giovedì 29 novembre 2012

Questo “MANIFESTO”: PATRIA LAVORO LIBERTA'


 Dal Manifesto di PATRIA LAVORO E LIBERTA', movimento politico fondato dall'on.Giulio Tremonti, continuiamo la pubblicazione della prima parte del testo del documento   

                                             § 9. Questo “MANIFESTO”.
E’ per questo, non solo perché sono finite le vecchie ideologie politiche, con la loro vecchia metrica, è soprattutto per questo che questo “MANIFESTO” non è né di destra, né di sinistra.
Non si deve avere paura della verità. All’opposto, questo è un tempo in cui servono parole di verità.
Per cominciare: non c’è tecnico e non c’è straniero che verrà a “salvarci” (sic!).
Non c’è “paracadute di Francoforte” a cui appenderci.
Non c’è salvezza, per l’Italia, se ci illudiamo su tutto questo, se tiriamo a campare, se non ci svegliamo, se continuiamo a stare dentro ad un sistema che è stato inventato dai maghi del denaro nel loro esclusivo interesse ed a loro immagine e somiglianza, se accettiamo tutto il derivato armamentario di orrori e di errori che, in altre parti d’Europa, si è da ultimo già visto e sperimentato.
In realtà non c’è salvezza se restiamo dentro ad un sistema in cui le perdite non sono addebitate a chi le ha causate, ma girate da una tasca all’altra e comunque sempre ad una tasca diversa da quella del colpevole!
Girate prima dalle banche e dalle finanziarie agli Stati e poi dagli Stati alle Banche centrali.
In Europa le perdite vengono indirettamente o direttamente girate dalle banche e dagli Stati alla Banca Centrale Europea (BCE). Una banca questa che, pur molto meno potente della Federal Reserve USA, è tuttavia già oggi molto più intossicata, titolare di un “quantum” ancora maggiore di attività finanziarie tossiche!
Negli USA, in parallelo, le perdite sono girate alle Federal Reserve (FED) che, dopo quanto già ha fatto, comprerà ancora ogni mese per due anni ben 40 miliardi di dollari di titoli tossici.
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Così facendo BCE e FED in realtà peggiorano, non migliorano la situazione, ignorando la saggezza secondo cui: “la moneta cattiva scaccia la moneta buona”.
Moneta cattiva è quella della BCE, che ora si dispone ad acquisti illimitati di titoli pubblici di dubbio valore. Moneta cattiva è quella della FED che sta inondando il mercato di liquidità.
Un conto è infatti una banca centrale che non compra niente, solo perché minaccia un suo intervento sul mercato. E infatti così, per il solo fatto della annunciata intenzione di usare la loro enorme forza, che le banche centrali bloccano “ex ante” la speculazione, con un decisivo effetto deterrente e/o preventivo. Come la bomba atomica, che funziona soprattutto e/o solo se non viene usata.
Un conto è invece una banca centrale che, comprando materiale tossico, e comprandolo proprio dagli spacciatori, fa uso atipico dei suoi poteri e strumenti, stampando moneta cattiva.
Come curare con l’alcool un alcolizzato.
Non avremo dunque salvezza fino a che staremo all’interno di un sistema in cui il mercato finanziario non solo non paga per le perdite che causa, ma riceve regali ed aiuti di Stato.
Così alimentando un meccanismo a moto circolare che alla fine drammaticamente riporterà le perdite ai cittadini.
Un sistema che non produce ricchezza prima, non produce sicurezza dopo.
Un sistema che non produce investimenti e lavoro e benessere, ma rischi.
Finora si è comprato solo tempo. Finora si è favorito solo un modello finanziario che (anche con le nuove regole contabili scritte a Basilea) spiazza le banche territoriali e per questa via spiazza soprattutto le piccole imprese.
Una sola cosa si ripete è sicura: alla fine, fra pochi anni o forse, purtroppo, drammaticamente molto prima, il conto lo pagheranno i cittadini!
Ed in specie cominceranno a pagarlo i cittadini dei paesi considerati più deboli: noi in Italia!
In sintesi: non ci possiamo affidare solo alle cure economiche “europee”.
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Quelle finanziarie sono infatti solo temporanee e sono comunque a pagamento (prima l’ossigeno, poi la fattura, con gli interessi).
Quelle economiche, più che curare fanno del male, creando recessione, disperazione, emigrazione. A titolo puramente indicativo, a questo proposito:
a) con la crisi, la Grecia ha perso quasi 1 milione di abitanti: emigrati per sfuggire alla disoccupazione, alla disperazione;
b) l’Irlanda, su 4,5 milioni di abitanti, ha oggi un tasso di emigrati pari a 70.000 all’anno. Per questo paese il pendolo della storia pare tornato all’ ‘800!;
c) dal Portogallo, su 10,5 milioni di abitanti, nel 2011 sono già emigrate 120.000 persone.
Cure uguali non possono funzionare e non funzioneranno neppure per l’Italia! Non si può continuare a scambiare gli effetti con le cause, la malattia con la medicina, i killer con i salvatori. Non ci si può sempre continuare ad illudere che l’agire “ex post” e l’ agire “ex ante” siano la stessa cosa. Non si può seguitare a guardare a tutto, tranne che all’essenziale!
Così facendo, l’economia continuerà ad affondare, non ci saranno veri tagli alla spesa pubblica o reali riduzioni fiscali, il bilancio dello Stato continuerà a peggiorare, la stretta creditizia continuerà ad aumentare, le tensioni sociali cresceranno, i mercati finanziari diventeranno alla fine sempre più esigenti… fino alla fine.
Come si è scritto sopra, tutto quello che è di colpo successo sull’Italia ed in Italia nell’ultimo anno non era fatale (come si è notato sopra) ed oggi non è comunque irreversibile.
Poteva essere evitato prima, nel giugno 2011, se allora non fosse cambiata (e come…cambiata!), la politica economica italiana.
Ma soprattutto è oggi, è ora, che si deve e si può imboccare l’“uscita di sicurezza”.

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