mercoledì 16 giugno 2010

BERLUSCONI: La nostra rivoluzione liberale per le imprese

"Oggi chi vuole avviare un’attivita’ deve passare per decine di autorizzazioni. Noi vogliamo fare in modo che chi, per esempio, vuole aprire una pizzeria, possa farlo senza autorizzazioni. Lo Stato avra’ la possibilita’ a posteriori (60-90 giorni) di effettuare una visita di controllo e potra’ dire cosa va cambiato in quanto - eventualmente - non corrispondente alla legge. Una e vera e propria rivoluzione liberale da attuare prima con legge ordinaria e poi con modifica costituzione dell’articolo 41. Perche’ il nostro obiettivo e’ quello di cambiare il rapporto tra Stato e cittadini".


Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi che e’ intervenenuto all’Assemblea generale della Confcommercio.

Nel suo discorso, il nostro presidente ha sottolineato la necessita’ che gli italiani abbiano fiducia nel buon andamento della nostra economia ed ha criticato il catastrofismo che purtroppo accompagna alcuni mezzi di comunicazione, ribadendo che parte dell’andamento dell’economia si basa sui fattori psicologici.

"L’Italia ha iniziato l’anno meglio di Francia e Germania e la direzione verso cui stiamo andando e’ quella giusta.

Il governo ha fatto bene sui conti pubblici, sulla linea del rigore assoluto, e tutti ci riconoscono che abbiamo ben operato".

Il leader del Popolo della Liberta’ ha inoltre spiegato che la manovra "non comporta sacrifici per le imprese, ma qualche sacrificio per le amministrazioni pubbliche che devono limitare le spese improduttive, gli sprechi, i privilegi assurdi: abbiamo tanta gente che vive di politica, non solo a Roma ma anche nelle Regioni, Province e Comuni. Occorrerebbe dimezzarla e sarebbero ancora numeri abbondanti. Noi abbiamo imposto una piccola rinuncia agli aumenti dei 3 milioni 700mila impiegati pubblici che però negli ultimi anni hanno avuto aumenti pari quasi al doppio dei lavoratori del privato. Inoltre, abbiamo garantito la pace sociale e continueremo a farlo, nonostante il numero elevato dei disoccupati, grazie alla Cig che si estende anche a categorie non incluse precedentemente".

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