venerdì 15 maggio 2009

L’ORGOGLIO ITALIANO DI BERLUSCONI

E’ un momento cruciale per per la vita della nazione italiana alle prese con i pesanti costi della ricostruzione dopo il devastante terremoto de L'Aquila. E’ un lungo periodo critico per l'economia mondiale oppressa da una crisi finanziaria internazionale peggiore della grande crisi del 1929 e per la quale si proiettano all'orizzonte i rischi di una deflazione strisciante. Ed anche l’Italia ne è coinvolta e penalizzata.La disoccupazione dell’area U.E. stà sfiorando il 10% della forza lavoro; la produzione industriale italiana à crollata del 30%; le nostre città sono oppresse da una criminalità dilagante alimentata soprattutto dall’immigrazione clandestina.Stupri, furti, rapine, prostituzione, droga, commercio abusivo, sono un’emergenza continua di ogni giorno, non solo per le forze dell’ordine, ma per tutti i cittadini che non si sentono più sicuri neanche a casa loro, mentre le carceri sono di nuovo piene, malgrado la recente amnistia. Con la buona stagione i trafficanti di esseri umani sono tornati ad invadere sistematicamente le coste del sud Italia, riempiendo forzosamente i centri di accoglienza già stracolmi. Tutto ciò ha per gli italiani un elevato costo economico ed un’enorme costo sociale .Poi cè stato il colpo di scena di Berlusconi con il respingimento in Libia dei clandestini, e che ha riaffermato in modo preciso e chiaro la presenza dello Stato ai confini meridionali. E’ stato un evento mediatico a sorpresa, come l’incursione del premier a Napoli sommersa dalla “monnezza” e che ha prodotto l’incredibile miracolo campano.E’ un fatto storico grandioso che ha finalmente riempito di orgoglio gli italiani, riaccendendo nel loro cuore la speranza che l’invasione infinita dei clandestini si sia finalmente infranta contro la ferrea determinazione di un vero condottiero italico. Al primo rimpatrio forzato hanno fatto seguito altri respingimenti I nostri politici di opposizione, fruendo della gran cassa di risonanza della stampa “di opinione” e della t.v. pubblica, si sono subito lacerati le vesti, ed hanno iniziato la lagnanza delle proteste per la presunta violazione del diritto di asilo politico, che è sacro per chiunque approdi in Italia, per la a mancata considerazione degli aspetti umanitari connessi essenzialmente al respringimento sulle coste libiche di centinaia e centinaia di clandestini che per anni hanno violano impunemente l’approdo di Lampedusa.Nessuno dei contestatori del premier si è mai preoccupato degli enormi costi economici che questa emergenza perenne comporta. Neppure lo ha fatto la Conferenza Episcopale Italiana che controlla direttamente la Caritas e quindi sa bene quanti milioni di euro gli italiani pagano per una politica di insulsa tolleranza, ovvero come si preferisce dire per l’integrazione della multiculturalità. Che, si dice, arricchisce, ma non si capisce bene chi. Perché, si chiede il cittadino, il Ministero dell’Economia, dell’Interno, della Difesa, non fanno sapere all’opinione pubblica i dati complessivi dei costi di quest’assistenzialismo forzato. Non ci sono più i ragionieri per fare i conti, o c’è una voluta omertà al riguardo?. Nessuno dei nostri parlamentari si è mai preoccupato perché la popolazione italiana ha superato i 60 milioni di abitanti nel novembre 2008 (60.017.677, senza considerare i clandestini ), proprio a causa della mancanza di una razionale politica dell’immigrazione.Eravamo 50 milioni nel 1959. L’Italia che ha un territorio prevalentemente montuoso aveva nel 2000 una superficie agricola utilizzata di soli 132.000 km quadrati, a fronte di una superficie totale di 301.230 km quadrati . L’Italia deve quindi considerarsi tra le nazioni più affollate del globo Nessuno dei demografi, degli economisti, dei cosiddetti intellettuali di sinistra, di lotta e di governo, ha mai rilevato che l’Italietta del miracolo economico ha ora 10 milioni di persone in più; è sovrappopolata e non riesce più a garantire ai propri cittadini un giusto tenore di vita, con questo ritmo frenetico di crescita della popolazione dovuto anche e soprattutto ai clandestini, che arrivano senza essere invitati. La sovrappopolazione è un serio problema anche a livello mondiale, soprattutto del terzo mondo, ma lo è anche per una nazione essenzialmente montuosa e che ha ben poche ricchezze da spartire. Tutto ciò malgrado la nostra agricoltura abbia una produttività per unità di superficie strepitosa. Una razionale politica dell’immigrazione non si è riuscita a fare in Italia proprio a causa della demagogia e delle polemiche che sollevano continuamente i catto-comunisti nostrani, pur a fronte di questo inarrestabile fenomeno migratorio che da decenni flagella le nostre coste. C’è poi l’atteggiamento eccessivamente garantista della nostra magistratura che troppo spesso vanifica gli sforzi ed i sacrifici delle forze dell’ordine impegnate quotidianamente nella dura azione di repressione e di ripristino della legalità. La reazione dell’Italia al fenomeno della clandestinità è stata quindi una reazione tenue a volte scomposta, autolesionista ed irrazionale e non ha permesso il varo in tempi rapidi di una chiara e decisa legislazione di contrasto da parte del Governo,dell’attuale e dei passati, di centro destra o di centro sinistra. E tutto ciò oggi si paga duramente, sulla pelle degli italiani . Finalmente il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni ha avuto il coraggio di affrontare con tutto il Governo la nuova linea dura dei respingimenti come ha sottolineato con orgoglio dopo l’operazione rimpatrio " che continuerà, " sia perché “è efficace ", sia perché " è assolutamente conforme a tutte le normative europee ed ai trattati internazionali.”“ Chi non è ancora entrato nelle acque territoriali italiane- ha precisato il Ministro- verrà rimandato nel paese di provenienza. Chi entra nelle nostre acque verrà accolto come sempre, valutando se ha i requisiti per rimanere in Italia”.Quanto alle polemiche di questi giorni Maroni le considera " accuse infondate, a cui non replico, anche se in taluni casi hanno toccato toni grevi, pesanti ed offensivi”Ha difeso la linea del respingimento direttamente lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha dichiarato esplicitamente, sollevando le solite vuote dispute " “Non apriremo le porte a tutti, come la sinistra. La loro è un'idea di società multietnica, la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l'asilo politico”.L’aver citato la società multietnica, contrapponendola idealmente all’identità italiana, pur senza citarla, ha scatenato la solita gazzarra polemica con accuse di razzismo, solo per aver giudicato negativa l’integrazione forzosa, che stà condizionando pesantemente l’esistenza degli italiani. " Non vedo nessuno scandalo- ha sottolineato il Presidente del Consiglio-è chiaro che in mare dobbiamo dare assistenza, ma noi siamo in linea con le disposizioni europee. Non c'è nulla che violi gli accordi internazionali. ". Riguardo alla legge Bossi-Fini " non c'è nessun progetto di cambiamento che io conosca " ha concluso il premier.Delle polemiche della stampa libera, non ci occupiamo più di tanto, data la scarsa rilevanza delle argomentazioni addotte. Non riportiamo per correttezza neppure i commenti dei giornali filo- governativi.Ci piace citare, quale esempio di obiettività giornalistica, il quotidiano economico “Italia Oggi”, che in prima pagina nell’editoriale del direttore Franco Bechis recita testualmente:“ Dal 2005 al 2008 l’Unione Europea ha attuato circa 150 mila respingimenti di immigrati clandestini. “ E più oltre continua “Nella sola estate 2006, quando al governo in Italia c’era Romano Prodi, le forze di polizia italiana hanno partecipato congiuntamente a quelle di Spagna,Malta, Francia, Belgio, Grecia e altri paesi europei al rimpatrio di decine di migliaia di immigrati clandestini” Vengono quindi citate diverse operazioni europee di respingimento (Era I, 6.037 rimpatri, Era II 3.887 rimpatri, Poseidon , 422 etc. ) . Peraltro l’arguto Franco Bechis stigmatizza il sistema “di soffiare sul fuoco e di ingigantire la polemica politica “di taluni, “che arrivano a deformare totalmente la realtà.” “E’ il caso delle principali agenzie di stampa che hanno preso un granchio venerdì scorso spacciando per commento dell’Osservatore Romano contro il governo e a difesa degli immigrati, un normalissimo articolo di cronaca sul caso Libia” Il fatto, più che “un infortunio giornalistico - conclude il direttore di Italia Oggi - è più simile ad una manipolazione della verità”. Ogni commento ci sembra superfluo. A.D.

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