La politica di coesione e l’accordo di partenariato 2014-2020, scheda
Cos’è la politica di coesione
La politica di coesione (o politica regionale co munitaria) è la politica che l’Unione Europea mette in campo
per ridurre le disparità di s viluppo fra le regioni degli Stati membri e per rafforzare la coesio ne economica,
sociale e territoriale. E’ una delle principali leve di crescita e sviluppo della qualità di vita in Europa.
La politica di coesione è ripartita in cicli di programmazi one della durata di 7 anni e si fonda sul principio di
solidarietà ch e è alle radi ci dell’ Unione Europea. L’attuale ciclo di programmazione riguarda il periodo
2014-2020 e im pegna circa un terzo dell’intero bilancio co munitario (351,8 miliardi su 1.082 totali).
L’obiettivo, in accordo con la strategia “Europa 2020”, è ottenere una cresci ta inclusiva, intelligente e
sostenibile.
Cos’è l’Accordo di partenariato
E’ il documento predisposto da uno St ato membro in collaborazione con le istituzioni di livello centrale
dell’Unione Europea e quelle locali e i partner economici e sociali , che definisce strategie, metodi e priorità
di spesa. E’ approvato dalla Commissione Europea in seguito del negoziato con lo Stato membro. L’Accordo
di partenariato tra l’UE e l’Italia è stato adottato il 29 ottobre 2014, rispettando i tempi stabiliti dalle direttive
sulla nuova programmazione.
La classificazione delle regioni
In questa logica di riequilibrio le regioni europ ee (e italiane) vengono ide ntificate seco ndo il grado di
sviluppo in tre categorie: «meno sviluppate» (per l’Italia, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia); «in
transizione» (Abruzzo, Molis e, Sa rdegna); « più s viluppate» (provinc ia a utonoma di Bolz ano, Em ilia
Romagna, Friuli Venezi a Giulia, La zio, Liguria, Lom bardia, Marche, Pie monte, Toscana, provinci a
autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria).
La tabella di marcia del negoziato con la Commissione Europea
I negoziati partono con la definizione da parte della Commissione del Quadro strategico comune. In seguito,
viene avviato il dialogo informale tra le istituzioni italiane e quelle co munitarie (dicembre 2012) e vengono
trasmesse all a Co mmissione le pri me bozze dell’ Accordo (aprile 2013, di cembre 2013). Ricevute l e
osservazioni informali della Commissione (marzo 2014), si avviano le trattative che definiscono le modifiche
da apportare. Con l’appro vazione dei regolamenti prende quindi il via il ne goziato formale tra UE e Italia,
che trasmette ufficial mente la proposta di accordo ( 22 aprile 2014). Anche questa proposta è oggetto de lle
osservazioni della Commissione (9 luglio 2014), che vengono recepite nella versione definitiva dell’Accordo
(agosto-settembre 2014), adottato con decisione comunitaria il 28 ottobre 2014.
L’ultimo pas saggio neces sario perché gli accordi entr ino nella fase di attuazione è la definizione dei
Programmi Operativi (nazionale e regionali), per l’approvazione dei quali sono in corso le trattative.
I Fondi
Con circa 44 miliardi di euro – di cui 22,2 alle regioni del Sud –, l’Italia è il secondo Stato mem bro UE
per dotazione di bilancio, dopo la Polonia.
Le risorse co munitarie sono distribuite s u quattro f ondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE), in
questo modo:
• Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – 20,6 miliardi;
• Fondo sociale europeo (FSE) – 10,4 miliardi;
• Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – 10,4 miliardi;
• Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) – 0,537 miliardi.
A questi sono da aggiungere 1,1 miliardi della cooperazione territoriale europea e 567 milioni della Garanzia
Giovani (YEI).
Ai fondi comunitari si affianca il cofinanziamento nazionale, che per la programmazione 2014-2020
ammonta a 20 miliardi di euro.
A loro volta, i quattro Fondi sono focalizzati su 11 obiettivi tematici (OT):
1. ricerca, sviluppo tecnol ogico e inno vazione (raffo rzare la ricerca, lo svilu ppo tecnol ogico e
l'innovazione) – 3,7 miliardi;
2. agenda digitale (migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché
l'impiego e la qualità delle medesime) – 2,1 miliardi;
3. competitività dei sistemi produttivi – 7,8 miliardi;
4. energia sostenibile e qualità della vita (sostenere la transizione verso un’economia a basse emission i
di carbonio in tutti i settori) – 3,9 miliardi;
5. clima e rischi am bientali (promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzio ne e la
gestione dei rischi) – 2,3 miliardi;
6. tutela dell’ ambiente e valorizzazione delle risor se culturali e a mbientali (tutelare l'a mbiente e
promuovere l'uso efficiente delle risorse – 4,4 miliardi;
7. mobilità sostenibile di persone e merci (promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le
strozzature nelle principali infrastrutture di rete) – 2,4 miliardi;
8. occupazione (prom uovere l’occupazione sostenib ile e di qu alità e sostenere la mobilità dei
lavoratori) – 4,3 miliardi;
9. inclusione sociale e lotta alla povertà (p romuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni
forma di discriminazione) – 4 miliardi;
10. istruzione e formazione ( investire nell ’istruzione, formazione e for mazione professionale, per l e
competenze e l’apprendimento permanente) – 4,1 miliardi;
11. capacità istituzionale e amm inistrativa (raffor zare la capacità istituzionale e prom uovere
un’amministrazione pubblica efficiente nell’ erogazione di servizi) – 1 miliardo.
La distribuzione delle risorse per FESR e FSE
FESR
FSE
2
Le risorse per regione e per piano (programmi FESR, FSE, FEASR – solo quota comunitaria)
POR TOTALE
Emilia
Romagna
1.147
Friuli Venezia
Giulia
381
Lazio 1.244
Liguria 508
Lombardia 1.470
Marche 545
P.A. Bolzano 295
P.A. Trento 239
Piemonte 1.390
Toscana 1.177
Umbria 675
Valle d’Aosta 120
Regioni più
sviluppate
Veneto 1.193
Abruzzo 395
Molise 178 Regioni in
transizione Sardegna 1.316
Basilicata 969
Calabria 2.452
Campania 4.824
Puglia 4.551
Regioni m eno
sviluppate
Sicilia 5.372
Totale POR 30.441
PON TOTALE
Città metropolitane 588
Cultura 368
Governance e capacità 584
3
istituzionale
Imprese e competitività 1.776
Inclusione 827
Infrastrutture e reti 1.383
Iniziativa occupazione
giovani
1.135
Legalità 283
Scuola 1.615
Ricerca e innovazione 926
Sistemi di politiche attive
per l’occupazione
1.181
Sviluppo rurale 963
Rete rurale 45
FEAMP 537
Totale PON 12.212
Come miglioreremo l’utilizzo dei fondi
Con il nuovo Accordo, l’ Italia vuole definitivamente superare le criticità emerse nei cicli precedenti e che
hanno portato a notevoli ritardi nella spesa dei fondi struttu rali. In particolare, i tre elem enti individuati in
accordo con la Commissione come determinanti per i ritardi del passato sono:
‐ una programmazione non pienamente esplicita e poco operativa;
‐ diffuse carenze nella capacità amministrativa e tecnica;
‐ la mancanza di piani nazionali di settore cui fare riferimento.
A questo, l’Accordo risponde con:
‐ una programmazione per “risultati attesi e azioni”, più trasparente e verificabile;
‐ l’Agenzia della Coesione si occuperà del monitoraggio permanente e del supporto all’attuazione;
‐ task force specifiche su alcune misure/programmi;
‐ piani nazionali di settore quali pre-requisiti di efficacia delle misure finanziate (es: Ricerca e innovazione,
Crescita digitale, Trasporti, Inclusione sociale);
‐ piani di Rafforzamento Amministravo (PRA) per le 21 Regioni e amministrazioni centrali;
Target – alcuni esempi di utilizzo dei fondi europei
Ricerca e banda larga
‐ Finanziamento di 2000 progetti di ricerca
‐ Inserimento di 1000 ricercatori nelle imprese
‐ Introduzione di processi di innovazione in 20000 imprese di piccole dimensioni
‐ Accesso a Internet a banda larga a 30 megabit per secondo per tutti
‐ Nuovi investimenti per le PMI (2.5 miliardi di euro)
‐ Sostegno a 14mila start-up
Energia e rifiuti
‐ Dimezzamento dei consumi energetici in circa 6000 edifici pubblici
‐ Trasformazioni delle reti di energia in "smart grids”
‐ Riduzione del rischio di dissesto idrogeologico in almeno il 10% delle aree a rischio
‐ Interventi strutturali di messa in sicurezza della popolazione, anche in aree urbane
‐ Risoluzione definitiva dei problemi nel ciclo integrato dei rifiuti (nuovi impianti per aumentare la raccolta
differenziata)
‐ Depurazione delle acque nelle regioni del Sud
Il presente testo incompleto non ha formalmente carattere autentico
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