mercoledì 22 aprile 2015

I COSTI DI MARE NOSTRUM

- Senato della Repubblica -Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01956


Atto n. 4-01956


Pubblicato il 27 marzo 2014, nella seduta n. 218


                                             INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
STEFANI , BITONCI , ARRIGONI , BELLOT , BISINELLA , CALDEROLI , CANDIANI , CENTINAIO , COMAROLI , CONSIGLIO ,CROSIO , DIVINA , MUNERATO , STUCCHI , VOLPI - Ai Ministri dell'interno e della difesa. -
Premesso che:
dal 18 ottobre 2013 il Governo italiano ha autorizzato una missione insieme militare e umanitaria per risolvere il problema degli sbarchi nel Mediterraneo, denominata "Mare nostrum";
alla presentazione dell'operazione e delle sue finalità, il Ministro dell'interno Angelino Alfano spiegò che "la somma del pattugliamento e dell'azione della polizia giudiziaria e della magistratura avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa impunemente di fare traffico di esseri umani";
il Ministro della difesa pro tempore Mauro ribadì che "ci muoviamo per primi e al limite delle nostre possibilità nell'ambito di Eurosur, finalmente varato, che consentirà di controllare le frontiere all'interno di Frontex per dare un esempio chiaro e forte" sottolineando che "non ci sarà bisogno di altri fondi, ma basteranno i soldi dei Ministeri" e stimando tale costo "al momento attorno al milione e mezzo di euro al mese";
considerato che:
dal 18 ottobre ad oggi, in soli 5 mesi, l'operazione Mare nostrum ha tratto sulle coste italiane 13.500 immigrati clandestini;
se nel 2013 gli sbarchi sono stati 42.925, solo dall'inizio di quest'anno gli arrivi hanno ora superato quota 8.500 e il Viminale ha fatto sapere che il dato è di oltre 10 volte maggiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2013, un vero e proprio record;
a gennaio il Ministero ha inviato un'informativa a tutti i prefetti affinché attivino, nei territori di competenza, altre strutture per l'accoglienza;
a giudizio degli interroganti tali dati dimostrano che l'operazione Mare nostrum anziché avere "un effetto deterrente molto significativo per chi pensa impunemente di fare traffico di esseri umani" è stata interpretata dai trafficanti come un aiuto per raggiungere le coste italiane poiché la consapevolezza di venir salvati, una volta avvistate le coste italiane, spinge una moltitudine di immigrati a tentare la traversata in mare;
rilevato che:
pare che l'operazione Mare nostrum costi fra i 12 ed i 14 milioni di euro al mese;
benché le prime erogazioni ammontassero a circa 1,5 milioni al mese secondo le dichiarazioni ufficiali del Ministero della difesa, la stampa specializzata ha tentato una stima dell'importo desumendolo dai costi giornalieri dei mezzi impiegati (la fregata "Maestrale" sembra che si avvicini ai 60.000 euro, la "San Marco" ne vale 45.000, mentre quello dei pattugliatori pare essere di poco inferiore ai 15.000, a cui si assommano i valori degli aeromobili, gli elicotteri AB-212 ed i droni, che si aggirano sui 4.000 euro ad ora di volo, mentre tra gli EH-101 ed il "Breguet Atlantic" si parte da 7.000 fino ai 13.000), aggiungendo ai quali le indennità del personale e la manutenzione necessaria per l'uso straordinario dei mezzi, la spesa finale dovrebbe attestarsi tra i 10 ed i 14 milioni di euro al mese;
i costi di Mare nostrum incidono esclusivamente sull'economia italiana e risultano ben più gravosi degli esborsi stanziati per i normali pattugliamenti che precedevano l'operazione, stando alle cifre riportate in mancanza di dati ufficiali da parte dei Ministeri interessati;
anche solo facendo il calcolo del consumo di carburante aggiuntivo per rifornire tutte le unità coinvolte nell'operazione, non pare possibile che il Governo, come ha precisato, non abbia stanziato ulteriori fondi a quelli già in bilancio per le operazioni precedenti a Mare nostrum;
rilevato altresì che:
secondo la circolare dell'8 gennaio 2014 del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, recante "Afflusso di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Individuazione di strutture di accoglienza", a qualunque clandestino che sbarchi in Italia e semplicemente presenti richiesta di protezione internazionale, anche se fittizia, deve essere garantito vitto e alloggio per un importo di 30 euro oltre IVA, un pocket money di 2,5 euro al giorno e una tessera e ricarica telefonica di 15 euro all'ingresso delle strutture di accoglienza, nonché assistenza e cure sanitarie;
considerando solo i clandestini arrivati in Italia dall'inizio del 2014, se costoro presentassero domanda di protezione internazionale per ottenere tali benefit, i costi sarebbero di 127.500 euro di ricariche telefoniche, 21.250 euro di pocket money al giorno e 255.000 euro di vitto e alloggio al giorno, oltre a cure sanitarie;
su 11 centri di identificazione ed espulsione 6 sono stati chiusi nel 2013 per lavori di ristrutturazione, anche causati dai danneggiamenti dei clandestini ospitati, e perciò risulta che centinaia di clandestini, in questi gironi trasferiti nelle regioni del Nord, vengano alloggiati anche in alberghi a 4 stelle, come ad esempio al "Riz" di San Genesio, in provincia di Pavia, dove il pernottamento a notte costa dai 120 ai 140 euro,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto sopra;
quali siano i costi ad oggi sostenuti per l'operazione Mare nostrum, suddivisi nelle diverse voci, ossia per mezzi impiegati, indennità del personale, manutenzione e carburante;
se sia vero che il Governo, come ha precisato, non ha stanziato ulteriori fondi a quelli già in bilancio per le operazioni precedenti a Mare nostrum;
quali siano i costi dettagliati relativi all'alloggio, vitto e tutti gli altri benefit citati nella circolare richiamata, sostenuti nel 2014, nonché nel 2013;
fino a quando si abbia intenzione sostenere l'operazione Mare nostrum e con quali risorse, considerata la grave crisi economica in atto nel nostro Paese;

se, alla luce dei dati esposti, considerino ancora tale operazione un "deterrente molto significativo per chi pensa impunemente di fare traffico di esseri umani".


                                                LA RISPOSTA DEL GOVERNO



Alfano: «Mare Nostrum chiuderà e l'Europa si riappropria delle sue frontiere»

30 ottobre 2014
Il ministro dell'Interno è intervenuto al Senato della Repubblica rispondendo a interrogazioni 
a risposta immediata sulla gestione dei flussi migratori e sulle risorse e organizzazione delle
 forze di polizia
Question time del ministro dell'Interno Angelino Alfano nel pomeriggio di oggi, alle ore 16, al 
Senato della Repubblica per interrogazioni a risposta immediata.
Sulla gestione dei flussi migratori, Alfano ha sottolineato che «il mutamento dei profili dei 
migranti che arrivano nel nostro Paese ha richiesto di cambiare modalità dell'accoglienza,
 puntando su comuni e Regioni».
«Noi in accordo con comuni e Regioni - ha proseguito il ministro - abbiamo ampliato la 
possibilità di accoglienza dei richiedenti asilo proprio per fare fronte al mutamento dei profili 
dei migranti». Sono state inoltre aumentate le Commissioni territoriali per il riconoscimento
 dello stato di rifugiato e è stata prevista la possibilità che l'esame venga effettuato anche 
da un solo componente la Commissione, così che si possa lavorare molto più celermente. 
Con una chiara strategia: «Se ti spetta la protezione ti accogliamo, se non ti spetta ti
 rimpatriamo».
«Prima i migranti erano economici e venivano dalla Tunisia - ha affermato - oggi invece 
sono per la maggior parte rifugiati. Il governo scelse allora di trasformare Lampedusa in 
un disastro colossale, sottoponendo quell'isola fantastica a una pressione insopportabile.
 Il problema della creazione di un rapporto bilaterale oggi è quello della mancanza di un 
interlocutore stabile in Libia. Si tratta dunque di un tema di politica di tutta la comunità 
internazionale».
Rispondendo alle interrogazioni sull'operazione Mare Nostrum il ministro ha detto che «è 
stata un'operazione di emergenza per rispondere al dramma di Lampedusa, si è invocato 
a gran voce l'intervento dell'Europa, che è arrivato alla fine di un lungo e travagliato 
negoziato, con Triton, che non svolgerà la stessa funzione di Mare Nostrum».
«La differenza tra le due operazioni è notevole, in termini di costi e di obblighi - ha 
spiegato 
- e poi Triton farà ricerca e salvataggio nei limiti della legge del mare. Mare Nostrum
 chiuderà. L'Europa si riappropria delle sue frontiere, riportando la loro linea a quella 
di Schengen, a 30 miglia dalle coste italiane». Alfano ha quindi voluto ringraziare la 
Marina militare «per lo straordinario lavoro svolto».
Sui tempi della decisione Alfano ha informato che «Mare nostrum chiuderà secondo
 un'uscita che il governo stabilirà molto a breve».
La sicurezza resta un «tema centrale dell'azione di governo. Ieri al Viminale abbiamo
 avuto un incontro con i rappresentanti della Marina e della Difesa: la sicurezza sulle 
navi ed i controlli sanitari saranno assicurati a beneficio delle forze dell'ordine e dei
 militari ed anche degli stessi migranti».
«Da ministro - ha poi ricordato - ho seguito due leggi di stabilità: la prima si è conclusa 
con uno stanziamento di 700 milioni in più per le forze di polizia e il turn over al 55% 
mentre in quella che deve ancora essere approvata siamo riusciti ad ottenere lo sblocco
 dei tetti salariali». «Credo che il comparto delle forze dell'ordine possa far segnare un
 fatto positivo - ha concluso Alfano - e cioè che in una congiuntura non certo espansiva,
 il tema della sicurezza è centrale nell'attività del governo».
Sulle risorse e organizzazione delle forze di polizia, Alfano ha dichiarato: «Abbiamo
 intenzione di riorganizzare il sistema di sicurezza nazionale senza togliere uomini dalle
 strade e abbassare gli standard di sicurezza, anzi aumentando il livello di sicurezza 
nelle città».
«Il sistema di tenuta dell'ordine pubblico è vitale - ha aggiunto Alfano - il prossimo obiettivo
 che ci diamo è una legge per la sicurezza nella città».
«Sul tema delle risorse per gli anni a venire, non ci vede in affanno o apnea - ha spiegato -
 noi nelle due finanziarie approvate in questa legislatura, non abbiamo segnato un rosso,
 ma un incremento di risorse. Questo paese e questo governo intendono investire sulle
 forze di polizia».
Sulla pistola elettrica in dotazione in via sperimentale alle forze di polizia «faremo tutte
 le verifiche necessarie. E' evidente - ha detto - che sul Taser e sull'utilizzo dello strumento
 saranno fatte tutte le verifiche necessarie e verranno studiati tutti i precedenti che si sono
 verificati negli altri Paesi».

Ultimo aggiornamento:

lunedì 3 novembre 2014,- dAL mINISTERO DEGLI INTERNI 



















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