell’Utri, al quale va la mia solidarieta’, ma non ha la potenzialita’ giuridica per poter aprire nel presente un attacco politico-giuridico alle nuove entita’ politiche scese in campo dopo il 1994 e segnatamente a Forza Italia fondata da Berlusconi per coprire lo spazio politico di centro, rimasto vuoto in seguito alla distruzione per via giudiziaria della DC, del PSI, dei partiti laici, e non certo per sollecitazione della mafia come il network giustizialista vorrebbe far credere per aprire una nuova stagione di guerra civile fredda. In ogni caso ci troviamo di fronte ad una situazione degradata: Forza Italia ieri, il Pdl oggi, sono il partito dei moderati e dei riformisti e, invece, bisogna battersi contro l’ennesima operazione di criminalizzazione del partito rappresentativo di tutta un’area politica e sociale, il che la dice lunga sulla qualita’ politica di una parte della sinistra italiana"

CAPEZZONE: La sentenza contro Dell'Utri addolora ma smonta i teoremi

"Sia gli amici sia gli avversari farebbero bene a riflettere sulla sentenza della Corte d’Appello di Palermo. La sentenza, certo, addolora per la condanna contro Marcello Dell’Utri, comunque ridotta: e c’e’ davvero da augurarsi che la Cassazione possa essere molto piu’ coraggiosa, su questo.

Ma la Corte d’Appello, e questo e’ comunque un fatto di enorme rilevanza, ha smontato tutta la letteratura di fantascienza su cui gran parte della sinistra giustizialista e del network mediatico di supporto avevano lavorato per una decina d’anni: le assurde accuse di Spatuzza, il coinvolgimento del nascente centrodestra nelle stragi, la tesi della cosiddetta ’entita". Tutto questo e’ stato spazzato via: ed e’ su questo che una parte della magistratura, oltre che i tenutari di note trasmissioni televisive, con il contorno di sedicenti o autoproclamati ’mafiologi’, dovrebbero scusarsi. Chi pensava o sperava di usare questa sentenza in altri processi, per alimentare fumosi teoremi su politica e mafia, dovra’ rassegnarsi". Lo ha dichiarato Daniele Capezzone, portavoce del PdL.

DELL'UTRI: E' una sentenza pilatesca che ha dato un contentino all'accusa

"Una sentenza pilatesca che ha dato un contentino all’accusa di Palermo e dall’altra ha dato grande soddisfazione all’imputato perche’ ha escluso i fatti dal 1992 che erano un’accusa assurda e demenziale".
Cosi’ si e’ espresso Marcello Dell’Utri, senatore del Pdl, commentando la condanna a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa emessa stamane dalla seconda sezione della corte d’Appello di Palermo.

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