giovedì 21 maggio 2009

Giustizia - Atti & Misfatti nel processo a Berlusconi



  • ATTI & MISFATTI: Ingiustizia, il castello delle falsità La condanna a 4 anni e sei mesi di David Mills per corruzione in atti giudiziari decisa dalla decima sezione penale del tribunale di Milano presieduta Elisabetta Gandus dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che la giustizia italiana è rimasta al Medioevo e che è assolutamente necessario riformarla dalle fondamenta. In nessun altro tribunale del mondo, infatti, si sarebbe arrivati a una sentenza di condanna, anche perché il processo sarebbe stato preventivamente tolto, per legittima suspicione, dalle mani di un giudice apertamente politicizzato e che non ha mai fatto mistero della sua personale ostilità al centrodestra e soprattutto a chi lo guida. Ma vediamo, passo per passo, le incongruenze di questo processo-farsa.
    La prescrizioneIl processo sarebbe già prescritto, ma l’accusa ha creativamente sostenuto che il presunto reato non decorrerebbe da quando Mills avrebbe ricevuto materialmente il denaro (come spiega la giurisprudenza corrente) bensì da quando avrebbe cominciato a movimentarlo e a spenderlo. Quando, insomma, sembrava che il processo fosse ormai avviato a prescrizione, il pm De Pasquale nel corso dell’udienza del 14 dicembre del 2007 modificò improvvisamente il capo d’imputazione: il reato attribuito ai due imputati che fino ad allora era stato commesso il 2 febbraio del 1998, venne spostato in avanti di due anni, al 29 febbraio 2000. O meglio, il bonifico sarebbe effettivamente avvenuto nel ‘98, sosteneva la procura, ma Mills lo avrebbe utilizzato il 29 febbraio del 2000. Una ‘variazione temporale’ che spostò i termini di prescrizione, inizialmente previsti per il febbraio 2008.Un’assoluta mostruosità giuridica. Sarebbe come dire che i tempi di prescrizione di una rapina decorrerebbero non da quando il colpo fu messo a segno, ma da quando il rapinatore ha deciso di spenderlo. E’ opportuno ricordare, a questo proposito, che il Csm ha ritenuto costituzionale la circolare del Procuratore torinese Maddalena che chiedeva ai suoi sostituti di procedere all’archiviazione di una serie di reati scelti di comune accordo con i procuratori aggiunti, per evitare perdite di tempo e spreco di denaro pubblico nel portare avanti fascicoli che sarebbero finiti nel nulla della prescrizione. Una fattispecie in cui rientrerebbe perfettamente il processo Mills se non si fossero artatamente allargati i tempi della prescrizione. Uno scandalo che non potrà che essere cancellato in sede di appello.
    Quale reato, e dove?

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