venerdì 8 maggio 2009

L´Italia riporta i clandestini in Libia

Oltre 225 clandestini sono arrivati il 7 maggio per mare nel porto di Tripoli, con il soccorso di tre motovedette italiane. E' una svolta storica come ha affermato il ministro dell’Interno Roberto Maroni . E' in effetti la prima volta che l'Italia riaccompagna sulle coste libiche gli immigrati clandestini che volevano raggiungere Lampedusa.
È il primo respingimento congiunto dopo oltre un trentennio di invasione, dapprima strisciante, in sordina e poi sempre più massiccia di extra- comunitari, che ha portato al collasso il centro di accoglienza siciliano, ed ha creato e crea sempre più seri problemi di ordine pubblico e di sicurezza a livello nazionale.
Questa azione che ripristina l'ordine e la legalità, almeno simbolicamente, ai confini di questa travagliata frontiera, si deve all'impegno della Lega, che ha fatto della sicurezza, con gli alleati , il suo cavallo di battaglia . L'evento ha già scatenato aspre polemiche da parte di associazioni cosiddette umanitarie e dei partiti politici di sinistra, nonchè del Consiglio pastorale degli immigrati della Cei
Sia Maroni che il sottosegretario Mantovano, hanno garantito che in Libia ci sono organizzazioni umanitarie che si occuperanno di concedere il diritto di asilo a chi lo richiede.
Per l’Alto Commissariato per i rifugiati delle N.U., la rappresentante italiana Laura Boldrini, ha espresso «grave preoccupazione» per il «rischio» che i clandestini «siano rispediti tutti nei Paesi d’origine dove potrebbero essere in serio pericolo».
«Ciò che succede in altri Paesi non può essere preoccupazione del governo italiano - ha ribadito il Ministro Maroni - noi ci occupiamo di chi arriva qui», attivando tutte le procedure per «la richiesta di asilo».
L’operazione è stata digerita dall’Unione Europea: «Il commissario è soddisfatto per il fatto che questa situazione sia risolta», ha commentato il portavoce di Jacques Barrot, responsabile settoriale dell’U.E.
L' operazione ha precisato Maroni è la prima fase di attuazione dell’accordo Italia-Libia firmato dal governo Prodi.Pattugliamenti congiunti e respingimenti erano già previsti nel programma Jason I dell’Unione Europea , che contemplava proprio gli interventi in mare per contrastare l’immigrazione clandestina.
L'operazione di rimpatrio è diretta conseguenza dell'accordo bilaterale Berlusconi Gheddafi dell'agosto del 2008, che prevede tra l'altro il pagamento alla Libia di 5 miliardi di dollari , per mettere fine alla polemica sulla politica coloniale dell'Italia. L'accordo stabilisce il pagamento del risarcimento in 20 anni, dal 2009 al 2028 e contempla che le grandi opere infrastrutturali siano finanziate, nei limiti stabiliti, da imprese italiane con una tassa del 4% dell'utile prima delle imposte .
La Libia, si è sempre detta preoccupata per i continui sbarchi di immigrati clandestini sulle coste del sud Italia , ma ha affermato di non avere i mezzi sufficienti per contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina. Da qui l'accordo con l'Italia per il pattugliamento congiunto delle coste libiche al fine di contrastare efficacemente questo esodo infinito
Ricordiamo che la Libia nella riunione tecnica sull'immigrazione del 31.12.2008 ha più volte sollecitato l'Unione Europea per il pagamento del contributo di 300 milioni di Euro, già promesso nel Memorandum d'intesa del luglio 2007, al fine di creare strutture adeguate per la sorveglianza delle zone desertiche a sud del paese.
La Commissione Europea ha stanziato 211 milioni di Euro favore dell'Italia per il controllo delle frontiere fino al 2013.
Bruxelles ha riconosciuto l'impegno dell'Italia nell'assicurare adeguati controlli alle frontiere esterne.
"Con l'approvazione del programma pluriennale - ha sottolineato il vice presidente della Commissione Barrot - l'Italia, esposta ad un onere gravoso dovuto alla configurazione geografica stessa delle sue frontiere esterne, muove verso l'istituzione del sistema comune integrato di gestione delle frontiere, preservando l'integrità dello spazio Schengen":

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