martedì 26 gennaio 2010

Povero Bersani, le mani in tasca gliele ha messe Vendola

 Da FATTI & MISFATTI  del Pdl riportiamo:

 Povero Bersani, le mani in tasca gliele ha messe Vendola


Dopo lo schiaffone ricevuto da Vendola in Puglia, dopo lo sgambetto subito dal sindaco di Bologna Delbono, tutti i sondaggi indicano il Partito Democratico in calo tra il 28,5 e il 28,7 per cento, molto al di sotto di quella soglia del 30 per cento che era considerata l’ultima diga in vista delle elezioni regionali. Eppure Bersani, il nuovo segretario, trova il tempo per dire che questo Governo gli ha messo le mani in tasca! Incredibile, ma vero, Bersani ritira in ballo un articolo pubblicato dal Corriere Economia e smontato, riga per riga, dal Dipartimento delle Finanze.

Spiegano i tecnici di Via XX Settembre, come il calcolo del tax freedom day, il giorno dell’anno in cui il contribuente arriva al guadagno personale dopo avere pagato le imposte, sia stato effettuato su un impiegato che rappresenta soltanto il 3 per cento della sua categoria di reddito, che guadagna in media molto meno dei 44.000 euro l’anno attribuiti dal Corriere a un impiegato qualsiasi. Viene spiegato, inoltre, come il calcolo su quanti giorni dell’anno siano necessari per guadagnare le somme dovute al Fisco, sia da considerare più un esercizio di folklore che non un dato concreto. Tale esercizio, comunque, non potrà mai essere la base per stabilire se sia effettivamente salita oppure no la pressione fiscale nel nostro Paese. A Bersani inoltre, si può ribattere che seguendo i suoi vecchi canoni di protesta marxisti-leninisti, non ha ancora capito quanto sia importante il rapporto tra le imposte pagate e il valore dei beni e dei servizi forniti dall’amministrazione pubblica.

Incurante di tutto ciò, il nuovo leader della sinistra, si fa per dire, riformista, insiste nell’attaccare sempre e soltanto il presidente Berlusconi e il Governo su temi che non hanno un fondamento reale. Lo si può anche capire, l’attacco di Bersani, perché certo, in questo momento, il neo-leader non può tirare in ballo i programmi per le regionali o la bontà dei suoi candidati quando, fino all’altro ieri, ha sostenuto un Boccia con tutte le forze, per essere poi schiaffeggiato nelle primarie con la vittoria popolare di un Vendola. E lo si capisce ancora di più, se si riflette sul fatto che il nuovo gruppo dirigente contava proprio sulla Puglia come la Regione-laboratorio, dove sperimentare una nuova grande alleanza tra tutte le forze che potrebbero opporsi a Berlusconi, compreso l’UdC di Casini. Povero Bersani, qualcuno dovrebbe fargli leggere i sondaggi di Euromedia Research che spiegano come il 46 per cento degli elettori del Partito Democratico e il 42 per cento degli elettori dell’UdC, rispettivamente, ritengono per niente o pochissimo credibile la prospettiva di una reciproca alleanza.

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