mercoledì 31 agosto 2011

COMMERCIALISTI, SI A LIBERALIZZAZIONI, NO A DISTRUZIONE PROFESSIONI


CRISI: COMMERCIALISTI, SI A LIBERALIZZAZIONI, NO A DISTRUZIONE PROFESSIONI


Siciliotti: "Pronti a sacrifici equilibrati purché non ci sia nuovo scomposto attacco agli Ordini"


"In questa difficile fase, tutti devono essere disposti a dare il proprio contributo,- puntualizza in un Comunicato stampa il dr. Siciliotti, Presidente del CNDCEC -  anche per impedire che altri si sottraggano dal dare il proprio. Liberalizzare i mercati, anche quelli professionali ove opportuno, non deve pero' diventare il pretesto per distruggere le libere professioni".

Questo il messaggio che Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili lancia al governo e alle forze politiche di maggioranza e opposizione, nell'imminenza del varo del decreto che, secondo quanto annunciato, dovrebbe occuparsi di liberalizzazioni, oltre che di correzione dei conti pubblici.

"Liberalizzare i mercati, ivi compresi quelli professionali, - afferma Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale della categoria - significa rimuovere le barriere e le limitazioni ritenute più dannose per l'economia che utili per la tutela dell'interesse pubblico.

Il ragionamento va dunque fatto sulle norme ordina mentali che prevedono limitazioni all'esercizio e svolgimento delle attività professionali nonché sulle attività che devono essere esercitate in esclusiva dagli iscritti a determinati Albi".

In uno scenario complessivo che dovesse vedere la contrazione di tutele oggi eccessive per i lavoratori dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato - afferma ancora Siciliotti - diverrebbe giusto valutare con serenità ragionamenti volti ad eliminare dagli ordinamenti professionali, laddove ancora sono previste, tariffe minime inderogabili. Queste sono misure cui può essere riconosciuta, anche laddove non condivisa, una reale finalità di liberalizzazione delle libere professioni. Sommarie abolizioni di Ordini e di esami di Stato sono invece misure volte a imprenditorializzare e quindi distruggere, non liberalizzare, le libere professioni".

"Le bozze di testi poi ritirati che si sono lette recentemente inducono a una certa preoccupazione. Se anziche' tentare l'ennesimo scomposto assalto agli Ordini - conclude Siciliotti- trovassimo finalmente norme che si occupano di vere liberalizzazioni, noi commercialisti saremmo pronti a sostenerle, in un quadro complessivo di sacrifici equilibrati richiesti a tutte le diverse componenti sociali di questo Paese".

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